La lezione dalla Scrittura di oggi è tratta da 1 Corinzi 1-2:10.
1 Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesú Cristo, per volontà di Dio, e il fratello Sostene,
2 alla chiesa di Dio che è in Corinto ai santificati in Gesú Cristo, chiamati ad essere santi, insieme a tutti quelli che in qualunque luogo invocano il nome di Gesú Cristo, loro Signore e nostro:
3 grazia e pace a voi da Dio nostro Padre e dal Signore Gesú Cristo.
4 Io rendo continuamente grazie per voi al mio Dio, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesú,
5 perché in lui siete stati arricchiti in ogni cosa, in ogni dono di parola e in ogni conoscenza,
6 per la testimonianza di Cristo che è stata confermata tra voi,
7 cosí che non vi manca alcun dono mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesú Cristo,
8 il quale vi confermerà fino alla fine, affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesú Cristo.
9 Fedele è Dio dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figlio Gesú Cristo, nostro Signore.
10 Ora, fratelli, vi esorto nel nome del nostro Signore Gesú Cristo ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma ad essere perfettamente uniti in un medesimo modo di pensare e di volere.
11 Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli miei, da quelli della casa di Cloe, che vi sono contese fra voi.
12 Or voglio dire questo, che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «io di Apollo», «io di Cefa» ed «io di Cristo».
13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?
14 Ringrazio Dio che non ho battezzato alcuno di voi, ad eccezione di Crispo e Gaio,
15 perché nessuno dica che siete stati battezzati nel mio nome.
16 Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; per il resto non so se ho battezzato qualcun altro.
17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana.
18 Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio.
19 Sta scritto infatti: «Io farò perire la sapienza dei savi e annullerò l’intelligenza degli intelligenti».
20 Dov’è il savio? Dov’è lo scriba? Dov’è il disputatore di questa età? Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo mondo?
21 Infatti, poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione
22 poiché i Giudei chiedono un segno e i Greci cercano sapienza,
23 ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo per i Giudei e follia per i Greci;
24 ma a quelli che sono chiamati, sia Giudei che Greci, noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio;
25 poiché la follia di Dio è piú savia degli uomini e la debolezza di Dio piú forte degli uomini.
26 Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili,
27 ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;
28 e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono,
29 affinché nessuna carne si glori alla sua presenza.
30 Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesú, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione,
31 affinché, come sta scritto: «Chi si gloria, si glori nel Signore»
2:1 Anch’io, fratelli, quando venni da voi, non venni con eccellenza di parola o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio,
2 perché mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesú Cristo e lui crocifisso.
3 Cosí io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore.
4 La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,
5 affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio.
6 Or noi parliamo di sapienza fra gli uomini maturi, ma di una sapienza che non è di questa età né dei dominatori di questa età che sono ridotti al nulla,
7 ma parliamo della sapienza di Dio nascosta nel mistero, che Dio ha preordinato prima delle età per la nostra gloria,
8 che nessuno dei dominatori di questa età ha conosciuta; perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
9 Ma come sta scritto: «Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano».
10 Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio.
Oggi arriviamo alla studio dell’epistola di Paolo ai Corinzi.
Domenica scorsa abbiamo considerato l’epistola di Paolo ai Romani. Adesso, prima di considerare questo libro, per assicurarci che tutti capiamo cosa significa la parola epistola facciamo la domanda: Cos’è un epistola? Ci sono quattro tipi di letteratura nel Nuovo Testamento.
Ci sono i Vangeli: Matteo, Marco, Luca e Giovanni, che sono una forma letteraria in sé e per sé. C’è il libro storico, che è il libro degli Atti. Ci sono le epistole di Paolo, Pietro e Giovanni e e Giacomo. E c’è il libro di profezia, che è il libro di Apocalisse. 21 dei 27 libri del Nuovo Testamento sono epistole, 21 dei 27. E anche nel libro di Apocalisse, che è una profezia, nei capitoli 2 e 3 ci sono 7 epistole alle 7 chiese dell’Asia Minore.
L’Antico Testamento non contiene epistole. Allora, cos’è un’epistola? Non è soltanto una lettera. C’è una differenza tra una lettera e un epistola.
Una lettere è di natura privata. Non è intesa, di solito, perché sia letta da nessun altro che la persona alla quale è scritta. Un epistola, d’altro lato, è un esercizio consapevole di letteratura disegnato per la pubblicazione.
È un esercizio consapevole di letteratura disegnato per la pubblicazione. Un epistola può essere scritta a una particolare chiesa o a un particolare individuo, ma ciò nonostante l’autore aveva intenzione che fosse pubblicata e letta da più persone e non solo dalla persona alla quale la lettera era stata indirizzata.
Nei primi giorni della chiesa cristiana c’era una rapida espansione del Vangelo in tutto il mondo conosciuto. Le chiese erano lontane e sparse dappertutto. E c’era la necessità per queste chiese locali di rimanere in contatto con l’una con l’altra e, più importante, di rimanere in contatto con gli Apostoli che erano il fondamento della chiesa. E per questo motivo c’erano epistole nella chiesa, epistole apostoliche scritte dagli Apostoli ispirati dallo Spirito del Signore Gesù Cristo.
E queste epistole che venivano mandate a varie persone o chiese, venivano ricevute dalla chiesa come recanti autorità divina al pari col resto della Parola di Dio scritta. Ci sono diversi posti a cui potremmo andare ma siccome stiamo studiando I Corinzi andiamo al capitolo 14. Notate cosa dice Paolo su questo epistola che scrive alla chiesa del Corinzi. Nel capitolo 14 verso 37
37 Se uno si stima essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che vi scrivo sono comandamenti del Signore.
Quindi qui dice che il libro di Corinzi è alla pari con la Legge stessa di Dio. È divinamente rivelato. In effetti nel Nuovo Testamento gli Apostoli parlavano delle scritture di ciascuno di loro come scrittura. Parlavano dell’Antico Testamento come la Scrittura di Dio. Parlavano dei loro scritti come Scrittura.
Pietro, nella sua seconda epistola 3:16 dice di Paolo:
E questo egli fa in tutte le sue epistole, in cui parla di queste cose. In esse vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione.
E ricordate ciò che Paolo ha detto I Tessalonicesi 2 verso 13 dice
Anche per questo non cessiamo di render grazie a Dio perché, avendo ricevuto da noi la parola di Dio, l’avete accolta non come parola di uomini, ma come è veramente, quale parola di Dio, che opera efficacemente in voi che credete.
Quindi questi scrittori di Scritture erano coscienti che ciò che scrivevano non originava con loro ma originava con Dio stesso e per questo la parola che scrivevano era considerata la sua Parola. E per questa ragione gli apostoli comandavano che queste epistole fossero lette nei servizi pubblici della congregazione. Ora nella congregazione non leggevano qualsiasi cosa. Leggevano l’Antico Testamento come parola di Dio e Paolo dice ora leggete anche queste epistole apostoliche come la Parola che è Scrittura.
