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Romani 8 

La Vita nello Spirito

Il nostro testo, oggi, è Romani capitolo 8, e leggeremo fino al verso 14.

8. 1 Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesú, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito,
perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesú mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
Infatti ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,
affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito.
Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito.
Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace.
Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.
Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio.
Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete piú nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui.
10 Se Cristo è in voi, certo il corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustizia.
11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesú dai morti abita in voi, colui che risuscitò Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in voi.
12 Perciò, fratelli, noi siamo debitori non alla carne per vivere secondo la carne,
13 perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete.
14 Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio.

Non c’è un posto buono per fermarsi nella lettura di questo capitolo 8, ma ci fermeremo qui per quest’oggi. 

Qualcuno ha detto: Se la bibbia è un bellissimo diamante, l’ottavo capitolo di Romani sarebbe la sua sfaccettatura più brillante. Copre l’intera gamma della salvezza, l’intera gamma dell’amore di Dio per il suo popolo in Cristo da eternità a eternità, comincia con nessuna condanna, conclude con nessuna separazione. E quella congiunzione “dunque” (perciò) è probabilmente il dunque più pieno di significato di tutta la bibbia perché fa di Romani 8:1 la maestosa applicazione di tutto ciò ch’è stato detto fin qui e l’implicazione di quanto detto fin qui nel libro di Romani. “Non vi è dunque…”, alla luce di quanto  avete imparato nel primo capitolo vero 16 nell’esplicitazione del tema del vangelo; la seconda metà del capitolo 3, la natura della giustificazione; capitolo 4 la natura della fede salvifica; capitolo 5 l’unione cha abbiamo con Cristo; capitolo 6 cosa significa quell’unione nel qui ed ora nella nostra vita cristiana; capitolo 7 benché lottiamo col peccato siamo sposati con Cristo non siamo più sotto l’accusa della legge; capitolo 8 siamo gli eredi e i coeredi  di Dio in Cristo e della sua meravigliosa salvezza — dunqueperciò— la maestosa implicazione di tutto questo è che non c’è più nessuna condanna di nessun genere per coloro i quali sono in Cristo Gesù. Questa è la maestosa implicazione: nessuna condanna di nessun possibile tipo, per tutti quelli che sono in Cristo Gesù, a motivo della realtà di tutto quello che Paolo ha detto fin qui in questo libro. Ora cos’è questa “nessuna condanna”? Cos’è la condanna? Ebbene, la bibbia dice che tutti, eccetto quelli che sono in Cristo, sono sotto la condanna di Dio, ed essere liberi dalla condanna significa tre cose. Significa che siamo stati liberati dalla nostra colpa per il peccato. Che non siamo più sotto condanna a motivo dei nostri peccati perché i nostri peccati sono stati caricati su Cristo. In secondo luogo, non siamo più soggetti al giudizio di Dio, il salario del peccato è la morte e noi che pecchiamo meritiamo di morire ma non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, ma anche, se si interpreta quella parola ‘condanna’ alla luce dei capitoli precedenti che trattano della libertà dal potere del peccato, quella salvezza include il fatto che siamo stati liberati dal potere tirannico del peccato sulla nostra vita. Vedete, solo Cristo poteva condannare il peccato in modo tale da scombinare il suo potere, e sottrarre dal suo potere quelli che gli appartengono. Così, questa ‘condanna’ è usata nel proprio contesto, non solo a significare una liberazione della colpa del peccato e dalla assoggettabilità al giudizio di Dio, ma significa anche essere messi al largo dal dominio tirannico del peccato sulla nostra vita. Non vi è, dunque, alcuna condanna di qual che sia tipo — per chi? “Per coloro che sono in Cristo Gesù”. La bibbia è specifica. Vi ricordate che abbiamo visto nel libro di Romani, e nelle epistole del NT, l’espressione riassuntiva, la locuzione più importante dell’intero Nuovo Testamento: “in Cristo” indica l’unione e la comunione che abbiamo con Cristo. Ora, chi sono queste persone che sono in Cristo? Romani 5 dice che un tempo erano nella famiglia di Adamo, rappresentati da Adamo ma ora sono in Cristo e sono rappresentate da Lui. Romani 6 dice che sono stati crocefissi con Cristo e risuscitati dai morti con Cristo a novità di vita. Romani 7 ha detto che sono morti alle richieste della legge nei loro confronti e sono sposati a Cristo, uniti a lui, congiunti a lui, maritati con lui — mediante la fede in lui. Pertanto, essere in Cristo è essere un credente genuino. Questo è ciò che lo Spirito Santo fa da un lato e la nostra fede dall’altro, che è un dono di Dio, non per opere affinché nessuno si glori, questo è ciò che porta Cristo e un peccatore insieme in una unione inseparabile, vitale, legale, che nulla nel tempo o nell’eternità può rompere. Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, cioè per coloro i quali realmente credono nel Signore Gesù Cristo. Sentite cosa dice Lutero, e lui è sempre colorito nelle sue espressioni, cosa dice Matin Lutero riguardo alla nostra fede che ci unisce a Cristo:

La fede unisce l’anima con Cristo come una sposa col proprio marito, tutto ciò che Cristo possiede diventa proprietà dell’anima credente, e tutto ciò che l’anima credente possiede diventa proprietà di Cristo. Cristo possiede tutte le benedizioni celesti e la vita eterna, esse sono di lì in poi proprietà dell’anima, l’anima possiede tutte le proprie iniquità e peccati, essi diventano, da quel momento in poi, la proprietà di Cristo. È in quel momento che ha inizio un benedetto scambio, Cristo, che è sia Dio sia uomo, Cristo che non ha mai peccato e la cui santità è perfetta, Cristo l’onnipotente ed eterno prende su sé stesso tutti i peccati del credente, tutti questi sono perduti e aboliti in lui perché nessun peccato dimora davanti alla sua giustizia infinita. In questo modo, per fede, l’anima del credente è liberata del peccato e rivestita della giustizia eterna  del suo sposo Gesù Cristo. Non vi è dunque alcuna condanna per chiunque crede nel Signore Cristo Gesù. 

