RISORSE:

Potreste pensare che l’ultimo posto dove trovereste dell’umanesimo sia in chiesa. Ma sbagliereste. Fin dal II Secolo, alcuni dei padri della chiesa vollero rendere rispettabile il cristianesimo nella società più ampia, quella non credente. Crearono una sintesi tra la fede cristiana e l’antica filosofia greca. [1] La filosofia greca fu probabilmente il primo sistema di pensiero umanista esteso e coerente della storia.

Da allora, la chiesa è stata costantemente costretta a combattere l’umanesimo. La prima chiesa dovette combattere lo gnosticismo. Questo era un’antica eresia che attaccava la creazione e promuoveva una élite religiosa. Nella chiesa medievale l’umanesimo emerse nella forma della soteriologia (dottrina della salvezza) semi-pelagiana: Dio non salva l’uomo piuttosto lo aiuta a salvarsi da solo. Nella chiesa moderna l’umanesimo religioso compare nella forma del liberalismo teologico, a volte chiamato modernismo.

Liberalismo teologico

Il liberalismo è costituito da una fusione tra il razionalismo illuminista (la ragione dell’uomo autonomo è l’arbitro finale della verità) e il Romanticismo (l’esperienza individuale dell’uomo è l’arbitro finale della verità). Il razionalismo scientifico + l’esistenzialismo autonomo = liberalismo. Lo spirito basilare del liberalismo è semplice: Il cristianesimo deve conformarsi all’umore dei tempi. La bibbia e i dogmi cristiani non sono autorevoli. Nel mondo moderno lo sono la ragione e l’esperienza umana. Il principio fondamentale del liberalismo è accomodare il cristianesimo allo spirito dominante del presente. Per farlo, il liberalismo ha dovuto negare le verità centrali della Fede tra le quali: l’infallibilità della bibbia, la verginità di Maria e la totale assenza di peccato in Gesù Cristo, e la sua morte espiatoria sulla croce e la sua resurrezione. [2] Il liberalismo è l’umanesimo travestito da cristianesimo.

Uno dei teologi americani più importanti del XX secolo fu J. Gresham Machen. In uno dei suoi libri più famosi: Cristianesimo e Liberalismo [3] egli discetta che il liberalismo teologico non sia una nuova versione di cristianesimo, anzi, non è affatto cristianesimo. È un’altra religione completamente. È umanesimo religioso.

Evangelici come liberali

Potreste chiedervi: “Che c’entra con me? Io non sono liberale. Io sono un evangelico che crede la bibbia”. Ma il fatto è che il moderno evangelicalismo sta gradualmente (e a volte non tanto gradualmente) diventando liberale, e se voi ed io non reggeremo la mareggiata saremo portati dentro al liberalismo dalla sua forza. Francis Schaeffer, uno dei primi evangelicali lo predisse. Egli scrisse un libro su questo fatto nel 1984. Lo intitolò: The Great Evangelical Disaster. [4] Fu l’ultimo dei libri pubblicati mentre era ancora vivo. Egli morì nella primavera del 1984. Il libro è un benevolo e profetico rimprovero all’evangelicalismo accomodante dei suoi giorni. Spero che lo acquistiate e leggiate. Io lo lessi da giovane appena pubblicato ed ebbe un profondo impatto sulla mia vita. Oggi è ancor più rilevante di 34 anni fa. Nel libro Schaeffer usò una metafora interessante. Evidenziò che negli anni 60 molti giovani ribelli venivano al suo ministero in Svizzera ed esibivano il loro rifiuto di conformarsi al vecchio stile di vita dei loro genitori degli anni 40 e 50 indossando blue jeans.[5] Al tempo i jeans erano il marchio del non conformismo: “Noi prendiamo le distanze da questa società ingessata e ammuffita”. Ma Schaeffer evidenziò l’ironia: quasi tutti questi non conformisti portavano blue jeans. Non erano poi così non conformisti. Erano, per usare il suo linguaggio, accomodazionisti. Si accomodavano alla cultura circostante. Schaeffer applicò poi questa osservazione all’evangelicalismo:

Pare a me che i leader evangelicali e ogni cristiano evangelicale, abbiano una responsabilità molto speciale di non accomodarsi semplicemente alla “sindrome da blue jeans” senza notare che i loro tentativi di essere “diversi” prendono così spesso le stesse forme di quelli che negano l’esistenza o la santità del Dio vivente.[6]

Poi aggiunse questa frase incombente: “Un accomodamento porta a un altro accomodamento — che porta ad altro accomodamento …[7] Una volta che cominciamo ad accomodarci alla cultura umanista che ci circonda continueremo ad accomodarci. Per questo motivo molti evangelicali sono diventati intossicati d’accomodamento. Sono tossicomani dell’accomodamento alla cultura umanista che li circonda.

