Ascolta l'audiolibro:

Lezione 8 – Ruth

Joe Morecraft III

La lezione dalla Scrittura oggi è presa da Levitico 25  e Deuteronomio 25. Prima di leggere preghiamo e chiediamo la benedizione di Dio sulla lettura della sua Parola.

Tre diversi paragrafi in Levitico, 25: 23-28  “Le terre non si venderanno per sempre, perché la terra è mia; poiché voi siete forestieri e affittuari con me. Perciò in tutto il paese di vostra proprietà, concederete il diritto di riscatto del suolo. Se un tuo fratello diventa povero e vende una parte della sua proprietà, colui che ha il diritto di riscatto, il suo parente più stretto, verrà e riscatterà ciò che il suo fratello ha venduto. E se uno non ha chi possa riscattare la sa proprietà, ma giunge a procurarsi da sé la somma necessaria al riscatto, conterà le annate trascorse e rifonderà al compratore l’importo degli anni che ancora rimangono, e rientrerà così nella sua proprietà. Ma se non è in grado di riscattare la sua proprietà, ciò che ha venduto rimarrà nelle mani del compratore fino all’anno del giubileo; al giubileo però sarà svincolata e ritornerà in suo possesso”.

Poi  35-38  “Se un tuo fratello impoverisce e si trova nell’indigenza in mezzo a voi, tu lo sosterrai come un forestiero e un ospite perché possa vivere presso di te. Non trarre da lui alcun interesse o utile; ma temi il tuo DIO, e il tuo fratello vivrà presso di te. Non gli presterai il tuo denaro a interesse, né gli darai i tuoi viveri per ricavarne un utile. Io sono l’Eterno, il vostro DIO, che vi ha fatto uscire dal paese d’Egitto per darvi il paese di Canaan e per essere il vostro DIO.”

Poi, 47-49 “Se un forestiero che vive presso di te arricchisce e un tuo fratello che vive presso di lui impoverisce, e si vende al forestiero o all’ospite che è presso di te, o a qualcuno della famiglia del forestiero, dopo che si è venduto, può essere nuovamente riscattato; lo potrà riscattare uno dei suoi fratelli. Lo potrà riscattare suo zio, o il figlio di suo zio; lo potrà riscattare un parente del suo stesso sangue; o se ne ha i mezzi, potrà riscattarsi da sé.”

Ed infine Deuteronomio 25: 5-10 “Se dei fratelli abitano assieme e uno di essi muore senza lasciar figli, la moglie del defunto non si mariterà ad un estraneo fuori della famiglia; suo cognato entrerà da lei e la prenderà in moglie, compiendo verso di lei il dovere di cognato; e il primogenito che ella partorirà prenderà il nome del fratello defunto, perché il suo nome non sia cancellato in Israele. Ma se quell’uomo non vuole prendere sua cognata, la cognata salirà alla porta dagli anziani e dirà: ‘Mio cognato rifiuta di risollevare il nome di suo fratello in Israele; egli non vuole compiere verso di me il dovere di cognato’. 8 Allora gli anziani della sua città lo chiameranno e gli parleranno; e se egli persiste e dice: ‘Non voglio prenderla’, allora sua cognata gli si avvicinerà in presenza degli anziani, gli leverà il sandalo dal piede, gli sputerà in faccia e dirà: ‘Così sarà fatto all’uomo che non vuole edificare la casa di suo fratello’.

E il suo nome in Israele sarà chiamato: ‘La casa di colui al quale è stato rimosso il sandalo’”.

Ruth è una storia d’amore.  Il libro di Ruth è una storia d’amore. Ed ha in sé tutto ciò che si può volere in una storia d’amore. C’è sentimento. C’è dolore. C’è romanzo. C’è tutto. E il vangelo del Signore Gesù Cristo non è presentato nel VT più chiaramente che in questa bella e toccante storia d’amore tra Boaz e Ruth. Ma c’è un problema. E il problema è per noi in Italia nel 2023, non per il popolo di Dio di quel tempo. C’è un problema, ed è che la storia è fondata su due oscure istituzioni in Israele che sono completamente estranee al nostro modo di pensare occidentale. E perciò, se dobbiamo comprendere questa storia, e questa è la ragione per cui abbiamo letto Levitico 25 e Deuteronomio 25, noi dobbiamo capire queste due oscure istituzioni insieme ad un terzo soggetto. Ci sono dunque tre cose che abbiamo bisogno di prendere in considerazione prima di poter capire questa storia d’amore. E poi, quello che faremo oggi è desueto. E richiederà lavoro e limitazione da parte mia, ma leggeremo tutti e quattro i capitoli del libro di Ruth, e finiremo in tempo.

Ora, prima di tutto notate la cornice temporale. Ruth è un supplemento al libro di Giudici che abbiamo studiato la settimana scorsa, ed è una sorta di introduzione al libro di 1° Samuele che vedremo la settimana prossima. Il racconto, questa storia d’amore, è un racconto storico. E avviene durante l’ultima parte del periodo dei Giudici, probabilmente intorno all’anno 1000 a.C. . lo sfondo storico per questo libro è una carestia in Israele. Il motivo per cui questa famiglia viene a trovarsi nel lontano paese straniero di Moab, fu una carestia estesa lungo tutta la terra d’Israele. Una carestia così severa che più di una famiglia dovette emigrare o quantomeno credette di dover emigrare. E dovremmo tenere in mente anche che secondo Deuteronomio 28, che abbiamo considerato alcune settimane fa, la carestie erano un segno del mancato compiacimento di Dio sulla terra promessa. Sembra dunque che questo sia un tempo in cui Dio stava castigando il suo popolo per la loro impenitenza o incredulità. E questa, fondamentalmente, è la situazione.

Ora, il personaggio principale del libro di Ruth non è né Ruth, né Naomi, e neppure Boaz. È il Signore Gesù Cristo che questo libro ci insegna a vedere come nostro ‘parente più stretto’ o redentore. Ed ecco la frase, la prima delle oscure istituzioni in Israele che dobbiamo assimilare per comprendere questo libro. C’era in Israele un’istituzione chiamata l’istituzione del parente più prossimo redentore, nell’ebraico: ‘go’el’. Questa parola può essere tradotta parente, redentore, vicino parente, parente più prossimo. Compare 20 volte in questi 4 corti capitoli. Diamo loro un’occhiata molto veloce. 2:1 “Or Naomi aveva un parente di duo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelek, che si chiamava Boaz.” In 2:20 “Naomi disse alla nuora: ‘Sia egli benedetto dall’Eterno, che non ha ritirato la sua benignità ai vivi e ai morti’ e aggiunse: ‘Quest’uomo è nostro parente stretto, uno che ha il diritto di riscattarci’”. Verso 3:3 “Ora Boaz, con le serve del quale tu sei stata, non è forse nostro parente?…” 3:12 “Or è vero che io ho il diritto di riscatto, ma ce n’è uno che è parente più stretto di me”. 3:13 “Passa qui la notte; e domani mattina, se egli farà valere il suo diritto nei tuoi confronti, va bene, lo faccia pure, ma se non vorrà far valere il suo diritto con te, io farò valere il mio e ti riscatterò, com’è vero che l’Eterno vive!” e la parola ‘riscatterò’ in Ruth significa assumere il ruolo di parente più prossimo redentore. 4:1 “Or Boaz salì alla porta della città e là si pose a sedere. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto …” verso 3 “Poi Boaz disse a colui che aveva il diritto di riscatto…” verso 6 eccolo qui di nuovo, e in verso 8 e verso 14 “allora le donne dissero a Naomi: ‘Benedetto l’Eterno, che oggi non ti ha lasciato senza un redentore. Possa il suo nome divenire famoso in Israele!” così, vedete, in questi 4 capitoli ci sono 20 occasioni in cui ricorre questa parola che tradurremo parente redentore.

