RISORSE:

L’idolatria dello Stato: una bestemmia travestita da filosofia 

Uno degli inganni più subdoli del pensiero moderno – e tragicamente uno dei meno riconosciuti dai cristiani – è l’idea che lo Stato, così come oggi lo conosciamo, sia un’istituzione neutra, ordinata da Dio per il bene della società. Questo è falso. La Bibbia non contempla affatto lo Stato come lo intende il pensiero moderno: un’entità sovrana, creatrice di ordine e fonte ultima di legge. La Scrittura riconosce solo una funzione civile limitata, quella del magistrato come “diacono di Dio” (Romani 13), cioè servo, non sovrano. Non legislatore, ma esecutore della giustizia definita da Dio. Tutto ciò che eccede questa funzione è usurpazione, idolatria, ribellione.

Eppure, il pensiero moderno – e la cultura secolare che ne è derivata – è stato profondamente modellato da una bestemmia filosofica: la dottrina hegeliana dello Stato. Georg Wilhelm Friedrich Hegel, figura cardine della filosofia idealista, ha costruito una vera e propria teologia alternativa, un’imitazione idolatrica del Regno di Dio.

Nel suo ‘Lineamenti di filosofia del diritto’, Hegel afferma quanto segue: “Lo Stato è la realtà dell’Idea morale – lo Spirito morale come volontà sostanziale che si manifesta e si conosce, come consuetudine generale e chiara in sé.” In altre parole, lo Stato è presentato come incarnazione dello Spirito, come manifestazione storica del divino. Ma è più avanti, nella stessa opera, che l’abominio si rivela pienamente: “Bisogna considerare lo Stato come l’essere divino che si realizza sulla Terra.”

Ecco l’essenza della sua eresia: lo Stato come Dio. Uno Stato redentore, onnisciente, predestinante, autore della storia. È la costruzione moderna della bestia di Apocalisse 13, un’imitazione blasfema dell’ordine celeste, creata dall’uomo caduto per sostituire la signoria di Cristo.

Non è un caso che già Immanuel Kant, pur così diverso da Hegel, arrivasse a chiamare gli Stati “dei della terra” (Erden-Götter), evidenziando involontariamente la tendenza idolatrica insita nella sovranità politica moderna: l’attribuzione allo Stato di prerogative divine, come il potere assoluto di legiferare, giudicare e punire.

Non a caso Hegel, come il suo discepolo Marx, rifiuta la legge trascendente di Dio, proponendo invece una legge “storica”, cioè creata e adattata dallo Stato stesso, in base alla sua propria idea di progresso. Questo è umanesimo politico radicale, e il cristiano che non lo discerne come tale è già stato sedotto.

Il mondo moderno vive sotto questa menzogna: che lo Stato abbia diritto a definire la giustizia, a rimodellare la società, a plasmare la famiglia, l’educazione, la morale e persino l’identità umana. Ma questo potere non appartiene allo Stato. Appartiene a Dio soltanto. E Dio ha già parlato: la Sua legge è l’unica legge valida, ed è valida oggi come sempre.

Perciò il cristiano non può essere uno statalista. Non può accettare lo Stato moderno come se fosse un’estensione della sovranità di Dio. Il cristiano fedele non serve Babilonia. Il nostro compito non è adattarci a questa struttura idolatrica, ma resisterla, smascherarla e sostituirla con una società pattizia sotto la legge di Dio.

Ma com’è possibile che i credenti oggi non vedano più che la Parola di Dio offre un paradigma totale per la vita, un ordine sociale completo, giuridico e politico, radicato nella legge di Dio e non in quella dell’uomo?

Com’è possibile che abbiamo ridotto il Vangelo a una questione interiore, spirituale, egocentrica, ignorando che Cristo è Re di tutto – delle anime e delle nazioni, delle coscienze e delle corti, delle chiese e dei consigli cittadini?

Lo Stato moderno – in tutte le sue forme, liberali o totalitarie – è un’istituzione idolatrica, frutto della ribellione dell’uomo. E nella misura in cui pretende di sostituire Dio, è una bestia da abbattere, non un’istituzione da cristianizzare.

Ecco perché, come scriveva R.J. Rushdoony:

Lo scopo della legge di Dio è fornire un governo sotto Dio, non sotto gli uomini, né la chiesa, né lo stato. La legge di Dio è il mezzo per una comunità libera e devota. Nell’esaminare la legge biblica, dobbiamo prima riconoscerne la premessa. L’uomo caduto non può che creare una società peccaminosa e tirannica. L’obiettivo dell’uomo non rigenerato è una nuova Torre di Babele, Babilonia la Grande. Significa interpretare Dio e controllare tutte le cose. L’obiettivo di rigenerare l’uomo in Cristo è il regno di Dio e la Nuova Gerusalemme, un regno in cui dimora la giustizia (2 Pietro 3:13). L’uomo caduto non può costruire un ordine sociale giusto perché è in rivolta contro il Dio di ogni giustizia e rettitudine e la Sua legge, che è giustizia. La legge di Dio è “la legge perfetta della libertà” (Giacomo 1:25), ed è una legge odiata da tutti coloro che sono nel peccato, che è schiavitù (Giovanni 8:31–36).


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