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Lezione 12  –  2° Re

La nostra lezione oggi è tratta da 2° Re 18: 13-37.
Leggeremo dal verso 17 fino alla fine del capitolo.

Allora il re di Assiria mandò ad Ezechia, da Lakish a Gerusalemme, Tartan, Rabsaris e Rabshakeh con un grande esercito. Essi salirono e giunsero a Gerusalemme. Quando giunsero a Gerusalemme, andarono a fermarsi presso l’acquedotto dello stagno superiore, che è sulla strada del campo del lavandaio.  Quando chiamarono il re, uscirono loro incontro Eliakim, figlio di Hilkiah, il prefetto del palazzo. Scebna, il segretario e Joah figlio di Asaf, l’archivista. Allora Rabshakeh disse loro: «Andate a dire a Ezechia: Cosí dice il gran re, il re di Assiria: Che fiducia è quella a cui ti affidi? Pensi forse che consiglio e forza per far guerra siano soltanto parole vane? In chi confidi per esserti ribellato a me? Ora ecco, tu confidi sul sostegno di questa canna rotta, che è l’Egitto, che penetra nella mano di chi vi si appoggi e la fora. Tale è appunto il Faraone, re d’Egitto, per tutti quelli che confidano in lui. Forse mi direte: “Noi confidiamo nell’Eterno, il nostro DIO”. Ma non forse quello stesso di cui Ezechia ha rimosso gli alti luoghi e gli altari, dicendo a Giuda e a Gerusalemme: “Voi adorerete soltanto davanti a questo altare a Gerusalemme”? Ora dunque fa’ una scommessa con il mio signore, il re di Assiria! lo ti darò duemila cavalli, se tu sei in grado di procurare i cavalieri che li montino. Come potresti far retrocedere un sol capitano tra i piú piccoli servi del mio signore? Eppure tu confidi nell’Egitto per avere carri e cavalieri. Ora, sono io forse salito senza l’Eterno contro questo luogo per distruggerlo? L’Eterno mi ha detto: “Sali contro questo paese e distruggilo”. Allora Eliakim, figlio di Hilkiah, Scebna e Joah dissero a Rabshakeh: «Ti prego, parla ai tuoi servi in aramaico perché noi lo comprendiamo; ma non parlarci in ebraico, perchè il popolo che è sulle mura ascolta». Ma Rabshakeh rispose loro: «Il mio signore mi ha forse mandato a dire queste cose al tuo signore e a te, e non piuttosto agli uomini seduti sulle mura, condannati a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?». Rabshakeh allora si alzò e gridò a gran voce in ebraico, dicendo: «Udite la parola del gran re, il re di Assiria! Cosí dice il re: “Non v’inganni Ezechia perché egli non potrà liberarvi dalle mie mani; né v’induca Ezechia a confidare nell’Eterno, dicendo: Certamente l’Eterno ci libererà e questa città non sarà data nelle mani del re di Assiria”. Non date ascolto ad Ezechia, poiché cosí dice il re di Assiria: “Fate pace con me e arrendetevi a me, e ciascuno di voi mangerà i frutti della sua vigna e del suo fico e berrà l’acqua della sua cisterna, finché io non venga per condurvi in un paese simile al vostro, paese di grano e di vino, paese di pane e di vigne, paese di ulivi, di olio e di miele; e voi vivrete e non morirete”. Non date dunque ascolto ad Ezechia che cerca d’ingannarvi, dicendo: “L’Eterno ci libererà.”. Ha qualcuno degli dèi delle genti liberato il proprio paese dalle mani del re di Assiria ? Dove sono gli dèi di Hamath e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvaim, di Hena e d’Ivvah? Hanno essi forse liberato Samaria dalle mie mani? Chi fra tutti gli dèi di quei paesi ha liberato il proprio paese dalle mie mani, perché l’Eterno possa liberare Gerusalemme dalle mie mani?».  Ma il popolo tacque e non gli rispose neppure una parola, perché l’ordine del re era: «Non rispondetegli».  Allora Eliakim figlio di Hilkiah, prefetto del palazzo, Scebna il segretario, e Joah figlio di Asaf, l’archivista, andarono da Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole di Rabshakeh.

Quale sarà mai il significato di tutto questo? E questa storia che concerne Rabshakeh non si trova solamente in 2° Re 18-20, è così importante che si trova pure in 2° Cronache 32, e la si trova anche in dettaglio in Isaia 36-39. Quindi, questa è una storia molto importante nello schema generale delle cose. Dio ha rivelato il suo vangelo alla razza umana in una storia, una storia vera, una storia storica, una lunga storia. Di fatto, quella storia è costituita da molte piccole storie, e tutte queste piccole storie rivelano qualcosa della storia più grande, e la storia più grande determina ciò che avviene in tutte le storie più piccole. E quella storia grande, e tutte quelle piccole che la costituiscono si trovano nel sessantasei libri della Bibbia, che non è un libro in cui l’uomo racconta una storia su Dio, ma che è un libro nel quale Dio dichiara la sua storia per mezzo delle parole di uomini. Ora, non tutta la Bibbia è fatta di storia. Parte di essa, come le Lettere di Paolo: Romani, 1 e 2 Corinzi, Galati e altre simili, sono la spiegazione di Dio dei punti principali e dei principali eventi della storia più grande. Noi non possiamo comprendere la storia da Genesi a Rivelazione senza aver compreso questi principi dottrinali basilari del Nuovo Testamento. E i principi ci diventeranno irrilevanti  a meno che comprendiamo che il loro scopo è di aiutarci a comprendere la storia.

Lo confesso davanti a Dio come peccato, durante il liceo possedevo un libro che mi era di grande utilità nelle verifiche di lettura. Era intitolato Cinquecento Classici della Letteratura Inglese Ridotti a Una Pagina e Mezza. E la ragione per cui amavo quel libro era perché pensavo di poter ottenere il nocciolo di ciascuno di quei classici senza dover faticare attraverso l’intero libro. Ma non mi rendevo conto che nella maggior parte dei casi il nocciolo della storia è la storia stessa com’è scritta. Questo è il motivo per cui i libretti di storie dalla Bibbia hanno la loro collocazione, ma non dovrebbero mai rimpiazzare la storia divinamente scritta stessa.

