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Lezione 6 – Giosuè

Il nostro brano dalle Scritture è il primo capitolo del libro di Giosuè. …

Lo sapete qual è il nome del libro di Giosuè nel VT greco? Lo pronuncerò per voi: Gesù. Questo è il libro di Gesù. Giosuè è il nome ebraico per il greco Gesù. Ed entrambi significano ‘il Signore è salvezza’. Ed è importante per noi ricordare che il titolo del libro di Giosuè in greco è Gesù. Perché in ultima istanza Gesù è il punto focale e il carattere principale dell’intero libro. Non Giosuè, ma il Signore Gesù Cristo il quale disse di essere il tema di tutta la Bibbia dalla Genesi a Rivelazione. Ora, Egli non voleva dire di essere il tema di tutta la Bibbia in qualche senso allegorico come se si leggessero le varie storie nel VT e poi  si cercasse di trovare qualche significato nascosto, qualche significato simbolico sotto ogni personaggio o sotto ogni evento che accade.

Quando Gesù disse di essere il punto focale e il tema delle Scritture, Egli con ciò volle dire tre cose: voleva dire, storicamente, in altre parole come vedremo più avanti Egli è letteralmente il carattere principale nel libro di Giosuè. Che Gesù come Figlio di Dio interviene nella storia d’Israele. E il libro di Giosuè è la storia  e la registrazione dell’intervento del Figlio di Dio. In secondo luogo Gesù deve in questo libro essere visto didatticamente. Ciò significa che la bibbia ci insegna cose nel libro di Giosuè e nei vari altri libri del VT, ci insegna diverse cose che dobbiamo ricordare quando giungiamo a vedere il Signore Gesù Cristo nel NT e cerchiamo di comprendere ciò che venne a fare sulla terra. Ci sono insegnamenti espliciti come per esempio il sistema sacrificale. Si deve andare a Dio per mezzo di un sacrificio, ecc. Ci sono diverse porzioni didattiche. Ciò significa porzioni didattiche che contengono principi che ci aiutano a comprendere chi Gesù Cristo è.

Dunque Gesù Cristo è il tema storicamente. Gesù Cristo è il tema didatticamente. E Cristo è il tema tipologicamente (in figura),ovvero simbolicamente. Poiché Dio è il governatore della storia, Dio ha intessuto dei pre-figuranti. Non so se esista o no tale parola, ma non m’importa. Egli ha intessuto dei prefiguranti del figlio di Dio fin dalla storia del VT. Vale a dire che egli ha deliberatamente causato avvenimenti nel VT (cf. 1 Pt. 1:10-11) “Intorno a questa salvezza ricercarono e investigarono i profeti che profetizzarono della grazia destinata a voi, cercando di conoscere il tempo e le circostanze che erano indicate dallo Spirito di Cristo che era in loro, e che attestava anticipatamente delle sofferenze che sarebbero toccate a Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite”. Dio ha deliberatamente fatto accadere cose nella vita dei loro conduttori, come Giosuè, e di varie altre persone di Dio, che avrebbero raffigurato ciò che il Signore Gesù Cristo stesso avrebbe fatto secoli dopo. Perciò ricordate che il libro di Giosuè è il libro di Gesù.

Ora, cosa propone di rilevante per noi oggi questo libro? Giosuè è un libro di battaglie e di guerre. È un libro di vittorie e di sconfitte. È un libro di fede e di speranza, di obbedienza e di disobbedienza. Di coraggio, e di codardia sul campo di battaglia. Nel 21° secolo la chiesa cristiana è altrettanto in guerra con l’anti-cristianità che è trincerata in ogni aspetto della nostra cultura. Per più di un secolo la chiesa nella nostra nazione ha avuto una mentalità da ‘quadrato difensivo’, e di ritirata onorevole senza alcuno sforzo di vincere o conquistare o di riconquistare ciò che abbiamo perduto. Ma, finalmente, nell’ultimo quarto del 20° secolo alcune parti della chiesa nella nostra nazione hanno cominciato ad andare all’offensiva. Non più contenti di tenerci ciò che è ancora nostro, siamo determinati per la grazia di Dio di riprenderci il terreno che abbiamo perduto. Noi non crediamo che il nemico abbia la potenza di resistere con successo la nostra campagna su questo continente. E noi ora non ci daremo riposo finché l’ultimo centimetro quadrato di terreno non sia stato riappropriato dal popolo fedele di Dio e nuovamente portato sotto il dominio del Signore Gesù Cristo. Noi non ci daremo riposo finché tutti i nostri nemici anticristiani abbiano gettato le armi in resa incondizionata al potente vincente, il signore Gesù Cristo. E noi crediamo che Dio sarà fedele alla sua parola. Poiché, benché camminiamo nella carne, dice Paolo ai Corinzi, “noi non guerreggiamo secondo la carne. Poiché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere fortezze, affinché distruggiamo le argomentazioni ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e rendiamo sottomesso ogni pensiero all’ubbidienza di Cristo, e siamo pronti a punire qualsiasi disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà perfetta”.

Vedete che il libro di Giosuè ha una rilevanza pratica per noi oggi in quanto ci insegna come possiamo vincere le guerre del Signore nel 21° secolo. Ha un proposito ben distinto. Un tema ben distinto. Per Israele, così tanti secoli fa quanto per noi oggi. Per Israele il libro di Giosuè fu scritto per mantenere vive in Israele vibranti memorie della fedeltà di Dio al suo popolo nel loro passato, affinché potessero essere motivati alla coraggiosa fedeltà nel loro presente, e affrontare il loro futuro con certa speranza che il regno di Dio avrà la vittoria totale su tutta la terra. Andate a Giosuè 21: 43-45. verso la fine del libro: “Così l’Eterno diede a Israele tutto il paese che aveva giurato di dare ai loro padri, e i figli d’Israele ne presero possesso e vi abitarono. L’Eterno diede loro riposo tutt’intorno, come aveva giurato ai loro padri; nessuno di tutti i loro nemici poté loro resistere; l’Eterno diede tutti i loro nemici nelle loro mani. Non cadde a terra una sola di tutte le buone parole che l’Eterno aveva detto alla casa d’Israele; si avverarono tutte quante.” Si avverarono tutte quante. E questa positiva nota di ottimismo e di vittoria orientava verso il futuro, perché la fedeltà di Dio al suo popolo, è qualcosa che non solo marcò la fede di Giosuè, è qualcosa che caratterizza questo intero libro. Dio volle che Israele sapesse che le promesse che aveva fatto ai suoi progenitori, Abrahamo, Isacco e Giacobbe sarebbero state adempiute man mano che essi conquistavano la terra di Canaan. E la possedevano. In modo che essi e i loro figli nelle generazioni future avrebbero posto la loro fiducia e avrebbero obbedito il Signore.

Egli fece scrivere questo libro a Giosuè anche in modo che tenessero a mente la possibilità della disobbedienza. La possibilità del fallimento a motivo del dispiacere di Dio sulla loro disobbedienza. Egli fece pure scrivere a Giosuè  un rendiconto dettagliato di come la terra di Canaan fu ripartita per quanto concerne i lotti di terreno e di come la occuparono e vi si stabilirono, perché Dio voleva imprimere in loro il pensiero che le sue promesse pattizie che sono spirituali al cuore ed eterne nella prospettiva, nondimeno sono manifestate concretamente nella nostra vita personalmente e culturalmente su questo pianeta. E sono ampie e comprensive quanto la vita.

