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Lezione 4:  Numeri

Dr. Joe Morecraft

Numeri capitolo 11. e prima di leggere, preghiamo e chiediamo a Dio di benedirci mentre leggiamo e ascoltiamo la sua parola predicata.

Un cubito è mezzo metro. Un Homer 350 litri. Ne uscirebbe un bel film, non credete? Un po’ cruento, un po’ commedia, un po’ dramma.

Facciamo un ripasso. Genesi, la parola che riassume un po’ tutto il contenuto è la parola Patto. L’ Esodo si interessa di  redenzione. Levitico di santità. E Numeri di terra. È un libro ‘terreno’. Non intendo figurativamente, ma molto letteralmente. Tratta letteralmente con della terra. È interessato alla promessa che Dio fece ad Abrahamo riguardo a un’eredità che il popolo di Dio avrebbe ricevuto nella terra, di beni immobili nel territorio della Palestina. E torneremo su questo un po’ più tardi. Possiamo dunque dire che il tema del libro dei Numeri è l’eredità.

Ora, nessuno dei nomi dati al libro dei Numeri lungo i secoli è stato particolarmente eccitante. Voglio dire, anche nell’originale Bibbia ebraica, il nome del libro è ‘wyadaber’, e sapete cosa significa? È una definizione veramente eccitante. È semplicemente la prima parola del Libro dei Numeri. E wyadaber significa. “Ed egli disse”. Pensate che potrebbe essere il titolo per un Best seller, per lanciare veramente il libro sul mercato? Tutti comprino il libro “Ed egli disse”. Ebbene, il greco dei LXX non fu molto migliore. Perché il suo nome fu la parola da cui proviene “Aritmetica”. Questo è il libro dei Numeri. La Vulgata latina lo chiamò il Libro dei Numeri. E lungo tutta la storia è stato chiamato il Libro dei Viaggi, il Libro dei Mormorii, nessuno dei quali molto eccitante.

Eppure questo Libro è di immane importanza pratica per il vivere e il vincere del popolo di Dio, in ogni epoca.

Fatemi dire qualcosa intorno alla cornice temporale di questo libro. Il Libro dei Numeri comincia ai piedi del Monte Sinai, quando Israele ricevette i Dieci Comandamenti, e racconta la storia di ciò che accadde ad Israele durante i 40 anni del loro girovagare nel deserto. Comincia quindi un anno dopo l’Esodo, dopo la redenzione al Monte Sinai e poi racconta la storia del vagabondare d’Israele nel deserto per 40 anni. E termina nelle pianure di Moab proprio sulla soglia di Canaan che è la terra promessa.

I primi 10 capitoli contengono la struttura  dell’adorazione e del servizio a Dio. Qui ci sono i dettagli di come Dio deve essere adorato. Qui ci sono i dettagli di come deve essere servito. E poi, cominciando dal Capitolo 11 e fino alla fine del Libro, fino al 36° capitolo è principalmente narrazione storica pura che fornisce i fatti storici, le figure e i nomi e i luoghi che descrivono il percorso di Israele attraverso il deserto.

Chi alla fine della propria Bibbia ha una cartina col percorso dell’Esodo noterà che tutto ciò che Numeri tratta è portare Israele nella terra promessa. Farli arrivare su questa terra santa. Farli giungere a questo sacro territorio. Nei primi dieci capitoli, l’esercito del Signore viene preparato e organizzato. Vengono preparati e messi in atto tutti i dettagli in modo che sia un esercito veloce ed efficace.

Poi, la seconda parte del Libro, da 10 a 21 riguarda l’addestramento basilare. Si vede Israele in addestramento che si prepara per la guerra più grande che essi abbiano mai dovuto combattere, sotto la guida di Giosuè entrarono in terra promessa.

Infine, nella terza parte cha va dal capitolo 22 al 36, troviamo le istruzioni finali per la conquista e l’occupazione. E una prova generale per questa guerra che sta per essere combattuta. Tutto nel Libro dei Numeri concerne la presa di possesso dell’eredità che Dio aveva loro promesso che è la terra di Canaan. Dio insegnò al suo popolo in molte vivide maniere ciò che aveva bisogno di sapere per conquistare e occupare quella terra.

Lungo tutto il loro viaggio nel deserto Dio insegnò loro a dipendere interamente dalla sua fedeltà. Insegnò loro che poiché è essenziale che imparino a fidarsi di Dio solamente, indipendentemente da ciò che succedeva loro, insegnò loro anche che devono imparare a odiare il peccato. Perché il peccato li separa da Dio, e il peccato mette ostacoli nel loro percorso, e il peccato attira il giudizio di Dio. In vari frangenti del loro girovagare nel deserto Dio volle rivelare la severità della sua mano su di essi. Volle dare loro leggi specifiche e specifici simboli che avrebbero governato la loro intera vita come  una nazione santa e tutte le relazioni internazionali. I simboli furono in modo particolare i Leviti. E Dio mantenne questi Leviti davanti agli occhi della gente. E nei Leviti davanti ai loro occhi, c’era una rivelazione della verità e delle realtà del vangelo di Gesù Cristo quale fondamento per tutto ciò che Israele era, e godeva, e sperava per il futuro nella sua terra promessa. Questa promessa che Dio avrebbe loro dato una terra, ricorderete che è stata una delle grandi promesse che abbiamo studiato nel patto che dio fece con Abrahamo. Questo è il fondamento per l’intero Libro dei Numeri. E  voi li vedete prepararsi a prendere possesso della loro legittima eredità, spossessando i falsi eredi. E riprendendo il possesso del paese. Ora, queste non sono parole mie. Sono parole di Mosè. Andate a Numeri 21: 32-35 e vedrete queste parole: “Poi Mosè mandò a esplorare Jaazer, e gli Israeliti presero le città del suo territorio e ne scacciarono (Yarash- spossessarono) gli Amorei che vi si trovavano. Poi cambiarono direzione e salirono per la strada di Bashan; e Og, re di Bashan, uscì contro di loro con tutta la sua gente per dar loro battaglia a Edrei. Ma l’Eterno disse a Mosè: «Non aver paura di lui, perché io lo do nelle tue mani con tutta la sua gente e il suo paese; trattalo come hai trattato Sihon, re degli Amorei che abitava a Heshbon.” E poi, al verso 35 “Così gli Israeliti batterono (uccisero) lui, i suoi figli e tutto il suo popolo, finchè non gli rimase più alcun superstite, e si impadronirono del suo paese”. Vedete, essi spossessarono i malvagi Amorei in modo da possedere la terra che è loro propria. E questa è la storia dell’intero libro dei Numeri, come si preparano e sono stati da Dio preparati per spossessare i falsi eredi, i Cananiti, i vari tipi di Cananiti che c’erano lì. E poi prendersi la terra per sé stessi.

