RISORSE:

Come Tommaso d’Aquino ha distrutto la cristianità

Perché l’Occidente sta crollando? Come ha fatto una civiltà un tempo incentrata su Cristo a diventare secolarizzata, umanista e pagana? Molti indicano il socialismo, il liberalismo illuminista o il modernismo. Ma al di sotto di tutto ciò si cela un fondamento teologico più profondo, posto ben prima dell’alba dell’Illuminismo.

Al centro del problema c’è la teologia del diritto naturale. Per secoli, ai cristiani è stato detto che la sola ragione umana è sufficiente per discernere la giustizia, ordinare la società e formulare la legge morale. Ma se questa ipotesi fosse falsa? E se la fiducia della Chiesa nella ragione naturale dell’uomo fosse stata di per sé un tradimento?

Le radici di questo tradimento risalgono al XIII secolo e a un frate domenicano di nome Tommaso d’Aquino. A dire il vero, Tommaso d’Aquino non fu l’unico responsabile del declino della cristianità, ma ne merita buona parte del credito. Associando la filosofia di Aristotele alle categorie bibliche, scatenò una dottrina che sostituì la legge rivelata di Dio con il ragionamento decaduto dell’uomo.

Tommaso d’Aquino e la sua errata interpretazione di Romani 1–2

Il fondamento della teologia del diritto naturale di Tommaso d’Aquino fu la sua interpretazione di Romani 1–2. Il suo ragionamento fu il seguente:

Romani 1:19–20 — Tutti gli uomini “percepiscono chiaramente” la potenza di Dio e l’ordine morale nella creazione.

Tommaso d’Aquino interpretò questo come una “rivelazione generale”, che fondava il diritto naturale.

Romani 2:14–15 — I gentili “fanno per natura le cose della legge… dimostrano che l’opera della legge è scritta nei loro cuori”.

Tommaso d’Aquino considerò questo come prova di una legge morale interiore, razionalmente accessibile, vincolante per tutte le nazioni.

Per rafforzare la tesi, fece appello a Giovanni 1:9: “La vera luce che illumina ogni uomo”. Tommaso d’Aquino sosteneva che ciò dimostrasse che Dio aveva instillato la conoscenza morale in ogni essere razionale. Ma qui fraintese gravemente Giovanni. Giovanni non parlava di coscienza, ma di Cristo: “La luce vera, quella che illumina ogni uomo, stava per venire nel mondo” (Gv 1:9).

Da queste interpretazioni errate, Tommaso concluse che la ragione umana fosse sufficiente a discernere la legge morale. Su questo fondamento costruì la sua famosa Summa Theologiae, nel “Trattato sul Diritto”, dove sostenne che le leggi civili mosaiche erano scadute e che l’etica aristotelica avrebbe dovuto fungere da quadro di riferimento per l’ordinamento della società.

Perché la legge naturale fu accettata per secoli

Come mai un quadro così imperfetto dominò la Chiesa per secoli? Per

  • Eredità filosofica: Tommaso combinò l’idea agostiniana della legge eterna con l’etica aristotelica, producendo un sistema attraente sia per filosofi che per teologi.
  • Predominio scolastico: una volta che la Summa divenne il punto di riferimento universitario, la sua interpretazione di Romani 2 si consolidò nell’ortodossia.
  • Appello pratico — Il diritto naturale sembrava fornire un fondamento “neutrale” per la società civile in un’Europa religiosamente divisa, evitando il ricorso diretto alla Scrittura.

Questo rese il diritto naturale l'”opzione sicura” sia per i teologi che per i magistrati. Al tempo della Riforma, l’idea era così radicata che persino Lutero, Melantone e Calvino la lasciarono in gran parte intatta.