Ora, per poter comprendere quell’istituzione descritta in Levitico 25, dobbiamo comprendere qualcosa della natura della comunità pattizia d’Israele nel VT. Essi si consideravano, e di fatto erano, una grande famiglia pattizia. E Jehowah era il loro padre. E in qualità di membri di una grande famiglia pattizia essi avevano l’obbligo di aiutarsi e proteggersi l’un l’altro.  E questa istituzione, l’istituzione del parente prossimo era ciò che Dio aveva istituito in Israele per definire le occasioni e la natura dell’assistenza che i vari membri della famiglia dovevano darsi l’un l’altro.

La parola ‘go’el’ si può tradurre col suo significato originale: ricomprare; rivendicare; redimere. E così assunse il significato di un redentore, un  protettore, un difensore degli interessi della famiglia. In altre parole, per riassumere Levitico 25, il parente più prossimo di una famiglia aveva il dovere di redimere e di proteggere i suoi parenti da qualsiasi pericolo o difficoltà. In questo modo, fin da piccoli i membri della famiglia dovevano considerarsi protettori l’uno dell’altro. A motivo dell’unità di questa famiglia, e a motivo dell’unità di questa santa nazione, dovevano essere leali l’uno all’altro. Dovevano essere dedicati l’uno all’altro. Tutti per uno, uno per tutti. E fermiamoci qui e diciamo che la comunità pattizia del Signore da allora e nei millenni non è cambiata. Noi siamo una famiglia e siamo in obbligo di prenderci cura l’uno dell’altro, e particolarmente nella vostra famiglia, in questa famiglia in senso ampio, dovete insegnare ai vostri figli di essere così dedicati alla vostra famiglia, così leali alla vostra famiglia, che essi non prenderebbero nemmeno in considerazione portarle vergogna o disonore. E che anziché vivere per voi stessi e per i vostri piaceri, dovete essere dedicati ad assicurarvi che la vostra famiglia sia il più possibile pia e fedele.

Ora questo ci porta alla seconda parola. Torneremo a questo parente redentore per vedere esattamente cosa fece in Israele. Ma questo ci porta ad un’altra parola che è importante attraverso il libro di Ruth e che dovete imparare. E questa è la parola ebraica ‘hesed’. Vi insegnerò un po’ di ebraico oggi ed è una cosa buona. La prima parola è ‘go’el’: parente redentore. La seconda parola è ‘hesed’. Vi racconterò molto velocemente una piccola storia su hesed. Non ha attinenza, ma servirà. Hesed è una delle parole ebraiche di peso del VT. Ai tempi in cui ero uno studente universitario e avevo quasi completato i miei corsi, mi mancavano ancora solo tre ore di lezioni. Presi così un corso indipendente che richiedeva la traduzione dal Tedesco all’Inglese di un libro che era appena stato pubblicato in tedesco: “La Parola Hesed nel Vecchio Testamento”. Non ricordo esattamente se fosse stato di 35 o 45 pagine. Mi immaginavo non solo a prendere un buon voto, ma anche a guadagnare del denaro. Ero a circa metà del mio lavoro di traduzione di “La parola Hesed nel Vecchio Testamento” e sapete cosa mi succede? Leggo Cristianity Today e lì c’è mezza pagina di pubblicità di un libro nuovo di stampa che è appena stato tradotto in Inglese: “La Parola Hesed nel Vecchio Testamento”. Mollai il corso, ma comunque, ero più interessato al denaro che al punteggio.

E dunque il punto qui è che la parola hesed è una parola importante. In Ruth compare tre volte, benché l’dea lì sia un po’ dappertutto. Lasciate che ve la mostri. Andate a 2:20 “E Naomi disse alla  nuora: ‘Sia egli benedetto dall’Eterno che non ha ritirato la sua benignità…’”. E qui c’è la nostra parola hesed: “non ha ritirato la sua benignità ai vivi e ai morti”.  Guardate a 1:8 “Ma Naomi disse alle sue due nuore: ‘Andate e tornate ciascuna di voi a casa di sua madre; l’Eterno sia buono con voi (vi mostri benignità) come voi siete state con quelli che sono morti’”. E poi guardiamone ancora uno, 3:10 “Egli disse: ‘Sii benedetta dall’Eterno figlia mia! La bontà (hesed) mostrata quest’ultima volta supera quella di prima, perché non sei corsa dietro a giovani, poveri o ricchi’”.

Allora cosa significa questa parola? Ebbene, ci vogliono 35 pagine per definire questa parola, questa è la misura della sua importanza. Ma basilarmente l’idea è: lealtà pattizia, devozione ed amore. Dio ha mostrato lealtà pattizia e devozione ed amore al suo popolo. E a motivo di questo anche quelli che appartengono suo popolo devono mostrare lealtà pattizia, devozione e amore l’uno per l’altro e per i loro basilari doveri pattizi presentati nella Parola di Dio. Questa lealtà pattizia, devozione ed amore è la caratteristica principale di tutti i rapporti di Dio col suo popolo. Ed è il marchio distintivo di ogni vero figlio di Dio. Se tu non hai lealtà e devozione per i legami pattizi e l’amore pattizio che condividiamo, non puoi considerarti un vero figlio di Dio. Questo è quanto fondamentale sia questa lealtà e devozione pattizia. E noi lo vedremo mentre raccontiamo la storia. Lo vedremo manifesto in Naomi, in Boaz, in Ruth, e in modo ancor più particolare nell’intera sezione lo vedremo nel Signore.

Di fatto, questo parente redentore è basilarmente un quadro della fedeltà e lealtà pattizia di Dio verso il suo popolo. Dio agì in qualità di parente redentore del suo popolo nel VT. Che cosa fece? Erano finiti in schiavitù. E quindi Egli li liberò dalla schiavitù. Ed egli acquistò per loro la sua propria proprietà, la terra di Canaan, e diede loro un nome, un futuro, un eredità. Li liberò da tutto ciò che li opprimeva. E li rivendicò per sé stesso. E disse: vi do questa proprietà in affido. È proprietà mia. E non deve essere venduta al di fuori della famiglia del patto. E se c’è qualche situazione che accade nella vostra famiglia per la quale dovete vendere la vostra parte ad un’altra famiglia in Israele, prima o dopo deve tornare alla famiglia originale. Deve essere mantenuta in quella famiglia. Non può essere venduta al di fuori della famiglia pattizia.