Ora, studiamo la storia del buon Re Ezechia che governò il regno di Giuda per circa trent’anni, dal 727 al 699 a.C. Guardate in 2° Re 18 e vedremo com’egli viene introdotto. Aveva 25 anni nel verso 2 quando divenne re. Il verso 3 ci dice che fece ciò ch’è bene agli occhi dell’Eterno secondo tutto ciò che suo padre aveva fatto, che cercò di obbedire e far applicare la legge di Dio come un giusto re. Perché? Verso 5: egli confidò nel Signore, e questo è il motivo per cui fece bene, perché era motivato dalla fede in Jehowah il Dio d’Israele. Ora, vorrei ricordarvi, perché questa cosa è molto importante, che ogniqualvolta vedete la parola Eterno con la e maiuscola, che sotto questa parola in Ebraico c’è la parola Jehowah. È importante in questa storia. Egli credeva in Jehowah il Dio d’Israele. Di fatto egli fu un credente talmente coerente e fedele facitore della Parola di Dio, che dopo di lui non ci fu nessuno come lui tra tutti i re di Giuda. Ne ci fu alcuno così pio come credente tra quelli che vennero prima di lui. Perché? Perché rimase attaccato al Signore, l’abbracciò come dire, con tutte due le braccia e non si dipartì dal seguire il Signore, e lungo tutta la sua vita (benché vedremo che non fu uomo perfetto) osservò i comandamenti di Dio che Dio aveva dato a Mosè.

Ora, vedete, la Bibbia ha grande rispetto per Ezechia. Ma ecco, c’è una cosa stupefacente che riguarda questi versi. Com’è possibile che Ezechia sia stato un uomo così pio? Sapete chi fu suo padre? Suo padre fu Achaz. Non ci fu nulla di pio in Achaz in nessun modo. Ezechia non fu allevato un una famiglia pia. Eppure, per la sua sovrana grazia Dio ha suscitato da quella famiglia uno degli uomini più pii di tutta la storia.

Ora, dopo aver descritto il carattere di quest’uomo, comincia a parlare di alcuni punti di rilievo del suo lungo regno. Per esempio, si noti nel verso 4: “Rimosse gli alti luoghi, frantumò le colonne sacre, abbatté l’Ascerah e fece a pezzi il serpente di bronzo che Mosè aveva fatto”  che sembra le persone trattassero con superstizione, “perché fino a quel tempo i figli d’Israele gli avevano offerto incenso e lo chiamò Nehushtan”. Dunque, il punto è che ci fu qui la fine per legge del pluralismo religioso in Giuda, mentre prima di quel tempo gli antenati di Ezechia avevano permesso al popolo di adorare il dio che volevano, ed Ezechia che diede inizio ad un grande revival nazionale, comprese che fin tanto che fosse stato legittimo, e ciascuno avesse potuto adorare il dio di propria scelta, ed erigere un idolo in un tempio per adorare chiunque volesse, la nazione non avrebbe potuto aspettarsi alcuna benedizione da parte del Signore perché il Signore Dio onnipotente non condividerà la sua gloria con nessun altro. E quindi vediamo qui la fine della legittimità del pluralismo religioso in Giuda per il periodo di governo di Ezechia.

Si noti poi, nell’ultima parte del verso 7 c’è una piccola frase: “Si ribellò al re d’Assiria e non gli fu più soggetto”. Ora, perché l’Autore della bibbia ha inserito questa frase? Ebbene, Achaz e molti dei suoi predecessori avevano ceduto alla crescente influenza e al potere dell’Assiria. Suo padre Achaz era diventato vassallo dell’Assiria ed Ezechia dice basta. Io libererò la mia gente dall’influenza dell’Assiria, smetterò di pagare il tributo, ci costerà ma noi diventeremo un popolo libero. Ma quel che più conta è che questo fu motivato da convinzioni religiose. Dio ci ha detto che dobbiamo fidarci di lui solamente per la sicurezza della nostra nazione e non fare alleanze empie con nazioni pagane. Basta col pagare il tributo. Assiria, noi ci liberiamo dal tuo giogo.

Poi si noti il verso 8 un altro punto rilevante del suo regno. Egli fu un grande capo militare, sconfisse i Filistei che avevano vessato il popolo di Dio per così tante generazioni, ed egli rafforzò il programma difensivo della nazione d’Israele.

E questo ci porta giù al verso 13 che abbiamo letto proprio un momento fa. Abbiamo letto il verso 17, ma comincia col verso 13 e l’inizio del rinnovato coinvolgimento di Ezechia con l’Assiria. Ora, cosa c’è d’interessante in tutto ciò? E Dio fa sempre così con gli uomini. Scopriremo che Ezechia era un a figura di Cristo, che vi deve ricordare di Cristo, ma che non vuole pensiate che è Cristo, così, una delle prime cose che dice del pio regno di quest’uomo è che egli era un peccatore, perché non vuole che poniate la vostra fede in alcun uomo eccetto Cristo. Perciò, una delle prime cose che ci vengono dette di Ezechia, lì nei versi 13-16, è che dopo che il re d’Assiria cominciò la sua avanzata verso Giuda e si avvicinò a Gerusalemme, benché grand’uomo, Ezechia fece un passo falso, ebbe una temporanea debolezza di fede e decise: ebbene, forse è meglio negoziare. Questo è il potente esercito Assiro e sta arrivando. Forse è meglio che rinnovi il tributo. Il re d’Assiria disse: buona idea, ecco il conto. Non c’era abbastanza denaro e così Ezechia peccò prendendo le cose di valore e l’oro dal tempio in Gerusalemme e li utilizzò per pagare, per comprare la pace dal re d’Assiria. Ora questa fu una debolezza da parte della fede di Ezechia, ma vedremo che Dio usò quella debolezza in Ezechia per portare Sennacherib in Giuda cosa che avrebbe  a tempo debito portato alla distruzione di Sennacherib.

Ed ora veniamo a questa interessante storia che troviamo tre volte nella Bibbia, riguardo ad Ezechia e Rabshakeh, a cominciare da verso 17. Il re d’Assiria si era avvicinato. Infatti, avete bisogno di sapere qualcosa della situazione storica che sta per avvenire e che è descritta lì, nel capitolo 17, ma che è riassunta in 18: 9-13. Leggiamola in modo da sapere cosa sta succedendo.

Il quarto anno del re Ezechia, che era il settimo anno di Hosea, figlio di Elah re d’Israele, Shalmaneser, re di Assiria, salí contro Samaria e la cinse d’assedio. Dopo tre anni, la espugnò; il sesto anno di Ezechia, che era il nono anno di Hosea, re d’Israele, Samaria fu espugnata. Il re di Assiria deportò quindi gl’lsraeliti in Assiria e li stabilí in Halah, e sull’Habor, fiume di Gozan, e nelle città dei Medi, perché non avevano ubbidito alla voce dell’Eterno, il loro DIO, e avevano trasgredito il suo patto; tutto ciò che Mosè, servo dell’Eterno, aveva comandato essi non l’avevano né ascoltato né messo in pratica. Il quattordicesimo anno del re Ezechia, Sennacherib, re di Assiria, salí contro tutte le città fortificate di Giuda e le prese.

