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Romani 11:15-36   

Una Chiesa Un Patto

Da una settimana siamo in questo affascinante capitolo del Nuovo Testamento che contiene profezie sul futuro, e abbia già studiato i primi 15 versi, e il brano che va dal verso 16 al 32 è così carico di verità dettagliate che cercheremo di guardare a questa sezione in dettaglio, quest’oggi. Ma poiché i ragionamenti sono così strettamente collegati in questo passo, voglio che andiamo indietro al verso 1 e leggiamo l’intero capitolo.

Lasciate che vi rammenti del fluire del discorso dalla settimana scorsa. Il brano presuppone la reiezione dei giudei. Ricorderete che in Matteo 21 Gesù ha detto d’aver rigettato i giudei, non sono più il suo popolo speciale in alcun senso, perché hanno rigettato Lui come Messia. E pertanto Egli ha dato il regno di Dio ai gentili e ha mandato a predicare ai gentili e così nei passati 2000 anni molto pochi giudei sono stati salvati, innumerevoli milioni di gentili sono stati salvati. Ora, presuppone tutto questo; che i giudei sono stati rigettati fin da quando hanno rigettato Cristo. E nei primi 10 o 11 versi del capitolo 11 ci dice che la reiezione dei giudei da parte di Dio  non è stata totale. Cioè c’è stato un residuo, voglio che stiate attenti alle parole, qui, residuo e resto o rimanente. Lungo 2000 anni di storia c’è stato un residuo di giudei che è stato salvato, benché il resto,  la maggior parte di essi non lo è stato. E poi, cominciando col verso 11 fino al 15 c’è la profezia che un giorno nel futuro il resto dei giudei saranno convertiti. Verrà un tempo sulla terra in cui il popolo giudaico, in massa, riceverà Gesù Cristo come Figlio di Dio, il Messia, e saranno salvati. Ora, cominciando col verso 16 e seguenti Paolo  ci dà le ragioni per questo. Le ragioni teologiche del perché dobbiamo credere che un giorno il resto dei giudei sarà salvato dopo che il residuo è stato salvato lungo la storia. Lasciate dunque che vi legga l’intero capitolo in modo che possiate vedere l’argomento.

1Io dico dunque: Ha Dio rigettato il suo popolo? Cosí non sia, perché anch’io sono Israelita, della progenie di Abrahamo, della tribú di Beniamino.
2 Dio non ha rigettato il suo popolo, che ha preconosciuto. Non sapete voi ciò che la Scrittura dice nella storia di Elia? Come egli si rivolge a Dio contro Israele, dicendo:
«Signore, hanno ucciso i tuoi profeti e hanno distrutto i tuoi altari, e io sono rimasto solo, ed essi cercano la mia vita».
Ma che gli disse la voce divina? «Io mi sono riservato settemila uomini, che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal».
Cosí dunque, anche nel tempo presente è stato lasciato un residuo secondo l’elezione della grazia.
E se è per grazia, non è piú per opere, altrimenti la grazia non sarebbe piú grazia; ma se è per opere, non è piú grazia, altrimenti l’opera non sarebbe piú opera.
Che dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti [un residuo] l’hanno ottenuto, e gli altri [il resto] sono stati induriti,
8 come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire».
E Davide dice: «La loro mensa diventi per loro un laccio, una trappola, un intoppo e una retribuzione.
10 Siano oscurati i loro occhi da non vedere, e piega loro la schiena del continuo».
11 Io dico dunque: Hanno inciampato perché cadessero? Cosí non sia; ma per la loro caduta la salvezza è giunta ai gentili per provocarli a gelosia.
12 Ora, se la loro caduta è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili, quanto piú lo sarà la loro pienezza?[cioè quando verranno a Cristo massicciamente, che beneficio quello sarà per il resto del mondo]
13 Infatti io parlo a voi gentili, in quanto sono apostolo dei gentili; io onoro il mio ministero,
14 per provare se in qualche maniera posso provocare a gelosia quelli della mia carne e salvarne alcuni.
15 Infatti, se il loro rigetto [da parte di Dio per aver rigettato Cristo] è la riconciliazione del mondo [del mondo non giudaico], che sarà la loro riammissione [da parte di Dio perché avranno creduto in Gesù], se non la vita dai morti?

