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L’IMPRORIA TRADUZIONE DEL GRANDE MANDATO

La traduzione inglese moderna della prima parte del Grande Mandato (Mt 28:19) è ambigua. Ciò è dovuto al fatto che l’inglese non contempla il verbo “*discepolare” (to disciple). Il Concise Oxford English Dictionary (Ottava Edizione) riporta la parola “discepolo” (disciple) solamente come sostantivo. Il verbo più vicino a questa parola è “disciplinare” (to discipline), che, sebbene non sia privo di una certa rilevanza per ciò che significa essere un discepolo di Cristo, non trasmette il significato del termine greco utilizzato (matheteusate, aor. act. imp. di matheteuo). Le traduzioni inglesi moderne aggirano questo problema utilizzando l’espressione “fare discepoli di”. Il verbo greco significa essere discepolo.[28] Nel greco koinè del Nuovo Testamento, cioè la lingua di tutti i giorni parlata dalla gente dell’Impero Romano nel I secolo, questo verbo è usato in forma transitiva: *discepolare.[29] In Matteo 28:19 appare come imperativo con “tutte le nazioni” (panta ta ethne) in qualità di oggetto del comando. In altre parole, il Grande Mandato non dice “andate e fate discepoli di tutti i popoli”; piuttosto, dice “andate e *discepolate tutti i popoli”, cioè andate e fate tutte le nazioni miei discepoli.

Poiché non esiste, a rigore, un unico termine in inglese che traduca questo verbo greco, la Versione Autorizzata, seguendo Tyndale e la Bibbia di Ginevra, traduce la prima parte del Grande Mandato come “Andate, dunque, ed ammaestrate tutte le nazioni”. Questa traduzione conserva la grammatica dell’originale greco accuratamente. La maggior parte delle traduzioni moderne, tuttavia, ha seguito i traduttori della Revised Standard Version, che recita: “Andate, dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni”. La New American Standard Bible ugualmente dice così: “Andate, dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni”. Similmente, la Revised Standard Version recita: “Andate, dunque, e fate discepoli di ogni nazione”. Persino la New King James Version cambia la formulazione della Versione Autorizzata in “Andate, dunque, e fate discepoli di ogni nazione”, non riuscendo, purtroppo, in tal modo a conservare quel “ammaestrate tutte le nazioni” della Versione Autorizzata.

Questa traduzione moderna presenta due problemi: in primo luogo, essa muta il verbo greco *discepolare (matheteuo) nel verbo fare; l’oggetto diretto di questo verbo finisce così per diventare il sostantivo discepoli, anziché nazioni. In secondo luogo, trasforma l’oggetto del verbo greco in un genitivo; cioè trasforma la parola “nazioni”, che in greco è nel caso accusativo (il caso del complemento oggetto diretto), in un caso genitivo governato dalla preposizione “di”, non presente nel greco. Ciò porta ad avere una frase ambigua nella traduzione al posto di una frase non ambigua nel greco.

Volendo, la traduzione inglese moderna potrebbe essere presa a significare proprio ciò che intende il greco, ovverosia “fate le nazioni i discepoli di Cristo”. Tuttavia, ciò non sembra avvenire automaticamente. Per questo rimane una traduzione ambigua e vaga, soggetta ad altre interpretazioni e, purtroppo, nei tempi moderni – a causa del consenso teologico pietistico dominante la comprensione della fede da parte della Chiesa – è stata presa perlopiù a significare qualcos’altro, vale a dire “fate discepoli tra tutte le nazioni”. Tecnicamente, data la formulazione delle traduzioni moderne, questa risulta una comprensione perfettamente ragionevole e corretta. Rimane nondimeno un’interpretazione errata del greco. Il greco dice che dobbiamo andare a *discepolare le nazioni, non a fare discepoli di tutte le nazioni, ossia tra i popoli.

Molti travisano il Grande Mandato intendendolo come un comando di fare discepoli tra la gente proveniente da tutte le nazioni. Non è questo che Gesù ha comandato ai suoi discepoli di fare nel Grande Mandato. Piuttosto, ci ha comandato di fare discepoli le nazioni in quanto nazioni, cioè di creare nazioni cristiane.