L’eredità eterogenea dei Riformatori

Alcuni nella storia riformata si avvicinarono all’applicazione teonomica:

  • Samuel Rutherford (Lex, Rex, 1644) — insisteva che la Scrittura definisse la giustizia; sebbene usasse il linguaggio del diritto naturale, lo subordinava alla rivelazione.
  • George Gillespie — sosteneva che i magistrati fossero tenuti a rispettare l’intera legge morale, compresi i doveri verso Dio.
    Puritani del New England — applicarono direttamente la giurisprudenza mosaica nel Massachusetts Body of Liberties (1641), funzionalmente teonomico pur continuando a parlare di diritto naturale.

    Ma la Riforma tradizionale non smantellò la categoria.

  • Lutero (Come i cristiani dovrebbero considerare Mosè, 1525): I Dieci Comandamenti vincolano tutti gli uomini perché riflettono la legge naturale, mentre le leggi civili mosaiche si applicavano solo a Israele.
  • Confessione di Magdeburgo (1550): “Ai nostri tempi alcuni fanatici hanno tentato malvagiamente di imporre le leggi civili di Mosè alle chiese dei cristiani, come se fossero per autorità divina”.
  • Calvino (Istituzioni 2.8.1): “La legge di Dio che chiamiamo legge morale non è altro che una testimonianza della legge naturale e di quella coscienza che Dio ha impresso nelle menti degli uomini”.

Qui Calvino, sebbene brillante sotto altri aspetti, proiettò Tommaso d’Aquino in Paolo. Il risultato: la Riforma scosse molti pilastri scolastici, ma lasciò intatta la legge naturale.

La vera argomentazione di Paolo in Romani 1–2

Ma come avrebbe letto Paolo stesso, un ebreo immerso nella Torah e nelle promesse della Nuova Alleanza, Romani 1–2? Romani 1:18–32 — Soppressione, non ragione naturale

“L’ira di Dio si rivela… contro ogni empietà… che soffoca la verità nell’ingiustizia” (1:18)

Paolo non elogia la ragione; condanna la soppressione. La creazione rivela Dio, ma questa rivelazione condanna l’uomo; non stabilisce un quadro morale per la società (1:19–20). Il risultato non è la virtù, ma l’idolatria, la lussuria, la depravazione e ogni sorta di malvagità (1:24–31).

Se Romani 1 è il fondamento della legge naturale, allora la legge naturale è un edificio crollato.

Romani 2:12–16 — Legge scritta nel cuore “Quando i Gentili, che non hanno la legge, per natura fanno ciò che la legge richiede… dimostrano che l’opera della legge è scritta nei loro cuori”.

  • Tommaso d’Aquino, Lutero e Calvino interpretarono questo come coscienza naturale. Ma Paolo stava riecheggiando Geremia 31 ed Ezechiele 36: la promessa di Dio nel Nuovo Patto di scrivere la sua legge nei cuori del Suo popolo.
  • Ebrei 8:10 e 10:16-17 lo confermano due volte: “Metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti”.

Paolo collega questo alla circoncisione del cuore mediante lo Spirito (Romani 2:28-29), riecheggiando Deuteronomio 10:16; 30:6; Geremia 4:4.

Questa è trasformazione pattizia, non ragione naturale. Solo lo Spirito dà il cuore che può veramente obbedire alla Torah.

La narrazione delle Scritture Ebraiche: la prova della necessità di un cuore nuovo

Per secoli Israele ha saputo di non avere il cuore per obbedire.

  • Deuteronomio 29:4 — “Ma fino a questo giorno il Signore non vi ha dato un cuore per comprendere, né occhi per vedere, né orecchi per udire”.
  • Deuteronomio 30:6 — Promessa: “Il Signore, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore… affinché tu ami il Signore, il tuo Dio”.
  • Geremia 31:31–33 — Promessa di una nuova alleanza: “Scriverò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore”.
  • Ezechiele 36:26–27 — Promessa di un cuore e di uno Spirito nuovi per indurre all’obbedienza.

Quindi l’argomentazione di Paolo scorre fluida:

  • Romani 1 — La creazione condanna l’uomo ribelle.
  • Romani 2 — L’obbedienza avviene solo quando lo Spirito adempie la Nuova Alleanza.

