RISORSE:

E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. Ap.21:5-6 (cfr. Is.9:1-6; Sl.2;22-24;45;92-115; Mt.4-5;13;28; Gv.3-6; Ef.1-3; Col.1-2; Eb.1).

Nella sua bontà infinita, Dio mi ha donato pazienza e nitore nel testimoniare della sua gloriosa grazia e della sua regalità, presso una cara famiglia, in cui era presente una studentessa molto indispettita dalla sovranità di Lui, da cui lei dipende in ogni cosa.

Il suo definirsi “atea” l’ha presentata in fondo come ribelle e piagata da un insanabile malessere
e un’insostenibile autonomia che continua a raggirarla. La rivolta naturale contra Dominum è rovina del pensiero e dell’azione, in mundo Dei. La sua intelligenza ricevuta e deprezzata non le ha consentito di spiegare il fondamento dei valori oggettivi, l’etica, il senso e lo scopo dell’esistenza, se non ripetendo goffamente la menzogna scientista del “siamo solo materia e non ha senso trovare un fondamento oggettivo per tutto…”. Il cuore incurvato e asservito al peccato naturale, necessita sempre della rivelazione di Dio, non può altrimenti argomentare e conoscere alcunché: deve ricorrere alle categorie della rivelazione trinitaria come ha fatto lei, ma distorcendole in un caos argomentativo incoerente, tra materialismo e scetticismo. Negava già la rivelazione di Cristo nel cuore, provando ad appropriarsene a tratti, per poi volteggiare in acrobazie irragionevoli sulla logica e sulle connessioni tra causa ed effetto, in una visione prigioniera in fondo di un pensiero pagano. Le piace idolatricamente illudersi che Gesù sia solo un uomo, perché “non si può sperimentare scientificamente che Dio è, perché non si vede…”. Dopo un po’ ecco però che Gesù “diventa” un mito che non è esistito… Incalzata sulla definizione del bene e del male e sui valori assoluti, si è più volte autoconfutata dichiarando che i valori in fondo sono quelli che noi scegliamo, soggettivamente: quindi se tutti scelgono di  squartare vivi i bambini è un loro “valore” e una loro convinzione plausibili, che non devono rispondere a una morale oggettiva… La tragedia reale per simili giovani, intrisi (e intristiti) di nichilismo e d’irrazionalismo pseudoscientifico e imbarbariti dai perversi strascichi della rivoluzione anticreazionale sessantottina e dell’odio autodistruttivo verso ordine, verità e venustà supreme del piano di Dio, è causata dalla naturale opposizione del cuore umano al suo Creatore. Si tratta di una rivolta devastante per il singolo e per la collettività, maleficamente rilanciata dall’ottenebrante illuminismo e pasciuta nella farmacopea sinistra di ideologie e impulsi falsamente autoredentivi che hanno mietuto milioni di morti e a tutt’oggi incancreniscono relazioni, famiglie e corpi sociali: socialismo, comunismo, nazionalsocialismo, progressismo secolarista, globalismo transumanista e transessualista, statalismo tecnocratico, abortismo femminismo e biechi derivati.

Un tale Leviathan è stato accolto e nutrito, allevato e promosso, potenziato ed elevato a programma didattico prioritario nelle scuole, nelle università e nei luoghi di formazione delle giovani generazioni occidentali. Accanto alla favola funesta del disperato Darwin che ha soggiogato milioni di religiosi invertiti (si ha sempre un sensus divinitatis), la contraffazione umanistica di pseudoredenzioni ideologiche ha sovente strillato il suo vano delirio, tra dittature mortifere e vacuità di mistiche trappole. In fondo il pendolo pagano si autosconfessa del continuo, tra culto della tronfia ragione e irrazionalismi insoddisfatti. L’ingannevole autodeterminazione di un relativismo gnosticheggiante (tra scientismo materialistico, statolatria anticreazionale e nichilismo egolatrico) oggi affiora vieppiù, ma sono noti la sua disfatta e il suo sproloquio, da sgominare e tacitare con la potenza della luce di Cristo (Ef.6), insegnando e rievocando al mondo la sapienza ultimativa del Vangelo della verità suprema del Figlio regnante (Ap.11:15).