Ora, questa è la storia. L’Assiria era cresciuta a potenza mondiale. Sta ingoiando nazione dopo nazione, ha già vinto il regno d’Israele, distrutto Samaria, deportato la popolazione d’Israele in Persia e in varie altre regioni, e poi ripopolato Samaria con babilonesi e questo rende contezza per il miscuglio di etnie che formano il popolo samaritano. E Dio dice qui che la ragione per cui Samaria fu distrutta è a motivo dell’apostasia di lunga data da parte del regno d’Israele. Ebbene, ora l’Assiria ha invaso Giuda e ha già conquistato alcune delle città più importanti di Giuda, e l’ultima grande città ancora in piedi in Giuda è Gerusalemme. Questo è quanto seria era la situazione. E questo massiccio esercito assiro ha inviato i suoi ambasciatori per  cercare di negoziare una resa da parte di Ezechia e del popolo di Dio che si trovavano dietro le mura di Gerusalemme – e le cose appaiono truci.

La ragione per cui questa particolare storia su Ezechia e questi negoziatori è nella bibbia con tale dettaglio, in tre posti, è perché potrebbe essere intitolata: “La Guerra Mondiale Contro la Chiesa di Dio”. Nonostante il mondo assalti la chiesa, non avrà successo nel distruggerla se ella rimane fedele. Quando la chiesa sperimenta tempi di castigo e di disciplina da parte del Signore, è solo il Signore che purifica la sua chiesa e la prepara per futuri tempi di maggior grandezza. Questo incidente riguardo all’assedio di Gerusalemme è una figura, un tipo, una rappresentazione dell’assalto di satana alla fede di Cristo, come fece nel deserto per quaranta giorni. È una figura di satana che assalta la fedeltà della chiesa e la sua fede nel Signore. Ed è una figura di satana che assalta la fede di ogni individuo cristiano in un maligno tentativo di rompere la sua fede in Cristo. È una figura, ma è anche una realtà storica, proprio come gli assalti di satana alla chiesa e su di voi sono realtà storiche e non favole.

Fare applicazioni da questa storia in modo appropriato richiederebbe un sacco di tempo, perché solo ciascuno di voi può fare le applicazioni pratiche di questa storia alla propria vita. Perciò, tutto quel che intendo fare questa mattina è  raccontare la storia, leggerne una parte, fare alcune applicazioni generiche, perché ciò che sta accadendo qui tra Ezechia e Rabshkeh è ciò che sta avvenendo in America ( e un po’ in tutto l’occidente cristiano) e che  si è ripetuto volta dopo volta dopo volta, questa storia è la storia della chiesa nel mondo. I nomi e le date cambiano, i dettagli sono diversi, ma le grandi linee ed i principi di questa storia sono ancora all’opera nella vostra e nella mia vita, oggi. La situazione è molto pericolosa.

Ora, cos’è questo Rabshake? Ebbene, non credo fosse il suo nome, credo fosse il suo titolo. Era un inviato, un ufficiale militare. Egli venne con una massiccia porzione dell’esercito Assiro. E io credo che Rabshake non fosse tanto il suo nome personale quanto il suo titolo di ufficiale militare. Molti studiosi credono che sia stato un giudeo apostata credono che Rabshake sia stato un uomo che aveva voltato le spalle al Giudaismo e al Signore e che se n’era andato dalla nazione di Giuda. Perché? Per un paio di ragioni. Una perché era fluente in ebraico, conosceva l’ebraico quanto l’aramaico, e secondo, perché dopo che ebbe fatto il suo discorso ed esposto il suo negoziato, Ezechia strappò le proprie vesti, che è la pratica usuale ogni qual volta un co-giudeo bestemmia il Signore. Non l’avrebbero fatto se egli fosse stato solamente un semplice pagano. Quindi, forse Rabshake stesso era un giudeo apostata.

Ora, si noti al verso 18 la località di queste negoziazioni. Dio non colloca qui queste cose solo come dettagli senza significato. Dice, nell’ultima parte del verso 17: “Quando salirono e giunsero a Gerusalemme, andarono a fermarsi presso l’acquedotto dello stagno superiore, che è sulla strada del campo del lavandaio”. La Bibbia vuole che si sappia dove avvennero queste cose. E senza spiegare ciò che queste cose significarono, il punto è, che questo è il luogo dove re Achaz si trovava nella precedente generazione, di fronte agli Assiri, quando tradì il Signore. Ed ora Ezechia si trova nello stesso posto, e vediamo s’egli tradisce come fece suo padre.

La diplomazia di Rabshake è insolente e rude. Guardate la prima parte del verso 19. “Allora Rabshake disse loro: “Andate a dire a Ezechia: così dice il gran re, il re d’Assiria…” potete vedere la rudezza di questa persona? Qui egli è un inviato al grande re Ezechia, e dice, dite a Ezzi che il re, il grande re dell’Assiria è qui. Incensa il re d’Assiria con tutti questi titoli e non concede ad Ezechia nemmeno l’onore di una designazione regale. Non ha per lui rispetto alcuno. Si noti la sua domanda iniziale, verso 19.

Allora Rabshake disse loro: «Andate a dire a Ezechia: Cosí dice il gran re, il re di Assiria: Che fiducia è quella a cui ti affidi? Pensi forse che consiglio e forza per far guerra siano soltanto parole vane? In chi confidi per esserti ribellato a me? Ora ecco, tu confidi sul sostegno di questa canna rotta, che è l’Egitto, che penetra nella mano di chi vi si appoggi e la fora. Tale è appunto il Faraone, re d’Egitto, per tutti quelli che confidano in lui.

Comincia il suo negoziato con una domanda offensiva. Cosa cavolo ti ha fatto fare una cosa così irrazionale come porre la tua fiducia su quella canna rotta che è l’Egitto, così da pensare di farla franca  nel ribellarti al grande re d’Assiria? Il tuo programma militare e la tua potenza militare sono inservibili. La tua fede e le tue parole sono parole vuote e fede vuota. L’Egitto non è affidabile. È stupido e pericoloso riporre fiducia in qualche alleanza con l’Egitto. Altri l’hanno fatto e ne sono rimasti scottati e feriti. Vedete qual è la su strategia? La strategia di questo strumento di satana è la stessa cosa che è oggi, 2600 anni dopo, e cioè, fare ogni sforzo per intimorire e far vacillare il cuore del re e del popolo in modo che si arrendano, facendo loro credere che non c’è speranza d’aiuto da nessuna parte, così tanto fa arrendersi alle minacce del mondo.