Com’è rimossa questa condanna? Ricordate tre cose: colpa per il peccato, responsabilità penale, e liberazione dalla tirannia del peccato, e i versi 2 e 3 ce lo dicono. Ora, abbiamo già avuto modo d’indicare i molti modi o significati in cui Paolo usa la parola ‘legge’ nel libro di Romani, e qui c’è una di quelle occasioni in cui la parola legge significa principio regolatore, o potenza. Pertanto tradurremo qui la parola legge con potenza. Perché la ‘potenza’ dello Spirito della vita in Cristo Gesú mi ha liberato dalla ‘potenza’ del peccato e della morte. Questo ci riporta indietro fino al capitolo 5 versi 20 e 21, vi ricordate che capitolo 6, capitolo 7 e capitolo 8 fluiscono da questi due versi? Versi 20 e 21 del capitolo 5

“Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché come il peccato ha regnato nella morte, cosí anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesú Cristo, nostro Signore.”

La potenza maggiore dello Spirito santo, l’autore della vita per quelli che sono in Cristo, ci ha liberati da quel vecchio regno di peccato e di morte sotto il quale vivevamo prima di essere convertiti. Perciò, il primo modo in cui questa condanna è rimossa è mediante la libertà dal potere distruttivo, regolatore, governante, tirannico del peccato nella nostra vita dalla potenza dello Spirito santo che governa la vita, dalla potenza maggiore, dello Spirito di Cristo. Il secondo modo in cui quella condanna è rimossa è espresso nel verso 3

“Infatti ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne”.

Così il secondo modo in cui quella condanna è rimossa è mediante il giudizio di Dio sul nostro peccato riversato sul nostro redentore Gesù Cristo, nostro vicario sulla croce. Ora, cos’è che la legge non poteva e non può fare? La legge di Dio non può giustificare, non può perdonare i peccati, non può darti giustizia davanti a Dio, non può darti vita eterna, non ti può adottare nella famiglia di Dio, non può darti potenza, non può santificarti, non ha il potere di salvarti dalla condanna che impone su di te. Queste sono le cose che la legge non può fare, perché ciò che era impossibile alla legge, perché era senza forza a motivo della carne, cioè a motivo della depravazione e del peccato nella nostra vita di esseri umani, Dio l’ha fatto! E l’ha fatto nel vangelo, mandando suo figlio nella somiglianza della carne di peccato, ora questa è un’affermazione di rilievo, Gesù non fu un peccatore, benché abbia portato i nostri peccati, quei peccati non fecero di lui un peccatore, e al contempo egli prese su se stesso la perfetta carne umana, non toccata e non stravolta dagli effetti del peccato dell’uomo, l’umanità che prese su se stesso fu l’umanità caduta fatta eccezione per il peccato con tutti i suoi vari effetti che ci si aspetta il peccato possa avere sulla nostra umanità, morte, malattia, dolore, tristezza, tutte queste varie cose. E credo questo sia il motivo per cui usa la parola ‘simile’, per farci capire che Cristo non fu un peccatore ma che sì, prese su se stesso la carne decaduta e in quanto ‘offerta per il peccato’ ha condannato il peccato nella carne. Dunque Dio diede suo Figlio per essere un’offerta per il peccato, cioè un sacrificio sostitutivo al posto nostro, prendendo su di sé la condanna che i nostri peccati meritano e condannando il peccato nella sua carne con tale potenza che avrebbe fatto perdere la sua potenza di annullare la sua volontà per noi, e di avere un dominio tirannico sulla nostra vita di cristiani. 

Ora, perché Dio ha rimosso questa condanna? Noi la meritavamo, ci spettava, voglio dire, ce la siamo tirata addosso, e dunque perché? Qual era l’obbiettivo che Dio voleva raggiungere, per la sua gloria, Dio fa tutto per la sua gloria, ma sotto la sua gloria qual era l’obbiettivo che Dio voleva raggiungere rimuovendo quella condanna che pendeva sul nostro capo a motivo dei nostri peccati; lo dice il verso 4: “Affinché la giustizia” — i requisiti — “della legge si adempiano in noi”. Non dice: affinché fossimo liberi dalle richieste della legge di Dio e dal nostro obbligo d’obbedirla; non dice: affinché la giustizia della legge sia adempiuta per noi; dice: affinché la giustizia della legge di Dio, cioè giustizia che è conformità alla legge di Dio  dal cuore, motivata dalla fede nel Signore Gesù Cristo, alla gloria di Dio; che la ragione per cui la condanna fu rimossa, la ragione per cui la potenza dello Spirito santo ci ha liberati dal potere del peccato e dalla morte, la ragione per cui Dio ha dato suo Figlio come sacrificio per il peccato per condannare il peccato nella carne fu in modo che, affinché, i requisiti della legge si adempiano in noi. Qual’è il requisito? Obbedienza! Pertanto, Dio ci ha salvati, non tanto per fare in modo che non andiamo all’inferno quando moriamo, quella, sia lodato il Signore, è parte delle conseguenze, ma Dio ci ha salvati in Cristo affinché fossimo obbedienti. Vedete, grazia non è anarchia, torniamo di nuovo a questo tema. La grazia di Dio non è anarchia, la grazia di Dio non ti salva affinché tu viva come ti pare e piace. Dio ti salva affinché tu possa essere e fare ciò che Dio aveva inteso tu fossi e facessi fin dal principio della razza umana e questo è che tu obbedisca la sua volontà e viva sotto la sua autorità. E così qui vedete che lo scopo di aver rimosso questa condanna è che voi ed io che non siamo più condannati, possiamo essere di nuovo in una posizione, posizione che abbiamo perso con la caduta di Adamo, che possiamo essere di nuovo nella posizione di vivere una vita obbediente. Non una vita perfetta, fino alla seconda venuta, ma quell’obbedienza è un segno che veramente siamo in Cristo. È la prova che realmente siamo credenti. Da dove si riceve potenza per vivere questo tipo di vita, questa vita obbediente, questa vita giusta, questa vita santa? Verso 4: “affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito. È solo quando dipendiamo, non da noi stessi, ma dallo Spirito santo che vive in noi che siamo capaci di vivere questo tipo di vita; e lo Spirito santo fu acquistato per noi da Cristo sulla croce. Il motivo per cui noi credenti abbiamo lo Spirito santo è perché questa è una delle grandi benedizioni che il Signore Gesù Cristo ha acquistato per noi.

