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1 Tessalonicesi

La volontà di Dio per la vostra vita

La nostra lezione biblica di oggi è tratta dal primo capitolo di 1 Tessalonicesi e dal 17° capitolo di Atti, che leggeremo per primo. Atti capitolo 17 e 1 Tessalonicesi capitolo 4. Leggeremo i primi nove versetti di Atti 17 e i primi 12 versetti di 1 Tessalonicesi capitolo 4.

1 Or dopo essere passati per Anfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era la sinagoga dei Giudei.
E Paolo, secondo il suo solito, entrò da loro e per tre sabati presentò loro argomenti tratti dalle Scritture,
dichiarando e dimostrando loro, che era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti, e dicendo: «Questo Gesú che vi annunzio è il Cristo».
Alcuni di loro credettero e si unirono a Paolo e Sila, come pure un gran numero di Greci pii e non poche donne ragguardevoli.
Ma i Giudei che non avevano creduto, mossi da invidia, presero con loro certi uomini malvagi tra la gente di piazza e, radunata una plebaglia, misero in subbuglio la città, avendo poi assalita la casa di Giasone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti al popolo.
Ma, non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni dei fratelli davanti ai capi della città, gridando: «Quelli che hanno messo sottosopra il mondo sono venuti anche qua,
e Giasone li ha accolti; tutti costoro agiscono contro gli statuti di Cesare, dicendo che c’è un altro re, cioè Gesú».
Cosí misero in agitazione il popolo e i capi della città, che udivano queste cose.
Ma essi, ricevuta una cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare

1 Tessalonicesi capitolo 4, versetti da 1 a 12.

1 Per il resto dunque, fratelli, vi preghiamo ed esortiamo nel Signore Gesú che, come avete ricevuto da noi in quale modo vi conviene camminare per piacere a Dio, abbondiate molto piú in questo.
Voi conoscete infatti quali comandamenti vi abbiamo dato da parte del Signore Gesú.
Poiché questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione; che vi asteniate dalla fornicazione.
che ciascuno di voi sappia possedere il suo vaso in santità ed onore,
non con passioni disordinate, come i gentili che non conoscono Dio,
e che nessuno inganni e frodi negli affari il proprio fratello, perché il Signore è il vendicatore di tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e attestato prima.
Dio infatti non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione,
Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio che vi ha anche dato il suo Spirito Santo.
Ora, quanto all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva, perché voi stessi siete stati ammaestrati da Dio ad amarvi gli uni gli altri,
10 Voi infatti fate questo verso tutti i fratelli che sono in tutta la Macedonia ma noi vi esortiamo, fratelli, a sovrabbondare in questo ancora di piú,
11 e a cercare diligentemente di vivere in pace, di occuparvi delle vostre cose e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato,
12 affinché vi comportiate onestamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nulla.

Dopo che Paolo lasciò Tessalonica e tutta quella regione della Grecia e arrivò ad Atene, era sicuramente un uomo scoraggiato a causa della violenta reazione alla predicazione del Vangelo in città dopo città. Poi Sila e Timoteo andarono da lui con un rapporto dalla chiesa che aveva fondato a Tessalonica e gli dissero che le cose lì stavano andando bene nonostante la violenta reazione della città. Lo informarono che la chiesa stava crescendo, che la chiesa era fedele al Signore, che c’erano ancora alcuni problemi che dovevano essere affrontati come è vero in tutte le chiese, ma fondamentalmente la chiesa era forte.

Bene, questo sollevò lo spirito di Paolo e lo incoraggiò. E 1 Tessalonicesi è la sua risposta alla chiesa di Tessalonica come risultato delle incoraggianti notizie su di essa udite da Sila e Timoteo. E quindi probabilmente nell’agosto del 52 d.C. Paolo scrisse 1 Tessalonicesi.

La lettera aveva diversi scopi. Voleva esprimere la sua soddisfazione per il progresso spirituale che aveva sentito dire che stava avvenendo nella chiesa. Voleva rispondere ad alcune delle accuse che gli venivano mosse. Voleva incoraggiare la chiesa a perseverare di fronte alla continua opposizione nella città da parte di ebrei e gentili. Voleva sottolineare la superiorità della moralità cristiana sul paganesimo. Voleva correggere qualsiasi malinteso che la gente potesse avere sulla Seconda Venuta di Cristo. Voleva esortare la chiesa a rispettare e amare i propri anziani. E dare qualche consiglio sulle manifestazioni estatiche di ciò che la gente chiamerebbe lo Spirito Santo di quel tempo.

È un libro molto pratico che nel capitolo 1 fino al 5° versetto del capitolo 3 Paolo ricorda loro che il suo ministero è proprietà di Dio, i piani che avevano fatto  per la chiesa è come si è comportato come un padre e una madre per loro. Nel capitolo 3 versetti dal 6 al 13 Paolo li informa della sua gioia per il loro progresso nella fede in mezzo a una grave persecuzione.

Nel capitolo 4 versetti da 1 a 12 che abbiamo appena letto Paolo li esorta a vivere vite santificate in ogni momento e con tutte le persone. Poi nel capitolo 4 versetto 13 fino al capitolo 5 versetto 11 Paolo li istruisce riguardo alla vera natura della Seconda Venuta di Cristo. E poi conclude il suo libro nel capitolo 5 versetti da 12 a 28 continuando a esortarli a vivere vite santificate in ogni momento e con tutte le persone.

Ora, 1 Tessalonicesi ha una caratteristica interessante, ovvero che ogni capitolo finisce con qualcosa sulla Seconda Venuta. Ci sono quattro capitoli, ognuno dei quali tratta l’argomento alla conclusione di quel capitolo. E poi, quando arriviamo a 2 Tessalonicesi, scopriamo che la Seconda Venuta di Cristo è il tema dell’intero libro.

E questo, come un filo d’oro, è intrecciato attraverso l’intero libro di 2 Tessalonicesi. Ora, perché Paolo ha dedicato così tanto tempo a scrivere della Seconda Venuta, che esamineremo quando arriveremo a 2 Tessalonicesi? Ma perché ha dedicato così tanto tempo in entrambe queste epistole? Bene, ricordate ora chi erano queste chiese.

Queste erano chiese giovani che lui aveva fondato e che stavano appena emergendo dal paganesimo. Si trovavano in una grande città greca e pagana.

E pertanto avevano vissuto in un ambiente di lassismo morale. E così Paolo spese molto tempo in entrambe le epistole a parlare della Seconda Venuta e del Giorno del Giudizio per aiutarli a non ricadere in quel lassismo morale che un tempo aveva dominato la vita di molti di loro. Sapevano che un giorno avrebbero dovuto presentarsi di fronte a Cristo.

Voleva dare loro motivazioni incentrate su Cristo e vincoli morali che li avrebbero protetti dalle seduzioni di quella cultura greca. E così ha trascorso molto tempo a insegnare a questi giovani cristiani la seconda venuta di Cristo e il giorno del giudizio. Voglio che guardiamo al capitolo 4, i primi 12 versetti.

Il loro intento è pratico e si presenta in tutta la storia della chiesa cristiana, e sono sicuro anche nella vostra vita come nella mia. I veri cristiani si chiedono sempre: sto facendo la volontà del Signore? Qual è la volontà del Signore per la mia vita? Ogni volta che si presenta un problema di base, una domanda a cui bisogna rispondere, una situazione che bisogna affrontare, se siamo cristiani fedeli ci chiederemo: qual è la volontà di Dio per me in questa situazione? Qual è la volontà di Dio per me in questa relazione? E nel capitolo 4, Dio risponde a questa domanda. Qual è la volontà di Dio per la mia vita? Quindi, diamo un’occhiata quasi parola per parola.

Nei primi tre versetti, almeno nei primi due versetti e nella prima parte del terzo versetto, Paolo descrive la vita cristiana come una vita centrata su Dio. Inizia dicendo: “Per il resto, dunque”. Questo è il suo modo di collegare questa sezione con l’intero contesto di 1 Tessalonicesi.

Intanto perché hai abbracciato il vangelo e questo ha trasformato la tua vita. Per il resto, dunque, perché un giorno dovrai presentarti di fronte al Signore Gesù Cristo: ecco come dovresti vivere.

E c’è un senso di urgenza e di autorità nella sua voce. Egli dice, non semplicemente io chiedo o io esorto, ma vi chiediamo e vi esortiamo, fratelli, a vivere questa vita incentrata su Dio. E vi chiediamo e vi esortiamo nel Signore Gesù Cristo.

In altre parole, sta dicendo, in sostanza: Parlo in base all’autorità del Signore. Queste non sono le mie parole. Queste non sono mie esortazioni. Questi non sono miei comandamenti. Io sono il suo apostolo ispirato dallo Spirito Santo. Questa è parola del Signore e tutto il popolo di Dio è tenuto a prestarle attenzione.

E notate esattamente cosa dice nel versetto 1. Dice,

1 Per il resto dunque, fratelli, vi preghiamo ed esortiamo nel Signore Gesú che, come avete ricevuto da noi in quale modo vi conviene camminare per piacere a Dio, abbondiate molto piú in questo.

