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Lezione 39: Zaccaria

Il vangelo secondo Zaccaria

La nostra lezione dalla Scrittura di oggi è tratta dal libro di Zaccaria, il penultimo libro dell’Antico Testamento.

Prima di farlo, alziamoci in piedi per la preghiera e per la lettura della sua parola.

Veniamo a te oggi, o Signore, riconoscendo la nostra totale dipendenza da questa parola per direzione e potenza. Abbiamo bisogno di entrambi. Abbiamo bisogno di essere guidati su quale sia la tua volontà per noi. Abbiamo bisogno della potenza per farla. Preghiamo che tu ci dia entrambe le cose durante la lettura e la predicazione della tua parola per amore di Gesù. Amen.

Zaccaria capitolo 1.

1 Nell’ottavo mese del secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta a Zaccaria, figlio di Berekiah, figlio di Iddo, il profeta, dicendo:
«L’Eterno è stato grandemente adirato contro i vostri padri.
Perciò di’ loro: Cosí dice l’Eterno degli eserciti: Tornate a me, dice l’Eterno degli eserciti, e io tornerò a voi», dice l’Eterno degli eserciti.
«Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti del passato hanno proclamato, dicendo: “Cosí dice l’Eterno degli eserciti: Convertitevi dalle vostre vie malvagie e dalle vostre malvagie azioni”. Ma essi non diedero ascolto e non prestarono attenzione a me», dice l’Eterno.
«I vostri padri, dove sono? E i profeti vivono forse per sempre?
Ma le mie parole e i miei statuti che avevo affidato ai miei servi, i profeti, non raggiunsero forse i vostri padri? Cosí essi si convertirono e dissero: “Come l’Eterno degli eserciti aveva stabilito di compiere nei nostri riguardi, in base alle nostre vie e alle nostre azioni, cosí egli ci ha fatto.”»
Il giorno ventiquattro dell’undicesimo mese, che è il mese di Scebat, nel secondo anno di Dario, la parola dell’Eterno fu rivolta a Zaccaria, figlio di Berekiah, figlio di Iddo, il profeta, dicendo:
Di notte ebbi una visione; ed ecco un uomo, montato su un cavallo rosso, stava fra le piante di mirto in un fossato profondo, e dietro a lui c’erano cavalli rossi, sauri e bianchi.
Io domandai: «Mio signore, che significano queste cose?». L’angelo, che parlava con me mi rispose: «Io ti farò vedere ciò che esse significano».
10 Allora l’uomo che stava fra le piante di mirto prese a dire: «Questi sono quelli che l’Eterno ha mandato a percorrere la terra».
11 Cosí essi risposero all’angelo dell’Eterno che stava fra le piante di mirto e dissero: «Abbiamo percorso la terra, ed ecco tutta la terra è in riposo e tranquilla».
12 Allora l’angelo dell’Eterno prese a dire: «O Eterno degli eserciti, fino a quando continuerai a non avere compassione di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei stato adirato durante questi settant’anni?».
13 Quindi all’angelo che parlava con me, l’Eterno rivolse parole buone, parole di conforto.
14 Cosí l’angelo che parlava con me mi disse: «Grida e di’ Cosí dice l’Eterno degli eserciti: “Io sono grandemente geloso di Gerusalemme e di Sion;
15 ma sono grandemente adirato con le nazioni che vivono nell’agiatezza, perché, quando mi ero un poco adirato, esse contribuirono ad aggravare il male”.
16 Perciò cosí dice l’Eterno: “Io mi volgo di nuovo a Gerusalemme con compassione; il mio tempio vi sarà ricostruito, dice l’Eterno degli eserciti, e la corda sarà stesa su Gerusalemme”.
17 Grida ancora e di’ “Cosí dice l’Eterno degli eserciti: Le mie città traboccheranno ancora di beni; l’Eterno consolerà ancora Sion e sceglierà ancora Gerusalemme”».
18 Poi alzai gli occhi, guardai ed ecco quattro corna.
19 Io domandai all’angelo che parlava con me: «Che cosa sono queste?». Egli mi rispose: «Queste sono le corna che hanno disperso Giuda, Israele, e Gerusalemme».
20 Poi l’Eterno mi fece vedere quattro fabbri.
21 Io domandai: «Che cosa vengono a fare costoro?». Egli rispose e disse: «Queste sono le corna che hanno disperso Giuda, cosí che nessuno poteva alzare la testa, ma questi fabbri vengono per spaventarle, per abbattere le corna delle nazioni che hanno alzato il loro corno contro il paese di Giuda per disperderlo».

Potete sedere ma vi esorto a tenere aperta la vostra Bibbia su Zaccaria.

Il libro di Zaccaria è pittoresco, per usare un eufemismo. È pieno di immagini simboliche, alcune delle quali difficili da capire se non si ha una conoscenza della teologia di base e della storia dell’Antico Testamento.

Ma anche se il libro è pieno di figure retoriche e di immagini, spiega alcune delle verità fondamentali del cristianesimo. Infatti, ci sono tre domande a cui il libro di Zaccaria risponde più di ogni altra cosa.

La prima è: quali sono le conseguenze dell’essere uniti a Gesù Cristo per fede? Questo è il punto dei primi sei capitoli. Quali sono le conseguenze dell’essere uniti a Gesù Cristo per fede?

La seconda domanda, che è l’oggetto dei due capitoli successivi, capitoli 7 e 8, è: cosa significa essere un membro del patto di Dio? Oppure, qual è la relazione tra questo legame pattizio che abbiamo con Dio e il pentimento dei nostri peccati?

E ​​poi il resto del libro, che è capitoli da 9 a 14, risponde a questa domanda: come dobbiamo vedere il futuro della vita su questo pianeta? Più particolarmente, come dobbiamo vedere il futuro della chiesa del Signore Gesù Cristo? Ci sono molte visioni qui, molte profezie. E le parole e le immagini in queste visioni e profezie sono fantasmagoriche. E tuttavia, questo libro è pieno di verità pratiche per vivere la vita cristiana.

È molto simile al libro dell’Apocalisse, l’ultimo libro della Bibbia. Non c’è nessun libro nell’Antico Testamento che sia simile al libro di Zaccaria, ed è paragonabile solo al libro dell’Apocalisse. Infatti, molte delle immagini usate nel libro dell’Apocalisse sono state prese direttamente dal libro di Zaccaria.