Questa promessa di un paese di terra, una proprietà su questo pianeta terra, rimane nel NT una della promesse del vangelo del Signore Gesù Cristo, e del Nuovo Patto. Il vangelo è molto terreno. No ha a che vedere solo con l’andare in cielo quando si muore. Ha a che vedere anche col vivere su questa terra prima di morire. E che Dio vi promette proprio come ha promesso ad Israele nel VT, una terra, dove possiamo stare al sicuro, dove possiamo prosperare, dove possiamo crescere insieme e adempiere insieme la volontà di Dio come ci è presentata nella sua parola. Nel VT fu data ad Abrahamo la caparra nella terra di Canaan, la terra di Palestina. Il VT continuò a parlare di questa promessa di terra che Dio avrebbe dato al suo popolo. E il VT continuò il concetto di terra universalizzato cosicché anziché essere limitato ad un pezzo di territorio laggiù nel Medio Oriente chiamato Palestina, questa promessa di terra cominciò a crescere e a crescere finché arriviamo ai Salmi. E a Isaia. E troviamo che perfino nel VT questa terra che Dio ha promesso al suo popolo sulla quale potranno vivere e prosperare, non è nientedimeno che l’intero globo terrestre.

E questa è una promessa che troviamo nel NT come nel VT. Permettetemi di ricordarvi solo tre o quattro passi. Prima di tutto, in Efesini 2:12, è detto che come credenti nel Signore Gesù Cristo non siamo più separati da Cristo. Non siamo più estranei alla cittadinanza d’Israele. Siamo cioè ora il Nuovo Israele dove non c’è distinzione razziale etnica tra Greci e Giudei. E poi ecco qui la frase: “Come credenti in Gesù non siamo più estranei ai patti della promessa”. Vale a dire, tutte le promesse che il patto avesse espresso per il popolo di Dio, adesso appartengono a noi quali credenti nel Signore Gesù. E una di queste grandi promesse è la promessa che un giorno la terra intera sarà sotto il controllo di coloro i quali credono in Gesù. Io amo Romani 4:13 perché lì Abrahamo è chiamato non semplicemente l’erede di Canaan, o l’erede della Palestina. Ma lì è chiamato l’erede del mondo. E noi con lui perché egli è nostro padre e noi siamo i suoi figli perché abbiamo creduto come lui ha creduto. Perciò noi come Abrahamo siamo eredi del mondo intero.

E poi in Galati 3:29 è scritto che tutti quelli che appartengono a Cristo per fede devono considerarsi perciò seme d’Abrahamo ed eredi di tutte le promesse di Dio che include la promessa che un giorno il popolo di Dio sarà più numeroso di tutte le stelle del cielo e della sabbia del mare. E che vivranno insieme in armonia e pace e sicurezza su questa terra tutti i giorni della loro vita. Lungo le generazioni. Andiamo insieme a 1 Corinzi 3 e ci sono due versi che voglio leggere lì che danno una descrizione onnicomprensiva di questa eredità che noi come credenti abbiamo nel Signore Gesù Cristo. È il cielo. Ma è anche questa terra. 1 Corinzi 3: 21-22 “Perciò nessuno si glori negli uomini, perché ogni cosa è vostra: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti e le cose future; tutte le cose sono vostre”. Cos’è una delle cose che è nostra? Cosa costituisce una parte dell’eredità? Il mondo e le cose che vi accadono.

E poi, naturalmente c’è quel meraviglioso Matteo 5:5 “beati I miti perché erediteranno la terra”.  “Pie in the sky by and by” Qualcuno di voi ha questa traduzione nella sua bibbia? Perché se qualcuno ce l’ha bruci la sua bibbia. Matteo 5:5 “beati i mansueti. E la parola mansueti significa I domati da Dio. Beati I domati da Dio, perchè erediteranno la terra.

E anche nel libro di Rivelazione, quando giunge alla conclusione nel capitolo 21, vediamo la Santa Città, la Nuova Gerusalemme, nei nuovi cieli e nuova terra scendere dal cielo da Dio alla terra. Non essere rapita da questa vita al cielo, ma scendere da presso Dio in cielo alla terra come una sposa adorna per il suo Sposo. E c’è scritto. “E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio”. Ecco dunque che i credenti nel Signore Gesù Cristo i quali sono il popolo del patto, sono eredi della terra. E il Libro dei Numeri tratta di come prendere ciò che ci appartiene. Come spossessare i falsi eredi e ri-possedere quest’intera terra che è ora largamente sotto il controllo di quelli che odiano il Dio vivente.

Ebbene, qual è lo scopo di questa eredità di terra che Dio ha dato a voi e me? Sembra tutto molto bello. Ma quel’è lo scopo? Non vogliamo tutti andare in cielo quando moriamo? E sarà bellissimo. Bene, devo dirvi che questo sarà per un altro sermone. Che quando Gesù ritorna alla fine dei tempi, indovinate  dove è il cielo? Indovinate cosa sono i nuovi cieli e nuova terra? Ci siete seduti sopra. La Bibbia ha due parole per la parola “nuovo”. Una parola significa ciò che non è mai esistito prima. E l’altra significa qualcosa che è stato rinnovato. E quest’ultima è quella usata in riferimento ai nuovi cieli e nuova terra. Questo universo che sarà rinnovato e ripulito e perfezionato perché il perfetto popolo risuscitato di Dio ci viva. Dunque, non sfuggirete da questa terra. A meno che non andiate all’inferno perché non siete credenti. E allora potrete sfuggirle.

Ma il punto qui è: qual’è lo scopo di questa eredità di terra? Perché Dio vuole che il suo popolo possegga terra? Che possegga terra sulla terra? Ebbene, la risposta dovrebbe essere ovvia. Ed è per abilitare i cristiani a creare civiltà su tutta la faccia della terra, civiltà che sono piene di case cristiane; scuole cristiane; chiese cristiane; centri medici cristiani; centri politici cristiani; medici cristiani; presidenti e governi cristiani; industrie cristiane; attività economiche cristiane; associazioni cristiane di volontari che provvedono per I bisognosi al posto di massicci interventi di welfare statali. Questa è la ragione per cui Dio ci ha dato questa terra. Egli ci ha dato la terra della terra in modo che usiamo qualsiasi influenza noi abbiamo nei nostri piccoli posti, e tutti i cristiani dovrebbero avere un posto, e nei nostri posti esercitiamo tutta l’influenza che abbiamo per dimostrare al mondo nella nostra piccola parte di questa terra, ciò che significa essere cristiani, e come sarebbe il mondo intero se il mondo fosse nelle mani di quelli che credono nel Signore Gesù.

