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Lezione 1. Genesi

 

La nostra Scrittura questa mattina è Genesi 22:1-19.

Credo che abbiate notato dal bollettino che questa mattina stiamo iniziando un nuovo tipo di studio della Bibbia che ho chiamato uno studio macroscopico della Bibbia.  Attraverserò tutta la Bibbia e predicherò un sermone su ciascuno dei 66 libri.

Ora, le ragioni per cui lo faremo sono molteplici. Primo, una preghiera da parte mia su ciò che Dio vuole che io predichi. In secondo luogo perché abbiamo più gente quest’anno che si è dedicata a leggere tutta la Bibbia in un anno. Ho parlato con molti di voi che lo stanno facendo. Ed è una delle più grandi benedizioni che si possano mai avere. In terzo luogo, perché un uomo venne da me un paio di settimane fa e ha detto Joe, al ritmo che abbiamo, mi ci vorranno più di 150 anni per studiare tutta la Bibbia.  Non voglio dover  aspettare così a lungo. Quindi, predicherò da un Libro della Bibbia ogni domenica e io spero che quella settimana leggerete quel libro alla luce delle cose che abbiamo detto in quella predica. E poi, dopo circa un anno speriamo di avere una panoramica di tutta la Scrittura in modo da poterne e comprendere ed interpretare le varie parti.

E oggi, naturalmente, si parte dall’inizio. Si comincia con il libro della Genesi. Quello che  faremo ogni volta è darne una breve descrizione. Parlare di alcuni dei punti principali, della cornice del libro. E poi ci concentreremo su un testo che illustra o sviluppa il tema di fondo di quel libro. Infine, cercheremo di fare delle applicazioni pratiche alla nostra vita. Non ho bisogno di dirvi che Genesi non è una poesia o una allegoria o la presentazione di figure retoriche. Ma il libro della Genesi è un racconto storico accurato che comincia dalla creazione del mondo, fino ad Israele che finisce in Egitto durante i giorni di Giuseppe. Il libro della Genesi descrive cose che sono  effettivamente accadute nei primi tempi della storia della razza umana. E gli eventi che descrive hanno avuto luogo esattamente come sono descritti nel libro della Genesi. Come facciamo a sapere che è così? Lo sappiamo perché Gesù ha detto che il libro della Genesi, è la parola di Dio scritta. E Gesù è il nostro Signore. Noi dobbiamo sottomettere ogni nostro pensiero a Lui. Mentre il libro della Genesi contiene poesie, contiene diverse figure retoriche, il libro della Genesi in sé non è uno di questi. Non ha le caratteristiche della poesia, e non ha nessuna delle caratteristiche della metafora dal capitolo 1 al capitolo 50. E ‘evidente che l’intento del libro è quello di registrare le cose che in realtà sono avvenute nella storia umana. Il libro della Genesi enfatizza questa cosa continuamente nel V.T. E Gesù la enfatizza nel Nuovo. Tutto indica che le persone e gli eventi nel libro della Genesi  siano persone storiche ed eventi storici. Così che negare la natura storica del libro della Genesi, dire che è un libro di figure retoriche, che è mitologia, e da non prendere alla lettera, negare il carattere storico del libro della Genesi è negare l’autorità infallibile di tutta la Bibbia. E mettere in discussione la coerenza della dottrina del Signore Gesù Cristo stesso.

Ogni libro della Bibbia ha un tema. E al centro di questo tema c’è il Dio vivente. Dio è il tema della Scrittura. E il libro della Genesi registra tre cose su Dio. Esso rappresenta Dio come Creatore, Dio  come Redentore, e Dio come Signore dell’alleanza. Non appena ci sediamo e apriamo la prima pagina della Scrittura  siamo confrontati con il nostro Creatore e col Creatore dell’universo. “In principio Dio creò i cieli e la terra.” E fin dalle prime parole e in tutta la Bibbia c’è questa netta distinzione che viene fatta tra il Creatore dell’universo, onnipotente, sovrano, indipendente,  e la creazione finita, dipendente, e in questa creazione le creature finite come voi e me. E questa distinzione tra il Creatore e la creatura è una distinzione fondamentale che la Bibbia non ci lascia mai dimenticare. In effetti è una delle differenze fondamentali tra il cristianesimo e le altre religioni. Nessun’altra religione rende chiara la distinzione tra il Creatore personale, sovrano, indipendente, e la creazione finita, dipendente, come fa il cristianesimo. E questo Creatore è anche il governatore della sua creazione. In modo che ogni giorno, ogni secondo dell’esistenza dell’universo e della vostra esistenza, Colui che ci ha creato governa questo universo per assicurarsi che tutto vada secondo il suo piano eterno. Inoltre,  nel libro della Genesi, il Creatore dell’universo si presenta a noi come nostro Redentore. Quello che è venuto a salvarci dai nostri peccati. E dopo tutto, solo il Creatore può essere il redentore, perché questo universo appartiene a Lui. Voi appartenete a Lui. L’unica persona che può redimere dal peccato che è colui a cui si appartiene. E questo è il Dio vivente che ha creato questa terra e questo universo per essere un grande teatro in cui egli mostra la sua gloria. E in cui egli avrebbe redento il suo popolo dai loro peccati, in modo che gli effetti di tale redenzione dice un vecchio inno, sono sradicare il peccato “far as the curse is found” “Dovunque si trovi la maledizione per il peccato originale” (la redenzione è altrettanto pervasiva della maledizione).

Nelle storie del libro della Genesi, e in ogni altra storia e l’insegnamento della Bibbia, Dio agisce e si rivela come il redentore e il salvatore del suo popolo: Colui che li libera dai loro peccati. Ed è così che Gesù ci ha insegnato a leggere il VT, il NT, ogni libro della Bibbia. Luca ha detto che Gesù  dopo la sua risurrezione, quando stava camminando con i suoi discepoli sulla strada di Emmaus, dopo aver ascoltato da loro il racconto delle cose che erano accadute in quei giorni prese ad insegnare loro, e “cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro le cose che lo concernevano in tutte le Scritture.” E poi Luca prosegue citando Gesù mentre stava continuando il suo insegnamento, dice: “Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi devono essere compiute”.  Allora qui Gesù dice: qual è il tema e qual è il punto focale, il soggetto principale degli scritti di Mosè, nei Profeti e nei Salmi, che era il modo in cui Gesù chiamava il   VT? Questo tema è Cristo.

