12. Islam
INTRODUZIONE
La misura in cui il Maomettanesimo fu, fin dalle sue origini, una religione anti-cristiana è raramente riconosciuta. San Paolo, in Romani 2:29, dichiarò: “Ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera; e d’un tal Giudeo la lode non proviene dagli uomini, ma da Dio”. Essere membro del popolo dell’alleanza di Dio, dice Paolo, significa esserlo dal cuore, in parole, pensieri e azioni. La nostra fede coinvolge l’uomo intero e il nostro impegno totale verso Cristo.
Per Maometto questo era un obiettivo difficile e sgradevole. La sua contro-affermazione fu molto chiara: “È musulmano chi lo è esteriormente”. Per Maometto, la rettitudine è essenzialmente esternalismo (esibire una religiosità formale) e fariseismo. Finché un uomo compie determinati riti e mantiene una forma esteriore di fede, è un vero credente. Per i musulmani, Dio non ha alcun diritto di curiosare nel cuore e nella mente dell’uomo: la forma esteriore della fede è tutto ciò che Dio può chiedere.
Questo esternalismo ha portato, come sempre, allo statalismo. Nell’Islam non è il cuore dell’uomo che ha bisogno di cambiare, ma la sua società. Il maomettanesimo ha come obiettivo l’Islam, l’ordine sociale musulmano. Islam significa “abbandonarsi, consegnarsi” e l’Islam richiede la sottomissione a un ordine sociale musulmano come salvezza dell’uomo.
Il Corano, il libro sacro musulmano, è sia anti-giudaico che anti-cristiano. La sua teologia è unitaria e fatalista. Il suo obiettivo è la sottomissione degli uomini a un governante musulmano.
L’esternalismo dell’Islam ha portato alla capacità di organizzarsi militarmente, ma non a governare bene. La sottomissione è utile per la disciplina militare, ma in una società porta alla stagnazione. La stagnazione ha infatti segnato gran parte della storia dell’Islam.
Capitolo 12
La religione fondata da Maometto (o Mohamet, Mahmud, Muhammad) è chiamata Islam, termine generico per tutte le numerose sette tra i musulmani. “Islam” significa “consegnarsi”: cioè professare la via della rettitudine. Ciò significa accettare l’Unità di Dio e accettare il suo ordine. Professare la fede del maomettanesimo è Islam: crederci nel cuore è fede, iman.
Maometto (570-632) nacque da una famiglia hashemita della Mecca. La città della Mecca, così come altre comunità, risentiva non poco delle influenze ebraiche ed elleniche, nonché della presenza di queste popolazioni che avevano giudaismo ed ellenismo nel sangue. Era un’area di paganesimo persistente, cristianesimo eretico e anti-cristianesimo. A quanto pare fino all’età di quarant’anni Maometto fu a un pagano. A venticinque anni, sposò sua cugina, una vedova molto più anziana di lui, Khadija, una donna benestante di quarant’anni. A quarant’anni, iniziò ad affermare di aver ricevuto rivelazioni dell’unica vera religione. Dopo essere stato respinto e in una certa misura perseguitato, lui e i suoi seguaci fuggirono a Medina il 2 luglio 622, giorno chiamato la fuga, o Egira. Iniziò quindi a pianificare la conquista militare dell’Arabia e, al momento della sua morte nel 632, gran parte di essa era già stata conquistata. Negli ultimi anni della sua vita, Maometto dettò le sue presunte rivelazioni che, elaborate sotto Othman, il suo terzo successore, divennero il Corano, il libro sacro e ispirato dell’Islam. Il Corano mirava a essere una nuova Bibbia, un sostituto della Bibbia cristiana come parola infallibile e ispirata di Dio. Il Corano è in parte antiebraico, in quanto contiene aspre osservazioni sulla questione degli ebrei e dell’usura (Sura IV, 160-161). Ma è in accordo con ebrei, ariani e altri nella sua incessante ostilità al trinitarismo. Come afferma lo storico Gibbon, “Il primo principio della ragione e della rivelazione fu confermato dalla voce di Maometto: i suoi proseliti, dall’India al Marocco, sono distinti con il nome di Unitariani“. Questo riferimento con approvazione di Edward Gibbon è la chiave del trattamento molto favorevole e spesso disonesto riservato all’Islam dagli storici: condividono l’odio dell’Islam per la fede trinitaria e sono pronti ad attribuire ogni tipo di virtù a una religione e a una storia depravate per soddisfare il loro veleno anti-cristiano.
