INDICE:

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Romani 1: 18-32

La Rivelazione dell’Ira di Dio

(parte seconda)

Andiamo oggi al Libro di Romani, primo capitolo, al passo che abbiamo preso in considerazione la scorsa settimana. Cominceremo a leggere dal verso 18. La volta scorsa siamo arrivati fino al verso 20, oggi cercheremo di arrivare in fondo al capitolo.

18 Perché l’ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell’ingiustizia,
19 poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato.
20 Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili.
21 Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno però glorificato né l’hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato.
22 Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti,
23 e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili.
24 Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sí da vituperare i loro corpi tra loro stessi.
25 Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore che è benedetto in eterno. Amen.
26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura.
27 Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento.
28 E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti,
29 essendo ripieni d’ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità,
30 ingannatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di cose malvagie, disubbidienti, al genitori,
31 senza intendimento, senza affidamento, senza affetto naturale, implacabili, spietati.
32 Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono

Ora, quando abbiamo cominciato ad esaminare questo passo la volta scorsa, abbiamo visto che è una parte molto importante del Libro di Romani che concerne l’evangelo. Il vangelo è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, perché in quel vangelo la giustizia di Dio è rivelata di fede in fede, e così, il passo che abbiamo appena letto, e fino al terzo capitolo verso 20 condanna l’intera razza umana e dimostra perché l’intera razza umana ha bisogno del vangelo. Ogni persona sulla terra ha bisogno del vangelo di cui tratta il libro di Romani. E la ragione per cui ne hanno bisogno, verso 18, è perché l’ira di Dio si rivela da cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini, e empietà e ingiustizia hanno a che vedere con l’idolatria e l’immoralità che sono così dominanti in tutta la razza umana, e ciò che aggrava la colpa delle persone è il fatto che soffocano la verità nell’ingiustizia. Che cercano di vivere come se Dio non ci fosse e non dovessero rendere conto a Lui, e la ragione per cui devono soffocare, sopprimere, schiacciare questa conoscenza che di fatto hanno, raggirando se stessi a credere una menzogna, verso 19, è perché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato, cioè Dio rivela se stesso tutt’intorno a loro e dentro di loro, la loro intera costituzione dichiara la gloria di Dio, non possono nemmeno morendo sfuggire la rivelazione di Dio, e così, nel mezzo di questo mondo di rivelazione attorno a loro e dentro di loro  fanno tutto quello che possono per soffocare la verità e raggirare se stessi nel credere una menzogna. E nel verso 20, abbiamo visto  che infatti le sue qualità invisibili e la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, la somma totale, tutto ciò che Dio è si rivela nella creazione, Dio è le sue perfezioni, e questi attributi invisibili, sono chiamate qualità invisibili, perché Dio non si può conoscere attraverso i sensi. Non si può acquisire conoscenza delle perfezioni di Dio attraverso l’olfatto, l’udito, il tatto, la vista  ecc., ma è attraverso le cose che si possono toccare, gustare, odorare, vedere  e udire, questa creazione osservabile  che c’è intorno a noi, attraverso queste cose Dio rivela se stesso alla mente e al cuore e alla vita interiore di una persona talché questi è senza scuse. Non c’è un solo essere umano sulla faccia della terra che possa dichiararsi ignorante davanti a Dio Onnipotente.

E questo ci porta ora al verso 21, e la prima parte di verso 21 ci mostra perché sono inescusabili. Perché pur avendo conosciuto Dio non l’hanno però glorificato né l’hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti, nelle loro speculazioni e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato. Qui abbiamo il perché ogni non credente sulla faccia della terra è inescusabile davanti a Dio, ed è perché ogni non credente sulla terra, ogni essere umano, che abbia udito l’evangelo oppure no, conosce Dio. Non sa solamente di un Dio, ma sa che Dio esiste e questo è il suo problema principale. Non è conoscenza salvifica, non è una conoscenza che proviene dalla fede, è una conoscenza che proviene da questa ineludibile auto-rivelazione di Dio che è così chiaramente percepita attorno a se e dentro di se, talché possedendo questa conoscenza di Dio devono tentare tutto ciò che possono per offuscare che in realtà sanno che Dio esiste. Ciò che è ancor peggio, che li rende inescusabili, è che sanno abbastanza di Dio da questa creazione in cui vivono da sapere che dovrebbero onorarlo, da sapere che dovrebbero rendergli culto, glorificarlo, dargli l’onore che è dovuto al suo nome, che gli è dovuta come loro creatore, ma non lo fanno. Ecco perché sono inescusabili. Benché abbiano conosciuto Dio non l’hanno glorificato e ringraziato in quanto Dio.

