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Romani 10   

Uno Studio dell’Evangelismo

10.1 Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera che rivolgo a Dio per Israele è per la sua salvezza.
Rendo loro testimonianza infatti che hanno lo zelo per Dio, ma non secondo conoscenza.
Poiché ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria giustizia non si sono sottoposti alla giustizia di Dio
perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede.
Mosé infatti descrive cosí la giustizia che proviene dalla legge: «L’uomo che fa quelle cose, vivrà per esse».
Ma la giustizia che proviene dalla fede dice cosí: «Non dire in cuor tuo: Chi salirà in Cielo?». Questo significa farne discendere Cristo.
Ovvero: «Chi scenderà nell’abisso?». Questo significa far risalire Cristo dai morti.
Ma che dice essa? «La parola è presso di te, nella tua bocca e nel tuo cuore». Questa è la parola della fede, che noi predichiamo;
poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesú, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.
10 Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza.
11 perché la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui non sarà svergognato».
12 Poiché non c’è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.
13 Infatti: «Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato».
14 Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c’è chi predichi?
15 E come predicheranno, se non sono mandati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che annunziano buone novelle!».
16 Ma non tutti hanno ubbidito all’evangelo, perché Isaia dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?».
17 La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio.
18 Ma io dico: Non hanno essi udito? Anzi, «La loro voce è corsa per tutta la terra, e le loro parole fino agli estremi confini del mondo».
19 Ma io dico: Non ha Israele compreso? Mosé dice per primo: «Io vi muoverò a gelosia per una nazione che non è nazione; vi provocherò a sdegno per una nazione stolta».
20 E Isaia arditamente dice: «Io sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».
21 Ma riguardo ad Israele dice: «Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente, e contraddicente».

La settimana scorsa abbiamo detto che tutto il capitolo 10 concerne l’evangelismo. Perciò riassumiamo ciò che abbiamo detto e procediamo col resto del capitolo. Abbiamo visto due settimane fa che i primi 8 versi del 10° capitolo hanno a che vedere col messaggio dell’evangelismo. C’è una varietà di modi per riassumere quel messaggio, Paolo lo riassume al verso 4 dicendo che Cristo è il (la) fine della legge per la giustificazione di ognuno che crede. E il punto di quel messaggio è che noi siamo salvati, non cercando di meritare la salvezza mediante le cose giuste che facciamo, ma che siamo salvati per grazia mediante la fede nel Signore Gesù Cristo che fu giusto al posto nostro. Così, i primi 8 versi hanno a che vedere col messaggio dell’evangelismo. 

E poi nei versi 9-12 che abbiamo considerato la settimana scorsa vediamo le richieste dell’evangelismo, ma forse abbiamo bisogno di definire ancora una volta l’evangelismo. È sempre bene ripetere le cose che abbiamo imparato tempo fa, anche diverse volte per inciderle nella mente e la miglior definizione dell’evangelismo che conosco proviene da J. I. Packer nel suo grande libro, grande breve libro che vi raccomando caldamente, che c’è anche in Italiano, chiamato Evangelismo a Sovranità di Dio ed ecco come definisce l’evangelizzazione: Vuol dire presentare Gesù Cristo con la potenza dello Spirito santo in modo tale che gli uomini verranno per opera di Dio a riporre la loro fiducia in Dio, ed accettandolo come Salvatore, ed a servirlo come Re, nella comunione della chiesa. L’evangelizzazione pertanto, non solo fa inviti ed esorta le persone fare certe cose, ma l’evangelismo offre anche comandi da parte di Dio. Ci sono requisiti, se una persona si aspetta di essere salvato ci sono delle richieste che devono essere eseguite in questa vita. 10:9:

poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesú, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.

Questi sono i due requisiti: confessione di fede; fede nel cuore è la radice dalla quale cresce la confessione di fede. La correlazione tra confessione e fede è che la fede senza confessione è morta, proprio come la fede senza opere è morta. La confessione manifesta la vera fede nel cuore. Perciò, cosa richiediamo alle persone quando le evangelizziamo? Credi nel tuo cuore nel Signore Gesù Cristo crocefisso e risorto  e manifesta quella fede confessando la sua signoria universale davanti agli uomini e in ogni spetto della tua vita, le sue attività e le sue relazioni.

Così, il messaggio del vangelo è Cristo il fine della legge per la giustificazione di ognuno che crede. Le richieste dell’evangelismo sono la confessione con la bocca radicata nella fede in Cristo nel cuore. E poi la potenza dell’evangelismo. E l’evangelismo deve avere qualche fonte di potenza altra dalla nostra perché noi siamo estremamente deboli e quale che sia quella fonte di potenza deve essere capace di vincere la potenza del peccato e la potenza delle tenebre che c’è nel cuore di una persona. E dunque la potenza dell’evangelismo si trova nella potenza della predicazione di Cristo. E se non eravate qui la settimana scorsa lasciate che vi rammenti i versi 13-15:

“Infatti: «Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato». Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c’è chi predichi? E come predicheranno, se non sono mandati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che annunziano buone novelle!».”