La Bibbia non è semplicemente un libro. Il VT, non è solo un libro con dentro i codici della legge  che dobbiamo seguire. Né semplicemente un libro con profezie di ciò che sarebbe avvenuto in futuro. Ma quando io e voi leggiamo il VT dobbiamo leggerlo per conoscere meglio Gesù. Per capire di più della sua persona e della sua opera, con la preghiera che, con la lettura del VT, la nostra fede in Gesù Cristo sia rafforzata, che il nostro rapporto con lui sia approfondito e la nostra fedeltà a lui sia resa più completa. Quindi, nel libro della Genesi, il Creatore è il Redentore. E l’unico redentore dei peccatori è il Figlio di Dio. Poi, in terzo luogo, nel libro della Genesi, Dio si presenta a noi come Signore dell’alleanza. Genesi è il registro divino dell’inizio del  rapporto pattizio di Dio con noi. Non appena Dio ha fatto Adamo, nel giardino d’Eden prima della caduta, Dio ha fatto con lui un patto. Non appena Adamo ha disobbedito a Dio, mangiando il frutto proibito,  Dio ha stipulato un altro patto con lui che avrebbe provveduto per lui salvezza dal peccato. Quando il peccato ebbe un’accelerazione nella razza umana e Dio dovette lavare il mondo con il Diluvio, non appena l’alluvione era scomparsa dalla terra Dio ha fatto un’ alleanza con Noè dicendo che non avrebbe mai permesso che una cosa del genere accadesse di nuovo fino a quando tutti i propositi di redenzione sono completati. Poi Dio suscita Abramo. E Dio entra in un’alleanza con Abramo e promette che, attraverso uno dei suoi discendenti sarebbe stata posta in essere la salvezza a tutta la terra. E, naturalmente, che quel discendente non sarebbe altro che il Signore Gesù Cristo stesso. Credo che uno dei capitoli più importanti e forse il capitolo più importante nel NT per saper capire e interpretare e applicare le varie promesse di Dio nel VT, sia Galati 3. Andiamoci insieme per pochi istanti. Mi ricordo quando solevo leggere il VT da una prospettiva  razziale.  Pensavo cioè che fosse stato scritto per gli Ebrei. Per gli Ebrei di religione, di etnia e genetica, e per gl’Israeliti. E quindi  leggevo queste meravigliose promesse nella Bibbia e mi dicevo: “Oh vorrei avere una piccola goccia di sangue ebraico in me, ma non ce l’ho”. Ma poi, quando ho letto le minacce e gli avvertimenti ho lodato Dio che non avevo la minima goccia di sangue ebraico. E così l’AT fondamentalmente era per me una porzione stravagante della Bibbia. Fino a quando ho letto il terzo capitolo di Galati. E se si guarda  3:16: “Ora le promesse furono fatte ad Abrahamo e alla sua discendenza. La Scrittura non dice: «E alle discendenze» come se si trattasse di molte, ma come di una sola: «E alla tua discendenza», cioè Cristo.” È deplorevole che la nuova Diodati che mi piace particolarmente traduca il seme: ‘discendenza’ quando fa riferimento alla discendenza di Abramo. Che nella Bibbia la parola è “seme.” E Paolo sta facendo un ottimo punto qui. Egli dice: quando Dio promette di portare la salvezza al mondo attraverso il seme di Abramo, dice, la parola seme è singolare nell’ AT e in Ebraico. Non è plurale. Cioè, il suo riferimento principale è il Signore Gesù Cristo stesso. E poi guardate giù al versetto 29  di Galati 3. “E se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abrahamo ed eredi secondo la promessa”. Il verso precedente dice, non importa se si è Ebrei o Greci, se siete di Cristo, mediante la fede, allora siete da annoverare nel seme di Abramo. E quindi ci si può considerare come eredi di tutte le promesse che Dio ha fatto nell’AT. Così ora a chi sono fatte queste promesse? Quando Dio dice: Abramo, porterò la benedizione a tutto il mondo e la salvezza per il mondo attraverso il tuo seme, Galati 3 dice: guarda che non va interpretato etnicamente. Non  sta parlando di un gruppo di persone che vive in Palestina. Ma sia che tu viva in Palestina, o che tu viva a Timbuktu, se per fede credi nel Signore Gesù Cristo, ciò fa di te un figlio di Abramo, perché tu sei in Cristo, il quale è il figlio e il seme di Abrahamo per eccellenza. E per mezzo di Cristo e vostro come sua chiesa, le benedizioni della salvezza andranno in tutto il mondo. Questo è il modo di leggere l’AT. È in termini della discendenza di Abramo che è Cristo. E la chiesa. E quelli che sono di Cristo per fede.

Ora, che cosa sono queste benedizioni di cui Dio dice che tutte le famiglie della terra saranno benedette per mezzo tuo Abramo? Beh guardate Galati 3:8. “E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato le nazioni per fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia: “Tutte le nazioni saranno benedette in te.” Così, dice Paolo, quando Dio disse ad Abramo, tutte le nazioni del mondo saranno benedette in te stava predicando il vangelo della giustificazione per sola fede ad Abramo. Allora, cos’è questa benedizione che viene elargita a tutte le nazioni del mondo per mezzo di Cristo e del suo popolo?  È la benedizione del perdono dei peccati e dell’accettazione dentro la famiglia di Dio per fede nel Signore Gesù Cristo. La salvezza nella sua massima estensione. È la benedizione del perdono dei peccati e accettazione nella famiglia di Dio, mediante la fede nel Signore Gesù Cristo. Ma guarda il verso 14 di Galati 3. “Affinché la benedizione di Abrahamo pervenisse ai Gentili in Cristo Gesù, perché noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede”. Così quando Dio dice che benedirà le nazioni mediante il seme di Abrahamo, ciò comprende l’effusione dello Spirito Santo e tutti i doni e le grazie dello Spirito Santo sulle famiglie di questo mondo. Quindi, che cosa è che Dio dice ad Abramo? ‘Ho intenzione di benedire le nazioni per mezzo del tuo seme che è Cristo e la Chiesa!’ La salvezza nella sua massima estensione! Questo è il modo di leggere la Bibbia da una prospettiva centrata  in Cristo. E che quando Dio ha fatto quest’alleanza la fece con Cristo e il suo popolo e le promesse sono compiute e portate a completamento nel NT.