Ora, glorificare Dio non significa aggiungere gloria alla sua gloria, perché noi non possiamo aggiungere alla sua gloria, glorificare Dio significa rendergli quel culto e quella lode e quella riverenza e quella sottomissione di cui è degno in quanto Dio vivente e vero. E questa è la ragione per cui sono inescusabili. Sanno le cose, conoscono Dio, sanno che dovrebbero onorarlo, sanno che gli dovrebbero essere grati. Ma non vogliono farlo. Perché come vedremo più avanti essi odiano quel Dio che realmente esiste, e così diventano futili, insensati nelle loro speculazioni e il loro cuore stolto si è ottenebrato. Questa è la condizione spirituale di ogni non credente. Tutta la sua vita interiore  adesso è tenebre. La sua mente è incapace di raggiungere Dio, la sua mente è incapace senza la rivelazione di Dio di conoscere Dio e di conoscere la sua volontà in questa creazione, talché è diventato futile, insensato, senza senso, senza direzione, nella sua immaginazione, nelle sue speculazioni, nel suo modo di ragionare perché la sua mente è tutta nelle tenebre. E questa è la condizione di ogni persona che non sia cristiana.

Ora, in quel verso, il 21, abbiamo il fondamento per una filosofia biblica della storia. Poiché pur avendo conosciuto Dio, sapevano di Lui a sufficienza da onorarlo, ma non lo hanno onorato come Dio o reso grazie, e perciò sono diventati insensati nelle loro speculazioni, nel loro metodo di ragionare, e il loro cuore stolto si è ottenebrato. Ora, poiché la filosofia biblica della storia si fonda su questo è diametralmente opposta a come la pensano i non cristiani. I non cristiani pensano che l’umanità, nelle sue condizioni primordiali fosse pagana. L’umanità adorava la natura ed era pagana e nel tempo l’uomo è diventato più complesso, e intellettivo nella sua teologia, e con un lungo percorso è diventato monoteista, talché col passare del tempo, dal paganesimo primitivo siamo passati attraverso un’epoca di illuminismo dopo l’altra fino all’uomo moderno e al suo moderno concetto di Dio. Che è esattamente l’opposto di ciò che la Bibbia insegna. La Bibbia insegna che in origine l’uomo aveva una religione perfetta, che l’uomo aveva una perfetta comprensione di Dio, ci fu un tempo sulla terra in cui tutta la razza umana era perfetta, l’intera razza umana era perfetta, famiglie perfette, perfetta adorazione di Dio, certo erano solo due esseri umani, ma da allora in poi c’è stato un continuo scivolare verso il basso a motivo della Caduta, perciò nella storia vediamo non un progresso verso l’alto dal paganesimo primitivo ma una caduta verso il basso fino a che la situazione viene cambiata dalla grazia  di Dio onnipotente nel nuovo patto. E così noi in questo vediamo che l’uomo non è progressivamente passato dalle tenebre alla luce, ma l’uomo, senza Cristo è passato dalla luce alle tenebre.

Ed ora, nei versi 22 e 23 vediamo il risultato tragico dell’ottenebrarsi della mente dell’uomo: Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Qui vediamo un’ulteriore descrizione dello stato degenerato del non credente. Pretendendo di essere savio, pretendendo di essere sufficientemente competente per determinare il bene e il male da se stesso, l’uomo è invece diventato uno stolto. Ha disprezzato i canoni di Dio, ha disprezzato le istruzioni di Dio, che già che ci siamo è il modo in cui il libro di Proverbi definisce lo stolto, non una persona stupida, ma una persona che odia i canoni e l’istruzione di Dio onnipotente, e vedete qui una perfetta descrizione dell’umanesimo.  Cos’è l’umanesimo o meglio l’umanismo? È la credenza che l’uomo sia competente per determinare da sé ciò che è bene e ciò che è male senza fare riferimento a Dio. Questa è la credenza, qual’è la realtà dell’umanismo? Stoltezza. Il fatto è che l’umanismo non può giungere alla comprensione di questa creazione senza la rivelazione di Dio e senza la presupposizione di quella rivelazione. Non può rendere conto  per la conoscenza. Non può rendere conto per la moralità basata sui principi dell’umanismo e cioè che l’uomo possiede in se stesso tutto ciò di cui ha bisogno per comprendere la vita, per distinguere la verità dall’illusione, bene e male da sé stesso, senza alcun aiuto da Dio o dalla rivelazione biblica. Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti. Professando di avere la competenza per determinare da sé stessi ciò che è bene e ciò che è male, sono diventati stolti. Tutto il loro modo di pensare è diventato contraddittorio, è fuori dalla realtà e non c’è modo che possa venire alle prese con la vita e con Dio senza la rivelazione biblica. Questa è la ragione per cui tutte le forme di umanismo politico, l’umanismo di destra o l’umanismo di sinistra falliranno, poiché hanno rigettato lo standard di Dio non c’è alcun altro canone che possa guidarli, sono divenuti puramente pragmatici,  tutto ciò che funziona diventa la cosa giusta. Non ti dicono come vogliono operare, o quale sia l’obbiettivo, o come si possa capire se sta funzionando oppure no; una volta che hai rigettato Dio quale tua fonte di verità e di legge diventi uno stolto.

