Capitolo XXII 

I Fondamenti dell’Ordine Sociale

 

Ciascun ordine sociale si fonda su un credo, su un concetto di vita e di legge e rappresenta una religione in vigore. La cultura è religione esteriorizzata e, come ha osservato Henry Van Til, “La religione di un popolo viene ad esprimersi nella sua cultura e i cristiani possono ritenersi soddisfatti con niente di meno che un’organizzazione cristiana della società” [1]. Ovunque vi sia un attacco all’organizzazione della società, c’è un attacco alla sua religione. La fede fondante di una società implica crescita secondo le linee di quella fede, ma qualsiasi corruzione nella sua struttura base è attività rivoluzionaria. I marxisti sono a questo riguardo più astuti dei loro avversari: essi riconoscono l’ostilità nei confronti della loro struttura come attività contro rivoluzionaria, come ostilità alla loro organizzazione. La vita di una società è il suo credo; un credo morente affronta prontamente la defezione e la sovversione. Ogni credo, anche se sano, è anche sotto continuo attacco; la cultura che trascura la difesa e la diffusione del credo di base sta esponendo il cuore al coltello del nemico. Nella cristianità biblica, a causa della sua indifferenza verso il credo di base, la civiltà occidentale sta oggi affrontando la morte ed è in lotta mortale con l’umanesimo.

I fondamenti dell’ordine sociale necessitano quindi di essere esaminati per essere capiti e difesi. Primo, c’è una base fondata su un credo; ogni ordinamento giuridico si fonda sulla sua codificazione legale di un sistema di moralità e ogni moralità presuppone una religione, una qualche forma di “interesse primario”. La maggior parte delle religioni è non teista, ma tutte le religioni sono di fondamento ad uno o ad un altro sistema di moralità. L’ordine morale è un aspetto dell’ordine religioso. La maggior parte delle religioni non è teista ma fondamentalmente umanistica. Da una prospettiva strutturale, le religioni possono essere divise in due grandi classi principali; teiste e politiche. In una religione teista Dio è la fonte della moralità e della legge. L’ordine dell’universo è stabilito da Dio ed è assoluto e l’ordine dell’uomo deve essere riprodotto secondo l’infallibile parola di Dio: la bibbia. Nella religione politica, è la politica ad essere la fonte della moralità e della legge. Aristotele scrisse di politica e quindi si interessò di etica e la sua etica dimora nella moralità e nell’ordine politico. L’etica per Aristotele è sostanzialmente un principio immanente di finalità piuttosto che un principio trascendente. La religione politica vede, invece che un ordine assoluto nell’universo, un ordine in evoluzione che può guidare e controllare in modo che l’eterno decreto di Dio sia sostituito dalla pianificazione totale dell’uomo. La predestinazione dell’uomo rimpiazza la predestinazione di Dio. La moralità politica è sempre stata foriera di religioni politiche.

Il secondo fondamento dell’ordine sociale è lo stato. Lo stato è l’organizzazione sociale del credo, la strutturazione legale del sistema morale di una società. Lo stato non può essere amorale perché la sua vera legge è la codificazione della sua moralità di base. Lo stato non può essere religiosamente neutro, perché è l’organizzazione sociale della società dal punto di vista legislativo. Quando lo stato rivendica neutralità religiosa, si tratta o di un auto inganno o di un inganno a spese del popolo e significa semplicemente una neutralità nei confronti della sua vecchia fede per preparare la via all’insediamento della fede nuova. Lo stato è un’organizzazione religiosa come e non meno della la chiesa ed in alcune società anche di più. In una società cristiana la chiesa e lo stato sono entrambi ordini religiosi, la chiesa come ministro di grazia e lo stato come ministro di giustizia. Nella società pagana lo stato assume priorità come ordine religioso: il tempio o il santuario diventano quindi aspetti della vita e della funzione dello stato. La religione non può venire maggiormente astratta dallo stato che dalla chiesa. Chiese e stati potrebbero abbandonare una religione e il proprio credo, ma solo per adottarne un altro.