Sentite ciò che ha detto Rushdoony. Ha detto: “La proprietà è un’essenziale strumento  di dominio. Il mandato creazionale richiede, tra le altre cose, lo sviluppo della proprietà e l’influenza nella proprietà e per mezzo della proprietà quali strumenti di dominio.” Il possesso di proprietà è stato per 400/500 anni nel mondo Riformato una parte essenziale della conquista dell’Occidente col vangelo di Cristo. Voglio dire che un mucchio di nomadi senza dimora, assolutamente privi di radici non possono costruire una civiltà e conquistare una cultura. Furono i Riformatori e i Puritani che possedevano delle proprietà i quali erano uomini e donne in possesso di mezzi economici, che capirono che questo mondo appartiene a noi affinché ci costruiamo sopra una civiltà alla gloria di Dio, furono queste persone che probabilmente come numero non furono neppure la maggioranza nell’Inghilterra di una volta, furono costoro ad edificare l’occidente cristiano. Perché avevano compreso questo meraviglioso concetto biblico. Che il Cielo è un’eredità meravigliosa e noi lodiamo Dio per esso. Ma la terra pure è un’eredità meravigliosa. E perciò, voi ed io, per quanto ci è possibile, dovremmo cercare di possedere una parte di questa terra in modo che in quel territorio che Dio ci ha dato, possiamo costruire una cultura alla gloria di Dio. Sapete, questo era una volta compreso nel Sud (USA) in un modo che non era compreso da nessun altra parte degli Stati Uniti. I sudisti hanno un senso del territorio. Davano sempre un nome alle loro terre e alle loro fattorie. Vi ricordate qual’era il nome della grande piantagione di Via Col Vento? Ve lo ricordate? Era Tara. Sapete cosa significa la parola tara in latino? Terra, terreno. Questo appartiene a me e questo mi definisce. Io sono in questo territorio. Questo è il mio terreno e questo costituisce chi sono come persona. Non è un’attitudine regionale, campanilistica. È l’attitudine di qualcuno che comprende il libro dei Numeri. E che comprende che la terra appartiene a noi. E che la dobbiamo prendere e dobbiamo prosperarci. E quando moriremo andremo anche in cielo. E quando Gesù ritorna e ci resuscita dai morti e rende perfetta la terra, ci sarà restituita Tara.

Ciò significa che una delle responsabilità che abbiamo è quella di accumulare un eredità per i nostri figli. Assicurarsi, per quanto possibile che i nostri figli abbiano un posto in cui stare. E che abbiano i mezzi per continuare e far avanzare ciò che per grazia di Dio noi abbiamo cominciato. È detto in Proverbi 13:22  “L’uomo buono lascia un’eredità ai figli dei suoi figli, ma la ricchezza del peccatore è messa da parte per il giusto”. Vedete quindi che, come figli di Dio, non solo vi è concesso di accumulare un’eredità, ma la potete anche passare ai vostri figli  in modo che possano avere nella vita una partenza migliore di quella che voi ed io abbiamo avuto. Ma riceviamo inoltre l’eredità del peccatore. Vedete dunque quanto importante e quanto pratico diventa il Libro dei Numeri perché vi dice a chi non può essere lasciata l’eredità. Voglio dire, semplicemente perché un figlio o una figlia sono tuo figlio o tua figlia non significa che debbano essere nel tuo testamento se sono ribelli. Di fatto è una cosa malvagia per un genitore mettere nel suo testamento un figlio malvagio. Detto questo, i figli devono essere nel testamento. Così la Bibbia dice che degli eredi sono dei proprietari. Come dunque possiamo possedere ciò che è legittimamente nostro, ma che al momento è di proprietà e sotto il controllo di abusivi non credenti e falsi eredi che possiedono la maggior parte di questa terra? Ebbene Dio ha provveduto la strategia e la troviamo in due posti. E permettetemi di rammentarveli. Questa strategia si trova nel mandato del dominio di Genesi 1:28 e nel grande mandato di Matteo 28: 19-20.  Nel mandato del dominio c’è il comando a  voi e a me in qualità di uomini e donne cristiani: Usate qualsiasi potere e qualsiasi influenza Dio vi dà. Quando la vostra famiglia si sviluppa e cresce ed esercita la propria influenza, usate qualsiasi influenza Dio vi dà assieme a tutte le risorse di questa creazione che vi sono rese disponibili, per edificare una casa cristiana, una chiesa cristiana e una scuola cristiana e per quanto possibile un’attività lavorativa o commerciale cristiana. E create alternative cristiane a tutte quelle istituzioni collassanti che vediamo nella cultura in cui viviamo. Non è sufficiente per noi, non è pio, rimanere seduti e girare i nostri pollici in attesa di andare in cielo. È pio assumere il controllo. È pio esercitare la nostra influenza. È pio acquisire mezzi e risorse con le quali fare la nostra parte, forse sarà piccola, forse sarà grande, per ri-creare una cultura cristiana e una civiltà cristiana su questo continente. E in secondo luogo, come spossessiamo i falsi eredi? Uscite fuori e gli sparate? Cosa dovete fare con i falsi eredi? E per falsi eredi non intendiamo solamente gli Arabi del Medio Oriente. Stiamo parlando degli Ebrei non credenti del Medio oriente. E stiamo parlando degli Italiani non credenti, ecc. Dunque, come lo farete con il Grande Mandato? Voi uscite col Vangelo del Signore Gesù Cristo confidando nella potenza di Dio. E fate delle nazioni discepoli di Cristo. Fate la vostra parte. Voi sapete che avete una parte. Non solo il predicatore. Portate quante più persone potete nel raggio d’azione della sana predicazione del vangelo. Questo è un modo molto importante. Io credo che quando giungeremo alla fine del tempo non sarò affatto sorpreso quando vedremo tutti gli eletti che il Signore avrà raccolto, che la maggior parte delle persone che durante la storia della chiesa sono state portate alla conversione, sono state portate alla conversione durante o come risultato della predicazione della parola di Dio. Una delle cose più importanti che possiate fare è portare le persone sotto la predicazione della parola di Dio. Ma un’altra cosa importante è condividere voi stessi l’evangelo. O alcuni aspetti di esso. Offrendo un trattato, un libro, dicendo qualcosa, cercando di trasformare dei Canaaniti in veri Israeliti. Cercando di trasformare dei pagani in veri cristiani. E nel farlo incrementiamo il nostro numero e la nostra influenza. E facciamo un ulteriore passo in avanti verso il tempo in cui la conoscenza del Signore coprirà la terra come le acque coprono il mare. E forgeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in falci. E non impareranno più la guerra. Questo non è qualcosa da sognare. Questo non è qualcosa che avete nella lista dei desideri impossibili. Questo è qualcosa in cui voi fate la vostra parte per farci fare un ulteriore passo in avanti. Dio insegnò al suo popolo nel Libro dei Numeri cosa dovessero fare per prendere ciò che apparteneva loro.

Ma ci furono dei seri fallimenti, E su questi voglio focalizzare questa mattina. Ci furono seri fallimenti e cadute della fede nella vita di Israele dalle quali abbiamo bisogno di imparare la lezione. E che Dio può usare nelle nostre vite nella speranza che ci aiuti a non fare gli stessi errori. Voglio semplicemente che ricordiamo sette seri fallimenti durante la vita d’Israele nel deserto che sono sottolineati nel Libro dei Numeri. E per mezzo di ciascuna di questi Dio ebbe da insegnare al suo popolo delle lezioni che dovevano imparare se dovevano prendere la terra promessa che apparteneva loro. E godere la vita in quel pezzo di proprietà che Dio aveva promesso loro col Patto. Ed io prego che mentre guarderemo a questi setti fallimenti noi impareremo le lezioni che Israele invece mancò di imparare. In modo che noi non sperimenteremo gli stessi fallimenti e non saremo sottoposti agli stessi giudizi.