In Colossesi capitolo 4 e verso 16 notate cosa dice Paolo. Dice:
E quando questa epistola sarà stata letta fra voi, fate che sia letta anche nella chiesa dei Laodicesi; e anche voi leggete quella che vi sarà mandata da Laodicea.
Leggetela in chiesa!
Ora se non fosse stata parola di Dio, se fosse stata solo una bella lettera, non ne fareste la base del culto e non la leggereste in Chiesa. Quindi il punto è che queste epistole erano scritte dagli Apostoli non solo limitatamente alla persona o alla Chiesa a cui erano indirizzate ma perché fossero lette da tutte le chiese come parola di Dio lungo tutta la storia.
Ora, chi erano i corinzi? Per prima cosa diciamo qualcosa sulla città di Corinto perché è una località affascinante e qualcosa sulla chiesa che c’era nella città di Corinto. Corinto era un grande centro metropolitano in Grecia, era un crocevia di viaggi commerciali e culturali da ogni direzione: nord, est, ovest e sud. Condivideva l’amore comune greco per la filosofia e le scoperte intellettuali. Al centro della città di Corinto c’era il Tempio di Afrodite la dea dell’amore e come potete immaginare nel Tempio della dea dell’amore c’erano centinaia di donne del Tempio, cioè prostitute che raddoppiavano l’intrattenimento notturno nella città nei fine settimana e le persone venivano da tutta Corinto per divertirsi. A lato del tempio di Aphrodite c’era un grande stadio dove ogni anno erano fatte gare seconde in popolarità solo alle Olimpiadi. Sulla città di Corinto un commentatore scrive: questa popolazione mista, insieme alla prosperità del posto, fornì un spirito licenzioso che era noto in tutta la Grecia. Qui c’era una città in cui tutta la brutalità dell’occidente e tutta la sensualità dell’oriente si incontravano ed erano mescolate insieme. Corinto era conosciuta in tutto il mondo per la sua immoralità.
In effetti, secoli prima della nascita di Cristo aveva già guadagnato una tale reputazione che un uomo di nome di Clepius coniò una parola nuova: corintiazo – corintizzare – che significava comportarsi come i corinzi. Quando chiunque udisse la parola corintizzare sapeva che significava fornicare. Quindi un commentatore ha detto che Corinto era allo stesso tempo la New York Los, Angeles e Las Vegas del mondo antico, e potremmo mettere anche San Francisco e Atlanta.
Ora che ne era della chiesa a Corinto? In molti modi questa chiesa a Corinto era un riflesso della città. Le fattezze della congregazione erano svariate. Era predominantemente non giudea ma c’erano giudei e greci uomini liberi. In effetti, quando guardiamo i nomi delle persone nella chiesa di Corinto dati nel Nuovo Testamento vediamo qualcosa di questa diversità. C’erano nomi giudaici, nomi romani o latini e greci; c’erano alcuni ricchi nella congregazione ma non molti, la maggior parte erano poveri e molte delle persone della congregazione erano state convertite da uno stile di vita orrendamente malvagio. Guardate il 6° capitolo di Corinzi versi 9-11 vedete qualcosa di questo stile di vita di questa chiesa versi 6-9 dice
9 Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali.
10 né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio.
11 Or tali eravate già alcuni di voi;
Vedete questa è una grande congregazione e qui avete il quadro, quando mettete tutti i pezzi insieme della chiesa di Corinto dalla Bibbia, avete una chiesa predominantemente non giudaica, gentile, di cui la maggior parte erano persone appartenenti alla parte inferiore della scala socio-economica. Ci saranno state 2 o 3 famiglie ricche, molti di questi erano vecchi pagani che quando erano entrati nella fede cristiana avevano portato con sé una visione pagana della vita e non avevano capito a fondo le richieste etiche che il vangelo aveva portato nella loro vita. Questa era una chiesa cristiana e Dio era all’opera in quella chiesa e c’erano molte persona fedeli in quella chiesa, ma come disse un commentatore, erano una chiesa a Corinto e un certo ammontare di Corinto era ancora in loro. E perciò questa chiesa richiedeva un intervento chirurgico radicale senza ammazzare il paziente e questo è ciò che I Corinzi cerca di fare.
Ora, perché Paolo scrisse queste epistole? Due epistole alla chiesa di Corinto? Ebbene, ovviamente, se avete letto il libro avrete capito che fu per correggere i molti problemi che c’erano nella congregazione e che erano il risultato della loro peccaminosità influenzate dalla cultura umanistica della filosofia greca che formava il loro pensiero e dal paganesimo che formava la loro vita. Di che problemi si trattava? Ebbene il libro può essere diviso proprio nelle diverse questioni che Paolo voleva trattare. Questioni peccaminose che erano implicate nella vita della chiesa di Corinto.
Infatti, si può andare di capitolo in capitolo e sottolineare le svariate questioni che dovevano essere corrette proprio come nella chiesa oggi. Per esempio, nel capitolo 1 tratta col problema delle divisioni nella chiesa e l’influenza nella chiesa dell’umanismo. Nel capitolo 2 parla dell’importanza dell’autorità nella chiesa e del metodo mediante il quale il vangelo dovrebbe essere comunicato. Nel capitolo 3 parla della carnalità in questi cristiani e li tratta come piccoli bambini. Nel capitolo 4 deve rimproverare alcuni di loro perché avevano un atteggiamento critico, di giudizio nei confronti degli altri. Nel capitolo 5 tratta con un caso di incesto nella chiesa e col fatto che non avevano disciplinato l’individuo che lo stava commettendo. Nel capitolo 6 parla di casi giuridici, di processi, e di una persona che trascinava in corte un’altra persone quando non avrebbe dovuto farlo. Poi questioni di purezza sessuale, capitolo 7 parla del matrimonio e di divorzio. Capitolo 8 come trattare con altre religioni, in particolare ora che erano convertiti, come comportarsi con la vecchia religione e con i suoi aderenti. Capitolo 9 qual è il vero significato della libertà in Cristo. Capitolo 10, qual è il significato della Cena del Signore e perché dovrebbe esserci importante. Capitolo 11, qual è la vera relazione tra uomini e donne non solo nella chiesa ma anche nella società in senso più ampio. Capitolo 12, tratta dei doni spirituali, dell’unità, del parlare in lingue e cose simili. Capitolo 13, come si ama veramente qualcuno, qual è la natura dell’amore cristiano. Capitolo 14, qual è la vera natura della profezia e del parlare in lingue. Capitolo 15, escatologia, la resurrezione di Cristo e la fine del mondo e infine il capitolo 16 concerne la benevolenza nella relazione col mondo e la responsabilità cristiana di prendersi cura degli altri.