Permettetemi di dare molto rapidamente una definizione accettabile della parola alleanza o patto. Voglio dire, se non si sa che cosa significa la parola alleanza, o non se ne abbia qualche idea, allora non c’è modo in cui si possa comprendere la Bibbia. Perché tutto ciò che accade a chiunque del popolo di Dio ovunque nella Bibbia, accade a causa di una legge o di una promessa nel patto o alleanza di Dio. Se obbediscono alle leggi, se credono alle promesse certe cose accadono  loro. Se non credono alle promesse o non obbediscono alle leggi certe altre cose accadono loro. Tutto ciò che accade al popolo di Dio nel VT accade a causa di questa alleanza che Dio ha fatto con loro. E ciò unifica tutta la Bibbia. Perché dalla Genesi all’Apocalisse tutto ruota intorno a quel patto. E questo porta anche te nella storia della Bibbia perché tutto ciò che ti  accade  in questa vita accade a causa della stessa alleanza che Dio ha stabilito con il suo popolo nel libro della Genesi, nell’AT e NT . Che, se credi alle promesse e obbedisci alle leggi, certe cose ti accadranno. E se non credi alle promesse e non obbedisci alle leggi, certe altre cose ti accadranno. Siamo parte di uno e lo stesso flusso della storia, e della stessa alleanza che Dio ha fatto con il suo popolo, fin dalla Genesi. Ora che cosa significa la parola alleanza? Bene, ogni volta che pensi alla parola alleanza, pensa semplicemente: legame di amicizia. Alleanza: legame di amicizia. L’alleanza che Dio ha stabilito con il suo popolo nel Signore Gesù Cristo è un legame eterno di intima amicizia tra il Dio vivente e il suo popolo in Gesù Cristo. Questa è la più grande benedizione, non c’è benedizione più grande, non c’è in tutto il mondo nessuna benedizione superiore che essere nel patto di Dio. Non vi è alcuna benedizione al mondo che sia superiore all’ essere nel patto di Dio. Essere nel patto di Dio è essere in comunione con Colui che è il vostro intimo ed eterno amico  a motivo di Cristo, per la sola fede. E per voi e per me, affinché siamo in grado di manifestare nella nostra vita che siamo amici reali di Dio, quel Dio dell’alleanza ci ha dato un ordine della vita sovranamente dettato. Non solo abbiamo una comunione, una comunione con Dio che noi possiamo godere. Ma Lui ci ha dato un ordine per la vita nella sua parola: ‘Ecco come dovete vivere, se intendete essere miei amici fedeli.’

Ora un altra parola di introduzione sul libro della Genesi. Ricordate il suo tema. Dio Creatore, Redentore, Signore  del patto. Patto significa legame di amicizia basato su Cristo che include la comunione con il Dio vivente, e l’ordine della vita sovranamente dettato. Ora vorrei solo molto rapidamente darvi uno schema del libro della Genesi. È facile da identificare. Il libro della Genesi è diviso chiaramente in dieci parti. E ognuna di queste parti inizia con la stessa frase. Tutto dipende dalla traduzione. Nella nostra traduzione inizia con: “questi sono i discendenti.” In altre traduzioni si dice, questa è una descrizione delle generazioni di…. E la parola ebraica tradotta ‘descrizione’ –‘resoconto’ in italiano, o “generazioni,” significa: “questo è il risultato di….”  Questo è quello che è successo a causa della vita e della persona indicata. Lasciate che vi mostri quello che intendo, andate a Genesi 2. E poi un buon studio questa settimana sarà di identificare mano a mano che leggete il libro queste diverse parti. E ciascuna delle dieci parti ha il proprio tema distinto. Genesi 2:4, “Queste sono le generazioni dei cieli e della terra quando sono stati creati. (KJV)” Ora questa non è una dichiarazione riassuntiva di ciò che l’ha preceduta. Questo è il titolo di ciò che segue. In altre parole questa è la storia della creazione del mondo. Questo è quello che è successo a seguito della creazione del mondo in sei giorni. Questo è l’esito di tale creazione. Andate giù al capitolo 5:1, si trova di nuovo: “Questo è il libro delle generazioni di Adamo.” Questa è la storia delle generazioni di Adamo. Questo è quello che è successo a causa della vita di Adamo. E così il libro della Genesi si divide in quelle 10 parti. Ed ora ecco la cosa da tenere a mente. Ecco come procede il libro della Genesi , ognuno di questi dieci resoconti restringe la scena d’azione. Dalla creazione del mondo alla vita di un uomo e la sua famiglia: Giacobbe. Ognuno di questi resoconti è una tappa particolare nell’opera redentrice di Dio. E ciascuno a sua volta avanza, fa un passo in avanti verso la venuta del Signore Gesù Cristo. Ogni volta che si legge: questi sono i discendenti …, si restringe la scena d’azione. E il tutto è finalizzato alla venuta del Signore Gesù Cristo. E poi vi ricordate come inizia il NT. Il NT inizia con parole che suonano proprio come  nel libro della Genesi. Si comincia con le parole: “Libro delle generazioni di Gesù Cristo.” Questo è l’esito della vita di Gesù Cristo. Ed ecco si vede nella struttura stessa del libro della Genesi che essa dirige la nostra attenzione a Cristo stesso. Ora, questa è l’introduzione di tutto il libro.