Il libro di Giosuè ha per la chiesa di Gesù Cristo oggi lo stesso scopo che ebbe ai tempi del VT ma con più ampie dimensioni  a motivo del compimento e dell’espansione dei patti del VT nel Nuovo Patto nel Signore Gesù che focalizza non solo sulla conquista della Palestina, ma sulla conquista del mondo intero col vangelo di Gesù Cristo. E così, come il resto dei libri della bibbia, il libro di Giosuè fu scritto a me e a voi come chiesa. Il popolo pattizio di Dio, per diverse ragioni, per educare e nutrire la nostra fede nelle promesse del patto e nella fedeltà pattizia di Dio. Infatti Dio fu fedele al suo popolo lungo le generazioni, e noi possiamo aspettarci lo stesso tipo di fedeltà verso di noi lungo le nostre generazioni. Egli ha fatto scrivere il libro di Giosuè per renderci pienamente consapevoli del fatto che l’obbedienza pattizia porta vittoria sui nostri nemici. La disobbedienza pattizia porta sconfitta.

Ricordate il sermone di domenica scorsa su Deuteronomio 28, quella magnifica dichiarazione delle benedizioni e maledizioni pattizie di Dio. Ebbene, ora vedrete l’effettivo esplicarsi di Deuteronomio 28 letteralmente nella vita storica di Israele. Quando erano obbedienti al Signore sconfissero i loro nemici indipendentemente da quanto forti o numerosi fossero E quando disobbedivano Dio erano sconfitti dai loro nemici, indipendentemente da quanto deboli e patetici  i nemici fossero. Così ora vediamo l’effettiva operatività di queste benedizioni e maledizioni nella vita di Israele.

E inoltre per noi oggi Dio ha scritto il libro, o lo ha fatto scrivere a Giosuè per imprimere in noi il fatto che le benedizioni pattizie di Dio si posano sull’interezza della nostra vita. Che esse non possono essere limitate ad un’area, all’interiore, allo spirituale, al contemplativo, al celeste. Ma che le benedizioni di Dio coprono ogni area di vita. Se siamo obbedienti al Signore in ogni area di vita, corporativamente come nazione santa, così le benedizioni di Dio ci coprono complessivamente in ogni area di vita.

Questo è un buon libro trinitario. È diviso in tre sezioni. E la prima sezione, i capitoli 1-12, è una emozionante descrizione della conquista della terra, la strategia che l’esercito d’Israele utilizzò per conquistare la terra di Canaan. E poi, nei capitoli 13-22 la terra è stata conquistata, ora ha bisogno di essere lottizzata e ripartita alle varie tribù d’Israele. Deve essere occupata, e questi capitoli si occupano di questo. E infine, l’ultimo 1/3 del libro di Giosuè, capitoli 23-24 sono grandi sermoni di Giosuè alla fine della sua vita, i suoi sermoni di saluto mentre cerca di fare in modo che Israele affronti il futuro con obbedienza e speranza.

Ora lasciate che vi dica solo alcune cose riguardo alla collocazione del libro di Giosuè nella bibbia. Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè. Il libro di Giosuè fu scritto intorno al 1400 a.C., ed è il ponte, il collegamento tra il Pentateuco e il resto della Bibbia, incluso il NT. Che nei primi cinque libri della Bibbia, avete i libri della legge scritti da Mosè, concernenti la creazione del mondo fino alla formazione del popolo di Dio. Ed ora, il libro di Giosuè è una transizione, un collegamento tra quell’epoca e da quella sezione al resto del VT, in modo che potete vedere la continuità del fluire della storia del popolo di Dio che non si fermò con Mosè. Infatti, il popolo di Dio ebbe inizio fin dal libro della Genesi, e avete questa storia della sua chiesa che continua dopo il Deuteronomio, fin dentro a Giosuè, al resto del VT e finanche dentro al Nuovo, un fluire della storia.

Come il libro del Levitico il libro di Giosuè comincia con quella parola con cui non comincereste un documento d’esame, ne lo terminereste, e quella parola è: ‘e’ dopo la morte di Mosè …avvenne. ‘E’ è la prima parola nel libro di Giosuè la quale collega il più strettamente possibile il libro di Giosuè, scritto da Giosuè, con i primi cinque libri della Bibbia. Così, quando parliamo di storia della chiesa, normalmente, quando parliamo di studiare la storia della chiesa, lo facciamo in modo abbreviato e pensiamo dei passati 2000 anni. Diciamo, ebbene la storia della chiesa ebbe inizio col libro degli Atti e studiamo la storia della chiesa nelle sue varie epoche in un giorno, quando di fatto, la storia della chiesa iniziò come minimo 3400 anni fa. Potremmo anche andare più indietro di così, ma la chiesa c’era già nel 1400 a.C. quando Giosuè scrisse il libro. E c’è stata lungo i millenni fino al giorno d’oggi.

Un’altra cosa riguardo alla relazione di Giosuè col resto della bibbia. Vi ricordate qual era il nome di Gesù per il VT. Noi lo chiamiamo VT, ma Gesù non lo faceva. La gente ai suoi giorni faceva riferimento a “la legge di Mosè, i Profeti e i Salmi o ‘gli scritti’” Cosicché il VT era diviso in tre parti. La prima parte era la legge di Mosè. La seconda parte erano i libri storici, i profeti, scritti dai profeti, e il terzo libro, gli scritti, era dominato dal libro dei Salmi. E il libro di Giosuè ora è l’inizio della seconda parte del VT di Gesù. Esso collega l’epoca di Mosè, comincia quella sezione che ha inizio con la morte di Mosè e con  l’ergersi alla leadership di Giosuè. E continua fino alla fine del VT con la cattività babilonese.

Ora, mentre osserviamo Giosuè attraverso le pagine del suo libro troviamo tre fattori immutabili nella sua vita. Tre fattori che sono sempre lì, dall’inizio della sua carriera  alla fine. Potete scorrere il libro di Giosuè a qualunque sezione e lì troverete questi tre fattori immutabili. Essi sono: prima di tutto un libro scritto. Secondo un potere divino, e terzo un leader soprannaturale. Quando leggete di Giosuè uno di questi tre fattori diventa evidente. Per esempio, osserviamo Giosuè 1 che abbiamo appena letto poco tempo fa, e guardiamo il verso 7s: “Solo sii forte e molto coraggioso … questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca…” Così vedete che fin dal principio del libro la prima cosa di cui leggiamo è questo libro di Dio che è la guida per tutto ciò che Giosuè farà. Ed è anche l’ultima cosa di cui parla.

