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RINASCIMENTO CRISTIANO

Perché non c’è mai stata una Riforma

 

Usiamo sempre questo termine e parliamo di continuo della teologia che l’ha creata e di quella che poi ne è scaturita come se fosse realmente esistita e avesse realizzato qualcosa. Ma si tratta di una fantasia bell’e buona. Infatti, non c’è mai stata una Riforma, non ci sono Chiese riformate e la teologia riformata è una finzione. Questo termine improprio è oggi una trappola mortale che coloro i quali desiderano perseguire il Regno di Dio hanno da riconoscere come tale se vogliono evitare altri quarant’anni nel deserto.

Forse penserete che stia per abbandonare la nave diventando un cattolico romano, ma non c’è niente di più lontano dalla verità. Il punto è che la Chiesa romana non fu riformata e non è mai stata riformata. È vero che a causa dell’ascesa degli Stati nazionali essa ha meno potere oggi di quanto ne avesse nel XVI secolo, ma è altrettanto corrotta dal punto di vista dottrinale e morale come lo era allora, anzi, per certi versi lo è ancora di più. Ciò che chiamiamo Riforma non fu affatto una Riforma. Fu un Esodo. I Riformatori non riformarono mai la Chiesa romana. Nessun riformatore riuscì mai a realizzare una tale riforma. E se anche uno vi fosse riuscito, allora i protestanti non lo riconoscerebbero affatto come riformatore. L’uso improprio di parole e termini può essere una grande insidia. I Riformatori non riformarono nessuna Chiesa. Se l’avessero fatto, allora oggi esisterebbe una Chiesa Cattolica Romana Riformata. Una tal chiesa, però, non esiste. Essi piuttosto abbandonarono la Chiesa romana oppure ne furono cacciati ritrovandosi così a dover ricominciare da zero. Dovettero, quindi, direttamente lavorare alla costruzione di una nuova Chiesa.

Il termine corretto per definire ciò che i Riformatori riuscirono a realizzare è Rinascimento ecclesiale, cioè una nuova nascita della Chiesa. Non riformarono la Chiesa, ma lasciarono la Chiesa cattolica romana e il loro lavoro condusse alla rinascita della Chiesa cristiana in una nuova forma. Purtroppo, la parola rinascimento è usata in riferimento al Rinascimento umanista che precedette proprio ciò che noi chiamiamo Riforma; pertanto – anche se per certi aspetti la Riforma fece parte del Rinascimento e per altri meno – adottarla al fine di descrivere l’opera dei Riformatori rischierebbe di creare confusione. Ciò nonostante, l’espressione Rinascimento ecclesiale sarebbe effettivamente la corretta descrizione del gran lavoro compiuto dai Riformatori.

A questo punto, mi si potrebbe far presente come i Riformatori non fossero impegnati in un tentativo di riforma della Chiesa, bensì della fede cristiana, e che quindi il termine Riforma sarebbe da ritenersi corretto. Ciò, se fosse vero, sarebbe in linea di principio un’argomentazione valida, e, allora sì, l’uso della parola Riforma sarebbe adatto. Tuttavia, non corrisponde alla realtà: anche se certamente i Riformatori riformarono la dottrina che era divenuta così ampiamente corrotta sotto il magistero cattolico romano e il loro fu un lavoro ottimo e necessario, non fu l’unico lavoro di cui si aveva bisogno; era la Chiesa che i Riformatori si proponevano di riformare. Ma in ciò dovettero confrontarsi con un fallimento, un fallimento totale. Quanto riuscirono a fare fu abbandonare il vecchio otre. L’esistenza di molte persone che desideravano riformare la Chiesa prima della Riforma dimostra come la fede cristiana fosse più che viva. Il problema era quindi l’otre, non il vino, ed è stato l’otre che i riformatori abbandonarono perché incapaci di riformarlo.

Così facendo, che lo riconoscessero o meno, stavano seguendo l’insegnamento di Gesù. L’otre era divenuto inutile. Chiaramente, il proposito dei Riformatori era la Riforma, intendevano riformare la Chiesa di Roma, ma non è ciò che Dio concesse loro. Nuovi otri si erano resi indispensabili. Non è possibile negare, naturalmente, che i Riformatori abbiano fatto un’opera ottima e necessaria, perché, effettivamente tale è stata. Quello che voglio dire è che l’idea errata che essi abbiano riformato la Chiesa ci ha sviato verso la convinzione di dover noi stessi riformare la moderna Chiesa protestante apostata. Ma la riforma non è la soluzione. La Chiesa Protestante è irriformabile, non perché Dio non possa riformare una Chiesa apostata – certo che può farlo – ma perché Dio non riforma le Chiese apostate. Quando il sale ha perso la sua sapidità, a cosa potrebbe ancora mai servire? Ad essere riformato? No! Non serve a nulla, se non a essere gettato via. Non sono io ad affermare ciò. Lo ha detto il Signore Gesù Cristo, così come ha pure detto che gli otri vecchi sono inutili per contenere il vino nuovo e che nuovi otri sono necessari. E ora sembra chiaro che Dio abbia gettato via l’otre della Chiesa protestante, la quale è sale che ha perso la sua sapidità.