Ora, qual era l’obbligo del parente redentore? Doveva fare quel che Dio aveva fatto. Se un membro della famiglia si fosse messo nei debiti così seriamente da dover vendere se stesso in schiavitù per ripagare quel debito, il parente redentore, cioè il parente più prossimo, avrebbe avuto la responsabilità di pagare il prezzo necessario per riscattarlo dalla schiavitù. Se un membro della famiglia avesse dovuto vendere la sua proprietà nella terra promessa, a motivo del suo indebitamento o altro, era diritto e dovere del parente più prossimo, del parente redentore, comperare egli stesso quella proprietà per mantenerla in famiglia. E poi c’è un’altra funzione interessante del parente redentore, ed è che egli doveva essere il vindice del sangue. Questo significa che se un membro della famiglia veniva assassinato, era sua responsabilità assicurarsi che l’assassino perdesse la sua vita. Ora non interpretiamo questo sistema di giustizia come le faide sanguinarie tipo quelle delle diverse cosche mafiose. Il parente redentore era deputato dal governo civile e agiva per conto del governo civile e sotto la sua autorità. Era un esecutore senza colpa di assassini della sua famiglia.

E poi, e ritorneremo su questo, c’era una quarta funzione del parente redentore. Vi sto dicendo tutto questo e voi dovete ricordarlo adesso quando leggeremo questa storia d’amore. Egli aveva la responsabilità di ripristinare e di preservare il nome e la posterità della sua famiglia. Questo significa che se un uomo in Israele moriva, era sposato e aveva lasciato una vedova senza eredi che portassero avanti il suo nome, era responsabilità del parente più prossimo sposare quella vedova e d’avere da lei un figlio che portasse avanti il nome del deceduto. L’incesto era proibito in Israele. La poligamia era proibita fatta salva questa eccezione. E ci ritorneremo in un momento.

Ora, se considerate le funzioni del parente redentore, essendo cristiani, chi vi viene in mente in prima battuta? Voglio dire, dovreste ovviamente pensare al Signore Gesù Cristo. Egli è il nostro parente redentore. Egli ci ha acquistati dalla schiavitù, egli ci ha procurato un’eredità. Egli mantiene la nostra libertà a motivo del legame famigliare che abbiamo con lui. E ogni volta che nel libro di Ruth leggiamo che Boaz dimostrò fedeltà e lealtà pattizie, egli sta agendo non solo in qualità di agente e rappresentante di Jehowah, ma sta anche agendo come tipo e simbolo del più grande suo discendente, il Signore Gesù Cristo. E così, quando osserverete Boaz vedrete in molte delle sue azioni una prefigurazione di ciò che il Signore Gesù suo discendente avrebbe effettivamente e realmente fatto in nostro favore. Come vedete Boaz venire in soccorso alla supplica di queste povere vedove perché la sua intera vita era governata dal Signore, in quella figura, voi vedete il Signore Gesù Cristo stesso, talché l’intero libro di Ruth, come il resto dell’AT, possiede un carattere messianico. Cristo ha gettato la sua ombra su l’interezza di questi quattro capitoli. E quando osservate come Boaz salvò Ruth e Naomi, voi capite come Cristo ci salva e preserva il nostro nome dall’oblio, e si fa garante che riceviamo un’eredità eterna nella nuova terra che gli appartiene.

Veniamo ora a questa seconda oscura istituzione. La prima è l’istituzione del parente redentore. La seconda è hesed, questa lealtà e fedeltà pattizie che caratterizzano tutti i veri credenti. E la terza è questo matrimonio del levirato. La parola ‘levir’ se sapete il latino, io che non lo so ho dovuto leggere questa cosa da qualche parte, significa cognato. Levir: fratello del marito. Ora, cos’è questo matrimonio tra cognati? Ebbene, era stato comandato in Israele in Deuteronomio 25:5-10. E non si potrà comprendere il libro di Ruth a meno che non si comprenda questa legge particolare perché l’intero libro verte su come Dio sta provvedendo una posterità per Naomi e per il marito deceduto di Ruth per mezzo del matrimonio del levirato tra Ruth e Boaz. Ora, ricordate che nell’Israele del AT come oggi la famiglia è basilare alla società e alla cultura biblica, e che perciò la famiglia pia deve essere tenuta in vita e fatta fiorire, mentre le famiglie empie sono tagliate via. E lo scopo di questo matrimonio tra cognati era proprio questo. Nel Vecchio Testamento la protezione e la perpetuazione delle famiglie pie era lo scopo del matrimonio del levirato. La legge di Dio richiedeva che il fratello di un uomo morto sposasse la sua vedova e facesse nascere per lei una posterità garantendo in questo modo che la proprietà della famiglia rimanesse nella famiglia stessa. E in questo modo questa legge sul levirato sopprimeva, controllava ed eliminava famiglie empie, e allo stesso tempo stabiliva e manteneva le famiglie pie in Israele.

Ora, qual era il proposito di questo inusuale matrimonio tra cognati? Più d’uno: proteggere e preservare una famiglia pia, proteggere e preservare un’eredità all’interno di quella famiglia; portare avanti il nome del marito deceduto, e provvedere per il futuro benessere e sicurezza della vedova. Poiché questo tipo unico di matrimonio ha un ruolo importante nel AT, che è la preservazione del nome e della proprietà dell’uomo deceduto, quando un parente vicino rifiutasse di coabitare con una vedova, quando rifiutasse di sposare la vedova di suo fratello, questo costituiva un marchio di egoismo. Mostrava una mancanza di hesed. Dimostrava slealtà pattizia. Una rottura del legame pattizio; la mancanza di amore pattizio. E se un uomo in Israele rifiutava  la propria responsabilità verso la vedova del proprio fratello, la vedova aveva il diritto di citarlo in giudizio per vedere se ci fosse qualche giustificazione per il suo rifiuto. E se era solamente per il suo proprio egoismo e avidità, la corte giudicava in favore della vedova ed ella doveva prendere il suo sandalo e sputargli in faccia perché quell’uomo era una caricatura di tutto ciò che il patto rappresentava.

Dobbiamo ora farci questa domanda molto velocemente prima di passare alla storia d’amore. E questa domanda è, queste leggi dovrebbero essere applicate oggi? Cioè, se tu hai un fratello che muore senza figli, dovresti tu sposare tua cognata per far nascere un figlio col nome di tuo fratello? Ebbene, credo che questo sia praticato tra i cristiani copti in Etiopia. Credo che John Knox direbbe che dovrebbe essere implementata. So che Rushdoony lo credeva. Ma lasciate che vi dica perché credo che  non siano più da applicarsi, ed è perché lo scopo di queste leggi in ultima analisi era quello di preservare la proprietà nella terra di Canaan, all’interno di un popolo etnico nel VT, in maniera che questo avrebbe garantito che ci sarebbe stata una famiglia e un luogo in cui il Messia sarebbe nato. Dio disse che il Cristo sarebbe provenuto dai Giudei. E questa tribù dunque ha dovuto rimanere intatta lungo i secoli e ha dovuto avere un luogo sicuro in cui sopravvivere. Ora Cristo è nato. I Giudei hanno ingenerato il Signore Gesù Cristo, ed ora la Bibbia dice che in Cristo non c’è né Giudeo né Greco. La terra intera è la terra santa. Perciò non c’è bisogno oggi di mantenere un pezzo di proprietà nelle mani di un gruppo etnico nel Medio Oriente. E dunque queste leggi non si applicano più nel popolo di Dio che vive  sotto il nuovo patto in Cristo Gesù.