Romani 1–2 non è un codice morale universale scopribile dalla ragione, ma un’argomentazione pattizia sulla trasformazione del cuore attraverso lo Spirito Santo.

Il frutto della legge naturale: il crollo della cristianità

Se la legge naturale è una contraffazione, quale frutto ha prodotto? La storia risponde chiaramente.

Germania

Un tempo un insieme di stati cristiani plasmati dalla Riforma, la Germania è ora profondamente umanista. Peggio ancora, il suo instabile fondamento di legge naturale l’ha resa vulnerabile alla manipolazione, portando a due guerre mondiali e persino all’Olocausto. Questa è l’eredità di chi costruisce sulla sabbia.

Gran Bretagna

La terra di Alfredo il Grande, dei Puritani e dei Covenanter scozzesi è oggi l’ombra della sua antica grandezza. Avendo scambiato la legge rivelata di Dio con le sabbie mobili della legge naturale e dell’umanesimo, non possiede più la forza di gestire i propri affari. Il suo crollo culturale testimonia l’inutilità della moralità creata dall’uomo.

America

Fondata sulla teonomia puritana, l’America l’abbandonò presto in favore della legge naturale illuminista. Il risultato? Guerre infinite all’estero, il più alto tasso di incarcerazione al mondo e una società frammentata in patria. Il pluralismo religioso ha creato una frattura così profonda che un’altra guerra civile sembra inevitabile.

Francia

Un tempo definita la “figlia maggiore della Chiesa”, la Francia divenne il crogiolo dell’umanesimo illuminista. La Rivoluzione intronò la ragione al posto di Dio e la nazione non si è mai ripresa. Oggi la Francia è militantemente laica, con il cristianesimo ampiamente marginalizzato.

Roma

Originale paladina della “legge naturale”, Roma fornisce l’archetipo: un potente impero crollato sotto la sua stessa corruzione morale. Lo schema si è ripetuto da allora.

Israele

L’antico Israele era la nazione teonomica per eccellenza, fondata direttamente sotto la legge dell’alleanza di Dio. Sebbene infedele per gran parte della sua storia, il quadro era chiaro: la benedizione giungeva dall’obbedienza alla Torah, mentre le maledizioni seguivano la ribellione. Dio li giudicò ripetutamente – mediante l’esilio, la conquista e la dispersione – perché avevano rifiutato la sua alleanza.
Ma l’Israele moderno non ha scuse. I profeti promisero una Nuova Alleanza, un cuore nuovo e un Messia che avrebbe scritto la legge di Dio nell’intimo del suo popolo (Gr 31:31-33; Ez 36:26-27). Per secoli gli ebrei hanno desiderato ardentemente quella promessa.

Invece di accogliere il Messia, il moderno stato di Israele si è ricostruito sulle stesse fondamenta fallaci che hanno distrutto la cristianità: umanismo, pluralismo e legge naturale. È una tragica ripetizione del suo antico crollo: il rifiuto della legge di Dio e il rifiuto del suo compimento in Cristo. Come la storia ha dimostrato con ogni altra nazione, tali fondamenta non possono che portare alla rovina.

Perché, allora, la legge naturale rimane così dominante?

Per umanisti, atei e non religiosi, la struttura di Tommaso d’Aquino è un dono. Non considererebbero mai la legge mosaica come fondamento della società, ma la legge naturale che possono piegare alla loro volontà? La legge rivelata di Dio vincola la coscienza; La legge naturale può essere reinterpretata all’infinito.

I cattolici non sono molto diversi. Tommaso d’Aquino è il loro uomo, e per loro la legge mosaica fu sostituita dalla legge naturale. Rimane il fondamento della loro teologia politica.

Gli ortodossi orientali affermano che la legge è stata “adempiuta” e poi spiritualizzano la Torah, qualunque cosa ciò significhi in pratica. L’effetto è lo stesso: la legge di Dio è esclusa dal governo civile.