Ogni volta che ci riuniamo ci vorranno 15 o 20 minuti per introdurre il tema. Ma la maggior parte del nostro tempo ogni Domenica nel nostro studio sarà su un capitolo di quel libro che sviluppa e illustra il tema. E quello che abbiamo letto questa mattina è una delle più familiari. È  presa dalla vita di Abramo. E se si vuole studiare la vita di Abramo, il racconto della sua vita è nell’ultima parte del Capitolo11 fino alla parte centrale del capitolo 25. E in quella storia di Abramo ci sono tre punti principali che stanno in risalto. Cioè, la chiamata di Abramo dalle tenebre alla luce per il potere di Dio e ciò che implica per lui e per noi. Il patto che Dio fece con Abramo e ciò che sono le benedizioni di quel patto. E il modo in cui sono compiute in Cristo. E poi la maggior parte di quella storia di Abramo è impregnata con le prove che Dio ha dato ad Abramo con riferimento alle promesse che gli ha fatto. Dio faceva ad Abramo una promessa. E poi ne rimandava la realizzazione. O, Dio faceva ad Abramo una promessa e poi rendeva difficile per lui credere quella promessa. Lo avrebbe messo alla prova. Non per punirlo. Non semplicemente per dargli un periodaccio. Faceva una promessa e la rimandava o rendeva la situazione difficile per credere alla promessa, in modo da sviluppare e maturare la fede di Abramo in lui. In altre parole la vita di Abramo fu piena di prove. E ognuno di questi test della sua fede aveva come scopo aiutare Abrahamo a concentrarsi su Colui che faceva la promessa e non solo sulle promesse. Per mettere a fuoco il donatore e non solo i doni. Dio aveva fatto alcune ricche promesse. Dio ha dato ad Abrahamo alcuni doni meravigliosi. E se siamo innamorati di tutte quelle cose che sono buone per noi, diventiamo auto centrici  e perdiamo di vista il fatto che questi doni e queste promesse sono per attirarci al di là di esse stesse al Dio vivente. Così più di una volta Dio mette alla prova la fede di Abramo per vedere: ‘Abramo, mi ami tu più che le promesse che ti faccio? Mi ami più dei doni?’ ‘Se i doni avvizziscono e le promesse non hanno compimento, avrai ancora fiducia in me? Mi amerai ancora? Crederai ancora che io sono fedele? Anche quando prendo tempo a mantenere le promesse nella tua vita?’ Questo è lo scopo di queste promesse. Così è la fede in Cristo. Dio metterà alla prova la nostra fede, per vedere se è centrata su Cristo o sulle buone cose che possiamo ottenere da lui. Egli ci perdona i nostri peccati. Egli ci dà serenità di spirito. Egli ci dà purezza di fronte alla morte. È una cosa meravigliosa  diventare un cristiano a causa di tutte le chicche che si possono ricevere da lui. La nostra fede è concentrata su tutte queste cose meravigliose? E dovremmo gioire per esse? O invece è centrata su Cristo? E dici tu: Cristo significa per me più di tutto quello che può dare? Di ogni benedizione che può dare alla mia vita? Egli significa per me più di qualsiasi cosa. “Chi ha il Figlio ha la vita.” Non è, chi ha la vita, ha il figlio. Chi ha il Figlio ha la vita. E questo è l’interesse e il punto focale della fede cristiana. Non sulla vita, non sulle benedizioni, ma sul Figlio di Dio stesso, che preferiamo possedere più che argento o oro.

Ora, Dio fece una promessa, diverse promesse. Ma ogni volta che avrebbe dato una promessa avrebbe anche provato Abramo su quella particolare promessa. Dio ha dato ad Abramo la promessa che avrebbe avuto un seme. Che noi sappiamo essere Cristo, e il suo popolo in lui per fede. E che attraverso quel seme, le benedizioni di questo legame di amicizia sarebbero esperite da tutte le famiglie del mondo: cioè, il perdono dei peccati e la trasformazione della vita dallo Spirito Santo. Dio ha dato ad Abramo una promessa spettacolare. E allora Dio ha messo Abramo alla prova per stabilire saldamente la sua fede che nella sua fedeltà Dio avrebbe fatto esattamente ciò che aveva promesso. Indipendentemente da ciò che Abramo avesse visto intorno a sé. Indipendentemente da ciò che Dio ordinò ad Abramo di fare. Dio mise alla prova Abramo per vedere se lui avrebbe creduto. E per aiutarlo a credere nonostante ciò che vedeva. Nonostante quello che era stato chiamato a credere. Ora questa storia che abbiamo letto è una delle storie più famose e più piene di suspense di tutta la storia umana. Dio ha fatto questa promessa ad Abramo e Sara, quando erano già anziani. Quando avevano già superato il tempo in cui si possono avere figli. E Dio disse agli anziani Abramo e Sara che stavano per avere un bambino, e che il figlio della promessa sarebbe stato il bisnonno, un avo di Gesù. E che per mezzo di Gesù  ci sarebbe stata salvezza per i peccatori. Allora Sara rise, non ci credette. Abramo invece credette a dispetto di tutto ciò che vedeva. E così ebbero un bambino. Quel bambino crebbe fino a diventare un adolescente, forte, sano, pio. Egli era la luce degli occhi di Abramo. Abramo appuntò le sue speranze per la salvezza del suo popolo su questo figlio della promessa. E così Dio viene al fedele Abramo. Egli dice: ‘Abramo, sai quel figlio che ami che ti ho dato nella vecchiaia?’ ‘ Sì, Signore, io lo amo con tutto il mio cuore.’ ‘Abramo, lo sai che il figlio che ti ho dato sarà il bisnonno di Gesù, il salvatore del mondo?’  ‘Sì, Signore, lo so.’  ‘Voglio che tu lo uccida Abramo. Io voglio che tu lo porti in cima a una montagna, che lo metta su un altare e voglio che tu gli ficchi un coltello nel cuore.’ Altro che suspense. Emozione straziante, confusione nella mente di Abramo. Abramo è ora di fronte alla più grande crisi, la più grande prova di tutta la sua vita. Dio gli aveva comandato di uccidere sacrificalmente suo figlio  e di farne un olocausto. E il comando che Dio gli ha dato era reale. Non ha detto ad Abramo, sto solo giocando con te. Sto solo scherzando. Abramo fu provato per vedere se il Signore fosse la persona più importante della sua vita. Per vedere se si sarebbe fidato di Dio e gli avrebbe obbedito malgrado quanto questo comando gli avrebbe straziato e confuso il cuore. Il test è stato sorprendente e sconcertante. Dio chiese ad Abramo di distruggere l’unica e ultima speranza che Abramo aveva per l’adempimento della promessa dell’alleanza. E per la salvezza dai peccati che aveva aspettato per così tanto tempo. È stata una prova. Nota come inizia il capitolo 22. “Dopo queste cose Dio mise alla prova Abramo”. Quella parola “mise alla prova” è utilizzata in diversi luoghi nell’ AT. Lasciate che ve ne mostri un paio. Andate a Deuteronomio 8:2, 16. Vi aiuta a vedere quello che è lo scopo di una prova e ciò che Dio è quando sta mettendo alla prova queste persone. “E tu ricordati di tutta la strada che l’Eterno il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che c’era nel tuo cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti.” Versetto 16. “Nel deserto ti ha nutrito manna  che i tuoi padri non conoscevano, per umiliarti e per provarti e per farti alla fine del bene.” Allora lo scopo di queste prove che Dio ha messo nella vita dei suoi figli non erano a loro danno o a loro detrimento. Ma erano sempre per il loro bene. Per valutarli. Per renderli umili, per migliorare la loro conoscenza di Dio. La loro conoscenza di se stessi. Per vedere se essi avrebbero creduto e se avrebbero obbedito a Dio, anche nelle situazioni più difficili del mondo. Quindi lo scopo di questa prova nella vita di Abramo fu di rafforzare e maturare la sua fede. Dio non lo stava tentando al peccato. La Bibbia dice che Dio non può essere tentato a peccare. Né  tenta alcuno a peccare. Egli tentava  Abramo a credere. Tentava Abramo a fidarsi di lui completamente, in qualsiasi situazione.  Voleva  che Abramo arrendesse se stesso e il suo futuro e il suo figlio completamente a lui. A fidarsi di Lui che la sua volontà è sempre buona. E perché facesse la volontà di Dio senza esitazione. In altre parole, Dio aveva per Abrahamo una lezione da imparare in questa prova. Che tutte le benedizioni che Dio promette, tutta la sicurezza che egli ha per noi e il nostro popolo lungo tutto il futuro, la totalità della nostra salvezza, dall’inizio alla fine, tutto dipende unicamente e totalmente dal potere onnipotente e dalla fedeltà del nostro Signore e Salvatore, e non assolutamente da qualche cosa in noi. Sicuramente quando Dio disse: conficca un coltello sacrificale dentro al tuo caro figlio Isacco, Abrahamo sperimentò un’angoscia  e una confusione mentale di una portata che non aveva mai sperimentato prima. Ma notate quello che succede. Abrahamo obbedì immediatamente. Non è ritornato alla sua tenda e ha cominciato a covare e cercare di capire logicamente e dire, ebbene io non comprendo, perché questa cosa? dammi un paio di giorni  e forse… No, immediatamente, l’ha determinato nella sua mente. Sicuramente si fece delle domande. Sicuramente era confuso. Ma molto rapidamente riconciliò tutte queste cose nella sua mente. Ciò significò che il Signore poteva pretendere quello che desiderava da Abramo. Questo era l’atteggiamento di Abramo. Se Abramo fosse dovuto passare attraverso l’uccisione sacrificale di Isacco, Dio avrebbe provveduto a fornire qualche via di fuga per Isacco affinché  le sue promesse non risultassero false e vuote. O Abramo avrebbe dovuto procedere con l’uccisione di Isacco e Dio lo avrebbe risuscitato dai morti. Ma Dio avrebbe fatto qualcosa perché questo era il bis-bisnonno di Gesù. E se Dio non avesse fatto qualcosa sul monte Moriah tutti noi saremmo andati all’inferno senza eccezioni. Non ci sarebbe stato nessun Cristo se Dio non avesse fatto qualcosa sul monte Moriah. Abramo, da buon teologo dell’alleanza quale era, aveva capito in qualche misura la grandezza di questo intero affare.Per inciso, noi non stiamo tirando a indovinare che Abramo credette che Dio avrebbe suscitato Isacco dai morti o che avrebbe fornito qualche via di fuga. Amo il versetto 5 di Genesi 22. Avrete notato quando l’ho letto: Stanno andando su per la montagna ora. Isacco è adesso un adolescente. diversi anni erano passati dalla sua nascita. Essi sono sulla loro strada su per la montagna. E Abramo si rivolge ad alcuni dei suoi servi, dà loro un ordine. Egli dice nel versetto 5. ‘Restate qui con l’asino. E io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo, e poi torneremo a voi ‘. Vedete nulla di strano in questo. Non ha detto, state qui con l’asino. Io e il giovane ragazzo andremo lassù e adoreremo. E poi tornerò da voi. Andremo lì e adoreremo, e torneremo, tutti e due. Vedete, Abramo sapeva che Dio non stava scherzando.  Prevedeva pienamente di sacrificare suo figlio. Ma sapeva anche che Dio avrebbe fatto qualcosa. E lui e Isacco sarebbero tornati.