Ora comincia a darvi le ragioni per cui dovete credere queste cose 

16 Ora, se le primizie sono sante, anche la massa è santa; e se la radice è santa, anche i rami sono santi.
17 E se pure alcuni rami sono stati troncati, e tu che sei olivastro sei stato innestato al loro posto e fatto partecipe della radice e della grassezza dell’olivo,
18 non vantarti contro i rami, ma se ti vanti contro di loro ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te.
19 Forse dunque dirai: «I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato».
20 Bene; essi sono stati troncati per l’incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi.
21 Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te.
22 Vedi dunque la bontà e la severità di Dio: la severità su quelli che sono caduti, e la bontà verso di te, se pure perseveri nella bontà, altrimenti anche tu sarai reciso.
23 E anche essi, se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo.
24 Infatti, se tu sei stato tagliato dall’olivo per natura selvatico e innestato contro natura nell’olivo domestico, quanto piú costoro, che sono rami naturali, saranno innestati nel proprio olivo.
25 Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili,
26 e cosí tutto Israele sarà salvato come sta scritto: «Il liberatore verrà da Sion, e rimuoverà l’empietà da Giacobbe.
27 E questo sarà il mio patto con loro quando io avrò tolto via i loro peccati».
28 Quanto all’evangelo, essi sono nemici per causa vostra, ma quanto all’elezione, sono amati a causa dei padri
29 perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento.
30 Come infatti pure voi una volta foste disubbidienti a Dio, ma ora avete ottenuta misericordia per la disubbidienza di costoro,
31 così anche costoro al presente sono stati disubbidienti affinché, per la misericordia a voi fatta, anch’essi ottengano misericordia.
32 Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti.
33 O profondità di ricchezze, di sapienza e di conoscenza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie!
34 «Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato suo consigliere?
35 O chi gli ha dato per primo, sí che ne abbia a ricevere la ricompensa?».
36 Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen.

Così, ora, ricordate i primi 15 versetti, presuppongono che Israele è stato rigettato, ma che i primi 11 versetti dicono che tale reiezione non è totale, e 12-14 che quella reiezione non è definitiva. I giudei sono stati rigettati per non aver creduto in Cristo, ma quella reiezione da parte di Dio non è né totale né finale. Perché non è totale c’è un residuo di giudei che è stato salvato in questi 2000 anni, e perché non è finale sta per venire un tempo in cui Dio riceverà il popolo giudaico di nuovo nelle chiesa, non in qual che posizione speciale, nella chiesa o fuori dalla chiesa, ma li riceverà di nuovo nella chiesa per fede nel Signore Gesù Cristo. E a quel punto, quella conversione del popolo giudaico, non significa necessariamente la conversione di ogni singolo giudeo, ma la conversione della grande maggioranza del popolo giudaico, grandi numeri di persone dal popolo giudaico, farà scoccare la scintilla del rinnovamento spirituale del resto del mondo non giudaico. E abbiamo questo nel verso 15 dove il rigetto dei giudei è la riconciliazione dei gentili e la loro riammissione: vita dai morti per il mondo. Ora, quella frase, vita dai morti, non si riferisce alla resurrezione fisica per due ragioni. Se vi ricordate dalla settimana scorsa, quella non è l’espressione che Paolo usa per la resurrezione fisica, ma che la frase più somigliante a questa si trova in Romani 6 e fa riferimento al rinnovamento spirituale. Pertanto, la conversione dei giudei porterà al rinnovamento spirituale del resto del mondo.

Vediamo ora l’argomentazione di Paolo, verso 16:

Ora, se le primizie sono sante, anche la massa è santa; e se la radice è santa, anche i rami sono santi.

Parte di questo è preso dal libro dei Numeri e la questione è che Dio salverà i Giudei a motivo della loro eredità patriarcale. Se le primizie [il primo pezzo preso dalla pasta per fare il pane o il dolce, la Nuova Riveduta fa questa chiarezza], se il primo pezzo di pasta è santo, il resto della pasta è santo. E se la radice del popolo d’Israele è santa, anche i rami che crescono da quella radice sono pure santi. La radice, e il primo pezzo di pasta, si riferiscono al lignaggio patriarcale, alla parentela dei giudei coi patriarchi nel libro di Genesi. Tenete a mente che ci sono varie fasi nella vita della chiesa nel Vecchio Testamento. C’è una sola chiesa, e arriveremo a questo proprio alla fine, ma ci sono varie fasi mano a mano che la chiesa cresce. Per esempio, lo stadio infantile della chiesa è nel libro di Genesi fino a Mosè, quello che chiamiamo il periodo patriarcale. Il patriarcato è la fase infantile della chiesa; e poi, con Mosè abbiamo i Leviti e il tabernacolo, mano a mano che la chiesa continua a crescere c’è una separazione tra chiesa e stato, e infine l’abbiamo nello stato maturo nel Signore Gesù Cristo. Così, sta parlando di questi grandi patriarchi che Dio ha legato a sé mediante patti con Abrahamo e simili. Per la ragione che Dio scelse Abrahamo da tutte le nazioni del mondo, e fece di lui il padre del seme promesso al quale disse “io sarò il tuo Dio e il Dio dei tuoi figli lungo le generazioni in un patto eterno” questo è il primo pezzo di pasta che è santo. Questa è la radice. E a motivo di questa linea genealogica dei giudei, riconducibile a questi genitori patriarchi, Dio dice che un giorno li salverà di nuovo,

Nei versi 17-18.