Ora, il primo di questi, e scoprirete perché in un minuto, non si trova nel Libro dei Numeri. È nel Libro dell’Esodo. Andate dunque con me al Libro di Esodo. Voglio semplicemente rammentarvi queste varie cose. Il capitolo 32 contiene un evento molto triste della vita d’Israele. E di fatto questo fu il più triste e più serio declino spirituale della storia d’Israele fino a quel punto, poiché si tratta dell’affare del vitello d’oro. Voi ricordate che Dio mandò Mosè in cima al Monte Sinai perché ricevesse i Dieci Comandamenti. Egli stette lì più a lungo di quanto il popolo di Dio volesse. Diventarono sempre più inquieti. Diventarono sempre più intimoriti e increduli. E così convinsero Aaronne e altri a raccogliere un sacco di gioielli d’oro, a fonderli e farne un vitello d’oro che essi potevano controllare e manipolare. E infransero il primo Comandamento facendosi un dio. E il Secondo, adorando Jehowah per mezzo di quella statua. Sta scritto: facciamo il vitello e facciamo una festa a Jehowah. In pratica stavano ora cercando di adorare Dio in modi che Egli non aveva comandato. E infatti, quando Mosè ritornò rimase sorpreso di quanto velocemente Israele si fosse corrotto abbandonando la legge di Dio. Ed egli scende giù da Monte e guardate il verso 6: “L’indomani essi si alzarono presto, offrirono olocausti e recarono dei sacrifici di ringraziamento; il popolo si adagiò per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi”. Si alzò per divertirsi significa fecero giochi sensuali, stavano facendo diversi tipi di danze venerative e festive immorali. Così tanto che nel verso 25 Mosè vide il popolo “senza freno” fuori controllo. Perché Aaronne aveva permesso loro di andare fuori controllo. Ed egli disse loro: «Così dice l’Eterno, il DIO d’Israele: “Ognuno di voi si metta la spada a fianco; passate e ripassate da un’entrata all’altra dell’accampamento, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino!”» I figli di Levi fecero come aveva detto Mosè, e in quel giorno caddero circa tremila uomini.

Andiamo a Numeri 11, che è un capitolo che tratta due incidenti nella vita d’Israele quando essi stavano attraversando il deserto e c’era un sacco di mormorio che stava avvenendo. E notate nel capitolo 11 che abbiamo appena letto i primi tre versi ci raccontano una situazione in cui il popolo stava protestando. Notate che adesso il popolo è diventato come quelli che si lamentano dell’avversità agli orecchi del Signore. E quando il Signore li udì: “La sua ira si accese, e il fuoco dell’Eterno divampò fra di loro, e divorò l’estremità dell’accampamento”. Ora questo non sembra apparire come una vistosa protesta pubblica. Sembra essere qualcosa che è nei cuori delle persone e che solo Dio ode. Dio udì questo mormorio e lamentio. E questo lamentarsi da parte d’Israele lo fece adirare così tanto da mandare il fuoco nell’accampamento. E il fuoco uccise molte persone. E così diedero a quel posto il nome di Taberah perché il fuoco dell’Eterno bruciò in mezzo a loro. Vedremo un sacco di volte che Dio si adira quando la gente mormora. E che cosa significa qui? È una combinazione di quattro peccati. Mormorare è costituito per prima cosa dal peccato di incredulità nelle promesse di Dio. Quando una persona rifiuta di vedere che Dio è fedele a ciò che ha promesso questa persona vede una situazione in cui non comprende come Dio possa fare ciò che ha promesso. E perciò comincia a dubitarla. Questo è l’elemento: incredulità. Il secondo elemento è l’ingratitudine. Vede una situazione in cui egli o ella si trova nel bisogno. Dimentica che Dio ha sempre provveduto ai suoi bisogni. E quindi il suo cuore diventa duro nell’ ingratitudine e nella mancanza di ringraziamento per le precedenti misericordie di Dio a lui o a lei. Terzo, diventa insoddisfatto della provvidenza di Dio. Pensa di poter fare meglio da sé. Comincia a criticare Dio per averlo posto in quella dura situazione nella quale deve affrontare così tante difficoltà. Potrebbe da solo fare un lavoro migliore nel dirigere la propria vita. E infine, il quarto peccato è il risentimento. Comincia ad avere questo sentimento nei confronti di Dio per averlo messo in quella situazione.

Ecco, questo è ciò che è il mormorare. Non è solo una piccola cosa del lamentarsi. È incredulità, congiunta ad ingratitudine e malcontento con la provvisione di Dio per la tua vita che produce risentimento nel tuo cuore e ti proietta dentro ad una condizione di irrequietezza. Tale che niente intorno a te ti soddisfa più. Questa era la situazione qui. Chi lo sa. Noi non sappiamo esattamente di cosa si fossero lamentati. Non abbiamo I dettagli del perché esattamente si fossero lamentati quel giorno. Ma possiamo immaginare

Qualcuno potrebbe essersi lamentato perché avevano dovuto lasciare il loro lungo riposo al Monte Sinai. Erano stati lì per un anno e se l’erano spassata bene. E forse qualcuno si sarà lamentato che erano dovuti partire troppo presto. Altri che sarebbero potuti partire prima. Forse altri si erano lamentati del tempo meteorologico e forse qualcun altro che il viaggio di tre giorni al loro nuovo accampamento era troppo lungo. E sono sicuro che altri si saranno lamentati che era troppo corto. E il punto è, che indipendentemente da come Dio ci tratti, c’è sempre qualcuno che trova qualcosa di ridicolo di cui lamentarsi se Dio non fa ogni cosa per soddisfarci nei nostri termini. Ma ricordatevi che quando ci lamentiamo di come Dio ci tratta senza una vera causa, Dio spesso ci darà qualcosa che ci farà lamentare. E così Dio li punisce mandando il fuoco  e questo brucia tutti quelli che mormoravano. Ora, andate alla seconda parte del capitolo 11 di Numeri e vedrete un secondo caso, subito appresso al primo. Non avevano imparato niente. È incredibile come possano ave visto un miracolo dopo l’altro. Voi direte, se ero la io avrei affrontato la situazione in modo migliore. C’è del fuoco che misteriosamente brucia tutti. C’è la manna, e la quaglie. E la terra che si apre e inghiotte delle persone. Voglio dire, sono cose piuttosto drammatiche, non direste? Eppure, subito dopo ciascuna di queste, essi continuarono a lamentarsi e a diffidare di Dio. E così, nei versi 4-9 assistiamo a questa patetica mentalità welfarista.

E la marmaglia eterogenea, un’altra situazione a Kibroth: “E la marmaglia eterogenea che era tra di loro fu presa da grande cupidigia, e anche i figli d’Israele ripresero a piagnucolare e a dire: ‘Chi ci darà carne da mangiare?’ Vogliamo carne. Questa manna cade giù dal cielo direttamente  sul nostro grembo. Non la vogliamo: vogliamo carne. Ora, la marmaglia eterogenea erano gentaglia”. Erano i parassiti, erano la feccia e lo scarto della società egiziana che aveva semplicemente seguito Israele nel deserto in cerca di fortuna, ricchezza e avventura. E così, la loro malvagia, cupida, scontenta attitudine cominciò a spargersi tra gli Israeliti. Anche i figli d’Israele cominciarono a comportarsi come questa marmaglia. Perché? Perché la cattiva compagnia corrompe sempre i buoni principi. E qua troviamo la parola chiave. Vi ricordate quella parola nel verso 5? Quante volte l’ho sentita in lingue diverse. Ci ricordiamo dei pesci che in Egitto mangiavamo gratis. Quando eravamo nel ruolino del welfare mangiavamo gratis. Nessuno doveva pagare per averlo. L’avevamo gratis. I tempi non sono cambiati, non è vero? Così diventano nostalgici, cominciano a fantasticare del passato. Preferirebbero avere la sicurezza della schiavitù piuttosto che i rischi della libertà lì fuori nel deserto. E così cominciano a brontolare contro il Signore e contro la manna che il Signore mandava. E già che ci siamo, voi sapete che la manna fu un tipo del Cristo e simboleggiava Cristo. Se andate a Giovanni 6: 31-35 leggerete queste parole:

I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: “Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo”.  Allora Gesú disse loro: “In verità, in verità vi dico che non Mosé vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. Perché il pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà vita al mondo”.