Maometto affermò di aver trasmesso la verità di Dio, che gli ebrei e i cristiani avevano distorto nella Bibbia:
O Gente della Scrittura, non eccedete nella vostra religione e non dite su Allah altro che la verità. Il Messia Gesù, figlio di Maria non è altro che un messaggero di Allah, una Sua parola che Egli pose in Maria, uno spirito da Lui [proveniente]. Credete dunque in Allah e nei Suoi Messaggeri. Non dite “Tre”, smettete! Sarà meglio per voi. Invero Allah è un dio unico. Avrebbe un figlio? Gloria a Lui! A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e tutto quello che è sulla terra. Allah è sufficiente come garante (Sura IV, 171).
Qui emerge chiaramente una delle premesse fondamentali dell’Islam: l’Unitarismo. Il Dio del Maomettanesimo, secondo la loro famosa affermazione, non genera né è generato. Gesù venne come messaggero di Allah per preparare la via a Mohammed o Ahmad (il Lodato):
E quando Gesù figlio di Maria disse: O Figli di Israele! Ecco, io sono il messaggero di Allah a voi, a conferma di ciò che è stato (rivelato) prima di me nella Torah e a recare la lieta novella di un messaggero che verrà dopo di me, il cui nome è il Lodato. Eppure, quando egli è venuto a loro con prove evidenti, dicono: Questa è pura magia (Sura LXI, 6).
Il Corano, un libro di incredibile ignoranza, supponeva che il trinitarismo fosse il culto di tre dei, ovvero Allah, Gesù e Maria, sua madre (Sura V, 116). A causa del suo unitarismo, il Maomettanesimo rifiutava la soluzione trinitaria cristiana del problema dell’uno e dei molti. Ora l’Uno era tutto; nulla importava tranne la volontà dell’Uno. Il risultato, religiosamente, fu il fatalismo. L’uomo era semplicemente un automa nelle mani di Allah. Politicamente, ciò significava che un’unità totalitaria sotto l’Islam era l’unico vero ordine.
Il cristianesimo ortodosso aveva spezzato a Calcedonia il legame mistico tra cielo e terra; aveva negato che divinità e umanità potessero essere confuse. L’impero divino, come presenza di Dio sulla terra, fu quindi escluso. Nel Maomettanesimo, quel Regno dell’Uomo trovò un nuovo ingresso sulla scena mondiale. Non fu fatto alcun tentativo di divinizzare lo Stato e l’ordine umano, ma, escludendo Cristo come Messia, sacerdote, re e profeta, unico salvatore dell’uomo, lo Stato fu nuovamente reso l’ordine salvifico. La salvezza nell’Islam avviene mediante le opere, mediante opere della legge. Questo significa un ordine sociale salvifico. L’Islam non ha prodotto una vera chiesa, ma ha prodotto grandi e sacri stati i cui capi sono stati i leader religiosi dell’Islam. Ha prodotto un califfato. Califfo, che significa successore, è il nome del successore temporale e spirituale di Maometto. Il potere spirituale e temporale sono uniti nella persona del capo di un impero, così che questo Stato è l’espressione di un ordine vero e sacro; è l’Islam.