E se pure alcuni rami sono stati troncati, e tu [ora ovviamente si sta rivolgendo ai gentili] che sei olivastro sei stato innestato al loro posto e fatto partecipe [indietro fino ai patriarchi] della radice e della grassezza dell’olivo, non vantarti contro i rami [che sono stati tagliati], ma se ti vanti contro di loro ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te.

Così, ora sta elaborando la figura della radice e dei rami. E dice: in questo grande albero, che ha le sue radici giù fino al grande patto che Dio ha fatto coi Patriarchi, alcuni rami sono stati troncati lungo i secoli, e certi rami sono stati innestati, come voi gentili, che in origine eravate rami su un olivo selvatico, non eravate coltivati; e siete stati presi dall’olivo selvatico e siete stati innestati tra i rami originali, il popolo giudaico, e siete diventati con loro partecipi della ricca radice dell’olivo. Così, qui abbiamo una chiara affermazione che credenti ebrei e credenti gentili traggono eguale beneficio dalla loro relazione con questa radice. In altre parole, nella chiesa non c’è distinzione tra giudei e gentili. Qualsiasi distinzione tra giudei e gentili del passato non c’è più, qualsiasi distinzione del presente è immaginaria. La vecchia dicotomia giudei-gentili non esiste più. Ed ora, ogni qual volta una persona crede nel Signore Gesù Cristo sia egli o ella giudeo o gentile, egli, con chiunque altro provenga da quella radice, (il patto di Dio) riceve in egual misura i benefici della radice. Sta perciò dicendo: ci sono stati giudei che sono stati troncati, e vedremo perché in un minuto, che sono stati rigettati; e lungo gli anni c’è stato un residuo, persone che hanno creduto. Voi siete stati innestati in un albero nel quale non c’eravate per nascita, come lo erano queste persone giudee, essi avevano ricevuto il segno del patto all’età di 8 giorni, e sono cresciuti nella cura e ammonizione del Signore, voi non eravate in quella situazione, voi siete stati innestati dentro ad un albero che va all’indietro a queste persone israelitiche che furono i patriarchi. E siete diventati partecipi della ricca radice dell’olivo, della vitalità, la linfa, la forza, di quell’albero che è in crescita fin dai tempi dei patriarchi quando Dio fece alleanza con Abrahamo e i suoi figli, albero che ora ha dato forma e carattere alla chiesa. Così, quando uno che non è un giudeo diventa cristiano, viene innestato in una famiglia, una chiesa, che va all’indietro fino al libro di Genesi.

Ed ora dice ai gentili: non montatevi la testa! Non fate i galletti! Verso 18: “non vantarti contro i rami” che sono stati tagliati. Non pensare di essere migliore dei rami che sono stati tagliati, “ma se ti vanti contro di loro ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te.” Perciò, gentili cristiani, se pensate di essere meglio di quei giudei apostati che sono stati troncati via perché non hanno voluto ricevere Gesù come Messia, comprendete che non si tratta di voi, che non siete voi che determinate la vita e il carattere della chiesa lungo i secoli, ma che anzi, questa radice porta voi. Voi non portate la radice. Gentili cristiani, non siete voi la cosa importante, la radice porta voi e dà vita e carattere alla chiesa lungo i secoli indipendentemente dalle origini etniche.

Verso 19

“Forse dunque dirai: «I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato”.

E Paolo dice, avete ragione, sono stati troncati … per la loro incredulità! Ma voi state là solo per la vostra fede, perciò non gonfiatevi, ma temete.

Potrebbe esserci un po’ di razzismo, qui, voi gentili pensate di essere meglio dei rami giudaici che sono stati troncati perché siete stati innestati al loro posto, e siete stati innestati al loro posto. Ma comprendete perché sono stati tagliati via, sono stati tagliati perché non hanno creduto nel Signore Gesù Cristo. E voi siete innestati nell’olivo, solo perché credete nel Signore Gesù Cristo. Non c’è merito in voi stessi cari cristiani gentili. Non c’è nulla in voi che vi faccia degni di tale privilegio, cioè di essere innestati in questo albero che sta crescendo fin dal tempo dei patriarchi. La sola ragione per cui sono stati tagliati è perché hanno rifiutato di credere, e la sola ragione per cui voi siete innestati è perché credete in Gesù, per la grazia di Dio e non per qualche cosa in voi stessi. Perciò, non vantatevi, ma temete.