Anche tra i protestanti, l’attrazione per la legge naturale è forte:

La maggior parte delle confessioni – battisti, metodisti, pentecostali, nazareni, non confessionali, persino mormoni e testimoni di Geova – ereditano la vena antinomica di Lutero. Affermerebbero volentieri l’avvertimento della Confessione di Magdeburgo: “Ai nostri tempi alcuni fanatici hanno tentato malvagiamente di imporre le leggi civili di Mosè alle chiese dei cristiani, come se fossero per autorità divina”. Per loro, l’idea stessa di un governo civile modellato sulla legge di Dio è impensabile. Battisti e presbiteriani riformati: la maggioranza segue Lutero e Calvino: i Dieci Comandamenti persistono, ma la legge civile mosaica era riservata all’antico Israele. Una piccola minoranza abbraccia la teonomia, portando avanti l’eredità di Rutherford, Gillespie e dei Puritani del New England, poi ripresa da ricostruzionisti cristiani come Rushdoony, Bahnsen e Gary North.

In sintesi, fatta eccezione per una piccolissima parte, la stragrande maggioranza delle chiese e delle confessioni cristiane in tutto il mondo ha assorbito, direttamente o indirettamente, la struttura di Tommaso d’Aquino, con risultati tragici. Questo compromesso teologico ha contribuito a trasformare nazioni un tempo cristiane in nazioni senza Dio.

La storia ne mostra il costo: ogni nazione che si è basata sulla legge naturale è decaduta nell’umanismo e nel paganesimo.

L’alternativa positiva: la legge rivelata di Dio

Qual è, dunque, la via da seguire? La Scrittura è chiara:

  • Salmo 19:7–8 — “La legge del Signore è perfetta, ristora l’anima… il comandamento del Signore è puro, illumina gli occhi”.
  • Deuteronomio 4:6–8 — La saggezza di Israele davanti alle nazioni era la Torah, non la filosofia.
  • ​​Matteo 28:18–20 — Gesù comanda alla Sua chiesa di discepolare le nazioni, insegnando loro a obbedire a tutto ciò che Egli ha comandato.
  • 2 Timoteo 3:16–17 — Paolo insiste sul fatto che la Scrittura, non la ragione naturale, ci prepara alla giustizia.

La storia offre anche scorci di benedizione laddove la legge di Dio è stata onorata:

  • Alfredo il Grande fondò il diritto inglese sui Dieci Comandamenti e sulla giurisprudenza mosaica.
  • I Puritani costruirono comunità plasmate dalla Scrittura, non dalla filosofia astratta.

Ogni volta che le nazioni si radicarono nella legge rivelata di Dio, prosperarono nella giustizia e nell’ordine. Ogni volta che confidarono nella legge naturale, finirono in decadenza.

Conclusione: gettare la legge naturale nella Genna

La teologia della legge naturale si basa su un’interpretazione errata di Romani 1–2. Tommaso d’Aquino importò presupposti filosofici estranei a Paolo, e i Riformatori non li smantellarono mai. Il risultato sono stati secoli di fiducia mal riposta nella ragione umana anziché nella rivelazione di Dio.

Il frutto è chiaro: Germania, Gran Bretagna, America, Francia, Roma, Israele – hanno tutte seguito la stessa traiettoria. Ciò che era iniziato come società cristiane o pattizie si è concluso nell’umanismo e nel paganesimo.

È da tempo che dovremmo gettare la legge naturale nel bidone della spazzatura, dove dovrebbe stare. Non è altro che un idolo filosofico, adatto non al trono della giustizia, ma alla Genna. La storia ha dimostrato che è un quadro fallimentare, indegno di fungere da fondamento dell’etica cristiana.

L’unica base sicura per le nazioni è la legge rivelata di Dio, scritta nel cuore dal suo Spirito nel Nuovo Patto. Qualsiasi altra cosa è costruire sulla sabbia. «Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori» (Sl 127:1).


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