Non credetemi sulla parola. Guardate la storia. Quali Chiese, una volta persa la loro sapidità, una volta divenute inutili e assunta la forma di vecchi otri malandati, una volta scadute nell’apostasia, Dio ha mai riformato? Non la Chiesa greco-ortodossa. Non la Chiesa nestoriana (la quale nei primi secoli dell’era cristiana era una delle più grandi Chiese missionarie che il mondo avesse mai visto, ma che all’epoca di Kublai Kahn risultava del tutto inutile al fine di soddisfare il desiderio del Gran Kahn di cristianizzare il suo impero). Non la Chiesa romana o la Chiesa ortodossa russa, né la Chiesa copta. Quali Chiese, e quando, Dio ha mai riformato una volta che questo livello di corruzione e di apostasia si era instaurato? Nessuna che io che io sappia. Forse Dio ne ha riformata una e io sto solo mostrando tutta la mia ignoranza. Se così fosse, vi pregherei allora di dirmi quale e non avrei problemi a prenderne atto immediatamente. Vi prego di liberarmi dalla mia ignoranza. Di rimanere in tal stato non ne sento il bisogno. Vi prego, quindi, di porre fine alle mie sofferenze. Niente mi farebbe più piacere o mi sarebbe di maggior sollievo nella mia vocazione. Sono stato in cerca di una tal Chiesa per molti anni. Non mi riferisco qui al trovare una Chiesa perfetta, quindi vi pregherei di non citare quel vecchio adagio trito e ritrito, quanto inutile, sull’impossibilità di trovarne una perfetta – mantra di ogni papa da quattro soldi nel tentativo disperato di conservare la sua tirannia idolatrica. Queste affermazioni rivelano una completa stupidità e, se avessero un qualche fondamento, renderebbero vano il lavoro dei Riformatori. Ribadisco ancora quanto non intenda negare che l’opera dei Riformatori sia stata necessaria e di vitale importanza. Lo è stata, seppur non in maniera sufficiente o completa. Quello che sto negando è che si sia trattato di una Riforma della Chiesa.

Mi sembra ormai incontestabile che, sebbene Dio possa riformare Chiese apostate, semplicemente non lo fa. Dio non ha mai riformato una Chiesa apostata. “Se il sale ha perso il suo sapore, con che cosa lo si renderà salato? Non serve più a nulla, se non ad essere riformato”. È questo che ha detto veramente Gesù? Certo che no. Egli ha detto: “Se il sale ha perso il suo sapore, con che cosa la si renderà salato?” – in altre parole, non può essere reso di nuovo salato – “Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5:13). O crediamo alle parole del Signore Gesù o non ci crediamo. Dio non riforma le Chiese apostate. Ricomincia da capo. Il vino nuovo deve avere otri nuovi se non vuole essere sprecato. Non solo la Bibbia, ma anche la storia insegna questa lezione. La Chiesa protestante ha preso la strada delle altre prima di lei ed è irriformabile perché Dio non riforma le Chiese apostate.

La Riforma non è stata una Riforma di un bel niente. È stata un Esodo e un nuovo inizio, una rinascita della Chiesa. Non abbiamo bisogno di altre Riforme. Sono inutili perché Dio non si occupa di riforme della Chiesa, ma di nuovi inizi, nuove nascite, rinascimenti, resurrezioni – ma naturalmente non ci può essere resurrezione senza la morte di ciò che l’ha preceduta. Abbiamo bisogno di un Esodo e un nuovo inizio, un rinascimento cristiano. Ma questo rinascimento deve essere molto più ampio ed esaustivo di un semplice rinascimento ecclesiale. Ha da essere niente meno che una resurrezione, la nascita di un nuovo ordine sociale cristiano, di una nuova civiltà cristiana.