Andiamo ora alla storia d’amore. Voi ricordatevi adesso del parente redentore, del matrimonio tra cognati, di hesed, e la lealtà e fedeltà pattizie di Dio. Andate insieme a me al primo capitolo di Ruth. Il tema del libro  di Ruth è che Gesù Cristo è il nostro parente redentore. E il libro è diviso in quattro capitoli, quattro sezioni. Il primo capitolo si concerne col bisogno per un parente redentore. Il secondo capitolo è la ricerca per un parente redentore. Il terzo capitolo è la promessa di un parente redentore. E il quarto è la redenzione che quel parente redentore porta a Ruth e Naomi. Prendete ora le vostre Bibbie che leggeremo il primo capitolo; e ricordatevi adesso quale sia lo scopo del primo capitolo: è quello di mostrarci il nostro bisogno per un parente redentore. Non solo in Boaz con riferimento a Ruth, ma il Signore Gesù Cristo.

1: 1-4 Notate ciò che è accaduto a causa di quella terribile carestia in tutto il paese d’Israele,  Elimelek, sua moglie Naomi e loro due figli Mahlon e Chilion dovettero emigrare nella lontana terra di Moab. Dopo che sono giunti a Moab si nota che il marito di Naomi muore, e nel giro dei circa dieci anni  nei quali sono lì, i figli di Naomi sposano donne Moabite, Ruth e Orpah. Poi anche i figli muoiono. Nel volgere di un decennio tutti gli uomini della famiglia sono morti. Notate così nel verso 6 “Allora si levò con le sue nuore per tornare dal paese di Moab, perché nel paese di Moab aveva sentito dire che l’Eterno aveva visitato il suo popolo dandogli del pane”; possiamo immaginare perché abbia voluto andarsene. Sono sicuro che nel suo cuore c’era un desiderio per il suo popolo, di essere lì. Così ella aveva udito che il Signore aveva visitato il paese, c’era adesso cibo in abbondanza. E magari la carestia era finita perché Giuda stava sperimentando un risveglio spirituale, e le cose stavano andando molto bene nella terra di Giuda. Naomi volle ritornare a Casa.

Ma c’erano anche delle ragioni di lungo termine per cui Naomi voleva ritornare, ed è che la linea del suo defunto marito stava correndo il percolo di estinguersi. E con la sparizione del suo nome, la sua eredità e proprietà nella terra promessa sarebbero andate perdute per la sua famiglia. E Naomi avrebbe probabilmente dovuto vendere il lotto di suo marito per poter sopravvivere, e poi sarebbe andata verso un futuro di povertà a meno che non ci fosse un parente prossimo che avesse fatto il suo dovere pattizio e fosse stato fedele a Dio nel redimere il nome e l’eredità del marito defunto. E così, ella, e le sue due nuore vedove si incamminano sulla via del ritorno. Ed ora le metterà alla prova. Non era proibito sposare donne Moabite, ma era richiesto che queste donne fossero convertite. E così Naomi mette alla prova la loro professione di fede e mette alla prova la conversione di queste donne Moabite. E notate come lo fa nei versi 8-13. Naomi sta mettendo alla prova le sue nuore. Entrambe avevano probabilmente fatto professione di fede. Ed esse dissero: vogliamo andare con te nella terra di Giuda. Entrambe erano d’accordo di farlo. Ma Naomi continua a incalzarle. Vuole vedere se queste due donne che hanno professato la loro fede in Jehowah hanno vero hesed. Se hanno lealtà al patto. Se hanno vero amore per questo legame che condividiamo col Dio vivente, se saranno dedicate a Signore stesso del patto. Saranno disposte a stare con Naomi e a legasi al popolo del patto nella terra promessa, anche se devono lasciare la loro terra natia e vivere una vita d’amarezza con Naomi? Così ella dice loro tutte queste cose: non ho figli, e anche se ne avessi aspettereste che crescano per poterli sposare? La mano del Signore è contro di me. Tornate alle vostre case. Ruth si attacca a lei, e pronuncia quelle parole che sono sempre cantate l’un l’altro da marito e moglie ai matrimoni:

“Dove andrai tu andrò anch’io, e dove starai tu io pure starò, il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu morirò anch’io, e là sarò sepolta. Così mi faccia l’Eterno e anche peggio, se altra cosa che la morte mi separerà da te”.

E così passa l’esame. La sua fede si fa valere. Ella confessa di desiderare da quel momento in poi, in vita o in morte, di essere annoverata nel popolo di Dio a qualsiasi costo. Ma Orpah fallì la prova, verso 15, ci sono tre parole che per me sono tra le più tristi di tutta la bibbia: “Allora Naomi disse a Ruth: ‘Ecco, tua cognata è tornata al suo popolo e ai suoi dèi, torna indietro anche tu come tua cognata!’” Ascoltate ciò che Abraham Kuyper disse di Orpah: “Orpah diede a Naomi il bacio d’addio. E con quel bacio d’addio Orpah si separò per sempre dall’amore di Dio. Orpah rappresenta una donna a cui fu estesa la grazia, e che la rigettò. E tornò a sprofondare nella condanna. Ella era venuta in stretto contatto con la grazia di Dio. Dio aveva guidato le cose in modo che a motivo di una carestia una famiglia in Israele si era riparata nella sua comunità. In questo modo ad Orpah fu permesso di conoscere quattro persone che adoravano il solo vero Dio. Ma nonostante questi incalcolabili vantaggi, Orpah chiuse il proprio cuore alla grazia salvifica che le fu estesa. Molech era sempre stato il suo dio. E continuando ad abbracciare Molech permise che la propria anima  si perdesse per sempre.” Dall’esterno sembrava una cristiana, ma quando fu sottoposta alla prova, ella non volle essere contata col popolo di Dio perché le sarebbe costato troppo. E tornò ai propri dèi e fu perduta per sempre.

Poi, nei versi 18-22 vediamo Naomi e Ruth arrivare a Betlemme, la loro città. Verso 19, “Quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu in agitazione per loro. Le donne dicevano: ‘è questa Naomi?’ Ella rispose loro: ‘Non chiamatemi Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente mi ha riempita di amarezza. Io partii nell’abbondanza e l’Eterno mi ha riportato a casa spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando l’Eterno ha testimoniato contro di me e l’Onnipotente mi ha resa infelice?’. Così Naomi tornò con Ruth, la Moabita, sua nuora, venuta dal paese di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.” Sono tornate a Betlemme, tutta la folla esce a salutarle. Riconoscono ancora Naomi, anche se la sua vita d’amarezza l’ha invecchiata fortemente. Ma l’amarezza è quasi al termine. Ella ha in Ruth un tesoro. E la mietitura dell’orzo era vicina che significa che ci sarebbe stata adesso abbondanza di cibo e nessuno sarebbe rimasto nel bisogno. Un nuovo giorno sta sorgendo per Naomi e per Ruth quando sono tornate a Betlemme. Vi chiedete perché la loro città era Betlemme?