E nel verso 23 vediamo una descrizione delle mostruosità religiosa a cui conduce questo procedimento di degenerazione ed è che le persone senza Cristo hanno cambiato la gloria di Dio per la gloria di ciò che ammonta a scarafaggi. Verso 23: e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio, l’immutabile Dio che è luce e in cui non c’è tenebra alcuna, che l’uomo non può corrompere, hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo, adorano l’uomo corruttibile e di uccelli, di quadrupedi e di rettili. E il commento di Rushdoony su questo verso è che l’uomo adorerà un dio idiota piuttosto che adorare il Dio che veramente esiste. E la loro risposta è idiota, nel documentario “Expelled” con Ben Stain, ve lo raccomando, mi sembra che sia on line gratuitamente per chi sa l’Inglese, c’è verso la fine l’intervista ad uno scienziato che ammette che l’esistenza dell’uomo sulla terra è scientificamente inspiegabile, e si può notare che questo scienziato trasuda intellettualismo, voglio dire che si vede che quest’uomo crede di essere la persona più intellettuale del mondo, e c’è il comico, Ben Stain da una parte che gli fa delle domande e questo scienziato non si rende conto di quanto stupido stia apparendo, sembra proprio un idiota, uno stolto, per usare terminologia biblica quando spiega che la comparsa dell’uomo sulla terra è da attribuirsi a ….alieni. Questo è uno scienziato di fama oggi, ha ricevuto ogni sorta di riconoscimento e ha scritto ogni sorta di libri, e per lui la soluzione ultima per l’origine della vita umana è vita aliena da un altro pianeta. Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti. E mi aspetto che ancora molti altri si espongano e si dimostrino per quegli stolti che realmente sono. E così, vedete la mostruosità religiosa di questa degenerazione. Piuttosto che adorare l’unico vero Dio che sanno dovrebbero adorare, adoreranno idioti, adoreranno creature striscianti, adoreranno l’uomo, investigazioni scientifiche, adoreranno ricerca, odoreranno politica, adoreranno droghe, adoreranno sesso, adoreranno qualsiasi cosa, piuttosto che adorare il Dio che esiste realmente perché nel loro cuore odiano quel Dio.

Ora, dal verso 18 al verso 23 Paolo ha esposto l’apostasia della razza umana sin dalla caduta del primo peccato, ed ora, dal verso 24 fino al verso 32 Paolo darà in dettaglio la natura del giudizio di Dio sull’apostasia dell’uomo, la natura della retribuzione di Dio sull’apostasia umana. Notate nel verso 24, il primo dei tre chiodi sulla bara dell’uomo: perciò Dio li ha abbandonati; verso 26, per questo Dio li ha abbandonati; verso 28, e siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati. Dunque, la risposta di Dio alla crescente degenerazione della razza umana che sa di Lui è l’abbandono.  Abbandono, Dio li ha abbandonati, Dio li ha abbandonati, Dio li ha abbandonati. Dio abbandona l’uomo apostata quale giudizio sulla sua apostasia. Notate nel verso 24: c’è un “perciò”, che è importante tenere a mente perché indica indietro ai versi precedenti, perché Dio li ha abbandonati? A motivo di quello che sono. Questo non è un qualche capriccio arbitrario da parte di un Dio cattivo, qualsiasi forma di ira che Dio riversa sopra gli empi è meritata. È a motivo della ribellione contro Dio degli uomini empi. Questa è la forza di quel ‘perciò’, che qualsiasi sia il responso di Dio all’apostasia dell’uomo sarà un responso giusto, sarà meritato, non sarà qualcosa che è capriccioso e incomprensibile. E notate che il responso di Dio è abbandono nell’immoralità. Perciò Dio li ha abbandonati, li ha lasciati all’impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi. Ora questa è una dichiarazione notevole riguardo alla giustizia e alla sovranità di Dio onnipotente. Quale fu il responso di Dio all’idolatria dell’uomo? Abbandonarli all’immoralità. La punizione di Dio sull’idolatria dell’uomo è abbandonare l’uomo caduto all’immoralità. In altre parole, sovente Dio punisce il peccato col peccato. Spesso Dio punisce il peccato con il peccato. Non facendo peccare il non credente, Dio non fa peccare nessuno, ma togliendo le restrizioni della sua grazia comune dai non credenti concedendo loro di seguire più liberamente i dettami, gli impulsi e le concupiscenze dei loro cuori, questo non è un qualche impulso superficiale, questo è un profondo desiderio illecito. Dio toglie le restrizioni della sua grazia comune dai loro profondi desideri illeciti e permette che questi desideri li controllino e si manifestino più liberamente nelle loro vite. Questo è il modo in cui dice qui che Dio punisce il peccato, Dio punisce il peccato con ulteriore peccato abbandonando le persone al peccato che è nel loro cuore e togliendo la ritenzione della sua mano talché la vita diventa sempre più miserabile per il non credente. Dio li abbandona all’impurità. Dio li abbandona all’impurità morale. Ora, questa frase presuppone la presenza dell’impurità. Quando Dio dice che li abbandona all’impurità, questa dichiarazione significa e implica che c’è già in esistenza un’impurità che caratterizza la loro vita  e Dio semplicemente ve li abbandona. In questo modo abbiamo sempre più Manson persone odiosamente malvagie, sempre più assassini seriali, stupratori, pedofili, nel tempo della mia vita, negli ultimi anni i crimini orrendamente ributtanti sono aumentati esponenzialmente. Quand’ero più giovane era rarissimo udire di femminicidi, di madri che uccidono i loro figli, di figli che uccidono i genitori eccetera. Sono sicuro che ci sono sempre stati nella storia, ma la frequenza in cui sono perpetrati nella nostra cultura dimostra che c’è stata un’accelerazione verso il basso di ribellione contro Dio, perché? Perché Dio ha abbandonato l’uomo caduto e tutta la sua degenerazione a seguire i dettami del proprio cuore talché i suoi peccati diventano sempre più mortali e sempre più duri sul non credente stesso.