Quindi potete fare molta strada nella comprensione dell’ultimo libro della Bibbia se capite i punti principali del libro di Zaccaria. Le figure retoriche, le immagini di Zaccaria non sono così complesse come quella dell’Apocalisse o di Ezechiele, ma sono concise e vanno dritte al punto. E parlano di cose come un uomo tra alberi di mirto, quattro corna e quattro fabbri, un filo a piombo, un muro di fuoco, un rimprovero di Satana, candelabri d’oro e lo Spirito Santo, un rotolo volante, una donna in un cesto, in un efa.

Tutte queste cose insegnano verità cristiane molto pratiche. Infatti, le principali enfasi del libro dell’Apocalisse sono le enfasi del libro di Zaccaria, principalmente quattro. Il focus di entrambi i libri è su Gesù Cristo vivente ed esaltato e sulla sua relazione con la chiesa.

Proprio come l’Apocalisse, il libro di Zaccaria mette in guardia dal giudizio di Dio, sia sull’apostasia all’interno della chiesa che sulla tirannia da parte delle nazioni che opprimono la chiesa.

In terzo luogo, entrambi i libri mettono in luce la natura trionfante del regno di Cristo su ogni opposizione. E come il libro dell’Apocalisse, lo scopo del libro di Zaccaria è di incoraggiare il popolo di Dio al pentimento e a perseverare nella fedeltà di fronte ai tempi difficili e di fronte alla grave tentazione.

Zaccaria sottolinea in modo particolare questo punto insegnandoci che Dio ci incoraggia, ci benedice e ci rassicura del suo amore per noi solo quando ci pentiamo veramente e sinceramente dei nostri peccati. Il pentimento è un punto importante nel libro di Zaccaria. Arriva in momenti strategici.

Infatti, il libro si apre con un invito al pentimento. I primi sei versetti possono essere riassunti lì nel terzo versetto. Dio dice: Tornate a me, allontanatevi da questi peccati che egli elenca e io tornerò a voi.

E poi più avanti nel settimo e ottavo capitolo del libro, entra nei dettagli spiegando cos’è il vero pentimento. E poi dà un ultimo commovente promemoria dell’importanza del pentimento nel capitolo nove dove profetizza minuziosamente la distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani nel 70 d.C. a causa del loro mancato pentimento. Ora guardate indietro ai primi sei versetti.

Questo prepara il terreno per il resto del libro. Egli sottolinea i peccati di cui Israele è colpevole. Li chiama al pentimento e noi impariamo queste cose da quei sei versetti.

Dio è adirato con le persone che fanno le cose che Israele faceva e che egli sottolinea in questi versetti. Coloro che trascurano il tempio, coloro che trascurano i servizi di adorazione di Dio e coloro che dedicano la loro vita all’acquisizione di agi, ricchezza e cose materiali piuttosto che fare della gloria e dell’onore di Dio lo scopo principale della loro vita. Vediamo qui che questa chiamata al pentimento è un atto di grazia.

Voglio dire, ci avete mai pensato? Quando le persone sono in ribellione contro Dio e sono indifferenti verso i requisiti di Dio sulla loro vita e trattano l’adorazione di Dio con disprezzo e tutto ciò che vogliono è sempre più cose. Perché Dio non le distrugge e basta? Voglio dire, perché non manda semplicemente il fuoco e non li brucia, noi, dalla faccia della terra? Perché è un Dio di grazia. E così ogni volta che Dio si ferma e non ci distrugge ma ci chiama al pentimento e ci dà l’opportunità di pentirci, è perché è un Dio misericordioso, amorevole e pieno di grazia. E così vediamo che inizia con questa misericordiosa chiamata al popolo di Dio a pentirsi.

Dio potrebbe distruggerli ma non lo fa perché vuole che magnifichino la sua misericordia. E vedete cos’è il pentimento e cosa significa in questo libro. Lì, nel versetto 3, è detto con precisione, è definito come ritorno.

Pentimento significa tornare a Dio affinché lui ritorni a te. Ritornare a Dio presuppone che lo abbiate lasciato, che non siate d’accordo con lui, che la comunione sia stata interrotta, che stiate camminando in una direzione opposta a quella in cui sta andando Dio. E ora sta avendo luogo il pentimento e vi siete voltati e siete tornati a Dio e ora state camminando con Dio nella stessa direzione in cui sta camminando Lui.

E nella Bibbia, quella parola pentimento, ha in sé due idee. Una è il ripudio di ogni peccato e la seconda è la sottomissione di noi stessi a tutta la volontà rivelata di Dio che si trova nella Sacra Scrittura. Ecco cos’è il pentimento.

Il ripudio di qualsiasi tipo di vita che stavamo vivendo prima di questo punto, in particolare quei peccati che stavano facendo cadere su di noi la condanna di Dio e ci stavano minacciando di giudizio. Allontanarci da quelli in particolare e sottometterci a qualunque cosa Dio ci richieda nella sua legge, nelle pagine della Sacra Scrittura. Queste sono le due parti del pentimento.

Il pentimento non significa, sapete, semplicemente smettere di bere così tanto, smettere di masticare tabacco, smettere di sniffare tabacco da fiuto. Il pentimento è una cosa molto più grande di questo. Il pentimento può includere alcune di queste cose, ma la cosa più importante è il ripudio di qualsiasi cosa steste vivendo prima di tornare e la vostra sottomissione a un modo di vivere completamente nuovo.

Ora, ciò che questo significa, amati, è che si può dire che al centro della vita cristiana c’è il perfezionamento del pentimento. Questo è essenziale per la nostra vita. Questo è ciò che dovremo fare ogni giorno.

Faremo altre cose, ovviamente, ma cercheremo sempre di pentirci in modo più efficace di quanto abbiamo fatto ieri. Perché, voglio dire, dopo tutto, ieri il nostro pentimento non è stato poi così grande. Abbiamo solo trattato alcune cose superficialmente. Abbiamo trascurato altre cose. Abbiamo sperato che Dio trascurasse altre cose. E così, semplicemente migliorare il modo in cui ci pentiamo dei nostri peccati giorno per giorno è centrale nella vita cristiana.

Ciò significa che un cristiano pregherà sempre questa preghiera. Ascoltatela. È una grande preghiera.