Andiamo a Ebrei 11. Ci sono molti episodi del NT che parlano in riferimento a questa grande storia. 11:17-19. ” Per fede Abrahamo, messo alla prova, offrì Isacco e colui che aveva ricevuto le promesse offrì il suo unigenito  anche se Dio gli aveva detto «In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome», perché Abrahamo riteneva che Dio era potente da risuscitarlo anche dai morti; per cui lo riebbe come per una specie di risurrezione.”

Notate la forza della fede di Abramo. Abramo non aveva soluzioni. Abramo non si aspettava di trovare rapidamente qualche risposta quando salì sul monte. Ma sapeva che Dio sarebbe stato fedele. E quando salì sul monte non sapeva che Dio avrebbe resuscitato persone dalla morte. E così era perfettamente convinto che lui e suo figlio sarebbero andati lì ad adorare. E che sarebbero tornati, perché Dio lo avrebbe risuscitato dai morti.

L’apostolo Paolo ci dà una descrizione estesa della fede di Abramo in Romani 4. Andate lì con me per favore, versetti 16-21, apprendiamo molto di Abramo in questo passaggio. E non solo  di Abramo, ma della natura della vera fede.” Perciò l’eredità è per fede, in tal modo essa è per grazia, affinché la promessa sia assicurata a tutta la progenie, non solamente a quella che è dalla legge, ma anche a quella che deriva dalla fede di Abrahamo, il quale (come sta scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni»), è padre di tutti noi davanti a Dio a cui egli credette, il quale fa vivere i morti.” Sta parlando di Abramo qui ora: “Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: «così sarà la tua progenie». E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già reso come morto (avendo egli quasi cent’anni), né al grembo già morto di Sara. Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo”. Notate che questo ci spiega la fede di Abramo. E anche la nostra fede. La sua fede ha permesso a questo vecchio uomo di credere sulla parola la sconcertante promessa di Dio. Avrai un figlio la cui discendenza porterà la salvezza al mondo. Abramo credette questa promessa sconcertante. Si noti che la sua fede gli ha permesso di credere alla promessa di Dio sulla nuda parola di Dio e su nient’altro. Quando Dio disse ad Abramo in effetti: Abramo, nella vecchiaia stai per avere un figlio il cui discendente, Cristo sarà il salvatore del mondo. Abramo non ha detto, bene ho bisogno di un po’ di conferme e di un secondo testimone qui. Non ha chiesto alcuna prova,  nessuna conferma. Dio gli aveva parlato. E questo è stato sufficiente per Abramo. Credeva  la promessa di Dio solo ed esclusivamente perché era la promessa di Dio. E sapeva che Dio è fedele. Notate la cosa  successiva in questo quarto capitolo della lettera ai Romani. La fede di Abramo gli ha permesso di credere alla promessa di Dio a dispetto di tutte le apparenze contrarie. Si dice in Romani 4 che Abramo guardò, riguardò intorno a sé. Non c’era una cosa che vedesse che non fosse in contraddizione con la promessa. Che cosa ha visto? Vedeva se stesso. Chi era? Un uomo vecchio. Vide sua moglie, una donna vecchia. Ora lei deve aver utilizzato una grande quantità di oil of Olaz, perché la gente pensava che era davvero stupenda. Ma comunque ci sono due persone molto anziane. E nonostante tutto ciò sembrasse essere in contrasto con la promessa di Dio, Abramo credette a quello che Dio gli aveva detto. Si noti anche in questo quarto Capitolo che la fede di Abramo gli ha permesso di affrontare i fatti, anche i peggiori. Egli non si nascondeva. La fede non è cieca. La fede non cerca di nascondere i fatti. O di manipolare i fatti. E non ha paura dei fatti perché sa che tutti i fatti sono fatti di Dio. Il fatto è che è vecchio. Il fatto è che lei è sterile. Ma la fede guarda oltre i fatti difficili intorno a noi e verso qualcun altro. E si riposa nella sua fedeltà. Mentre l’ incredulità guarda solo i fatti. E guarda solo alle difficoltà. La fede di Abramo gli ha permesso di essere forte e incrollabile prima dell’assalto dell’ incredulità e del dubbio. Non pensate che lui non fu tentato con incredulità e dubbio. Era un uomo peccatore. Ma aveva la vera fede in Cristo e ha deposto quelle tentazioni. E quando una persona è forte e incrollabile nella sua fede nella promessa di Dio, qualunque sia questa promessa, la fede mette vigore e coraggio in tutta la sua vita. Abrahamo non si rincantuccia e non sgattaiola via e non si nasconde. La fede di Abramo gli ha permesso di mantenere la sua attenzione sulla gloria di Dio. Non ha mai perso di vista chi Dio fosse. E chi Dio è. E  non mancò mai di far affidamento sul suo potere e sulla sua fedeltà. E la sua fede gli ha permesso di avere certezza e garanzia. Egli era sicuro di questa cosa. Non riesco a comprendere. Io non so come un uomo vecchio possa avere bambini. E una vecchia. E io non so come riusciremo a portare fuori vivo da questa montagna questo figlio. Ma Dio è fedele. E c’era una garanzia e una certezza nella sua mente. E così ha agito su quello che credeva. Credeva che Dio è fedele. E che Dio benedice l’obbedienza. E così Abramo credette la parola di Dio e agì di conseguenza. E l’obbedì. Ed essa lo sostenne completamente. E non deluse.