Di conseguenza, tutto ciò che gli stati antichi esprimevano come ordini messianici fu raffinato in termini anti-cristiani e trasformato in una potente fede militare. Il califfo poteva rispondere alle realtà politiche ed essere da esse controllato, ma in virtù del suo ufficio, il suo potere era illimitato, concesso che rimanesse un mussulmano e fedele all’Islam. Come scrisse Sir William Muir di Uthman in “The Caliphate, Its Rise, Decline, and Fall”: “In effetti, il potere del Califfo, come successore del Profeta, era assoluto, incontrollato da qualsiasi autorità costituzionale”.
È consuetudine giustificare la bassa moralità del Corano e dell’Islam descrivendolo come un miglioramento rispetto ai precedenti standard arabi, ma anche questa è una lettura errata della storia. Persino uno studioso come D. S. Margoliouth non vide alcun guadagno morale se non il divieto dell’infanticidio, con qualche perdita in altri ambiti. La bassa moralità attirò seguaci, promettendo il paradiso in cambio di una vita di depravazione morale e attività piratesche.
L’Islam, inoltre, ha una rigidità che è la sua più grande debolezza nel mondo moderno. Un sistema chiuso e poco intelligente, è essenzialmente ostile allo sviluppo. Sir William Muir osservò: “Le nazioni cristiane possono progredire in civiltà, libertà e moralità, in filosofia, scienza e arti, ma l’Islam rimane fermo”.
L’Islam ha sei articoli di fede centrali e sei doveri fondamentali. La fede richiede la fede in Allah, l’unico Dio; negli angeli; in Maometto come grande e ultimo profeta; la fede nel Corano; la fede nel Giorno della Resurrezione; e la fede nel fatalismo. I doveri sono la recitazione della preghiera di fede; l’affermazione dell’unità di Dio e del ruolo di Maometto; cinque preghiere quotidiane; il digiuno durante il giorno del mese di Ramadan; il pellegrinaggio alla Mecca; e la Guerra Santa contro i miscredenti.
Il primo califfo dopo Maometto fu Abu Bakr (632-634), seguito da Omar (634-644), Othman (644-656) e Ali (656-661), cugino e genero di Maometto. A quel tempo, Arabia, Siria, Persia, Egitto e Babilonia erano state conquistate. Conflitti interni e guerre civili affliggevano già l’Islam e culminarono con l’assassinio di Ali.
Il califfato omayyade, dal 661 al 750, vide ulteriori guerre civili, ma anche ulteriori conquiste. Cartagine fu conquistata, così come la Spagna. L’invasione della Francia nel 732 fu fermata da Carlo Martello a Tours. In questo periodo iniziarono a svilupparsi eresie, in particolare la setta sciita, i cui membri erano seguaci della linea di sangue di Maometto, della Casa di Ali e della figlia del profeta: Fatima. Per loro, l’Imam, o capo, era l’unica fonte legittima di autorità temporale e spirituale. L’Imān era il rappresentante e l’incarnazione di Allah. I Kharijiti, in opposizione agli Sciiti, sostenevano che qualsiasi buon musulmano potesse diventare califfo per elezione. Queste sette erano ostili al califfato omayyade e anche a quelli successivi.
Il califfato abbaside, dal 750 al 1100, ottenne il potere nella maggior parte dei territori, fatta eccezione per Spagna e Marocco, che si rifiutarono di riconoscerlo. La capitale abbaside fu Baghdad, che divenne un centro mondiale. L’impero, potente commercialmente, era ora diviso in stati musulmani in guerra tra loro. In Persia, ad esempio, gli Sciiti erano in conflitto con i Sunniti i quali credevano che la sunna, le tradizioni, fosse un’autorità valida insieme al Corano. Un’altra setta, importante in Persia e altrove, gli Zindig, era comunista, nichilista e ostile a tutte le altre fedi. Nel 1037, i turchi Selgiuchidi invasero l’Islam e conquistarono poi la Georgia e l’Armenia. Bisanzio fu definitivamente sconfitto nel 1071 nella battaglia di Manzicerta e il potere bizantino in Asia Minore subì una notevole riduzione. Presto i turchi accettarono l’Islam e divennero un potente nemico sia del Cristianesimo sia degli altri musulmani.