Ebbene, andiamo al capitolo 2. E nel capitolo 2 vediamo la ricerca per un parente redentore. Nel primo capitolo abbiamo visto che c’era un bisogno disperato. Queste donne avevano bisogno che il loro nome fosse preservato, che la loro proprietà ed eredità fosse preservata dentro al popolo pattizio di Dio. Avevano bisogno di un parente redentore o sarebbero morte in povertà fuori dal patto. Ed ora sono tornate indietro in cerca di un parente redentore. Guardiamo dunque i versi 1-7

Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco della famiglia di Elimelek, che si chiamava Boaz. Ruth, la Moabita, disse a Naomi: «Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale troverò grazia». Ella le rispose: «Va’, figlia mia». Così Ruth andò e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori, e le capitò per caso di trovarsi nella parte del campo appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelek.  Or ecco che Boaz venne da Betlemme e disse ai mietitori: «L’Eterno sia con voi!». Essi gli risposero: «L’Eterno ti benedica!». Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: «Di chi è questa fanciulla?». Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: «E una fanciulla moabita che è tornata con Naomi dal paese di Moab.  Ella ci ha detto: “Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe tra i covoni dietro ai mietitori”. Così essa è venuta ed è rimasta da questa mattina fino ad ora; si è riposata in casa solo un momento».

L’autore interrompe la storia per introdurre un nuovo personaggio. Noi sappiamo di Naomi e di Ruth, ed ora facciamo la conoscenza di Boaz, il quale, attraverso tutto questo libro è un tipo e una figura di Cristo il nostro parente redentore. Egli era un parente del marito di Naomi Elimelech. Era un uomo di grandi ricchezze e di prestigio e d’influenza. Il nome Boaz significa: ‘in lui è la forza’. Ed egli era un verace uomo pattizio. Voi state per vedere, mentre lo guardate attraverso questi capitoli, un uomo che praticava nella sua vita quotidiana lealtà pattizia, devozione pattizia, amore e fedeltà e misericordia pattizie ai suoi fratelli e sorelle in questo patto.

A proposito, la genealogia di Gesù in Matteo 1 ci dice chi sia stata la madre di Boaz. Vi ricordate chi sia stata la madre di Boaz? Rahab, la prostituta. Dunque, Ruth ha bisogno di procurarsi un po’ di cibo. E non si vergogna di svolgere il lavoro manuale di spigolatura. Ora, la spigolatura era un’istituzione in Israele. Andate a Levitico 23:22 che ci aiuterà a comprendere ciò che avvenendo qui:

“Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterai fino ai margini il tuo campo e non raccoglierai le spighe lasciate indietro del tuo raccolto; le lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono l’Eterno, il vostro DIO.”

Questo è il metodo di Dio per prendersi cura della povertà in Israele. Non c’era un sistema del welfare nel governo. Ogni attività, ogni industria, ogni fattoria quando mieteva qualsiasi raccolto aveva la responsabilità di permettere che un po’ del prodotto rimanesse indietro nel campo in modo che i poveri meritevoli, coloro i quali erano veramente poveri potessero seguire i mietitori e raccogliere ciò che era rimasto. Era lavoro duro. Voglio dire che non vivevano girandosi i pollici, come quelli che ricevono sussidi, ma che era un lavoro faticoso. Ma nondimeno la spigolatura  era un mezzo che Dio aveva ordinato mediante il quale la gente sul gradino più basso della scala economica sarebbe riuscita a provvedere per se stessa. E Ruth non si vergognava di fare quel lavoro difficile.

Ora, è importante notare che Ruth non era andata in cerca dei campi di Boaz. Era una donna di fede, ed al verso 3 è detto che: “le capitò per caso di trovarsi nella parte del campo appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelech”. Il punto è che non era andata in cerca di quel campo. Le capitò per caso di trovarsi in quel campo. E la parola ‘capitò per caso’ in ebraico significa qualcosa che è completamente al di fuori del controllo umano. In altre parole, Dio stava orchestrando tutta questa cosa. E voi notate lì nel verso 4 questa meravigliosa relazione che il pio Boaz ha con i suoi operai. Vedete la lealtà e la devozione pattizie dimostrate da un datore di lavoro ai suoi lavoratori fuori nel campo. Egli non li tratta come cose, come sua proprietà, ma come persone. E così li saluta: “L’Eterno sia con voi!” Ed essi calorosamente gli rispondono: “L’Eterno ti benedica!” Voi vedete la lealtà pattizia e la fedeltà e l’unità in questa famiglia manifestata dal datore di lavoro ai suoi operai.

E poi Boaz nota questa giovane donna nel campo e dopo aver salutato dice: a proposito, chi è questa giovane donna che sta nel campo? Vorrei che notaste che tra le righe si può leggere che Boaz trovava Ruth piacevole da vedersi, ma ci viene anche detto che Ruth impressionò Boaz per la sua umiltà e la sua diligenza. Ricordate che egli disse: Chi è questa donna? Essi risposero: è la giovane donna Moabita ed ella ha lavorato tutto il giorno. Ha chiesto se poteva racimolare ed ha lavorato per tutta la giornata. E benché si sia seduta adesso, si è seduta da poco, non si è seduta per tutta la mattina. Ha lavorato per tutto il giorno. Ora, finalmente si incontrano.

Versi 8-17

Allora Boaz disse a Ruth: «Ascolta figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo, non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve.

Tieni gli occhi sul campo che mietono e va’ dietro a loro. Non ho forse ordinato ai miei servi di non molestarti? Quando hai sete va’ dove sono i vasi, a bere l’acqua attinta dai servi».

Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra e gli disse: «Per quale ragione ho io trovato grazia ai tuoi occhi al punto che tu presti attenzione a me che sono una straniera?».

Boaz le rispose, dicendo: «Mi è stato riferito tutto ciò che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai lasciato tuo padre, tua madre e il tuo paese natio, per venire a vivere con un popolo che prima non conoscevi.

L’Eterno ti ripaghi di quanto hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte dell’Eterno, il DIO d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!».

Ella gli disse: «Possa io trovare grazia ai tuoi occhi, o mio signore, poiché tu mi hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve».

Al momento del pasto, Boaz le disse: «Vieni qui mangia il pane e intingi il tuo boccone nell’aceto». Così ella si pose a sedere accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, ed ella mangiò a sazietà e mise da parte gli avanzi.

Poi si levò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest’ordine ai suoi servi, dicendo: «Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non rimproveratela;

inoltre lasciate cadere per lei delle spighe dai manipoli e abbandonatele, perché essa le raccolga, e non sgridatela».

Così ella spigolò nel campo fino alla sera, poi battè quello che aveva raccolto, e ne venne fuori circa un’efa di orzo.

e dunque in questa parte della storia Boaz e Ruth finalmente s’incontrano. Egli si presenta a lei mentr’ella sta lavorando, spigolando nel campo. Ed è ovvio che egli è attratto da lei a motivo della sua devozione verso la propria famiglia, la sua hesed. Questo è ciò che l’attraeva, la sua fedeltà pattizia, la sua lealtà pattizia e la sua disponibilità e volontà di essere col popolo di Dio, ed essere annoverata come una dei figli di Dio, non importa quanto le costasse, non importa il lavoro manuale che doveva eseguire. E così Ruth colpì  Boaz, perché lui stesso era un uomo di grande fedeltà. Per questo egli si accorse  che anche lei l’aveva e gli piacque. Perché era un uomo di lealtà e di fedeltà egli stesso.