Così, noi abbiamo lo Spirito santo nella nostra vita ed ora, anziché fare affidamento su noi stessi, siamo capaci di essere e di fare ciò che Cristo ci ha acquistati perché fossimo e facessimo, e cioè persone obbedienti, obbedienti alla sua legge. La chiave del successo, questo sarà l’argomento di cui parleremo per il resto del sermone, la chiave del successo nel vivere e pensare da cristiani ogni giorno, malgrado tutte le tentazioni e le pressioni della vita, è lo Spirito santo. Quella è la chiave. La vita cristiana inizia, continua e termina con l’attività dello Spirito santo. Ci sono due idee nella Bibbia che rappresentano efficacemente il nocciolo della vita cristiana; se enfatizzate l’una a spese dell’altra sarete dei legalisti; se enfatizzate l’altra a spese della prima sarete dei selvaggi fanatici. Sono sempre insieme. E sono queste due parole insieme che descrivono la natura della vita cristiana: Legge e Spirito. La legge di Dio e lo Spirito di Dio. I binari su cui corre la vita cristiana, la guida per la vita cristiana è la legge di Dio, non è di nessun aiuto nella giustificazione, ma è di grande aiuto nella santificazione nel vivere per Cristo. Se enfatizzate legge, legge, legge, ad esclusione dello Spirito santo diventerete legalisti, e perciò dobbiamo enfatizzare il coinvolgimento dello Spirito santo nella nostra vita e il suo potere di santificarla; e se enfatizzate il ruolo dello Spirito santo nella vostra vita senza il ruolo della legge di Dio diventerete dei ciechi ed irrazionali fanatici. Entrambe queste idee insieme descrivono la natura della vera vita cristiana. 

E cos’è che conseguiamo nella nostra vita quando viviamo per lo Spirito santo? Santità di vita. Questa è la parola che identifica il figli di Dio. L’abbiamo visto questa mattina nello studio di Isaia 62; 63; 64; dice che quando il Signore cambia il nome alla sua chiesa e rinnova la sua chiesa, diventerà un popolo santo, sarà un popolo separato a Dio, avrà una vita santa; e questo è il tema di Romani 8: come vivere una vita santa. In altre parole, questo messaggio di oggi, è per tutti quelli che vogliano vivere la vita cristiana meglio di come ha vissuto finora. E nel testo che abbiamo letto ci sono per noi tre risposte che ci aiuteranno ad essere cristiani migliori se le riflettiamo e le mandiamo ad effetto nella nostra vita. Perché dovremmo essere santi? Qual’è la motivazione per vivere una vita santa, in obbedienza a Dio, dal cuore, da fede nel Signore Gesù Cristo, alla sua gloria. Perché dovremmo essere santi? Qual’è la motivazione? Secondo, cos’è santità? E poi terzo, e qui è dove spenderemo la maggior parte del nostro tempo, come si consegue la santità.