Ora, quella parola “vi conviene”, è una parola forte. Ogni volta che viene tradotta, di solito viene tradotta col verbo “dovere”. Vi mostrerò come dovete camminare. Ci pone di fronte alla necessità impellente sotto la quale un cristiano vive la sua vita giorno dopo giorno. È schiavo di Cristo. Non appartiene più a se stesso. Non ha diritti sulle proprie opinioni, sulle proprie energie, sul proprio tempo.

Deve vivere una vita centrata su Dio, diretta da Dio in tutto ciò che fa. Questo è il modo in cui dovrebbe vivere. Questo è il modo in cui deve vivere. Questo è il modo in cui si sente costretto a vivere perché ora sa di appartenere al Signore Gesù Cristo. Questo è il modo in cui dovresti camminare. La parola camminare è una metafora interessante e ha diverse radici.

In ebraico dell’Antico Testamento la parola camminare è praticamente sinonimo di vivere. Si riferisce semplicemente al modo di vivere di una persona in questo mondo, al suo cammino quotidiano. Dio aveva detto ad Abramo: Cammina davanti a me e sii  integro. Nel Nuovo Testamento la parola camminare potrebbe essere usata anche per descrivere la vita cristiana a causa di una delle designazioni popolari del cristianesimo che è “la via”.

Siamo gente della via. Camminiamo su una nuova via. E la parola camminare, la metafora suggerisce anche l’idea di un continuo, seppur poco spettacolare, avanzamento.

Questo caratterizza la vita cristiana. Se cammini, non stai correndo. Se corri per strada, tutti ti guarderebbero e si chiederebbero da cosa stai scappando.

Camminare non è niente di spettacolare. Potete camminare per strada. Nessuno se ne accorgerà mai. Ed è così che viene descritta la vita cristiana. Niente di spettacolare.

Oh, a volte corriamo. A volte andiamo in cerchio come l’aquila. Ma per lo più camminiamo in questo graduale, progressivo, avanzamento nella vita cristiana.

E dice che il modo in cui dovreste crescere e fare progressi e vivere la vita cristiana è Per piacere a Dio. Questo è il modo in cui dovreste camminare. Camminate per piacere a Dio. In altre parole, l’intera vostra vita da cristiani deve essere centrata su Dio e ordinata da Dio. In tutto ciò che fate, dovete vivere non per il vostro piacere, ma per il piacere di Dio. Nella vostra vita quotidiana dovete esercitare l’obbedienza a Dio mentre lo Spirito Santo opera in voi sia il desiderio che la capacità di vivere per piacere a Dio.

Tutto deve essere fatto per Lui. Tutto deve essere fatto per compiacerlo. Anni fa, ricordo di aver letto un libro per donne sui lavori domestici, e il libro diceva che i lavori domestici sono un alleluia a Jehovah.

Che anche quelle faccende, quelle faccende ingrate con cui dovete riempire molte delle vostre giornate, anche quelle devono essere fatte non solo per il piacere di vostro marito o dei vostri figli, ma in ultima analisi per il piacere del Dio vivente. Questo è un cambiamento totale della vostra visione della vita come cristiani. Nel rispondere alle domande, nel fare scelte, voi come cristiani non dite: Questo mi piacerà? Oppure: Questo piacerà alle persone che voglio impressionare? Ma quando facciamo scelte e prendiamo decisioni, la domanda che ci poniamo è: Piacerà a Dio? E quella domanda cambia il vostro orientamento su tutto il resto.

Il non credente vive per compiacere se stesso e per compiacere l’uomo. Il credente, avendo rinnegato se stesso, vive per compiacere Dio. Ricordate cosa disse Paolo in Galati 1 dopo aver parlato così duramente e aver maledetto i falsi insegnanti? Disse:

Cerco forse il favore degli uomini o quello di Dio? O mi sforzo di compiacere gli uomini? Se cercassi ancora di compiacere gli uomini, non sarei un servo di Cristo.

Paolo dice: Queste parole forti che ho pronunciato contro la leadership della chiesa, l’ho forse fatto perché voglio piacere agli uomini? No. Voglio piacere a Dio. Io sono il suo servo. Non ho scelta in merito. Devo fare tutto ciò che Lui mi ha comandato di fare.

Ecco quindi la vita incentrata su Dio. Voi ed io dobbiamo camminare ogni giorno secondo ciò che piace a Dio e non secondo ciò che piace a noi. E c’è una piccola frase qui nel versetto 1. L’avete notata? Diceva:

Per il resto dunque, fratelli, vi preghiamo ed esortiamo nel Signore Gesú che, come avete ricevuto da noi in quale modo vi conviene camminare per piacere a Dio, abbondiate molto piú in questo.

Vedete, ora ha ricevuto notizie da Sila e Timoteo che stanno bene. Dice, vi sto dicendo di fare cose che so che state già facendo. So che state cercando di compiacere Dio nella vostra vita. Non si lamenta. Dice: In sostanza, so che state vivendo per Cristo. Ma poi notate come finisce quel primo versetto.

Ma voglio che sovrabbondiate. Voglio che abbondiate molto di più. So che siete fedeli. Voglio che eccelliate nel camminare per compiacere il Dio vivente. Paolo non è mai soddisfatto di sé stesso come cristiano. E i cristiani non devono mai essere soddisfatti di sé stessi e stare  fermi sulle chiappe e crogiolarsi su tutti i loro sforzi nel vivere la vita cristiana.

Paolo incalza continuamente. Vuole sempre andare oltre dove si trova e migliorare la sua situazione particolare verso il bersaglio di una grande vocazione di Dio in Cristo Gesù. Non è mai soddisfatto di sé stesso.

Ed è così che deve vivere un cristiano. È sempre soddisfatto di Cristo. È sempre soddisfatto della Parola di Dio. Ma non è mai soddisfatto di sé stesso, anche quando è fedele. Anche quando è intensamente dedito a compiacere Dio con la sua vita, sa che non lo sta facendo abbastanza bene. E prega: Dio, aiutami a eccellere ancora di più.

Vedete, un vero cristiano si sforza sempre di raggiungere l’eccellenza, la superiorità morale, la perfezione. E non è mai soddisfatto di niente di meno rispetto a se stesso. Finché non è perfettamente superiore moralmente, è insoddisfatto di dove si trova. E anche quando è fedele, dice: Signore, ti amo. Ma non ti amo con un amore al calore bianco. È solo rovente. Non è incandescente. E non sarò soddisfatto finché il mio amore non sarà incandescente e il mio servizio non sarà completamente coerente. E così dice Paolo, so che state andando bene, ma sovrabbondate ancora di più e non siate soddisfatti di voi stessi.

E dice nel versetto 2,

Voi conoscete infatti quali comandamenti vi abbiamo dato da parte del Signore Gesú.

Quella parola greca per comandamenti è una parola militare. È una parola che un ufficiale comandante darebbe ai suoi uomini. Ha il tono dell’autorità. Paolo dice, questo è l’incarico. Questo è il comando del vostro ufficiale comandante. Questo è Cristo stesso. Questo è Paolo che porta a termine il Grande Mandato. Cos’è il Grande mandato? Dobbiamo insegnare a tutte le nazioni di osservare tutto ciò che Cristo ci ha comandato.

E qui vedete Paolo che insegna loro: Tutto ciò che vi ha comandato, fatelo. Osservatelo. Questo è il modo in cui un cristiano piace a Dio.  Obbedisce alle prescrizioni di Dio e ai comandamenti di Dio. Lo standard con cui vivete la vita cristiana non è lasciare che l’amore sia la vostra guida. Non è seguire la vostra coscienza. Non è seguire la corrente. È obbedire ai comandamenti del Signore Gesù Cristo. E cercare di portare voi stessi, corpo e anima, dentro e fuori, in conformità a quei comandamenti. Questa è la volontà di Dio per la vostra vita. Questo è il modo per compiacere Dio, scoprire cosa Dio vi chiede nelle Scritture e poi per la gloria di Dio, per gratitudine verso Cristo, fare proprio quelle cose. Questo è ciò che significa compiacere Dio.

Non andare in chiesa per provare emozioni e inventare un vostro piano per la vita. Ma scoprite cosa Dio vi chiede. Quali sono i comandamenti che il Signore Gesù Cristo ha imposto alla nostra vita come individui, come marito, come padre, come figlio, come madre, come lavoratore, qualsiasi cosa sia, come cittadino. E fatelo. Ed è questo che piace a Dio. Fatelo mentre dipendete da lui e camminate nella sua forza e non nella vostra.

E poi lo dice con una chiarezza ineguagliabile nel versetto 3. Dice, perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione. Quindi, ecco qua. Per oggi potremmo avere finito. Ora sappiamo qual è la volontà di Dio per la nostra vita. La prossima volta che dovrete prendere una decisione e vorrete sapere qual è la volontà di Dio per la vostra vita, 1 Tessalonicesi 4:3. Eccola. La volontà di Dio per la vostra vita è la vostra santificazione.

Ora, prendiamoci un po’ di tempo per parlare di questa frase: La volontà di Dio per la vostra vita. L’unico modo in cui saprete qual è la volontà di Dio per la vostra vita è che Dio ve la riveli.