C’è una catena qui. “Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.” Cioè, chiunque adora Gesù Cristo come Dio sarà salvato; ma, non adorerete Gesù come Dio se non crederete in Lui e se non crederete ciò che la bibbia dice di Lui; e non crederete in Lui a meno che udiate la sua voce:

E come crederanno in colui [de]l quale non hanno udito parlare.”

Le mie pecore odono la mia voce e mi seguono, è la voce di Cristo che il cuore ode che resuscita un peccatore spiritualmente morto a novità di vita, e dove sarà udita quella voce di Cristo che fa resuscitare?

“E come udiranno, se non c’è chi predichi? E come predicheranno, se non sono mandati?”

— da Cristo alla chiesa. Quindi, devi adorare Gesù come Dio per essere salvato — Non lo farai se non credi in Lui — Non crederai in Lui se non hai udito la sua voce che ti ha resuscitato dai morti — e quella voce si ode nella predicazione del vangelo di Gesù Cristo. Ecco la potenza dell’evangelizzazione. La potenza dell’evangelizzazione non risiede nei trucchi e negli stratagemmi degli uomini per chiamarti all’altare, non risiede nell’eloquenza o nell’intelligenza del predicatore — la potenza dell’evangelismo è nella potenza della voce di Cristo cha fa risorgere. Che quando la parola di Dio è predicata, la sua voce entra nel cuore dei suoi eletti e li resuscita dai morti e li salva. Questo abbiamo imparato la settimana scorsa.

Ora, abbiamo speso solo qualche minuto la settimana scorsa sul verso 15 che ha a che vedere con la natura dell’evangelismo. Cos’è, come deve essere l’evangelismo? La maggior parte dell’evangelismo oggi è troncato. Molto meno che biblico. La maggior parte dell’evangelismo oggi è avere una crociata in autunno o in primavera, predicare sermoni fortemente emozionali, e far sì che la gente venga avanti e faccia una decisione per Gesù e questo è tutto. E il punto focale è fare in modo che la gente faccia una decisione per Cristo. Questa è una comprensione patetica dell’evangelismo. L’evangelismo è una cosa molto più grande e più gloriosa di questo. E impariamo cosa sia nel verso 15:

“E come predicheranno, se non sono mandati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che annunziano buone novelle!».”

Avrete notato che «Quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che annunziano buone novelle!».” È una citazione. E questa è una citazione dal Vecchio testamento, da Isaia 52, così se andiamo insieme ad Isaia 52 — Paolo non ha mai citato un testo fuori dal suo contesto — ogniqualvolta avete un testo dovete chiedervi: Qual’è il suo significato nel contesto originale, e una cosa importante che ho imparato tanti, tanti anni fa  studiando la bibbia, se voi non l’avete imparato dovete farlo oggi, e questo è che il Nuovo testamento fa continuamente allusioni al Vecchio Testamento e ogniqualvolta vedete una citazione del Vecchio Testamento nel Nuovo Testamento, tornate indietro e leggetela nel suo contesto originale perché Paolo intende che portiate con voi l’intero contesto nel Nuovo Testamento. Avete compreso? Paolo non ha mai citato un testo senza il contesto.

Isaia 52, verso 7, vedete la citazione, ma voglio leggere anche i tre versi successivi e vedrete dove sto parando riguardo alla natura dell’evangelizzazione come ben più gloriosa del mero cercare di raggiungere individui staccati, solitari, qui e là.

Quanto sono belli sui monti i piedi del messaggero di buone novelle, che annunzia la pace, che reca belle notizie di cose buone, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Il tuo DIO regna!».
Ascolta! Le tue sentinelle alzano la voce e mandano insieme grida di gioia, perché vedono con i loro occhi l’Eterno che ritorna a Sion.
Prorompete insieme in grida di gioia, o rovine di Gerusalemme, perché l’Eterno consola il suo popolo e redime Gerusalemme.
10 L’Eterno ha messo a nudo il suo santo braccio agli occhi di tutte le nazioni; tutte le estremità della terra vedranno la salvezza del nostro DIO.