E poi, nel verso 25 torniamo indietro al pensiero del verso 23, il verso 23 dice che “hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili”, e ora, proseguendo quel concetto dice: “Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi” 25 “Poiché [CEI] essi hanno cambiato, vedete quante volte, per mezzo di una piccola congiunzione Dio ci ricorda: Lo sto facendo perché lo meritano, non lo faccio per essere cattivo, verso 24 “Dio li ha abbandonati” , verso 25 “poiché” hanno cambiato la verità di Dio in menzogna, sapevano che era una menzogna eppure hanno raggirato se stessi, hanno fatto del loro meglio per raggirare se stessi e credere che non era una menzogna e hanno adorato e servito la creature, al posto del Creatore, qui c’è la mostruosità delle loro azioni, talché Dio li ha abbandonati  e così hanno cambiato la verità di Dio, ciò che sapevano essere la verità perché Dio l’ha loro rivelata in questa creazione, per qualcosa che sapevano non essere vero, perché hanno preferito sforzarsi di credere una menzogna che credere nel Dio che veramente esiste, e come risultato hanno adorato e servito le creature piuttosto che il Creatore che è benedetto in eterno. Essi meritano la punizione che ricevono, e notate che questo cambio diventa manifesto in concrete azioni di adorazione e devozione religiosa, che quando hanno cambiato la verità di Dio per un’immagine, e quando hanno cambiato la verità di Dio per una menzogna ciò diventa manifesto in ciò che adorano, nelle cose cui è dedicato il loro cuore, nelle cose cui sono devoti, ed essi adorano e servono la creatura piuttosto che il Creatore che è benedetto in eterno. Amen.

Ora, “che è benedetto in eterno” è interessante vero? Questa è una fiammata spontanea da parte di Paolo. Sta parlando dei non credenti e della loro soppressione della verità su Dio e nel mezzo di tutto questo non può trattenersi ulteriormente, questa è una spontanea fiammata d’adorazione alla menzione del nome di Dio e come risposta al disonore delle nazioni gentili non credenti. Paolo non può resistere e non vuole resistere, io voglio adorare Dio, il mio Dio è benedetto in eterno, la sola menzione del suo nome genera in me quest’adorazione, e la stessa idea che i non credenti disonorano quel nome mi fa voler resistere loro in faccia e dire io adoro questo Dio, sia benedetto il suo nome in tutta l’eternità. E a tutto questo aggiunge la parola di adorazione: Amen. È quella che dite in chiesa. È una parola di adorazione. Paolo sta dando l’assenso del suo cuore, della sua anima e della sua mente a questa grande verità che Dio è benedetto in eterno. Non importa ciò che l’uomo peccatore fa, Dio è benedetto in eterno. Lo stato di beatitudine di Dio non cambierà mai, qualunque cosa l’uomo faccia. Ora, cosa significa parlare di Dio nel suo stato di benedetto, o beato. È dire che Dio è al sommo della felicità con se stesso, egli ama se stesso, ama pensare di sé, ama fare ogni cosa per la propria gloria, Egli è beato e benedetto nel modo più completo in sé e da sé e l’uomo non può detrarre da questa beatitudine o aggiungere, o derubare Dio dal suo senso di felicità e beatitudine con sé stesso. L’uomo può cambiare la verità di Dio per una menzogna, l’uomo può cambiare la verità di Dio per immagini di rettili ma non riuscirà a intaccare la beatitudine di Dio, e l’auto-soddisfazione di Dio, e la felicità che Dio ha in sé stesso. Amen, dice Paolo.