Andate a Giosuè 23 e vedrete Giosuè adesso un uomo vecchio che predica il suo ultimo sermone. Ed egli dice al verso 6. “Siate dunque molto risoluti nell’osservare  e nel mettere in pratica tutto ciò che è scritto nel libro della legge di Mosè senza deviare né a destra né a sinistra”. Quindi, attraverso tutto il libro di Giosuè abbiamo quest’enfasi, questo punto focale, su un libro da Dio. Un libro scritto. Un libro proposizionale di valori di verità rivelati. Ora questa è una parola importante di cui ci rammentò Francis Schaeffer negli anni 60. Quando noi come cristiani viviamo in questo mondo enfatizziamo alle persone cui testimoniamo che la rivelazione di Dio ci giunge in forma proposizionale. Cioè, non in qualche tipo di cosa astratta, nebulosa, priva di contenuto come essere colpito da un fulmine, e tutto ciò che potete dire è lode a Dio, Dio mi ha colpito con un fulmine. Non so nulla a suo riguardo, non so cosa significhi, tuttavia sono stato colpito. No, la parola di Dio viene con contenuto, con proposizioni.

Ora, cos’è una proposizione? È una dichiarazione, una frase. È parole. La chiamiamo rivelazione verbale. È parole e paragrafi e struttura grammaticale. Una dichiarazione di fatti proposizionale, di imperativi, tutte quelle varie cose di cui è fatta la parola di Dio, parole che hanno significato per Dio come per noi. E poiché questo libro proviene interamente da Dio è inerrante. Cioè è incapace di errare. Vale a dire che  qualsiasi cosa la Bibbia affermi essere vero è vero. Qualsiasi cosa la Bibbia dica essere avvenuto è avvenuto che si trovi o no archeologicamente e in qualsiasi altro libro di storia. Qualsiasi cosa la Bibbia affermi essere vero è vero. È un libro da Dio. E Dio disse: Giosuè, io voglio che tu studi questo libro per imparare come essere il leader che Mosè fu.

Ora, Giosuè conosceva Mosè e Giosuè era stato suo studente e il suo braccio destro. Visse 40 anni con Mosè. Ma notate cosa Dio non gli disse. Non gli disse: Giosuè voglio che ogni tanto tu ti sieda sotto un albero e metta da parte tutta la tua vita frenetica e faccia del tuo meglio per ricordare ciò che hai imparato da Mosè, fa del tuo meglio  per ricordare e ricostruire nella tua mente  ciò che Mosè ti ha detto. No, Egli disse: Giosuè, leggi il libro che Mosè ha scritto. Questo libro è il libro di guida e di criterio assoluti che ti condurrà in ogni decisione che dovrai fare mentre invadi, occupi e ti stabilisci nella terra di Canaan. Medita le cose di questo libro. Parlane e mettile in pratica. Questo libro sia la tua guida attraverso tutta la tua vita e tutta la tua leadership.

E la relazione di Giosuè con questo libro scritto ci mostra come la Bibbia è cresciuta alla misura che ha oggi. Ci avete mai pensato? Lo sapete, questo libro è stato scritto in 1500 anni da persone di ogni genere; che parlavano una varietà di lingue; da provenienze sociali e  geografiche diverse. E, voglio dire, non è caduto dal cielo così. Voglio dire che è cresciuto. Avete mai pensato come abbia raggiunto questo volume? Avete mai pensato perché abbia in esso questi libri particolari che ha?. Ebbene, potete imparare qualcosa a questo riguardo mentre imparate del posto della Bibbia nella vita di Giosuè. Non dovete frequentare qualche corso profondamente dotto sulla canonicità, cioè su come la Bibbia fu formata.  Comprendere bene come la Bibbia fu formata è estremamente semplice: quando Dio mandò rivelazione scritta il popolo di Dio comprese ciò che era.

Ora, sapete cosa crede oggi la maggior parte dei protestanti? Credono che la ragione per cui abbiamo questi 66 libri è perché molto tempo fa ci sono stati un paio di Concili della Chiesa nei quali gli affaristi e gli intrallazzatori della chiesa hanno fatto un decreto che diceva: questi sono i libri ufficiali della Bibbia. Non è avvenuto così. Questo non è ciò che è avvenuto. Ogni qual volta la bibbia è cresciuta, cioè un altro libro o porzione di libro fu scritta, poiché era la vera parola di Dio, la auto-attestante parola di Dio, che non aveva bisogno di essere corroborata o ulteriormente sostenuta da ulteriori evidenze, il popolo di Dio sapeva cos’era. E si inchinava davanti ad essa e l’accettava come parola di Dio. Cos’ha detto Gesù? Le mie pecore odono la mia voce e mi seguono, e non seguiranno la voce di uno straniero. E così il libro crebbe.

Lasciate che vi mostri alcuni dei versetti. Andate indietro a Esodo 17 e permettetemi di mostrarvi due o tre posti in cui potete vedere una Bibbia in crescita, nella Bibbia. Esodo 17: 14 “Poi l’Eterno disse a Mosè: Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè che io cancellerò interamente di sotto al cielo la memoria di Amalek.” Mosè è comandato da Dio di scrivere un libro. Andate adesso a Numeri 33:2 “Or Mosè mise per scritto i loro luoghi di partenza, tappa per tappa, per ordine dell’Eterno; e queste sono le loro tappe, in base ai loro luoghi di partenza.” Il libro sta crescendo adesso. Andate a Deuteronomio 31:9 “Così Mosè scrisse questa legge e la consegnò ai sacerdoti, figli di Levi, che portano l’arca del patto dell’Eterno, e a tutti gli anziani d’Israele.” Versetto 26 “Prendete questo libro della legge e mettetelo accanto all’arca del patto dell’Eterno, il vostro DIO, perché rimanga là come un testimone contro di te;” , e poi guardate a Giosuè 1:8 “Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, cercando di agire secondo tutto ciò che vi è scritto, perché allora riuscirai nelle tue imprese, allora prospererai.” E poi guardate nel capitolo 24 di Giosuè, un versetto interessante, Giosuè 24: 26 “Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di DIO.” Vedete dunque che Giosuè stesso era consapevole del fatto di essere ispirato dallo Spirito Santo a scrivere il libro di Giosuè che sarebbe stato alla pari coi libri di Mosè. Ed ora avete non cinque libri da Dio, avete sei libri da Dio. Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio e Giosuè. E poi, mano a mano che i profeti di Dio continuarono a predicare ad Israele e a parlare, e a mettere per iscritto le loro profezie, la Bibbia cominciò a crescere. Come dunque abbiamo ottenuto la Bibbia come ce l’abbiamo oggi? Ogni qual volta Dio mandò rivelazione scritta il popolo di Dio capì che cos’era, e la riconobbe come l’autentica parola di Dio.

Ed ora quel procedimento è stato completato. Abbiamo studiato 1 Corinzi 13, alcune settimane fa, vi ricordate, che dice che tutti i modi passati per mezzo dei quali Dio si è rivelato in modo parziale, un po’ alla volta, sono adesso giunti al termine perché abbiamo il completamento di quell’intero procedimento di rivelazione con i 66 libri delle Sacre Scritture. Ed in  quel libro scritto sono trattati tutti i vari problemi partici della vita. Giosuè ora aveva tra le mani un affidabile assoluto criterio oggettivo che gli mostrava come conquistare la terra e come edificare una cultura cristiana sulla terra. E noi viviamo ancora proprio oggi sotto la stessa autorità dello stesso libro, e della stessa parole e della stessa legge sotto cui visse Giosuè. Noi viviamo oggi sotto l’autorità della Bibbia divinamente scritta, pienamente completata che è incapace di errore. Pienamente sufficiente. Ampia quanto la vita nel suo insegnamento. Il solo e finale criterio per la fede e per la vita. Ci governa, ci istruisce, ci dirige nel nostro edificare la civiltà. Questa è la ragione per cui Dio diede a Mosè la sua parola. E quest’altra a Giosuè. Non solo in modo che potessero essere un gruppo di individui solitari che pensavano le cose giuste nei loro cuori e sarebbero andati in cielo dopo la morte. Ma Dio ha dato loro la sua parola per edificare una civiltà. Questa è la ragione per cui Dio ha dato la Bibbia.