Ora, cosa sono queste belle notizie che questi messaggeri portano? Annunciano pace, annunciano buone notizie di felicità, annunciano salvezza, ma il loro messaggio, riassunto in una frase è “Il tuo Dio regna!” Talché l’enfasi dell’evangelismo è sulla sovranità di Dio; non sulla sovranità dell’uomo, ma sulla sovranità di Dio. L’enfasi è sulla grazia sovrana. Ora, cosa cerca di fare l’evangelismo mediante la sua predicazione della grazia sovrana? Notate tre cose. L’ultima riga del verso 8: l’Eterno ritorna (restaura KJV) Sion. L’ultima riga del verso 9: Egli ha redento Gerusalemme; e nel verso 10: L’Eterno ha messo a nudo il suo santo braccio agli occhi di tutte le nazioni; tutte le estremità della terra vedranno la salvezza del nostro DIO.

Cos’è dunque l’evangelismo, ora? È predicare la sovranità di Dio in modo che Sion sia restaurata e tutte le estremità della terra vedano la salvezza di Dio. Questo è il tema dell’evangelismo. Non concerne solo individui ma la restaurazione di Sion, la restaurazione della chiesa che il Signore Gesù Cristo ha acquistata col proprio sangue. Sapete cos’è la cosa più importante di tutte le Scritture? La gloria di Dio. L’obbiettivo più importante di tutti è la gloria di Dio. Sapete cos’è la seconda cosa più importante in tutte le Scritture? La chiesa. Gesù ha amato la sua chiesa, è morto per la sua chiesa, il messaggio delle Scritture, secondo dopo la gloria di Dio è la chiesa del Signore Gesù Cristo. Perciò il nostro compito non è di far sì che le persone mettano la firma sull’apposito spazio, ma di portarle dentro la chiesa come credenti nel Signore Gesù Cristo del quale voglio costruire la Gerusalemme e nel farlo raggiungere le nazioni del mondo con la salvezza che c’è nel Signore Gesù Cristo. Questo è il modo in cui dobbiamo comprendere l’evangelismo se prendiamo la citazione di Paolo nel suo contesto.

Adesso guardate il verso 16 di Romani 10 e vedete il trionfo dell’evangelismo. Verso 15 la natura dell’evangelismo; verso 16 il trionfo dell’evangelismo.

“Ma non tutti” cioè i giudei  “hanno ubbidito all’evangelo, perché Isaia dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?»”

Ora questa è un porzione di una citazione da Isaia 53:1, la citazione intera è

“Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio dell’Eterno?”

E il motivo per cui cita questo testo da Isaia 53 è per fare lo stesso punto che sta facendo Isaia e questo è che l’incredulità non è un ostacolo per l’evangelismo proprio come l’incredulità dei tempi d’Israele non fu ostacolo alla promessa delle restaurazione messianica. Ci sono un sacco d’ostacoli posti sulla strada dell’evangelismo da parte della persona che viene evangelizzata: non vuole essere salvato, farà tutto ciò che può, a meno che lo Spirito santo non lo sciolga, farà tutto quello che può per distrarti, per non prendere sul serio ciò che dici, per farti arrabbiare, per frustrarti in modo da farti tacere. A volte membri della famiglia metteranno ostacoli sulla strada di una persona; un giorno stavo testimoniando ad un giovane, ed è buffo come tutto questo avvenne, conoscevo questo teen-ager ed egli viveva con una coppia ma li lasciò e andò a vivere col proprio papà e con la ragazza di sua papà, e io  scoprii dove viveva questa ragazza e vi andai, nascosto tra i bidoni dei rifiuti, aspettavo che il ragazzo e suo padre tornassero a casa. Arrivano all’appartamento di questa ragazza e io aspetto che si sistemino e poi vado a bussare. Questo è sempre uno shock, erano circa le 11,30, e dissi sono qui per testimoniare a questo giovane. E quindi mi siedo con lui e comincio a testimoniare e per tutto il tempo che stetti lì il padre girò attorno gesticolando e strillando e facendo quanto poteva per distrarre il giovane e rendermi difficile parlare. Così ad un certo punto alzai il braccio e pregai, Signore ferma questo padre dall’essere un ostacolo nella strada verso di te nella vita di suo figlio. Due ore più tardi il padre era morto e il giovane fece professione di fede. Ma il punto è che ci sarà ogni tipo di ostacoli e il più grande è l’incredulità, e Paolo cita Isaia per dire: non importa quali ostacoli si trovino sulla strada dell’evangelizzazione, voi ed io dobbiamo avere una visione dell’evangelizzazione come invincibile e inevitabilmente trionfante su tutti gli ostacoli perfino se l’ostacolo è Satana stesso perché egli non vuole che le persone a cui stiamo testimoniando siano salvate. Sono suoi schiavi ed egli li vuole tenere. L’incredulità dell’uomo non può fermare l’evangelismo, Satana non può fermare l’evangelismo, infatti Dio trasforma gli ostacoli che i nemici di Dio mettono sulla strada dell’evangelizzazione in trampolini di lancio. Vi faccio un esempio, quale fu nella prima chiesa uno degli ostacoli principali che Satana metteva sulla strada del diventare cristiani? Essere gettati ai leoni, faceva sì che i primi cristiani fossero martirizzati e bruciati vivi, eppure avete mai sentito il detto: “Il sangue dei martiri è il seme della chiesa?” E Dio trasformò proprio quella cosa che doveva essere un grande ostacolo in un grande trampolino di lancio per la caduta dell’Impero Romano e di quella grande civilizzazione. Pertanto, il punto è, non permettere che gli ostacoli vi turbino o scoraggino o frustrino. Ci saranno, Satana proverà tutto ciò che può per tenere quella persona in pugno. Isaia ebbe lo stesso problema: Chi ha ricevuto la nostra predicazione e chi riuscirà a resistere il braccio dell’Eterno? Qual’è la risposta a questa domanda? Nessuno! Nessuno è capace di resistere efficacemente il braccio dell’Eterno. E quindi, come risultato, non preoccupatevi di questi ostacoli, di queste interferenze che vengono poste sulla vostra strada. Il Signore Gesù Cristo che ha autorità universale e presenza universale ha garantito che nulla fermerà la fedele evangelismo finché raggiungerà il suo scopo di convertire a Lui le nazioni del mondo, Matteo 28: 19 e seguenti. Ogni autorità in cielo e sulla terra appartiene a me, ha detto Gesù, andate per tutta la terra a fare delle nazioni miei discepoli ed io sarò con voi fino alla fine. In altre parole, la sua autorità, la sua potenza e la sua presenza garantiscono la vittoria su tutti gli ostacoli che satana mette sulla nostra strada. Ascoltate questa grande citazione di Calvino sul grande mandato di Matteo 28. Calvino spiega perché Gesù deve possedere ogni autorità e potere. Disse: 