E poi, dopo aver descritto in termini generali a cosa Dio ha abbandonato gli uomini non rigenerati, e cioè all’immoralità, comincia ad entrare nello specifico e nei versi 26 e 27 parla dell’abominazione dell’omosessualità. Dice: Per questo, per questa ragione, ci siamo di nuovo, voglio che notiate tutte queste congiunzioni, verso 26: per questo; verso 24: perciò; verso 25: poiché essi; ora tutte queste congiunzioni fanno lo stesso punto ripetitivamente affinché non lo perdiate, il fatto di averli abbandonati è il suo giudizio sulla loro apostasia religiosa e la loro idolatria. Ciò che sta facendo è giusto e sta dando loro la punizione che meritano. “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura. Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini e ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento”. Dunque l’abbandono di Dio all’immoralità in ultima istanza è l’abbandono di una cultura irrigenerata a desideri omosessuali e a comportamenti omosessuali. Ora, ciò che è interessante è che in questi versi condanna sia l’omosessualità femminile che quella maschile, ma avete notato il tatto e la delicatezza con cui ha trattato il lesbismo, e lo si vede, negli scrittori della bibbia a motivo dell’alto concetto che hanno delle donne, perfino delle donne malvagie, e perciò, come risultato egli dice il minimo riguardo a donne malvagie che soffocano la verità nell’ingiustizia, dice semplicemente che Dio le ha abbandonate e passioni degradanti poiché le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura, e poi si addentra in maggior dettaglio nel descrivere l’omosessualità maschile, e: “Nello stesso modo gli uomini, lasciatala relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini e ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento” in cose quali malattie trasmesse sessualmente, aids, eccetera. Ma notate, presuppone che queste azioni e questi desideri sono contro natura, l’evidenza è sul carattere contro natura dell’omosessualità. Così, quando qualcuno vi dice che c’è abbondante ricerca scientifica che dice che gli omosessuali sono altrettanto naturali degli etero ma che hanno solo una composizione genetica leggermente diversa o qualcosa del genere, non ci sono documentazioni mediche o scientifiche che provino che l’omosessualità sia una condizione genetica normale, non ce ne sono. Mentono e dicono che ce ne sono, ma non ce ne n’è neppure una. L’omosessualità è uno stile di vita acquisito, è uno stile di vita deliberato, auto-consapevole, e acquisito. Una persona diviene un omosessuale nel suo pensare e nel suo comportamento, di proposito, non accidentalmente, ma di proposito. Essi si ricostruiscono, da come erano stati fatti in modo naturale, motivati dal loro odio per il Dio vivente. E poi, quell’odio verso il Dio vivente si aggrava ancor di più perché Dio toglie il suo contenimento dei loro desideri malvagi, e così adesso ne sono ancora più inclini, non perché Dio li abbia resi più inclini ma perché ha rimosso il suo contenimento, sono più inclini all’omosessualità, ed essi spavaldamente sviluppano e promuovono questo nuovo stile di vita, e nuovo modo di pensare e di desiderare, nessuno dei quali è naturale, e per naturale intendo che nessuno di questi è in armonia con il modo in cui Dio ha creato l’uomo e la donna. 