Oh, Dio di grazia, hai imputato i miei peccati al mio sostituto e hai imputato la sua giustizia alla mia anima, rivestendomi di una veste nunziale, ornandomi di gioielli di santità. Ma nel mio cammino cristiano, sono ancora vestito di stracci. Le mie migliori preghiere sono macchiate dal peccato. Le mie lacrime di penitenza sono tanta impurità. Le mie confessioni di errori sono tante aggravanti del peccato. Ho bisogno di pentirmi del mio pentimento. Ho bisogno che le mie lacrime siano lavate. Non ho una veste da portare per coprire i miei peccati, nessun telaio per tessere la mia giustizia. Sono sempre  vestito con abiti sporchi e, per grazia, ricevo sempre un cambio di vesti, perché tu stai sempre giustificando gli empi. Vado sempre in un paese lontano e torno sempre a casa come un figliol prodigo, dicendo sempre, padre mio, perdonami. E tu porti sempre fuori la veste migliore. Lasciamela indossare ogni mattina. Lasciami tornare con essa ogni sera, andare al lavoro quotidiano con essa. Sposarmi con essa. Essere ferito a morte in essa. Stare davanti al grande trono bianco in essa. Entrare nel paradiso in essa, splendente come il sole. Concedimi, o Signore, di non perdere mai di vista l’enorme peccaminosità del peccato, l’enorme giustizia della salvezza, l’enorme gloria di Cristo, l’enorme bellezza della santità, l’enorme meraviglia della grazia. Amen.

Hai mai pregato così? Ho bisogno di pentirmi del mio pentimento.

Centrale per la vita cristiana è il miglioramento del modo in cui ci pentiamo dei nostri peccati. Ora che siamo stati chiamati al pentimento all’inizio del libro, siamo pronti ad apprezzare il vangelo del libro di Zaccaria. Torneremo e dedicheremo la maggior parte del nostro tempo ai primi sei capitoli.

Ricordate di cosa si occupano. Si occupano di spiegare la relazione tra Cristo e la sua chiesa e le conseguenze di tale relazione. E suona molto Nuovo Testamento perché il focus di queste visioni nei primi sei capitoli è sulla nostra unione e comunione con Cristo e sulle conseguenze di tale relazione.

Ma ora passiamo al capitolo sette e otto. Lasciate che vi dia solo un abbozzo sommario del resto del libro. I capitoli sette e otto ci raccontano la relazione tra il patto di Dio e il pentimento.

Cioè, quali sono le richieste che Dio pone a un uomo o a una donna o a un giovane che ha Gesù Cristo come suo Salvatore e che è in comunione con lui? Nei primi sette versetti, ci dice qual è la vera natura dell’adorazione e della devozione religiosa, che seguire i movimenti giusti non è sufficiente se non ci mettiamo il ​​cuore. Poi nei versetti dall’otto al dieci, ci dice come si manifesta la vita del patto. Ecco come si manifesta un cristiano se lo seguissi nella sua vita di ogni giorno.

E leggiamo i versetti nove e dieci.

«Cosí dice l’Eterno degli eserciti: Amministrate fedelmente la giustizia e mostrate ognuno verso suo fratello bontà e compassione.
10 Non opprimete la vedova e l’orfano, lo straniero e il povero, e nessuno macchini nel suo cuore del male contro il proprio fratello.

E poi nei versetti dall’11 al 14, dice che nella vita di un vero cristiano, in qualcuno che è in relazione pattizia con Dio, non può esserci resistenza a nessuna delle richieste della parola di Dio. Questo è l’atteggiamento, la sembianza e la prospettiva del non credente, la persona che subirà il morso del giudizio di Dio; ma una persona che è nel patto con Dio, che ha Cristo come suo Salvatore,  è una persona che non opporrà resistenza a nessuno dei comandamenti di Dio.

Guardate il versetto 11,

11 Ma essi rifiutarono di ascoltare, voltarono ostinatamente le spalle e si turarono gli orecchi per non udire, a differenza dei loro padri, ma si rifiutarono di prestare attenzione e voltarono una spalla ostinata e si tapparono le orecchie per non udire.
12 Resero il loro cuore come il diamante, per non ascoltare la legge e le parole che l’Eterno degli eserciti mandava loro per mezzo del suo Spirito, attraverso i profeti del passato. Cosí ci fu grande indignazione da parte dell’Eterno degli eserciti.
13 E avvenne che come egli chiamava ed essi non davano ascolto, cosí essi hanno gridato e io non ho dato ascolto», dice l’Eterno degli eserciti.

Penso che il versetto 12 spieghi molto sulla nostra cultura, sul perché ci sia così tanta confusione, in effetti, perversione del vangelo sostenuta da molti all’interno della chiesa. E questo perché non riescono ad ascoltare.

Puoi guardarli e spiegare con la massima cautela, attenzione, semplicità, amore, per quanto umanamente possibile, gli elementi fondamentali del Vangelo e loro continuano a intenderli male. E questo perché hanno indurito i loro cuori come il diamante e si rifiutano di mettere in pratica ciò che hanno imparato nella loro vita e, di conseguenza, non riescono più ad ascoltare l’insegnamento chiarissimo della Parola di Dio.

Un paio di piccole applicazioni prima di proseguire.

È solo questo tipo di persona pattizia ad amare la verità e amare la pace e a cercare giustizia, lealtà e fedeltà e ad avere un profondo amore per gli altri membri del patto. È solo quella persona che può godere delle benedizioni di Dio nella sua vita. Ecco di cosa parla il capitolo 8.

Il capitolo 8 è interessante; è diviso in 10 sezioni, 10 parole di rassicurazione dal Dio vivente alla città di Gerusalemme quando sarà diventata la chiesa di Cristo. C’è la promessa del suo ritorno in mezzo a noi verso 3

Cosí dice l’Eterno: «Io ritornerò a Sion e dimorerò in mezzo a Gerusalemme. Gerusalemme sarà chiamata la Città della fedeltà e il monte dell’Eterno degli eserciti, il monte della SANTITA’»

E questa sua presenza attirerà molti popoli e nazioni verso 22

22 Sí, molti popoli e nazioni potenti verranno a cercare l’Eterno degli eserciti a Gerusalemme e a supplicare la faccia dell’Eterno»

le 10 parole di rassicurazione che Dio dà ai cristiani riguardo al suo amore per loro, ma è ai cristiani versi 16 e 17  che manifestano questa vita simile a quella di Cristo che ha descritto nel capitolo 7.

Ora arriviamo ai capitoli dal 9 al 14. Questi sono capitoli emozionanti. Sono una profezia dopo l’altra su ciò che Dio farà in questa terra e alla sua chiesa da ora fino alla seconda venuta del Signore Gesù Cristo.

Voglio dire, se li leggete e ci pensate, vi emozioneranno per il futuro. Vi daranno un ottimismo sul futuro che nessuna tragedia in questa vita può spegnere. E ci sono un paio di cose, e un giorno torneremo e insegneremo l’intero libro di Zaccaria. È così meraviglioso. Ma se lo leggerete questo pomeriggio nei capitoli dal 9 al 14, ci sono due cose che emergeranno più e più volte. La prima è la distruzione di tutti i nemici di Dio e della sua chiesa.