La vaghezza della traduzione inglese moderna ha fatto sì che prendesse piede una comprensione errata del Grande Mandato o, almeno, ha contribuito a confermarla nell’opinione comune della maggior parte dei cristiani di oggi. Questa concezione errata è stata così facilmente accolta a causa della natura pietistica della fede cristiana contemporanea, vale a dire a causa di quell’idea che vede la fede cristiana legata a una comprensione della spiritualità strettamente incentrata sulla vita devozionale privata dell’individuo, sul culto della Chiesa – il quale viene sempre più spesso equiparato al canto di cori – e sull’aldilà, tutte cose che sono collegate con il piano superiore della realtà nella visione dualistica del mondo. In questa prospettiva la fede non è vista come avente un’influenza diretta sulle questioni quotidiane che determinano gran parte della nostra vita, come ad esempio l’istruzione, la politica, il welfare, l’economia, le arti, gli affari, la scienza, la medicina e la cultura in generale. La maggior parte dei cristiani di oggi non vede la fede cristiana come capace di occuparsi di queste aree di vita. La fede è stata privatizzata e di conseguenza è stata privata del suo potere di trasformare la società. In questo contesto, l’errata lettura del Grande Mandato come un comando di fare singoli discepoli tra le nazioni è sembrata naturale. Ma il contesto moderno ha distorto la comprensione della Bibbia da parte della Chiesa, cosicché la comprensione moderna del Grande Mandato ne risulta sbagliata.

Ma come possiamo fare discepoli le nazioni? È impossibile realizzare ciò senza fare discepoli singoli individui. Eppure, è possibile fare discepoli singoli individui senza andare a fare discepoli le nazioni. La differenza sta nella visione e nella missione. Il Grande Mandato è il comando di fare discepoli / ammaestrare le nazioni. Ciò include, ovviamente, il dover fare discepoli singoli individui, ma non è tutto. Si va oltre. Il Mandato prevede che le nazioni debbano sottomettersi al Signore Gesù Cristo e diventare nazioni cristiane. Questo è ciò che insegna la Bibbia ed è ciò che è stato compreso nelle epoche precedenti. L’idea che il Grande Mandato riguardi soltanto fare discepoli singoli individui, salvare le anime, è un’idea nuova, nel mondo anglofono nata grosso modo contestualmente alla diabolica errata traduzione del Grande Mandato riportata dalla Revised Version[30], il cui esempio è stato poi seguito da quasi tutte le moderne traduzioni inglesi.[31]

 

[28] G. Abbott-Smith, op. cit., p. 275.

[29] Gerhard Kittel e Gerhard Friedrich, op. cit., vol. IV, p. 146; F. Blass e A. Debrunner, A Greek Grammar of the New Testament and Other Early Christian Literature (Cambridge University Press, 1961, trad. Robert W. Funk), §148, p. 82af.

[30] Sono consapevole delle origini legate alla Riforma radicale di questa credenza e della sua influenza crescente e corruttrice dal tempo della Riforma in poi, in particolare nelle sette anti pedobattiste e separatiste, e anche del fatto che questa influenza possa essere stata all’opera nel processo che ha cointribuito alla corruzione della traduzione di Matteo 28:19 nella Revised Version. Ma è nel XX secolo che questa influenza è diventata mainstream e l’errata traduzione di questo brano nella Revised Version è all’incirca coincidente con l’espansione di questa errata comprensione del Grande Mandato nella Chiesa.

[31] Fa eccezione la New English Bible, che traduce la prima parte del Grande Mandato come “Andate, dunque, e fate tutte le nazioni miei discepoli”. Purtroppo, questa eccellente traduzione della prima parte del Grande Mandato è completamente rovinata dall’errata traduzione della seconda metà: “battezzate gli uomini dappertutto nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (corsivo mio). Il problema è l’avere sostituito “loro” con “uomini dappertutto”, cosicché non c’è più un pronome che rimanda alle “nazioni”; il pronome “loro” al versetto 20 viene di conseguenza inteso come un riferimento agli “uomini dappertutto”, che è stato erroneamente introdotto nel versetto 19. Il comando di battezzare uomini dappertutto costituisce una missione molto diversa dal comando di battezzare tutte le nazioni, ed è quest’ultimo che il testo greco ci dà, non il primo. L’obiettivo della missione è completamente cambiato dall’errata traduzione della New English Bible. Invece di un comando di battezzare e insegnare la legge di Dio alle nazioni, abbiamo un’attenzione individualistica che non rende giustizia alle implicazioni sociopolitiche del Grande Mandato. Sulla rilevanza – o meglio, dovrei dire irrilevanza – della divergenza di genere tra il sostantivo “nazioni” (ethne) e il pronome “loro” (autous), si veda l’Excursus nel mio saggio The Great Decommission (Taunton: Kuyper Foundation, 2011), p. 36 ss.


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