E voi, giovani single, prendete nota. Cos’è che prima e sopra tutto vi colpisce di una ragazza? Che cosa cercate in una ragazza? L’aspetto? La forma e l’attrazione fisica?. Se quella è la priorità nella vostra lista, essa è mortale. Cos’è che attrasse Boaz in Ruth? La sua fedeltà a Dio e alla propria famiglia. E lo sapete perché questa cosa in lei gli fu attraente? Perché egli era fedele. E se tu poni sulla bellezza e sull’attrazione fisica una priorità più alta di quanto tu non ponga sull’hesed, e sulla lealtà e sull’amore pattizi ciò la dice lunga sul tuo proprio carattere. Così Boaz fu attratto da lei e le fece diverse promesse, e provvide a qualsiasi cosa avesse bisogno. E notate la profonda gratitudine ed umiltà di lei.

Ella dice al verso 10: “per quale ragione ho trovato grazia ai tuoi occhi?” Perché mi hai perfino presa in considerazione? Io sono una straniera. A proposito, notate che la parola usata lì è ‘grazia’, un’azione generosa e immeritata da parte di un superiore nei confronti di un inferiore. E qui si vede una bella immagine di Cristo e della sua chiesa. Cristo gratuitamente ed abbondantemente provvede grazia, non solo per una chiesa che non la merita, ma per una chiesa che non ha le risorse per pagare i benefici che le da per grazia. Così egli la benedice e dice: “L’Eterno ti ripaghi di quanto hai fatto e la tua ricompensa sia piena da parte dell’Eterno, il Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti”. Non è una stupenda immagine? Dio ripara il suo popolo sotto le sue ali come una chioccia fa con i suoi pulcini.  Chi dimora nel riparo dell’Altissimo, riposa all’ombra dell’Onnipotente. Ruth, tu non sei venuta qui per cercare riparo e dimora sotto le ali di un uomo ricco. Sei venuta nella terra promessa e ti sei annoverata tra i figli di Dio per cercare rifugio sotto le ali di Jehowah. Poiché tu comprendi che né ricchezza né povertà, né popolarità né prestigio sono un rifugio in questa vita, e sei dunque venuta per trovare rifugio all’ombra delle sue ali. Più pensa di lei e più ella gli piace.

Che affermazione stupefacente fa Ruth al verso 13. “Possa io trovare grazia ai tuoi occhi, o mio signore, perché tu mi hai consolata, e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve” Io sono inferiore alle tue serve. E allora Boaz le conferisce ricchi privilegi. Prima di tutto il privilegio di essere con lui ad un pasto. Boaz è sempre più attratto da Ruth a motivo della sua umiltà e modestia. E dunque egli fa qualcosa di molto raro a quei tempi: prese una donna spigolatrice e la fa accomodare al proprio tavolo personale. E mentre era seduta al suo tavolo la tratta come sua pari. Così ella mangiò a sazietà e mise da parte gli avanzi. E poi egli dice agli operai del suo campo: sentite, quando vedete Ruth  racimolare lasciate cadere delle spighe accidentalmente, lasciate per lei qualcosa in più del solito. Accidentalmente, in modo che lei e sua suocera possano avere quanto necessitano. Voi vedete quest’uomo di grande amore e di fedeltà pattizia.

Guardate ora ciò che accade al verso 18-23

Ed ella se lo caricò addosso. entrò in città e sua suocera vide ciò che essa aveva spigolato. Ruth tirò quindi fuori ciò che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata e glielo diede. La suocera le chiese: «Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che ti ha prestato attenzione!». Così Ruth riferì alla suocera presso chi aveva lavorato e aggiunse: «L’uomo presso il quale ho lavorato oggi si chiama Boaz». Naomi disse alla nuora: «Sia egli benedetto dall’Eterno, che non ha ritirato la sua benignità ai vivi e ai morti». E aggiunse: «Quest’uomo è nostro parente stretto, uno che ha il diritto di riscattarci» Allora Ruth, la Moabita, disse: «Mi ha anche detto: “Rimani con i miei servi, finche abbiano finito tutta la mia mietitura”». Naomi disse a Ruth sua nuora: «E’ bene, figlia mia, che tu vada con le sue serve e non ti trovino in un altro campo». Ella rimase perciò a spigolare con le serve di Boaz sino alla fine della mietitura dell’orzo e del frumento. Ed abitava con sua suocera.

Buona idea, disse la suocera. Sta vicino alle sue serve che non ti succeda del male. Pensate che quello fosse il vero motivo per cui Naomi voleva che Ruth stesse accanto alle serve di Boaz? Non lo credo. Voleva tenere Ruth sotto lo sguardo di Boaz, perché alla conosceva le vie dell’amore. E così tenne Ruth vicino a Boaz. E questo fu il primo passo nel suo piano.

Il secondo passo è nel capitolo 3 versi 1-6. In questo capitolo si vede la promessa di un famigliare redentore.

Poi Naomi, sua suocera, le disse: «Figlia mia, non cercherò io un posto di riposo per te, affinché tu sia felice? Ora Boaz, con le serve del quale tu sei stata, non è forse nostro parente? Ecco questa sera egli deve vagliare l’orzo sull’aia.” Passo due: “Perciò lavati, ungiti, mettiti le vesti migliori e scendi all’aia; ma non farti riconoscere da lui fino a che non abbia finito di mangiare e di bere. Quando andrà a coricarsi, osserva il luogo dove si corica; poi va’, scoprigli i piedi e coricati tu stessa. Ed egli ti dirà ciò che devi fare». Ruth le rispose: «Farò tutto quello che dici». Così scese all’aia e fece tutto ciò che la suocera le aveva ordinato.

Ora questo è un saggio consiglio di una donna pia. Non si leggano sfumature sessuali dentro a questa storia, non ce ne sono. Questo non è il piano di una manipolatrice. Questo è un piano che questa donna sta basando sulla legge di Dio data a Mosè. Questa giovane donna deve trovare una casa, questa famiglia deve trovare un famigliare redentore e Boaz per quel che ne sanno è il parente più stretto. Quindi Ruth aveva l’obbligo di preservare la linea giuridica del proprio marito e del proprio suocero in modo che il loro nome e la loro proprietà non si estinguesse. E i parenti maschi avevano degli obblighi nei confronti di vedove senza figli come abbiamo visto. Perciò il piano di Naomi è che Ruth umilmente e saggiamente vada da Boaz a ricordargli dei suoi doveri come parente redentore. Così Naomi dice: Ruth, questo è ciò che voglio tu faccia. Ed è tutto qui nel testo, non me ne sto inventando neppure una virgola.