Così, vedete che questo libro si adatta perfettamente alla chiesa del XXI secolo. I problemi che dovette affrontare sono gli stessi che dobbiamo affrontare noi oggi.
Ora voglio che ci focalizziamo sul testo che abbiamo letto proprio un momento fa e partire dal capitolo 1 verso 10 fino a 17 e poi procedere. Paolo comincia il suo libro rivolgendosi ad uno dei maggiori problemi della chiesa e questa era la divisione dei conduttori sulla sapienza e sullo stile omiletico. E notate cosa dice al verso 10
10 Ora, fratelli, vi esorto nel nome del nostro Signore Gesú Cristo ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma ad essere perfettamente uniti in un medesimo modo di pensare e di volere.
11 Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli miei, da quelli della casa di Cloe, che vi sono contese fra voi.
12 Or voglio dire questo, che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «io di Apollo», «io di Cefa» ed «io di Cristo».
13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?
14 Ringrazio Dio che non ho battezzato alcuno di voi, ad eccezione di Crispo e Gaio,
15 perché nessuno dica che siete stati battezzati nel mio nome.
16 Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; per il resto non so se ho battezzato qualcun altro.
17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana.
Così, fin dal primo principio della lettera Paolo richiama queste persone all’unità. Non ad un tipo monolitico di unità ove non c’è nessuna differenza in nessun modo, dove tutti sembriamo dei cloni, né a qualche tipo superficiale di unità, ma è una chiamata ad una profonda, sincera, osservabile unità nell’amore e nella verità. E comincia ponendone le basi. Ecco perché dovrebbe esserci unità nella chiesa cristiana e tutte queste divisioni e tutte queste contese devono finire; nel verso 2 dice “perché siete santificati in Cristo Gesù”. C’è unità nel corpo di Cristo. Questo è il nostro modo di essere. E gli scismi nella chiesa sono una contraddizione di ciò che noi siamo. Nel verso 10 dice “Ora, fratelli, vi esorto nel nome del nostro Signore Gesú Cristo” ad essere uniti, ad essere d’accordo nel nome di Cristo. Nel nome di Cristo fare ciò che Dio ha rivelato riguardo al carattere, l’obiettivo, la volontà del Signore Gesù Cristo che è un’altra frase per la Parola di Dio. C’è unità nella verità. C’è unità nel corpo di Cristo. Per cui tutte queste discussioni e tutte queste divisioni nella chiesa devono giungere a termine.
Ora, mentre l’unità non deve essere monolitica, deve essere reale. Se guardate al verso 10 voglio che notiate che dice
10 Ora, fratelli, vi esorto nel nome del nostro Signore Gesú Cristo ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma ad essere perfettamente uniti in un medesimo modo di pensare e di volere.
Questa unità deve quindi essere estesa. Per esempio, “vi esorto ad avere tutti un medesimo parlare” Le versioni in inglese hanno “agree” consentire, sentire insieme, dire la stessa cosa. Cioè di fare la stessa confessione di fede. E dobbiamo farlo in questo mondo? Sì, malgrado tutta la frammentazione denominazionale e la frammentazione dottrinale che c’è in tutto il mondo.
Dobbiamo richiedere a noi stessi e alla Chiesa, di dire la stessa cosa, fare la stessa confessione di fede, prima che questo mondo sia unificato; che siamo completamente intessuti insieme. Il verbo consentire, sentire assieme, dire una stessa cosa come un corpo, con la stessa mente, cioè la stessa visione riguardante la teologia, le etiche, la missione, il nostro obiettivo nel mondo, e la maniera in cui guardiamo il mondo, come la stessa opinione e lo stesso giudizio, cioè la stessa maniera in cui pensiamo che la parola di Dio debba essere applicata a noi stessi, alle nostre famiglie e alla nostra cultura. Egli chiede questa intensa unità, perché dice, nei versi 13 e 17, in effetti, che questa divisione non è solo male, ma è assurda. È stato molto sarcastico con loro.
Gli dice, è Cristo diviso? Voi siete divisi! È Cristo diviso? Vorreste dire che Cristo è stato ripartito così che solo un uomo o un gruppo lo può avere? Siete stati battezzati nel nome di un uomo? Avete concesso la vostra lealtà a un uomo? Vi siete arresi alla leadership di un uomo? Vedremo che c’è un sacco di culto degli eroi che sta avvenendo qui, e Paolo dice che tutto questo è male ed è assurdo. Ora, nella Chiesa c’erano persone fedeli che non si sono lasciate catturare da tutto questo. E quindi, in seguito, nel libro, per non portare i fedeli a disperazione per questi primi rimproveri ed esortazioni, torniamo al capitolo 11, verso 19, e notate ciò che Paolo dice per incoraggiarli.
Dice:
19 E’ necessario infatti che vi siano anche delle fazioni tra voi, affinché siano manifestati tra voi quelli che sono approvati.
Ora, sono sicuro che questo fosse un incoraggiamento per loro. Ci deve essere eresia, che è il significato della parola fazioni.
Ci devono essere eresie tra voi. Ci devono essere dottrine false, nel verso prima, che hanno portano avanti le fazioni e le divisioni nella Chiesa. Queste cose sono inescusabili, ma dice che queste cose fanno parte del piano di Dio in modo che quelli di voi che siete approvati e quelli che sono fedeli possano essere manifesti per tutti che siete fedeli a Dio e non avete avuto parte in tutte queste eresie e sismi.
Notate nel verso 12 la vera natura di questa divisione. Ci sono due cose che causano questa divisione. Dice, ora intendo questo, che ognuno di voi sta dicendo che è di Paolo e che è di Apollo, e che è di Cefa e che è di Cristo.
Vediamo due cose, e questa è il culto dell’uomo e la mala comprensione di quello che è la saggezza. Prima di tutto, il culto dell’uomo. Molta della divisione in questa Chiesa è stato causato da un’esagerata preferenza per uno stile di predicazione sull’altro.
Non perché questi predicatori, cioè Cefa e Paolo e Apollo e Gesù, predicassero differenti dottrine, ma perché di diversi stili, diversi modi di dire cose, e questo è diventato esagerato e ha trasformato il tutto in un spirito di parte. Beh, mi piace Paolo meglio di Cefa, e mi piace Cefa meglio di Apollo, e mi piace Apollo, beh, mi piace Gesù, dimenticate i predicatori umani, mi piace Gesù meglio di tutti. E quindi, vedete, c’era questa preferenza esagerata per un stile omiletico e per la maniera di dire cose che ha portato al culto degli eroi, dove erano inclini a seguire questo uomo a esclusione di altri.