Ripetutamente, Egli sottolinea che uno degli effetti della venuta del Signore Gesù Cristo 2000 anni fa è che tutti i nemici della chiesa di Cristo e di Dio saranno distrutti e nessuno di loro potrà resistere. E la seconda enfasi che si trova ripetutamente in questi versetti è che Dio porterà il suo fedele popolo pentito alla piena prosperità globale. Dio porterà il suo popolo pentito alla prosperità globale e alla piena restaurazione man mano che sempre più persone in tutto il mondo giungeranno alla fede nel Signore Gesù Cristo finché la stragrande maggioranza dell’umanità si inchinerà ai piedi di Gesù.

Queste cose le vedete ripetutamente negli ultimi capitoli dal 9 al 14. Ora, ciò che mi stupisce del capitolo 9 è che qui usa eventi storici per spiegare l’opera del Signore Gesù Cristo nella distruzione dei suoi nemici. Il fulcro ultimo di questo libro, capitolo 9, Zaccaria, l’intero Antico Testamento, è il Signore Gesù Cristo.

Ma l’autore usa eventi storici come tipi e come simboli e come illustrazioni di un conquistatore più grande in Cristo. Infatti, quello che sto cercando di dirvi è che il nono capitolo di Zaccaria è una descrizione accurata della linea di marcia di Alessandro da una città all’altra dopo la battaglia di Isso. Voglio dire, le città che trovate in ​​Zaccaria 9, è l’ordine esatto che Alessandro Magno seguì nella conquista del Medio Oriente.

E poi, vedete una cosa strana lì nel nono capitolo riguardante la distruzione di Tiro. Versi 3 e 4

Tiro si è costruita una fortezza e ha accumulato argento come polvere e oro come fango delle strade.
Ecco, l’Eterno la spodesterà e distruggerà la sua potenza nel mare, ed essa sarà consumata dal fuoco.

Ora è divertente. Dice che ecco come Tiro verrà distrutta.

Verrà annegata e bruciata con il fuoco. Ora, questo è insolito, tranne per il fatto che è esattamente ciò che Alessandro Magno fece a Tiro. Tiro si trovava su una piccola isola al largo della costa orientale del Mediterraneo.

Era su una piccola isola. Ciò che fece Alessandro Magno fu costruire un molo dalla riva all’isola e poi procedere a rimuovere tutte le pietre di fondazione che tenevano l’acqua lontana dalla città di Tiro. Ciò gli rese possibile l’invasione, e dopo che invase e uccise 10.000 persone e ne fece prigioniere 30.000, incendiò la città di Tiro dopo averla fatta affogare. Proprio come ha detto il nono capitolo di Zaccaria, secoli prima che ci fosse un Alessandro Magno.

E così qui, Zaccaria prende questi eventi storici e dice, che per quanto grandi fossero, il Signore Gesù Cristo sarà persino un conquistatore più grande dei suoi nemici. Guardate il versetto nove. Un’altra cosa di Zaccaria che è così grande è che vedete profezie che sono state letteralmente adempiute in Gesù. Guardate nel versetto nove mentre parla di questo grande re conquistatore.

Rallegrati grandemente, o figlia di Sion.

Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e porta salvezza, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina.

Ricordate quella che chiamiamo la Domenica delle Palme, quando Gesù disse ai discepoli, andate a prendere una mamma asina e un puledro, e noi cavalcheremo fino a Gerusalemme. E un asino era una Rolls Royce.

Perché era quello che i re cavalcavano. Gli asini erano per i re. E così quando Gesù ha questo asino, si identifica con la regalità e tutti gettano questi rami di palma a terra e lo acclamano come il figlio di Davide, il grande re atteso da tempo. Poi lo crocifissero una settimana dopo perché non si rivelò il tipo di re che volevano. Ma nonostante ciò, fu un segno di regalità, tranne per il fatto che non cavalcò l’asina, ma il puledro. E quindi ecco anche un segno di umiltà. E  quindi vedete un’immagine del Signore Gesù Cristo.

Poi nel capitolo 10, vedete una profezia della redenzione totale della chiesa di Cristo. Nel capitolo 11, vedete la finalità della chiamata di Dio al pentimento.

Ciò che è sorprendente di questo capitolo è che è una descrizione dettagliata della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nel 70 d.C. da parte dei Romani, secoli prima che avvenisse. Se non avete le Guerre Giudaiche di Giuseppe Flavio nella vostra biblioteca sulla caduta di Gerusalemme, dovete procurarvelo. Giuseppe Flavio era un ebreo anticristiano del primo secolo che ha documentato storicamente tutto ciò che riguardava la caduta di Gerusalemme.

E senza saperlo, ha documentato che tutto ciò che la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, ha profetizzato sulla caduta di Gerusalemme è effettivamente e letteralmente avvenuto. La caduta di Gerusalemme è una delle grandi conferme che la Bibbia è, di fatto, indiscutibilmente la parola di Dio. Ma ora nel descrivere la distruzione di Gerusalemme avvenute 2.000 anni fa, Zaccaria, altri 500 anni prima, tira fuori queste profezie messianiche, tutte queste sono profezie direttamente collegate a Cristo, e Zaccaria fa emergere un lato di Gesù, cioè il Messia, che normalmente non viene enfatizzato oggi. Ora, nel Nuovo Testamento, sappiamo che Gesù ci viene presentato come il buon pastore che ha dato la vita per le sue pecore. Conosce le sue pecore per nome, loro lo seguono.

Bene, ora voglio che notiate che c’è un altro lato di questo pastore. Voglio che usiate la vostra immaginazione, ora non rimanete terrorizzati, non spaventatevi come i bambini piccoli si spaventano. Usate la vostra immaginazione e immaginiate un pastore che in passato amava il suo gregge, si prendeva cura delle sue pecore, le accarezzava dietro le orecchie, che ora prende la sua verga e il suo bastone e le massacra tutte quante.

Bene, diamo un’occhiata. Gesù distrusse Gerusalemme, a proposito, nel 70 d.C. con i suoi eserciti, che erano gli eserciti di Roma. Guardate l’undicesimo capitolo, questo è messianico.