Ma ora egli accusa falsamente Ezechia. Egli disse infatti: come puoi essere così stupido da riporre la tua fiducia nel faraone d’Egitto? Ezechia non aveva posto la sua fiducia nel Faraone d’Egitto. Questa è la ragione per cui la Bibbia fa di tutto fin dall’inizio per farci sapere che Ezechia aveva posto la sua fiducia nel Signore, si era attaccato a lui. E così il Rabshake dà l’assalto alla fede di Ezechia al verso 22. Dice: Forse mi direte: “Noi confidiamo nell’Eterno, il nostro DIO”. Ma non è forse quello stesso di cui Ezechia ha rimosso gli alti luoghi e gli altari, dicendo a Giuda e a Gerusalemme: “Voi adorerete soltanto davanti a questo altare a Gerusalemme”? Ora, egli sta mirando alla fede di Ezechia, sa di doverla spezzare per farlo arrendere, ma il suo argomento è certamente distorto, non è vero? Ovviamente egli ha udito di ciò che Ezechia aveva fatto qui in Giuda, del fatto che aveva demolito gli alti luoghi e gli altri vari monumenti dell’idolatria e siti di culti pagani. Egli ne ha sentito parlare ma crede che questi siano templi al Dio di Ezechia, e dice: Ezechia, tu dici di confidare nel Signore, perché confidare nel Signore? Tu stai demolendo i suoi templi! Stai distruggendo i suoi alti luoghi. Vedete, egli non sta realmente comprendendo ciò che stava accadendo. Il mondo ancora non comprende. Non comprende ciò che i cristiani stanno facendo quando fanno cose radicali che il mondo non può comprendere. Il mondo non comprende ciò che motiva i cristiani. Ma l’intenzione del suo argomento è chiara, sta cercando di scuotere la fede di Ezechia.

E gli fa un’offerta nei versi 23-25.

Ora dunque fa’ una scommessa con il mio signore, il re di Assiria! lo ti darò duemila cavalli, se tu sei in grado di procurare i cavalieri che li montino. Come potresti far retrocedere un sol capitano tra i piú piccoli servi del mio signore? Eppure tu confidi nell’Egitto per avere carri e cavalieri. Ora, sono io forse salito senza l’Eterno contro questo luogo per distruggerlo? L’Eterno mi ha detto: “Sali contro questo paese e distruggilo”.

Così gli dice: entra in alleanza con me, rompi la tua alleanza con Dio, fa patto con me. La qual cosa avrebbe richiesto la resa da parte di Ezechia, e lo scambio di sottomissione dal Dio vivente e Sennacherib. E il suo ragionamento dice: come può un re patetico e insignificante come te, che non è nemmeno all’altezza del più piccolo e più insignificante burocrate del governo del mio re, pensare di farla franca col ribellarsi al mio grande re? E quindi fa la sua blasfema dichiarazione. Potete immaginare il ghigno sulla faccia di Rabshake: dopo tutto Dio mi ha detto di farlo. Io ho l’approvazione di Jehowah e il Signore stesso, Jehowah stesso mi ha detto: Levati contro questo paese e distruggilo.

C’è un che di ironico in questo, non è vero? Amo quella frase, dove Rabshake  disse: Dopo tutto Dio mi ha mandato. Ebbene, è vero. Ma non è vero nel senso che gli ha dato Rabshake. Ed è ironico che mentre Rabshake dichiarò di essere uno strumento di Dio, così poco egli sapesse che sia lui che Sennacherib erano entrambi pedine nelle mani dell’onnipotente sovrano Jehowah, che era amico di Ezechia e della gente in Gerusalemme. Jehowah aveva già usato l’esercito assiro col regno d’Israele, ed ora lo userà di nuovo nel regno di Giuda, per ragioni diverse, e dopo che Jehowah avrà terminato con loro, li distruggerà per mezzo dei Babilonesi e li getterà nel cumulo di ceneri della storia.

Ora, ci sono alcune grandi lezioni da impararsi qui e io non posso dirla meglio di quanto abbia fatto Calvino. Così, ascoltate:

Per quanto diligentemente possiamo essere devoti alla pietà, come Ezechia, e per quanto fedelmente possiamo operare per l’avanzamento del Regno di Cristo, pure non dobbiamo aspettarci di essere liberati da ogni molestia, ma essere piuttosto preparati a sopportare pesanti afflizioni. Il Signore non sempre ricompensa la nostra fedeltà con compensi terreni. Questo esempio di Ezechia, che lavorò con tutta la sua forza per restaurare la vera religione e il vero culto del signore, e pure sopportò calamità così pesanti e violente da non essere lontano dalla disperazione, deve essere costantemente davanti ai nostri occhi, in modo che quando pensiamo di aver compiuto il nostro dovere, possiamo nondimeno essere preparati a sostenere conflitti e problemi d’ogni tipo, e non siamo turbati se i nemici prendono un vantaggio al primo assalto, come se d’improvviso potessero inghiottirci.

Ora, notate ciò che gl’inviati nel verso 26 dicono. Dicono: Signor Rabshake, le dispiacerebbe smettere di palare in giudeo e cominciare a parlare aramaico. Il motivo non era solo che l’aramaico era la lingua della diplomazia, una lingua semitica e di ebraico e siriaco e tutti i funzionari la conoscevano a quei tempi. Ora, dalle mura di Gerusalemme, tutti stavano guardando giù a questo negoziato, tutta la gente di Gerusalemme. Tutti capivano l’ebraico e questi inviati che rappresentavano Ezechia non volevano che tutta questa gente ascoltasse questo linguaggio terrificante che Rabshake stava usando perché dopo tutto si trattava di esibizionismo politico. Egli chiarisce che la ragione per cui sta dicendo tutte queste cose non è tanto per Ezechia, ma per tutta la gente sulle mura, per paralizzarle con la paura. E notate la sua replica. Dice al verso 26 che gli chiesero di parlare in aramaico. Verso 27,  “Ma Rabshakeh rispose loro: «Il mio signore mi ha forse mandato a dire queste cose al tuo signore e a te, e non piuttosto agli uomini seduti sulle mura, condannati a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?” non lo sta dicendo ad Ezechia. Nel verso 28,“Rabshakeh allora si alzò e gridò a gran voce in ebraico”. Lo vedete che usa il senso di superiorità per esibizionismo politico. Sta dicendo a queste persone: Ascoltate, se Gerusalemme non si arrende, gli Assiri vi invaderanno, e la loro invasione sarà così devastante che cibo ed acqua saranno estremamente scarsi, la gente dovrà sostenere le più crudeli difficoltà, ci saranno condizioni di carestia che il grande re Sennacherib provocherà. Naturalmente, il fatale errore di Rabshake, come vedremo volta dopo volta, è che pensava che Sennacherib fosse in controllo della situazione. Ezechia sapeva che lo era Jehowah. Quindi Rabshake fa il suo discorso blasfemo nel verso 28:

Rabshake allora si alzò e gridò a gran voce in ebraico, dicendo: «Udite la parola del gran re, il re di Assiria! Cosí dice il re: “Non v’inganni Ezechia perché egli non potrà liberarvi dalle mie mani; né v’induca Ezechia a confidare nell’Eterno, dicendo: Certamente l’Eterno ci libererà e questa città non sarà data nelle mani del re di Assiria”. Non date ascolto ad Ezechia, poiché cosí dice il re di Assiria: “Fate pace con me e arrendetevi a me, e ciascuno di voi mangerà i frutti della sua vigna e del suo fico e berrà l’acqua della sua cisterna, finché io non venga per condurvi in un paese simile al vostro, paese di grano e di vino, paese di pane e di vigne, paese di ulivi, di olio e di miele; e voi vivrete e non morirete”. Non date dunque ascolto ad Ezechia che cerca d’ingannarvi, dicendo: “L’Eterno ci libererà.” Ha qualcuno degli dèi delle genti liberato il proprio paese dalle mani del re di Assiria? Dove sono gli dèi di Hamath e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvaim, di Hena e d’Ivvah? Hanno essi forse liberato Samaria dalle mie mani? Chi fra tutti gli dèi di quei paesi ha liberato il proprio paese dalle mie mani, perché l’Eterno possa liberare Gerusalemme dalle mie mani?».

