DEFINIZIONE DEI TERMINI

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CHURCH (Kyrikon)

L’uso della parola inglese church (“chiesa”) riserva alcuni problemi. Questa parola viene, infatti, usata in una varietà di modi indicanti cose diverse, senza definire solitamente cosa e molto spesso senza neppure essere consapevoli di stare adoperando lo stesso termine in modi diversi per riferirsi a cose diverse. Ciò porta a confusione di pensiero e, di conseguenza, a fraintendimenti. Per evitare questi problemi è necessario, quindi, capire qualcosa dell’etimologia e della storia del termine, nonché del suo uso; si deve prestare attenzione al suo impiego così da assicurarsi di capire e indicare chiaramente che cosa si intende.

La parola inglese church deriva dall’inglese antico cirice o circe, derivante dalla parola greca kyrikon, che significa casa di Dio, una forma popolare del IV secolo della parola greca kyriakon, un aggettivo che significa imperiale, del signore. Questo termine greco era usato in riferimento alla “casa del Signore” (to kyriakon doma).[1] L’inglese church deriva, per questo tramite, dall’aggettivo greco kyriakos.[2] Questo aggettivo, tuttavia, è usato solo due volte nel Nuovo Testamento e in nessuno dei due casi fa riferimento alla parola greca ecclesia, che è la parola solitamente tradotta come church nelle traduzioni inglesi della Bibbia. In 1 Cor 11:20 è usato per la Cena del Signore e in Ap 1:10 è usato per il Giorno del Signore. In nessuna parte del Nuovo Testamento questo termine è adoperato per riferirsi alla casa del Signore. A rigor di termini, quindi, la nozione o il concetto legato alla parola inglese church non fa parte del nuovo patto, anche se naturalmente fa parte del vecchio, cioè del Tempio. Il concetto di casa del Signore (church) – cioè di un edificio e delle sue pertinenze, riservato come santuario speciale per il culto cristiano – non si trova nel Nuovo Testamento e non è una peculiarità del nuovo patto.

Nella sua traduzione del Nuovo Testamento, William Tyndale non usò la parola church per tradurre la parola greca ecclesia e la rese più accuratamente come congregazione. In nessuna parte della traduzione di Tyndale del Nuovo Testamento troviamo la parola church usata per l’assemblea o la comunità dei credenti.[3] Il Nuovo Testamento non identifica l’ecclesia come la casa del Signore, cioè un edificio e le sue pertinenze, ma come il popolo di Dio, una comunità pattizia chiamata ad uscire dal mondo del peccato e dell’incredulità per entrare in comunione con Dio come sua nazione santa (1 Pt 2:9). Purtroppo, le successive traduzioni della Bibbia in inglese, tra cui la Bibbia di Ginevra, non hanno seguito l’esempio di Tyndale e hanno tradotto erroneamente la parola greca ecclesia come church.

Nella maggior parte delle traduzioni inglesi della Bibbia si usa la parola inglese church per tradurre la parola greca ecclesia. Si tratta di una traduzione errata, poiché l’ecclesia non è un edificio, ma un’assemblea di persone costituita come corpo politico (vedi §2 “Assemblea” qui di seguito). È possibile, quindi, affermare come a rigor di logica non esistessero chiese cristiane (church) nel Nuovo Testamento; i credenti si riunivano nelle loro case o in altri luoghi, ma non c’erano edifici appositamente designati per il culto cristiano. C’era il Tempio, ovviamente, e c’erano le sinagoghe, dove probabilmente i primi cristiani ebrei si incontravano per l’adorazione il giorno di sabato, ma furono presto costretti a lasciarle e a cercare alternative per l’adorazione il giorno del Signore, ovvero il giorno successivo al sabato ebraico. I cristiani gentili, invece, non resero mai il culto nelle sinagoghe. In origine, tuttavia, neppure il termine sinagoga si riferiva a un edificio, ma a una riunione di persone, un’assemblea (dal greco synago, che significa radunarsi), ed era usato per le comunità locali di ebrei che si riunivano il sabato per il culto, l’insegnamento della legge e per scopi educativi e sociali. In altre parole, si riferiva alle persone, a una comunità, non a un edificio, ed è passato a significare edificio solo in un secondo momento, a causa del suo uso come metonimo dell’edificio in cui la comunità si riuniva. Con il termine church, invece, è accaduto esattamente il contrario: l’edificio, che dal punto di vista etimologico è propriamente chiamato church (casa del Signore), è venuto ad indicare la comunità di cristiani che vi si riuniva.

Secondo il Concise Oxford Dictionary of Current English (Ottava edizione, 1990) la parola inglese church può significare: 1. un edificio per il culto pubblico, 2. una riunione per il culto pubblico in tale edificio; inoltre, con la prima lettera maiuscola (Church), 3. il corpo di tutti i cristiani, 4. il clero o la professione clericale, 5. un gruppo o una società cristiana organizzata di qualsiasi tempo, paese o di specifici principi di culto, 6. religione istituzionalizzata come forza politica o sociale.

In questo libro impiego la parola Church (chiesa), con la prima lettera maiuscola, per riferirmi a ciò che è prevalentemente inteso con il termine nell’uso comune, cioè l’istituzione liturgica con i suoi rituali, la disciplina e la burocrazia amministrata da ecclesiastici (non tutte le denominazioni moderne usano il termine ecclesiastico, ma il concetto a cui la parola si riferisce è endemico in tutte).

 

[1] La parola tedesca per chiesa, Kirche, condivide la stessa etimologia. Si confrontino, tuttavia, il francese église, lo spagnolo iglesia e l’italiano chiesa, che derivano tutti dalla parola greca ecclesia.

[2] H. D. Liddell e R. Scott, A Greek-English Lexicon (Oxford: The Clarendon Press, 1901), p. 862a; Gerhard Kittel e Gerhard Friedrich, eds, Theological Diction- ary of the New Testament (Grand Rapids, Michigan: Wm B. Eerdmans Publishing Company, 1965), Vol. III, p. 532 n. 92.

[3] In Atti 19:37, ad esempio, usa la parola churhes, ma il termine greco che traduce è hierosylous, cioè ladri di templi, sacrileghi, non ecclesia, e si riferisce a un edificio e alle sue pertinenze, non all’assemblea della comunità cristiana.


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