Altrimenti, ve la inventate passo passo. Potreste convincervi di fare la volontà del Signore, ma se Dio non vi avesse detto: questa è la mia volontà per voi, beh, potreste pensare che quello che state facendo lo sia ed essere convinti che lo sia e avere una dolce sensazione dentro di voi che è tutto ciò che desiderate. Ma finché Dio non ci rivela qual è la sua volontà per la nostra vita, non la saprete.

E Dio lo ha fatto. E lo ha fatto proprio qui nelle Scritture. Ecco perché chiamiamo questo libro: La Rivelazione della Volontà di Dio.

Questa è la volontà rivelata di Dio per la vostra vita e la mia. E così studiamo le promesse, studiamo le leggi delle Scritture, cerchiamo di credere a tutte le promesse, cerchiamo di obbedire a tutte le leggi, di evitare tutti i peccati e le proibizioni, e lo facciamo per la gloria di Dio. E questa è la volontà di Dio per la nostra vita.

Deuteronomio 29:29 dice questo,

29 Le cose occulte appartengono all’Eterno, il nostro DIO, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge».

In altre parole, Dio ha una volontà. Non è uno schizofrenico. Ha una volontà, ma per quanto ci riguarda parte di essa è segreta e parte è rivelata.

Una parte del suo testamento per la sua vita non ce l’ha detto. Non ce lo dirà mai. E una parte non la sapremo mai finché non ci succederà.

E il suo testamento segreto è ciò che ha pianificato per noi per questo pomeriggio. Che non sapremo fino a dopo questo pomeriggio. Questo è il testamento segreto.

La volontà rivelata di Dio è ciò che Dio ci ha detto su come vuole che viviamo. La volontà segreta di Dio è ciò che Dio farà. La volontà rivelata di Dio è ciò che Dio vuole che noi facciamo. E cosa vuole che io faccia. E dice chiaramente che le cose segrete appartengono al Signore. Non cercate di mettere in dubbio Dio e dire, beh, questo è ciò che voglio fare in base a ciò che penso che Dio abbia decretato nell’eternità, prima della creazione del tempo.

Ma piuttosto rendetevi conto che queste cose sono segrete e fate guidare tutte le vostre scelte e le vostre decisioni dalle cose che sono rivelate che appartengono a noi e ai nostri figli per sempre affinché possiamo osservare tutte le parole di questa legge. Quindi, dov’è che Dio ha rivelato la sua volontà per la nostra vita? Nella Bibbia. Volete sapere qual è la volontà di Dio per la vostra vita? Leggete e studiate la Bibbia.

Volete saperlo mentre vivete la vita e affrontate tutte le vostre decisioni: Dove andrò al college? In cosa mi specializzerò? Chi sposerò? Quanti figli voglio? Eccetera, eccetera, eccetera. Come fate a scoprirlo? Non vi sedete e sperate che Dio ve lo sussurri all’orecchio. Perché quei sussurri che pensate siano dello spirito sono probabilmente sibili del serpente. Ciò che fate è tornare alle Scritture e studiare le Scritture e i principi delle Scritture e chiedere a Dio di mostrarvi come dovete vivere nei termini di ciò che vi richiede nella sua parola. E qual è la volontà di Dio per la vostra vita e la mia in tre parole? La nostra santificazione.

Questa è la volontà di Dio per la nostra vita. Ora, la santificazione ha un lato divino e un lato umano. Il lato divino si trova nel quinto capitolo.

Andiamo al quinto capitolo di 1 Tessalonicesi, versetto 23.

23 Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesú Cristo.

Quindi, dal punto di vista divino, la santificazione è ciò che lo spirito di Dio fa dentro di voi per conformarvi sempre di più al Signore Gesù Cristo in ogni ambito della vostra vita, dandovi il desiderio e la capacità di obbedire alla sua legge finché non vi troverete di fronte a lui perfetti e senza peccato alla seconda venuta.

Ma c’è un lato umano della santificazione. Chiunque sia santificato da Dio, santifica se stesso.

Chiunque Dio separa dal mondo e consacra ai suoi scopi, si separa dal mondo e si consacra ai propositi di Dio. Quindi quella santificazione significa semplicemente essere messi da parte per Dio. Che Dio mi ha messo da parte per sé, per il suo piacere, per i suoi scopi, ed è quello che dovrei fare.

Ora mi ha dato il potere di farlo in quel lavoro interiore che sta portando avanti nella mia vita. E così ora la mia vita è in tutto ciò che faccio in tutte le mie relazioni mi consacro a Dio, non per me stesso, non per un altro essere umano, ma al Signore. Vedete, ciò che Paolo sta facendo è semplicemente ricordarci le implicazioni, il fatto che siamo stati acquistati dal sangue del Signore Gesù Cristo e non apparteniamo più a noi stessi.

Non siamo nostri. I nostri corpi sono il tempio dello Spirito Santo, e quindi dobbiamo vivere la nostra vita per glorificarlo e onorarlo. Questa è la volontà di Dio per la nostra vita.

E quando vivete ogni giorno, cercando di portare la vostra vita a una sempre maggiore conformità al carattere di Cristo rivelato nella sua legge, mentre cercate di separarvi per il Signore e consacrarvi a lui giorno dopo giorno e vivere per il suo compiacimento, è in quel contesto che tutti questi dettagli prendono forma. Vi preoccupate di chi sposerete. Dov’è? Chi sarà lei? Preoccupatevi di essere cristiani fedeli e santificati. La troverete. Nel mio caso, me l’ha fatta cadere in braccio. Vi preoccupate: dove dovrei andare al college? In cosa dovrei specializzarmi?  Preoccupatevi della vostra santificazione e, in quel contesto del fare la volontà di Dio per la vostra vita e di dedicarvi a Dio e di vivere secondo la Bibbia, Dio vi darà la saggezza per aiutarvi a capire e a prendere la decisione giusta con riferimento a tutti i dettagli. Ora, parlando dei dettagli, iniziando dal terzo versetto, dalla seconda parte del terzo versetto e passando per il dodicesimo versetto, ci dà alcuni dettagli su cosa significhi vivere una vita incentrata su Dio. Alcuni dettagli su questa vita santificata.

E notate la prima cosa che dice nel versetto 3. Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione. Cioè che vi asteniate dalla fornicazione,  dall’immoralità sessuale. Astenersi è una parola forte in greco.

Voglio dire, non significa solo provare a farne a meno, ma astenersi. E la preposizione greca dalla marca la separazione. Questa è una netta rottura con tutte le forme di immoralità sessuale. E quando parla di questa astinenza sessuale, sta parlando di autodisciplina e del rifiuto determinato di essere sessualmente attivi prima o fuori dal matrimonio, quale che sia la situazione. Ricordate cosa ha detto il Signore in 1 Pietro 2:11? “Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che guerreggiano contro l’anima”. E ricordate come Paolo descrive i non cristiani, distinguendoli dai cristiani in Filippesi 3:19. Dice che questi non cristiani hanno per loro Dio i loro appetiti, i loro impulsi e le loro passioni.

Dai Greci, persino nell’Impero Romano, e Tessalonica era principalmente una città greca, la castità e l’autocontrollo sessuale erano considerate richieste irragionevoli. Nella società greca, si dava per scontato che le persone avrebbero cercato naturalmente di soddisfare i propri desideri sessuali nel matrimonio, prima del matrimonio o fuori dal matrimonio.

Non c’era niente di insolito e non era visto come qualcosa di immorale. Sempre più persone oggi, tra l’altro, dicono che la verginità e persino la monogamia sono cose innaturali. Stiamo diventando sempre più classici e sempre più greci.

Potete immaginare la pressione a conformarsi a questi standard libertini. Tutta la società vi incoraggiava a cedere a queste spinte. E questi nuovi convertiti provenivano direttamente dal paganesimo.

E all’inizio potrebbero essere stati istruiti in modo imperfetto. E potrebbero essere rimasti confusi da ciò che avevano sentito da ogni parte. Ma i leader della chiesa, dice Paolo, non potevano scendere a compromessi neanche per un momento con la loro cultura.

Sapevano che Dio richiedeva loro di attenersi allo standard più elevato. E questi leader della chiesa non avevano l’autorità di abbassare l’asticella. Dovevano rifiutarsi di permettere che la pratica della chiesa cristiana fosse determinata dalle idee della società contemporanea.

Dovevano rifiutarsi di farlo se volevano che la chiesa sopravvivesse. E lo stesso vale per noi oggi. Se la chiesa vuole sopravvivere e in questo momento sta a malapena resistendo, allora deve rifiutarsi di permettere a se stessa di determinare la sua pratica e i suoi standard dagli standard della cultura in cui viviamo.

Astenersi dalla fornicazione. La parola fornicazione è la parola da cui deriva la parola pornografia. È una parola che comprende tutte le forme di attività e coinvolgimento sessuale illecito.

A proposito, come fate a sapere se un’attività sessuale  è lecita o illecita? La Bibbia è l’unico modo. L’unico modo in cui si può identificare l’attività sessuale illecita è tramite la parola di Dio. Senza quella parola, non avete assolutamente modo di distinguere il bene dal male e le pratiche sessuali distruttive.