Ora, notiamo anche che Polo sta presupponendo la naturalità della sessualità eterosessuale. È l’omosessualità ad essere disgustosa e pervertita, non solo in comportamento ma a anche come desiderio, come libidine, e attitudine e pensiero. Ed è l’eterosessualità ad essere il corso onorabile, naturale, che Paolo presuppone qui in questo testo. Ora, da dove ha tratto Paolo la propria visione sull’omosessualità? Ci sono persone oggi, infatti, è sorprendente ascoltare persone che pretendono d’essere esegeti cercare di dimostrarti che Romani 1:26 e 27 non insegna che l’omosessualità sia un peccato. Voglio dire, che vanno veramente fuori dal seminato nel cercare di pervertire, piegare e distorcere questo testo, ed è ovviamente una distorsione. Da dove ha Paolo tratto la propria visione? Ora, quello che dicono è che Paolo era basilarmente un ellenista, che Paolo era fondamentalmente un figlio della sua cultura, la sua cultura era la cultura greca e che perciò Paolo non poteva avere quest’atteggiamento grossolanamente negativo verso l’omosessualità che i fondamentalisti come noi gli attribuiscono da questo testo perché l’omosessualità non aveva questo connotato negativo nella cultura greca. Dopo tutto, se avete letto La Repubblica di Platone sapreste che egli riconosceva l’omosessualità, la raccomandava. E se conoscete la storia di Alessandro Magno sapete che l’omosessualità aveva un ruolo importante nella vita di un guerriero. Ebbene, Paolo non ricevette la propria visione sull’omosessualità dalla propria cultura, e ripete questo punto assiduamente, dice sono un ebreo di ebrei, ho ricevuto il mio vangelo, vi ricordate nei primo versi di Romani 1? Ho ricevuto il mio vangelo, la mia teologia, la mia religione dal Vecchio Testamento. E lo dice, in un modo o nell’altro lungo tutte le Scritture. Così, avendo ricevuto la sua teologia e la sua etica dal Vecchio Testamento ti aspetteresti che fosse severo nei confronti dell’omosessualità in questo testo e infatti lo è. E più avanti nel nostro testo si spinge fino a dire che l’omosessuale, il comportamento e lo stile di vita omosessuale meritano la morte. Perciò dite questo al tizio che ci vuole zittire. Cosa dice il Vecchio Testamento? Il Vecchio Testamento dice che se una persona è dichiarata colpevole di atti omosessuali dal governo civile deve essere giustiziata dal governo civile. Nel Vecchio Testamento gli omosessuali sono chiamati cani, questa è la parola di Dio per loro. Possiamo quindi comprendere perché Paolo dica che quando Dio abbandona una cultura quella cultura diventa una cultura di omosessualità, non la condona, perché ellenisticamente non la considera male come dovrebbe, con disgusto e ripugnanza, ma impara ad accettarla. Una cosa vi raccomando di non fare, perché se la fate dimostrereste di essere più ellenisti che ebraici, dimostreresti di essere influenzati più da questa cultura che dalla Parola di Dio, e questo è riferirvi ai pervertiti sessuali come ‘gay’ e facendolo distruggereste una parola perfettamente buona, che i pervertiti non sono gai, di fatto sono miserabili, le loro menti sono ottenebrate e nei loro corpi portano gli effetti della loro apostasia e del giudizio di Dio. Perciò, non fatevela sotto, adesso, troppi cristiani se la fanno sotto, e si rivolgono ai pervertiti sessuali come persone ‘gay’. Non sono gai, sono innaturali, sono pervertiti nei loro pensieri e nelle loro azioni, e nella vita e nel comportamento. E non è qualcosa che hanno ereditato dai loro genitori, perché i loro genitori non li hanno allevati appropriatamente, non è qualcosa che è là a motivo di qualche  costituzione fisica naturale, è una scelta deliberata e insolente che hanno fatto nella loro vita per mostrare la loro ribellione contro Dio assumendo lo stile di vita omosessuale. E la facilità con cui hanno potuto farlo in questa cultura è il risultato della sospensione da parte della mano di  Dio del contenimento di concupiscenze e libidine pervertite dei cuori non rigenerati.

La Scrittura dice nel verso 27: “Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi di libidine gli uni verso gli altri eccetera”, la parola ‘accesi’ significa essere infiammati con la passione del fuoco. In 1 Corinzi 7 dice “È meglio sposarsi che ardere”. Perciò, nel caso abbiate qualche amico, o nemico omosessuale, che cerca di collegare questi due versi dicendo che qui parla di essere accesi e in 1 Corinzi 7 dice allora sposati perché è meglio sposarsi che ardere, e cercano di raggirarti con i loro giochetti magici, voi dite semplicemente che le parole accesi e ardere in questi due versi sono due parole interamente diverse. Non si somigliano neppure, anche se non conoscete il greco, e in italiano sono tradotte con due parole diverse, non c’è relazione tra accesi in Romani e ardere in 1 Corinzi, e secondo, ogni volta che questa parola compare, la valutazione di Paolo è completamente diversa. L’ardore di 1 Corinzi 7 è una cosa data da Dio, e lo scopo del matrimonio è soddisfare quell’ardore, mentre l’infiammazione, parola diversa in Romani 1, è un’infiammazione che è completamente innaturale e che dimostra la ribellione dell’uomo contro Dio.

Ora, nei versi da 28 a 32 vediamo che la vita intera del non rigenerato, alla quale è stato abbandonato da Dio è una vita di depravazione. Non è solo omosessualità. Il pensiero e il comportamento omosessuale sono il segno della fine di una cultura. Per quanto concerne la Bibbia una cultura è arrivata al suo punto più basso quando condona e approva e non condanna biblicamente il pensiero e il comportamento omosessuale. Sono le fiamme che consumano una cultura, è una cultura tra le spire della morte. Ma non è solamente che Dio li ha abbandonati all’omosessualità, l’omosessualità è l’evidenza più manifesta della degenerazione cui Dio nella sua ira ha abbandonato la gente non rigenerata, ma l’abbandono di Dio non è limitato a quell’unico peccato, che l’abbandono da parte di Dio del peccatore al peccato è trasversale, non limitato alla sola omosessualità, talché ciò che abbiamo qui, nei versi da 28 a 32 è una selezionata lista riassuntiva di tutti gli altri peccati a cui Dio abbandona la gente indurita, non rigenerata, nella loro apostasia contro di Lui. e il “siccome” del verso 28 come il “nello stesso modo” di verso 27 esprime lo stesso pensiero esprimendo ancora una volta la corrispondenza tra peccato e giudizio. Perché questo di cui stiamo parlando è giudizio. Abbiamo una lista, e dice rifiutarono, non ritennero opportuno conoscere Dio, o non hanno fatto stima di riconoscere Dio,  non ne vale la pena, non merita il tuo interesse, tu ti preoccupi di un Dio e ciò limita la tua educazione, ti fa scivolare indietro, devi ripulire la tua mente da queste cose, il pensiero di Dio non è degno della tua mente, Egli non conta, e siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati. Dio è insultato, egli prende seriamente la ribellione dell’uomo contro di lui, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, cose che non sono appropriate. Una mente perversa è una mente che non è adatta per nessuna attività degna di lode o di stima. Questa è una mente perversa. Una mente che non è degna o capace di qualsiasi buona attività che sia meritevole di stima o di lode. 