Perché nessuna autorità ordinaria sarebbe qui stata sufficiente, ma il governo veramente sovrano e divino doveva essere posseduto da Colui che comanda loro di promettere vita eterna nel suo nome, per ridurre tutto il mondo sotto il suo impero e per pubblicare una dottrina che soggioga ogni orgoglio e mette in ginocchio tutta la razza umana. Il significato ammonta a questo: che proclamando l’evangelo dappertutto portino tutte le nazioni all’ubbidienza della fede.

Così, quando ci si rende conto di cosa stiamo cercando di fare con l’evangelizzazione, e cioè, per usare le parole di Calvino: per ridurre tutto il mondo sotto il suo impero, per pubblicare una dottrina che soggioga ogni orgoglio e che fa prostrare tutta la razza umana davanti a Dio avrete bisogno di possedere una potenza più grande della potenza del peccato che vi sta resistendo con tutta la sua forza. E voi avete quella potenza nel Signore Gesù Cristo e questa è la ragione per cui l’evangelismo è trionfante, e voi lo dovete comprendere e credere e non preoccuparvi degli ostacoli.

Ora, fatemi spiegare cosa intendo per evangelismo trionfante. Non intendo che ogniqualvolta presenterete l’evangelo a qualcuno quella persona sarà salvata. Di questi tempi, la maggior parte delle persone cui presenterete l’evangelo non lo saranno. Alcuni lo sono. Ma cosa intendiamo quando diciamo che l’evangelizzazione è trionfante? È questo: quando presentate l’evangelo del Signore Gesù Cristo a una delle persone scelte da Dio, e voi non conoscete quella persona, voglio dire che non avete nel vostro computer un file coi nomi degli eletti, voi non sapete che faccia abbiano, ma quando voi presentate il vangelo a chicchessia, e Dio sa che colui o colei al quale state presentando il vangelo è uno dei suoi eletti del quale ha determinato prima della fondazione del mondo che l’avrebbe salvato, e nessun ostacolo riuscirà efficace nel tuo percorso di condurre quella persona a Lui. Tu lo condurrai a Cristo oppure qualcun altro dopo di te lo condurrà a Cristo, andrà in chiesa a motivo della tua testimonianza, e sarà condotto a Cristo, ma non ci saranno ostacoli efficaci nella sua strada verso la fede nel Signore Gesù Cristo  se è una persona che appartiene al Signore.

L’evangelizzazione compie sempre i propri scopi: essere un odore di morte per alcuni ed essere salvatrice di vita e profumo di Cristo per altri. Che Dio vi muove ad evangelizzare alcune persone che sa che rigetteranno il vangelo, per dare loro più cose di cui rendere conto nel giorno del giudizio, e vi conduce ad altre persone, che ha determinato verranno alla fede in Cristo, affinché cantino  le glorie della sua meravigliosa grazia che li ha salvati per tutta l’eternità.