Se voglio seguire Apollo e non Paolo, Pietro, Gesù, io seguo Apollo. Abbiamo ancora il culto degli eroi nella Chiesa, oggi, ed è proprio così pericoloso ora come era allora, perché quando seguite un uomo ciecamente e dite preferisco la sua maniera di dire cose, mi piace lui, lo conosco, sono venuto in contatto con lui, è un amico mio; quando diventiamo così attaccati a un uomo e al suo stile che lo seguiamo ciecamente e lo spirito di parte inizia a crescere nel nostro cuore, ci acceca a qualsiasi difetto di carattere e a qualsiasi scostamento dalla verità di questo eroe che adoriamo. Questo stava causando una tremenda divisione nella Chiesa.
Ma la vera causa di tutta questa divisione era che c’erano molte persone nella Chiesa che non capivano la vera natura della sapienza. E questo era il risultato dell’influenza della cultura ellenista, la cultura greca, che le infettava. Lasciate che pausi un attimo qui perché questo è qualcosa che voi e io dobbiamo sempre esaminare il nostro cuore per chiederci in che modo siamo infettati dalla cultura che ci circonda.
In quali aree del nostro pensiero, che abbia a che fare con la famiglia, l’educazione, la crescita dei bambini, qualsiasi cosa sia, come stiamo permettendo a questa cultura di formare il modo in cui pensiamo. Molte delle controversie e dei problemi che abbiamo nelle Chiese oggi risultano da un collasso in questa sfera in cui i membri della Chiesa pensano più come il mondo intorno a loro anziché pensare in accordo con la parola di Dio. E questo è ciò che stava succedendo qui a Corinto.
Stavano permettendo all’ellenismo, cioè all’adorazione dell’intelletto del mondo greco, di plasmare il loro pensiero. E cos’era l’ellenismo? Cos’era il cuore del pensiero greco? Era molto filosofico, era intellettuale, era etereo. Credeva che le cose che erano vere e importanti fossero al di fuori della portata dell’uomo comune e che se una persona è veramente intelligente e in accordo con ciò che succede nel mondo, ciò si sarebbe manifestato in capacità retoriche e oratorie, che sarebbe stato in grado di impressionare e muovere gli altri con le sue parole.
L’uomo veramente intelligente può parlare e soverchiare intellettualmente chi lo ascolta. Nel libro di Corinzi Paolo continua a dire che questo tipo di pensiero produce arroganza. Nel capitolo 8 di I Corinzi versi 1 e 2 dice
che la conoscenza gonfia, ma l’amore edifica. Se un uomo pensa di sapere qualcosa, non sa ancora nulla di come dovrebbe sapere, ma se uno ama Dio, egli è da lui conosciuto.
Paolo si dissociò deliberatamente da questo valore oratorico e dalle influenze dell’ellenismo. Ha detto, nel capitolo 1 verso 17:
17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana.
Capitolo 2 verso 4
4 La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,
5 affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio
Ha detto: sto deliberatamente predicando in modo che è antitetico a quello che la mia cultura ama ascoltare.
E quindi qual è la parola di Paolo per ellenismo? È nella ultima parte del verso 20: “la sapienza di questo mondo”. Quando Paolo parla della sapienza di questo mondo sta parlando dell’ellenismo o della filosofia greca. E quali sono alcune delle caratteristiche della saggezza umana della saggezza del mondo? Per esempio oggi assume il valore ultimo della mente umana.
Assume che il sapere e il potere si possono ottenere solo per ragione ed esperienza e intuizione e certamente non per rivelazione. La saggezza del mondo crede che l’uomo ha dentro di se stesso che tu e io abbiamo dentro di noi l’abilità di definire il bene e il male e la verità e la falsità per noi senza nessuna riferimento a Dio. E il postmodernismo va ancora più lontano e dice che non c’è una verità obiettiva e non c’è un bene e un male e per questo li si genera mentre si procede
Dicono che la rivelazione divina e verbale è un’impossibilità, è qualcosa che non vogliamo in questo mondo perché questa cosa distrugge l’ultimità e la finalità di questo uomo-come-Dio e per questo motivo questi greci chiudono l’universo a Dio. Dio non è permesso; dobbiamo tracciare da soli la nostra via. Il New Age la babele dell’umanismo ha chiuso di nuovo questo universo a Dio ma non l’ha chiuso a Satana come fonte di conoscenza e potere.
L’ellenismo ha anche permesso all’uomo di valutare e di criticare le attività di Dio e se questa attività non soddisfano i nostri requisiti, ebbene, per esempio i miracoli non possono accadere e perciò non accadono. E quindi quando leggete nella Bibbia di Gesù che fa miracoli è ovvio che qualsiasi persona intelligente sa che non si può camminare sull’acqua e quindi non ha camminato sull’acqua. E pertanto vedete che l’uomo diventa Dio e determina la realtà.
Il libro di Giacomo descrive gli effetti negativi della sapienza del mondo come si contrasta con la sapienza di Dio in Giacomo 3 versetti 13 a 17.
13 Chi è savio e intelligente fra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere fatte con mansuetudine di sapienza.
14 Ma se nel vostro cuore avete amara gelosia e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità.
15 Questa non è la sapienza che discende dall’alto, ma è terrena, animale e diabolica.
16 Dove infatti c’è invidia e contesa, lí c’è turbamento ed ogni sorta di opere malvagie.
17 Ma la sapienza che viene dall’alto prima di tutto è pura, poi pacifica, mite, docile, piena di misericordia e di frutti buoni, senza parzialità e senza ipocrisia.
Dice che tutta questa filosofia greca può sembrare eccelsa e può fare grandi rivendicazioni, ma non poteva cambiare il comportamento dei greci che erano aperti all’immoralità, all’idolatria, all’omosessualità, e tutte queste cosiddette democrazie greche sono diventate diversi tipi di tirannie.
Vi consiglio un libro. Potreste non concordare con tutto il contenuto e questo vale anche per me; è di Paul Johnson intitolato Intellectuals e Paul Johnson fa lo stesso punto che Giacomo e Paolo fanno nei loro libri. È un ottimo libro, dà una biografia di tutti i grandi filosofi che hanno formato gli ultimi 200 anni della cultura occidentale. Vi dà uno schizzo, un’infarinatura della loro filosofia. Voglio dire, queste sono le persone più influenti oggi, la gente ancora si inchina davanti a loro, compra ancora i loro libri. Modellano tuttora l’istruzione, la gente li cita alle feste. E ciò che è bello di questo libro: Intellettuals, di Paul Johnson è che dimostra che ognuno di loro era privo di valore. Erano immorali, erano avidi, erano egoisti, erano omosessuali, voglio dire: le loro vite furono patetiche perché la sapienza di questo mondo non può fare alcunché di bene a quelli che vi si fondano.