La civilizzazione che abbiamo su questo continente è stata basata sugli stessi principi sui quali Giosuè ed Israele basarono la loro civilizzazione nella terra di Canaan poiché i nostri padri fondatori sono venuti qui a edificare una civilizzazione basata sulla parola di Dio. Essi compresero che il libro non era solamente qualcosa che governava le cose spirituali individuali che entravano nel nostro cuore, ma che era un libro che ci mostra come costruire famiglie, e scuole, e chiese, e società che insieme  avrebbero formato una civilizzazione. Che ne sarebbe se i nostri padri fondatori, i pellegrini, i puritani nella Nuova Inghilterra, gli scozzesi, gli irlandesi e gli Ugonotti francesi e i tedeschi e olandesi calvinisti e tutti gli altri, dove saremmo come nazione se quando queste persone sono approdate su queste spiagge avessero creduto che la Bibbia si applica solamente a ciò che avviene nel cuore. E tutto ciò che dobbiamo fare è aspettare che Gesù ci rapisca per portarci via da qui? Ve lo dico io, non ci sarebbero mai stati gli USA, e non ci sarebbero mai. E ci sono invece, benché corrotti e degenerati e retrocessi, ci sono perché i nostri padri compresero ciò che Giosuè comprese, che il libro è per l’edificazione di civilizzazioni. E dunque  abbiamo visto il primo fattore immutabile della vita di Giosuè, un libro scritto da Dio.

Il secondo fattore immutabile è la potenza di Dio. Un incidente occorse nella carriera di Giosuè, molto presto dopo che prese da Mosè le redini del governo. E ve lo voglio leggere. E quell’avvenimento rivelò questo secondo immutabile fattore nella vita di Giosuè. Capitolo 3 e qual è la storia? La storia è che adesso sono preparati, l’esercito d’Israele è pronto per l’invasione. Devono attraversare il fiume Giordano. E una volta che l’abbiano attraversato sono nella terra del nemico. E l’invasione è iniziata. Giosuè dice: noi attraverseremo questo fiume su terra asciutta per testificare che la potenza di Dio è con noi. E che cosa avvenne? Le acque del Giordano si divisero, proprio come si erano divise quelle del mar Rosso. E proprio come i figli d’Israele avevano camminato fuori dalla schiavitù dentro al deserto su terra asciutta, con mura d’acqua da entrambi i lati, così i figli d’Israele cominciarono la loro invasione di Canaan camminando attraverso il fiume Giordano su terra asciutta con la potenza di Dio che trattenne l’acqua come un muro. Sono certo che Giosuè fu sopraffatto dai sentimenti in questo avvenimento.

Qui Dio fa per Giosuè ciò che aveva fatto per Mosè: la potenza è ancora qui. Avevano vagato 40 anni nel deserto. Siamo stati scomunicati per 40 anni. Nessuno dei sacramenti era stato praticato per 40 anni nel deserto nella chiesa del VT. Eravamo stati infedeli. Ma la potenza è ancora qui. La potenza che ha redento Israele è ancora disponibile per il popolo di Dio per la presa di Canaan. Non è diminuita di uno iota. Vedete, l’incidente del Mar Rosso non era storia antica per il popolo che attraversò il fiume Giordano. Molte migliaia di queste persone che attraversarono il Giordano avevano da piccoli bambini  visto dividersi le acque del Mar Rosso. Questa era la loro storia. Questo era accaduto solo 40 anni prima. Ed ora, avere Dio che improvvisamente dà lo stesso segno, che la sua potenza è immutabile e produce lo stesso miracolo mentr’essi stavano per entrare nella terra promessa, diede loro sicuramente un senso di solennità e di lode e adorazione e incoraggiamento. La potenza di Dio è immutabile. Non è confinata a un solo periodo nella storia. È qui ed ora. E la potenza è Jehovah. La potenza non è in qualche persona, indipendente da Dio. È una potenza che proviene da Dio stesso. Ed è la stessa attraverso tutte le Scritture. E non è mai indebolita o diminuita in alcun periodo della storia della Chiesa cristiana.

E, amati, noi abbiamo ancora il secondo di questi immutabili fattori nella nostra vita oggi. La potenza che divise il Mar Rosso, e la potenza che divise il Giordano, è resa disponibile a noi oggi. Non è diminuita per niente. Atti 1:8 “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra.” perché la potenza di Dio è ora messa a disposizione del popolo di Dio in modo che continuiamo ciò che Giosuè ha iniziato, la conquista della terra con la potenza del vangelo. Mentre ci confrontiamo con un mondo perduto, un mondo pieno di ribelli, noi abbiamo una potenza che è più grande di questi poteri illusori che i nostri nemici professano di avere. E quella potenza è la potenza dello Spirito Santo che opere attraverso la sua parola. Voi leggete di nemici nella chiesa, nello stato e in ogni area di vita, e pensate come individui impotenti: chi sono io? Mi sento senza forza quando affronto la misura e la magnitudo dei miei nemici. Ebbene amati, ogni volta che pensate così, chiedete a Dio di perdonarvi. Chiedetegli di perdonarvi per esservi sentiti impotenti. Se vi sentite impotenti e pensate che siano i nemici ad avere la potenza è solamente perché avete subito il lavaggio del cervello. Ed essi sono riusciti a farvi credere il più grande mito di tutti i tempi. Non c’è potenza se non da Jehovah. Ogni altra cosa è un’illusione. Nessun altra cosa si paragona in modo alcuno. E quella potenza è messa a nostra disposizione mentre cerchiamo oggi di essere il popolo fedele di Dio e di vincere questo mondo per Cristo. Ricordate ciò che Paolo ha detto in Romani “Infatti io non mi vergogno dell’evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza, di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.” La stessa potenza da cui Giosuè attingeva è la potenza da cui voi ed io possiamo attingere, per riprenderci questa nazione dai nostri nemici.