Ora, stanno salendo la montagna. Ricordate quello che Isacco gli chiese. Papà, abbiamo la legna, abbiamo il fuoco, dove è l’agnello sacrificale? Abramo dice: Dio ne provvederà uno. Arrivano in cima, edificano l’altare e ci mettono la legna. Abramo dice ad Isacco di venire, di sdraiarsi sull’altare e lo lega. Prende il coltello. Lo alza. Ora, prima di andare al resto della storia, voglio che capiate che Isacco è un giovane uomo. Isacco è un ragazzo virile e forte nei suoi 17/18anni . Il papà è decrepito. In qualsiasi momento dopo che sono arrivati lì e con un briciolo d’ intelligenza poteva capire ciò che stava per accadere. In qualsiasi momento avrebbe potuto sopraffare il suo papà, dire no, no, no, no, questo non si fa. Isacco è stato completamente cooperativo. La sua fede fu provata. Non solo quella di Abramo. Potete immaginare questo giovane uomo pronto a vivere la vita. Pronto ad essere il padre di discendenti più numerosi delle stelle nel cielo. Pronto a essere il bisnonno di Gesù. La cui vita sta cominciando, la cui carriera doveva essere tale che una simile non si era mai vista prima, che  volontariamente di adagia sull’altare per essere ucciso. Abbiamo giovani come questo, qui? O c’è qualcosa che vogliamo di più che di piacere a Dio obbedendogli?

Quindi  Abrahamo alza il coltello. Egli è pronto ad affondarlo nel cuore di suo figlio. L’angelo del Signore, che è un’apparizione di Cristo prima dell’incarnazione, chiama Abramo, Abramo ferma il colpo. L’angelo dice, ti sei dimostrato fedele. Hai superato la prova. C’è un ariete sopra nel boschetto. Sacrificalo al posto di tuo figlio. Vedete che il centro di questa storia non è proprio il sacrificio di Isacco. Il centro di questa storia non è nemmeno Abramo, e la sua fede e la sua fedeltà. L’attenzione si concentra sulla provvisione clemente, misericordiosa e fedele del nostro Signore Iddio. In questo momento di emozione straziante di piantare il coltello  nel cuore di Isacco l’angelo del Signore interviene. Blocca Abramo. E la Bibbia dice in versi 11-13 della Genesi 22, ” Ma l’Angelo dell’Eterno lo chiamò dal cielo e disse: «Abrahamo, Abrahamo!». Egli rispose: «Eccomi». L’Angelo disse: «Non stendere la tua mano contro il ragazzo e non gli fare alcun male; ora infatti so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo figliuolo». Allora Abrahamo alzò gli occhi e guardò; ed ecco dietro di lui un montone, preso per le corna in un cespuglio. Così Abrahamo andò, prese il montone e l’offerse in olocausto invece di suo figlio.” La fede di Abramo fu premiata perché riposava nella benevola provvisione della grazia di Dio. Anche prima di andare su quella montagna Isacco disse, dove è l’agnello sacrificale? Abbiamo la legna e abbiamo il fuoco. Abramo rispose: Egli provvederà. Come, io non l’ho capito. Ma non sono preoccupato. Sale sulla montagna e Dio provvede un sostituto. E Abramo dà un nome a quel luogo. E chiama quel luogo, il Signore provvederà. In modi che ci stupiranno. Vedete, Abrahamo ha trovato ciò che Paolo ha trovato quando Dio disse che non lo avrebbe  guarito da una grave spina  nella carne. Paolo udì la stessa voce che Abramo udì dalle labbra di un angelo del Signore, che per Paolo era il Cristo asceso che gli disse, la mia grazia è sufficiente per te. La mia grazia è tutto ciò che ti serve. Il mio potere è reso perfetto nella tua debolezza. E la risposta di Paolo fu: ‘Perciò molto volentieri mi vanterò quindi della mia debolezza. Che il potere di Cristo abiti in me.’ E più tardi avrebbe potuto testimoniare, ‘il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria per mezzo di Cristo Gesù’.