Ora, quel timore, vi dice qualcosa del carattere della fede, perché la vera fede salvifica, viene insieme al timore, viene insieme all’umiltà. La vera fede è consapevole dei perigli della fede; è caratterizzata da timore e tremore che le richieste di Dio esigono dal vero credente. Dopo tutto, pensate a quel che dice il Nuovo Testamento, Chi sta in piedi stia attento di non cadere. Perciò, la vera fede avrà in sé del timore e del tremore.

Verso 21.

“Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te.

Ecco perché dovreste temere e tremare e non essere arroganti perché siete stati innestati. Che quando si arriva al dunque, di ciò che Dio richiede ad un uomo o a una donna o a un giovane, che sia attaccato a questo olivo, che è radicato in Dio, non ci sono casi eccezionali, Dio richiede la fede. Paolo dice: Dio non ha risparmiato questi rami naturali che sono stati allevati nella chiesa, figli pattizi, li chiameremmo noi, Dio non ha risparmiato questi figli pattizi, perché non hanno creduto in Gesù. E pertanto, non pensate che risparmierà voi perché siete stati innestati. Perché la questione qui è la fede. 

Verso 22, quella grande affermazione Indirizzata ai cristiani gentili:

  “Vedi dunque la bontà e la severità di Dio” Vedi vuol dire: apprezza, sii intimorito, fa attenta considerazione del fatto  che Dio è buono e che Dio è severo. Sta semplicemente riflettendo ciò che ha appena detto: Dio è buono, nel fatto che ti ha portato dentro all’albero, ti ha tagliato via da un olivo selvatico e ti ha innestato in questo olivo salvifico. Dio è anche severo. Ha preso questi rami naturali che sono cresciuti nella chiesa e li ha tagliati e gettati via per la loro incredulità. Poni dunque attenzione alla bontà e severità di Dio. Verso quelli che sono caduti, i giudei non credenti, severità; ma a voi, i gentili credenti, la bontà di Dio, se continuate nella sua bontà, altrimenti voi pure sarete tagliati via. Ora, questa è un’affermazione di spessore. Dio è buono con te, innestandoti in questo albero, dove rimarrai e godrai la vitalità della linfa vitale che ti giunge dalle radici — SE — tu continui a porre la tua fede nella sua bontà e nella sua misericordia e nella sua grazia rivelate nel Signore Gesù Cristo, altrimenti, tu pure sarai tagliato via. Voi sapete che c’è un senso per cui noi crediamo che quando Dio salva una persona quella persona rimarrà salvata. Questo enfatizza la certezza, la sicurezza di una persona in Cristo, ma c’è un altro senso in cui viene invece enfatizzata la responsabilità del cristiano davanti a Dio e che è questa: tu sei salvato fintantoché credi in Gesù. Tu sei salvato fintantoché credi in Gesù. Fintantoché continui a fidarti della bontà di Dio rivelata nel Signore Gesù Cristo, se continui in quella fede, sarai salvato, altrimenti sarai tagliato via.

Cosa ne facciamo di questo? Significa forse che è possibile essere perduto dopo che sei stato salvato? NO. Ci sono troppi chiari passi nella Bibbia che ci dicono che Cristo ci ha nella sua mano e nulla ci può rapire da lì; che una volta che Dio pone su di noi il Sio amore in Cristo, nulla, nel tempo o nell’eternità ci può separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù nostro Signore. Quindi cosa significa quel che abbiamo letto? Quando Paolo dice ai gentili: voi avete gustato la bontà di Dio e se continuate nella sua bontà, continuerete a gustarla, altrimenti sarete tagliati via. Cosa dirà di questo versetto un gentile veramente credente? Oh, Signore, non tagliarmi via. Un gentile convertito non dirà: una volta salvato, sempre salvato. Dirà, Signore, aiutami a confidare sempre nella tua bontà. Ora, qual’è il punto? Il punto è che Dio usa avvertimenti come questo non per insegnarci che possiamo perdere le salvezza dopo che siamo stati salvati, ma usa avvertimenti come questo per tenere nella salvezza i veri credenti. Dio usa avvertimenti come questi per tenere nella salvezza i veri credenti. Dio ci conosce e sa di cosa abbiamo bisogno per tenerci motivati. A volte abbiamo bisogno di qualche dolce promessa, magari non siamo molto motivati e quella promessa riaccende la nostra motivazione a tornare sui binari giusti, poi ci sono altri momenti nella nostra vita di cristiani, si anche e proprio come cristiani, nei quali siamo arrabbiati, o acidi e il Signore dice: una promessa non gli farà del bene, io lo minaccio, gli dico: tu continui ad essere attaccato alla radice fintantoché credi in Dio. L’avvertimento scuote il vero credente che dice: non voglio essere tagliato via, non voglio essere gettato via. Così, sta dicendo a questi gentili che sono diventati cristiani: non siate arroganti.