Ebbene, prima di tutto: perché dovremmo essere santi? La risposta è nei versi 1, 2 e 3 del capitolo 8. Qual’è la motivazione? Non c’è più alcuna condanna! Che significa, alla fine del brano, niente separazione dall’amore di Dio. La potenza dello Spirito santo ci ha liberati dal potere del peccato e della morte. Ciò che noi non potevamo fare coi nostri meriti, coi nostri sforzi, Dio l’ha fatto mandando suo Figlio a essere il sacrificio per il peccato. La motivazione è la gratitudine per la salvezza della colpa del peccato e dalla corruzione del peccato nel Signore Gesù Cristo e per la potenza dello Spirito santo. In che consiste questa santità di vita? Ce lo dice il verso 4: obbedienza alla legge biblica, dal cuore, per amore di Gesù Cristo, con l’aiuto dello Spirito santo. Ricordatevi perché ha dato nome Gesù a Gesù in Matteo 1:21. Un Angelo ha detto a Giuseppe, gli porrai nome Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati. ora, noi potremmo fare il caso da diversi altri passi nella bibbia, che Gesù è venuto a salvarci dall’inferno, ma questo non è il punto che la bibbia sta facendo qui. Gli porrai nome Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati, dal peccare così tanto, dalla tirannia e dal dominio del peccato su di essi. Questo è il motivo per cui il Signore Gesù Cristo fu mandato sulla terra, per salvarci dal peccare così tanto e per farci santi. Cos’abbiamo imparato attraverso tutto il libro di Romani? Il vangelo dà quella santità e giustizia di vita che la legge di Dio comanda ma non può dare. E dunque, cos’è la santità? Non è qualche tipo di legalismo dove qualche chiesa o qualche denominazione istituisce delle regole, e devi assicurarti di riuscire a mettere una crocetta ad ognuna di queste regole fatte dall’uomo, la santità di vita non è una qualche depravazione della vita come l’ascetismo dove ci si ritira da questo modo e dalla vita fisica, basta imparare a suonare la chitarra e pensare a cose sante, a cose spirituali tutto il tempo, e a morire e andare in paradiso. La santità di vita è molto pratica, è una vita nella quale ci si sforza di vivere in conformità con la parola di Dio e di evitare di peccare così tanto. Noi possiamo avere la sicurezza di essere salvati dall’inferno dopo la morte, se sperimentiamo la salvezza dal peccato prima di morire. La bibbia non offre nessuna speranza di salvezza per quelli che vivono nel peccato. Nessuna! La salvezza che la bibbia offre non è salvezza nel peccato, è salvezza dal peccato. È potenza, è presenza. E come abbiamo visto questa santità di vita si raggiunge mentre viviamo nello Spirito santo. Parliamo dello Spirito santo nel tempo che ci rimane. Vivere nello Spirito richiede una comprensione  della persona e opera dello Spirito santo nella nostra vita di cristiani, e di cui la maggior parte dei cristiani è ignorante. Ed è perché hanno letto i libri che sono stati pubblicati negli ultimo dieci anni sullo Spirito santo. Forse. C’è ogni tipo di libro sullo Spirito santo che viene pubblicato oggi che non risveglia nessun interesse. Non meritano di essere letti, per niente. Se volete leggere i veri, solidi, sostanziali, libri sullo Spirito santo e su ciò che la Bibbia dice dello Spirito santo non leggete questa pletora di libri che non valgono due centesimi, leggete le grandi opere del passato che vengono ancora ristampate, grandi opere sullo Spirito santo che Dio ha usato e che sono perfettamente bibliche nella spiegazione delle cose. Il mio personale libro preferito sullo Spirito santo è stato scritto da un confederato, presbiteriano che si chiamava Vaughan, C.R. Vaughan, Un gran libro sullo Spirito santo, ma ci sono anche  altri libri sullo Spirito santo, libri di gente come Goodwin e Palmer e Morris. Se è vivendo per lo Spirito santo il modo in cui si raggiunge la santità di vita, allora dovremmo avere qualche solida comprensione di chi sia lo Spirito santo e di cosa la bibbia dice che faccia nella nostra vita. E c’è molto da imparare su di lui in questo capitolo, notate per esempio nel verso 2, come siamo diventati cristiani, lo Spirito santo è colui che ha fatto di noi dei cristiani. Noi non ci facciamo cristiani da soli, noi siamo diventati cristiani quando la potenza dello Spirito di vita spezzò la potenza del peccato e della morte su di noi. Perciò è lo Spirito santo che fa di noi dei cristiani. Guardate il verso 9, la prima parte: “Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete piú nella carne ma nello Spirito”. Come cristiani siamo nello Spirito, non siamo più nella carne, vale a dire governati dalla natura umana corrotta e controllata dal peccato, viviamo nel regno della grazia a vivere nel regno della grazia significa vivere nello Spirito. Tutte le risorse dello Spirito di Dio sono a nostra disposizione affinché viviamo la vita cristiana ora. La seconda parte del verso 9: “Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete piú nella carne ma nello Spirito”. Nel momento in cui si è rigenerati, nel momento in cui si diventa cristiani in quel momento lo Spirito santo ha cominciato a vivere la sua vita nella nostra vita. Ha preso dimora nella nostra vita e ha portato con sé la pienezza delle risorse di Dio perché lo Spirito santo è Dio, la terza persona della trinità. Perciò, la grande differenza tra voi e il non credente è che  la sola persona che vive nel non credente è lui stesso mentre in voi vivete voi stessi e lo Spirito santo di Dio. E poi notate nell’ultima parte del verso 9: “Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete piú nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui”. Notate che Paolo non fa una distinzione tra cristiani che hanno lo Spirito santo e cristiani che non hanno lo Spirito santo. La distinzione è tra cristiani che hanno lo Spirito santo e tutti gli altri che non ce l’hanno. E non conta ciò che professi di credere e non contano le emozioni che sperimenti, se non hai lo Spirito santo nella tua vita tu non appartieni a Cristo. Tutti i cristiani, veri cristiani hanno lo Spirito santo.

Non c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha nella fede cristiana come il movimento carismatico vorrebbe farci credere, Ma se tu non hai lo Spirito di Cristo tu non appartieni a Lui. Per niente.

E poi notate il verso 10: “Se Cristo è in voi, certo il corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita”. S maiuscola, perché ciò che abbiamo visto fin qui è che la battaglia dentro di noi è tra la carne  e lo Spirito non a significare la carne e le ossa contro l’anima, significa il residuo di quella vecchia vita che ancora rimane in noi e la presenza dello Spirito santo e quella vita che porta dento di noi. Perciò, lo Spirito porta la potente presenza di Cristo nella nostra vita e ci abilita a vivere per Cristo. E poi, nell’ultima parte del verso 10: “Se Cristo è in voi, certo il corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustizia”. Malgrado la nostra vita fisica si stia indebolendo e consumando, la vita che lo Spirito dà sta crescendo ogni giorno sempre più forte a motivo dell’operosa presenza dello Spirito santo in noi.