Paolo insegnava alla chiesa, in altre parole, allora e oggi, che l’intera questione delle relazioni sessuali deve essere considerata alla luce del fatto che il corpo fisico del cristiano appartiene a Cristo e non al cristiano. Il corpo fisico del cristiano appartiene a Cristo e non al cristiano. Andate con me a 1 Corinzi capitolo 6. Lasciatemi leggere alcuni versetti lì.

1 Corinzi 6, versetti dal 13 al 15.

13 Le vivande sono per il ventre e il ventre per le vivande, Dio distruggerà queste e quello; il corpo però non è per la fornicazione, bensí per il Signore, e il Signore per il corpo.
14 Ora Dio, come ha risuscitato il Signore, cosí risusciterà anche noi con la sua potenza.
15 Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò io dunque le membra di Cristo, per farne le membra di una prostituta? Cosí non sia.

versetto 19.

19 Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi?
20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.

Quindi quando il cristiano dice: Il corpo è mio e ho il diritto di farne ciò che voglio, cosa diciamo? Non è tuo. Potrebbe essere vero se ti appartenesse. Ma il tuo corpo non ti appartiene, appartiene al Signore Gesù Cristo, astenetevi da ogni fornicazione.  E poi nel versetto 4 vi dà un’espressione positiva del divieto del versetto 3. Lo ha detto negativamente nel versetto 3. Ora dirà la stessa verità positivamente. Sta dicendo in sostanza che è la volontà di Dio che ciascuno di voi sappia possedere il proprio vaso in santità e onore.

ciascuno di voi sappia possedere il suo vaso in santità ed onore

Abbiamo bisogno di conoscere alcune di quelle parole. Cosa significa vaso? Probabilmente si riferisce al corpo fisico di una persona con tutti i suoi potenti appetiti, impulsi e desideri creati da Dio. Ricordate che in Romani 6:19 Paolo disse:

Perché, come un tempo prestaste le vostre membra per essere serve dell’impurità e dell’iniquità per commettere l’iniquità, così ora prestate le vostre membra per essere serve della giustizia, per la santificazione.

Ricordate che Paolo si riferisce al suo debole corpo fisico come a un vaso di terra.

Sant’Agostino ha innovato un po’ e ha detto che quel vaso lì che dovete possedere è vostra moglie. Perché 1 Pietro 3 chiama le mogli il vaso più debole. È dubbio, tuttavia, che i lettori greci di Paolo avrebbero capito la parola vaso come riferita alla propria moglie.

Inoltre, è altamente improbabile che Paolo parli della moglie di qualcuno come del suo vaso che deve possedere. Leon Morris ha detto, poiché Paolo sta inculcando una visione elevata del matrimonio sarebbe una visione molto bassa che pensasse alla moglie come a niente più che un vaso per gratificare i desideri sessuali del marito. Quindi dice che devi sapere come possedere il tuo vaso.

E con vaso sta parlando del tuo corpo umano. Possedere, cosa significa possedere? Sta parlando di autodisciplina, autocontrollo, padronanza dei propri corpi e dei propri desideri dati da Dio. Dobbiamo mantenere i nostri corpi puri con un contegno modesto, un comportamento casto in tutte le nostre relazioni.

Ecco cosa significa la parola possedere, auto-controllarsi in riferimento ai desideri naturali dati da Dio, essere disciplinati e mantenere puri i propri corpi e semplicemente non cedere ai desideri ogni volta che si presentano. Egli dice di possedere il proprio vaso in santità e onore. Ecco di nuovo la nostra parola.

La santità esclude l’impurità. L’impurità si riferisce all’impurità morale, all’attività sessuale illecita e ai pensieri immorali. L’impurità disonora il corpo.

Ora, questo è un modo interessante di dire le cose. Paolo dice di possedere il vostro corpo in santità. Santità lo capiamo perché la santità esclude la deviazione morale.

Ma cosa intendeva quando ordinava di possedere il vostro corpo in onore? Un antico commentatore di nome Lightfoot disse questo:

Che l’onore dovuto al corpo in quanto tale è uno dei grandi contrasti che il cristianesimo offre ai più elevati sistemi di filosofia pagana. Guardate tutte queste filosofie pagane come il neoplatonismo, hanno minimizzato il corpo. Il corpo non è significativo.  

Nel fondamentalismo cristiano odierno vedete la svalutazione del corpo, il corpo non è significativo. Pensate solo alle cose celesti, alla morte e all’andare in paradiso.

Là fuori, nello stile di vita bohémien del mondo, vedete l’esatto opposto di ciò che è il cristianesimo: una svalutazione del corpo. Non c’è onore. Non c’è rispetto. Non esiste un trattamento dignitoso. Il cristianesimo è quello che tiene la barra dritta. Perché capiamo che l’immoralità sessuale è non trattare il corpo con onore e dignità? Perché il corpo è fatto a immagine di Dio.

E ricordate cosa disse Dio a Noè? Chiunque uccida il corpo, lo considero un attacco a me. Lo considero un tentativo di deicidio perché l’uomo è fatto a mia immagine e quindi gli omicidi sono crimini capitali. Bene, lo stesso vale qui. Siamo a immagine di Dio. Ogni aggressione a questo corpo, ogni rifiuto di trattare i nostri corpi con onore e dignità è un’aggressione al Dio vivente di cui siamo immagine.

Ora guardate il versetto 5. Lì vedete Paolo tracciare una di quelle antitesi che traccia tra i cristiani e il mondo.  Dice:

non con passioni disordinate, (passioni lussuriose in molte versioni inglesi) come i gentili che non conoscono Dio,

Ora diamo un’occhiata ad alcune parole qui. Passioni.

La parola passioni non è tanto una parola che significa desiderio violento quanto un desiderio che travolge. Qualcosa che vi domina e vi consuma.

L’aggettivo disordinate, lussuriose, è la parola violenta. Desideri attivi e aggressivi. Applicabile a tutti i desideri e le brame malvagie. La carne brama cose contrarie alla presenza dello Spirito Santo nella nostra vita.

E Paolo dice che un comportamento del genere, in cui ci si abbandona alle passioni e alle concupiscenze senza alcuna autodisciplina, è tipico dei gentili, non dei cristiani. Ora, la parola gentili è una parola flessibile nelle scritture. Qui significa qualsiasi tipo di non cristiano, ebreo o greco.

Che i Gentili sono coloro le cui vite sono caratterizzate dal cedere agli impulsi senza autodisciplina. Vedete, Paolo sta dividendo il mondo in Cristiani e non. Ora ascoltate, perché ecco come la Bibbia lo fa in più di un’occasione. Dice che i cristiani sono coloro che governano gli impulsi. E i non cristiani sono coloro che sono governati dagli impulsi.

Ora, tu, quali di questi sei? Quando hai un impulso a fare qualcosa, cosa fai? Ti chiedi: è giusto o è sbagliato, è buono o è cattivo? Quando hai un impulso a fare qualcosa, cosa fai? Ti limiti ad andare avanti come un cagnolino e fai ciò che l’impulso ti spinge a fare? Oppure dici, lascia che prima ci pensi sopra? Un cristiano governa gli impulsi. Un non cristiano è governato dagli impulsi.

E Paolo dice che è tipico della cultura di quel tempo, che è la stessa di oggi, di criteri lassisti di moralità sessuale. E cosa c’era dietro tale comportamento? Dice, questi Gentili non conoscono Dio. Oh, sanno che Dio è in cielo. Che tutto in loro, tutto ciò che li riguarda dichiara la lode del loro creatore. Ma poiché odiano quel Dio, sopprimono la verità  nell’ingiustizia. E cercano di ingannare se stessi credendo che il Dio che sanno che c’è non ci sia realmente.

E così quando Paolo dice che non conoscono Dio, significa che non Lo amano. Non si sono arresi a Lui. Stanno ancora sopprimendo la verità.

E finché saranno in quello stato di ribellione che domina i loro cuori, finché rifiuteranno la conoscenza di Dio che viene loro offerta ovunque volgano lo sguardo, sarà inevitabile che si abbandoneranno a passioni sessuali malvagie. E quindi vedete, il punto del versetto 5 è questo. La persona centrata su Dio e animata da Dio governa il proprio corpo. E governa il proprio desiderio. E non è presa nella morsa di passioni lussuriose che sono al di là del suo controllo.

E poi nei versetti 6 e 8, egli fornisce quattro ragioni per cui l’immoralità sessuale deve essere evitata e respinta.

Ora voglio che consideriate queste quattro ragioni perché nessuna di esse è molto convincente per un non credente. Queste ragioni avranno scarso effetto su un non credente. Quindi voglio che le consideriate e vediate come rispondete ad esse nel vostro cuore.

Innanzitutto, nel versetto 6

e che nessuno inganni e frodi (negli affari) il proprio fratello,

dice che la ragione per cui dovreste astenervi dall’immoralità sessuale è che nessun uomo deve trasgredire e frodare il proprio fratello in questa faccenda. Trasgredire è andare oltre, oltrepassare e andare oltre i confini che Dio ha stabilito nella vostra vita. E quando commettete peccati sessuali illeciti, state andando oltre i confini della vostra vita e state frodando delle persone.

State defraudando vostro fratello. E vedete, si è rivolto ai cristiani perché sa che queste tentazioni ci sono anche per i cristiani. Quando siete sessualmente immorali, defraudate un’altra persona dei suoi diritti.