La fede è la cosa importante, qui, verso 23  “E anche essi,” intendendo i giudei tagliati via, “se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo.” Perciò sta dicendo a questi gentili: se continuate nella bontà di Dio e nella fede in Cristo sarete sempre parte dell’albero, altrimenti sarete tagliati via, e, dall’altro lato, se questi giudei increduli, se questo rimanente indurito di giudei increduli non continua nella loro incredulità per la quale il Signore li ha tagliati via, allora saranno innestati di nuovo nell’albero per grazia, mediante la fede, perché “Dio è potente da innestarli di nuovo.” Vedete che il punto focale è sulla potenza di Dio e non sulla bontà dei giudei.

Verso 24:   

Infatti, se tu [gentile cristiano] sei stato tagliato dall’olivo per natura selvatico [ma chi prenderebbe dei rami per natura selvatici e quindi poco produttivi per innestarli nell’albero dalla ricca radice?]

Se tu sei stato tagliato dall’olivo per natura selvatico e innestato contro natura nell’olivo domestico, quanto piú [facile? naturale? sensibile? sono tutte figure retoriche]  quanto più costoro, che sono rami naturali, saranno innestati nel proprio olivo. Sta dicendo che ha il suo senso che un giorno Dio convertirà i giudei, sto parlando in linguaggio umano, non ha senso che abbia salvato voi gentili, non giudei, non ha senso che abbia salvato voi, voi siete da un olivo selvatico e se Dio ha potuto fare qualcosa di così strano  come prendere questi rami selvatici e innestarli nella pianta coltivata sicuramente può prendere i rami tagliati via e innestarli di nuovo nel loro albero. E così, sta usando questa figura dell’olivo per dire ai gentili perché la grazia di Dio fatta a questa eredità dei patriarchi porterà alla conversione di un residuo dei giudei lungo tutta la storia.

Verso 25 “Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero,”

Questo è il metodo di Paolo per ottenere la loro attenzione. Egli usa quella frase diverse volte: “Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero,” “affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili,”

Così, ora sta dicendo: ecco la ragione per tutto questo ragionare di rami di potature e di innesti e di olivo coltivato, è perché non voglio che ignoriate questo mistero. Perché se non ne siete informati potreste diventare arroganti. Penserete di voi stessi in modo più elevato di quel che dovreste. Sareste sapienti nella nella vostra stima di voi stessi. Ora, cosa significa la parola “mistero”? L’abbiamo detto altre volte. La parola mistero nel Nuovo Testamento non significa qualcosa che è difficile da congetturare e da trovarne la conclusione ma lo si può fare se ci si applica la mente. Mistero è qualcosa che è impossibile da conoscere eccetto che per rivelazione divina. E nel capitolo 16 di Romani verso 25 abbiamo la definizione di mistero, dice “secondo la rivelazione del mistero”. Perciò un mistero non è qualcosa che è tenuto segreto, un mistero nel linguaggio Paolino è qualcosa che è rivelato, a cui non arriveresti mai se Dio non l’avesse rivelato. Ora, ecco la rivelazione del mistero, e non sbagliate su ciò che dice questo verso 25, e lo possiamo oggi dire a tutte quelle persone che hanno prospettive di rapimenti in cielo e tutto il resto, e qual’è questa informazione che non avremmo saputo se Dio non ce l’avesse rivelata: l’ “indurimento parziale di Israele è avvenuto  finché sarà entrata la pienezza dei gentili, e così tutto Israele sarà salvato. Questo è il mistero. Questa è l’informazione dalla mente di Dio che l’uomo non sarebbe mai giunto a pensare da solo se non gli fosse stato rivelato nel capitolo 11 di Romani. E questo è: i giudei sono stati induriti a motivo del loro aver rigettato Cristo 2000 anni fa ma è un indurimento parziale, non è né totale né definitivo, e quell’indurimento, quell’indurimento giudiziale di Dio li caratterizzerà fino a che sarà entrata la pienezza dei gentili, Ebbene, cos’è questa pienezza? Se guardate  il verso 12 abbiamo già visto la pienezza dei giudei.

Ora, se la loro caduta [il loro rigettare Cristo] è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili, quanto piú lo sarà la loro pienezza?Cosa significa la pienezza? Non si può non pensare in modo numerico, significa persone che vengono a grandi numeri, numeri massicci, questo è ciò che la parola pienezza significa. Così sta profetizzando, sta dicendo che sta per venire un giorno in cui i giudei, quelli induriti, il rimanente, numeri massicci, non solo un piccolo residuo come ora, verranno a Cristo. E quando avverrà? Quando verrà la pienezza d’Israele? Tutto Israele, non solo un piccolo residuo ma grandi numeri dal resto dei giudei saranno salvati? Quando sarà entrata la pienezza dei gentili. E quando sarà la pienezza dei gentili? Quando vedremo numeri straordinari di persone non giudee venire a Cristo. Questa fatto darà la scintilla alla conversione dei giudei. I giudei in massa sono induriti fino a che vedranno innumerevoli gentili venire alla fede in Cristo e questo condurrà, in verso 26, alla salvezza di tutto Israele. Non solo un residuo d’Israele, ma tutto Israele, come sta scritto: «Il liberatore verrà da Sion, e rimuoverà l’empietà da Giacobbe.