Essi allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».

E Gesú disse loro: «Io sono il pane della vita chi viene a me non avrà mai piú fame e chi crede in me non avrà mai piú sete. Perciò, quando si lagnavano di questa manna si stavano lagnando di Cristo. Erano insoddisfatti di come Cristo si prendeva cura e nutriva il suo popolo. E perciò Dio li giudicò.

Dio disse molto laconicamente: Volete carne? Molto bene, Vi do la carne. Vi do così tanta carne che ci sarà un metro di quaglie morte intorno al vostro campo una giornata di cammino in ogni direzione. A proposito,  questa non è l’unica volta in cui una cosa del genere accadde. Ci sono ricordi che fatti come questo siano avvenuti altre volte in quella regione. Oltre a tutto ciò, la persona che esce a raccogliere la quantità minore di quaglie morte ne ebbe dieci homer. (1 Homer = 350 Lt.) Queste sono tante, ma veramente tante quaglie. E disse: mangerete questa carne finché vi verrà fuori dalle narici. E quando questa carne sarà tra i vostri denti, prima che la mastichiate, io vi distruggerò con una severa piaga. E così Dio uccise la marmaglia e i cupidi figli e figlie d’Israele che avevano commesso lo stesso peccato della marmaglia.

Ora, questo ci porta al capitolo 14 di Numeri. Abbiamo qui ciò che potremmo chiamare la sedizione di Kadesh. Vi leggo i primi dieci versetti: Allora tutta l’assemblea alzò la voce e diede in alte grida; e quella notte il popolo pianse. E tutti i figli d’Israele mormorarono (ricordate gli ingredienti del mormorare) contro Mosè e contro Aaronne e tutta l’assemblea disse loro: «Fossimo morti nel paese d’Egitto o fossimo morti in questo deserto!  ( questa è una curiosa affermazione, sarebbe meglio per noi morire sotto il giudizio di Dio che rimanere sotto la guida di Mosè) Perché l’Eterno ci conduce in questo paese per farci cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri piccoli saranno preda del nemico. Non sarebbe meglio per noi ritornare in Egitto?». E si dissero l’un l’altro: «Scegliamo un capo e torniamo in Egitto!».   Allora Mosè ed Aaronne si prostrarono a terra davanti a tutta l’assemblea riunita dei figli d’Israele.  Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di Jefunneh, che erano tra coloro che avevano esplorato il paese, si stracciarono le vesti,  e parlarono così a tutta l’assemblea dei figli d’Israele dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese buono, buonissimo. Se l’Eterno si compiace con noi, ci condurrà in questo paese e ce lo darà, “un paese dove scorre latte e miele”.  Soltanto non ribellatevi all’Eterno e non abbiate paura del popolo del paese, perché essi saranno nostro cibo; la loro difesa si è allontanata da loro e l’Eterno è con noi; non abbiate paura di loro».

(Il gruppo di ricognizione era tornato dalla terra promessa. Israele aveva mandato una squadra, Mosè aveva inviato 12 persone. La storia la conoscete. Dieci di loro dissero: Non si può fare. È una terra prosperosa. Avevano portato indietro grappoli d’uva alti come un uomo. È un posto meraviglioso. Ma scordatevelo. Vogliamo dire, tutti quelli che vivono in Canaan sono giganti, e non solo questo, ci sono piaghe e guerre dovunque, e noi non possiamo farlo, malgrado ciò che dica il Signore. Giosuè e Caleb dissero: Oh, sì che possiamo farlo. Dio è fedele. Ci vorrà del duro lavoro. Noi lo possiamo fare. E poi essi interpretarono ciò che avevano visto in modo diverso. A proposito di queste piaghe e di queste guerre lì. È esattamente così. Ci sono guerre e piaghe ovunque e Dio sta assottigliando il nemico. Dio sta uccidendo i canaaniti e rendendo facili per noi le cose. Non è un ostacolo per noi. Dio li sta scacciando via. Dio sarà fedele per noi.) Allora tutta l’assemblea parlò di lapidarli; ma la gloria dell’Eterno apparve sulla tenda di convegno a tutti i figli d’Israele.

E l’incredulità nel cuore delle persone si trasformò in sconforto e panico. E disperazione. Piansero tutta la notte. Preferivano avere la schiavitù in Egitto che le difficoltà della libertà in Canaan. E la loro incredula disperazione portò a manifesta sedizione. E dissero: eleggeremo i nostri capi, e questi ci riporteranno in Egitto.

Facciamo ora due punti e ciò determinerà da solo il valore del sermone. Due punti. Non dimenticate mai: l’incredulità genera rivoluzione. E per rivoluzione non intendo qualcosa di bello e pulito, facile ed ideologico. Intendo sangue e fucili e bombe e morti violente. L’incredulità genera rivoluzione. Una delle più sanguinose rivoluzioni nella storia dell’umanità fu la Rivoluzione Francese e il regno del terrore che ne seguì. Perché accadde? A motivo di qualcosa di bello e pulito e ideologico che avvenne in Francia un secolo prima. Ed è che le persone abbandonarono la parola di Dio e rinunciarono alla cristianità. E seguirono la leadership di Voltaire e decisero che volevano uno stato completamente laico. E una volta che ebbero cominciato a edificare una cultura fondata sull’incredulità, la sanguinosa rivoluzione fu inevitabile.

La Guerra Civile negli Stati Uniti. La guerra più cruenta che l’America abbia mai combattuto. Sono morti più americani in quella guerra che nelle due Guerre Mondiali messe assieme. Inevitabile, una volta che l’America ebbe abbandonato il suo fondamento puritano e cristiano, e cominciarono a costruire una cultura sull’incredulità. Non andarono molto lontano allora. Ma sono andati molto lontano da allora. E hanno traslocato la nostra cultura completamente via da quel fondamento su uno anticristiano.

Direte. Joe. Dove sono le guerre? Provate 400 milioni di bambini morti (per aborto N.d.T.) per cominciare. Provate 30 guerre o giù di lì che stanno avvenendo ora nella nostra cultura. E chi lo sa cosa può succedere nella Corea del Nord o in Afganistan, quando mandiamo soldati in Medio oriente e siamo circondati da radicali che ci vogliono distruggere. Oltre alle capacità belliche delle nuove attività terroristiche. L’incredulità genera rivoluzione.