Gli scopi degli stati cambiano a seconda della loro religione. Fondamentalmente lo stato può essere o messianico e ministeriale, o salvatore o ministro di giustizia. Per la religione biblica, lo stato è ministro di giustizia; per le religioni non cristiane, per le religioni politiche, lo stato è il salvatore dell’uomo. I due concetti sono mutuamente esclusivi, e tra essi non vi può essere alcun compromesso.

Il terzo fondamento dell’ordine sociale è costituito dalla sovranità. La sovranità può essere trascendentale o immanente, fondata su Dio o attributo dell’uomo e del suo ordine. Sostanzialmente i due concetti in conflitto tra loro sono la sovranità di Dio e la sovranità rivendicata dallo stato. Se Dio è sovrano allora egli è il creatore e il governatore di tutte le cose e la sua legge struttura, controlla, giudica e stabilisce tutte le cose; nulla può esistere o avere esistenza senza di lui o a prescindere da lui. Se è lo stato ad essere sovrano, allora lo stato deve esercitare il controllo totale e il giudizio su tutte le cose in questo mondo, oppure la sua sovranità è limitata e negata. Lo stato cerca, coerentemente con sua rivendicazione di sovranità, di diventare il potere determinante e assoluto su ogni dominio: a nessuna sfera è permesso di funzionare se non per concessione dello stato. La terra, l’aria, l’acqua e il cielo appartengono tutti allo stato, sono usati solamente sotto la legge e le tasse dello stato e sono potenzialmente o realmente soggetti al re-impossessamento da parte dello stato. Lo stato ha assunto la sovranità sulla vita dell’uomo che appartiene propriamente solo a Dio. Il credo dello stato quindi richiede la guerra santa contro il credo e la fede cristiani.

Due sovranità e due sovrani assoluti non possono coesistere nello stesso punto del tempo e dello spazio, rivendicando la stessa giurisdizione. Siccome le rivendicazioni di Dio e dello stato sovrano sono mutuamente esclusive, il loro conflitto è inevitabile. La guerra tra Cristo e Cesare è un conflitto inevitabile ed è una guerra mortale.

Il peccato e il male sono un problema per ogni ordine sovrano. La cristianità biblica affronta il peccato e il male in due maniere. Primo, lo stato come ministro di giustizia istituisce la restituzione quale principio giuridico fondamentale. La giustizia di Dio deve essere conservata; ci deve quindi essere restituzione da parte dell’uomo nell’ordine di Dio ogni qual volta l’ordine sia violato o altrimenti Dio pretenderà restituzione per mezzo del suo giudizio. Secondo, la chiesa come ministro di grazia deve proclamare la grazia salvifica di Gesù Cristo. Gesù Cristo compie l’espiazione per il peccato dell’uomo contro Dio ed egli istituisce l’ordine di Dio in relazione all’uomo; questo ordine è la comunione con lui. L’opera espiatoria di Cristo compie la restituzione verso Dio come la legge civile sotto Dio deve procurare la restituzione verso gli uomini come obbligo nei confronti di Dio. Quindi, in un senso più alto, sia la chiesa che lo stato sono chiamati a compiere la restituzione, lo stato come ministro di giustizia, la chiesa come ministro di grazia. Lo scopo è “la restituzione di tutte le cose” nella nuova creazione (Atti 3:21). La restituzione è perciò l’aspetto fondamentale dell’ordine sociale cristiano.

Il quarto fondamento dell’ordine sociale è quindi la grazia. Il problema personale dell’uomo sotto qualsiasi credo è rappresentato dalla presenza di male personale e impersonale nel mondo. L’uomo individua la natura di quel male e la sua risposta secondo il proprio credo. Per le religioni politiche, per l’umanesimo, il male si trova nell’ambiente e il potere dello stato di modificare quell’ambiente è la sua grazia salvifica. Lo stato deve ricostruire l’ambiente fisico e spirituale dell’uomo per cambiare e salvare l’uomo. Il cambiamento sociale secondo il piano dello stato è la grazia statale in atto. L’ambiente cattivo a volte coinvolge persone e istituzioni, come la borghesia, i capitalisti, il clero, i cristiani, le chiese, le organizzazioni private, le imprese private e così via. Tutte queste dovrebbero essere, e spesso lo sono, “liquidate” o distrutte come tappa del processo di salvezza. Le persone che rimangono devono essere “rieducate” secondo il nuovo credo e a prescindere dal cristianesimo.