E così Dio supplì per la fede di Abramo. E Abrahamo ha superato la prova. A parlare è il Dio vivente stesso. L’angelo del Signore gli disse nel versetto 12: “Ora infatti so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo”. Abramo gli ha dimostrato che la sua fede era totale, e che veramente  temeva il Signore. E perché credeva al Signore con tutto il suo cuore e temeva il Signore, egli obbedì al Signore, dimostrando così che aveva vera fede. E poi l’angelo del Signore ha fatto qualcosa che Dio fa sempre dopo che una prova è superata e superata con successo. Egli infonde ad Abramo maggiore sicurezza e rinnovata speranza. E questo è ciò che accade a noi quando Dio ci mette alla prova. Usciamo fuori dall’altra parte dopo aver superato la prova. Ora tenete a mente che nessuno di noi è mai riuscito a passare col 10, o col 9, con l’8 o qualcosa al di sopra di un 6 –. Ma quando passiamo, Dio fa per noi le cose che ha fatto ad Abramo.

L’angelo del Signore venne ad Abramo e lo rassicurò di tutte queste promesse e gli giurò, Egli disse: Io giuro per me stesso, io sono Dio. Non c’è nome più alto per cui posso giurare. Ho messo la mia reputazione sul tavolo per dimostrarvi che io sono fedele. Giuro che queste promesse che ho fatto a te si avvereranno. Tutte. Benedirò grandemente te e la tua famiglia. Io eseguirò il versetto 17, Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza …. nel versetto 18, le nazioni saranno benedette con la salvezza, perché tu hai obbedito alla mia voce. Così ora la fede di Abramo si rafforza. La sua speranza si rinnova. Che cosa dice Romani 5 comunque?  Dice che l’afflizione produce perseveranza. E la perseveranza produce un carattere solido. E il carattere consolidato porta speranza. Che Dio ci fa passare attraverso prove e tribolazioni per vedere se perseveriamo. E come noi perseveriamo in situazioni difficili il nostro carattere si rafforza. E in quanto rafforza il nostro carattere, rinnova la certezza e la speranza. E rinnova una fiducia nella garanzia che il futuro è buono. E che in tutto ciò che Dio ha per noi c’è una benedizione. E ha fatto un giuramento. Caro credente Dio ha giurato con riferimento a te. Che mediante la fede il tuo futuro è sicuro. Che nulla nel tempo o nell’eternità, in paradiso o all’inferno, può separarti dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. E che Dio sarà sempre fedele per te nel tempo e nell’eternità, per assicurarti che nulla potrà mai entrare nella tua vita che sarà abbastanza potente da strapparti via da lui. E riposa in quel giuramento. Basa la speranza su di esso e gioiscine. Non c’è più grande fondamento e incoraggiamento per la fede e la perseveranza in Dio che la conoscenza che Dio ha giurato: Io sarò sempre fedele.

Ora quali sono alcune applicazioni finali? Bene torniamo al versetto 1 e lasciate che vi mostri una piccola frase. Questa storia del sacrificio di Isacco da parte di Abrahamo inizia con queste parole, verso 1. “Ora avvenne, dopo queste cose che Dio mise alla prova Abramo”. Cosa significa, dopo queste cose? Ebbene si leggano i capitoli precedenti e sono prove di tutti i generi. Si tratta di altre prove di tutti i tipi . Voglio dire, Dio fece passare  Abramo attraverso di esse. Tutta la sua vita è piena di prove di fede e di una quantità di difficoltà e disagi e prove che Abramo ha dovuto affrontare. Forse lui avrà cominciato a pensare, ora che ho 100 anni, eh, finalmente la tempesta è passata. Questo, prima di essere informato del Monte Moriah. La tempesta è passata. Voglio dire, Dio mi ha provato tutta la mia vita. Ne ho superate alcune. Alcune le ho fallite. È bello essere vecchi. E spero che ora la navigazione sarà tranquilla fino al porto. E Abramo non sa ancora che sta per affrontare la prova più dura di tutta la sua vita, dopo una vita di prove. Egli deve affrontare una prova che è più tagliente di qualsiasi altra che abbia mai sperimentato prima. Carissimi, la vita è piena di prove da parte di Dio. Tutte hanno come scopo di rafforzare e di maturare la nostra fede in lui. Esse sono dolorose. Portano angoscia. Forse a volte sono strazianti. A volte ci fanno rimanere confusi. E se non avete ancora avuto alcuna prova nella vostra vita, le avrete. E se avete avuto molte prove e sofferenze nella vostra vita, ed è stata per voi difficoltà dopo difficoltà, ho buone notizie per voi, ne avrete ancora. E poi  morirete e andrete in paradiso. E ogni prova che si verifica, ha origine nell’amore di Dio per i suoi figli. Gesù disse: Io sono la vite. Ma mio padre è il vignaiolo. E sa come potare. Ma lo scopo del suo potare è aiutarti a produrre più frutto.

Una seconda applicazione. Satana cerca di trasformare ogni prova in una tentazione. Dio non tenta nessun uomo al peccato. Ma Satana sì. Dio manda le prove nella nostra vita per rafforzare la nostra fede. Satana cerca i nostri punti deboli e poi cerca di trasformare quelle prove in opportunità di produrre amarezza: incredulità, rabbia verso Dio e di abbattere la nostra perseveranza nel fare il bene. Così, dunque, fratelli e sorelle, sappiate come sopportare le prove. Sapete come superare le prove che verranno nella vostra vita? Guardate con me, Giacomo capitolo 1. Come si fa a sostenere e superare le prove che Dio inserisce nella tua vita e che Satana  proverà a far diventare una tentazione al peccato? Tre cose desidero sottolineare in questo primo capitolo. Dovete avere un giusto atteggiamento verso le prove e gli esami. E voi dovete avere le risorse spirituali per superare tali prove e tali esami . E dovete sapere che la ricompensa è alla fine della prova. Guardate i versetti 2-4 di Giacomo. “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti.”

Il primo modo per sostenere queste prove è non avere paura di esse. Non cercare di sfuggire da esse. Esse sono spesso dolorose. Ma sono da considerarsi causa di gioia. Ciò non significa che andiamo in giro a cercarci le prove con una sorta di complesso del martire. Dire che le si reputano delle gioie non è dire che non sono difficili e che non sono dure, che non sono pericolose. Ma è dire che quando siamo provati da Dio, dobbiamo considerare queste opportunità quantunque dolorose come occasioni gioiose. Perché, come cristiani, sappiamo che quelle prove e quegli esami comprendono un po’ di quella disciplina spirituale che è così essenziale per la nostra maturazione come cristiani. Questi versetti 2-4 dicono che passiamo attraverso queste cose e la nostra fede si purifica. La pazienza migliora. La perseveranza migliora. Il nostro carattere di cristiani è perfezionato. Così che quando gestiamo correttamente queste varie prove esse diventano canali attraverso i quali alcune delle più grandi ricchezze che Dio dà sempre al suo popolo sono introdotte nella vita del credente. Come si fa a superare la prova? Assicuratevi di avere il giusto atteggiamento verso queste prove.