Paolo arriva addirittura a dire: Andate a 1 Corinzi, per favore. Afferma che pensare come pensa il mondo non è solo un problema, ma vi impedirà di essere savi. E così, nel capitolo 3, versetti dal 18 al 20, Paolo afferma questo:
8 Nessuno inganni se stesso, se qualcuno fra voi pensa di essere savio in questa età, diventi stolto affinché possa diventare savio.
19 Infatti la sapienza di questo mondo è follia presso Dio, poiché sta scritto: «Egli è colui che prende i savi nella loro astuzia»;
20 e altrove: «Il Signore conosce i pensieri dei savi e sa che sono vani».
Egli dice che se volete avere vera saggezza e comprendere Dio e questa vita, allora dovete diventare stolti agli occhi di questo mondo. Dovete rinunciare al presupposto fondamentale dell’umanesimo, e cioè: “posso cavarmela da solo nella vita, ricevere una buona istruzione, capire la differenza tra giusto e sbagliato, distinguere chiaramente tra bene e male e comportarmi secondo la mia mente, la mia esperienza e la mia intuizione, e non ho bisogno di Dio”.
Paolo ha detto che se credi in questo, finché ci credi, non sarai cristiano. Non sarai savio. Non sopravviverai a questa vita.
Se qualcuno vuole essere savio, deve diventare stolto e rinunciare totalmente a ogni fiducia nella propria ragione e nella propria capacità di comprendere la verità, e abbandonare la propria mente esclusivamente, completamente e totalmente alla Parola di Dio, per esserne governato. Ecco cosa dice Charles Hodge su questo brano: “Che ognuno rinunci alla propria sapienza per ricevere la sapienza di Dio”.
Dobbiamo essere vuoti per essere riempiti. Dobbiamo rinunciare alla nostra giustizia per essere rivestiti della giustizia di Cristo. Dobbiamo rinunciare alla nostra forza per essere resi forti. Dobbiamo rinunciare alla nostra saggezza per essere savi. Non saremmo tenuti a rinunciare alla nostra rettitudine, alla nostra forza e saggezza se fossero realmente ciò che il mondo presume che siano. In realtà sono invece prive di valore.
La vostra forza, la vostra rettitudine, la vostra saggezza: sono inutili. E per questo Dio ci invita a ignorarle completamente e ad abbandonarci alla saggezza di Dio Onnipotente.
Qual è l’obiettivo della saggezza di questo mondo oggi? Un’utopia? Un nuovo ordine mondiale? Una società globale libera dall’ignoranza, dall’ingiustizia, dalle malattie, dal lavoro, dalla guerra, dalla fame, dalle deformità, dai confini nazionali e libera soprattutto dal cristianesimo biblico? L’obiettivo finale della saggezza di questo mondo è essere come Dio. Come disse il grande esistenzialista Sartre, essere un uomo significa tendere verso l’essere Dio.
Oggi, uomini di scienza, tecnologia, cultura e ricchezza parlano apertamente di giocare a fare Dio e di cercare di ricreare questo mondo in cui non c’è spazio per Dio per agire o parlare. Ricordo di aver letto di uno scienziato che diceva di guardare avanti, nel futuro, a milioni di anni da oggi, quando il sole si sarebbe spento, affinché gli scienziati americani e mondiali potessero proiettare nel cielo un sole molto più efficace. Una persona lo ha veramente detto.
Ora ascoltate, perché penso che questo sia probabilmente ciò che pensa la maggior parte degli americani, anche se non sarebbero disposti a esprimerlo con queste parole. In questa democrazia degli Stati Uniti, nemmeno Dio può imporre la sua volontà alla maggioranza.
Essere come Dio.
Qual è la strategia della sapienza di questo mondo per raggiungere i suoi obiettivi? Ingegneria genetica globale, biologica? Il controllo del clima, della nascita e della morte, del proprio patrimonio genetico, ecc.? Trasformazione e controllo sociologico? Controllo mentale e lavaggio del cervello attraverso il linguaggio dei media e l’istruzione controllata a livello governativo, uniti alla marginalizzazione del cristianesimo biblico? Controllo dello status dei cittadini in ogni ambito della nostra vita, delle nostre relazioni, delle nostre iniziative e in tutte le nostre istituzioni? Ma in un mondo in cui il Dio della Bibbia è considerato irrilevante, la tirannia è inevitabile secondo Nietzsche, Dostoevskij, Camus e, per non dire altro, la Parola di Dio.
Ora, qual è la soluzione contro questa forza distruttiva nella nostra cultura che Paolo chiama la sapienza del mondo? Qual è la soluzione per tutti noi: tornare a studiare e conseguire più lauree in modo da avere un curriculum migliore del loro e quindi ottenere lavori più importanti nei posti chiave della nostra cultura? È questa la soluzione? Cosa ha detto Paolo? Ha detto al versetto 17:
17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana.
18 Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio.
Quindi, per quanto riguarda Paolo, la soluzione non è il panico, non è la resa, non è l’isolamento. È la predicazione audace, pubblica e fedele del Vangelo della croce del Signore Gesù Cristo. Per lui questa non è solo la soluzione alla mancanza di unità, all’eresia e allo scisma nella Chiesa.
Questa è anche la soluzione per il regresso dell’umanesimo nella nostra cultura e nella nostra società. Dice: Dio non mi ha chiamato a battezzare, ma a predicare il Vangelo. Dice: ricordo di aver battezzato solo una manciata di voi.
Ora, cosa sta dicendo qui? Beh, più avanti vi dirà che i sacramenti sono incommensurabilmente importanti. I sacramenti del battesimo e della Cena del Signore sono di incommensurabile importanza, ma la predicazione del Vangelo è molto più importante dei sacramenti. Non potrete mai essere salvati dal vostro peccato perché siete stati battezzati e andare in paradiso quando morirete. Potete essere battezzati e essere perduti e andare all’inferno. È importante essere battezzati ma non salva. Potreste non aver mai partecipato alla Cena del Signore e andare comunque in paradiso. La Cena del Signore non salva.
Ma se rifiutate la predicazione del vangelo del Signore Gesù Cristo, andrete all’inferno. E Paolo afferma che la predicazione ha una priorità. Per quanto importanti siano i sacramenti, la predicazione e la testimonianza del vangelo di Cristo sono di gran lunga più importanti.
Perché? Beh, per quello che può fare. E poi Paolo dice qui tre cose che il Vangelo predicato può fare. E guardate la vostra Bibbia con me.
E prima riassumerò e poi tornerò indietro a parlarne. Beh, diamo un’occhiata al versetto 18.
18 Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio.
19 Sta scritto infatti: «Io farò perire la sapienza dei savi e annullerò l’intelligenza degli intelligenti».
20 Dov’è il savio? Dov’è lo scriba? Dov’è il disputatore di questa età? Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo mondo?
Ora, cosa possono fare il Vangelo e la sua predicazione? Numero uno, nel versetto 18, la prima parte, ha il potere di polarizzare. Questa è una cosa buona, non una cosa cattiva. Ha il potere di polarizzare.