Questa che parla qui è la voce di satana, ed è un discorso preconfezionato, ed egli ha dato lo stesso discorso da allora. E nella vostra vita, prima o dopo lo darà anche a voi. E non è solo il discorso di satana, è la voce dell’uomo non rigenerato che adora sé stesso e che è sicuro che Jehowah non è diverso da qualsiasi altro dio, e può essere controllato dal potere politico. E notate dove colloca il peso . Dice: ascoltate, io parlo nel nome del grande re d’Assiria. Più tardi vedremo venire Isaia, ed egli dice: io parlo nel nome di Jehowah. Ora, o popolo d’Israele, dovete scegliere, su che cosa baserete le decisioni che prendete nella vostra vita? Nell’autorità dell’uomo o nell’autorità della Parola. Il Rabshake viene e dice: così dice il re. Isaia dice: così dice il Signore. E la scelta che fu posta loro davanti e la stessa ch’è posta davanti a noi continuamente. Di chi ci fideremo? Su chi ci poggeremo. A chi guarderemo per direzione e consiglio in questa vita? Cristo o Cesare? La Bibbia o la ragione e l’esperienza? Sarete costretti a questa scelta volta dopo volta nell’arco della vostra vita, e sarà imposta ai vostri figli persino con maggior pressione nei giorni a venire. Perciò preparateli per quel giorno.

E poi prendete nota di ciò che dice al verso 29. Dice: “Non v’inganni Ezechia perché egli non potrà liberarvi dalle mie mani”. Sta cercando di far si che la gente giri le spalle al re teocratico. Chi era il re teocratico? Egli era figura e simbolo di Cristo stesso, talché allontanare la gente da Ezechia ammonterebbe ad allontanarli da Cristo stesso, e allontanare il popolo da Cristo ammonterebbe a farli andare in schiavitù, alla sconfitta,  alla morte e all’inferno. E questo è ciò che ancora accade oggi. State in guardia.

Ebbene, si noti la sua bestemmia. Giungiamo al cuore dell’argomento di Rabshake nei versi 30-35. Egli dice: “Né v’induca Ezechia a confidare nell’Eterno, dicendo: Certamente l’Eterno ci libererà e questa città non sarà data nelle mani del re di Assiria”. Questo è l’obbiettivo di tutti gli attacchi di Satana: distruggere la vostra fede nel Dio vivente, e rimpiazzarla con la vostra fede in lui, nel diavolo. Questo è ciò che Satana tentò di fare con Gesù nella tentazione del deserto. Notate che in tutte quelle tentazioni satana focalizzò sulla fede di Cristo e sulla sua interiore sottomissione alla parola di Dio e al suo piano di redenzione. E satana sapeva che per avere successo avrebbe dovuto spezzare quella fede, e spezzare quella sottomissione, perché sarebbero state la base dell’eterna salvezza del suo popolo. E cercherà di fare a voi la stessa cosa lungo tutta la vostra vita.

Imparate dunque bene questa lezione intorno a Rabshake e agli Assiri. È ancora valida, non siatene ingenui. Confidare in Gesù Cristo per la protezione dal male è ai nostri giorni visto sempre come una cosa irrazionale, ingannevole, poco intelligente agli occhi dei malvagi. Per loro la fede in Cristo è l’apice della pazzia e della stupidità. Il Rabshake era sicuro di una cosa: la fede in Jehowah è stupida, non salverà Giuda dalla potenza militare degli assiri. Dopo tutto, di nessuna religione può comunque essere provata la veridicità.

Così il Rabshake prosegue e fa una rappresentazione ingannevole. Vedete nei versi 31 e 32 egli dice: ascoltate, arrendetevi. Fate questo accordo col mio padrone, arrendetevi e tutto andrà meravigliosamente. Avrete pace. Ognuno avrà la sua propria fattoria, la sua propria BMW, e qualsiasi altra cosa simile nel suo cortile. La vita sarà per voi meravigliosa in Assiria! Perciò fateci entrare e noi vi porteremo in un paese dove scorrono il latte e il miele che è molto migliore di quanto abbiate avuto qui in Giuda. Ora, cosa sta dicendo? Sta dicendo che la schiavitù in Assiria è migliore della libertà nella terra promessa sotto la benedizione di Jehowah. Sta dicendo che la resa al tiranno assiro sarà una vera benedizione sia per Giuda sia per l’Assiria. Sarà benefica per noi, sarà benefica per voi, diventeremo una grande famiglia felice. Questo è ciò che sta dicendo al verso 31:  “Fate pace con me (letteralmente fate con me una benedizione) e arrendetevi a me, e ciascuno di voi mangerà i frutti della sua vigna e del suo fico e berrà l’acqua della sua cisterna” ecc. Le cose saranno migliori in schiavitù in Assiria di quanto lo siano come uomini e donne liberi in Giuda.

Questa è la menzogna che satana ha sempre raccontato alla gente, riuscendo a fare si che  si compromettessero fin dall’inizio. Questo è ciò che Mosè dovette fare con i figli d’Israele, quando giunsero nel deserto i figli d’Israele cominciarono a dire: oh, questa manna cha cade miracolosamente  dal cielo, queste quaglie, oh quest’acqua che esce dalla roccia … preferiremmo avere gli agli e le cipolle e i porri dell’Egitto. Noi stavamo meglio da schiavi anziché dover affrontare i rischi e le responsabilità di uomini liberi sotto Jehowah. Preferiremmo essere schiavi, uno stato sociale in cui lo stato si prende cura di te da prima che tu nasca, durante la tua nascita, lungo la tua vita, quando sei senza lavoro. O quando hai bisogno di assistenza legale, quando sei malato, e quando sei vecchio. Vivere nello stato sociale come schiavi del governo civile è molto meglio che vivere da uomini liberi in un governo che sia basato solamente sulla legge di Dio. Quanti schiavi abbiamo qui oggi che credono che l’Assiria sia molto meglio di Canaan?

