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CHURCH PLANTING –

QUALCOSA DI COMPLETAMENTE STRAMPALATO!

Una visione che Dio non ci ha mai dato per un lavoro che non ci ha mai affidato

 

Gesù non ci ha mai detto di fondare chiese. Ha detto che edificherà egli stesso la sua ecclesia, la sua assemblea. Ci ha detto di cercare il Regno di Dio e la sua giustizia (cioè rettitudine, non pietà) e nel Grande Mandato ci ha dato il comando di ammaestrare le nazioni, non quello di fondare chiese. Le assemblee di cristiani sono una conseguenza del Grande Mandato, non il suo obiettivo. L’obiettivo è che tutte le nazioni abbraccino il Regno di Dio e vivano secondo il patto. Per quasi duemila anni i cristiani, per volere di chierici autoproclamati – delle cui figure non vi è traccia nelle assemblee del Nuovo Testamento – hanno invertito questo ordine insistendo sul fatto che noi dobbiamo fare il lavoro di Gesù e lui dovrebbe fare il nostro. C’è, quindi, da meravigliarsi che la Chiesa si ritrovi complessivamente in un tale stato di disfunzione e paralisi? Noi dovremmo fare quello che Gesù ci ha comandato di fare e lasciare che egli faccia quello che ha promesso di fare. La nostra priorità è il Regno di Dio e le nazioni cristiane, non le Chiese, e fino a quando non smetteremo di idolatrare la Chiesa – che John Owen ha giustamente descritto come il più grande idolo che sia mai esistito al mondo – e obbediremo al comando del Signore Gesù di ammaestrare le nazioni, le cose continueranno ad andare male, come del resto vanno oggi.

Naturalmente, queste Chiese non sono ciò che il Nuovo Testamento indica quando parla di ecclesia. Le Chiese istituzionali sono reti di meri culti misterici cristiani, non comunità del popolo di Dio che vivono in quanto ordine sociale cristiano e ammaestrano le nazioni fornendo loro un modello reale di società funzionale. La parola ecclesia è un termine politico, non un termine cultuale. Nel I secolo non mancavano parole che avrebbero potuto essere usate per descrivere le riunioni dei cristiani in quanto culti misterici essenzialmente devozionali, ovvero proprio ciò che le Chiese sono al giorno d’oggi. Tuttavia, la Bibbia evita questi termini come la peste e adopera, invece, un termine fortemente politico atto ad efficacemente provocare le autorità politiche romane alla maniera di un cencio rosso davanti ad un toro. L’ecclesia è l’assemblea del demos (il popolo) per scopi politici. In altre parole, si tratta del parlamento di un ordine politico altro, ovvero del Regno di Dio.

La Chiesa è diventata un’alternativa di second’ordine del Regno di Dio e il church planting (fondazione di chiese) è diventato un’alternativa di terz’ordine del comando di fare nazioni cristiane, del Grande Mandato. Gesù non ci ha mai comandato di fare discepoli di tutti i popoli. Egli ci ha comandato di fare tutti i popoli suoi discepoli.

Tutti gli uomini e tutte le nazioni dovranno essere fatti discepoli e dovranno inginocchiarsi dinnanzi a Gesù Cristo riconoscendolo come il sovrano di tutte le nazioni. Il nostro compito, il nostro Grande Mandato, è quello di darci da fare lavorando proprio per questo fine, ora e qui sulla terra. Il Signore Gesù Cristo non tornerà finché tutte le nazioni non si saranno sottomesse a lui e questa visione non sarà diventata la realtà della vita sulla terra.

“Andate dunque, e fate discepoli tutti i popoli [cioè *discepolate[14] / ammaestrate tutte le nazioni], battezzandole [tutte le nazioni] nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro [cioè a tutte le nazioni] di osservare tutte le cose che io vi ho comandato” (Mt 28:18-20).  “Poi il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano: «Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli»” (Ap 11:15). Questo è l’alfa e omega dell’escatologia.

 

[14] N. d. T. – *Discepolare: trattasi di forma non attestata nella lingua italiana, equivalente a “fare discepoli”. La verbalizzazione del sostantivo “discepolo”, nonostante provi oggigiorno a farsi strada nel contesto linguistico italofono, in particolare come termine del gergo clericale proprio di alcuni circoli cristiani, rimane da segnalare come agrammaticale. Verrà, per questo motivo, in particolari casi riportato accompagnato dall’asterisco per evidenziarne appunto tale caratteristica linguistica. Anche nell’originale, come adoperato dall’autore fin dal titolo (forma transitiva diretta), tale verbo, nonostante riscontrabile di frequente nell’uso comune, non è presente nei vocabolari della lingua inglese. L’autore provvederà ad illustrare dettagliatamente i motivi e l’utilità di tale impiego nella Parte Seconda, §2 “L’impropria traduzione del Grande Mandato”.


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