Una parafrasi di questo versetto direbbe: non puoi infrangere questa regola senza in qualche modo imbrogliare il tuo prossimo. Ogni immoralità sessuale è un’ingiustizia contro qualcuno.

L’adulterio è una violazione evidente dei diritti di un partner sposato. Ma la promiscuità prima del matrimonio, l’immoralità tra coloro che non sono né fidanzati né sposati rappresenta il furto di una persona della sua verginità che dovrebbe essere portata nel matrimonio come una corona di gloria e come un tesoro. La promiscuità sessuale deruba e froda il futuro partner della persona con cui stai andando a letto.

Lui o lei è già stato usato. Vedete, quando commettete immoralità sessuale, state defraudando tanti tipi di persone allo stesso tempo. State defraudando voi stessi della castità. State defraudando la persona con cui state andando a letto della sua verginità. State defraudando il vostro futuro partner. State defraudando il suo futuro partner. State defraudando i vostri genitori di ogni fiducia e confidenza in te vivendo una bugia. È un gran peccato, questa immoralità sessuale.

In secondo luogo, dovete astenervi dall’immoralità sessuale perché il Signore è il vendicatore in queste cose. Notate nella seconda parte del versetto 6.

perché Il Signore è il vendicatore in tutte queste cose, proprio come vi abbiamo detto prima.

Dio odia questi peccati. Egli dice:

A me appartiene la vendetta e la retribuzione; a suo tempo il loro piede vacillerà! Poiché il giorno della loro calamità è vicino, e le cose preparate per loro si affrettano a venire.

Dio richiede che viviate in conformità con la sua legge. Se infrangete quella legge, sarà difficile sfuggire a certe conseguenze. Una volta ho parlato in una scuola superiore e quindi ho avuto l’opportunità di parlare di AIDS e immoralità. E ho detto questo: Ora se vai a letto con qualcuno che ha l’AIDS e non lo sai, prendi l’AIDS, morirai. Ebbene, quella sera il preside mi ha chiamato. Ha detto, Joe, ho una madre arrabbiata tra le mani.

Ha chiamato e ha detto che quel predicatore nell’assemblea di oggi ha detto a suo figlio che sarebbe morto. Voglio dire, il ragazzo ha praticamente confessato, no? E quindi ci sono delle conseguenze. Dio è un vendicatore. Attenzione all’immoralità sessuale.

Numero tre, nel versetto sette, Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. L’immoralità sessuale è una contraddizione dell’intero carattere della vita cristiana. La chiamata di Dio implica il rifiuto della lascivia e dell’impurità morale. A proposito, nessuna delle versioni Italiane prende nota ma ci dovrebbe essere un cambio di preposizioni. È stato deliberato da parte di Paolo. Dice: Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma in santificazione.

Quella preposizione in, come mostra la New American Standard, significa allo scopo di. E la parola in denota nella sfera di, o nello stato di, o nella condizione consolidata di santificazione. Il punto è che quando Dio chiama voi e me a seguirlo, ha in mente uno scopo preciso per noi e non è l’impurità morale.

È per lo scopo della santificazione e del vivere per il suo compiacimento. Infatti, la santificazione e il vivere per piacere a Lui devono essere l’humus, la condizione stabile, l’atmosfera di tutta la nostra vita. Dovrebbe essere l’aria stessa che respiriamo. Così che per noi, il popolo di Dio, la castità dovrebbe essere naturale, così naturale come respirare, e nessuno di noi ha mai pensato di non respirare. Che per qualcuno che consacra la sua vita al piacere di Dio diventa una cosa naturale.

E poi quarto, nel versetto 8,

Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio che vi fa anche dono del suo Spirito Santo. (NR)

Che frase. L’immoralità sessuale è un fallimento maggiore che semplicemente non rispettare regole create dall’uomo. È un fallimento, è un peccato contro il Dio che vi fa dono del suo Spirito Santo.

Quindi l’immoralità sessuale nel cristiano è un disprezzo del Dio che dona lo Spirito Santo. La parola disprezza significa considerare come nullo e di nessun valore. Una persona che considera insignificanti i peccati sessuali tratta Dio come di nessun conto. Pensa al Dio che è il vendicatore come a uno i cui comandamenti possono essere trasgrediti in sicurezza senza timore di punizioni.

Fa dono è al tempo presente. Pecchiamo con l’immoralità sessuale contro il Dio che fa dono del suo Spirito Santo.

C’è una profonda verità in quel presente. Dice che l’uomo o la donna, il giovane che compie un atto di impurità sessuale, non sta solo peccando contro il Dio che in qualche momento del passato vi ha dato il dono del suo Spirito Santo. Ma quando nella vostra mente e con il vostro corpo commettete immoralità sessuale, state peccando contro il Dio che in quel preciso momento vi sta dando il suo Spirito Santo.

E voi state in pratica dicendo: Dio, preferisco l’impurità sessuale at tuo Spirito Santo. Notate che lo Spirito di Dio è definito santo. Ciò sottolinea ulteriormente l’odiosità dell’immoralità sessuale.

In effetti, c’è un insolito ordine di parole in questa frase. Il suo Spirito, il Santo. In altre parole, questa immoralità sessuale oltraggia lo Spirito che non è solo potente ma che è santo. E questo significa che se volete comprendere la vera odiosità dell’immoralità sessuale, dovete vederla come una preferenza per l’impurità rispetto allo Spirito Santo di Dio.

Quindi, qual è la volontà di Dio per la vostra vita? La vostra santificazione. Focalizzatevi su una vita vissuta in questa atmosfera e avrete la saggezza di prendere buone decisioni in tutti i dettagli della vita.

In cosa mi specializzo? Con chi esco? Dove vivo? La volontà di Dio per la vostra vita include castità e purezza morale. E se non siete sposati, verginità. E se volete vedere quanto può essere bella, sana e appagante una vita del genere, considerate attentamente la vita di Gesù.

Il non credente vede questo stile di vita come pudico e puritano e malsano che lo  costringe a negare e controllare gli impulsi fisici. Una delle prime cose che i cosiddetti studiosi contemporanei della vita di Gesù cercano di fare per renderlo più umano come se non fosse già perfettamente umano è trovare qualche accenno nei Vangeli che fosse sessualmente attivo. E così affermano di averlo trovato tale con le sue tre mogli, Maria Maddalena, Maria e Marta. Bestemmie.

Ma ora capite, amati, cosa comporta una vita casta. Niente pornografia di alcun tipo. Niente film sexy. Niente appuntamenti con non credenti. Niente furtività, chiamate, e-mail o comunicazioni con un ragazzo o una ragazza che vostro padre e vostra madre non approverebbero. Niente ragazze che rincorrono i ragazzi e chiamano i ragazzi per un appuntamento.

Governare i vostri pensieri. Modestia nel vestire. Sapete che il modo in cui vi vestite dice molto di più su di voi di ciò che dite di voi stessi? Risparmiatevi per quello e quella che sposerete.

Uomini sposati, fate un patto con voi stessi, che sarete fedeli a vostra moglie in pensieri, parole e azioni. Il secondo dettaglio di una vita di santificazione si trova nei versetti 9 e 10, ed è l’amore per i fratelli.

Ora, quanto all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva, perché voi stessi siete stati ammaestrati da Dio ad amarvi gli uni gli altri,
10 Voi infatti fate questo verso tutti i fratelli che sono in tutta la Macedonia ma noi vi esortiamo, fratelli, a sovrabbondare in questo ancora di piú,

Che amabile brano! Paolo dice, ora lo state facendo così bene, non avrei bisogno di scrivervi e di esortarvi, ma lo farò. Lo state facendo alla grande, e tutti lo sanno, quindi non avete bisogno di un’altra epistola se non per questa piccola parola: sovrabbondate!

Ecco, Paolo è tornato a questo. La vita cristiana è dove il cristiano cerca sempre di sovrabbondare, mai soddisfatto di sé stesso. Ma qui abbiamo un elogio dei Tessalonicesi da parte di Paolo per il loro amore per i fratelli. La chiesa primitiva era caratterizzata dall’amore per i fratelli e per il mondo. Ripensate al capitolo 1 versetti 2 e 3.

Noi rendiamo del continuo grazie a Dio per tutti voi, facendo di voi menzione nelle nostre preghiere,
ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesú Cristo

Capitolo 3, versetto 6.

Ma ora che Timoteo da voi è ritornato a noi e ci ha riferito buone notizie della vostra fede e amore, e che voi conservate sempre un buon ricordo di noi e desiderate grandemente vederci, come anche noi desideriamo vedere voi

Queste persone erano note per il loro amore reciproco e per il mondo. E la cosa che Paolo ci dice qui è che l’amore di Dio trasforma una persona. L’amore di Dio trasforma una persona.

Giovanni disse nella sua epistola, noi amiamo perché lui ci ha amati per primo. Disse, fratelli, amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. E quell’amore di Dio che è posto su di voi trasforma la vostra vita in modo che siete attratti da persone che hanno questo spirito amorevole. Vi sentite attratti da persone che l’amore di Dio ha trasformato. Sentite le vostre anime unite a quelle persone. E poi 1 Tessalonicesi 4:9 usa una frase che ci dice questo, che l’agape produce philadelphia.

