RISORSE:

Approccio Educativo per Principi – o AEP [1] – è apparso come un fulmine a ciel sereno, anche se il “cielo” nel quale si è presentato è tutt’altro che sereno: la penetrante presenza dell’Umanesimo e del Secolarismo, infatti, ha sovvertito l’integrità del cristianesimo proprio dall’interno della Chiesa e, questo breve libro (sottotitolato “un primo sguardo”) assomiglia ad un Nehemia in marcia verso le mura devastate di Gerusalemme e persuaso della vocazione della divina onnipotenza.

Coltivare una visione cristiana onnicomprensiva del mondo è coltivare una visione totale di Dio, del suo dominio e di tutto ciò che costituisce il mondo: l’uomo, il lavoro, la famiglia, la terra, lo Stato, la Chiesa, e dunque, l’educazione, come strumento per formare le generazioni in ogni area della conoscenza per mezzo della medesima visione. Quale via intraprendere a tale scopo?
Approccio educativo per principi ci offre un valido percorso da seguire, partendo dalla filosofia, per arrivare a delineare i contenuti dell’insegnamento che trasmette quella filosofia nella Matematica, nella Grammatica, nella Storia, nella Geografia, nelle Scienze ecc.…
La filosofia cristiana dell’educazione è come la mente del pittore: da sola non produce un dipinto su tela, vi è necessità di tecnica e strumenti (metodologia) e di colori (curriculum). Questo libro, oltre ad una descrizione della filosofia cristiana dell’educazione, propone un’affinata metodologia e linee guida per la redazione di un curriculum specifico. Questi tre aspetti sono interdipendenti e imprescindibili per giungere allo scopo di formare visione e carattere dello studente.

Nel primo capitolo, il dott. Roberto Rinaldi Junior [2] offre una panoramica della filosofia cristiana dell’educazione, che costituisce uno stadio necessario per comprendere la portata della fede cristiana ed il suo legame con l’istruzione. Essa pone il Dio trino e la Sua rivelazione definitiva in Cristo come fondamento di ogni conoscenza e sapienza. A differenza di quanto si possa comunemente pensare, nessuna educazione è neutrale: ogni ordine sociale è sorretto da una visione del mondo che viene trasmessa mediante l’educazione e i suoi contenuti; gli studenti riprodurranno a loro volta, nella società, l’immagine di quell’ordine acquisita con l’educazione. In questa impresa il ruolo della famiglia è cruciale e la scuola è sua alleata: Dio ha assegnato ai genitori il compito di educare i propri figli [3].

Nel secondo capitolo, il dott. Rubens Cartaxo [4] espone i fondamenti filosofici dell’AEP, come formulati dal dott. Paul Jehle [5] e tratti dalla Genesi; si tratta di espressioni della natura di Dio: sovranità, carattere, amministrazione, individualità, alleanza, autogoverno, semina e raccolta. A ragione, l’autore sostiene che la Bibbia è un grande deposito di principi e in essa possiamo sempre trovare quei modelli di pensiero con cui Dio ha stabilito il mondo e la vita. La filosofia cristiana e, quindi, anche la visione dell’educazione, si basa su questi principi: ogni area di conoscenza trae origine da essi. Al contrario, il principio di base che guida l’educazione non cristiana (prevalentemente nelle scuole pubbliche) è l’uomo in quanto assoluto, l’uomo che pone sé stesso come riferimento per la conoscenza. Categorica è la citazione del dott. Gary North:

La grande bugia delle scuole pubbliche è che il Dio della Bibbia è irrilevante. Se osserviamo attentamente, i libri di testo non Lo menzionano mai. In effetti, tutti presumono che i bambini non abbiano bisogno di sapere nulla di Dio, della legge di Dio e della Sua parola per diventare persone istruite. Questa è esattamente la menzogna di Satana. (Pag. 77)

Il terzo capitolo, a cura del dott. André de Souza Lima [6], espone i fondamenti metodologici dell’AEP, che consistono nelle “4R”: ricercare, ragionare, relazionare e registrare. Insieme a vari strumenti didattici finalizzati ad arricchire il metodo, il Diario di bordo primeggia ed è il compagno e lo strumento che raccoglie l’apprendimento dello studente nei termini del suo carattere, responsabilità e del contenuto didattico; esso funge anche da lente per individuare quali e come i principi stiano operando nello studente. La metodologia, così come la filosofia, non può essere neutrale e tratterà con lo studente e l’apprendimento in funzione della visione che li definisce, sia essa cristiana o meno.

Nel quarto e ultimo capitolo, la dott.ssa Ana Beatriz Rinaldi [7] espone i fondamenti curriculari dell’AEP. Come si evince dal resto del libro, l’impossibilità della neutralità emerge anche dai contenuti del curriculum: esso sarà permeato della visione di coloro che lo avranno redatto. Similmente alla Bibbia, che è “divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera”, anche il curriculum deve favorire questo processo di equipaggiamento dello studente, affinché diventi non solo accademicamente preparato, ma maturo nella fede e in ciò che questa implica, per l’esercizio del dominio sotto Dio. Lo sviluppo di un curriculum cristiano da parte degli insegnanti ha inizio necessariamente dalla Bibbia come testo di riferimento, accompagnata da altri strumenti consigliati (es: dizionario Webster 1828). Il curriculum deve fornire un’interpretazione della realtà e di ogni materia nella quale il Dio della Bibbia è artefice e padrone ineludibile.

In conclusione, il libro offre uno scorcio sul lavoro dell’educatore cristiano; dunque, l’approccio risulta essere più facilmente praticabile in un contesto scolastico. Tuttavia, la domanda sorge spontanea: qual è il ruolo dei genitori in un contesto simile? La strada più immediata ed efficace per radicare una visione cristiana del mondo nelle menti delle prossime generazioni è l’assolvimento, da parte dei genitori, delle proprie responsabilità educative e ciò non può che avvenire mediante l’educazione parentale, o homeschooling [8] ancor prima di optare per una delega quand’anche si dovesse trattare di una scuola cristiana. La massiccia assenza di scuole cristiane (evangeliche) dovrebbe essere il catalizzatore che spinge le famiglie e le chiese a pentirsi della disubbidienza e visione antropocentrica e a riappropriarsi di quella grave responsabilità che è loro per determinazione divina.

P.S. Il libro si può acquistare su Amazon 

Note:

1 Traduzione dell’originale portoghese Abordagem Educacional por Princípios, pubblicato da AECEP (associazione delle scuole cristiane basate sull’Approccio per principi) e tradotto da Roots Institute e Covenant ETS (associazione cristiana no profit). Per maggiori informazioni, vedere:

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https://www.covenant.international/

2 Co-fondatore e presidente del consiglio di AECEP e fondatore del Centro Renovo de Educação di San Paolo.

3 Deuteronomio 6:6-7

4 Pedagogo, laureato all’Università Federale del Rio Grande del Nord (UFRN) e co-fondatore di AEP.

5 Pastore della New Testament Church e fondatore della New Testament Christian School dal 1980.

6 Laureato in Teologia prezzo la Facoltà Teologica Battista di San Paolo (FTBSP) e membro del consiglio di AECEP.

7 Educatrice e psicopedagogista, co-fondatrice di AECEP e del Centro Renovo de Educação di San Paolo.

8 Per una trattazione, vedere Istruzione parentale cristiana: perché? https://youtu.be/f-3NQ_1Baw0?si=v4r7aaQ3LYlOzoAS


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