In che consisteva la rivoluzione qui a Kadesh? Noi eleggeremo dei capi e ci sbarazziamo di te. Hanno scelto la democrazia al posto della teocrazia. Democrazia al posto della teocrazia. Hanno detto: vogliamo una nazione dove governa la maggioranza. Mettiamo da parte la legge di Dio. Quali che siano le volontà e i desideri della maggioranza, quelli vogliamo avere. Scordiamoci che Dio è re e che la sua legge regna. Ebbene, quello fu un peccato così odioso e irrazionale che la punizione dovette essere severa. E così, notate il verso 22 “E tutti questi uomini che hanno visto la mia gloria e i prodigi che ho fatto in Egitto e nel deserto, e mi hanno già tentato dieci volte”… Dio non ama ‘essere tentato’ essere cioè messo alla prova. Mettere alla prova Dio è sfidarlo a punirti. È sfidarlo a punirti per aver fatto qualcosa di sbagliato. Eppure “mi hanno tentato e non hanno ubbidito alla mia voce, certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri. Nessuno di quelli che mi hanno disprezzato lo vedrà;” e dunque andiamo giù al verso 33 “E i vostri figli pascoleranno le greggi nel deserto per quarant’anni e porteranno la pena delle vostre infedeltà, finche i vostri cadaveri non siano consumati nel deserto.” Verso 35 “Io, l’Eterno, ho parlato; certo così farò a tutta questa malvagia assemblea che si è riunita contro di me; in questo deserto saranno consumati e qui moriranno”.  Egli dice: a motivo della vostra sedizione e ribellione contro di me, e la vostra insoddisfazione col modo in cui Dio mi comanda di dirigere le cose, per i prossimi 40 anni l’intera popolazione adulta vagabonderà per il deserto finché non saranno tutti morti. In questo modo Dio castigò la sua chiesa per il suo mormorare contro la sua parola, cancellando un’intera generazione di persone.

Andiamo al prossimo. Numeri 16 registra la ribellione di Kore. Guardate ai primi 3 versi: “Or Kore, figlio di Itshar, figlio di Kehath, figlio di Levi, insieme con Dathan e Abiram, figlio di Eliab, e On, figlio di Peleth, figli di Ruben. si levarono davanti a Mosè, assieme ad alcuni altri dei figli d’Israele, duecentocinquanta principi dell’assemblea, membri nominati del consiglio, uomini in vista. Essi si radunarono contro Mosè e contro Aaronne, e dissero loro: «Avete oltrepassato i limiti, perché tutta l’assemblea è santa, ciascuno di essi, e l’Eterno è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra l’assemblea dell’Eterno?». Sono così moderni. Questo fu l’evento più cruciale nella storia del loro vagabondare nel deserto. Kore con 250 valorosi guerrieri d’Israele sfida l’autorità divinamente indicata della posizione di Mosè e di Aronne e nel farlo stavano sfidando Dio stesso. E il fondamento per la loro sfida, per usare un linguaggio del 21 secolo, fu egalitarismo anti-biblico. Essi dissero: Mosè, tu non hai nessun diritto di essere esaltato o essere superiore agli altri. Siamo tutti uguali. Di fatto, siamo tutti santi. Dio vive nel nostro mezzo. E perciò, questo significa che nessuno ha autorità di regnare su altre persone. Salmo 106, comunque, ci dice quale sia stata la vera ragione della ribellione e questa fu la loro gelosia ed invidia di Mosè.

Quindi, anche questo crimine odioso meritò una severa risposta da Dio. E così, la nube di gloria di Dio appare e Dio parla direttamente. E immaginate questo, adesso, Mosè  è il suo profeta e il mediatore del vecchio Patto. La sua autorità è minacciata. Dio esce dalla nube di gloria e parla ad Israele dicendo: Mosè e Aronne sono i miei uomini. E poi Mosè disse questo, e questo veramente richiese non coraggio ma fede. Egli disse a tutti quanti, vi diciamo come va a finire. Se questi ribelli, questi 250 e quelli che si sono schierati dalla loro parte i quali sono insoddisfatti della mia autorità divinamente istituita, se questi ribelli muoiono di morte ordinaria, naturale, allora io sono quello che essi dicono che sono, un usurpatore. Ma invece, dice Mosè, se questi ribelli vengono distrutti da un miracolo nuovo, una cosa che non è mai avvenuta prima, e vengono uccisi immediatamente e in modo drammatico, quella sarà la prova che io sono dal Signore. Allora, volete indovinare cosa accadde. 16:23 ss.:

Allora l’Eterno parlò a Mosè, dicendo: «Parla all’assemblea e di’: “Allontanatevi dalle vicinanze della dimora di Kore, di Dathan e di Abiram”». Mosè quindi si levò e andò da Dathan e da Abiram; e gli anziani d’Israele lo seguirono. Egli quindi parlò all’assemblea, dicendo: Allontanatevi dalle tende di questi uomini malvagi e non toccate nulla di ciò che loro appartiene per non essere consumati in tutti i loro peccati. Così essi si allontanarono dalle vicinanze della dimora di Kore, di Dathan di Abiram. Dathan e Abiram uscirono e si fermarono all’ingresso delle loro tende con le loro mogli, i loro figli e i loro piccoli. Allora Mosè disse: Da questo conoscerete che l’Eterno mi ha mandato per fare tutte queste opere e che non ho agito di mio arbitrio. Se questa gente muore come muoiono tutti gli uomini, se la loro sorte è la sorte comune a tutti gli uomini, l’Eterno non mi ha mandato; ma se l’Eterno fa una cosa nuova, se la terra apre la sua bocca e li ingoia con tutto ciò che loro appartiene, ed essi scendono vivi nello Sceol’, allora riconoscerete che questi uomini hanno disprezzato l’Eterno». Or, avvenne che, appena ebbe finito di proferire tutte queste parole, il suolo si spaccò sotto di loro, la terra spalancò la sua bocca e li inghiottì con le loro famiglie, con tutta la gente che parteggiava per Kore, con tutte le loro sostanze.

Così scesero vivi nello Sceol; la terra si richiuse su loro ed essi scomparvero di mezzo all’assemblea. (leggi fino a vs.50)

Andiamo poi al capitolo 21. Di nuovo Israele protestò contro il Signore. Ed egli mandò delle serpi velenose. E migliaia, chissà quante migliaia di persone morirono per il loro veleno.

Andiamo al capitolo 25. 1-5  abbiamo la seduzione di Scittim. E dice in questi versi “Mentre Israele si trovava a Scittim, il popolo cominciò a darsi alla fornicazione con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici dei loro dèi, e il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. Così Israele si unì a Baal-Peor, e l’ira dell’Eterno si accese contro Israele.” E Verso 9 “Or quelli che morirono in quella calamità furono ventiquattromila.”