E poi c’è un terzo fattore immutabile nella sua vita. E questo è un leader soprannaturale. Questa potenza che egli sperimentò non era una qualche sorta di magia. Era una persona vivente. Era il capo dell’esercito di Dio. Andate a Giosuè 5. E qui c’è una di quelle istanze dove vedete perché il libro di Giosuè in greco è chiamato il libro di Gesù — Giosuè 5:13 “Or avvenne che, mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi e guardò, ed ecco un uomo gli stava davanti, con in mano la sua spada sguainata. Giosuè gli andò incontro e gli disse: «Sei tu per noi o per i nostri nemici?» Egli rispose: «No, io sono il capo dell’esercito dell’Eterno; arrivo in questo momento». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?». Il capo dell’esercito dell’Eterno disse a Giosuè: «Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove stai è santo». E Giosuè fece così”. Capitolo 6:1 “Or Gerico era chiusa e saldamente sbarrata per paura dei figli d’Israele; nessuno usciva e nessuno entrava”. Giosuè sta ancora parlando col capo dell’esercito dell’Eterno. È detto che è un uomo. Ora è detto essere l’Eterno. L’Eterno disse a Giosuè: «Vedi, io ti ho dato in mano Gerico, il suo re e i suoi valorosi guerrieri. Voi tutti, uomini di guerra, marcerete intorno alla città, girerete intorno alla città una volta. Così farai per sei giorni.  Sette sacerdoti porteranno davanti all’arca sette trombe di corno di montone; ma il settimo giorno girerete intorno alla città sette volte, e i sacerdoti suoneranno le trombe. Quando essi suoneranno a distesa il corno di montone e voi udrete il suono della tromba, tutto il popolo darà in un grande grido; allora le mura della città crolleranno sprofondando, e il popolo salirà ciascuno diritto davanti a sé». Versetto 16 “La settima volta, quando i sacerdoti suonarono le trombe, Giosuè disse al popolo: «Gridate, perché l’Eterno vi ha dato la città!”. E voi conoscete la storia di come Giosuè combatté la battaglia di Gerico. Di come le mura caddero all’infuori. Qui vedete il Figlio di Dio, un uomo che è Dio, che è distinto da Dio e che allo stesso tempo è identificato con Dio. Egli è il capo dell’esercito di Jehovah. Eppure è detto essere un uomo, e quando quest’uomo parla è Jehovah che parla.

E dunque il solo modo in cui si può trarre del senso da tutto questo è comprendendo che Dio è la Trinità. E che c’è un Dio in tre Persone. E che abbiamo qui davanti a noi, faccia a faccia nel quinto capitolo di Giosuè, niente di meno che che il Signore Gesù Cristo stesso. Che è sempre stato, prima della sua incarnazione, il Figlio di Dio. Che è sempre stato lì a condurre Giosuè in battaglia. A proteggerlo mentre era in battaglia. Giosuè comprese immediatamente chi fosse. Fu per lui nuovamente un momento in cui fu sopraffatto dalle emozioni. Ed egli s’inchina davanti a lui e cade ai suoi piedi, e dice: tu sei il vero comandante, quali sono gli ordini per me? E il Figlio di Dio gli da la strategia per la battaglia, dice a Giosuè come ottenere la vittoria, e la vittoria è ottenuta.

Questo si applica a noi oggi? Assolutamente sì perché il capo dell’esercito del Signore è nessun altro che il Signore Gesù Cristo stesso, l’incarnato Jehovah che ha detto che sarebbe stato con noi e ci avrebbe guidati e avrebbe combattuto per noi e ci avrebbe dato la vittoria fino ai confini della terra. Notate ciò che Giosuè fece quando vide questo capo. Cadde faccia a terra e l’adorò. E gli disse: “Che cosa vuol dire il mio Signore al tuo servo?” e allora, il capo dell’esercito del Signore disse a Giosuè: “Togliti i sandali dai piedi perché il luogo dove stai è santo”. Ricordate, questo è ciò che Jehovah disse a Mosè quando questi s’inchinò davanti a lui al pruno ardente. E amati, l’applicazione dovrebbe esserci ovvia. Ed è, se noi abbiamo da conoscere la potenza di questo capo nel darci la vittoria sui nostri nemici nella nostra vita personale mentre cerchiamo di riedificare una cultura cristiana su questo territorio, se se vogliamo conoscere la potenza di questo grande capo il Signore Gesù Cristo dobbiamo toglierci le scarpe. Ciò significa che dobbiamo avere l’atteggiamento di schiavi indegni.

Tu sei il nostro capitano. La terra su cui stai in piedi è così santa. Io sono così nullità che sarebbe irrispettoso per me perfino calzare le scarpe mentre m’inchino a te. Francis Schaeffer ha detto questo: “Se le nostre scarpe non sono tolte davanti a questo capo, noi non conosceremo mai la sua potenza. Ma quando ci togliamo le scarpe, allora, circoscritta dall’oggettiva autorità scritta della Bibbia, sperimenteremo la continuità sia della potenza di Dio che della leadership di Gesù Cristo. Poiché la persona al pruno ardente, il Dio di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe, il capo dell’esercito del Signore, Gesù Cristo, è colui che ancora è con noi”.  Vedete, ciascuno dei tre immutabili fattori che confrontarono un tempo cruciale come quello di Giosuè continua ininterrotto. Ci sono cambiamenti nella storia. Ma queste tre cose continuano senza cambiamento. Noi, nella nostra battaglia del 21° secolo abbiamo lo stesso libro, la stessa potenza e lo stesso capo. Perciò facciamoci avanti e passiamo all’offensiva di nuovo.

Ora, c’è qualcos’altro riguardo a Giosuè che non si può mancare mentre si legge il libro. Ed è che egli era un uomo reale. Era un uomo vero. Egli era un uomo nel senso migliore e più pieno della parola. Egli fu caratterizzato da quel tratto che è l’essenza della vera mascolinità senza il quale un maschio non è veramente un uomo. E che cos’è? Ebbene, andate a 1 Corinzi 16; cominciamo lì a scoprire cosa ci fosse in Giosuè che costituiva la vera essenza dell’essere uomo.  1 Corinzi 16: 13. In quel versetto Paolo, se lo notate, esorta i cristiani a “vegliare, stare fermi nella fede, comportarsi virilmente, essere forti”. Ora, è su quella frase: “comportatevi virilmente” -“agite da uomini” che voglio che ci concentriamo. Il greco è una sola parola. E questa è l’unica volta che viene usata nel NT. Quindi il NT non ci dice nient’altro su cosa significhi “agire da uomini”. Ma il punto è qui, che c’è una qualità che esprime vera mascolinità cristiana che se è assente nella vita di un uomo, egli non è veramente e pienamente un uomo cristiano. Può essere un maschio. Ma senza questo tratto essenziale non è un uomo. Ora, che cos’è quest’essenza di mascolinità?

Benché il NT non usi più questa parola, l’AT la utilizza diverse volte, lode al Signore. E così possiamo andare al VT in modo particolare al libro di Giosuè e vedere cosa sia questa essenza di mascolinità, perché ciò che il NT traduce “comportatevi virilmente”, il VT dice “sii forte e coraggioso”. Dunque, la stessa parola che nel NT è tradotta con comportatevi virilmente, nel VT è tradotta sii coraggioso, prendi coraggio, dimostra coraggio, cosicché un uomo agisce come un uomo quando dimostra coraggio. Ora, andiamo a vedere alcuni passi in Giosuè dove la nostra parola, 1 Corinzi 16:13 è usata. Per esempio nel primo capitolo di Giosuè 1:6 “Sii forte e coraggioso”. Guardate al Verso 7 “Solo sii forte e molto coraggioso”, ecco di nuovo la nostra parola. Verso 9 “Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso, non aver paura e non sgomentarti…” Guardate il verso 18 “Chiunque si ribella ai tuoi ordini e non ubbidisce alle tue parole in tutto ciò che gli comandi, sarà messo a morte. Solo sii forte e coraggioso – agisci da uomo”. Guardate Giosuè 10:25  “Quindi Giosuè disse a loro ‘non abbiate paura, non sgomentatevi, siate forti e coraggiosi, perché così farà l’Eterno a tutti i vostri nemici, contro cui dovete combattere.” E dunque cosa significa essere uomo? Significa essere coraggioso. E se non sei coraggioso, non sei un uomo, a dispetto di quale sesso tu abbia.