Poi, nell’ultima parte del verso 32 il Rabshake fa uno scandaloso insulto a Dio. Dice, nel verso 32 “Non date dunque ascolto ad Ezechia che cerca d’ingannarvi, dicendo: “L’Eterno ci libererà”. Considerate gli dei di tutte le nazioni che gli Assiri hanno conquistato. Sono riusciti a salvare la propria nazione? E  poi se ne esce con una litania: che hanno potuto fare gli dei di questa e di quella nazione? Non erano tutti devoti adoratori dei loro dei, eppure i loro dei non sono stati d’alcun aiuto per loro. E poi si fa sempre più vicino. Dice: credevo che Samaria adorasse Jehowah.  Sapete una cosa? L’abbiamo appena cancellata dalla faccia della terra. dov’è il vostro grande Dio, questo Jehowah? Cosa vi fa pensare che questo Jehowah sia migliore di qualunque di questi altri dei che abbiamo frantumato? Vedete, al Rabshake tutti gli dei erano uguali, tutti egualmente impotenti davanti al potere della politica. C’era uno solo che eseguiva la propria volontà. C’era solo uno che poteva far avanzare i propri propositi, e non è Jehowah. Era il capo dello stato Assiro. Era il governo centrale dell’Assiria. Se gli dei proprio esistono, è solo per essere manipolati come oggetti portafortuna, non per essere adorati, serviti e obbediti. Dopo tutto, l’uomo è dio, e l’imperio dell’uomo è la società definitiva sulla terra. Jehowah e il suo popolo devono essere distrutti per fare posto per il globale insediamento della città dell’uomo. Nell’opinione del Rabshake, Jehowah non è ne maggiore ne minore di qualsiasi altro dio, e di sicuro non può essere paragonato alla potenza della politica.

E quello fu il fatale errore di considerazione del Rabshake. Notate la risposta degli inviati Giudei all’offensivo negoziato del Rabshake. Verso 36, dopo che avevano appena insultato Dio, “Ma il popolo tacque e non gli rispose neppure una parola, perché l’ordine del re era: «Non rispondetegli». Allora Eliakim figlio di Hilkiah, prefetto del palazzo, Scebna il segretario, e Joah figlio di Asaf, l’archivista, andarono da Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole di Rabshakeh”. Qui questo Rabshakeh sta  urlando e sbraitando e gridando tutti questi insulti, coperto dal suo massiccio esercito, e i tre inviati di Ezechia stanno lì con la bocca chiusa. Ezechia aveva detto, sentite, non date all’offerta del Rabshake la dignità di una risposta, tenete dunque le vostre bocche chiuse. E. J. Young trasse da ciò quest’applicazione. Egli disse: “Egli non voleva abbassarsi a replicare a degli insulti quali questi che erano stati gettati sul Signore. Ci sono momenti in cui la miglior risposta alla bestemmia è uno sdegnato, sprezzante silenzio”. E strapparono le loro vesti. In altre parole, le sue parole non ottennero l’effetto desiderato. Anziché riempire i loro cuori di paura e di terrore. Riempì i loro cuori, per aver insultato il loro Dio, con  afflizione e disgusto alla sua patetica blasfemia.

E poi notate il responso di Ezechia. In 19: 1-7

Quando il re Ezechia udí queste cose, si stracciò le vesti, si coprí di sacco ed entrò nella casa dell’Eterno. Quindi mandò Eliakim, prefetto del palazzo, Scebna il segretario e gli anziani dei sacerdoti, coperti di sacco, dal profeta Isaia, figlio di Amots. Essi gli dissero: «Cosí dice Ezechia: “Questo giorno è un giorno di angoscia di castigo e di vergogna, perché i figli stanno per nascere, ma non c’è forza per partorirli. Forse l’Eterno, il tuo DIO, ha udito tutte le parole di Rabshakeh, che il re di Assiria, suo signore, ha mandato a insultare il DIO vivente, e lo castigherà a motivo delle parole che l’Eterno, il tuo DIO ha udito. Innalza dunque una preghiera per il residuo che ancora rimane”»

Ora, notate le tre cose che Ezechia fece in risposta agli insulti di Rabshake. Si stracciò le vesti, si coprì di sacco, assunse cioè una postura di pentimento, una postura di afflizione e di disgusto per questi insulti. Secondo, entrò nella casa di Dio per pregare. Questo era un uomo di preghiera, egli pregò molte volte. Abbiamo alcune magnifiche preghiere di Ezechia sulle quali speriamo di tornare oggi. E poi, terzo, dopo aver messo tutto nelle mani del Signore, mandò a cercare Isaia per avere una parola da Dio.

C’è una grande lezione per noi qui. In tempi di afflizione, sfida, persecuzione, fate le cose che Ezechia fece: andate al tempio a pregare, chiedete una parola da Dio dal suo profeta, cioè, ponetevi davanti a Dio in preghiera, e comprendete che siete totalmente dipendenti da lui che è il vostro scudo, il vostro aiuto, il vostro provveditore, e andate alla parola di Dio per direzione, per illuminazione, e per avere pace.

Vorrei che avessimo il tempo per esaminare in dettaglio la breve, piccola preghiera che troviamo qui nei versi 4-5. “Forse …” ora, quella parola, ‘forse’ non è una parola di dubbio, è una parola di fede. Egli sa che Jehowah è un Dio sovrano, sa che essi non sono degni di essere salvati a motivo delle precedenti generazioni, e così dice forse per grazia sovrana il Signore ascolterà queste parole, ascolterà le parole che egli ha udito. Ora, egli sa che Dio sente tutto. Egli sta semplicemente chiedendo a Dio di prender nota delle parole del Rabshake e di punirlo per quelle parole. Sta chiedendo a Dio di dimostrare che egli è altamente offeso dall’insulto del Rabshake, e che è pienamente determinato a punirlo, e in questo modo porre fine alle sue minacce alla chiesa. Questo è il modo in cui dobbiamo pregare. Dobbiamo imparare come pregare da questi grandi uomini di preghiera del Vecchio Testamento. Potremmo usare parole diverse, perché siamo in una diversa dispensazione, e un diverso contesto storico, ma l’idea è proprio la stessa. Qui la chiesa di Dio è minacciata, Dio viene insultato, ed Ezechia prega: Signore, semplicemente ascolta lui! È tutto quello che ti chiedo di fare, solo ascolta lui, e poi mostra a lui e chiunque lo ascolti che sei Dio, e che sei stato insultato. Cominciate a pregare in questo modo.