In secondo luogo, assicuratevi di avere le risorse spirituali per  affrontarle. Guardate dal quinto all’ottavo verso di Giacomo 1. “Ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data. Ma la chieda con fede senza dubitare, perché chi dubita è simile all’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Non pensi infatti un tal uomo di ricevere qualcosa dal Signore, perché è un uomo dal cuore doppio instabile in tutte le sue vie”. Quali sono le tre cose che Dio dice che provvederà per noi che sono necessarie per superare queste prove con successo? Saggezza. Pregate per saggezza. Che Dio vi dia l’intuizione e la luce per fare delle prove un uso corretto. E per comprendere cosa sta succedendo. Pregate, che Dio continui ad equipaggiarvi con tutto ciò di cui avete bisogno per superare la prova con successo. E la fede nel Signore Gesù Cristo e nel suo potere e la sua fedeltà e la sua disponibilità ad aiutarci. La fede che ci permette di continuare a rimanere aggrappati confidando che anche Lui è aggrappato a noi.

E poi, in terzo luogo tenete a mente la ricompensa che Dio dà a coloro che supereranno la prova della vita, nel versetto 12. “Beato l’uomo che persevera nella prova, perché, uscendone approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a coloro che l’amano”. Osservate i due ricchi premi di grazia che Dio dona a coloro che superano la prova della vita. La prima parola nel versetto 12: benedetto. Beatitudine interiore. La pace interiore della mente e la tranquillità di spirito. Che non è effettuata da circostanze esterne. E che nemmeno la tragedia vi può rubare.

E il secondo è la corona della vita. La corona era un premio di vittoria e un distintivo d’onore. È stato un segno di regalità. Esso simboleggiava l’approvazione di Dio sulla vostra vita come se foste stati testati col fuoco. Vi ricordate il grande inno di William Cooper:

Voi santi timorosi, nuovo coraggio prendete.

Le nubi che così tanto temete,

Sono piene di misericordia

e si apriranno in benedizioni sulla vostra testa.

Non giudicare il Signore coi deboli sensi.

Ma fidatevi di lui per la sua grazia.

Dietro una provvidenza accigliata

Egli nasconde il suo volto sorridente.

E poi un’ultima domanda. Abbiamo letto poco tempo fa in Ebrei 11:19 che Abramo andò su quella montagna fiducioso che Dio è capace di far risorgere dai morti. E poi quel verso è concluso con queste parole. “per cui lo riebbe come per una specie di resurrezione”. Per Abrahamo ricevere Isacco indietro dalla morte era un tipo di Cristo nella sua morte e risurrezione. Ora un “tipo” è un simbolo molto speciale. Un tipo è una persona o un incidente o una cosa nell’ AT che assomiglia ovviamente a Cristo e alla sua opera redentrice in modo che lo prefigura. Che lo presenta in ombra. Ed Ebrei 11 ci dice che tutta questa storia del sacrificio di Isacco da parte di Abrahamo è un tipo e un simbolo e una rappresentazione e una prefigurazione della morte e della risurrezione del Signore Gesù Cristo. Tornate a Genesi 22. Avete mai notato le somiglianze tra il sacrificio di Isacco e il sacrificio di Gesù? Notate nel versetto 2: “Ed egli disse: Prendi ora tuo figlio, il tuo unico …..” Suona come l’unico figlio per me. Questo è ciò che Dio ha detto di Gesù. Notate nel versetto 2: prendi il figlio che ami ….va nel paese di Moriah. Voglio che questo avvenga in una cresta di una catena montuosa chiamata Moriah. Sapete che una delle creste su questo importante crinale è il monte Calvario? Abramo sacrifica Isacco sullo stesso monte dove Dio ha sacrificato suo Figlio. Verso 2: è un olocausto. Prendere su di sé le conseguenze del peccato è lo scopo per cui Cristo è morto. E poi guarda verso 4. Non ti ha colpito proprio sulla fronte? Il terzo giorno, Isacco che morì fu risuscitato dai morti. Come ha portato tutto il legno in cima alla collina? Versetto 6. “Abramo prese la legna … la caricò su Isacco suo figlio”. Chi ha portato la croce su cui fu crocifisso Gesù in cima al Monte Moriah? Cristo, l’unigenito Figlio di Dio. Versetto 10. “Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio”. Il padre ha ucciso il figlio. Chi ha ucciso Gesù sul Calvario per mezzo di mani di uomini malvagi? Isaia dice, è piaciuto a Dio di schiacciarlo, al Padre sacrificare suo Figlio. Versetto 13: “Allora Abramo alzò gli occhi e guardò. Ed ecco dietro di lui un ariete impigliato in un cespuglio per le corna. E Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto al posto di suo figlio. “L’idea di una sostituzione di qualcuno che muore al posto di un altro. Il sacrificio di Abramo del figlio Isacco era una imitazione di ciò che  Dio fece di suo Figlio a nostro favore sul Calvario. Ma Dio ha fatto un sacrificio ben più grande di quello fatto da Abramo. Dio ha sacrificato il Figlio del suo seno. Perché quello era l’unico modo per Dio di rivelare il suo amore per i peccatori nella misura più grande possibile. Sulla croce del Calvario Dio era a sacrificare più di quanto qualsiasi essere umano potrebbe mai sacrificare. Egli ha offerto il sacrificio più grande che potrebbe essere fatto, nel sacrificio di suo Figlio. Arrese il Signore Gesù Cristo tutto per noi. Dio infatti ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna. E se Dio ci ha mostrato il suo amore per noi in Cristo in modo così drammatico e così pieno, veniamo oggi stesso a lui, confidiamo in lui solo. Dobbiamo seguirlo in tutto. Dobbiamo arrendere tutto quello che abbiamo e siamo a Lui. Dobbiamo essere disposti a fare quello che comanda a prescindere. Siamo stati comprati a caro prezzo. E non siamo nostri. Quindi in tutto ciò che facciamo e pensiamo e viviamo  deve essere per la gloria e la lode di Colui che è stato sacrificato per noi. Come ha detto Matthew Henry: “Dobbiamo ricalcare i passi di questa fede di Abramo. Dio con la sua parola ci chiama a separarci da tutto per Cristo. Da tutti i nostri peccati, e tutte quelle cose che sono concorrenti e rivali con Cristo per la sovranità del cuore. E dobbiamo allegramente lasciarli andare tutti.


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