Negli autobus italiani è ormai usuale imbattersi in giovanissimi (già da dodici o tredici anni in su) che bestemmiano perentoriamente e che pronunciano sconcezze desolanti, addirittura confessando pubblicamente esperienze sessuali degradanti. Il nostro paese non ha sentito e visto, da troppo tempo, uomini decisi e impavidi in battaglia (Gs.1:1-14; Ro.12-13; 2 Co.10:4-5; Salmi 45;92-115;144), a denunciare la viltà di governanti mendaci e l’abiezione di prassi fraudolente e omicide, poiché generate dall’idolo dello statalismo progressista e dal paganesimo materialistico.

Cristo regna in ogni fibra e sfera del sociale, dell’articolazione delle relazioni, della pianificazione della vita che è in Lui solo fondata, generata e giustificata (Gv.1).

Non arretriamo mentre lo comprendiamo in verità, per annunciarlo in ogni istante della sua storia che regge e colma di senso ogni nostra personale quotidianità, nell’ordinario come nel prodigioso, sempre coram Rege (Cl.1:13-20).

Vergognarsi o agire in dispregio della fondativa Legge di Dio ci rende responsabili dinanzi al Signore della storia e dell’alleanza. La società connessa e le comunità diffuse necessitano in modo vitale della luce del Vangelo regale di Cristo (Gv.3; Cl.1-2). Tra svigorite fluttuazioni e pietistiche ritirate, anche la chiesa è esposta al rischio dell’inconsistenza acritica, inseguendo gli idoli del compromesso, della convenienza e della comodità narcisistici. Il degrado di una blasfema e venefica cultura è la riprova della disciplina di Dio su una nazione intossicata dall’incantesimo umanistico. Una nazione che ricusa l’avviso posato e fedele dei profeti si deturpa e si ostina a bramare la miseria dell’idolo, fino al giudizio riordinante e restaurativo di Dio che sancisce e rivendica il suo risolutivo imperio in tutta la storia e su ogni giurisdizione, organismo, pensiero e istituto del reale (Sl.19;33; Cl.1-2). Tuttavia, la voce dei profeti inviati è apparsa spesso fioca e labile. Siamo stati talvolta pavidi e omissivi nel nostro dovere dell’annuncio della regalità onnipervasiva di Cristo (Sl.110; Mt.5:13-19). La communĭtas è stata vieppiù esposta alla sua degenerata volatilità idolatrica, mentre si taceva su soprusi e frodi, con inadeguata esilità profetica o quanto meno con indiligente scoordinamento, senza scorgere l’urgenza della battaglia.
Il male e la frode sono spesso sostenuti da un magistrato fedifrago e invelenito, senza un reale argine pedagogico che chiami fermamente a responsabilità limpide chi attua delitti e soprusi, in opposizione alla Legge perfetta di Dio (Sl.119:89-91,142,172; Is.1:10-17;10:1-2; 1 Ti.1:8-11).

La grazia di Cristo, per il suo Vangelo glorioso, onora la sua Parola fondativa, autoritativa e normativa su tutto, non può svilirla ed edulcorarla, poiché la redenzione è nella verità e per la verità irrefragabile del Vangelo del Regno (Salmi 1-2; Gv.3-6;17; Ro.1-3; Eb.1). La Legge di Dio è Re, l’Autorità superna ha parlato in verità: Cristo è Legislatore, Creatore, Redentore e Restauratore. Il risorto Figlio regna già e continua a render nuova ogni cosa, avendo istituito incontrastabilmente il suo regno che signoreggia ogni sfera creata, la storia, i governi, le famiglie, l’economia, le arti, il diritto, la scienza, la vita civile, gli individui e le loro vicende relazionali e culturali (cultuali).
Sta a noi proclamare la giustizia, la grazia e la signoria del Salvatore in ogni sfera dello scibile e della realtà, per la riconciliazione salvifica e il bene vero dell’uomo (Ef.5-6; Cl.1:15-20; 2 Co.5), anche contro frodi, laidezze e vessazioni, evitando cedevolezze, corrività ed esitazione, nel quadro vasto della supremazia del Re di gloria (Ge.49:10; Sl.24;45;110; Mt.16:18;28:18-19).
Nei marosi recenti, tra turbinii, nefandezze e narcosi, occorreva udire una più ferma e tersa voce profetica: tra i flutti malsani dell’operazione covid, di aborto, transgenderismo, femminismo, attacchi all’ordine creazionale, alla famiglia e alla priorità di un biblico patriarcato, statalismo e tirannia tecnocratica, ruberie e delitti impuniti, istruzione e scolarità pubbliche infettate dall’agenda progressista e disumanizzante del globalismo necrolatrico. Tra le fandonie politico-istituzionali e culturali quali: “ …se non ti vaccini, ti ammali e muori, contagi e uccidi gli altri…” . Nel mezzo di avventate e dannose banalizzazioni quali: “ …vaccinarsi è amare il prossimo… …dobbiamo ubbidire all’autorità… …vaccinarsi è un atto di amore…”, irriflessivamente propagate tra 2020 e 2021 dalle alte cariche vaticane e dal principale organismo di coordinamento evangelico italiano, con sintonico inchino a una deriva tirannica, a tutt’oggi senza alcuna resipiscenza pubblica. Tra effetti invalidanti e letali, quali malori e decessi improvvisi (mai seriamente indagati da una stampa asservita al pensiero egemonico del terrore globalizzato), accresciutisi in modo esponenziale ovunque, per un siero iniquo, testato e prodotto con cellule di creature umane assassinate con aborto pianificato. Tutto ciò in una nazione vituperata e inebetita da una propaganda mediatica deragliata e tossica, forse la peggiore informazione degli ultimi decenni del paese.