Amo la risposta di Isaia ad Ezechia. Guardate nei versi 6-7. Non lo potete vedere in Italiano, ma è fantastico in Ebraico. “E Isaia disse loro: «Questo direte al vostro signore: Cosí dice l’Eterno: “Non aver paura a motivo delle parole che hai udito, con le quali i servi del re di Assiria mi hanno insultato”. Dio dice: l’ho udito Ezechia. Tu di’ ad Ezechia che quelle parole le ho udite. Non preoccuparti per loro, non permettere che ti sconvolgano, non lasciare che t’impauriscano, non c’è assolutamente niente dell’Assiria che debba terrificarti. Ho udito le parole con le quali i servi del re d’Assiria mi hanno insultato. Per cominciare Sennacherib mi ha insultato mandando i suoi servi a rivolgersi a me anziché venire lui stesso, e questo mi ha fatto arrabbiare da subito. Ma poi mi ha bestemmiato. Ora, a proposito, egli non usò la parola ‘servi’ in Ebraico. Sapete com’è la parola ‘servi’ in ebraico qui? Quanto mi piace: li chiama “ picciotti”. Il grande re dell’Assiria e i suoi grandi messaggeri – Dio dice. ho udito le parole dei suoi ‘picciotti’. Tu pensi che io abbia timore di queste cavallette? E neppure tu hai ragioni per avere paura di queste cavallette. Non c’è nulla di questi Assiri che ti dovrebbe intimorire.

“Ecco” cosa sto per fare; dice il Signore al verso 7: “manderò su di lui uno spirito e, appena avrà udito una certa notizia, ritornerà al suo paese, e nel suo paese io lo farò cadere di spada”. Qui sta parlando un Dio sovrano. Non essere preoccupato per loro, io ho il controllo del suo cuore. Il cuore del re è in mano del Signore. Come un fiume d’acqua, lo devia da qualsiasi parte voglia, ed ecco cosa sto per fare. Darò al re d’Assiria un impulso, una compulsione nel suo cuore, che influenzerà le decisioni che prende. Udrà una notizia  (e noi non sappiamo di cosa si tratti, Dio non dice nemmeno che notizia sia), e metterò nel suo cuore un’incontrollabile coercizione che lo preoccuperà così tanto per questa notizia che alzerà i tacchi da Giuda a tornerà in Assiria. Ritirerà tutti i suoi eserciti dalla nostra nazione, e farà una completa ritirata fino a Ninive. E poi, dopo che sarà giunto a casa. Venti o trent’anni da adesso, lo ucciderò. Ed è esattamente ciò che accadde.

Rabshake dunque ritorna con ulteriori insulti blasfemi. Si noti ciò che dice nei versi 8 -13 “parlerete così a Ezechia, re di Giuda, dicendo: ‘Non lasciare che il tuo Dio, nel quale confidi, t’inganni dicendo: Gerusalemme non sarà data nelle mani del re d’Assiria.’” Questo è ancor più blasfemo che prima. Prima aveva posto Jehowah sullo stesso piano di tutte le varie divinità. Ora sta dicendo che Jehowah non è un Dio di cui fidarsi, è ingannatore, è debole. Vedete ciò che gli Assiri sono pronti a fare che la chiesa in Italia invece non è disposta a fare. Il re assiro era perfettamente disposto a considerare questa sfida tra Giuda e l’Assiria come una sfida tra divinità. Questa è una guerra tra divinità. Il nostro dio ha sconfitto tutti questi altri dei. Il vostro Dio è ingannevole.

Io penso che oggi, i nostri moderni nemici Assiri (uso questa parola figurativamente) a volte comprendono la natura religiosa della guerra culturale della nostra epoca meglio di quanto non si faccia noi come cristiani. Mosè l’aveva compreso. Quando dovette combattere col Faraone per la libertà d’Israele Mosè comprese che quella era basilarmente la guerra tra Jehowah e gli dei d’Egitto. E gli dei d’Egitto stavano cercando di porre termine al culto di Jehowah, e Jehowah stava cercando di distruggere gli dei d’Egitto e la cultura e la tirannia che generavano – e la combatté. E questa è proprio la stessa cosa che sta avvenendo oggi. Abbiamo una guerra in questa nazione tra gli dei che gl’italiani adorano e il Dio che noi adoriamo. E gli dei degli italiani non hanno una possibilità di farcela, non hanno futuro.

Si noti poi nei versi 14-19 questa meravigliosa preghiera di Ezechia. Egli distese questa lettera da Sennacherib davanti al Signore con una fede da bambino. E prima di arrivare al punto di chiedere a Dio la liberazione nei versi 14-15, anche nel momento in cui la crisi era molto seria, tanto seria e tanto critica, qui lo vediamo semplicemente prendere il tempo per adorare Dio, e per cantare lode a Dio. E poi, Ezechia, nel verso 16, comincia a fare la sua richiesta “Porgi il tuo orecchio, o Eterno, e ascolta; apri i tuoi occhi, o Eterno, e guarda! Ascolta le parole di Sennacherib” e agisci in modo coerente con chi tu sei. Ascolta ciò che dice di te. La preoccupazione di Ezechia non è il proprio benessere. Non è semplicemente il benessere di Gerusalemme. Egli dice: Signore, guarda ciò che stanno dicendo di te. Stanno insultando te. Zittiscili, e difendi e chiarisci la tua reputazione da tutte queste accuse che sono fatte contro di te, talché nessuno creda ciò che dicono, e talché tutti i regni della terra (cf. vs. 19) possano sapere che tu solo, o Signore, sei Dio. Agisci per vendicare la tua reputazione, perché la tua reputazione, o Signore, e la salvezza del tuo popolo sono legate insieme.

Allora giunge Isaia con un grande messaggio in un cantico. Ora, questo sembra un inerme piccolo cantico qui (19: 21-28). Anche a me, quando lo lessi per la prima volta. Pensai, bene, bel cantico. Ma vi dico, questa cosa è devastante. Ha tre strofe. La prima strofa, è costituita da versi 21-22 dove il popolo di Dio si gloria. La seconda dai versi 23-24 dove Sennacherib si gloria. E la terza dai versi 25-28 dove Jehowah si gloria. Ora esaminiamolo.

21-22 “questa è la parola che l’Eterno ha pronunciato contro di lui: La vergine figlia di Sion ti disprezza e si fa beffe di te, la figlia di Gerusalemme scuote il capo dietro a te.” Ora, questa è un’espressione di disprezzo e di fede. Le parti adesso si sono invertite  e sembra vedere gli astanti sulle mura fare linguacce e gestacci. Non solo stanno disprezzando Sennacherib, lo stanno deridendo avendo la completa consapevolezza che non potrà portare  a termine alcuna delle sue minacce.

Egli prosegue e dice nel verso 22: “Chi hai insultato e oltraggiato? Contro chi hai alzato la voce e arrogantemente levato i tuoi occhi? Contro il Santo d’Israele!” E tu sei condannato, Sennacherib.

