PROLOGO

Alla vigilia della Riforma la Chiesa cattolica romana era una vasca da bagno con due bambini molto sporchi. Uno era la dottrina e l’altro le opere. Entrambi erano così sporchi da essere quasi irriconoscibili. I Riformatori individuarono il bambino della dottrina e lo salvarono, ma non riuscirono a vedere il bambino delle opere e lo gettarono via con l’acqua sporca. Dopo neppure un secolo dalla Riforma inglese e dallo scioglimento dei monasteri, il governo iniziò a promulgare leggi sui poveri per aiutare coloro che non erano più assistiti dal sistema monastico. Naturalmente si tratta di un argomento complesso e non posso che illustrarlo qui in maniera superficiale. Un esame dettagliato di questo argomento ne rivelerebbe la complessità. Non sto sostenendo che i Riformatori non avessero più opere, così come i cattolici romani non avessero dottrina. Il vero problema è la comprensione della natura della dottrina e delle opere. Tuttavia, il fatto che una delle conseguenze a lungo termine della Riforma sia stato il passaggio dell’assistenza ai poveri e ai malati dalla Chiesa, per quanto male amministrata, allo Stato – sotto il quale è stata amministrata ancor peggio e con prospettive infauste per il futuro della civiltà occidentale dal punto di vista sociale e politico – è un’indicazione enorme del problema. Il nostro dilemma sociale moderno e l’ascesa del socialismo e del welfare state, il quale rappresenta l’empia e difettosa risposta dell’umanesimo secolare a questo dilemma, è la conseguenza di una Riforma compiuta solo a metà.

Inoltre, ci sono state due Riforme, non una: quella magisteriale e quella radicale. La Riforma magisteriale alla fine è fallita e ha ceduto il passo a quella radicale, la quale oggi ha trionfato nel mondo protestante corrompendo quasi del tutto la dottrina che la Riforma magisteriale aveva salvato dall’acqua sporca della Chiesa cattolica romana. Di conseguenza, il protestantesimo, come pure il cattolicesimo romano, è finito.

Ci sono voluti cinquecento anni affinché si manifestassero tutte le implicazioni di questa Riforma incompiuta e difettosa così da poterne comprendere chiaramente tutti i limiti, anche se la maggior parte dei protestanti ancora oggi non riesce a riconoscere la verità che gli si para davanti. Come sempre, la vera risposta a questo dilemma sta in un rinascimento su larga scala della fede cristiana, non in un’altra Riforma raffazzonata, che non porterebbe a nulla. Lo scopo di questo libro è quello di proporre una via per la realizzazione di tale rinascimento su larga scala della fede cristiana.


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