Ora, c’è un terzo elemento qui che è necessario prendere in considerazione. E questo è il verso 17, e si tratta della necessità dell’evangelizzazione. Talvolta, nella nostra enfasi sulla sovranità di Dio e la predestinazione, l’evangelizzazione riceve un’enfasi minore. Vi ho raccontato che verso la fine del XVII secolo ci fu un tentativo da parte di alcuni giovani calvinisti nella chiesa presbiteriana scozzese di mandare missionari in Israele e nel Medio Oriente, e alcuni degli uomini più vecchi, che erano diventati induriti e callosi risposero a questi giovani: “Se Dio vuole salvare peccatori può farlo da sé” e pertanto noi non manderemo nessuno in Medio Oriente. Alla fine lo fecero, sia lodato il Signore. Ma alcune persone enfatizzano talmente tanto la predestinazione al punto di svilire l’evangelizzazione e questo risponde per il fatto che in alcune chiese, e chiese riformate, si veda poca evangelismo, e ciò per il fraintendimento della predestinazione. L’evangelizzazione è una necessità assoluta. Se delle persone hanno da essere salvate, deve esserci l’evangelizzazione. E notate come ce lo dice il verso 17. 

“La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio.”

Senza se e senza ma. Se qualcuno abbia da ricevere la fede salvifica avverrà solamente mediante l’ascolto della voce di Cristo, nella predicazione della parola di Cristo. E pertanto la presentazione della parola di Dio, la predicazione, l’insegnamento, la testimonianza della parola di Dio, dire alla gente cosa dice la bibbia di Gesù, chi è, chi essi sono, chi è Dio, cosa Dio richiede loro, cosa devono fare per essere salvati, cosa succede se non lo fanno. L’evangelizzazione è necessaria. La fede viene dall’udire l’evangelo. E se una persona è dentro la più profonda e oscura vallata fluviale amazzonica o la più profonda e oscura città d’Italia, se quella persona si aspetta d’essere salvata, non sarà salvata in un vuoto, non sarà salvata a meno che oda l’evangelo e lo riceva. La fede vien dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio. E perciò l’evangelismo è necessario per la salvezza di peccatori.

Ora, il verso 18 ci da un’altra prospettiva dell’evangelismo ed è una prospettiva brillante da parte di Paolo nel modo in cui usa l’Antico Testamento: la portata dell’evangelizzazione, quant’è ampio quest’appello evangelistico, quanto largo è stato disegnato che fosse? Guardate il verso 18: “Ma io dico:

“Non hanno essi udito?”

Questi sono i giudei che vorrebbe vedere salvati. Hanno udito sicuramente! Vedete se vi sembra ci sia qualcosa di inusuale in tutto questo: 

“Anzi, «La loro voce è corsa per tutta la terra, e le loro parole fino agli estremi confini del mondo».”

Questa è una citazione di Salmo 19:4. Sapete qual è il tema di 19:4? I cieli raccontano la gloria di Dio, il tema è la rivelazione generale di Dio nella natura, riguarda come ogni filo d’erba, ogni atomo dell’universo dichiarano la gloria del loro creatore, e la voce, nel contesto non una voce letteralmente parlando, non una voce udibile, ma una voce figura retorica, la rivelazione di Dio nella natura si espande per tutta la terra, e le parole, non sono parole letterali che emanano dalla natura, dalla rivelazione naturale di Dio vanno per tutta la terra. Non c’è posto sulla terra dove questa rivelazione di Dio non sia fatta mediante tutto ciò ch’è stato creato.

Perché avrà citato quel verso? Vi sta dicendo qualcosa dell’ampiezza dell’evangelizzazione. Sta dicendo: c’è un parallelo tra l’universalità della rivelazione generale nella creazione e l’universalità del vangelo. La rivelazione di Dio nella natura è universale, è dovunque. E il vangelo è fatto per essere e sarà universale. La rivelazione speciale della bibbia sarà universale nella sua efficacia quanto la rivelazione naturale che riempie la creazione intera. Questa è la ragione per cui Paolo ha citato Salmo 19, che un giorno, la rivelazione di Dio nel vangelo sarà altrettanto universale nei suoi effetti della rivelazione di Dio nella creazione. Ora, la rivelazione di Dio nella creazione non salva persone, le rende inescusabili perché nessuno può volgere il capo a destra o a manca senza vedere la rivelazione di Dio a meno che non  acciechi i propri occhi e non buchi i propri timpani soffocando la verità nell’ingiustizia. E poiché tutti sono inescusabili se non vedono la rivelazione di Dio nella creazione questo rende tutti giudicabili davanti a Lui. Ebbene, proprio come questa rivelazione generale di Dio è universale in natura, un giorno, il vangelo, nelle sue operazioni sarà proprio altrettanto universale cosicché le loro voci usciranno per tutta la terra e le loro parole fino ai confini della terra. 