Notate cosa dice questo pastore… Dio sta parlando ora al pastore, al pastore messianico. Versetto 4,

Cosí dice l’Eterno, il mio DIO: «Pasci le pecore destinate al macello,
i cui compratori uccidono senza essere ritenuti colpevoli e i cui venditori dicono: “Sia benedetto l’Eterno, perché mi arricchisco” e i cui pastori non ne hanno compassione alcuna.
Non avrò piú compassione degli abitanti del paese», dice l’Eterno, «anzi, farò cadere ognuno in potere del suo prossimo e in potere del suo re. Essi devasteranno il paese e non libererò alcuno dalle loro mani».
Allora mi misi a pascere le pecore destinate al macello, precisamente le piú misere del gregge. Presi quindi per me due bastoni: uno lo chiamai “Grazia” e l’altro lo chiamai “Legami” e mi misi a pascere il gregge.
In un mese eliminai tre pastori.

cioè i profeti, i sacerdoti e i re d’Israele, perché quando i Romani distrussero Gerusalemme, quella fu la fine dello stato d’Israele

In un mese eliminai tre pastori. Io ero impaziente con loro, ed essi pure mi detestarono.
Allora dissi: «Non vi pascerò piú: chi sta per morire muoia, e chi sta per perire perisca; quelle poi che rimangono si divorino a vicenda».

che è ciò che è accaduto in varie parti di Gerusalemme e infine a Masada.

10 Presi quindi il mio bastone “Grazia” e lo spezzai, per annullare il patto che avevo stabilito con tutti i popoli.
11 In quello stesso giorno fu annullato. Cosí le pecore piú misere del gregge che mi osservavano, riconobbero che quella era la parola dell’Eterno.

C’era un residuo di popolo ebraico salvato nella caduta di Gerusalemme.

12 Allora dissi loro: «Se vi pare giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare».

Ora fermatevi. Non andate oltre. Dio dice, verrà un giorno in cui distruggerò Gerusalemme perché avrà rifiutato me come Messia. E sarà avvenuto che io sarò andato da lei e le avrò detto: ora, pesami un salario per il mio lavoro di pastore, ora, cosa merito? Che tipo di ricompensa mi darai che sia degna del mio lavoro? Ora notate cosa fanno.

Cosí essi pesarono il mio salario: trenta sicli d’argento.

Aggiunsero al danno la beffa.

Cosa chiedeva loro Gesù? Qual era la ricompensa da loro che era adatta al suo onore? Obbedienza e amore, cosa stavano dando? Il prezzo di uno schiavo inutile e storpio, incornato da un bue che non era più di alcuna utilità per nessuno. Valeva 30 sicli d’argento. E per quanto li riguardava, questo era tutto ciò che il Signore Gesù Cristo valeva.

Versetto 13,

13 Ma l’Eterno mi disse: «Gettalo per il vasaio,

Ora, gettare qualcosa al vasaio era una frase idiomatica che significava tipo, gettalo ai cani.

il magnifico prezzo con cui sono stato da loro valutato».

Senti il ​​sarcasmo pungente.

Allora presi i trenta sicli d’argento e li gettai nella casa dell’Eterno per il vasaio.

Tenete il dito lì.

Passiamo a Matteo 27. Leggiamo i primi 10 versetti di Matteo 27.

1 Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, tennero consiglio contro Gesú, per farlo morire.
E, legatolo, lo condussero via e lo consegnarono nelle mani del governatore Ponzio Pilato.
Allora Giuda, che lo aveva tradito, vedendo che Gesú era stato condannato si pentí e riportò i trenta sicli d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani,
dicendo: «Ho peccato, tradendo il sangue innocente». Ma essi dissero: «Che c’importa? Pensaci tu!».
Ed egli, gettati i sicli d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.
Ma i capi dei sacerdoti presero quei denari e dissero: «Non è lecito metterli nel tesoro del tempio, perché è prezzo di sangue».
E tenuto consiglio, comprarono con quel denaro il campo del vasaio, come luogo di sepoltura per i forestieri.
Perciò quel campo è stato chiamato sino ad oggi: “Campo di sangue”
Allora si adempí quanto era stato detto dal profeta Geremia che disse: «E presero i trenta pezzi d’argento, il prezzo di colui che fu valutato, come è stato valutato dai figli d’Israele;
10 e li versarono per il campo del vasaio, come mi ordinò il Signore».

Questo è tutto ciò che era stato valutato, trenta pezzi d’argento.

Cristo è mai venuto da te e ti ha chiesto: mi darai il mio valore? Mi darai ciò che valgo? E hai mai gettato ai suoi piedi 30 pezzi d’argento? Bene, sì, certo: ecco un assegno considerevole, Gesù. Ecco un assegno cospicuo per la chiesa. Forse questo mi tirerà fuori dai guai in altre cose. Oppure sono andato a questo raduno evangelistico, è stato davvero scomodo andarci. Anche, una volta anziché andare in ferie al mare ho fatto l’animatore a Poggio Ubertini. Oppure sono andato in chiesa, cerco di arrivare in chiesa in orario ogni domenica. Ecco i tuoi 30 pezzi d’argento, il prezzo di uno schiavo senza valore, inutile, storpio, incornato da un bue. C’è mai stato un momento nella tua vita in cui hai gettato 30 pezzi d’argento ai piedi dell’uomo che pretende tutto da noi?

Capitolo 12, vedete quella grande profezia dell’aspersione dello Spirito Santo dopo la crocefissione, versetto 10.

10 «Riverserò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e saranno grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un primogenito.

Capitolo 13, vedete un’immagine della giustificazione e santificazione di il residuo del gregge, cioè della chiesa del Signore Gesù Cristo. Verso 1

1 «In quel giorno sarà aperta una fonte per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme, per il peccato e per l’impurità.
In quel giorno avverrà». dice l’Eterno degli eserciti, «che io sterminerò dal paese i nomi degli idoli, che non saranno piú ricordati; farò pure scomparire dal paese i profeti e lo spirito immondo.

E quel residuo avrà la promessa del patto verso 9

7 «Colpisci il pastore e siano disperse le pecore; poi volgerò la mia mano contro i piccoli.
E in tutto il paese avverrà», dice l’Eterno, «che i due terzi vi saranno sterminati e periranno, ma un terzo vi sarà lasciato.
Farò passare questo terzo per il fuoco, lo raffinerò come si raffina l’argento e lo proverò come si prova l’oro. Essi invocheranno il mio nome e io li esaudirò. Io dirò: Questo è il mio popolo, ed esso dirà: L’Eterno è il mio Dio.

Capitolo 14 è magnifico.

Se non avete tempo di leggere l’intero libro questo pomeriggio, leggete il capitolo 14. Sottolinea che Cristo è l’unico e solo Re dell’universo, e che quando tornerà, tutto sarà perfetto. Tutti i suoi nemici saranno abbattuti.

L’umanità sarà salvata. Non saranno più visti da nessuna parte in questo universo. E notate gli ultimi grandi versetti, 20 e 21.

Bene, iniziamo con il versetto 16.

16 E avverrà che ogni sopravvissuto di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme salirà di anno in anno ad adorare il Re, l’Eterno degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne.

Ora pensateci un attimo.