Che agape produce philadelphia. L’agape è questo amore con cui Dio ci ama e ci trasforma e che produce in noi un amore fraterno. Sono sicuro che conoscete il significato della parola philadelphia.

Questa è la parola che si trova qui nel nostro testo, che produce questo affetto fraterno e questo amore fraterno l’uno per l’altro nel Signore Gesù Cristo. Ricordate cosa disse Giovanni?

10 Da questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il proprio fratello.

Sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli e chi non ama rimane nella morte. E così li esorta, continuate ad amarvi gli uni gli altri.

Dio vi ha dato il potere di farlo. Notate che dice lì che siete stati istruiti da Dio. Sapete come farlo, siete stati istruiti da Dio.

Questa “ammaestrati da Dio” in greco è una sola parola che significa un insegnamento efficace e divino che chiarisce e rafforza. Dio non vi ha solo mostrato come amare, amandovi vi ha abilitato affinché sappiate come amare i vostri fratelli e sorelle in Cristo. E lo state facendo, ma sovrabbondate in questo.

E poi il terzo dettaglio di una vita di santificazione è impegnarsi per guadagnarsi da vivere. Guardate il versetti 11 e 12, e dedicheremo il resto del nostro tempo a questo.

Versetti 11 e 12, la frase inizia nella parte centrale del versetto 10.

10b ma noi vi esortiamo, fratelli, a sovrabbondare in questo ancora di piú,
11 e a cercare diligentemente di vivere in pace, di occuparvi delle vostre cose e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato,
12 affinché vi comportiate onestamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nulla.

Ecco una triplice esortazione, dice Paolo, a lavorare per guadagnarvi da vivere. Prima di tutto, dice, fate in modo che la vostra ambizione sia quella di condurre una vita tranquilla, cosa che non potete fare se non lavorate in una vocazione.

Cercare diligentemente, può anche essere tradotto fatene la vostra ambizione, fissate il vostro obiettivo, sforzatevi seriamente, cercate strenuamente di Vivere in pace. Pace è una parola usata nelle Scritture per riposo, silenzio dopo il discorso, cessazione della discussione, riposo dal lavoro. Denota tranquillità di vita.

E dice, fatene la vostra ambizione, fissate il vostro obiettivo, sforzatevi seriamente, lavorate strenuamente nella vostra vocazione per avere una vita tranquilla. Come si può ottenere una vita tranquilla, una vita pacifica non frenetica, dove potete riposare, lavorare e trovare appagamento? Lavorate sei giorni e riposatevi un giorno, il primo giorno della settimana.

Siate diligenti in una vocazione lavorativa o in una serie di vocazioni nella vostra vita. Comprendete, e questa è una cosa difficile per me e sono sicuro che lo è anche per voi, capite che Dio ha dato a ognuno di noi tutto il tempo di cui avremo mai bisogno per fare tutto ciò che dobbiamo fare. Avete mai pensato che 24 ore in un giorno non sono abbastanza per voi? Beh, questa è una nozione peccaminosa. So che è un peccato per cui devo chiedere perdono. E vivete una vita tranquilla lavorando per la gloria di Dio invece di preoccuparvi di cosa succederà dopo. E quando lavorate invece di preoccuparvi, la pace di Dio che supera ogni intendimento custodirà la vostra anima. Quindi sforzatevi strenuamente di vivere una vita tranquilla lavorando in una vocazione.

In secondo luogo, occupatevi degli affari vostri. Ho un amico nel sud-ovest della Virginia che è andato a caccia di scoiattoli. E quello che si fa quando vai a caccia di scoiattoli è trovare un posto dove sedersi nel boschetto di noci e aspettare che gli scoiattoli tornino fuori. Quindi c’erano le vecchie fondamenta di una casa che erano lì da generazioni. Non c’era mai stata una casa lì, solo delle fondamenta per generazioni. E il mio amico si sedette sul gradino di quella casa ad aspettare che gli scoiattoli uscissero. E così mise le mani a terra per sistemarsi in modo comodo.

Sentì qualcosa di freddo e liscio sotto la mano. Così si chinò e tirò fuori una Continental. Ora, una Continental è una moneta da un dollaro in peltro coniata ai sensi degli Articoli della Confederazione prima che la Costituzione degli Stati Uniti diventasse la Costituzione degli Stati Uniti.

Credo abbiate sentito che una delle ragioni per cui gli Articoli della Confederazione crollarono, fu l’inflazione. I Continental erano di peltro, non di oro e argento. E credo avrete sentito il vecchio detto: Non me ne frega un Continental.

Bene, ecco cos’è un Continental. Bene, ho visto questa moneta. E sapete qual era il motto nazionale inscritto su questa Continental? “Fatevi gli affari vostri”.

Ora, cosa intendeva Paolo quando diceva: occupatevi delle vostre cose, fatevi gli affari vostri?  intendeva due cose. Badate al vostro lavoro. Badate a quello che state facendo. Non lasciate che la vostra mente divaghi. Siate concentrati sulla vostra vocazione.

E in secondo luogo, non intromettetevi negli affari degli altri.

E poi la terza esortazione è: lavorate con le vostre mani. Ora, questa è una bella affermazione nella cultura greca, dire: Se vuoi piacere a Dio, lavora con le tue mani, perché l’atteggiamento greco era che solo gli schiavi facevano lavori manuali, che gli uomini liberi non si sarebbero abbassati a fare tali cose. Era troppo degradante.

E qui ancora una volta, i cristiani si rifiutarono di prendere i loro standard dalla loro cultura. I loro standard erano plasmati dalla Parola di Dio. Non c’è niente di sbagliato o ignobile o degradante o basso o umile nel lavoro, e specialmente nel lavorare con le nostre mani. Come avrebbero potuto i seguaci di un falegname avere un concetto basso del lavoro manuale?

E poi vi dà due ragioni per lavorare e guadagnarvi da vivere, anche con le mani. Nel versetto 12,

12 affinché vi comportiate onestamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nulla.

Lavorate sodo, vivete una vita tranquilla, vivete per piacere a Dio.

Fate la volontà di Dio. Perché? Perché il mondo sta guardando. E un credente nel Signore Gesù Cristo deve sempre, sempre, in tutto ciò che fa, tenere a mente l’impatto della sua condotta su coloro che lo circondano e che sono senza fede.

Andiamo a 2 Tessalonicesi capitolo 3 e notiamo cosa dice Paolo nell’ultima parte dei versetti dal 10 al 12.

10 Infatti, anche quando eravamo tra di voi, vi ordinavamo questo: se qualcuno non vuol lavorare neppure mangi.

A proposito, quell’ultima frase, neppure mangi, non è un’affermazione di fatto. Non è un indicativo. È un imperativo. Non fatelo mangiare. Non dategli da mangiare. Se non vuole lavorare e può lavorare, non dategli un pezzo di pane.

11 Sentiamo infatti che vi sono alcuni fra di voi che camminano disordinatamente, non facendo nulla, ma occupandosi di cose vane.
12 Or a tali ordiniamo, e li esortiamo nel Signor nostro Gesú Cristo, che mangino il loro pane lavorando quietamente.

Questa è la prima ragione per cui dovete lavorare sodo nella vostra vocazione. Il mondo vi sta guardando, e come Cristiani voi lo tenete da conto.

La seconda parte è nell’ultima parte di quel versetto: “e non abbiate bisogno di nulla”. Ora, quella frase può essere tradotta in diversi modi. Può significare non essere nel bisogno, non avere bisogno di nulla o non avere bisogno di nessuno.

Ora, con questo non sta raccomandando uno stile di vita isolazionista, e Paolo non sta contraddicendo ciò che ha insegnato altrove sull’interdipendenza e il bisogno reciproco dei membri nel corpo di Cristo. Sta semplicemente sottolineando che ci sono persone nella chiesa che potrebbero lavorare ma che non lavorano perché sanno che i loro fratelli generosi e laboriosi si prenderanno cura di loro per amore e carità. E dice, in sostanza, non siate parassiti. Quindi, ecco, vivere e guadagnarsi da vivere e non dipendere dai fratelli quando non è necessario è un’espressione di amore fraterno.

Bene, prendiamoci gli ultimi 10 minuti per elaborare alcune implicazioni pratiche di queste cose, in particolare due aree. Una teologia della sessualità e una teologia del lavoro.

Sono interconnessi in molti modi. Per esempio, una persona che non lavora, quando potrebbe lavorare, cercherà di liberare la propria energia sessualmente in modi immorali. E il prerequisito per essere un buon marito, per far sentire sicura la propria moglie, è essere un buon lavoratore, padroneggiando la propria vocazione.

Quindi sono interconnessi. Comprendere una visione biblica della sessualità umana aiuta ad astenersi dall’immoralità. La nostra sessualità è radicata nell’immagine di Dio.

Dio creò l’uomo a sua immagine. A immagine di Dio, lo creò maschio e femmina li creò.

Il punto è che queste potenti pulsioni sessuali non sono peccaminose. Sono state impiantate in noi dal nostro creatore affinché possiamo godere di relazioni intime come fa lui all’interno del patto e nella sua vita trinitaria. E così possiamo essere creativi come lui è creativo. E usa la nostra sessualità per impressionarci con l’unità delle nostre vite come esseri spirituali e fisici nel patto matrimoniale. Quindi queste pulsioni sessuali sono buone. Dio ce le ha date.