Così, qui Paolo sta radicando questa profezia in Isaia 59 versi 20 e 21 riguardo alla salvezza di grandi numeri di persone, giudei e gentili che vengono dentro la chiesa, e alla fede in Cristo quando il Signore Gesù Cristo comparì sulla scena 2000 anni fa, un tempo dopo quell’evento, dopo la sua nascita morte e resurrezione, prima del suo ritorno, ci sarà questa pienezza dei gentili che porterà alla pienezza d’Israele, grandi numeri di giudei che porterà un rinnovamento spirituale al resto del mondo ed ha radici in Isaia 59

Ora, ciò che è significativo del verso 27: “E questo sarà il mio patto con loro.” Questa è la prima volta che compare qui la parola patto, fatta eccezione per quando compare in Romani 9 quando dice che agli israeliti appartengono l’adozione di figli, e la gloria e i patti e la legge e il servizio nel tempio eccetera. Queste sono le uniche due volte in cui la parola patto compare nel libro di Romani, e questo è il nocciolo di Romani 11. Romani 11 è centrato su un patto che Dio ha fatto coi patriarchi ed è in ragione di quel patto che tutto Israele sarà salvato, ci sarà la pienezza dei gentili che porterà alla pienezza dei giudei che porterà al rinnovamento spirituale del resto del mondo. Tutto è radicato in questo patto quando disse: Sarò il tuo Dio, a te e ai tuoi figli dopo di te lungo le generazioni in un patto eterno.

Il verso 28 e 29 sono interessanti 

Quanto all’evangelo, essi [i giudei] sono nemici per causa vostra, ma quanto all’elezione, sono amati a causa dei padri perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento. Questa è un’interessante affermazione. Dice che i giudei sono nemici e amati allo stesso tempo in due sensi diversi. Con riferimento al vangelo, dice Paolo, questi giudei induriti sono vostri nemici, si oppongono al vangelo, si oppongono a Cristo, perseguitano i discepoli di Gesù in Israele e Gerusalemme e pertanto, dalla prospettiva del vangelo i giudei sono vostri nemici, ma dalla prospettiva della scelta di Dio al tempo dei patriarchi nel libro di Genesi, essi sono amati a motivo dei padri, perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili. Cioè le grandi promesse e le benedizioni che Dio ha promesso di dare ai padri mediante il patto Dio non li ritirerà indietro, ma saranno sperimentati, non solo nel residuo, ma nel rimanente un giorno che verrà alla fede nel Signore Gesù Cristo. Ora, nel capitolo 11 di Romani abbiamo due tipi di elezione e questo è molto importante. Ne abbiamo già parlato una volta ma è necessario che lo sottolineiamo ancora una volta. Ci sono due tipi d’elezione, qui. In Romani 9 e versi 10 e 11, qui c’è un tipo d’elezione. 

“Ma c’è di piú! Anche a *Rebecca avvenne la medesima cosa quand’ebbe concepito figli da un solo uomo, da Isacco nostro padre; poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione, eccetera” 

E qui abbiamo un riferimento a ciò che chiameremmo e che è chiamata nei libri di teologia sistematica, “elezione soterica”, l’elezione salvifica di Dio, l’elezione di persone prima della fondazione del mondo, elezione che garantisce la loro salvezza eterna, imperdibile. Questo è il tema di Efesini 1, questo è il tema di Romani 9, ma quando giungiamo a Romani 11, questa è l’elezione nazionale d’Israele, che Israele fu scelto come nazione da tutte le altre nazioni, elezione che potevano perdere, che di fatto persero. Così, nella bibbia abbiamo l’elezione nazionale d’Israele che può essere persa, abbiamo l’elezione salvifica che porta alla salvezza delle perone elette, che non può essere persa e che compie tutti i suoi propositi nella vita delle persone elette. 

E questo è il punto, qui nel verso 28, Dio ha scelto questa nazione, indietro ai tempi d’Abrahamo, e nel senso di questa elezione nazionale sono ancora amati da Dio a causa dei padri. Dio salverà i giudei in massa un giorno perché ha amato i loro padri, perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili (senza pentimento). “Perché come voi gentili, versi 30-31:

 “Come infatti pure voi una volta foste disubbidienti a Dio, ma ora avete ottenuta misericordia per la disubbidienza di costoro,”

cioè quella dei giudei, Dio ha tolto il vangelo dai giudei disobbedienti e l’ha dato ai gentili, “Come infatti pure voi una volta foste disubbidienti a Dio, ma ora avete ottenuta misericordia per la loro disubbidienza  così anche costoro al presente sono stati disubbidienti affinché, per la misericordia a voi fatta, anch’essi ottengano misericordia.