E dunque prendiamoci dieci minuti o giù di lì per considerare 1 Corinzi 10. E mentre leggo 1 Corinzi 10 mi direte: com’è che mi ritrovo a leggere questo capitolo se sto studiando  il libro dei Numeri. 1 Corinzi 10: 1-14 Ora, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola e tutti passarono attraverso il mare, tutti furono battezzati per Mosé nella nuvola e nel mare, tutti mangiarono il medesimo cibo spirituale, e tutti bevvero la medesima bevanda spirituale, perché bevevano dalla roccia spirituale che li seguiva; or quella roccia era Cristo. Ma Dio non gradí la maggior parte di loro; infatti furono abbattuti nel deserto, Or queste cose avvennero come esempi per noi, affinché non desideriamo cose malvagie come essi fecero, e affinché non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: «Il popolo si sedette per mangiare e per bere, e poi si alzò per divertirsi». E non fornichiamo, come alcuni di loro fornicarono, per cui ne caddero in un giorno ventitremila. E non tentiamo Cristo, come alcuni di loro lo tentarono, per cui perirono per mezzo dei serpenti, E non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, per cui perirono per mezzo del distruttore. Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età. Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere. Perciò, miei cari, fuggite dall’idolatria.

Vedete perché abbiamo letto 1 Corinzi 10 in uno studio sul libro dei Numeri? Perché intesse insieme proprio quegli incidenti di cui abbiamo da poco parlato nella vita di Israele nel deserto. E poi mostra come essi applichino alla chiesa migliaia di anni dopo. Per esempio, nei versi 5-6 di 1 Corinzi 10, abbiamo un riferimento a Numeri 11. In verso 7 abbiamo un riferimento a Esodo 32. In verso 8 a Numeri 25 e in verso 9 a Numeri 21. E in verso 10 a Numeri 14. Sono tutti lì. Ora, qual’è il punto? Ebbene, vediamo come comincia. Dove ha intrecciato queste cose insieme. Nei primi 4 versi parla dei straordinari privilegi che Israele ebbe nel VT. Voglio dire, meravigliosi privilegi. Dice che furono tutti sotto la guida della nuvola, cioè sotto la nube della gloria, questa grande nuvola e colonna di fuoco che li condusse attraverso il deserto tutti quegli anni. Passarono miracolosamente attraverso il Mar Rosso e lo videro dividersi. E gli camminarono sopra su terra asciutta. Mangiarono tutti lo stesso cibo, cioè la manna che cadde dal cielo per anni come pure quelle deliziose quaglie. E quando ebbero sete, bevvero dell’acqua che fu fatta miracolosamente sgorgare dalla roccia. Voglio dire, questi furono tremendi privilegi.  Ma poi al verso 5 “Ma Dio non gradì la maggior parte di loro; infatti furono abbattuti nel deserto”. Fratelli, mi sentirei parecchio più sicuro se avesse detto: ma con uno o due o tre di loro. Ma, dice ma, e questi sono tutti membri della stessa chiesa di cui voi ed io siamo membri, amati miei, Egli dice ma, con la maggior parte di loro. Stiamo parlando di centinaia di migliaia, sì, milioni di persone. Con la maggior parte delle persone che ebbero tutti quegli straordinari privilegi, Dio fu disgustato. E li fece morire nel deserto. Cosa ti vien da dire davanti a tutto questo? Dici: ragazzi, sono felice di essere sotto il NT e non sotto il Vecchio. Sono felice che il nostro Dio è il Dio della dolcezza dell’armonia e dell’amore e non quel Dio irascibile, severo, di giudizio e ira e condanna e dannazione e di tristezza del VT. Bene, ho immaginato che qualcuno avrebbe detto così. Allora notate cosa dice al verso 6 “Or queste cose avvennero come esempio per noi, affinché non desideriamo cose malvagie come essi desiderarono.” Verso 11 “Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi che ci troviamo alla fine dei secoli”. Il punto è, che è lo stesso Dio. Lo stesso Dio che agì in tutte le storie che abbiamo appena raccontato nel Libro dei Numeri, è il Dio incarnato che è a capo della Chiesa. E sta scritto: tutte quelle cose che abbiamo appena descritto dall’Esodo e da Numeri sono avvenute come esempi per noi per insegnarci delle cose, in modo che noi non saremo colpevoli degli stessi peccati di cui fu colpevole Israele. E di conseguenza sperimentare gli stessi giudizi che Israele sperimentò nel deserto. E poi guardate a tutti i vari peccati di cui erano colpevoli in questi versi. In verso 7 dice che  erano idolatri. 8 fornicatori, immorali. 9 tentarono il Signore, e 10 mormorarono. Potremmo continuare con la lista dei peccati. Ma qual era il loro problema basilare che li portò a commettere tali peccati irrazionali, vistosi, proprio di fronte a tutti quelle cose miracolose che Dio stava facendo per loro? Essi, come gente della chiesa di Corinto, e questo è il motivo per cui Paolo sollevò il problema, come anche noi nella chiesa di oggi, commisero il pericoloso errore di pensare che i privilegi e il favore di Dio sulle loro vite, sono protezioni automatiche contro i giudizi di Dio. E quindi vivere peccando, o comunque se viviamo peccando oppure no non fa molta differenza. Voglio dire, Dio è stato fedele con noi. Dio ci ha benedetti e ci ha mostrato ogni sorta di favori. È un privilegio meraviglioso essere un membro della chiesa visibile. Vediamo se trovo ciò che dice la Confessione di Westminster. Ecco alcuni dei privilegi, grandiosi privilegi per essere membri della chiesa visibile del Signore Gesù Cristo. Dice che la chiesa visibile, la chiesa organizzata ha il privilegio di essere sotto la speciale cura ed il governo di Dio. Di essere protetti e preservati in ogni epoca nonostante le opposizioni di tutti i nemici. E di godere della comunione dei santi, e degli ordinari mezzi della salvezza e delle offerte della grazia per mezzo di Cristo a tutti i suoi membri nel ministero del Vangelo, testificando che chiunque crede in Lui sarà salvato, senza esclusione di alcuno che venga a lui. Questi sono privilegi meravigliosi. Ma, amati miei, tutti i privilegi che abbiamo come membri della chiesa visibile, non ci proteggeranno dai giudizi di Dio se viviamo la nostre vita senza autodisciplina e senza essere vigili per vivere con attenzione davanti a Lui.

Israele aveva privilegi di portata tale che non potevano essere paragonati con nessun altro. Ma ciò non li salvò nel deserto. Avevano un falso senso di sicurezza. Un falso senso di pace. Dai, siamo membri della chiesa. Siamo gli eletti di Dio. Guarda a tutte le grandi cose che ha fatto per noi. Siamo in buona con lui. Quindi non ha molta importanza come viviamo. Sarebbe bello se vivessimo delle vite fedeli. Ma non è una cosa così determinante. Voglio dire, è ovvio che piacciamo a Dio. Perciò, essere buoni, essere santi, ed essere diligenti, ed essere fedeli, ed essere vigili, pieni di auto-abnegazione e di auto-disciplina, non sono cose importanti. Siamo così puri anche senza di esse. Invece, con la maggior parte di essi Dio non fu compiaciuto. Invece con la maggior parte della chiesa visibile d’Israele Dio non fu compiaciuto. Io prego con tutto il mio cuore che questo non sarà mai detto di noi: “Invece, con la maggior parte dei membri di Chalcedon (la sua chiesa) di questi 30 anni Dio non fu compiaciuto”. Dio prende sul serio il mormorare contro la sua provvidenza. Dio prende sul serio l’immoralità e la sensualità. Prende seriamente il nostro tentarlo, il nostro metterlo alla prova, e lo odia. Ma odia questo e ogni atteggiamento di falsa sicurezza. Come vivo non ha veramente importanza. L’importante è essere con Dio. Dio ha conferito tutte queste benedizioni a me. Allora sono sicuro.