E il matrimonio, ci è stato anche dato come l’unica condizione stabilita da Dio per il godimento e la soddisfazione di questi desideri e impulsi sessuali. 1 Corinzi 7 dice che è bene per un uomo non toccare una donna, ma a causa delle immoralità, che ogni uomo abbia la propria moglie e che ogni donna abbia il proprio marito. Quindi questo è buono. E Dio ci ha dato il matrimonio dentro al quale devono essere espressi questi desideri sessuali. E devono essere governati non dall’impulso o dal sentimento o dalla pressione dell’ambiente sociale. Ora il mondo vi dirà che questo renderà tutto così finto e così falso.

Quando hai un impulso, segui l’impulso. Quando hai un sentimento, segui il sentimento. Ma cosa dice invece il cristiano? Il cristiano dice che l’espressione dei desideri sessuali è una scelta razionale basata sulla parola di Dio.

Più sono coinvolte le emozioni, più è difficile fare quella scelta razionale basandola sulla parola di Dio. Ed è per questo che è molto pericoloso lasciarsi coinvolgere emotivamente da un non credente o anche da uno che è credente da poco. John Murray ha detto:

In breve, l’ingresso nello stato matrimoniale deve essere per il credente non un atto di impulso cieco e impetuoso, ma un atto dettato da una decisione razionale e deliberata alla luce del criterio con cui Dio ci consente di giudicare il dono che Dio ci ha dato o il dono che Dio ci ha negato.

L’espressione e la soddisfazione sessuale non sono determinate da una reazione involontaria agli stimoli fisici. “Semplicemente non riuscivo a resistere”. Non credeteci mai.

Ma l’espressione e la soddisfazione sessuale devono essere regolate dal principio che governa tutta la vita: Piace a Dio? Ho sicuramente voglia di andare a letto con questa persona, ma farà piacere a Dio? Ho una grande attrazione fisica per questa persona. Voglio sposarla, ma fa piacere a Dio? Se non fa piacere, mi controllo.

La sessualità coniugale è un dono rinfrescante, ricreativo, rinvigorente, piacevole, intimo, amorevole e prezioso del nostro amorevole creatore e salvatore per il nostro godimento e la nostra santificazione. Dio dovrebbe essere spesso lodato per questo. Ci è stata data perché sia un’espressione del nostro essere totale che afferma e celebra la nostra rinnovata umanità in Cristo. Fuori da quel matrimonio e da quel legame, è una cosa brutta, distruttiva e perversa.

Che dire di una teologia del lavoro? Chi è stato il primo lavoratore nella Bibbia? La prima persona a svolgere un lavoro nella Bibbia? Dio, giusto? Dio ha creato il mondo.

E poi il lavoratore successivo è Adamo con Eva perché sono fatti a immagine di Dio. E quindi vedete, c’è un collegamento importante tra come una persona vede Dio, come vede il lavoro e come vede se stessa. Il lavoro non è un risultato della caduta. Non è una maledizione. Dio diede ad Adamo del lavoro da fare, persino del lavoro manuale, prima che avvenisse la caduta. Fu una grande benedizione.

Quando un uomo lavora in un mestiere significativo sotto la benedizione di Dio, si sente più uomo. Si sente più sicuro nel suo stato di capofamiglia. Si sente più sicuro come membro della società e come uomo davanti a Dio.

L’uomo è stato creato per lavorare perché Dio lavora. Il lavoro è centrale nella creazione dell’uomo per il compimento del suo mandato. Ora pensate a voi stessi, uomini.

Quando incontrate un altro uomo a cena o qualche altra situazione e avete superato tutte le formalità di rito e le aperture come da galateo e tutto il resto, qual è la prima domanda davvero importante che fate al tizio per conoscerlo?

“Cosa fai nella vita?”

Ora, fratelli, c’è un mondo di teologia dietro a questo. Che le persone ancora oggi chiedano questo è un residuo di una vecchia cultura biblica puritana. Sebbene sia diluito perché c’era una domanda che seguiva cosa fai nella vita? E cioè, dove vai in chiesa? In cosa credi? Così che un uomo è identificato dalla sua fede e dal suo lavoro.

E torniamo alla questione del lavoro manuale. Adamo era la corona della creazione e tuttavia non credeva che fosse al di sotto della sua dignità fare lavori manuali. È importante tenerlo a mente mentre viviamo in una cultura molto simile a quella greca che tende a sottovalutare la dignità del lavoro manuale.

Nel corso della vostra vita e della mia, l’economia, la cultura, la moralità e la vita cristiana in generale hanno sofferto molto a causa della mancata comprensione della nobiltà del lavoro manuale. Molti giovani avrebbero potuto essere salvati dalla catastrofe della rovina finanziaria, morale e religiosa se i loro genitori, la chiesa e la scuola avessero  loro insegnato la dignità e il valore del lavoro manuale, anziché vederlo come qualcosa di cui vergognarsi. Non sarebbero stati costretti a perseguire vocazioni per le quali non erano dotati e per le quali non avevano alcun vero interesse.

Le culture radicate nella cultura classica dell’antica Grecia pagana e di Roma hanno sempre guardato dall’alto in basso il lavoro manuale. Lasciatemi citare Aristotele. Egli disse: La vita di un lavoratore o di un artigiano era una vita priva di nobiltà e ostile alla perfezione del carattere.

L’Illuminismo peggiorò le cose nel 1700, rendendo il lavoro incentrato sull’uomo. Vi ricordate di Adam Smith? Tutti i conservatori conoscono Adam Smith e il suo libro molto influente: La ricchezza delle nazioni. Quel libro iniziava con la premessa che: Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che dobbiamo aspettarci il nostro pranzo, ma dalla cura che essi hanno per il proprio interesse

Questo è ben lontano dal Catechismo Breve, non è vero? La prima domanda è che il fine principale dell’uomo è glorificare Dio e godere di Lui per sempre. E poi arriva Marx. In pieno delirio darwinista Per Marx, il lavoro è l’attività fondamentale attraverso cui l’essere umano trasforma la natura e se stesso, ma sotto il malvagio capitalismo diventa una forma di alienazione e sfruttamento.

Max Weber nel 1930 scrisse un libro intitolato L’etica protestante e lo spirito del capitalismo e il titolo è il tema del suo libro, ovvero che lo spirito del capitalismo è radicato nell’etica protestante e quindi, basandosi sul libro di Weber la gente dice: ecco su cosa si basa l’etica protestante. E la verità è  invece l’opposto.

Leggete i Riformati, la verità è che l’erosione dell’etica protestante e gli stereotipi sul lavoro presi da Weber 1) dovrebbe assolutamente assorbire tutto il nostro tempo. 2) L’interesse personale è la motivazione per il lavoro. 3) Arricchirsi è l’obiettivo della vita. 4) Le persone possono avere successo mediante i propri sforzi. 5) La ricchezza è sempre un segno sicuro del favore di Dio e della salvezza di una persona. 6) E l’etica protestante approva tutti i tipi di concorrenza spietata negli affari.

Queste sei fallacie sono quasi l’opposto di ciò che i protestanti e i puritani originali insegnavano e praticavano. E solo quando l’era moderna ha rimosso l’antico contesto teologico biblico e calvinista, l’etica del lavoro protestante ha acquisito questi tratti non cristiani. Quindi, cosa hanno insegnato i riformatori e i puritani originali sul lavoro? Molto semplice.

Il lavoro significativo è virtuoso. Vi fa bene. Non perché è meritorio, ma perché è l’imitazione di Dio. È il vostro dovere morale. E la diligenza nel lavoro è una virtù primaria nella vita cristiana. In secondo luogo, per il cristiano l’ozio e la pigrizia sono da disprezzare. Cotton Mather e i primi puritani del New England lo dissero. Per coloro che si abbandonano all’ozio, il comando espresso di Dio per noi è che dovremmo lasciarli morire di fame.  E il libro dei Proverbi ha molto da dire sulla pigrizia.

Terzo, tutti i tipi legittimi di lavoro hanno santità e dignità. Una delle cose che i Riformatori hanno scartato è stata questa antica visione tra il sacro e il profano. Alcune aree della vita sono sacre, le altre aree della vita sono profane, secolari. I Riformatori dissero: NO! Tutta la vita è sacra. Tutta la vita deve essere vissuta per la Signoria di Cristo. Tutta la vita deve essere vissuta secondo il piacere di Dio. E quindi, tutti i tipi legittimi di lavoro hanno santità e dignità. Sentite cosa ha detto Martin Lutero:

Sembra una cosa da poco quando una serva cucina, pulisce e fa altri lavori domestici, ma poiché il comando di Dio è lì, anche un lavoro così piccolo deve essere lodato come un servizio a Dio, che supera di gran lunga la santità e l’ascetismo di tutti i monaci e le monache.

Amo ciò che disse William Tyndall: Se guardiamo esternamente, c’è una differenza tra lavare i piatti e predicare la Parola di Dio. Ma per quanto riguarda il piacere a Dio, non c’è alcuna differenza.