Su tali raggiri e abnormità, empiamente coltivati, la luce della reprimenda di Dio si è irradiata: la disciplina maestosa del Re perdura e tuttavia non ci priva di feconde opportunità da cogliere profeticamente e valorizzare con saggezza biblica.
L’autorità sovrana trinitaria fonda ogni progetto, responsabilità e valore per ogni traiettoria epistemica e operativa, cui Dio concede di esistere: tutto ciò che ci è dato di conoscere e intraprendere o si riproduce per il bene in verità o si rivolterà in rovinosa sterilità verso il suo Signore, sempre sussistendo per la rivelazione di Cristo (Cl.1).
Si tratta dunque di Chi Dio è e di cosa ha rivelato in vincolante ed eterna verità (Salmo 119), quale fondamento del reale e della vita: scopo, direzione, motivazione, cioè vera adorazione in vita redenta.
La verità che è Cristo e la sua Parola trinitaria, genera un’identità redenta che adori il Re (Ap.1:4-6), incarnando il Mandato con parresiaca diligenza, come vari padri medievali, i tanti riformatori, i puritani e pensatori oracolari come Comenius, J.Althusius, B.B.Warfield, A.Kuyper, G.Vos, C.Van Til, R.J.Rushdoony, G.Bahnsen etc., hanno prodigiosamente mostrato, con germinale vigoria didattica e premonitrice. Ecco il Soli Deo Gloria di Mt.28:18-20, ovunque esteso e sempre efficace, in tutta la realtà, ordinata e strutturata in modo pattizio, per il suo Re.
Ravvediamoci dunque e aneliamo al bene, alla verità, alla bellezza e alla giustizia dell’unico Dominus (Ef.4-5), da incarnare, annunciare e visualizzare ovunque, per la gloria suprema di Cristo, a cui obbediscono e obbediranno sempre più i popoli (Is.1-2;42; Ap.11-12).

Urge il moto nuovo per la verità, dall’improfetico al lustrale (Ef.5), dal torbido al fulgido, in pattizia fertilità rivelazionale (Gv.17). Oltre ogni fuga autistica, ogni estetismo settario e disarticolazione dualistica che l’uomo inquieto e religioso coltiva, sempre rimanendo coram Christo. Con strategica audacia trasformativa e umiltà parresiaca, la verità trinitaria va condivisa, vissuta e attestata in ogni anfratto sociale e delle intime relazioni, nell’interezza creazionale del consorzio civile: il mandato ingloba, imbeve e rinfiora, secondo la suprema etica cristocentrica, famiglie, educazione, nuzialità e genitorialità, governi, diritto, interposizione profetica (magistrati minori o servitori profetici civili), virilità e femminilità veridiche, tutela dei bambini e degli indifesi, benessere civico e risorse economiche, cultura e valori da fertilizzare con la Parola del Re. Il bilancio uggioso degli ultimi cinque anni è in fondo significativo e spronante: ci spinge a invocare il perdono e la prospera forza del Signore della vita, per il regno attuale. Gli eventi della disciplina didattica di Dio che corregge e fa vivere (Ef.5-6; Eb.12-13), sono sempre sub Rege, ci interpellano e manifestano gli scossoni terapeutici che Dio imprime alla storia, interamente di Lui suddita. Focalizziamo dunque le priorità della lode martire e trionfante per il Dio trino e dell’annuncio della regalità plenaria di Cristo, con teologica e trasformativa incisività (Fl.1-2), protesi alla propalazione e alla perorazione, incarnate in verità, dell’inclita venustà del suo Nome pantocratore (Gv.14:6), per la ristrutturazione del mondo che Lui ha già vinto.