Le dice: mettiti il vestito migliore che hai e un po’ di profumo, e vai all’aia dove Boaz sta lavorando. E tieniti nascosta finché non abbia finito di mangiare e di bere. Poi, quando va a dormire dopo cena va silenziosamente da lui, scoprigli i piedi e coricati ai suoi piedi all’angolo della coperta. E quando si sveglia, poiché è un uomo pio, di lealtà e devozione pattizia, ti dirà la cosa giusta da fare. Ora, ovviamente, quest’azione aveva un significato simbolico. Dividendo la stessa coperta Ruth faceva sapere a Boaz simbolicamente che ella reclamava il posto di una moglie. E allo stesso tempo, perché non era sua moglie, si pose ai suoi piedi.

Sentite questa grande descrizione di Ruth da parte di un commentatore olandese: “La sua immediata decisione parla bene di lei. Ella era così nobile che poteva approcciare Boaz in questo modo senza compromettere la propria virtù. Ed ella era ben consapevole che Naomi non le avrebbe chiesto di fare qualsiasi cosa potesse offendere il suo onore femminile. Proprio come fidava che Boaz non l’avrebbe trattata in modo irrispettoso. Il suggerimento di Naomi e il comportamento di Ruth può sembrarci in qualche modo scandaloso e pericoloso. Ma le nostre sensazioni non possono costituire il metro qui. Dobbiamo prima di tutto guardare le reazioni delle persone coinvolte. Boaz non disprezzò Ruth per ciò che aveva fatto, ma la rispettò ancor di più. Il criterio morale dei Betlehemiti deve essere stato sicuramente alto, molto più alto del nostro se Naomi e Ruth hanno potuto agire in questo modo senza macchiare la coscienza o la reputazione di alcuno. Che sublime commentario dei cuori e delle vite di Boaz e di Ruth, avi del nostro salvatore.”

Così ecco cosa accadde nel verso 7: “Boaz mangiò e bevve e col cuore allegro andò a coricarsi accanto al mucchio di grano. Allora ella venne pian piano, gli scoperse i piedi e si coricò.”

Come minimo ammirate, voglio dire, qui c’è un pio uomo di hesed con una bella donna coricata ai suoi piedi. 8-12:

Verso mezzanotte egli si svegliò di soprassalto e si voltò; ed ecco, una donna giaceva ai suoi piedi. «Chi sei tu?» le disse. Ella rispose: «Sono Ruth, tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto». Egli disse: «Sii benedetta dall’Eterno, figlia mia! La bontà mostrata quest’ultima volta supera quella di prima perché non sei corsa dietro a giovani” presumibilmente egli era parecchio più vecchio di lei, “poveri o ricchi. Ora dunque, non temere figlia mia; io farò per te tutto ciò che richiedi perché tutta la gente della mia città conosce che sei una donna virtuosa.  Or è vero che io ho il diritto di riscatto; ma ce n’è uno che è parente più stretto di me.

Questo è un uomo di assoluta integrità. Voglio dire, egli è attratto da Ruth e dice: sono più che disposto ad essere il tuo famigliare redentore. Ma sono fedele alla legge di Dio e c’è un parente più prossimo che ha la precedenza nella responsabilità. E Boaz era disposto a rompere la relazione con Ruth per obbedire alla legge di Dio.

Verso 13

passa qui la notte.” Potete immaginare la stretta nel suo cuore, “e domani mattina,” e qui giura sul nome di Dio, “se egli non farà valere il suo diritto di riscatto lo farò io, perciò sta coricata ai miei piedi e dormi fino al mattino”. “Così ella rimase coricata ai suoi piedi fino al mattino, ma si alzò prima che uno potesse riconoscere un altro, perché egli aveva detto: ‘nessuno sappia che questa donna è venuta sull’aia!’”. Egli voleva proteggere la reputazione di Ruth. “Poi aggiunse: «Porta il mantello che hai indosso e sorreggilo». Ella lo sorresse, ed egli vi versò sei misure di orzo, glielo mise sulle spalle; poi essa rientrò in città. Così tornò dalla suocera, che le disse: «Sei tu, figlia mia?». Allora essa le raccontò tutto ciò che l’uomo aveva fatto per lei, e aggiunse: «Mi ha anche dato queste sei misure di orzo, perché mi ha detto “Non devi tornare da tua suocera a mani vuote”». Naomi disse: «Rimani qui, figlia mia, finche tu sappia come andrà a finire la cosa, perché quest’uomo non si darà riposo, finche non abbia sistemato oggi stesso la cosa».

Ed ora, cosa succederà? Vediamo. Riuscirà ad averla o dovrà rinunciare a lei perché è un uomo fedele alla legge di Dio? Così porta in causa il parente più prossimo. Senza volerlo chiamare uno stratagemma questo è un piano brillante da parte di Boaz. “Or Boaz salì alla porta della città e là si pose a sedere. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto e di cui Boaz aveva parlato. Boaz gli disse: ‘O tu, tal dei tali, avvicinati a siediti qui’ Ora la bibbia fa chiamare colui che aveva la precedenza nel diritto di riscatto ‘tal dei tali’. Il suo nome non è dichiarato in nessuna parte del libro. Probabilmente l’Autore pensò che il suo nome non meritasse menzione.

“Boaz allora prese dieci uomini fra gli anziani della città e disse loro: «Sedete qui». Essi si sedettero. Poi Boaz disse a colui che aveva il diritto di riscatto: «Naomi, che è tornata dal paese di Moab, ha venduto la parte di terra che apparteneva al nostro fratello Elimelek. Ho pensato di informarti e di dirti: “Compralo alla presenza degli abitanti del luogo e degli anziani del mio popolo. Se vuoi riscattarlo, riscattalo; ma se non intendi riscattarlo dimmelo, affinché io lo sappia; poiché nessuno fuori di te ha il diritto di riscatto, e dopo di te vengo io”». Quegli rispose: «Farò valere il mio diritto». Boaz ora espone il caso e dice a questo famigliare più stretto il motivo per cui sono lì. È astuto ora Boaz. La ragione per cui siamo qui è che io sono perfettamente disposto a redimere questa donna (Naomi). Ma tu sei il parente più prossimo, e la legge dice così e così, che tu hai il diritto di riscattare la sua proprietà in pericolo se lo vuoi. Tu hai la responsabilità di farlo. È una buona proprietà e tu hai davanti a Dio il dovere di farlo. E poi disse. Se tu non lo fai lo farò io. Rendendosi conto che ciò avrebbe grandemente aumentato la sua ricchezza, tal dei tali disse di volerla redimere. Notate che Boaz non ha ancora detto nulla di Ruth. Disse. Qui c’è dell’ottima terra che è tuo dovere comperare e fare l’affare.

Verso successivo: C’è una certa grana in questo contratto. “Allora Boaz disse: il giorno che acquisterai il campo dalla mano di Naomi, tu lo acquisterai anche da Ruth, la Moabita, moglie del defunto, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità”. “Colui che aveva il diritto di riscatto rispose: ‘Io non posso riscattarlo per me, perché rovinerei la mia propria eredità, riscatta tu ciò che avrei dovuto riscattare io, perché io non lo posso riscattare.’” Boaz sapeva di avere in mano la carta vincente, e la carta vincente era Ruth. Dopo aver convinto il tizio a comperare la proprietà senza menzionare Ruth, gioca la sua carta. E una volta che l’uomo senza alcun hesed, senza alcuna fedeltà pattizia, si rende conto di dover sposare Ruth, si ritira dall’accordo e dice, qui, redimi tu stesso la proprietà. Mi costerebbe denaro, voglio dire, per aver la proprietà devo sposare questa donna, poi se avremo un figlio quel figlio erediterà la proprietà ed io perderò il mio denaro, più la proprietà. Non era un grand’uomo di hesed, quest’uomo di grande avidità. Voi vedete Boaz e “tal dei tali” posti in netto contrasto l’uno con l’altro.

