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COME SI È CONVERTITO L’OCCIDENTE

Ma come fare le nazioni discepoli, anziché limitarsi a fare discepoli singoli individui tra le nazioni? È una buona domanda. Una risposta comune a questa domanda è la seguente: dobbiamo tutti andare a vivere nelle città, ai crocevia della civiltà, dove certamente possiamo conseguire risultati migliori. Di primo acchito, questa, può pure sembrare un’idea molto convincente. Non sembrerebbe una risposta sbagliata, anzi parrebbe piuttosto ragionevole. Molti pensano che questo sia davvero ciò che i cristiani dovrebbero fare: trasferirsi in massa in città. Ma ecco l’aspetto interessante di tale posizione: è quasi esattamente l’opposto di come l’Europa è stata effettivamente convertita al cristianesimo.

La verità poco piacevole è che sono stati i monasteri e i monaci a convertire l’Europa alla fede cristiana; hanno fatto ciò andando proprio nella direzione opposta e cioè dirigendosi nelle campagne, non nelle città. In qualche maniera, potremmo dire che si allontanarono, si ritirarono. Ora, non sto sostenendo che noi dovremmo necessariamente fare lo stesso, ma non sto nemmeno dicendo che dovremmo trasferirci tutti nelle città. Credo che entrambe le risposte non colgano il punto. Ciò che ha fatto la differenza per i monaci non è stato il fatto di essere andati nelle campagne, anche se spesso, una volta insediatisi in tali contesti, altre persone si sentivano attratti da questi centri e delle comunità iniziavano a svilupparsi intorno a essi. E, comunque, non sto nemmeno sostenendo la necessità di istituire dei monasteri. Infatti, c’erano problemi seri con i monasteri. Hanno realizzato molto e non era affatto tutto negativo, ma v’erano gravi problemi che non dobbiamo assolutamente replicare. In primo luogo, erano comunisti e il comunismo non è un ideale biblico. Infatti, il comunismo contraddice l’ideale biblico di ciò che dovrebbe essere un ordine sociale cristiano, ad iniziare dall’inviolabilità della proprietà privata, compresa la proprietà della terra, dall”importanza dell’eredità, ecc.[32] In secondo luogo, i loro membri erano celibi, almeno dall’alto Medioevo in poi, e anche il celibato non è un ideale biblico, anzi è contrario all’ideale biblico della vita familiare. Naturalmente non sto dicendo che sia sbagliato per qualcuno essere single. Il celibato, però, è l’ideologia del “rimanere single”, cioè l’idea che il celibato sia una condizione spirituale superiore, e che quindi sia richiesto a chi presenti una vocazione nella comunità cristiana o nel ministero. Questa idea è in contrasto con l’insegnamento biblico. Terzo, si crearono una propria regola nuova, che fungesse da base del loro ordine sociale. C’era la regola di Sant’Agostino, la regola di San Benedetto, la regola di San Francesco d’Assisi, ecc. Queste regole sostituivano la regola biblica che Dio ci ha dato nelle Scritture come base dell’ordine sociale cristiano, vale a dire il patto. La nostra regola di vita è il patto. La Bibbia è la regola per la vita, per la vita dell’individuo e per la vita della società di cui è parte. Quarto, i metodi a volte utilizzati nella conversione dell’Europa non erano biblici e non erano buoni; per esempio, la conversione del re o del capo tribù e la conseguente conversione della popolazione alla fede cristiana per il tramite della forza. Questo è un argomento complesso. Tuttavia, quello della costrizione non è l’unico modo con cui avvenivano le conversioni e, anche quando può sembrare che sia così, spesso vi erano altri fattori all’opera che dovrebbero essere considerati e che andrebbero a rendere più accettabile l’idea del battesimo di un’intera tribù in seguito alla conversione del proprio capo.

Tutte queste cose creavano immensi problemi ai monasteri stessi e al perseguimento del Regno di Dio e del Grande Mandato, nonostante il bene fatto, e noi non dobbiamo imitarli. Ma questo non significa che i monasteri e i monaci non abbiano fatto del bene, né significa che vi siano cose che non possiamo imparare da loro. Vi sono eccome. La cosa più importante è individuabile nella loro convinzione di un cristianesimo che avesse da manifestarsi come un ordine sociale alternativo al mondo, un ordine sociale incompatibile con gli ordini sociali degli uomini e che si basa su una serie di valori completamente diversi da quelli del mondo. Questo è quanto i monaci avevano capito in linea di principio. Questa idea era così potente che, nonostante tutti i problemi e i molti e gravi compromessi, permise loro di trasformare l’Europa. L’Europa fu convertita dai monasteri e dai monaci. Chiaramente non sto proponendo di tornare a fondare monasteri. Ciò che intendo comunicare è che dobbiamo prendere sul serio l’idea che la fede cristiana abbia da manifestarsi come un ordine sociale alternativo agli ordini sociali del mondo.

 

[32] Per saperne di più, si veda il capitolo sesto, “Communism in the New Testament”, nel mio libro The Politics of God and the Politics of Man, pp. 222-244.


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