In secondo luogo, nell’ultima parte del versetto 18, ha il potere di salvare.
E in terzo luogo, nei versetti dal 18 al 25, ha il potere di distruggere l’umanesimo.
Ora esaminiamo ciascuno di questi aspetti. Ecco perché il Vangelo e la sua predicazione sono la soluzione a ogni problema nella vostra famiglia, nella vostra cultura e nella vostra vita personale. Polarizza il genere umano.
Gli eventi storici del Calvario e della tomba aperta rappresentano il punto di svolta nella storia umana. E attraverso quegli eventi si è creata una nuova e definitiva divisione nel genere umano: tra coloro che periscono a causa del giudizio della croce e coloro che vengono salvati dalla perdizione per mezzo del giudizio della croce al posto di coloro che sono salvati.
La predicazione della croce porta alla luce, identifica e in seguito polarizza questi due gruppi di esseri umani: tra coloro che vedono la croce come la follia di Dio e coloro che la vedono come la potenza e la sapienza di Dio. In 2 Corinzi la divisione è descritta come tra coloro che percepiscono il Vangelo come un odore di morte e coloro che lo percepiscono come un odore di vita.
Pietro la descrive come una divisione tra coloro che vedono Cristo come la pietra angolare e coloro che lo vedono come pietra d’inciampo. Gesù afferma che la divisione può essere definita come quella tra coloro che risorgono in lui e coloro che cadono a causa sua. E in Giovanni la divisione è descritta con queste vivide parole come tra coloro che un tempo erano ciechi ma ora vedono e coloro che un tempo potevano vedere ma ora sono ciechi.
Il Vangelo polarizza. Una predicazione che polarizza le persone in termini del Vangelo è l’unica che può fare del bene alla nostra cultura. È importante che lo capiamo.
Significa che ci saranno sempre controversie. Significa che ci saranno sempre critiche. Significa che ci saranno sempre calunnie. Significa che ci saranno sempre persone che ne saranno attratte e persone che se ne andranno. L’unico tipo di predicazione che farà del bene a questa cultura è la predicazione del Vangelo che polarizza nei termini della verità. Dato che siamo presbiteriani, parliamo un attimo di presbiteriani.
Esistono due tipi di predicazione riformata. C’è la predicazione dei riformati: se ti sedessi lì ad ascoltare quel predicatore riformato e lo ascoltassi con molta attenzione, non lo sentiresti dire nulla di non riformato. Ma dovresti ascoltare con molta attenzione per sapere se è riformato o no, perché non vorrebbe offendere la sensibilità di nessuno nella congregazione che non fosse riformato.
E poi, d’altra parte, c’è il predicatore riformato che predica la fede riformata come l’unica alternativa alla sapienza di questo mondo. E quando predica, vuole che tu sappia che la differenza deve essere chiara. Lodo Dio per i predicatori della nostra denominazione.
Lodo Dio per quella manciata di fedeli predicatori che ancora rimangono all’interno della Chiesa Presbiteriana in America e della Chiesa Presbiteriana Ortodossa e di svariati altri piccoli organismi presbiteriani e di vari altri, non solo presbiteriani in tutta la nazione, che predicano la Parola di Dio in un modo tale, non che polarizza in termini di razza, personalità, ricchezza, intelletto o cose del genere, ma che polarizza chiaramente, che fa fare alle persone una scelta, che traccia una linea di demarcazione tra coloro che vedono il Vangelo come follia e coloro che lo vedono come la potenza di Dio per la salvezza. Quindi, cari, comprendete che la polarizzazione basata sulla verità è buona e la polarizzazione basata sulla razza e sulla classe sociale è cattiva.
Ebbene, la seconda ragione per cui la predicazione del Vangelo è l’unica soluzione non è solo perché ha il potere di polarizzare la razza umana in un modo di cui ha bisogno. Tutte le altre divisioni dovrebbero finire. Questa è l’unica polarizzazione legittima.
La seconda ragione è che ha il potere di salvare le persone dai loro peccati.
Notate nell’ultima parte del versetto 18: “per noi che siamo salvati, la croce è la potenza di Dio”. Osservate il versetto 21. La stoltezza di predicare per salvare coloro che credono. Versetto 24. A coloro che sono stati chiamati, e qui non lo dice, ma il punto è che la predicazione di Cristo crocifisso è la potenza di Dio.
E in Romani 1:16 leggiamo che il Vangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede. L’enfasi qui è sulla potenza. Il Vangelo predicato è una cosa potente.
Lo strumento più potente in qualsiasi cultura. Notate l’enfasi posta in ciascuna di queste affermazioni appena lette sulla predicazione come potenza salvifica di Dio. La salvezza dei peccatori dai loro peccati si basa su un Cristo crocifisso. Nessuna salvezza è possibile senza la croce di Cristo. L’onnipotente potenza di Dio è operante nei cuori e nelle vite degli uomini grazie a Cristo crocifisso. Questa onnipotente potenza di Dio è operante nelle nostre vite attraverso la predicazione del Vangelo della croce.
E questa potenza salvifica di Dio in Cristo è sperimentata da chiunque creda nel vangelo della croce predicato. E le persone credono in quel vangelo solo perché Dio stesso le chiama alla fede. Quindi credete il vangelo, miei cari.
La sapienza umana e la croce sono in assoluta contraddizione tra loro. Il Vangelo di un Cristo crocifisso non è qualcosa a cui si debba aggiungere la sapienza umana. Come qualcuno ha detto, piuttosto, la croce è in assoluta e irreconciliabile contraddizione con la sapienza umana. Questo spiega perché la maggior parte delle persone che conoscete oggi, quando spiegate loro il cristianesimo riformato e biblico, lo rifiutano come qualcosa di settario e marginale. Lo accetterebbero se potessero aggiungervi qualcosa che hanno fatto loro.
La terza cosa che il Vangelo predicato è in grado di fare è distruggere l’umanesimo, la forza che sta distruggendo la nostra cultura. Nei versetti dal 18 al 20 leggiamo che è sempre stata l’intenzione di Dio e suo proposito, predetto nei profeti, purificare un giorno la cultura di questo mondo dall’umanesimo e dalla sapienza di questo mondo. Dice:
“Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il disputatore di questo mondo? Non ha forse Dio reso stolta la sapienza del mondo?”
Stanno tutti per scomparire, dice. Il processo è già iniziato. Li renderò tutti stolti.