Ecco il quadro: i giudei furono disobbedienti 2000 anni fa e come risultato voi gentili avete ricevuto il vangelo, anche se eravate disobbedienti v’è stato dato il vangelo, e obbedite il vangelo, e credete il vangelo, e uno degli scopi del vostro credere il vangelo, voi gente non giudea, è per rendere gelosi questi giudei cosicché vedano in voi ciò che hanno perso. E lo rivorranno di nuovo. E quando vedranno in voi la vostra obbedienza e la misericordia di Dio che hanno perduto, torneranno indietro a quella misericordia, Dio avrà misericordia di loro e saranno obbedienti di nuovo. Così, Dio ha tolto il vangelo ai giudei per la loro apostasia, lo ha dato ai gentili talché esibissero ai giudei cos’avevano perso, far diventare gelosi i giudei, finché infine i giudei vogliono essere convertiti, e tornano a Cristo. E poi questo fa scoccare la scintilla della conversione del resto del mondo.

Verso 32

Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti.

Non c’è universalismo, qui. Non significa che Dio conferirà misericordia salvifica su tutti. Il tutti qui deve essere considerato nel suo contesto, ogni tipo di persona, che siano giudei credenti, che sia un residuo, che sia il resto, che sia un non giudeo, un gentile, Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per fare misericordia a ogni tipo di persona. E poi Paolo termina con questa meravigliosa dossologia. E notate il punto, qui. Quando noi parliamo della volontà non rivelata di Dio, cioè la sua elezione, la sua predestinazione, cosa farà nel futuro, queste sono a noi incomprensibili. Ma qui non sta parlando della volontà occulta di Dio, sta parlando dell’incomprensibilità della volontà rivelata di Dio. Sta dicendo: Dio ci ha rivelato la sua volontà per quanto concerne i giudei e i gentili e questo è incomprensibile in modo schiacciante. E Paolo ci sta dicendo che è soverchiato dall’imperscrutabile profondità della sovranità di Dio nel operare la salvezza di così tanti tipi di persone diversi. “O profondità di ricchezze, di sapienza [la sua capacità di portare avanti tutti i suoi propositi in modo tale che la gloria vada solo a Lui] e di conoscenza [la sua inesauribile conoscenza di tutto ciò che avviene nella vita]  di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi [cioè i suoi giusti decreti di vendetta sui suoi nemici]  e inesplorabili le sue vie! Provate solo a pensare delle sue vie. Predica il vangelo ai giudei, i giudei lo rigettano, viene dato ai gentili per far ingelosire i giudei, così che vengono a Cristo e fanno scoccare la scintilla che porterà a Cristo il resto dei gentili.

Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie

«Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato suo consigliere?O chi gli ha dato per primo, sí che ne abbia a ricevere la ricompensa?».

Paolo sta semplicemente ammirando che Dio è autosufficiente, che Dio è sovrano, che Dio è indipendente, che la sapienza e i giudizi e le vie di Dio sono imperscrutabili, Dio non si è consultato con nessuno, non ha preso consigli da nessuno, non ha cercato l’approvazione di nessuno, “Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato suo consigliere?” Nessuno. “O chi gli ha dato per primo sì che ne abbia a ricevere ricompensa? Dio deve forse qualcosa a qualcuno? È Dio in debito con qualcuno? No!

Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen.

E così vedete in queste tre bellissime preposizioni, un riassunto dei primi 11 capitoli di Romani. Questi versi 33-36 costituiscono un’ovvia transizione, una  calzante conclusione di ciò che ha detto finora. Ed ora sta preparando la strada per la parte etica e pratica del libro. E notate il punto che sta facendo con queste preposizioni: “Da lui, sono tutte le cose. Tutte le cose. Dio è la fonte e scaturigine di tutto. “per mezzo di lui sono tutte le cose” Dio è il sostenitore di tutte le cose, niente ha il potere di esistere in sé e da sé. 

Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. Dio è l’obbiettivo finale, la sua gloria è l’obbiettivo ultimo di ogni cosa in salvezza e di ogni altra cosa nel mondo, poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui ridonderà la gloria in eterno. Non sta solo dicendo che noi dobbiamo glorificare Dio in eterno, sta dicendo che tutte le cose glorificheranno Dio per tutta l’eternità.