Verso 11: “E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesú dai morti abita in voi, colui che risuscitò Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in voi”. E questo ci dice la grande verità che lo Spirito santo resusciterà i nostri corpi fisici dalla tomba un giorno, questa è la potenza che Dio utilizzerà per resuscitarci dai morti. La potenza dello Spirito santo. Ora, questo è significativo. Quello Spirito, in altre parole, che vive in te come credente, non ti lascerà mai finché ti resusciterà dai morti. E questo è uno dei grandi pilastri della nostra dottrina della sicurezza eterna e l’assicurazione della nostra salvezza in Cristo. E poi notate versi 12 a 14, torneremo a questo verso tra un po’. “Perciò, fratelli, noi siamo debitori non alla carne per vivere secondo la carne, perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete”. E perciò è la presenza dello Spirito santo in noi che ci abilità ad astenerci dal peccare così tanto, a dire no al peccato e sì a Cristo. Nei versi da 14 a 17

Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio.Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitú per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre». Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo”. Qui vedete lo Spirito santo lavorare in noi per renderci capaci di vivere una vita santa, giusta, pia.

Versi 26 e 27: Ci torneremo, questo è un grande passo che ci dice che lo Spirito santo non solo sovviene alle nostre debolezze in genere ma in modo particolare ci abilita a pregare in modo tale che Dio ascolta le petizioni, e poi nei versi d 28 a 30 vediamo che lo Spirito santo è Colui che ci conforma all’immagine di Cristo, e perciò lo Spirito santo ci fa sempre più simili a Gesù e con ciò raggiunge lo scopo di Dio per la nostra vita. Queste sono solo sintesi di alcune delle cose che lo Spirito santo fa nella nostra vita di cristiani. Ma più specificamente nel nostro testo vediamo che vivere nello Spirito richiede la nostra costante dipendenza dallo Spirito santo in noi per renderci capaci di vivere una vita santa. Vivere nello Spirito richiede la nostra costante, consapevole dipendenza dallo Spirito santo in noi per abilitarci a vivere una vita santa. Verso 4: noi dobbiamo camminare secondo la potenza dello Spirito e non secondo la natura umana corrotta e controllata dal peccato se vogliamo vivere fedeli a Dio. Ma notate il verso 5: “Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito”. Noi dobbiamo volgere la mente allo Spirito santo e non alla corrotta natura umana controllata dal peccato. Qui abbiamo un contrasto, uno dei tanti contrasti che ci sono nella bibbia tra i salvati e i perduti. I perduti sono descritti come coloro che sono secondo la carne e volgono la mente alle cose della carne; vale a dire che sono completamente presi dalla carne, sono totalmente depravati, non sono mai stati liberati dal regno del peccato e della morte e portati nel regno della grazia, sono ancora perduti nelle loro trasgressioni e peccati, l’intera loro vita interiore e tutti i loro pensieri sono condizionati e modellati secondo le cose della carne, la parola greca per “mente” non significa solamente le capacità intellettive, significa l’intera vita interiore, che l’intera vita interiore, tutto dentro di essi, le emozioni i pensieri gl’interessi, i sogni, i desideri, il tutto del non credente, l’uomo che è secondo la carne, ha tutta la sua vita ripiena di depravazione. I suoi pensieri, tutto della sua vita interiore è controllato dalla sua depravazione umana.

In contrasto con tutto questo, dall’altro lato, coloro che camminano secondo lo Spirito  fanno le cose dello Spirito. Vale a dire che quelli che sono dello Spirito, coloro che hanno sperimentato questa trasformazione radicale di cuore e anima e mente e vita, mediante la trasformante potenza dello Spirito santo, l’intera loro vita interiore adesso è interessata a qualcos’altro, è focalizzata su qualcos’altro; ciò che assorbe la loro intera vita interiore adesso non è più la vecchia via di peccato, non provano più piacere nel pensare di peccare, detestano la loro colpa, sono imbarazzati dal fatto di essere ancora peccatori e ora l’intera loro vita interiore, i loro pensieri, i loro interessi, le loro emozioni è assorbita dalle cose dello Spirito; cioè le cose che lo Spirito santo sta facendo nella loro vita, le cose che lo Spirito ha loro rivelato di sé nella sua parola, talché se noi dobbiamo vivere nello Spirito dobbiamo costantemente dipendere dallo Spirito santo tutti i nostri giorni, ogni momento di ogni giorno, se vogliamo vivere una vita santa. Se siamo dello Spirito, dobbiamo badare alle cose dello Spirito e l’intera nostra vita interiore sarà riempita da queste cose. Non perfettamente. Ci saranno momenti nel quali ci verranno pensieri e desideri dei quali ci vergogniamo, vi ricordate il grande combattimento che abbiamo visto nell’ultima parte di Romani 7: “Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio”. Ciò che sta dicendo è che una persona che sia dello Spirito ha la mente assorbita dalle cose dello Spirito, sono è l’oggetto che assorbe la sua vita, non perfettamente per ora, ma anela a quel giorno quando sarà capace di farlo perfettamente.