Per il cristianesimo biblico la risposta al problema del male è la grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo e la restituzione di tutte le cose. Il problema dell’uomo non è il suo ambiente, ma il peccato, il desiderio dell’uomo di essere il proprio dio, la propria legge e il principio del valore ultimo delle cose. L’uomo non può salvare se stesso, né per mezzo della politica, né per opere di legge o moralità o attraverso alcun altro mezzo. Gesù Cristo è l’unico salvatore dell’uomo. L’uomo deve vivere sotto l’ordine giuridico di Dio per vivere liberamente e felicemente, ma l’ordine giuridico non può salvare l’uomo, né quello stesso ordine sopravviverà a lungo se non c’è un corpo notevole di credenti la cui vita è la legge di Dio. La grazie è quindi fondamentale per un vero ordine. Senza grazia, l’uomo manca della condizione per sviluppare le proprie potenzialità, capitalizzare le proprie attività e mettere ordine alla propria vita.

Quale sia la misura in cui la dottrina della grazia permea tutta la società è evidente nelle esecuzioni capitali. Era diffuso un tempo, che prima delle esecuzioni negli Stati Uniti i pubblici ufficiali facessero al criminale un discorso perché ricevesse la grazia salvifica di Dio prima di morire e più di qualche condannato ebbe a morire consapevole di essere un peccatore bisognoso della grazia salvifica di Cristo. Nella metà del ventesimo secolo la situazione era radicalmente differente sebbene i cappellani carcerari fossero sopravvissuti come residuo di un ordine cristiano. Per citare un esempio, Aaron Charles Mitchell venne condannato a morte in California per aver ucciso un poliziotto mentre commettendo un delitto. Il suo avvocato perorò la causa di fronte al Governatore Edmund G. Brown nel maggio 1967: “Se questo uomo fosse stato sufficientemente fortunato ad avere la pelle bianca, egli indubbiamente avrebbe potuto sedere sulla sedia ora occupata da vostro onore”. Mitchell, 37 anni, aveva passato cinque anni in prigione dal suo diciassettesimo compleanno. Mitchell dichiarò alla stampa: “Ciò che la gente dovrebbe cercare di scoprire sul mio conto è che cosa nel mio ambiente mi abbia obbligato a finire male”. Mitchell quindi sottolineò che era nato in Mississippi e si era trasferito a Memphis nel Tennessee all’età di 5 anni. I suoi genitori si lasciarono quando aveva 14 o 15 anni. Egli era quindi giustificato per il suo crimine in ragione dei condizionamenti ambientali! [2].

Un’altra significativa illustrazione di questo credo fu data dal Consiglio di pianificazione e di edilizia popolare dei cittadini. Convinto che il problema degli abitanti dei sobborghi fosse un cattivo ambiente, particolarmente i cattivi proprietari, il Consiglio ottenne da Laurence Rockefeller 250.000 dollari per comperare un edificio di appartamenti di sobborgo, rinnovarlo e quindi reinserire gli abitanti e dimostrare che al mondo che si potesse ricavare un discreto giovamento nel provvedere una dimora abitativa agli abitanti dei sobborghi. Il gruppo si avvantaggiò sui proprietari dei sobborghi, nel fatto che le sue proprietà, come società non-profit, godeva di un regime fiscale favorevole. L’avvicendamento degli inquilini nel progetto fu dell’80%. Le riparazioni necessarie triplicarono gli affitti. Ma, invece di un profitto atteso attorno all’8%, l’esito fu di una perdita del 3%. Dopo quattro anni di fallimento, si ammise che era impossibile mantenere condizioni di vita decenti e fare del profitto. I costi di mantenimento si dimostrarono essere molto alti, perché gli abitanti dei sobborghi abusavano dei loro alloggi. La soluzione per il Consiglio, fu l’edilizia popolare! [3].