Così vedete ciò che avvenne. La corte disse: tu sei un uomo irresponsabile, e devi toglierti il sandalo. Notate come viene detto nel verso 7 “Or questa era l’usanza dei tempi andati in Israele” vedete la cosa viene stemperata. Ma va all’indietro fino alla legge che abbiamo letto in Deuteronomio 25 dove un uomo che non voleva essere fedele al suo dovere era un uomo che non aveva carattere morale. E dunque adesso si toglie il sandalo, e diventa il tal dei tali lo scalzato.

E poi abbiamo l’apice di tutto il libro nei versi 9-10.

Allora Boaz disse agli anziani e a tutto il popolo: «Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato dalle mani di Naomi tutto ciò che apparteneva a Elimelek, a Kilion e a Mahlon. Inoltre mi sono acquistato per moglie Ruth, la Moabita, moglie di Mahlon, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità, perché il nome del defunto non si estingua tra i suoi fratelli e alla porta della sua città. Voi oggi ne siete testimoni».

Questa non è una grana per me.  “Allora tutto il popolo che si trovava alla porta e gli anziani risposero: «Ne siamo testimoni. L’Eterno renda la donna che entra in casa tua come Rachele e come Lea, le due donne che edificarono la casa d’Israele. Possa tu ottenere potenza in Efrathah e divenire famoso in Betlemme.” Come pensate che Boaz e Ruth siano diventati famosi a Betlemme? La piccola città di Betlemme dove nacque il loro discendente. Non solo il re Davide, ma Il figlio più grande di Davide, il Messia stesso. “Sia la tua casa come la casa di Perets” che fu uno dei suoi avi.Così Boaz prese Ruth, che divenne sua moglie. Egli entrò da lei e l’Eterno le concesse di concepire, ed ella partorì un figlio.

Allora le donne dissero a Naomi: «Benedetto l’Eterno, che oggi non ti ha lasciato senza un redentore. Possa il suo nome divenire famoso in Israele!”

Giovani, voi dovete essere per i vostri anziani genitori come Perets fu per i suoi. Un ristoratore di vita e un sostenitore dei vostri genitori nella loro vecchiaia. In modo che lungo gli anni quando sono deboli penseranno a voi  a motivo della cura che avete per loro, vi penseranno come qualcuno che li ama più di sette figli.  “Naomi quindi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice. Le vicine gli diedero un nome e dicevano: «E’ nato un figlio a Naomi!». Lo chiamarono Obed. Egli fu padre d’Isai, padre di Davide.” E questa è la genealogia di Gesù Cristo. Così voi vedete che questo grande libro dal principio alla fine, e ogni parte di esso, è volto a mettere insieme Boaz e Ruth, in modo che in quell’immagine possiate vedere  come il Signore Gesù Cristo il grande discendente di Boaz e di Davide, sia stato mandato in terra dal nostro creatore, per acquistare per noi un’eredità eterna e per impedire la scomparsa del nostro nome. Cioè per quelli di noi che credono in lui come nostro parente redentore. Nostro parente per incarnazione. Nostro redentore con la sua vita, morte e resurrezione. E, amici, se non l’avete ancora ricevuto come famigliare redentore, se contate sul vostro battesimo, o sul fatto di essere membri di chiesa, o che siete figli del patto per vedere che il vostro nome sia stabilito per tutta l’eternità nel libro della vita dell’Agnello, voi state facendo affidamento sulle cose sbagliate. La sola persona che può assicurare per voi un’eredità eterna alla presenza di Dio è questo parente redentore, il Signore Gesù Cristo che ci libera dalla schiavitù del nostro peccato e ci da una terra promessa. Tutto questo è per quelli che credono in lui, che hanno fede in lui come loro salvatore e che sottomettono a lui le loro vite affinché ne sia il Signore. La sua venuta nel mondo è stata una grande manifestazione della fedeltà e della lealtà di Dio e della devozione di Dio a questo legame che ha stabilito dentro di noi.

La fedeltà e la lealtà di Dio verso i suoi produce in noi fedeltà e lealtà pattizie e devozione e amore verso di lui, l’uno verso l’altro. Noi dobbiamo essere dedicati a Dio e devoti ad obbedire la sua legge quanto lo fu Boaz senza calcolare il costo o l’inconvenienza che ce ne possono venire. E benché l’istituzione del famigliare redentore e del matrimonio tra cognati non siano più richiesti a noi, noi dobbiamo essere leali e dediti l’uno all’altro come Boaz lo fu con Ruth e Ruth lo fu con Boaz e Naomi, cercando di proteggere e di accrescere il nome e la reputazione della famiglia di ciascuno, e la proprietà e il benessere complessivo e la felicità. Questo è il marchio di un vero uomo e di una vera donna del patto.

Mariti e mogli, usate questa relazione di Boaz e Ruth come un esempio da seguire nel vostro matrimonio. Il marito, come Boaz, dovrebbe essere un uomo nobile, generoso, gentile e devoto al bene di sua moglie. La moglie come Ruth dovrebbe essere una donna di purezza, santità, devozione al proprio marito e dedicata al futuro della propria famiglia. Tutte la donne sposate dovrebbero essere in grado di dire al marito quel che Ruth ha detto a Naomi: “Non insistere con me perché ti abbandoni e lasci di seguirti, perché dove andrai tu andrò anch’io, e dove starai tu io pure starò, il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio”. Questo significa che la moglie fedele affida il proprio benessere e il proprio futuro nella mani di suo marito senza paura o preoccupazioni perché confida che il Signore onorerà quelli che lo onorano. Suo marito è il suo capo ed ella lo ama. Il suo leader, il suo insegnante, il suo protettore, il suo provveditore, il suo amante. E possa il Signore avere misericordia su quell’uomo tra noi che manchi di essere grato per una tale moglie, e che con il suo aspro comportamento o con parole senza amore spinge la propria moglie a volerlo lasciare o voltare le spalle dal seguire lui ed il suo Dio.

Preghiamo.

Ti ringraziamo Dio benedetto per questo libro di Ruth. Ti ringraziamo per questo fratello e questa sorella nella fede per la fedeltà al  patto che ci hanno insegnato in questo libro. Ci piacerà un giorno incontrali e d’avere comunione con loro. Ma più ancora, siamo in trepidazione per quel giorno in cui, metteremo da parte la nostra fede e guarderemo coi nostri occhi il volto di quel grande loro discendente, il Signore Gesù Cristo il nostro vero parente prossimo redentore. Fino a quel giorno, mantienici fedeli e leali, e nell’amore per lui e gli uni per gli altri.


Altri Studi che potrebbero interessarti