E questa mente perversa non è solo una questione intellettuale, “Dio li ha abbandonati ad una mente perversa da FARE cose sconvenienti. In altre parole questa mente reproba produce azioni e non solo pensieri, che quando Dio abbandona una persona alla depravazione della mente questo si manifesta in depravazione di vita. Una mente totalmente depravata conduce ad una vita totalmente depravata e ad una cultura totalmente depravata.

E poi nei versi 29 a 31ci da una selezionata lista riassuntiva di peccati. Comincia dicendo “essendo ripieni d’OGNI ingiustizia”. Questa è l’estensione della perversione, non sono solo un pochino malvagi, non sono solo un poco perversi, sono totalmente depravati, giusto per usare una delle nostre buone parole teologiche calviniste. Che essi sono – ripieni-  di ogni –  ingiustizia, fornicazione, malvagità eccetera. Ora diamo una veloce occhiata a queste parole. Ingiustizia, abbiamo già visto in Romani 1:18 che tratta di perversione morale. Malvagità, questa è probabilmente una parola che descrive persone che trovano piacere nel fare ciò che è sbagliato e ciò ch’è male. Cupidigia, concupiscenza, questa parola si applica, dice un commentatore, alla famelica auto-affermazione a spese di altri. Poi, malizia, questa si riferisce ad una vita perversa in generale, alla bravura nel pensare il male. Invidia, questa è stata definita da un commentatore: il profondo dispiacere nel vedere qualcuno possedere qualcosa che provoca il tuo risentimento nei suoi confronti. Omicidio, segue l’invidia perché spesso l’invidia conduce all’omicidio. Contesa, una disposizione al litigio conseguenze incluse. Frode, tradimento, disonestà. Malignità, il desiderio di far male alla gente. Calunniatori, chiacchere diffamanti. Maldicenti, qual’è la differenza tra un calunniatore e un maldicente? Il calunniatore lo fa in segreto e il maldicente apertamente nel tentativo di distruggere persone e di screditarle. E poi qui vedete questa frase comprensiva per la persona abbandonata da Dio a motivo dei suoi peccati questi è un odiatore di Dio, non solo uno cui Dio non piace, ma uno che odia Dio che lo ammetta oppure no, che ne sia consapevole o no, Dio dice che è un odiatore di Dio. Ingiuriosi, o insolenti, che hanno questo sentimento di superiorità e che trattano le persone con disprezzo. Superbi, o arroganti, pieni di amor proprio. Vanagloriosi, che si vantano continuamente. Ideatori di cose malvagie, continui inventori di nuovi modi di peccare. Queste persone sono descritte come disubbidienti ai genitori. Senza intendimento, questa non è debolezza mentale, è un difetto morale, sono insensati, senza direzione nei loro processi mentali. Senza affidamento, infedeli, non leali ai patti, inaffidabili. Senza affezione naturale, perché c’è qui questa frase? Ebbene, non era affatto desueto nell’Impero Romano  come pure nelle culture precedenti che i pagani annegassero o eliminassero in altri modi figli indesiderati. C’era qualche deformazione? Era di sesso sbagliato? qualsiasi altra cosa? Era pratica comune per i pagani mettere da parte le affezioni naturali verso il loro figli ed eliminare figli non voluti. In questo modo possiamo pensare che siamo senza affezione naturale nell’aborto. Non c’è affezione naturale. È perverso per una donna abortire il figlio non voluto. E queste persone erano implacabili,  senza pietà, senza misericordia, gente crudele, inesorabile. Vedete dunque che ciò che sta descrivendo è una cultura bruciata. Una natura che è da sé già così indurita contro Dio che Dio la punisce abbandonandola alla sua  stessa immoralità, malvagità e permettendole di percorrere l’intera gamma dei suoi desideri malvagi e quella cultura intera diventa un grande campo di battaglia. Un grande terreno di guerra – e sangue.