Il coraggio è l’essenza della mascolinità. Ora, cosa intendiamo per coraggio?Intendiamo la volontà e la determinazione di fare ciò che è giusto senza riguardo per quanta paura si ha. Vedete, in altre parole, il coraggio presuppone la paura. Se fai qualcosa, e non hai paura di farlo, ebbene, non stiamo neppure parlando di coraggio. Coraggio è quando hai paura di fare qualcosa, ma è una cosa giusta e la fai comunque. Questo è coraggio. Quando hai paura di ciò che possono dire le persone, hai paura di farti male, e temi che ti costi qualcosa, hai paura di essere frainteso. Ma è la cosa giusta e io la farò benché sia mortalmente impaurito, questo è coraggio, questo è valore. Mostratemi un uomo che  dice: Io non ho mai paura e io vi mostrerò un uomo che prima di tutto è un bugiardo, e secondo, che non è affatto coraggioso. Il coraggio è la determinazione di fare ciò che è giusto benché tu ne sia spaventato.

E ci sono tra ingredienti del coraggio. Tre cose che facevano coraggioso Giosuè. E che ci fanno coraggiosi oggi. Le vediamo tutte tre proprio lì nella vita di Giosuè. La prima è la fede che Dio è presente nella vita di un uomo. La fede che Dio è presente nella vita di un uomo rende quell’uomo coraggioso. Guardate Deuteronomio 31 dove vediamo che Giosuè è chiamato a diventare il successore di Mosè. Ed ecco le parole che dice in Deuteronomio 31: 6-8 “Siate forti e coraggiosi, non abbiate paura, non spaventatevi di loro, perché l’Eterno il tuo DIO, è lui stesso che cammina con te egli non ti lascerà e non ti abbandonerà». Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse in presenza di tutto Israele: «Sii forte e coraggioso poiché tu entrerai con questo popolo nel paese che l’Eterno giurò ai loro padri di dar loro, e tu lo darai loro in eredità. Inoltre l’Eterno stesso cammina davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non aver paura e non sgomentarti»”.

Guardate al primo capitolo di Giosuè, due versetti, il 5 e il 9, “nessuno ti potrà resistere tutti i giorni della tua vita: come sono stato con Mosè, così sarò con te, io non ti lascerò e non ti abbandonerò”. Vedete, se un uomo crede che Dio onnipotente è con lui per benedirlo, sarà coraggioso. Non gl’importerà se vivrà o morirà. Se Dio vuole che viva, e vuole che faccia questa cosa, egli si prenderà cura di me. Se non lo fa, mi porterà in cielo. Dio è con lui. Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? I più! Ma non ha importanza, vedete. Non ha importanza. E se un uomo crede che Dio è presente nella sua vita, che il Signore Gesù Cristo è Emmanuele, Dio con noi, che lo Spirito Santo di Cristo è in lui e che egli è nello Spirito Santo, allora comprende che nessuno può toccare un capello del suo capo senza la volontà del Padre suo che è in cielo. E perciò, benché possa temere persone, non lo fa vedere, e fa le cose coraggiose e fa ciò che è giusto e prende posizione per Cristo perché sa che Dio è con lui.

C’è un altro ingrediente a questo coraggio. Ed è che un uomo sarà coraggioso quando la sua fede lo assicura che è coinvolto in una causa giusta. Sarà coraggioso quando crede di essere coinvolto in una causa giusta. Tornate a Deuteronomio 31 che è così importante per comprendere Giosuè. Versi 1-8 , la transizione dell’autorità.

“Mosè andò e rivolse ancora queste parole a tutto Israele, e disse loro: «Io oggi ho centovent’anni; non posso piú andare e venire; inoltre l’Eterno mi ha detto: “Tu non passerai questo Giordano. L’Eterno il tuo DIO, sarà lui stesso che passerà davanti a te e distruggerà davanti a te quelle nazioni, e tu le spodesterai; Giosuè stesso passerà davanti a te, come l’Eterno ha detto. E l’Eterno farà ad esse come ha fatto a Sihon e a Og, re degli Amorei, e al loro paese, quando li distrusse. L’Eterno le darà in vostro potere e voi le tratterete secondo tutti gli ordini che vi ho prescritto. Siate forti e coraggiosi, non abbiate paura, non spaventatevi di loro, perché l’Eterno il tuo DIO, è lui stesso che cammina con te egli non ti lascerà e non ti abbandonerà». Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse in presenza di tutto Israele: «Sii forte e coraggioso poiché tu entrerai con questo popolo nel paese che l’Eterno giurò ai loro padri di dar loro, e tu lo darai loro in eredità. Inoltre l’Eterno stesso cammina davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non aver paura e non sgomentarti».

E poi osservate in Giosuè 1. 1-3 vedete il compimento, la ripetizione di tutto questo “Dopo la morte di Mosè, servo dell’Eterno, avvenne che l’Eterno parlò a Giosuè, figlio di Nun, ministro di Mosè, egli disse: «Mosè, mio servo, è morto; or dunque alzati, passa questo Giordano tu e tutto questo popolo, verso il paese che io do loro, ai figli d’Israele. Io vi ho dato ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, come ho detto a Mosè. … verso 5 Nessuno ti potrà resistere tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; io non ti lascerò e non ti abbandonerò”. Erano di gran lunga inferiori di numero. Stanno entrando nella terra di un nemico, dove il nemico li circonda, e Dio dice per mezzo di Mosè a Giosuè: Dio ha una missione per te, vale a dire sconfiggere i Cananiti e ucciderli. Rimuovili dal paese. Radi al suolo col fuoco le loro città così non saranno più una minaccia per te. E dopo che li avrai sconfitti costruisci una civiltà cristiana nel paese. E Giosuè lo fece. Penetrò il paese senza curarsi della minaccia. Penetrò il paese del nemico coraggiosamente, sapendo di essere in una missione giusta. Stava combattendo una causa giusta che piaceva a Dio.

E sapete una cosa? Da allora è sempre stato criticato per averlo fatto. Se voi avete parlato con delle persone presunte intelligenti che vogliono rigettare la Bibbia come parola di Dio, in particolare il VT come in qualche modo meno etico di quanto dovrebbe essere, ecco cosa vi diranno: come puoi credere in un Dio che ha comandato a persone come Giosuè di invadere e bruciare villaggi e città e spazzare via un’intera popolazione e commettere genocidio contro intere culture e tribù e razze? Vedete che Giosuè da allora è sempre stato criticato? Ho la sensazione che oggi gliene freghi meno di quanto abbia fatto originariamente. Perché sapeva di essere in una causa giusta. E non gl’importò dell’opinione degli uomini. Ciò non significa che abbia fatto ogni cosa impudentemente e irresponsabilmente. Ma quando credi di essere coinvolto in una causa giusta, che è qualcosa che Dio ti ha commissionato, qualcosa che è giusto, tu farai cose coraggiose sia se altri vengano con te e prendano posizione con te oppure no.