E poi nei versi da 6 a 8 impariamo che vivere nello Spirito significa che dobbiamo sottometterci al piacere dello Spirito santo. Notate cosa dice nei versi da 6 a 8 del povero incredulo: “Infatti la mente controllata dalla carne”, cioè chi non è ancora cristiano, chi è ancora sotto la tirannia del peccato, “Infatti la mente controllata dalla carne produce morte”, potrà sembrare vivo, ma la morte è il fatto supremo delle sua vita. “Infatti, la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace”. Per questo (ovvero: perché)” qui c’è perché questo è vero, “Perché la mente controllata dalla carne” la persona la cui intera vita interiore è posta in ribellione contro Dio, è posta nella carne è inimicizia contro Dio, “perché (la sua mente) non è sottomessa alla legge di Dio, perché nemmeno è capace di farlo, e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio” son ostili nei confronti di Dio. “Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio”. Ora, se volete andare ad uno dei passi biblici più chiari che descrive la natura umana del non credente, questo è il passo. Questo è il passo dal quale noi traiamo le due frasi descrittive della fede riformata riguardo alla natura del non credente. Depravazione totale e inabilità totale. È totalmente depravato, che significa che non è solo un po’ depravato, ogni aspetto del suo essere, personalità, intelletto, tutti di lui o di lei è corrotto dal peccato e questo lo rende incapace di fare qualsiasi cosa per la propria situazione, è impossibile che possa fare qualcosa che piace a Dio. Notate come lo dice. Perché, una persona che sia un non credente ha tutta la sua vita interiore posta sulle cose della carne? “Perché (o infatti) verso 6, la mente controllata dalla carne è morte, la mente controllata dallo Spirito è vita e pace”. Perché la mente controllata dalla carne è ostile, è inimicizia contro Dio, l’intera vita interiore è inimicizia contro Dio. Perciò, quando un non credente vi dice: “io amo Dio” — o sta mentendo o ha ingannato sé stesso. Chi crederai? Crederai la bibbia o crederai il non credente? Il non credente può pensare che ama Dio, il non credente può amare un Dio di propria fattura, ma è in inimicizia contro il Dio vero e vivente che veramente esiste. Ed è solo quando sei stato trasformato dallo Spirito santo che hai la capacità di amare Dio. E dunque qui dice: La mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio; vedete, la cosa terribile del non credente è che egli è ingannato riguardo la propria vera condizione. Un non credente può pensare di essere la persona più religiosa al mondo; può pensare che ama Dio, che vuole adorare Dio più di chiunque altro, ed è tutto un inganno, perché il suo cuore è pieno d’inimicizia contro Dio, e come viene a galla quell’inimicizia? Non si sottomette alla legge di Dio, non vuole! La frase successiva dice che non può, ma non vuole, l’intera vita interiore di un non credente non si sottometterà alla volontà di Dio, e a motivo della sua depravazione che si manifesta lungo tutta la sua vita facendo di lui o di lei un morto, non è nemmeno capace di obbedire a Dio, non è nemmeno capace, non può obbedire Dio. Non vuole e non può. Direte: “Conosco dei non credenti che obbediscono Dio”, ebbene, no, non ne conosci, a meno che questo versetto non sia vero. Avete visto non credenti portare la loro vita in conformità con dei comandamenti esternamente, perché non voglio affrontare le conseguenze del peccato, non sparano a qualcuno con cui sono adirati perché sono dei meravigliosi cristiani dentro, ma perché non vogliono andare in prigione o finire sulla sedia elettrica, ma non è perché amano Dio e vogliono glorificarlo obbedendo alla sua legge. Possono obbedire leggi esternamente per ragioni di sopravvivenza e simili, ma nel profondo della loro vita sono morti. Non si sottomettono alla legge di Dio, non ne sono capaci, vedete se qualcuno ha questa traduzione del verso 8: “E quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio quasi per niente”. Qualcuno ha questa particolare traduzione? Vediamo con questa: “E quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio il più delle volte”. No. “E quelli che sono nella carne” quelli che sono totalmente depravati, quelli che sono ancora non rigenerati, ancora increduli, “non possono” “non possono piacere a Dio”. Non c’è mai stato un momento nella vita del povero non credente nel quale abbia fatto qualcosa che sia piaciuto a Dio. Tutto ciò che il povero non credente fa è peccaminoso.

Il cristiano è esattamente l’opposto. Anziché essere dominato da morte spirituale e dall’empietà che l’accompagna, la sua totale vita interiore è adesso dominata da pace e da vita, ed ora, in ragione della potenza dello Spirito santo in lui o in lei è in grado di vivere per piacere a Dio per la prima volta nella sua vita, fare ciò che piace a Dio, e di gioire nel fare ciò che piace a Dio. Di fatto questo adesso è per lui l’obbiettivo della sua vita, vivere per piacere a Dio. Questo è ciò che lo Spirito santo fa in noi secondo Filippesi 2: 12 e 13: “compite la vostra salvezza con timore e tremore” dice, operate diligentemente le implicazioni della vostra fede nella vostra vita di tutti i giorni, “poiché Dio (lo Spirito di Dio) è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.” Perciò, voi siete in grado di mettere in atto le implicazioni della vostra fede in obbedienza a Dio a motivo della presenza e della potenza dello Spirito santo in voi, che vi da sia il desiderio che la capacità di vivere per il piacere di Dio. Diversamente dal povero non credente che non vuole e non può fare alcunché per piacere a Dio.