Ma ora, nel verso 32, ci da l’accusa culminante contro quelli che ha descritto. Di tutte le cose terribili di cui li condanna, di cui Dio li condanna, ha tenuto la peggiore per ultima, nel verso 32. “Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondi cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma si compiacciono pure con quelli che le commettono”. Conoscono i decreti di Dio. Ogni non credente conosce i decreti di Dio. Di che decreti sta parlando? Ve lo dice: “Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte”. Ogni non credente sa che quelli che disobbediscono i decreti di Dio dovrebbero morire. Che quelli che si ribellano contro Dio  meritano di essere puniti da Lui. E ogni non credente sa questo. Egli soffoca questa verità, non la vuole credere, ma conosce il decreto di Dio, e malgrado conosca il decreto di Dio che chiunque pecca merita la morte, ciò che è ancor più terribile di lui è che mentre pecca  e sa che il suo peccato merita l’ira di Dio e porta morte, egli si compiace pure e incoraggia altri a commettere gli stessi peccati che egli commette sapendo che dannano l’anima e portano alla morte.  Sentite ciò che dice John Murray.

Per dirla schietta e netta, noi non solo siamo inclini a dannare noi stessi ma congratuliamo altri quando fanno quelle cose che sappiamo risultano in dannazione. Odiamo gli altri come odiamo noi stessi e diamo loro perciò l’approvazione per ciò che sappiamo meritare dannazione. L’iniquità è grandemente aggravata quando non incontra l’inibizione della disapprovazione di altri e quando c’è incontestata approvazione collettiva.

Questa è la parte peggiore del cuore di un non credente. Sa che quello che fa gli porterà dannazione eppure incoraggia  i suoi amici a fare altrettanto in modo che anch’essi saranno dannati.

Ecco alcune cose su cui riflettere. Gli uomini più degradati, degradati perché giudizialmente abbandonati da Dio non sono privi della conoscenza di Dio e dei suoi giusti giudizi checché ne dicano, non importa quanto perverso e malvagio un uomo sia, non importa quanto sia abbandonato da Dio, egli sa che Dio esiste, egli sa che Dio punisce i peccati che egli ha commesso checché ne dica. Questa conoscenza di Dio da se stessa non previene queste persone dall’indulgere nei peccati che sanno meritare la pena di Dio e risultano nella morte. Malgrado conoscano Dio, malgrado sappiano che trasgredire la legge di Dio conduce all’inferno, questa conoscenza che hanno non li trattiene dal peccare. La conoscenza del giusto giudizio di Dio non crea nessun odio verso il peccato, né rimuove alcuna disposizione a pentirsi di quel peccato nel non credente. Ciò significa che benché il non credente indurito sappia che il giusto giudizio di Dio richiede la punizione dei peccati che sta commettendo nella sua vita quel giorno, ciò non produce alcun odio per quel peccato e non gli da la minima inclinazione a pentirsi e di sfuggire alla dannazione di Dio. 

Così, vedete che mentre potremmo dire che questo è il peggior peccato di tutti, non voglio terminare con una nota triste. Infatti non voglio per niente che pensiate che questo testo sull’ira di Dio e sul suo responso in retribuzione alla malvagità degli uomini sia una cosa triste e terrificante. In esso c’è speranza. Il vangelo del Signore Gesù Cristo è stato dato al mondo per salvare questo tipo di persone. E fino all’ultimo istante quella persona, se si pente dei suoi peccati e crede, sperimenterà la potenza del vangelo. Il vangelo può salvare perfino queste persone. Ha salvato voi. Ha salvato me. E in più, la rivelazione dell’ira di Dio sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia è la prova che i malvagi non trionferanno. E che il popolo di Dio non sarà mai sconfitto o separato da Lui. Dio non lo permetterà loro. L’ira di Dio brucia contro di loro. Per questo noi siamo chiamati a gioire del collasso della malvagità sotto la pesante ira di Dio perché essa può significare solo la nostra liberazione e la nostra vittoria sui nostri nemici. Perciò, quando leggiamo passi come questo e quando spieghiamo passi come questo ai nostri amici non-credenti essi devono capire chi sono. Vi ricordate che la volta scorsa vi ho detto che se comprendete questo brano voi sapete del non credente più di quanto egli sappia di se stesso o sia disposto ad ammettere su se stesso? Ora che ne fate di questo passo? Dite, hei, se questo passo ti descrive, il vangelo è per te. C’è speranza per te, se sei disposto ad ammettere che questo passo descrive te, lascia il tuo modo di vivere e vieni a Cristo ed abbraccialo. E ancor di più è incoraggiante, nel sapere che l’ira di Dio impedirà agli empi di trionfare sulla sua chiesa e sul suo regno in questo mondo.

E allora, non c’è nessuno a Washington, o a Roma o al WEF o da nessun altra parte sulla terra che abbia il potere di rovesciare i propositi e i piani di Dio, e distruggere il regno di Dio e distruggere la chiesa di Cristo. Nessuno. Perché? Perché Dio rivela la sua ira sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini.

Preghiamo.

Ti ringraziamo Padre per averci dette queste cose, per averci dato questa comprensione della natura umana caduta, la natura umana non rigenerata. Aiutaci a ricordare ciò che abbiamo capito qui e non pensare, o analizzare, o difendere la fede, o prendere posizione per la fede, in modo alcuno che sia incoerente con ciò che abbiamo imparato da questo testo, per amore di Cristo. 

Amen.


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