Antinomismo

Per esempio, la nostra cultura umanista è profondamente antinomista. Antinomista significa contro la legge. La chiesa evangelicale si è adeguata a questa avversione per la legge. I cristiani lo fanno, generalmente, sotto uno strato d’impiallacciatura di religione spirituale. “Noi non siamo sotto la legge ma sotto la grazia,” amano dire, senza comprendere ciò che Paolo sta dicendo in Romani 6:14-15. Usano la grazia di Dio come scusa per vivere una vita disordinata. Ma Paolo dichiara: “Infatti la grazia salvifica di Dio è apparsa a tutti gli uomini, e ci insegna a rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze, perché viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e piamente” (Ti. 2:11-12). Gli antinomisti della chiesa credono in qualche modo che lo Spirito santo li liberi dalla legge di Dio malgrado il fatto che quella legge sia stata ispirata proprio dallo Spirito santo. Alcuni di loro sono sinceri, ma sono sinceramente in errore. Possono non comprendere che essere liberi dalla legge significa essere liberi dalla legge cerimoniale, che è compiuta in Cristo (At. 15:1-39). O che significa che la legge non ci condanna più al giudizio poiché Cristo si è preso il nostro giudizio sulla croce (Ro. 8:1-3). Noi non siamo mai liberi dalla legge morale di Dio. La legge morale di Dio è un riflesso della sua stessa essenza.

Ma molti antinomisti non sono sinceri ma in errore, sono intenzionalmente ribelli e basta, anche se dicono di essere cristiani. E questo è uno dei modi principali per cui la moderna chiesa evangelicale è diventata infestata di umanismo religioso.

Paolo stesso ci dice che la legge è stata compiuta in quelli che camminano per lo Spirito (Ro. 8:4). È santa, giusta e buona (Ro. 7:12). Ma molti cristiani evangelicali non vogliono sentir parlare della legge di Dio. Essa richiede che limitino il sesso al matrimonio. Vogliono fare sesso ogni qual volta si sentono di farlo. Vogliono dipendere da programmi di assistenza statale piuttosto che cercare un lavoro e lavorare sodo. I giovani antinomisti vogliono guardare pornografia. Le giovani donne antinomiste vogliono vestirsi in modo provocante. Se viene concepito un figlio che sarebbe loro scomodo vogliono abortire. Vogliono bere senza moderazione. Voglio raccontare barzellette indecenti. Vogliono evitare la chiesa quando fa loro più comodo non andarci. Hanno poca attenzione per la lettura della parola di Dio e per la preghiera. La bibbia è assolutamente chiara riguardo a queste cose. Non ci sono ambiguità nella bibbia: queste cose sono peccati. Ma come la cultura che li circonda, molti evengelicali vogliono essere liberi dalle norme di Dio. Dicono che la grazia di Dio copre tutti i peccati di cui non si pentono. Così, pensano di poter continuare a peccare nel modo che fanno e Dio lo lascerà passare. Sono umanisti religiosi dentro la chiesa. Sono i tossicomani dell’accomodamento. E vi posso assicurare, Dio non lo lascerà passare.

“Celebrare la diversità”

Questo accomodamento è prossimo al relativismo: non ci sono norme assolute. Io sono a posto e tu sei a posto, purché nel tuo modo di fare non mi calpesti i piedi. È incapsulato nello slogan: “Celebrare la diversità”. Evidentemente questa celebrazione non include giudizi morali che sono anatema per la nostra epoca relativista, e, di fatto il solo giudizio morale accettabile ad essere sopravvissuto è: Nessuno è immorale eccetto la gente (come noi cristiani biblici) che dice che altre persone sono immorali. Questa forma di diversità è imperdonabile in una cultura che “celebra la diversità”. Vogliono celebrare la diversità ma fintantoché è diversità peccaminosa. Sono tossicomani dell’accomodamento.

Non è questo lo spirito delle grandi figure della bibbia. Elia non cercò un accomodamento con i profeti di Baal. Gesù non cercò un accomodamento coi Farisei. Paolo non fece accomodamenti coi giudaizzanti. Giovanni non fece accomodamenti con gli eretici Docetisti che negavano l’umanità di Gesù Cristo. Gli uomini e le donne di Dio le cui sante gesta compaiono nella bibbia operarono per acuire le distinzioni tra il bene e il male, non per offuscare o cancellare quelle distinzioni. Non erano interessati a un accomodamento con la falsa religione; erano interessati ad essere fedeli a Dio.

 

Note:

[1] Rousas John Rushdoony, By What Standard? (Vallecito, California: Ross House, 1995), 1–7.
[2] Stephen B. Clark etichetta il liberalismo come “secolarismo teologico”. Spoglia la fede del vero Dio e lo rimpiazza con dogmi atei.  Si veda il suo: “Orthodox, Protestants, Roman Catholics: What Basis for Cooperation?” Summons to Faith and Renewal, Peter S. Williamson and Kevin Perrotta, eds. (Ann Arbor, Michigan: Servant Books, 1983), 90.
[3] J. Gresham Machen, Cristianesimo e Liberalismo (Alfa e Omega).
[4] Francis A. Schaeffer, The Great Evangelical Disaster (Westchester, Illinois: Crossway, 1984).
[5] Ibid., 99.
[6] Ibid., 146.
[7] Ibid.


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