Lui dice che verrà un tempo, e prima in questo capitolo parla del giorno in cui Lui verrà in tutta la sua gloria. Ho distrutto molte di queste nazioni in ribellione contro di me. E ha detto, quando quel giorno verrà, tutte queste altre nazioni che una volta si sono ribellate contro di me, saliranno anno dopo anno e celebreranno la salvezza che ho compiuto per loro con la mia vita, morte e resurrezione.

Questo è il resto dell’umanità. Egli disse: Ho distrutto tutti i miei nemici, e verrà un giorno in cui il resto dell’umanità mi adorerà e mi loderà per la salvezza che ho compiuto per loro. E sarà che qual che sia delle famiglie della terra che non salirà a Gerusalemme per adorare il Re, il Signore degli eserciti, non ci sarà alcun regno su di loro. Ci sarà una rimozione della grazia comune per quelle nazioni e popoli e famiglie e gruppi etnici nel mondo.

Ma notate la fine. Versetto 20,

20 In quel giorno sui sonagli dei cavalli sarà inciso: “SANTITA’ ALL’ETERNO”. Le pentole nella casa dell’Eterno saranno come le bacinelle davanti all’altare.
21 Sí, ogni pentola in Gerusalemme e in Giuda sarà consacrata all’Eterno degli eserciti; tutti quelli che offriranno sacrifici verranno a prenderle per cuocervi le carni. In quel giorno nella casa dell’Eterno degli eserciti non ci sarà piú alcun cananeo.

Chi erano i Cananei? I Cananei erano ribelli a Dio. Sono ovunque. Voglio dire, non dovete nemmeno guardare lontano per vederli. Forse non dovete nemmeno uscire da questa stanza per vederne alcuni. Ci sono Cananei ovunque in questa cultura in cui viviamo, ma verrà un giorno, dice, in cui potrai andare in questa terra e in tutte le terre sulla faccia di questa terra, e non sarai in grado di trovare un solo Cananeo. Saranno tutti all’inferno.

È un gran libro. Ora, questa è l’introduzione. Torniamo ai primi sei capitoli.

I primi sei capitoli, amo questi capitoli. Ho un piccolo commento su Zaccaria che ho scritto diversi anni fa e se lo desiderate, chiamate l’ufficio e ve lo daremo, perché il motivo per cui amo queste visioni non è solo che sono emozionanti da leggere e usare la vostra immaginazione per vedere i contenuti, ma anche perché ognuna di queste visioni spiega un po’ di più sulla relazione che abbiamo con il Signore Gesù Cristo e quali sono le conseguenze pratiche di tale relazione nella nostra vita. Cominciamo con la prima visione nel versetto 7. I versetti dal 7 al 17 descrivono un uomo a cavallo, versetto 8, che sta in piedi tra alberi di mirto che sono in un fossato profondo.

Ora, ecco la prima visione. Un uomo a cavallo che comanda una cavalleria di cavalli tra alberi di mirto che si trovano in un fossato. Ora, prima di tutto, è importante identificare quest’uomo. Quest’uomo è un essere umano. È un uomo. Quest’uomo è un comandante. Ha uomini a cavallo che eseguono i suoi ordini. E nel versetto 11, è identificato specificamente come l’angelo del Signore. E in tutto il libro, questo angelo del Signore è il personaggio centrale.

Se conoscete l’Antico Testamento, sapete che l’angelo del Signore era uno dei modi principali con cui Dio si rivelava al suo popolo. L’angelo del Signore, tra l’altro, non appariva all’uomo da oltre 200 anni. E l’angelo del Signore era umano ed era Dio.

Era identificato con Dio e le sue parole erano identificate con Dio e tuttavia è distinto da Dio. A volte può parlare di Dio in prima persona e a volte parlerà di Dio in terza persona. E la ragione è che l’angelo del Signore è Dio Figlio, la seconda persona della Trinità, che rivelava la volontà di Dio all’uomo in uno stato preumano, preincarnato.

L’angelo del Signore è il Signore Gesù Cristo pre-incarnato, il Figlio di Dio. Ecco chi è quest’uomo tra i mirti. Ora, cosa sono i mirti? I mirti erano dei bellissimi piccoli alberi ornamentali poco più che arbusti.

Erano alti dai 3 ai cinque metri. Avevano foglie verdi lucide, non diverse dalle nostre. Avevano fiori bianchi delicati e profumati.

Era un simbolo di gioia e di felicità. I ​​fiori venivano indossati dalle spose nei giorni delle loro nozze e i rami venivano usati per le capanne che venivano costruite durante la gioiosa festa del raccolto della festa dei tabernacoli. Ora, cos’è questo bosco di mirti? È una figura del popolo pattizio di Dio, la chiesa, bella agli occhi di Colui che stava su quel cavallo rosso, piccola agli occhi del mondo.

Sono alberi di mirto. Non sono querce. Non sono possenti cedri.

Sono piccoli alberi di mirto. Ma sono belli agli occhi dell’angelo del Signore. Questi alberi di mirto non si trovano in qualche bella serra protetta o in un giardino.

Si trovano giù in un profondo fossato. Un profondo fossato simboleggiava metaforicamente profonda angoscia, umiliazione, agonia fisica, mentale e spirituale. Ed ecco il grande angelo del Signore, il Figlio di Dio, con i suoi amati cespugli di mirto in un profondo fossato.

L’immagine è grandiosa, non è vero? Semplice. Per quanto umiliata e umile, trascurata e disprezzata dai malvagi, per quanto perseguitata, calunniata e non apprezzata, la chiesa del Signore Gesù Cristo ha una gloria e una bellezza invisibili di cui il mondo non sa nulla. Una gloria e una bellezza che non dipendono dai suoi edifici, dal suo decoro elaborato, dai suoi programmi, dal numero di persone che la frequentano, ma una bellezza e una gloria che dipendono esclusivamente dalla presenza di quell’uomo sul cavallo in mezzo ai mirti nel fossato profondo.

Ecco cosa le dà potere. Ecco cosa le dà bellezza. Ecco cosa le dà gloria.

Mentre Cristo sta con la sua chiesa nelle valli e nei fossati profondi, così come sulle cime delle montagne, come ci ha promesso, io sono con voi sempre, fino ai confini della terra. E Lui ha questi servi, questi cavalli, questa cavalleria di cavalli, cavalli di vari colori. Forse il rosso scuro di alcuni cavalli simboleggia lo spargimento di sangue e la guerra.

Forse il bianco simboleggia la vittoria e la gioia. Forse il maculato, il sauro simboleggiano la carestia o le piaghe che accompagnano la guerra. Ma il punto è che questi cavalli e i loro cavalieri rappresentano i vari strumenti che Dio usa per proteggere la sua chiesa e per correggere il suo popolo e per punire gli uomini, la carestia, la guerra, la morte, l’angoscia, il dolore.