Sapete qual era il motto dei Confederati durante la guerra tra gli stati? Traduzione dal latino: “Sostieni la tua causa”. Lo si vede nel film: Dio e Generali, dove queste persone sono disposte a combattere fino alla morte. E quando la guerra continuò e il Nord invase con sempre più uomini e con sempre più munizioni, e il Sud moriva di fame, andavano in guerra d’inverno senza scarpe, senza cibo, affamati; senza munizioni. Ingaggiavano battaglia cercando di colpire il nemico col calcio del fucile, come fosse un bastone. E combattevano coraggiosamente fino alla morte. E voi dovete far leggere ai vostri figli dei libri sul coraggio dei nostri antenati confederati. Pensavano che stavano combattendo per una giusta causa, ed erano disposti a morire per quella causa. E perciò non esitarono a pregare: Signore, sostieni la tua causa. E quando tu credi che ciò che Dio ti ha chiamato a fare, Dio ti ha chiamato a farlo, tu sarai coraggioso. E starai sul campo di battaglia combattendo, non importa quante volte sarai colpito, non importa se sarai l’ultimo uomo in piedi. Non lascerai il campo di battaglia.

E infine c’è un terzo componente del coraggio. Un uomo è coraggioso quando crede che Dio è presente nella sua vita. È coraggioso quando è convinto di essere dedicato e coinvolto in una giusta causa e terzo, quando un uomo crede che la provvidenza di Dio che prevale su tutto è operativa nella sua vita, sarà coraggioso. Quando un uomo crede che la provvidenza di Dio che rovescia le situazioni è operativa nella sua vita, sarà coraggioso. Diamo un’occhiata ad alcune cose. Giosuè 1:12-15 Giosuè parlò pure ai Rubeniti, ai Gaditi e alla mezza tribú di Manasse, e disse loro:  «Ricordatevi della parola che Mosè, servo dell’Eterno, vi comandò quando vi disse: “L’Eterno, il vostro DIO, vi ha concesso riposo e vi ha dato questo paese. Le vostre mogli, i vostri piccoli e il vostro bestiame rimarranno nel paese che Mosè vi ha dato di qua dal Giordano; ma voi, tutti i vostri guerrieri valorosi passerete armati davanti ai vostri fratelli, e li aiuterete, finché l’Eterno avrà dato riposo ai vostri fratelli come a voi, e avranno anch’essi preso possesso del paese che l’Eterno, il vostro DIO, dà loro. Allora potrete ritornare ad occupare il paese che vi appartiene, e che Mosè, servo dell’Eterno, vi ha dato di qua dal Giordano verso est». Egli sta profetizzando. Ha detto, vi profetizzo cosa succederà. Siate coraggiosi. Ecco cosa succederà ed è successo.

Andate ora al terzo capitolo di Giosuè. Qui egli profetizza di nuovo. Dice: Dio dividerà il fiume Giordano, e noi attraverseremo su terra asciutta. E poi notate ciò che avvenne, verso 17 “I sacerdoti che portavano l’arca del patto dell’Eterno si fermarono all’asciutto in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutto il popolo ebbe finito di attraversare il Giordano.” Guardate poi al capitolo 10, verso 12, voglio dire, se stai leggendo il libro di Giosuè, e lo devi predicare in un sermone, devi includere questo testo. 10:12 “Il giorno che l’Eterno diede gli Amorei nelle mani dei figli d’Israele, Giosuè parlò all’Eterno e disse in presenza d’Israele: «Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle di Ajalon!». 13 Così il sole si fermò e la luna si arrestò, finché il popolo si fu vendicato dei suoi nemici. Questo non sta forse scritto nel libro del Giusto? Così il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero. Pensate che questo sia realmente avvenuto? È avvenuto! Come lo sappiamo? Dio dice che è avvenuto. Il punto qui è questo, in ciascuno di questi avvenimenti Giosuè profetizza. E ciò che profetizza succede. O prega, e ciò che chiede accade. Ora, il solo modo in cui questo può avvenire è se esiste una tal cosa come la provvidenza divina. Una parola che i vostri bisnonni conoscevano molto bene e che era comune nella lingua della maggior parte degli Italiani. Ma che oggi è una parola rara.

Provvidenza significa che Dio non solo provvede per la sua creazione. Egli dirige le vicende degli uomini. Egli fa ciò che gli piace e fa in modo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che lo amano. Egli orchestra tutto ciò che avviene su questo pianeta. E non è mai frustrato. I suoi piani non vengono mai disattesi. Non fallisce mai di compiere qualsiasi cosa intenda compiere. Egli governa la vita della sua chiesa e le vite dei suoi nemici. E questa è la ragione per cui Giosuè poteva profetizzare e poi Dio avrebbe fatto in modo che accadesse, perché Dio ha il controllo di ciò che avviene su questo pianeta. E se un uomo crede che la provvidenza di Dio che prevale su tutto è operativa nella sua vita, non si preoccupa di ciò che l’uomo gli può fare. Sarà coraggioso. Non importa quale possa essere il costo per lui. Vedete dunque, quando un uomo ha nella sua vita queste tre componenti: fede che Dio è presente nella sua vita; fede di essere coinvolto in una giusta causa, fede che la provvidenza di Dio che prevale su tutto è operativa nella sua vita, quella persona farà cose coraggiose. Perché alla fine egli non è un mero maschio, ma è un uomo.

Benché il coraggio maschio che troviamo in Giosuè sia un tipo del coraggio maschio che troviamo in Gesù, il coraggio di Gesù è grandemente superiore. Perché benché Giosuè sia stato un uomo e sia stato ciò che un uomo dovrebbe essere, lo è stato in modo imperfetto. Ma Gesù fu pienamente e perfettamente e completamente ciò che un uomo dovrebbe essere. Il suo coraggio fu un coraggio perfetto. Egli fu perfettamente consapevole della presenza di Dio nella sua vita, anche nel momento cruciale della sua morte sulla croce. Poté ancora dire: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Nelle tue mani rimetto il mio spirito Egli fu perfettamente consapevole dell’approvazione di Dio sulla sua vita. E che la sua vita quale missione divina voluta da Dio era totalmente dedicata ad una causa perfettamente giusta: la salvezza di tutte quelle persone che Dio lo aveva mandato sulla terra a salvare. Perfino morendo egli fu conscio del fatto che stava adempiendo una giusta causa nel suo grido di trionfo : è finito. Ogni cosa che doveva essere fatta per salvare peccatori è fatto nella mia morte. Ed infine, Gesù  fu perfettamente coscio della provvidenza di Dio che su tutto prevale nella sua vita. Egli era certo che Dio avrebbe compiuto qualsiasi proposito avesse avuto per la sua vita. E così poté pregare nel giardino del Getzemani, poche ore prima dell’ora in cui sapeva che sarebbe stato crocifisso: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia, non sia fatta la mia volontà, ma la tua. Nessuno, mai, è stato coraggioso quanto Gesù.