E poi, nei versi 12 e 13 vediamo che vivere nello Spirito significa che dobbiamo combattere il peccato nella nostra vita nella potenza dello Spirito, ogni giorno. Vediamo questi versi: “Perciò”, ora, ogni volta che vedete Paolo usare un “Perciò” sta facendo un’applicazione. “Perciò”, qual’è l’applicazione che dobbiamo fare adesso dopo tutto quello ch’è stato detto nei precedenti 11 versi? “Perciò, fratelli”, sta parlando a cristiani, “noi siamo debitori non alla carne per vivere secondo la carne, perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete”. Ciò che questo significa è che se stiamo vivendo nello Spirito santo noi dobbiamo sempre essere nel procedimento di, per citare John Owen, uccidere il peccato, perché esso è sempre al lavoro in noi per ucciderci; dobbiamo essere sempre più duri nel criticare noi stessi che nel criticare altri, e dipendendo dallo Spirito di Dio per la forza dobbiamo cercare di evitare di peccare. Dobbiamo essere sempre in guardia contro le tentazioni, e non appena una tentazione si presenta nella nostra mente dobbiamo voltarle le spalle, non dobbiamo dare al peccato una occasione; ed è lo Spirito santo che ci assiste in questa responsabilità di combattere il peccato nella nostra vita. Vediamo di notare in questi versi 12 e 13, questi saranno gli ultimi versi che prenderemo in considerazione quest’oggi, ma osserveremo ogni parola nel verso 13. “Perciò, fratelli, noi siamo debitori” in altre parole noi siamo in obbligo di vivere in un certo modo, perché siamo ‘fratelli’, perché siamo ‘in Cristo’. Noi non siamo in obbligo di vivere nel modo in cui vivevamo, non dobbiamo più vivere in quel modo. Non siamo debitori alla carne, da vivere in quelle maniere che la nostra vecchia carne ci diceva che dovevamo fare, perché se vivrete secondo la carne voi morrete, non siete veramente cristiani. Se tu professi d’essere cristiano e sei perfino battezzato e stai ancora vivendo nello stesso modo in cui vivevi prima di diventare cristiano, morirai, morirai nel senso più pieno della parola, fisico ed eterno, perché sei ancora spiritualmente morto. Ma malgrado non siamo più obbligati ad obbedire alla carne  ora, ed essere schiavi del peccato, siamo ancora ancora in debito, in obbligo. Paolo non ha finito la frase, ma ciò che intende è ovvio. Noi siamo ancora obbligati di vivere un certo tipo di vita ora che siamo persone nuove, ora che la condanna non pende più sopra la nostra testa, ora che la potenza dello Spirito di vita ci ha liberati dal potere del peccato e della morte, ora che Dio ha dato suo Figlio come sacrificio per condannare il peccato nella carne, ora noi siamo debitori, siamo in obbligo, siamo indebitati, di vivere un certo tipo di vita, una vita che è coerente con ciò che siamo. Una vita nella quale non pecchiamo quanto eravamo abituati a fare, e una vita nella quale adesso il grande desiderio che abbiamo nel cuore è solo d’obbedire il Signore. Verso 13 “Perché se” ora, voglio che notiate l’universalità di questo comando, la ragione è che, benché siamo nuove creature in Cristo abbiamo ancora del peccato che dimora dentro di noi, e ora voglio che notiate l’universalità di questa cosa, chi sono i destinatari qui di questo comando di mettere a morte  il peccato, “Poiché se VOI vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito VOI fate morire le opere del corpo, VOI vivrete.” Se non fate morire le opere della carne, VOI, fratelli, ricordate che sta parlando ai fratelli, verso 12, voi fratelli, voi che siete credenti professanti nel Signore Gesù Cristo, voi che condividete l’uno con l’altro questa comunione con Cristo, se VOI, che professate di essere cristiani vivete secondo la carne non siete cristiani per niente. E perciò è un dovere e Paolo sta annunciando questa responsabilità ad ogni cristiano, ogni cristiano dal più giovane al più vecchio, finché siamo vivi in questo corpo abbiamo la responsabilità di mettere a morte il peccato nella nostra vita. VOI, per la potenza dello Spirito, mettete a morire le opere della carne, se lo fate, fratelli, vivrete, se non lo fate, morrete, perché significa che non siete mai stati cristiani fin dal principio. Ora, questa frase non è indirizzata a non credenti. Sarebbe crudele dire ad un non credente: non peccare più! E terminare lì la frase, perché il non credente è uno schiavo del peccato e peccherà finché lo Spirito di Cristo non lo liberi. Ma voi siete già stati liberati. Se lo dite ad un non credente sarebbe come dire ad uno schiavo non comportarti da schiavo. State deridendo le sue catene. Perciò questa è un’esortazione che è indirizzata direttamente ai cristiani, a tutti i cristiani, e notate lo scopo di questo dovere, tutti i cristiani hanno i dovere, ma se VOI mettete a morire le opere della carne, VOI vivrete. Ora questo non è insegnare salvezza per opere, questo è insegnare ciò che abbiamo sempre imparato, quel che il libro di Giacomo tratta, che siamo salvati per sola fede ma non per fede che è da sola; e che se abbiamo vera fede nel Signore Gesù Cristo questa ci motiverà a fare cose, come far morire il peccato nella nostra vita. E se non stiamo combattendo per cercare di non peccare così tanto nella nostra vita, a volte avremo più successo di altre, ma ci sarà sempre quell’odio verso il peccato, ci sarà sempre quell’amore per l’obbedienza, ci sarà sempre quel combattimento contro il peccato, e se la nostra fede è reale si dimostrerà nel combattimento contro il peccato nella nostra vita, e questa sarà la prova che la vita che ci è stata data per la potenza dello Spirito santo è di fatto vera ed eterna. Ora, qual’è la definizione di questo dovere. In che consiste?  Perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete”. Far morire le opere del corpo, questa è la responsabilità che voi ed io abbiamo. Far morire qualcosa significa che gli togliete la potenza. Rimuovete la sua vitalità, non ha più la forza che aveva una volta. Questo è ciò che è far morire qualcosa. Far morire le opere del corpo intende tutti quei svariati modi nei quali il peccato ancora presente in noi si manifesta nella nostra vita. In altre parole dire di far morire le opere del corpo è dire che stiamo trattando con peccati reali, sono peccati veri quelli che stiamo trattando, sono i peccati effettivi che dobbiamo far morire. E questo far morire le opere del corpo che i vecchi puritani usavano chiamare mortificazione è una continua, giornaliera, abituale opera  di combattimento contro, e di messa a morte del, peccato nella nostra vita per amore di Cristo e con l’aiuto del suo Spirito santo. Mortificare un uomo è ucciderlo. È toglierli la fonte della sua forza e vigore e potenza in modo tale che non può agire o muoversi in alcun modo. Un puritano ha detto che uccidere il peccato è lavoro duro, ed è un lavoro costante lungo tutta la vita del cristiano. Non c’è tempo o luogo scevro da questo conflitto. Ogni occasione ravviva la corruzione ed ogni ravvivamento chiama per ulteriore mortificazione. La corruzione è al lavoro nei nostri doveri migliori e chiama il cristiano ad operare per la sua morte. Donde viene al cristiano la potenza  per fare tutto ciò? Da dove viene la potenza per trattenerci dal peccare così tanto e per combattere il peccato ogni volta che lo vediamo spuntare nella nostra mente? “Se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete”. È lo Spirito santo in noi che ci da la potenza per fare proprio quelle cose che ci sono comandate. Mettere a morte il peccato nella nostra vita, essere in guerra col peccato nella nostra vita, trattenerci dal peccare ; è lo Spirito santo e la sua opera di santificazione da dentro di noi. La Bibbia dice che fa due cose: sradica via le vecchie tendenze peccaminose, abitudini e incoerenze che sono rimaste ancora in noi mettendole a morte, mortificandole, e porta in superficie, e coltiva e causa la crescita e lo sbocciare dei vari frutti dello Spirito, amore, gioia, pace ecc. e porta questi in superficie in modo tale che si manifestano nella nostra vita, ciò che i vecchi puritani chiamerebbero vivificazione. Mortificazione, vedete la parola morte, vivificazione, vedete la parola vita, che è lo Spirito santo che vi dà la potenza per dire no al peccato e la potenza per dire sì a tutto ciò che Dio comanda da noi e senza lo Spirito santo noi siamo schiavi del peccato. Ed è per questo che la vita cristiana è una vita vissuta giorno per giorno dipendendo dall’opera dello Spirito santo nella nostra vita. Pregate Lui, parlate con Lui, ringraziandolo per il modo in cui sta operando nella vostra vita e quando compare la tentazione chiedetegli di farvi forti.