Questi erano i suoi pattugliatori che Egli mandò in tutta la terra. E disse: Voglio che tu scopra cosa sta succedendo là fuori. Ora questa è una visione. La domanda non è letterale. È una metafora. Certo, Lui è onnisciente. Non aveva bisogno che qualcuno andasse a investigare e tornasse a riferire.

Il punto è che quando manda questi cavalli ad andare in giro per il mondo e pattugliare il mondo per informazioni, il punto è che Lui sa. Lui sa tutto. E quale fu il loro rapporto? Il loro rapporto per lui: Tutta la terra è in riposo e tranquilla.

Tutto è pacifico nel V secolo a.C. ?  Con l’Assiria distrutta e Babilonia distrutta e l’Impero persiano che ora deve lottare mentre affronta il grande Impero Macedone e mentre tutti questi piccoli paesi rischiano di essere inghiottiti. Dal punto di vista di Dio tutto è tranquillo. Tutto è sotto controllo.

Ricordate che nel libro dell’Apocalisse si dice che questi grandi mostri emergono dal mare. Ma poi si dice, quando si disegna un’immagine del trono di Dio, che davanti al trono di Dio il mare è come vetro. Il punto è che, dalla nostra prospettiva, sembra caotico. Dal punto di vista di Dio, tutto è sotto controllo. Adoro quella figura.

E poi notate cosa fa quest’uomo tra i mirti. Fa ciò vi aspettereste che facesse Gesù. Versetto 12, Allora l’angelo del Signore rispose e disse: O Signore degli eserciti, fino a quando avrai pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda con le quali ti sei adirato in questi settant’anni? Ora cosa sta facendo? Sta intercedendo per il suo amato popolo che è nel fossato profondo. Sta intercedendo per loro.

Signore, meritano tutta questa condanna e questa indignazione che hai riversato. Ma quanto durerà? Signore, dona loro sollievo. Dio, vieni in loro soccorso.

E notate cosa Dio risponde a Gesù. E il Signore rispose all’angelo che parlava con me con parole gentili, parole di conforto. Così l’angelo che parlava con me mi disse:

14 Cosí l’angelo che parlava con me mi disse: «Grida e di’ Cosí dice l’Eterno degli eserciti: “Io sono grandemente geloso di Gerusalemme e di Sion;

Sono geloso del suo affetto. Sono geloso del loro benessere. E sono arrabbiato con coloro che cercano di far loro del male.

E così ecco la risposta di Dio alle preghiere di Gesù nei versetti 16 e 17. Notate tutte queste promesse stipate in questi due versetti.

1Perciò cosí dice l’Eterno: “Io mi volgo di nuovo a Gerusalemme con compassione; il mio tempio vi sarà ricostruito, dice l’Eterno degli eserciti, e la corda sarà stesa su Gerusalemme”.
17 Grida ancora e di’ “Cosí dice l’Eterno degli eserciti: Le mie città traboccheranno ancora di beni; l’Eterno consolerà ancora Sion e sceglierà ancora Gerusalemme”».

Voglio dire, in due versetti.

Dice: Ecco la mia risposta a te, angelo del Signore. Hai interceduto per queste persone. Io rispondo alle tue preghiere, non perché lo meritino loro, ma perché lo meriti tu. Ed ecco cosa farò. Questa mia piccola nazione che è sul punto di essere nuovamente inghiottita, tornerò a Gerusalemme con compassione. Tornerò alla mia gente che è tornata da me. E ricostruirò la mia casa, e farò la mia dimora con loro, e avremo comunione insieme nella mia casa, la chiesa. E tirerò la corda per misurare. Misurare qualcosa significava proteggere ciò che era stato misurato. Versetto 17, Le mie città traboccheranno di nuovo di prosperità. Ora sono quasi colpite da povertà.

Ci sono economie in rovina, ma verrà un giorno in cui il Signore Gesù Cristo porterà prosperità completa alle città del mio popolo. E il Signore consolerà di nuovo Sion e sceglierà di nuovo Gerusalemme. Ciò non significa che ci sarà una seconda elezione. Il punto è che l’elezione di Dio è la fonte di tutto ciò che abbiamo, di tutte le benedizioni che abbiamo. La scelta di Dio di noi nell’eternità passata, separandoci da tutti i popoli e gli individui condannati del mondo, scegliendoci per essere santi e irreprensibili, predestinandoci ad essere adottati nella sua famiglia. Questa è la fonte, la scaturigine di ogni cosa buona e di ogni dono e di ogni benedizione e di ogni aspetto della salvezza che noi come cristiani contempliamo.

E a volte Dio deve ammonirci, e a volte Dio deve, come Padre, agire in modo indignato con noi. Ma ha detto che quei giorni cambieranno. Porterò un cambiamento nel mio popolo, e ancora una volta godranno del mio favore e del mio amore.

E così qui vedete l’intercessione del Signore Gesù Cristo che fa scendere le più ricche benedizioni di Dio sulle persone che ama, in mezzo alle quali vive, anche se sono nel fossato profondo.

Ora arriviamo a una seconda visione, e questa mi è sempre piaciuta. È breve, ma è grandiosa.

Lasciatemi leggerla di nuovo.

18 Poi alzai gli occhi, guardai ed ecco quattro corna.
19 Io domandai all’angelo che parlava con me: «Che cosa sono queste?». Egli mi rispose: «Queste sono le corna che hanno disperso Giuda, Israele, e Gerusalemme».

Quindi le corna nei tempi antichi erano sempre un simbolo di forza e potere, come le corna di un ariete e le corna di un toro. E queste corna sono quelle grandi potenze mondiali che hanno disperso e oppresso il popolo di Dio e cercano di distruggerlo.

Ci sono quattro corna menzionate qui. Quattro forse si riferisce ai quattro punti cardinali, nord, sud, est, ovest.

Il punto è che il popolo di Dio era circondato dai suoi nemici, ovunque guardassi, c’erano nemici decisi a distruggerlo, vero ancora oggi, come lo era allora. Ovunque ci giriamo, ci sono potenze anticristiane che ci si oppongono e ci perseguitano nel tentativo di distruggerci. Allora erano Assiria, Babilonia, Samaria, Egitto, Filistea, Ammon, Moab e altri.

Oggi è proprio la cultura stessa in cui ci troviamo. E queste sono le corna. Queste sono le grandi potenze mondiali che cercano di distruggere il popolo di Dio.