Focalizziamo dunque le priorità della lode martire e trionfante per il Dio trino e dell’annuncio della regalità plenaria di Cristo, con teologica e trasformativa incisività (Fl.1-2), protesi alla propalazione e alla perorazione, incarnate in verità, della suprema venustà del suo Nome Gv.14:6), per la ristrutturazione del mondo che Lui ha già vinto. Arresi alla docente fedeltà di Dio, saremo pronti al martirio per il Re che domina l’intera realitas e la storia dei secoli?Con voce ferma e virile in verità (Gs.1:1-14; 1 Co.16:13), esortiamo e invitiamo il mondo ad adorare il suo Creatore e Redentore, per una coscienza teologica matura e vigile, fundĭtŭs, contro ogni disunità e compromesso isterilenti, contro cosmesi amnesiche, liturgie autoreferenziali e dualismi deprofetizzati.
Sorgano cavalieri… Ridesti e rubesti in battaglia, nel trionfo martire già sigillato nel tempo da redimere. Sempre Dio sparge il profumo della sua gloria, da un lembo all’altro del tempo creato, nell’eterna sua sapienza (Is.54-55;60-61; Ef.1-2). Gioiamo pro Rege e incediamo per la vittoria martire, non temendo l’uomo, ma glorificando il Re eterno della salvezza e dell’universo a Lui prostrato (Sl.33;45;93-98).
Lo zelo santo del Signore riassesta e vivifica ogni cosa per il regno, ma ridesta, corregge, addestra e invia noi dalla grazia ricongiunti, un popolo d’elezione immeritata, suscitati per promessa trinitaria e perché Dio solo sia adorato ovunque (Is.9:1-6; Rom.9-11; Ef.3-5). Per un risorgimento restaurativo che imbeva una civiltà integrata, da risanare nel cristiano sfolgorio della Legge di verità, redimendo cuori e reti create, nell’imperitura saviezza del pensiero inoppugnabile del Re del creato e della storia.
Occorre, per la sola grazia divina, revisionare, rivitalizzare e riequilibrare la comprensione del Mandato integrale (Mt.28:18-20), spesso impropriamente frainteso ed emaciato, tra soggettivismo effeminato e acquiescente indiligenza da ascesi de-riformata e deformata. Occorre puntare alle priorità dell’educazione di una nazione nella sovrana verità della rivelazione trinitaria (a partire dai bambini e nei nuclei familiari), contro ogni statolatria, ogni sordido sortilegio d’inversione della realtà e ogni miserando attacco alla veritativa Parola che regola, domina e significa l’universo (Sl.19;33;110; Cl.1; Eb.1:1-3).
Occorre la strategia dei martiri vittoriosi in Cristo, per la sua Parola regale: fedeltà, coesione, coraggio, martirio e dominio in verità, per il regno già varato. Occorrono uomini compassionevoli e audaci pro veritate, addestrati e pronti ad abitare il mondo per la vittoria di Cristo, non tremuli e afoni dualisti in gnostica ed erratica autocontemplazione. Occorre fecondare il presente con la Parola di dominio di Cristo Gesù, Re eterno della realtà, Redentore dell’uomo, Legislatore del mondo e Restauratore del cosmo (Da.7:13-14).

Ti temeranno finché duri il sole,
finché duri la luna, di epoca in epoca! Egli scenderà come pioggia sul prato falciato,
come acquazzone che bagna la terra. Nei suoi giorni il giusto fiorirà
e vi sarà abbondanza di pace finché non vi sia più luna.
Egli dominerà da un mare all’altro
e dal fiume fino all’estremità della terra. … tutti i re gli si prostreranno davanti, tutte le nazioni lo serviranno. …
Egli vivrà; e a lui sarà dato oro di Seba, la gente pregherà per lui tutto il giorno, lo benedirà sempre.
Vi sarà abbondanza di grano nel paese, sulle cime dei monti. …
Sia benedetto Dio, il SIGNORE,
il Dio d’Israele, egli solo opera prodigi! Sia benedetto in eterno il suo nome glorioso e tutta la terra sia piena della tua gloria! Amen! Amen!

Salmo 72.


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