N ell’Islam venivano perpetrati anche altri orrori. Gli sciiti sostenevano che l’Imam, o incarnazione di Allah, fosse nella linea di discendenza Ali-Fatima. Quando Ismaele il sesto Imam, figlio maggiore di Jaafer Saduk morì, Jaafer nominò suo successore il figlio minore Kauzim. Molti sciiti rifiutarono di accettare Kauzim, credendo che solo la linea di sangue di Ismaele potesse perpetuare l’incarnazione, e nacque la setta ismaelita, nota anche in un ramo come Karmathiani. La forma karmatiana (o carmatiana) dell’ismaelismo fu un tentativo razionalistico e occultistico di riunire tutte le religioni in un unico gregge. A questo scopo furono inviati missionari ovunque. Un convertito che divenne un missionario importante fu Abu Said il quale convertì un paese (il Bahrein) che in precedenza aveva accettato, in una certa misura, l’ebraismo come propria fede. Abu Said, inoltre, divenne sovrano del Bahrein in una rivolta contro il dominio saraceno. Suo figlio, Abu Tahir, riuscì a conquistare la Mecca nel 930. Dopo la sua morte, i karmatiani declinarono rapidamente, sebbene altre branche della fede ismaelica continuassero a diffondersi.
Un’altra propaggine degli Ismaeliti fu la setta degli Assassini, un ordine militare e religioso segreto. Organizzava, in varie parti del mondo islamico, logge segrete paragonabili agli ordini massonici, con sette gradi di iniziazione. Le sue tre premesse fondamentali erano: in primo luogo, un’interpretazione allegorica del Corano, in modo che qualsiasi significato potesse essere letto nella struttura simbolica o mitica del Corano; in secondo luogo, i membri delle logge o degli ordini dovevano accettare l’invisibilità o l’occultamento dell’Iman, o incarnazione di Allah, e dovevano prestare totale obbedienza ai rappresentanti del sovrano nascosto; in terzo luogo, veniva affermato il relativismo totale, in modo che nessuna legge religiosa o morale avesse alcun valore; solo i sentimenti interiori della persona avevano un significato. Espresso più apertamente agli iniziati dei gradi superiori, il cuore della dottrina era semplicemente questo: “Nulla è vero e tutto è permesso”. Questa era la conclusione logica del Regno dell’Uomo. Ahmed Karmath iniziò l’applicazione di questo sistema, e il Karmathianesimo ne fu una forma; La Gran Loggia dell’Ordine si trovava al Cairo. Un missionario degli Ismaeliti, Hasan Ben Sabbah, dopo un periodo di prestigio al Cairo, partì per la Persia, dove prese possesso della fortezza di Alamut e fondò la loggia o società chiamata gli Assassini. La loro pratica era l’assassinio segreto di tutti i nemici; il termine “assassino” deriva dall’hashish (marijuana), di cui i membri della setta si cibavano e che per questo erano chiamati hashishiyin. La setta, sebbene dedita a molti dissensi interni e omicidi, fu un terrore per l’Oriente finché la sua dinastia, fondata da Hasan, “l’Illuminatore” come veniva chiamato, non fu spazzata via, insieme ai suoi “illuminati” dal mongolo Mangu Khan nel 1250. Ma la loggia si era estesa in varie parti del mondo ed era diventata il modello di culti rivoluzionari ed esoterici ovunque. Il ramo siriano degli Assassini rimase al potere ancora per qualche tempo, e i Drusi ne sono un residuo correlato che sopravvive ancora oggi. Ma i veri discendenti degli Assassini si trovano in molti movimenti citati da Nesta H. Webster in “Secret Societies and Subversive Movements”. Residui degli Assassini si possono trovare in Siria, Libano, Persia e Zanzibar, ma la vera forza e vitalità di quella fede si è trasferita molto tempo fa nell’arena del potere, il mondo occidentale. I residui orientali, tuttavia, non sono inoffensivi perché deboli.