Isaia profetizzò in un altro posto: “La conoscenza dell’Eterno coprirà la terra come le acque coprono il mare.” Ora, pensate di tutti i mari della terra,  di tutti i mari che conoscete ce n’è qualcuno nel quale l’acqua non copre la terra? E proprio come ogni mare e ogni oceano è coperto dall’acqua, un giorno ogni centimetro quadrato di questa terra sarà coperto con la conoscenza del Signore mediante la predicazione di Cristo nella predicazione di uomini. E voi ed io dunque, non dobbiamo riposare finché ogni individuo e ogni cultura in tutto il mondo, fino ai confini della terra, ha udito e abbracciato, non solo udito, ma udito e abbracciato il vangelo del Signore Gesù Cristo.

Poi nel verso 19 abbiamo gli scopi dell’evangelizzazione. Quali sono i propositi che Dio vuole raggiungere con tutta questa strategia, prima di tutto. E poi Paolo cita Deuteronomio 32:21. Lasciate che vi legga prima il verso 19: 

“Ma io dico: Non ha Israele compreso? Mosé dice per primo: «Io vi muoverò a gelosia per una nazione che non è nazione; vi provocherò a sdegno per una nazione stolta».”

Ora, questa è più una perifrasi che una citazione, la traduzione in greco di un testo ebraico, ma lasciate che vi legga il testo ebraico in modo che possiate vedere il punto qui. Paolo lo cita come a dire: Io vi farò gelosi, è il Signore che sta parlando nel contesto, vi farò gelosi. Intanto è interessante che Paolo quando torna indietro alla citazione dice Mosè dice, ma quando si vada alla citazione inDeuteronomio è il Signore che lo dice. Ha Paolo commesso un errore? No! Perché le parole di Mosè sono le parole di Dio. Qualsiasi cosa Mosè abbia detto sotto l’ispirazione dello Spirito santo, Dio l’ha detto. E qui c’è ciò che dice, parlando dei giudei: “«Io vi muoverò a gelosia per una nazione che non è nazione; vi provocherò a sdegno per una nazione stolta».”  Ed ora andiamo a Deuteronomio 32:21, e qui c’è ciò che letteralmente dice: “Essi” i giudei increduli “mi” Il Signore,  hanno reso geloso con ciò che non è Dio, mi hanno provocato ad ira con i loro idoli vani; e io li renderò gelosi con gente che non è un popolo, li provocherò ad ira con una nazione stolta. Il Signore ha detto: mi hanno fatto arrabbiare perché mi hanno abbandonato, sono geloso del loro amore, sono geloso della loro adorazione, non me la stanno più dando, mi hanno provocato ad ira perché hanno dato il loro culto e il loro amore a degli idoli e qualcuno li avrebbe puniti: Io farò diventare gelosi loro mediante quelli che non sono un popolo e li provocherò ad ira come loro hanno provocato ad ira me, mediante una nazione stolta. Mi hanno provocato ad ira coi loro idoli stolti, io provocherò ad ira loro con una nazione stolta. Mi hanno fatto ingelosire? Farò ingelosire loro! Capirete dove sta parando quando giungeremo a Romani 11, vedrete la sovranità di Dio. I giudei furono i primi a ricevere il vangelo, gli voltarono le spalle, hanno apostatato da Cristo, hanno rifiutato di riconoscerlo come il Messia e Gesù disse che per questo sarebbero stati scomunicati. Che il popolo giudeo sarebbe stato scomunicato e tagliato via da Dio, e che Dio si sarebbe voltato e avrebbe dato il vangelo ai gentili, alle nazioni non giudee del mondo, ed essi sarebbero stati i principali ricettori del vangelo negli anni a venire, e disse: la ragione per cui passo il vangelo ai gentili è per punire i giudei per avermi provocato con la loro idolatria; farò sì che i gentili sperimentino ciò che i giudei avrebbero sperimentato e farò in modo che questi giudei vedano cosa sperimentano questi gentili che avrebbero sperimentato loro, per farli ingelosire. Per rendere i giudei gelosi per il fatto che i gentili hanno ciò che avrebbero potuto avere loro se non avessero apostatato. E poi, quando sono ben gelosi, Dio dice che userà quella gelosia per portarli a Cristo. Così riceveranno ciò che avrebbero potuto avere e poi, quando i giudei sono innestati di nuovo, userò la conversione di massa dei giudei per salvare il resto dei gentili. Vedete la brillantezza della sovranità di Dio? Dice: comincerò salvando dei giudei, essi si rivoltano contro Gesù, così io li farò ingelosire, li provocherò ad ira dando il vangelo ai gentili cosicché i giudei potranno vedere le benedizioni che loro avrebbero potuto avere se avessero creduto, e quella gelosia dei giudei nei confronti dei gentili li porterà alla fede, e una volta che i giudei sono portati alla fede questo porterà alla conversione del resto dei gentili in tutto il mondo. E a quel punto il mondo sarà cristiano in modo preponderante, giudei e gentili saranno cristiani secolo dopo secolo finché Gesù ritorna ad un mondo cristiano. Questo è il proposito dell’evangelizzazione.