E così egli scrive il verso 12 del capitolo 10 e da un avvertimento: “Perciò, chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere”. Chi pensa di essere sicuro, e inamovibile, e non può essere smosso, e non si perderà, e non può apostatare, chi pensa di stare in piedi, stia attento di non cadere. E in questo modo Paolo sta esortando quelli che abusano i loro privilegi e li esorta ad esaminare se stessi. Che non periscano a causa di un falso senso di sicurezza. Geremia lo dice ripetutamente: “Essi curano” cioè i predicatori curano “alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo: ‘pace, pace’ quando non c’è pace.” Essi credevano questi predicatori che cercavano di appianare ogni cosa e di rendere facile la vita di chi li ascoltava. Dicevano : “pace”. Non avete nulla di cui essere preoccupati. Siete gli eletti di Dio. Siete stati circoncisi. Portate il segno del patto. Voi celebrate la pasqua, e avete i sacerdoti. Voglio dire, voi avete tutti questi meravigliosi privilegi nella storia come nella chiesa organizzata. Non preoccupatevi, c’è pace. Proprio mentre i babilonesi erano sul punto di schiacciare Israele.

Sentite Charles Hodge che insegnò a Princeton verso la metà dell’800. “Nessun grado di progresso che potessimo aver già fatto, nessuna quantità di privilegi che potremmo aver goduto, possono giustificare la mancanza di prudenza. La falsa sicurezza della salvezza spesso si appoggia sulle basi della nostra appartenenza alla chiesa o agli eletti. Entrambe sono egualmente fallaci. Né i membri della chiesa, né gli eletti, possono essere salvati a meno che non perseverino in santità di vita. E non potranno perseverare in santità di vita senza una continua attenzione e sforzo e senza essere vigili e auto-disciplinati. Una falsa sicurezza per quanto concerne la nostra capacità di resistere la tentazione si appoggia su una eccessiva fiducia nella nostra forza. Nessuno è maggiormente in pericolo di cadere di coloro che pensandosi forti  vanno incuranti incontro alla tentazione. Perciò, amati, comprendete che la mera appartenenza alla chiesa, la pubblica professione di fede, essere battezzati, partecipare alla santa Cena, tutti questi meravigliosi privilegi ed altri in sé e per sé non sono nulla senza la diligente perseveranza nell’essere fedeli al Signore Gesù Cristo secondo la sua Parola nella vita di tutti i giorni. Allora egli ci da una parola d’incoraggiamento. Egli dice, al verso 13: “Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere.” Attenti all’orgoglio. Attenti a fidarvi di voi stessi. Attenti a non cadere addormentati e mancare di essere vigili nell’osservare il vostro cuore e custodirlo con ogni diligenza, poiché da esso sgorgano le sorgenti della vita. Ma tenete in mente che vivere per il Signore non è qui una cosa senza speranza. E quando queste pressioni, e prove, e tribolazioni e tentazioni giungono, come giunsero ad Israele, non dovete franargli dentro. Dio dice: Io non farò mai venire nella tua vita una tentazione che è così pesante che tu non possa stare in piedi sotto di essa mentre ti appoggi a me. Dio dice: tu la sosterrai. Non ti schiaccerà, Tu non devi gettare la spugna. Non ci sarà mai nessun tipo di tentazione che ti assalirà che tu non sia capace di vincere e di sopportare. Perché? Perché sei forte? No! Perché sei una tal meravigliosa persona? No! perché Dio è fedele. Anche quando tu non sei fedele, Dio rimane fedele lo stesso. E Dio ha promesso che custodirà il suo popolo. Che li custodirà dal potere di Satana e del peccato in questa vita. E perciò quando prove e tentazioni arriveranno, se conti su di Lui Egli ti darà la forza per non cadere. E con ogni tentazione c’è una via di fuga, una soluzione, un modo di uscirne. Non sei impantanato. Nessuna tentazione vi ha colti che non sia comune a tutti gli uomini. E Dio è fedele da non permettere che siate tentati al di sopra delle vostre possibilità d’uscirne. Ma con la tentazione provvederà anche il modo d’uscirne in modo che sarete capaci di sopportarla.

Perciò , miei cari, sfuggite l’idolatria. Voi riuscirete a risolvere le questioni della vita. Voi riuscirete a non cadere in esse. Dio provvederà una via di scampo. Ma solo se fuggirete l’idolatria. Solo se cercherete di essere diligenti nel tenere le distanze tra voi e la ribellione, e l’incredulità, e l’ingratitudine, e lo scontento con la provvidenza di Dio. E tutte le altre cose che hanno provocato la punizione di Dio. Solo se eviterete l’idolatria e fuggirete da essa. E cercherete di essere fedeli al Signore. Solo così vedrete la fedeltà di Dio che vi sosterrà e vi custodirà. Quindi, concludo con queste parole. Dio ha annegato la razza umana fatta eccezione per 8 persone col Diluvio ai tempi di Noè per la loro malvagità. Dio ha bruciato a morte l’intera popolazione di due città, Sodoma e Gomorra, per la loro omosessualità, fatta eccezione per una famiglia. Dio ha ucciso in una notte tutti i primogeniti dell’intera nazione d’Egitto. Dio ha ucciso 3000 uomini con la spada alle pendici del Monte Sinai per la loro idolatria e sensualità. Ha bruciato a morte migliaia a Taborah per il loro mormorare, per la loro incredulità, ingratitudine, scontento. Ha ucciso migliaia a Kibroth Hatabah con una severa piaga per il loro mormorare, la loro ingratitudine, cupidigia e scontento. Ne ha uccisi centinaia di migliaia lungo un periodo di 40 anni nel deserto per la loro incredulità, la loro sedizione e per aver messo Dio alla prova. Ha ucciso circa 15000 persone facendole inghiottire dal terreno, le loro famiglie e le loro case con fuoco miracoloso da parte di Dio perché erano stati coinvolti nella ribellione di Kore contro l’autorità di Dio. Ha ucciso migliaia di persone col mortale veleno dei serpenti infuocati per aver osato protestare. Perché avevano protestato contro la provvidenza di Dio. Ne ha uccisi mille giustiziandoli e  altri 23.000 con una piaga per adulterio carnale e per adulterio pattizio e per infedeltà. Ha ucciso Anania e Saffira per aver mentito allo Spirito Santo. Ha ucciso Erode facendolo rodere dai vermi per non aver dato gloria a Dio. Ha ucciso il proprio Figlio perché era ricoperto dei peccati di tutto il suo popolo. Ha ucciso alcuni membri della chiesa di Corinto perché prendevano la cena del Signore in modo improprio. Ha devastato Gerusalemme per mezzo dei Romani nel 70 d.C., il peggior disastro della storia a causa della loro apostasia e per non aver creduto nel Messia. E un giorno distruggerà all’inferno per sempre quelli che muoiono senza fede in Gesù Cristo. Miei cari amati amici, Dio è un Dio che uccide persone. Assicuratevi che non deva uccidere voi.

Preghiamo.


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