E quindi cita le ingiurie di Sennacherib. E si noti la sua fede umanista. Dio è infuriato. Perché mi hai mandato i tuoi messaggeri?  Per mezzo dei tuoi messaggeri hai insultato il Signore e hai detto: “Con la moltitudine dei miei carri sono salito in cima ai monti, nei recessi del Libano. Abbatterò i suoi cedri piú alti e i suoi cipressi piú belli; giungerò al suo rifugio piú remoto nella parte piú lussureggiante della foresta. Io ho scavato e ho bevuto acque straniere; con la pianta dei miei piedi ho disseccato tutti i fiumi d’Egitto”. Niente mi può fermare. Così pensava Sennacherib.

A proposito, nel verso 23, si nota che la parola Signore sostituisce ‘l’Eterno’, perché lì c’è un altro titolo per Dio che Dio stesso si dà. È la parola in ebraico Adonai che significa ‘il governatore onnipotente a cui tutto è sottoposto. Inclusi Sennacherib e i suoi eserciti. E tu sei stato così pazzo da gloriarti contro di Lui.

Quindi adesso Jehowah comincia a gloriarsi. Sennacherib si era gloriato in faccia al Santo d’Israele, ed ora il Santo d’Israele si gloria davanti alla cavalletta assira. Egli dice:

Non hai forse udito che da lungo tempo ho preparato questo e dai tempi antichi ne ho formato il disegno? E ora ho fatto accadere questo: che tu riducessi in cumuli di rovine città fortificate. Perciò i loro abitanti, privi di forza, erano spaventati e confusi; erano come l’erba dei campi, come l’erbetta verde come l’erba sui tetti, che è bruciata prima che cresca. Ma io conosco il tuo sederti, il tuo uscire e il tuo entrare e anche il tuo infuriarti contro di me. Poiché questo tuo infuriarti contro di me e la tua arroganza sono giunti alle mie orecchie, ti metterò il mio anello alle narici, il mio morso in bocca, e ti farò ritornare per la strada per la quale sei venuto”.

Cosa sta facendo qui Dio? Sta dicendo: tutto ciò che accade, Sennacherib, per mezzo di te o a te, o a Israele attraverso di te, è stato fatto a causa mia. Dio sta glorificando sé stesso. Dio ha preordinato  ogni cosa che avviene per la gloria del suo nome e per la salvezza del suo popolo. E questo è ciò che gli sta ricordando. Si rivolge a Sennacherib (e a tutti i Sennacherib di questa cultura, con cotali parole) e sta dicendo questo (e ascoltate):

Sennacherib, tutto ciò che hai fatto nella tua vita intera, io l’ho preordinato prima di creare l’universo. Tu devi rendere conto a me per ciò che hai voluto e fatto, ma la mia volontà è la causa ultima da cui tutto procede. Tu non porterai a compimento tutto ciò che ti sei proposto di fare, ma porterai a compimento tutto ciò che ho voluto che tu facessi. Perciò, Sennacherib, tu sei nelle mani e sotto il controllo del sovrano Jehowah dell’universo. Tu farai solo ciò che io ho decretato. Gloriati finché vuoi, il tuo destino è certo. Io l’ho pianificato, proprio come tu hai pianificato le tue guerre, e tutte le altre tue imprese, per portare a compimento i miei propositi a beneficio del mio popolo Israele e alla gloria del mio nome. Non sei nient’altro che lo strumento della mia ira, designato dall’eternità a portare a compimento i miei propositi di disciplina e di castigo per il mio amato popolo. Nel contempo, Sennacherib, devi imparare che poiché tu e Giuda rendete conto a me, se uno di voi pecca contro di me deve essere punito, a meno che non si penta e ritorni a me. E poiché non ti pentirai, Sennacherib, fallirai e morirai. Io so tutto di te: ciò che pensi, cosa fai in segreto. Sono a perfetta conoscenza di tutta la tua vita, delle tue attività, pubbliche e private. Nessuna delle tue azioni o delle tue motivazioni mi è mai stata nascosta, so tutto di te perché sono onnisciente, e perché ho predeterminato tutto ciò che tu hai fatto e farai. Nulla che tu possa fare mi giungerà mai come sorpresa o disappunto per i miei piani. Perciò, Sennacherib, non puoi sfuggire al mio giudizio. A motivo della tua arroganza e del tuo infuriarti conto di me, io tratterò te, il grande re d’Assiria, come un cavallo o un bue. Ti metterò il mio anello al naso, grande re, e ti soggiogherò, e ti domerò, e ti tratterò come fossi il mio asino. E facendo questo a te mostrerò misericordia al mio popolo scelto e li libererò da te. non ti permetterò di distruggerli. Non li abbandonerò fino a che mi saranno fedeli.

E così, al buon re Ezechia, il giudizio fu sospeso ai suoi giorni. A motivo della grazia di Dio e del pentimento del popolo di d’Israele. Ma ad Ezechia succedette suo figlio Manasse, uno dei re più malvagi che Giuda abbia avuto, e la malvagità prevalse nuovamente nella terra di Ezechia dopo la sua morte. Perciò, la cosa migliore per il mondo intero fu che Jehowah distruggesse Giuda. E fu fatto, infine, ma non da Sennacherib.

Il punto è (e si impari bene la lezione da 1° e 2° Re) che il pentimento nazionale tiene lontano il giudizio di Dio. Il pentimento nazionale tiene a distanza il giudizio di Dio. Se una nazione merita il giudizio, e si pente, Dio sospenderà il suo giudizio. Se dopo averle risparmiato quel giudizio essa ricade nell’impenitenza, il giudizio ritorna. E questo è ciò che avvenne nella vita d’Israele. Ricordate dunque questa storia. La si racconta ancora.

Preghiamo.

Oh, Dio in cielo Ti ringraziamo che sei un Dio così grande che ispira timore, come abbiamo visto in questa storia di Ezechia e Rabshakè. Ti ringraziamo che in quella storia, la prima guerra mondiale contro la chiesa fu un fallimento perché Ezechia e la sua gente furono fedeli. Signore, nel secolo scorso e in questo abbiamo sperimentato la terza guerra mondiale e abbiamo perso. Ti preghiamo, o Signore, che per la tua grazia, la guerra sia rinnovata, e gli eserciti del Signore nella forza del Signore saranno vittoriosi su tutti i Rabshakè e i Sennacherib di questo mondo. Dacci non solo la fede di Ezechia, ma una fede perfino più grande, una fede che si fonda solo sul Signore Gesù Cristo e che guarda a Lui costantemente per fede, obbedienza, pentimento, benedizione, vittoria, liberazione dai nostri nemici, e la sconfitta dei nostri nemici. Signore, insegnaci a pensare nello stesso modo di questi uomini in questa storia. A pensare nei tuoi termini, nei termini delle tue promesse, e delle tue minacce, e che nulla che il mondo possa fare e i suoi insulti e le sue di minacce frantumi mai la nostra fede, se siamo fermi nella fede, per amore di Gesù, Amen.


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