Lasciatemi finire dandovi 4 o 5 consigli su come mettere a morte il peccato nella vostra vita, come dipendere dallo Spirito santo per peccare di meno e per mettere a morte il peccato nella vostra vita ed essere più santi. E questi sono probabilmente stati presi anni fa da un gran libro sulla mortificazione del peccato di un Puritano del 17° secolo, John Owen

  1. Tenete il vostro cuore ben supplito di motivi e principi evangelici. Tenete i vostro cuore ben supplito di motivi e principi evangelici. Che significa? Ebbene, abbiamo visto proprio all’inizio che è la gratitudine che ci motiva a vivere la vita cristiana. E perciò, più comprendiamo, più chiara è la nostra comprensione di Cristo e della sua persona e della sua opera, più la nostra mente è riempita di Cristo e delle cose dello Spirito piuttosto che delle cose di questo mondo, più saranno le nostre motivazioni per cercare di peccare meno.
  2. Mantenete sensibile la vostra coscienza alla colpa e al pericolo dei peccati che vi assillano di più. Tenete la vostra coscienza sensibile alla colpa e ai pericoli dei peccati che vi assillano di più. C’è un paragrafo interessante nel capitolo sul ravvedimento della Confessione di fede di Westminter sul ravvedimento che dice che non dovremmo accontentarci di un generico ravvedimento, ma è dovere di ciascuno adoprarsi nel ravvedersi di ogni peccato particolare che si commetta. (15, 5) Ci potrebbero essere dei peccati che turbano te ma che non turbano me, anche se lo dubito, ma nella tua vita potrebbero esserci dei peccati che turbano te più di quanto turbino qualcun altro, impara a conoscere te stesso, sappi quali sono i tuoi peccati, ogni tanto torna indietro alla legge di Dio e paragonati ad essa. E ciò ch’è ancora più efficace, ogni tanto paragona te stesso con la vita di Cristo. Mantenete la vostra coscienza tenera e sensibile.
  3. Evitate tutte le conosciute occasioni di peccato. Evitate tutte le risapute occasioni di peccato.  Questo significa, conosci te stesso bene abbastanza da sapere che in certe situazioni e in certi luoghi e in certe relazioni, e in certe attività,  per te sarà più facile del solito peccare. Evita quelle occasioni, quelle relazioni, quelle attività.
  4. Colpisci al primo comparire del peccato nella tua mente. Colpisci al primo comparire del peccato nella tua mente. Soffoca il bambino nella culla. Allontanati immediatamente, mollalo subito; il momento in cui vedete presentarsi una tentazione chiudete ad essa la vostra mente, volgete via la vostra mente, spegnetene il pensiero immediatamente e guardate costantemente a Cristo per l’uccisione del vostro peccato e aspettatevi che vi venga a salvare. Guardate costantemente a Cristo per l’uccisione dei vostri peccati e aspettatevi che vi venga a salvare. Come avete ricevuto Cristo, dice Colossesi, altresì camminate in Lui.
  5. Lungo tutta la vostra vita cristiana fate quello che avete fatto la prima volta che l’avete invocato, chiedetegli di salvarvi dai vostri peccati. Non fermatevi. Continuate a chiedergli di salvarvi dal vostro peccare. Ed ultimo, siate contenti dei propositi di correzione di Dio  nella vostra vita. Come hanno detto i Puritani, unite ogni afflizione alla preghiera, che Dio la voglia far seguire da benedizioni, Dio uccide le vostre comodità per nessuna ragione altra che per uccidere le vostre corruzioni. Scrivetevelo sull’interno delle vostre palpebre: Dio uccide le vostra comodità per nessun’altra ragione che per uccidere le vostre corruzioni. Quando Dio porta delle difficoltà nella vostra vita non adiratevi, perché Lui vi ama e sta cercando d’aiutarvi a smettere di peccare così tanto.

Preghiamo:

Signore, ti ringraziamo per questo grande passo, per la sua spiritualità, la sua praticità e la sua gloria. Aiutaci a vivere nello Spirito. Per amore di Cristo. 

Amen.


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