Ora, in questo complesso passo delle Scritture che comincia nel verso 16 troviamo 4 delle nostre dottrine principali che sono così essenziali alla nostra visione del mondo e alla nostra comprensione della salvezza, la nostra comprensione della chiesa, ed ecco le 4 dottrine che sono intessute in questi versi. La prima è l’unità e continuità della chiesa nel Vecchio Testamento e nel Nuovo Testamento. Cos’abbiamo imparato qui? Che quando si diventa cristiani si diventa membri di una chiesa che va all’indietro fino al libro di Genesi. Che la radice sulla quale si è innestati va all’indietro fino al tempo dei patriarchi. Pertanto la chiesa non è cominciata alla Pentecoste, la chiesa di Dio non è iniziata nel Nuovo Testamento, quello è il tempo in cui è cresciuta, la chiesa di Dio ha avuto inizio proprio fin da quando Dio ha fatto patto col suo Popolo. Perciò c’è una chiesa, la bibbia parla di una chiesa, la stessa chiesa di cui Abrahamo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Davide furono membri è la chiesa di cui noi siamo membri. C’è una sola chiesa.

In secondo luogo, c’insegna l’unità e la continuità del patto. Che le promesse pattizie di Dio, con le quali si è legato al suo popolo in Cristo, è il tema globale, unificante, di tutta la bibbia. Non è che il Vecchio Testamento insegna una serie di patti che sono giunti alla fine col nuovo patto nel Nuovo Testamento e adesso abbiamo un nuovo patto che è completamente diverso dal patto dell’Antico Testamento. Si chiama Teologia del Nuovo Patto, il nome vorrebbe promettere bene ma è una teologia radicalmente antinomista che si sta inserendo dentro le chiese presbiteriane e battiste riformate. Dice che il Nuovo Patto è completamente differente, qualcosa che è altro dal patto che Dio fece nell’Antico Testamento, il quale include la legge di Dio. Ma cosa impariamo in Romani 11? C’è un solo patto! E quel patto ingloba sia il Vecchio che il Nuovo Testamento. E la radice della nostra salvezza, la radice della nostra vita , la radice della nostra religione nel tempo del Nuovo Testamento è il patto che Dio ha fatto col suo popolo nel tempo dell’Antico Testamento. Questa è la seconda grande enfasi.

La terza grande enfasi è l’unità della Bibbia. Avete notato l’unità della bibbia? Avete notato quante volte nel capitolo 11, senza contare il capitolo 10, Paolo cita o allude al Vecchio Testamento? E corrobora quasi ogni argomento che tratta facendo riferimento a testi del Vecchio Testamento.  Come si può fare una cosa del genere? Come può Paolo nel Nuovo Testamento citare, per sostenere la propria posizione, un verso dal Vecchio Testamento? A motivo dell’unità della Parola di Dio. Che non c’è una qualche grande cesura tra il Vecchio Testamento e il Nuovo Testamento, ma c’è una grande parola che comincia in Genesi e si conclude in Apocalisse e tutto in quella grande parola ha a che vedere col Patto di Dio col suo popolo.

E poi, quarto, c’è il fatto che Dio fa tutte le cose per la sua gloria. Perché Dio ha rigettato i Giudei? Per la sua gloria. Perché Dio ha rivolto il suo vangelo alle nazioni non giudaiche per 2000 anni? Per la sua gloria. Perché Dio poterà a Cristo un numero incalcolabile di gentili? Per la sua gloria. Perché Dio salverà un giorno tutti i giudei? Per la sua gloria. Perché Dio porterà un rinnovamento spirituale  a tutto il mondo? Per la sua gloria. Perché Dio condannerà tutti quelli che, giudei o gentili, rifiuteranno di credere in Gesù? Per la sua gloria. 

Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno.

E dunque, ciò che noi leggiamo, in questo testo delle Scritture piuttosto complicato, è l’unità della chiesa, l’unità del patto di Dio, l’unità della bibbia, e il fatto che Dio fa tutte le cosa per la propria gloria. Se queste quattro cose non sono vere, tutto questo nei versi 16-36 è solo un bla, bla, bla incomprensibile.

Preghiamo

Ti ringraziamo, Padre per la tua realtà, il tuo trattare pattiziamente col tuo popolo lungo le generazioni. Ti ringraziamo per il privilegio di essere stati innestati su questo albero che ha radici così antiche quanto lontano si possa andare indietro con la razza umana e perfino oltre, nell’eternità. Ti ringraziamo per il modo in cui quella vita del tuo patto ha modellato la chiesa lungo tutti questi millenni. Ti preghiamo, Signore, di farci umili, che tu faccia in modo che noi non pensiamo che perché siamo gentili e siamo così tanti nella chiesa, ci deve essere qualcosa di meglio in noi, noi ci reggiamo solo per la nostra fede. E ti preghiamo, Signore, di farci prendere sempre in attenta considerazione, la tua bontà e la tua misericordia. Nel nome di Gesù. Amen.


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