Lavorerò mediante la predicazione del Vangelo in modo tale che le persone ovunque abbandoneranno ogni fiducia nella sapienza umana, perché quella sapienza si dimostrerà stolta, così com’è in realtà. Notate il versetto 21. Dice:
21 Infatti, poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione
Ora, questo è un grande versetto che dice molte cose, ma voglio che notiate un punto: la sapienza di questo mondo decaduto non cerca Dio. Non cerca sapienza in Dio, non importa quanto possa parlare di Dio. Parla di un Dio fatto a sua immagine e che quando un uomo crede che la sua mente, la sua esperienza e la sua intuizione siano tutto ciò di cui ha bisogno per farcela in questo mondo, il Dio che adora è in realtà lui stesso e non cercherà mai la sapienza di Dio, non cercherà mai la sapienza e la salvezza dal Dio vivente.
Un commentatore ha affermato che un Dio rivelato dalla sapienza umana sarà sia una proiezione dell’uomo caduto sia una fonte di orgoglio umano. Questo costituisce l’adorazione della creatura, non del creatore.
Ora, vorrei dedicare il tempo che abbiamo a disposizione questa mattina a parlare di questa follia di Dio che porrà fine all’umanesimo. Questa stoltezza di Dio, più saggia della sapienza degli uomini. Cos’è? Qual è il punto? Perché Dio viene ripetutamente definito stolto in questo testo? E la risposta è questa. Ricordate ora che Dio ha voluto rovesciare l’umanesimo e purificare il mondo dalla sapienza di questo mondo.
Ora, come lo farà? Lo farà facendo cose nella vita del genere umano in modo tale da apparire come uno stolto agli occhi dei grandi e dei potenti, così che quando questi penseranno di essere al sicuro, lui li distruggerà. Dio capovolgerà la saggezza di questo mondo facendo intenzionalmente cose che appaiono stupide e sciocche agli occhi dell’intellettuale umanista, così da confonderlo e infine distruggerlo. E il nostro testo dice che ci sono tre cose che Dio fa, facili da ricordare. Ci sono tre cose che Dio fa apposta per apparire stupido, confondere i grandi e potenti e distruggerli. Lasciate che le menzioni tutte insieme e poi ne parli.
Nei versetti dal 18 al 25, egli esibisce la sua stoltezza nel modo in cui ha compiuto la salvezza in un Cristo crocifisso. Appare stolto nel modo in cui ha compiuto la nostra salvezza.
In secondo luogo, nei versetti dal 26 al 31, appare stolto nel modo in cui ha scelto la gente comune per sconfiggere i suoi nemici. Appare stolto nella gente comune che ha scelto per sconfiggere i suoi nemici.
E poi, nel capitolo 2, versetti dall’1 al 16, appare stolto nel metodo che ha scelto per comunicare il potere salvifico del Vangelo nella vita delle persone attraverso la predicazione semplice e non oratoria della parola di Dio. Ora esaminiamo ciascuno di questi punti.
Nei versetti dal 18 al 25, Paolo sottolinea che il fulcro della predicazione che risolve l’avanzata dell’umanesimo e la disgregazione nella chiesa è la predicazione del vangelo della croce. Perché? Perché è la croce che fa apparire Dio come uno stolto. Voglio dire, vi ricordate di Shaka Zulu? La miniserie televisiva su Shaka Zulu, il grande re del popolo Zulu in Sudafrica, che stava conquistando un territorio più vasto di quello conquistato da Napoleone in Europa, nello stesso periodo in cui il francese conquistava l’Europa.
Shaka Zulu era un uomo brillante, ma era anche un pagano e un uomo malvagio, e c’erano dei missionari bianchi che avevano legami con lui. Gli piacevano perché pensava che potessero ringiovanirlo, cioè uno di questi missionari aveva della tintura per capelli e periodicamente la metteva sui capelli di Shaka quando li lavava e invece di rendersi conto che cambiava semplicemente il colore dei suoi capelli, pensava che questo missionario gli stesse togliendo anni di vita, allungandogliela, cioè lo stesse rendendo più giovane, i capelli grigi scomparivano, lo stava rendendo più giovane. Così, vide una Bibbia di uno di questi missionari e nella Bibbia c’erano delle immagini e qui c’era Gesù che veniva picchiato, qui c’era Gesù che veniva crocifisso e Shaka chiese al missionario: “Chi è questo?” e lui disse: “Questo è il nostro re, questo è il nostro salvatore”. “Che salvatore patetico” replicò, “che re patetico che permette ai suoi sudditi di crocifiggerlo”.
Bene, vedete, questa è una risposta sfacciata e grossolana, ma questa è la risposta della nostra cultura. La croce è offensiva in una cerchia erudita, è una cosa offensiva, è una cosa scandalosa che la nostra posizione con Dio sia basata sulla raccapricciante, cruenta crocifissione di un uomo. Quanto è stupido da parte di questo Dio mostrare una tale debolezza da non riuscire nemmeno a salvare il proprio figlio dalla brutalità dell’uomo; questa visione della croce è così grossolana e rozza che certamente non abbasserò il mio grande intelletto per credere a qualcosa di così primitivo. E quindi vedete il modo in cui Dio salva i peccatori è stato deliberatamente pianificato da Dio come qualcosa che sarebbe sembrato stupido agli occhi del mondo arrogante – così il mondo arrogante sarebbe stato confuso e così Dio li avrebbe distrutti
In secondo luogo Dio è parso come uno stolto nelle persone che ha deciso di fare cristiane mediante le quali avrebbe conquistato il mondo e liberato il mondo dall’umanesimo. Guardate dal versetto 26
26 Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili,
27 ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;
28 e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono,
Le persone che Dio ha scelto come suoi discepoli lo hanno fatto apparire uno sciocco. Voglio dire, guardalo qui, non siamo molti potenti, non molti nobili, Dio ha scelto gli umili e a proposito, c’è una parola qui in questo testo da cui abbiamo tratto una parola italiana e quindi traslittererò una specie di parola greca in italiano così che possiate capire il succo di questa cosa nel versetto
26 Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili,
27 ma Dio ha scelto gli idioti di questo mondo per svergognare i savi;
Quindi benvenuti nel club degli idioti. Spero e prego che abbiamo una chiesa piena di idioti e questo è tutto ciò che avremo mai in questa chiesa: idioti, persone che il mondo considera sciocche, irrilevanti e insignificanti. Vedete, questo è il punto, Dio ha scelto persone come voi e me e non i potenti di questo mondo perché il mondo possa ridere di lui, questo non è il modo di formare un esercito, questo non è il modo di iniziare un movimento, hai dodici persone all’inizio, la maggior parte dei quali sono pescatori, uno è un ex esattore delle tasse, non è questo il modo di iniziare un movimento. Eppure queste chiese composte da gente comune cambieranno il mondo, questo è ciò che dice, quelli che sono considerati insignificanti, irrilevanti agli occhi del mondo e della società, queste sono proprio le persone che non stanno dietro ai potenti, ma sono proprio le persone che Dio userà per liberare il mondo dalla sapienza umana e ha scelto noi idioti di proposito, così da apparire sciocco agli occhi dei superbi, così che i superbi siano confusi e questo li porterà alla distruzione.