Ora, in quello schema complessivo vedete diverse cose. Vedete il controllo sovrano di Dio su tutte le cose, Ebrei e Gentili lungo tutta la storia. Vedete la severità del giudizio di Dio sul popolo che apostata da Cristo. Vedete la misericordia di Dio nel pianificare la salvezza d’Israele mentre questa era ancora in ribellione contro di Lui. Vedete come Dio fa progetti in Cristo per giudei e gentili allo stesso modo. E questo lo studieremo in dettaglio quando arriviamo al capitolo 11 di Romani.

Ora, il capitolo 10 termina coi versi 20 e 21 con due ulteriori citazioni dal Vecchio Testamento che ci danno la base e il fondamento per l’evangelizzazione. Paolo fa 2 punti riguardo alla base e fondamento dell’evangelizzazione verso 20:  “E Isaia arditamente dice:” Paolo cita Isaia 65:1 che sta citando Dio  «Io sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».” Sta parlando dei gentili, Nel Vecchio Testamento il vangelo era solo per i giudei, i gentili tutti vivevano nelle tenebre, Dio qui sta profetizzando che in Cristo aprirà il vangelo anche ai gentili e dice: Sono stato trovato da quelli che non mi hanno mai cercato e mi sono rivelato a quelli che di me non gl’importava niente, perché erano fuori dal patto. Ora, cos’è questa base per l’evangelismo? La grazia non cercata di Dio. La base dell’evangelismo è la grazia non cercata di Dio, cioè Dio salva persone che non lo stanno cercando. La grazia di Dio non è cercata, è preventiva o precedente, che vuol dire che agisce per prima; la grazia è sovrana, universale, onnipotente. Dio conferisce la grazia a coloro che non la cercano; la grazia di Dio è per peccatori perversi, incalliti; Dio offre salvezza a quelli che la rifiutano; Dio offre la grazia ai più malvagi, agli umanisti, ai comunisti, agl’idolatri, agli omosessuali, ai pervertiti, a gli apostati, agli abortisti. Il vangelo è per tutti e solamente per i peccatori. Se tu non hai mai peccato tu non sei qualificato per il vangelo. Ma se hai peccato nella tua vita, questa è la sola qualità di cui hai bisogno perché il vangelo sia tuo. Il vangelo è per te. Se una persona l’abbia cercato, se una l’abbia resistito, sfidato, disprezzato, tutte queste cose sono completamente irrilevanti, il vangelo è per coloro che in origine non l’hanno mai voluto, e che sono in ribellione contro Dio. Perciò voi ed io dobbiamo essere liberi e ampi nella nostra compassione e nella nostra offerta del vangelo quanto Dio lo è. Quando testimoniate alla gente, non andate in cerca di quelli facili e morbidi, gentili e genericamente morali, i buoni, le belle persone; rincorrete i peccatori più incalliti, inseguite gli omosessuali, inseguite gli abortisti, inseguite quelle persone che stanno scappando da Dio più che possono. Queste sono le persone che Dio rincorre e salva.

E il verso 21. La seconda base dell’evangelismo. La prima è la grazia non cercata di Dio. Verso 21 “Ma riguardo ad Israele dice: «Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente, e contraddicente». Questo è Isaia 65:2 e un abile scrittore l’ha definito: qui c’è una rappresentazione delle braccia eterne spalancate aperte in instancabile amore. Braccia eterne spalancate aperte in instancabile amore. Ora, questa è un’immagine di Dio, tutto il giorno — ho steso le mie mani — disposto a ricevere un popolo — che è disobbediente e ostinato e che non verrà. Tutto quel che devono fare è venire. Qual’è la seconda base dell’evangelizzazione? La pazienza di Dio. La grazia non cercata di Dio e la pazienza di Dio. Dio pazientemente, sinceramente, costantemente, offre salvezza a peccatori che fanno resistenza, e altrettanto dobbiamo fare noi. Solo perché qualcuno ci resiste la prima volta non significa che possiamo pensare: bene, se gli annuncio il vangelo un’altra volta sto gettando perle ai porci. Credo che se dovessimo commettere un errore nell’applicare questo concetto, dovrebbe avvenire sul versante opposto, cioè gettare perle ai porci, evangelizzare persone che non lo vogliono, piuttosto che trattenere il vangelo da persone pensando erroneamente che siano porci cui non gettare perle. Siate come Dio, tutto il giorno, aprite le braccia per ricevere quelli che sono disobbedienti. Braccia eterne spalancate aperte in instancabile amore, la pazienza di Dio, la longanimità di Dio, la base dell’evangelizzazione.