Ma sapete, non si può, almeno io non posso, concludere il discorso sul coraggio senza parlare di Caleb. Andate a Giosuè 14. Amo il vecchio Caleb. Lasciate che vi legga la storia che lo riguarda al verso 6: “ Allora i figli di Giuda si presentarono a Giosuè a Ghilgal; e Caleb, figlio di Jefunneh, il Kenizeo, gli disse: «Tu sai ciò che l’Eterno disse a Mosè, uomo di DIO, riguardo a me e a te a Kadesh-Barnea. Io avevo quarant’anni quando Mosè, servo dell’Eterno, mi mandò da Kadesh-Barnea ad esplorare il paese; e io gli feci un resoconto come l’avevo in cuore. Mentre i miei fratelli che erano saliti con me scoraggiarono il popolo, io seguii pienamente l’Eterno, il mio DIO. In quel giorno Mosè fece questo giuramento: “La terra che il tuo piede ha calcato sarà eredità tua e dei tuoi figli per sempre, perché hai pienamente seguito l’Eterno il mio DIO”. Ed ora ecco, l’Eterno mi ha conservato in vita, come aveva detto, questi quarantacinque anni da quando l’Eterno disse questa parola a Mosè, mentre Israele vagava nel deserto; ed ecco, oggi ho ottantacinque anni.

Ma oggi sono ancora forte come lo ero il giorno in cui Mosè mi mandò; lo stesso vigore che avevo allora ce l’ho anche adesso, tanto per combattere che per andare e venire. Or dunque dammi questo monte di cui l’Eterno parlò quel giorno; poiché tu stesso udisti in quel giorno che vi erano gli Anakim e città grandi e fortificate. Se l’Eterno sarà con me, io li scaccerò come disse l’Eterno».  Allora Giosuè lo benedisse e diede Hebron in eredità a Caleb, figlio di Jefunneh. Non lo amate anche voi? Vi ricordate che parecchi anni prima, circa 40 anni prima, stavano per entrare nella terra promessa, e Mosè inviò 12 spie in una missione di ricognizione per scoprire dove era posizionato il nemico e per scoprire la loro forza. E che quando le spie ritornarono indietro, 10 di loro fecero la relazione di maggioranza che era basata sull’incredulità. E dissero. Non ce la possiamo fare. Sono giganti con città fortificate. Ci sono guerre. Ci sono piaghe. Noi non ce la possiamo fare. E Giosuè e Caleb dissero, lo possiamo! Ci vorrà del lavoro, ma lo possiamo fare. Noi abbiamo la forza del Signore. È più grande di tutte quelle forze. E inoltre, tutte quelle guerre e piaghe stanno assottigliando i Canaaniti. Noi possiamo prendere questa terra. La gente optò per la relazione di maggioranza. E così Dio li punì. Vagarono nel deserto e Dio li punì. Tutto questo 45 anni prima.

E Caleb dice mentre ora stanno entrando nella terra di Canaan: Giosuè, adesso ho 85 anni. Oggi è il mio compleanno. Sono forte come lo ero 45 anni fa. Io ho qualche dubbio. Ciò nonostante egli dice: io mi sento altrettanto forte e sai che ti dico? Ti ricordi di quel pezzo di terra che mi dicesti avresti dato alla mia gente se ti fossimo stati fedeli. Dicesti che avremmo dovuto prendercelo e che avremmo dovuto cacciare i nemici a bastonate per prendercelo. Voglio quella regione montuosa. Tu prenditi le pianure più in la. Dà la pianura a quel mucchio di giovanotti presuntuosi in termini teologici. Dallo ai giovani che sono freschi e verdi. Combattano loro lì con le signorine delle pianure. Io voglio combattere i palestrati qui sulle montagne. Ho 85 anni. Dammi il lavoro più duro, e ti insegnerò qualcosa della forza di Dio, e del coraggio.

Cosa farete quando avrete 85 anni? Vi lagnerete? Starete in pensione,  seduti sul divano? Recentemente un predicatore amico mio ha detto: ho combattuto la mia porzione di combattimenti ed ora me ne starò seduto ai margini. Non dimenticate Caleb. Oggi la chiesa di Dio ha disperato bisogno di uomini e donne forti, coraggiosi e di fedeltà inflessibile come Caleb, come Giosuè. O meglio, come Gesù. Il combattimento per la verità rivelata e per la civilizzazione cristiana è feroce e critica. Gli assalti di Satana e dei suoi angeli di luce sono insidiosi. A volte astuti, altre volte manifesti e diretti. A volte dall’interno della chiesa. Altre volte dal di fuori. Il nostro esercito in questo inizio di 21° secolo è per lo più inefficace, debole, codardo, compromissorio ed infedele: benché ci sia un numero crescente di valorosi guerrieri per Cristo che hanno preso posizione e avanzano coraggiosamente. Ma per la maggiore il nostro esercito è male armato, perché rifiuta di usare e di aver fede nella spada dello Spirito Santo che è la parola di Dio. Ha mancato di raccogliere e di infiammare quelle armi divinamente caricate che Dio ci ha dato che sono capaci di tirar giù le fortezze del nemico. Resistete e respingete i suoi attacchi. Rifiutate ogni pensiero innalzato in sfida contro Dio, e rendete ogni pensiero prigione di Cristo.

Se il nostro esercito vuole vincere questa guerra per la civilizzazione abbiamo bisogno di alcuni buoni uomini e donne che sono più interessati alla difesa e alla vittoria della verità di Dio e del Regno di Cristo di quanto non lo siano della protezione della loro reputazione e della loro comodità, o della loro ricchezza, o della loro felicità. Che non hanno timore delle critiche, e di essere accurati e dogmatici, le cui coscienze sono trasparenti davanti a Dio in modo tale che non possono essere manipolati dalle accuse a dalle minacce degli uomini. Che sono disposti a stare nei posti loro assegnati, affrontando il nemico nella forza del Signore senza batter ciglio, e senza farsela sotto quando il nemico lancia i suoi missili infuocati contro di noi. L’esercito del Signore ha bisogno di uomini e di donne e di giovani che saranno coraggiosi, così coraggiosi che manterranno la posizione per Cristo e la sua verità, e la sua giustizia e la sua chiesa e il suo regno, qualsiasi cosa succeda. Anche se devono tenere la posizione da soli. Coraggiosi abbastanza da non compromettere Cristo e non si lasceranno intimidire dalle maledizioni di questa cultura.

Dico queste cose con la piena consapevolezza del fatto che né la chiesa in senso lato né la società intorno a noi tollereranno persone che vivono senza compromettere. Se vivete come Giosuè e Gesù, amati, voi sarete fuori passo con quasi qualunque altro italiano. Ma non stancatevi di fare il bene, perché se non ci stanchiamo un giorno ognuno intorno a noi sarà al passo con l’esercito del Signore mentre conquistiamo e occupiamo la terra e ricostruiamo la cristianità di nuovo.

Preghiamo. Ti ringraziamo, o Signore, per l’incoraggiamento e lo stimolo che la tua Parola ci dà. Fa di noi un esercito fedele, coraggioso, e ti preghiamo di dare alla nostra fede la vittoria, per il tuo onore  e la tua gloria. Amen.


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