In breve molta gente dei bassifondi si merita i bassifondi e vi appartiene; essi fanno del più nuovo degli edifici un bassofondo, perché tale è la loro natura. Una economia libera permette ai meritevoli di uscire dal sobborgo e c’è sempre stato un esodo di quelli con buona reputazione. Ma la risposta del socialista e del teorico dell’ambiente sociale è così potente oggigiorno che emerse in modo spontaneo anche al Consiglio anche quando il suo esperimento era fallito. Penalizzando i lavoratori seri per poter procurare buone abitazioni agli abitanti dei bassifondi perché le rovinassero e distruggessero, questi teorici del condizionamento ambientale stanno distruggendo la libertà a tutti. Con l’innalzamento progressivo della tassazione a tutti essi stanno preparando la via ad un bassofondo universale, la distruzione delle benessere e la repressione dell’iniziativa in tutti.

Il credo implicito nell’azione del Consiglio è l’umanesimo, l’umanesimo statalista. Di conseguenza, le azioni seguono la logica della sua fede e la sua risposta è di carattere messianico. La salvezza è un’azione statale e quindi risulta essere la risorsa essenziale in ogni momento di prova e tormento.

Ogni ordine sociale di basa su un credo implicito e il credo ne definisce la struttura e la informa. Quando un ordine sociale comincia a sbriciolarsi, è perché la fede di base, il suo credo, è stato minato. Ma la difesa politica dell’ordine diventa solitamente la prima linea di difesa: diventa la posizione conservatrice. Ma siccome la difesa è di carattere politico piuttosto che basato sul proprio credo, essa si rivela una difesa superficiale che si sbriciola velocemente sotto l’opposizione di un credo dottrinalmente più forte. Perciò, la difesa della Repubblica Romana di Cicerone fu uno sforzo coraggioso ed eroico, ma fu anche l’epitome dell’impotenza. La repubblica era già morta; Cicerone stesso non credeva nella religione sulla quale la repubblica era fondata. Se Cicerone non poteva accettare i fondamenti religiosi che avevano portato al governo un’aristocrazia, come poteva aspettarsi che ad accettarli fossero le masse in rivolta? La posizione di Cicerone era essenzialmente personale e i vari altri difensori della repubblica era accomunati più da sensibilità e interessi puramente personali che da una posizione basata su un credo. Giulio Cesare fu abile a capitalizzare il nuovo confessionalismo (credalismo) ed ergersi a capo religioso e civile del nuovo movimento. Similmente, oggi l’umanesimo è il credo di base dei vari movimenti democratici e socialisti. Più manifesto è l’umanesimo, come nel Marxismo, e più diretto è l’uso del potere, perché opera secondo la solidità del proprio principio. I conservatori tentano di difendere le forme politiche dell’Occidente cristiano senza credere al cristianesimo biblico. A prescindere da vaghe affermazioni di libertà, essi non sono in grado di difendere filosoficamente la loro posizione. I conservatori quindi diventano fact-finders — scopritori di fatti: essi tentano di opporsi agli umanisti documentando la loro crudeltà, corruzione e abuso d’ufficio. Se i fatti riescono a convincere il popolo, essi portano solo al cambiamento di un gruppo di umanisti radicali con un gruppo di umanisti radicali riformatori. La loro fede nel sistema non viene mai scrollata, ma solo nella forma o rappresentazione di quel sistema. Il successo dei rivoluzionari si fonda sul loro attacco al credo del gruppo governante e sulla sua sostituzione con un nuovo credo. Quando vengono stabilite le fondamenta, si fissa la forma generale dell’edificio. Quando un credo viene accettato, l’ordine sociale viene fissato. Di conseguenza non ci può essere alcuna ricostruzione della civiltà cristiana dell’occidente se non sulle fondamenta del credo cristiano.

Note:

1 Henry Van Til, The Calvinistic Concept of Culture (Philadelfia: The Presbyterian and Reformed Publishing Company, 1959), 245.
2 Los Angeles Herald-Examiner, Domenica 9 Aprile 1967, CC, A-5 , “Death on Wednesday”.
3 William Buckley Jr., “Failure in the Slums,” in National Review, vol. XIX, n. 13, 4 Aprile 1967, 341.


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