I Drusi ebbero origine nel califfato egiziano di Al-Hakim (996-1021), che perseguitò selvaggiamente i cristiani e si dice abbia distrutto trentamila chiese e monasteri. Alcuni seguaci di Hakin, che gli attribuivano onori e poteri divini, dopo essere stati aggrediti dagli egiziani, furono consigliati da Hakin di stabilirsi in Siria. In meno di dieci anni, gran parte del Libano fu conquistata dai Drusi. I Drusi di grado superiore erano iniziati alla dottrina; Il credente comune era essenzialmente un credente in cieca obbedienza a coloro che stavano sopra di lui e un seguace della fede islamica con l’aggiunta di elementi come la metempsicosi. I Drusi chiamano Allah “El Hakim”, le loro dottrine sono ancora in gran parte segrete e parole d’ordine e segni vengono utilizzati dai membri per identificarsi a vicenda. Ancora nel 1860, i Drusi si resero colpevoli di un selvaggio massacro di cristiani.
Un’altra propaggine della scuola ismaelita sono i Nusayri (o Nausairi, o Ansariyeh), un popolo sopravvissuto in Siria. Si tratta di un ordine segreto le cui credenze non sono ampiamente note. Le sue origini risalgono almeno all’VIII secolo, ma la setta dei Nusayri reca tracce di un antico paganesimo che ha adottato pratiche semi-cristiane e islamiche per adattarsi al suo ambiente. Credono nella metempsicosi, ma non credono che le donne siano immortali, poiché ritengono che non abbiano un’anima razionale.
Molte altre sette sorsero attorno all’Islam. È significativo che, sebbene Maometto abbia ristabilito l’antica idea di uno stato messianico salvifico, ma lo fece senza affermare che questo stato o i suoi governanti fossero divini, queste idee pagane si siano rapidamente riaffermate. L’ordine umano e quello divino non erano più separati, ma un unico ordine, un unico mondo, e lo Stato islamico era l’espressione di quell’unico ordine divino, il califfo l’incarnazione di quell’unico dio.
Poiché lo Stato islamico aveva riunito l’umano e il divino, la conclusione logica era che anche gli individui potessero realizzare tale unione attraverso il misticismo. I mistici musulmani dichiaravano che mediante l’amore l’uomo e Dio potevano diventare misticamente un’unica sostanza. Il sufismo era la migliore espressione di questa fede. Un sufi persiano, Al-Hallai, giustiziato per la sua eresia, si identificò apertamente con Dio, dichiarando: “Io sono la Verità”. In una poesia tradotta negli Studi sul Misticismo Islamico di R. A. Vicholson, Al-Hallai dichiarò:
Io sono Colui che amo, e Colui che amo è Io.
Siamo due anime che dimorano in un solo corpo.
Quando vedi me, vedi Lui:
E quando vedi Lui, vedi entrambi
L’ascetismo e il monachesimo apparvero negli ordini Sufi dopo il XII secolo. Questi mistici svilupparono l’idea del potere salvifico dell’amore come loro credo, la loro via e la loro vita. Nel 1290, un nuovo leader dei turchi, Osman (o Othman), fondò la dinastia ottomana. L’Impero Ottomano continuò la marcia dell’Islam e Costantinopoli cadde nel 1453 sotto Maometto II. Venezia fu attaccata dal 1463 al 1479, mentre le due potenze si contendevano il controllo delle stazioni commerciali in Grecia e Albania. L’Impero Ottomano iniziò anche a sottomettere i vari stati musulmani.