Seconda parte, nel versetto 20,

20 Poi l’Eterno mi fece vedere quattro fabbri.

E io dissi, cosa vengono a fare questi? E ​​lui disse, queste sono le corna che hanno disperso Giuda così che nessuno alza la testa, ma questi fabbri, non re, non principi, non giudici, non nobili, – fabbri, questi artigiani sono venuti per terrorizzarli, per abbattere le corna delle nazioni che hanno alzato le loro corna contro la terra di Giuda per disperderla. Questi sono gli strumenti, piuttosto oscuri, non proprio quello che vi aspettereste. Questi sono gli strumenti che Dio dice che innalzerà mentre controlla la scena della storia.

Che Egli susciterà strumenti che potrebbero sorprendervi per terrorizzare e distruggere i potenti  poteri che cercano di opprimere e molestare il popolo di Dio. Ora c’è un principio qui che voglio che non perdiate di vista. Due o tre principi. In effetti, è così importante che potremmo non superare questo. Scrivetelo sulla vostra coscienza, da qualche parte dentro le vostre palpebre. Per ogni oppressore c’è un distruttore.

Per ogni oppressore c’è un distruttore. Non c’erano solo quattro corna, c’erano quattro fabbri. Ovunque queste corna cercassero di opprimere e distruggere con tutto il loro potere mondiale, la chiesa del Signore Gesù Cristo, ovunque fossero, Dio avrebbe suscitato gli artigiani e i fabbri per terrorizzarli e abbatterli.

Non c’era uomo nel 1517 di cui re e papi avessero più paura dell’umile monaco agostiniano, Martin Lutero. Non era un vescovo. Non era un principe. Era un povero monaco contadino. E i poteri forti tremavano. Le corna tremavano per questo piccolo fabbro.

E costruì una casa che è in piedi ancora oggi. Ogni volta che qualcuno cerca di opprimere o fare del male alla chiesa di Dio, Dio suscita un fabbro. Dio suscita un artigiano. Dio suscita un distruttore. Per ogni oppressore c’è un distruttore. Non sto parlando solo di questo in una specie di grande portata cosmica. Ne parlo in riferimento alla nostra Chiesa. Parlo in riferimento alla vostra famiglia mentre vivete fedelmente per il Signore. Che se cercate fedelmente di essere l’uomo di Dio e la donna di Dio e la famiglia di Dio e la chiesa di Dio, sarete circondati da corna che cercheranno di distruggervi e di farvi tacere.

Ma non lasciate che questo vi faccia paura. Rendetevi conto che ci sarà sempre un fabbro. Ci sarà sempre un artigiano. Che Dio susciterà distruttori per ogni oppressore. Per ogni oppressore c’è un distruttore. Ora, facciamone un caso anche del fatto che questo distruttore è un piccolo fabbro solitario e non un re.

Un piccolo fabbro solitario per terrorizzare i re. Cosa pensate quando leggete quella visione? Sapete cosa penso io in 1 Corinzi 1 e 2? Non molti potenti. Non molti nobili. Dio ha scelto i deboli, gli umili e gli infimi per confondere gli alti e i potenti. Sapete, Dio mostra la sua grandezza nel fatto che le persone che sceglie per la sua chiesa non sono necessariamente le persone che sceglieremmo noi. Sceglieremmo qualcuno che è bello, forte, bravo, atletico, ricco, istruito, che profuma di buono.

Questo è il tipo di persone che scegliamo, non è vero? Normalmente Dio non sceglie quel tipo di persone. Ce ne sono alcune qua e là. Alcune qua e là.

Ma sono gli umili e i vili, le persone che di solito vengono trascurate, che non impressionano davvero l’intellighenzia e la nomenclatura del mondo che Dio usa come suoi fabbri non solo per costruire la sua chiesa ma anche per distruggere le potenti corna puntate contro la sua chiesa. Quindi pensate, beh, non sono ricco. Non ricopro alcuna posizione elevata. Questo vi rende perfetti per essere un fabbro. Per ogni oppressore della chiesa, c’è un distruttore che terrorizza quell’oppressore.

Dobbiamo fermarci. Preghiamo:

Ti lodiamo, grande Dio, perché non dobbiamo confidare negli uomini o nei metodi o nei programmi o nelle finanze o negli alti e potenti. Ma ti ringraziamo, grande Dio, perché non è per potenza né per spirito e forza umana ma è per il tuo Spirito come hai promesso. Ti ringraziamo per la forza che hai dato al tuo popolo per essere fedele.

Ti ringraziamo per la speranza che ci hai dato che il tuo Spirito Santo rimuoverà tutti gli ostacoli e applicherà e realizzerà tutte le promesse nella nostra vita. Che Egli appianerà ogni montagna ogni ostacolo che si frappone sul nostro cammino mentre siamo fedeli a Te. E si assicurerà che il tuo tempio sia completato e che tutti coloro che intendi salvare siano stati salvati prima che arrivi quel grande giorno finale.

E ti ringraziamo, Signore benedetto, perché impariamo in Zaccaria qual è la nostra missione come popolo di Dio. Vediamo in Zaccaria la conversione di uomini in tutto il mondo, donne e giovani, ebrei e non ebrei. E preghiamo, o Signore, che Tu ci dia quella visione e che Tu ci aiuti a vedere la nostra parte e a svolgere il nostro ruolo nell’evangelizzazione dell’Italia, di questa provincia, delle provincie e delle comunità in cui ognuno di noi vive, e a vedere la nostra missione mondiale e la responsabilità verso questo mondo.

Signore, fa’ che non siamo così presi dal pagare le nostre bollette e dal soddisfare tutte le richieste e rispondere a tutte le domande della nostra vita quotidiana da dimenticare che siamo lasciati qui per portare gloria e onore a Te nel fare delle nazioni del mondo tuoi discepoli. Donaci quella visione, donaci quel desiderio ardente di essere usati da Te nel potere del tuo Spirito per portare le persone a una fede salvifica nel Signore Gesù Cristo. Ti ringraziamo perché Lui è la nostra bellezza, perché sta con noi, i suoi preziosi alberi di mirto, in mezzo a questo fossato profondo, intercede per noi, sapendo che Tu rispondi a tutte le sue preghiere, sapendo che Ti prendi cura di noi, provvedi a noi e ci usi, anche se non meritiamo nessuna di queste cose.

E, o Signore, ti ringraziamo e aiutaci a vivere in questa luce così che non saremo mai scoraggiati o spinti alla disperazione o terrorizzati dai nostri nemici  e i nemici della chiesa. Aiutaci a vivere nella luce della grande promessa delle corna e dei fabbri, e che per ogni oppressore c’è un distruttore. Nel nome di Cristo Re preghiamo, Amen.


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