Naturalmente, non mi interessa discutere di semplici parole. Ho adoperato il termine Riforma per tutta la mia vita da cristiano. Ma adesso è giunto il momento di riformare il mio pensiero secondo la parola di Dio (parlo di riformare il mio modo di pensare, non la Chiesa – Dio riforma gli individui, ma anche questo è un nuovo inizio, una nuova nascita: “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove” – 2 Cor. 5:17. Ma il punto è che Dio non riforma le Chiese). Il problema qui è che le parole e i termini possono trarci in inganno. Un linguaggio poco ponderato può portarci fuori strada nella nostra comprensione. Dobbiamo quindi sottoporre la nostra mente, il nostro stesso processo di pensiero, alla parola di Dio in modo da poter pensare correttamente. La Scrittura ci dice che lo Spirito Santo opera attraverso il rinnovamento della mente. Dobbiamo quindi essere disciplinati nel nostro pensiero secondo ciò che insegna la Scrittura. E la Scrittura non insegna la Riforma. Insegna l’Esodo e la resurrezione. Nella storia della Chiesa non ci sono state riforme, ma solo Esodi e resurrezioni, nuovi inizi.

Ma c’è un pericolo ancora più grande che qui ci attende, oltre a quello di essere sviati nel nostro linguaggio e nel nostro modo di pensare, e vale a dire che, almeno per molti cristiani, il vero motivo per cui ci si rifiuta di abbandonare l’Egitto è che se ne è fatto un idolo e si finisce per preferire l’idolatria alla libertà, perché, come giustamente affermato da John Owen, la Chiesa è il più grande idolo che sia mai esistito.[13]

La Riforma non è mai avvenuta. I Riformatori la desideravano ardentemente, eppure non la ottennero. Chiesero a Dio una pietra, ma lui diede loro del pane (Mt 7:9). “Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt 7:11). Abbiamo bisogno di un Esodo e di un rinascimento, non di una Riforma, e dobbiamo quindi pregare per un Esodo e un Rinascimento, non certo per una Riforma, perché Dio non ce la darà e abbiamo da pregare secondo le Scritture e la volontà di Dio.

Ma ecco il punto importante: nella nostra generazione non c’è mai stato un momento migliore per intraprendere questo nuovo inizio, questo Esodo e conquista della terra promessa, che quello presente; poiché queste Chiese malandate, questi templi d’eresia e d’apostasia, hanno ormai dimostrato di essere interamente compromesse con il mondo e complici dello Stato secolare senza dio nelle sue aspirazioni fasciste di voler sostituire Dio come sovrano su ogni aspetto della vita umana. La Chiesa non è rimasta solamente in silenzio, ma si è resa complice di questa agenda diabolica. È sicuramente giunto il momento per i cristiani di cingere i propri lombi, iniziare un nuovo Esodo verso la terra promessa e reclamare la propria cittadinanza del Regno di Dio da coloro i quali hanno cercato di espropriargliela per così tanto tempo. La Riforma non ci porterebbe dove dobbiamo e dovremmo essere. Non farebbe altro che intrappolarci nel passato, un passato che riproporrebbe la paralisi, la vigliaccheria e il fallimento che hanno caratterizzato la Chiesa nel XX secolo. Dobbiamo quindi lasciare l’Egitto, abbandonare la casa di schiavitù e perseguire la libertà sotto Dio promessaci dal Signore Gesù Cristo.

Senza dubbio nel presente articolo sono presenti molti elementi facilmente e premeditatamente travisabili e per i quali mi si potrebbe ferocemente sparare addosso. Divertitevi pure. Non mi aspetto esito diverso. Ma ricordate, nel momento in cui tutte le polemiche finiranno, sarete ancora in una Chiesa irriformabile con una sola via d’uscita biblica e storicamente provata, e sarete ancora di fronte alla stessa scelta: o l’idolatria o l’Esodo. Il Regno di Dio non può essere raggiunto attraverso la Riforma delle Chiese apostate. Può essere raggiunto solo attraverso l’Esodo e la conquista, la nuova nascita, il rinascimento, la resurrezione. Non siamo chiamati a riformare l’Egitto (le strutture ecclesiastiche apostate e corrotte del passato), ma a conquistare la terra promessa (cioè ad ammaestrare le nazioni / rendere discepoli i popoli). Quando lo facciamo, quando cerchiamo il Regno di Dio e la sua giustizia sopra ogni altra cosa, le nazioni della terra verranno a noi e diranno: “Insegnateci la via del Signore” (Isaia 2:1-4) e tutti i popoli diverranno discepoli del Signore Gesù Cristo (Mt 28:19; Ap 11:15).

[13] John Owen, An Inquiry into the Original, Nature, Institution, Powers, Order, and Communion of Evangelical Churches in Works (Edinburgh: The Banner of Truth Trust [Goold Edition, 1850-53], 1965), Vol. XV, p. 224s.


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