In quarto luogo, i puritani e la Bibbia insegnavano che la chiamata di Dio alla fede e alla salvezza, quando Dio ci chiama fuori dalle tenebre alla luce, include chiamate particolari che consistono in lavori e compiti specifici che Dio ci impone nel corso della vita quotidiana. Ciò significa che ogni cristiano non ha una sola vocazione.

Abbiamo una varietà di vocazioni tutte allo stesso tempo. Sono tutte vocazioni. Ecco cosa significa la parola vocazione, chiamata.

Alcuni sono chiamati a essere genitori. Alcuni sono chiamati a essere mariti o mogli. Alcuni sono chiamati a essere studenti.

Alcuni sono chiamati a essere dottori, o qualcosa del genere. Alcuni sono chiamati a essere anziani. Alcuni sono chiamati anche a essere funzionari eletti.

Abbiamo ogni tipo di chiamate in questa chiamata di Dio fuori dalle tenebre  alla salvezza. E questo significa che tutto il nostro lavoro è amministrazione dei doni di Dio. Che tutto ciò che facciamo dobbiamo farlo con tutto il nostro cuore al meglio delle nostre capacità, non pigramente.

Dobbiamo fare il nostro lavoro come un atto di obbedienza e servizio a Dio. Cosa disse Paolo in Colossesi? È il Signore Cristo che servi. E il risultato di questa dottrina delle nostre vocazioni è  contentezza e senso di scopo.

Ci sono pochissime cose nella vita che danno soddisfazione come andare al lavoro e fare il proprio dovere e sfinirsi e farlo per la gloria di Dio e poi tornare a casa stanchi e contenti con un senso di realizzazione. Oggi ho fatto ciò per cui Dio mi ha creato. Oggi ho fatto ciò che Dio ha predestinato che io facessi da tutta l’eternità. Questo è un atteggiamento assai diverso dall’andare a lavorare per pagare le bollette.

Martin Lutero disse questo:

Nulla è davvero terribile, ma diventa dolce e tollerabile se so che sta compiacendo Dio.

Quinto, il lavoro è servizio a Dio, alla famiglia, alla chiesa, e alla società in senso ampio. Lo scopo del lavoro non è solo per il mio bene, non è solo per auto-soddisfazione; il lavoro glorifica Dio e beneficia tutta l’umanità.

Uno dei grandi puritani, William Perkins disse questo: Lo scopo principale dell’uomo è servire Dio servendo l’uomo lavorando nella nostra vocazione. Qualcuno potrebbe dire: Ma non dobbiamo forse lavorare nella nostra vocazione per mantenere la nostra famiglia?

Rispondo:  ovviamente questo deve essere fatto ma questo non è lo scopo e il fine della nostra vita. Il fine principale della nostra vita è fare servizio a Dio servendo l’uomo.

Sesto, il lavoro deve essere moderato dal riposo.

Proprio come i pigri si siedono contro Dio i maniaci del lavoro si levano contro Dio. E questo è particolarmente vero quando il lavoro eccessivo è motivato da un desiderio smodato di beni mondani, ricchezza materiale e prosperità.

Settimo, fondamentale per un lavoro significativo e soddisfacente è la comprensione che esso promuove il nostro mandato a esercitare il dominio divino sulla terra sotto Dio.

Vedete in Genesi 1:28, Dio ci chiama a sottomettere la terra e ad esercitare su di essa un dominio divino, cioè a usare tutte le nostre vocazioni e tutti i nostri doni e tutti i nostri talenti e tutte le risorse della creazione per costruire su questo pianeta culture che glorifichino Dio lungo le nostre generazioni. E quindi lavoriamo duramente nelle nostre vocazioni perché sappiamo che quel lavoro nelle nostre vocazioni ci avvicina di un passo all’esercizio del dominio divino da parte dei cristiani su tutta la vita.

Adesso fatemi dire perché ho letto Atti 17 all’inizio del nostro sermone. Ora potete vedere dopo questo sermone perché questa città greca di Tessalonica ha reagito così violentemente alla predicazione di Paolo, gettò persone in prigione, impazzendo di rabbia.

Paolo stava chiedendo che le persone prendessero sul serio Gesù Cristo e la Bibbia come Parola di Dio in ogni aspetto della vita. Tutta la vita, diceva, deve essere vissuta in sottomissione e obbedienza sotto la Signoria universale di Cristo e secondo le direttive e le promesse della Parola di Dio o perire sotto la sua ira. Tutta la vita deve essere incentrata su Dio, orientata su Dio, diretta su Dio in modo che in tutto ciò che l’uomo fa, lo faccia per il piacere e la gloria di Dio e non per il proprio piacere.

La volontà di Dio per la vita dell’uomo è la santificazione dell’uomo, ovvero la consacrazione di se stesso, della sua società e di tutte le istituzioni della società a Dio perché siano governati dalla sua legge. L’uomo deve astenersi da tutte le forme di attività sessuale illecita come definite da Dio nella Bibbia o subire le conseguenze da Dio, dalla famiglia, dalla chiesa e dallo stato. La vita deve essere vissuta al servizio dell’umanità e non semplicemente per l’auto-avanzamento o l’auto-conservazione.

Le nostre vite devono essere vissute in modo generoso e altruista nel nostro amore e servizio agli altri come lo fu la vita di Gesù. Dobbiamo lavorare sodo in tutte le nostre vocazioni come cristiani per sottomettere la terra ed esercitare su di essa un dominio divino e liberatorio, facendo la nostra parte per creare una civiltà per i nostri figli che sarà genuinamente e completamente cristiana e quindi piena di gioia, prosperità, sicurezza, piena di libertà e giustizia per tutte le persone sotto la benedizione di Dio. Quando le persone malvagie di Tessalonica sentirono questo, reagirono violentemente e trascinarono in tribunale alcuni uomini e donne cristiani, facendoli arrestare, urlando contro di loro in modo da non  sentire la loro risposta.

E qual era l’accusa contro questi cristiani? Cosa rendeva queste persone così violente nella loro reazione alla predicazione del vangelo di Cristo? Cosa sconvolgeva le folle? Per usare le loro stesse parole: Questi uomini che hanno messo sottosopra il mondo sono venuti anche nella nostra città. Agiscono tutti in sfida a Cesare, dicendo che c’è un altro re, un tale Gesù.

E qual è la nostra risposta alla nostra cultura quando ci muovono queste accuse? “Colpevoli come da accusa”, se non per l’aspetto esagerato e inventato di quelle accuse che implicano che siamo rivoluzionari senza legge e razzisti e simili. Vi chiedo, amati, siete colpevoli di queste cose agli occhi della nostra cultura? Siete colpevoli di mettere sottosopra questa cultura e dichiarare che c’è un altro re in opposizione a Cesare? La risposta della nostra cultura a voi e a me, che siamo colpevoli di queste cose, è simile a quella dei Tessalonicesi?

Avete ricevuto “The Creative Loafing” (il settimanale della città) di questa settimana? Spero di no, perché è una fogna. Prima pagina, America: la teocrazia.  Sottotitolo: America la teocrazia, una banda di predicatori influenti prega per il potere di governare l’America. Per chi non è d’accordo, hanno la soluzione. La lapidazione.

Siete qui anche voi.

Voglio dire, ci sono una, due, tre, quattro, dieci pagine su di voi. Deformate, distorte, pervertite, calunniose, ma queste riguardano voi. I Tessalonicesi hanno di nuovo mosso accuse contro di voi.

Non contro ogni cristiano dichiarato. Ci sono molti cristiani che non ci sono qui, ma voi ci siete. Se prendete Cristo e la sua Bibbia sul serio in ogni ambito della vita, e siete evangelisti nel pressare le rivendicazioni di Cristo su questa società occidentale, allora, amati, siete visti come nemici della libertà e della giustizia. Siete totalmente fuori rotta con la direzione che la nostra cultura è determinata ad intraprendere, con il suo impegno a seguire il suo cuore malvagio indipendentemente da Dio, e quindi, come in questo caso, voi e io veniamo collegati alla tirannia, alla dittatura, ad Adolf Hitler, al razzismo, al bigottismo e a tutte le altre minacce brutte e pericolose alla vita come la vogliono loro. E quindi, qual è oggi il nostro messaggio alla nostra città  e a questi creativi del giornale? Avete ragione su alcune cose. Siamo venuti qui per mettere la città sottosopra. Noi resistiamo alla tirannia invadente delle nostre istituzioni politiche. Cerchiamo di bandire ogni forma di immoralità sessuale come definita da Dio nella Bibbia. Cerchiamo di prosciugare l’ozio e la pigrizia e di creare, per grazia di Dio, una città segnata dall’amore per Cristo e dall’amore per tutti i popoli.

Perché? Perché c’è un altro Re,  Gesù.

Preghiamo:

Ti ringraziamo per il nostro Re, o Signore. Ti ringraziamo per la comunione delle sue sofferenze, essendo resi conformi alla sua morte. Ti ringraziamo per ciò che ci hai chiamato a essere e a fare. Aiutaci a farlo con tutto il nostro cuore come al Signore, non appoggiandoci al braccio della carne, ma camminando nella luce della Parola di Dio e appoggiandoci alla forza dello Spirito Santo. E aiutaci a essere fedeli, qualsiasi cosa succeda. Per amore di Gesù. Amen.


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