E infine, nel capitolo due, vediamo che Dio è apparso sciocco di proposito nel metodo che ha scelto per comunicare il potere salvifico del Vangelo agli uomini e alle culture attraverso la semplice predicazione della parola di Dio. Paolo dice che in questa cultura ciò che fa apparire un uomo sapiente è la sua abilità oratoria e il talento retorico dei suoi sermoni, così da poter essere conosciuto come un trascinatore di masse, un principe del pulpito. Paolo, egli stesso un principe del pulpito disse, io consapevolmente e deliberatamente predicherò in un modo che è contrario a quello: sarà un modo chiaro sarà incisivo sarà semplice così che la vostra fede non si basi su di me e sulla mia oratoria sarà predicato nella potenza dello Spirito Santo così che la vostra fede non si basi sull’uomo ma sul Dio vivente.
Quindi, cosa abbiamo qui in questi primi due capitoli? Abbiamo due capitoli che definiscono cos’è un vero cristiano. Lui o lei è qualcuno che ripone la sua intera fiducia e confidenza solo in Cristo, si vanta solo in lui perché Dio lo ha chiamato a sé, confida costantemente in Cristo. Un cristiano è una persona a cui sono stati tolti i paletti, le grucce da sotto i piedi, gli è stata strappata la sapienza umana che vuole adorare ed è diventato uno stolto così che potesse diventare saggio.
Vediamo qui in questi testi che l’obiettivo primario della nostra evangelizzazione non deve essere l’élite della società ma le masse, l’uomo che lavora e la sua famiglia poco importanti agli occhi del mondo, l’uomo comune e non principalmente i ricchi, prominenti, ben educati, influenti e forti, anche questi devono essere evangelizzati, naturalmente, ma sono principalmente i deboli, gli umili e gli insignificanti che Dio chiamerà. La maggior parte degli eletti proverrà da questa categoria di persone e gli eletti si manifesteranno mediante l’evangelizzazione.
Pertanto, se vogliamo avere una strategia adeguata per la crescita della chiesa, dobbiamo mirare agli idioti. Dobbiamo dedicare la nostra vita alla conquista di coloro che sono umili e vili agli occhi del mondo, i rifiutati dalla società. Dio può fare e farà di loro dei capolavori e un giorno porterà una grande inversione nella società. Ricordate cosa cantò Maria, la madre di Gesù, riguardo a suo figlio in Luca 1? Disse: “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai loro troni ed ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote”.
Per mezzo di Cristo non ci sarà solo una polarizzazione, la salvezza delle persone, la distruzione dell’umanesimo, ma un’inversione completa nella società, dove Dio sazierà gli affamati e farà sì che i ricchi non credenti se ne vadano a mani vuote. Amati, gli umili e i vili si sentono così a casa, nella nostra congregazione e nelle nostre case o abbiamo ristretto il vangelo a un pregiudizio suburbano della classe media come hanno fatto tante chiese presbiteriane? Le chiese battiste e le chiese carismatiche stanno raggiungendo molte più persone delle chiese presbiteriane, anche con il loro vangelo tronco e carente, perché? Perché consapevolmente o inconsapevolmente quelle chiese stanno seguendo la strategia di 1 Corinzi 1:26-31 mentre la maggior parte delle chiese presbiteriane non lo fanno.
Fratelli e sorelle, in generale saranno le persone insignificanti e sottovalutate dal mondo che Dio userà per abbattere l’umanesimo in tutta la sua pompa e apparenza di potere. Non saranno principalmente i cristiani intellettuali e ricchi ma lodate Dio per il loro intelletto e la loro ricchezza. Quelli di voi in quella categoria dovreste riconoscere la pochezza del vostro numero ed essere eternamente grati a Dio per avervi scelto, e dovreste vedere la vostra responsabilità di aiutare a guidare e finanziare gli umili e i vili nella conquista del nostro mondo con il vangelo.
Reclutiamo tutti quelli che possiamo da ogni classe, da ogni livello e da ogni tipo nella nostra società e lasciamo che tutti noi che siamo stati reclutati dagli ufficiali ai fanti stiamo spalla a spalla nell’esercito del Signore e nella guerra per l’America il suo futuro e le sue famiglie.
Lodiamo Dio per la follia del vangelo di un Cristo crocifisso. Lodiamo Dio per la follia con cui Dio ha scelto gli idioti come sue armi per abbattere i suoi nemici. Lodiamo Dio per un salvatore e un Signore in cui possiamo vantarci e in cui possiamo riporre la nostra piena fiducia che la battaglia per i cuori, le menti e i corpi degli uomini si intensifichi qui e ora con noi in questa stanza attraverso la nostra fedeltà al Vangelo che possiamo vedere nella nostra generazione la distruzione della sapienza di questo mondo.
Il vessillo è stato innalzato, la tromba ha suonato, l’esercito è schierato, il nostro divino comandante in capo ci sta guidando a vittoria totale. Marciamo sul carro del suo trionfo credendo che Dio un giorno unirà la sua chiesa nella verità e nell’amore e diremo tutti la stessa cosa credendo che Dio salverà milioni e persino miliardi di persone in tutto il mondo tramite il vangelo e credendo che Dio porterà l’umanesimo alla distruzione, alla vergogna, alla disillusione e all’annullamento tramite la predicazione della croce del Signore Gesù Cristo
Preghiamo: Padre nostro che sei nei cieli, ti ringraziamo oggi per averci salvato dalla sapienza di questo mondo, e dalla sua schiavitù e dai suoi effetti che negano la vita. Preghiamo Signore che tu continui a salvarci dalla distruzione in corso, dalla seduzione e dall’influenza di questa cultura su noi stessi e sui nostri figli. Donaci discernimento, donaci saggezza, donaci fiducia nella predicazione della croce per portarci la vittoria in questa guerra. Preghiamo per la chiesa di Gesù Cristo con tutte le sue divisioni: che tu possa guarirla, che tu possa suscitare persone che predichino e portino testimonianza del vangelo della croce e mentre rendi la tua chiesa ciò che dovrebbe essere. Caro Signore preghiamo che tu voglia usare la tua chiesa con il vangelo della croce in mano per liberare questa cultura della piaga dell’umanesimo e del postmodernismo e di ogni altro ismo innalzato contro di te e per portare ogni pensiero prigione del Signore Gesù Cristo. Mentre entriamo in questa battaglia Signore sappiamo che è reale sappiamo che ci saranno vittime, sappiamo che ci saranno fatalità, sappiamo che ci saranno traditori, sappiamo che ci saranno codardi e qualunque cosa ci accada in questa battaglia a causa della fedeltà oh Signore salvaci non farci mai essere traditori non farci mai essere codardi per amore di Gesù preghiamo. Amen.