Ora, questo è Isaia 65:2. Se proseguite a leggere Isaia 65 vedrete che la grazia di Dio e la pazienza di Dio sono durate più a lungo e hanno vinto la resistenza dei ribelli. Che la grazia e la pazienza di Dio sono durate più a lungo e hanno vinto la resistenza dei ribelli perché dove il peccato è abbondato la grazia è sovrabbondata. Tornate indietro con me, dunque, a Isaia 65, l’ultimo testo per oggi. Isaia 65 e vedete la grazia non cercata di Dio nel verso 1:

“Sono stato ricercato da quelli che non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che non mi cercavano. Ho detto: «Eccomi, eccomi», a una nazione che non invocava il mio nome.”

Verso 2  

“Ho steso tutto il giorno le mie mani verso un popolo ribelle che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri”

Ma, la loro ribellione non sopravvive alla grazia e alla pazienza di Dio. E dunque, leggete più avanti, Isaia 65. 17 e seguenti.

17 «Poiché ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno piú e non verranno piú in mente.
18 Ma voi gioite ed esultate per sempre in ciò che creo, perché, ecco, io creo Gerusalemme per il gaudio e il suo popolo per la gioia
19 Mi rallegrerò di Gerusalemme e gioirò del mio popolo; in essa non si udrà piú alcuna voce di pianto né voce di grida,
20 Non vi sarà piú in essa alcun bimbo che viva solo pochi giorni, né vecchio che non compia i suoi giorni, poiché il giovane morirà a cento anni e il peccatore che non giunge ai cento anni, sarà considerato maledetto.
21 Costruiranno case e le abiteranno pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto.
22 Non costruiranno piú perché un altro vi abiti, non pianteranno piú perché un altro mangi; poiché i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi; e i miei eletti godranno a lungo dell’opera delle loro mani.
23 Non faticheranno invano né daranno alla luce figli per una improvvisa distruzione, perché saranno la progenie dei benedetti dall’Eterno e i loro discendenti con essi.

In altre parole, sta dicendo: benché questo mondo di uomini peccatori sia spavaldo nella sua resistenza contro di e, la mia grazia sovrana e la mia pazienza dureranno di più e vinceranno la loro resistenza. Perché sta giungendo un tempo sulla terra in cui se uno morirà di 100 anni tutti si chiederanno cos’abbia fatto di così male per morire così giovane. Lo vedete? Verso 20. “Non vi sarà piú in essa alcun bimbo che viva solo pochi giorni,” niente aborti spontanei né morti in culla, “né vecchio che non compia i suoi giorni, poiché il giovane morirà a cento anni e il peccatore che non giunge ai cento anni, sarà considerato maledetto”. Pertanto, sta giungendo un tempo sulla terra in cui se uno muore all’età di 100 anni tutti gli alti si chiederanno cosa possa aver fatto di male per morire così giovane. Ora, cosa vi dice questo di tutti gli altri che si fanno questa domanda? Sono molto vecchi. Se si chiedono perché questo giovanotto di 100 anni sia morto nella sua giovinezza, essi devono essere vecchi molte centinaia di anni. Che non è niente di strano. Prima del diluvio la gente viveva fino a 900 anni e più e il Nuovo Patto è ben più grande del Vecchio Patto, così verrà un tempo sulla terra in cui la gente vivrà più a lungo di Noè e di Metusela e di tutti gli altri. Qualcuno dice: ebbene, sta parlando del paradiso. Non sta parlando del paradiso, non si muore a nessuna età in paradiso, e ancor di più non nascono bambini in paradiso (vs.23). Perciò qui sta parlando di una popolazione sulla terra di persone che vivono parecchie centinaia di anni i quali vivono, si riproducono, hanno vite produttive, non lavorano solo fino ai 65 anni e vanno in pensione per 900 anni. Lavorano e hanno figli per centinaia d’anni, perché la grazia di Dio e la sua pazienza vivrà di più e vincerà la resistenza degli uomini. Questo è il nostro studio in evangelismo. 

Preghiamo:

Ti ringraziamo, Padre, per aver messo in mente a Paolo di ricordarci questi grandi passi del Vecchio Testamento, aiutaci a vivere con braccia spalancate verso un modo incredulo perché noi siamo umiliati a profonda gratitudine nel ricordare per quanto tempo tu sei stato a braccia aperte per noi. Nel nome di Cristo ti preghiamo. Amen.


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