Solimano I (il Magnifico, 1520-1566) avanzò rapidamente nel cuore dell’Europa. Belgrado fu presa nel 1521 e l’Austria e l’Ungheria la attaccarono. Rodi cadde nel 1522 e i Cavalieri di San Giovanni si ritirarono a Malta, concessa loro da Carlo V nel 1530. Il 29-30 agosto 1526, re Luigi d’Ungheria fu ucciso e il suo esercito sconfitto nella battaglia di Mohaco. Nel 1529 Vienna fu assediata, ma non conquistata, anche a causa del maltempo. Per l’Impero turco la prima grande sconfitta, e una costosa, arrivò nel 1565 con l’assedio di Malta. In una delle difese più straordinarie di tutta la storia militare, i Cavalieri di San Giovanni, sotto il comando del settantenne comandante Jean Paresot de la Valette, resistettero a un assedio durato quasi quattro mesi. Circa quarantamila tra le migliori truppe turche affrontarono meno di novemila uomini, molti dei quali non addestrati, in una battaglia senza quartiere. Le forze turche erano dotate di equipaggiamento moderno e indossavano abiti leggeri e poca armatura. I Cavalieri indossavano armature pesanti fino a cinquanta chili sopra giubbetti di cuoio o trapuntati, in un caldo di oltre trenta gradi. Le guarnigioni dei Cavalieri erano sotto il fuoco continuo e a 200 chilometri di distanza, a Siracusa e Catania, si udiva il rombo dei cannoni come un tuono lontano. Alla fine, i difensori avevano perso settemila uomini e, dei duemila rimasti, solo seicento erano ancora in grado di impugnare le armi. Il potere di Solimano era stato infranto e il tentativo turco di conquistare il Mediterraneo occidentale era stato respinto. La potenza turca non era più in espansione e, dopo la battaglia navale di Lepanto del 1571, declinò rapidamente. L’Europa occidentale fu salva.
La Turchia declinò costantemente. L’abilità turca era stata militare; nel governo, nell’agricoltura e in ogni altro ambito, mostrarono solo incompetenza. I popoli sottomessi furono usati dai turchi per creare, costruire e governare, e poi liquidati per timore che diventassero troppo potenti. Negli ultimi duecento anni la Turchia è stata uno stato artificiale, mantenuto in vita principalmente dai sussidi delle grandi potenze. La Russia zarista cercò ripetutamente di difendere i sudditi cristiani dell’Impero turco, ma le potenze, guidate dalla Gran Bretagna, si rifiutarono di permettere l’avanzata russa oltre un certo limite. Si rifiutarono di affidare il possesso dei Dardanelli, chiave per l’Europa centrale, a chiunque tranne che a uno stato fantoccio, parassitario e senza scrupoli come la Turchia. Di conseguenza, la Turchia godette di una sicurezza esterna contro la conquista. Si dedicò quindi a eliminare qualsiasi minaccia interna di rovesciamento da parte dei sudditi cristiani, che di solito erano di etnia greca e soprattutto armena. Nonostante le proteste formali fatte per compiacere i loro ecclesiastici contrariati, le grandi potenze europee, guidate dalla Gran Bretagna, diedero il loro tacito assenso alla liquidazione di queste popolazioni. La Prima Guerra Mondiale offrì alla Turchia l’opportunità ideale per portare a termine questo compito e, fatta eccezione per quelli salvati dalle forze russe zariste, e manciate di persone sommerse qua e là gli armeni furono massacrati e cessarono di esistere nella loro patria ancestrale. I greci furono massacrati nelle loro città costiere in Asia Minore dopo la Prima Guerra Mondiale.
Tutto ciò, seppur tragico, non sorprende. Le potenze occidentali, soprattutto a partire dalla Rivoluzione francese, sono state influenzate dall’Illuminismo, con le sue idee umanistiche. I loro stati sono stati progressivamente scristianizzati e resi sempre più conformi al Regno dell’Uomo. La guerra contro il Cristianesimo, apertamente combattuta in Turchia, veniva condotta sempre meno segretamente anche nel mondo occidentale.
Infine, una parola sulla cultura araba avanzata dei primi e medi secoli dell’era cristiana. Filosofia, medicina e altre discipline fiorirono per un certo periodo nei paesi islamici, influenzarono l’Europa e poi scomparvero. Non avevano radici nell’Islam; erano essenzialmente residui delle culture ellenica e bizantina, acquisite da un sovrano musulmano e coltivate dalla sua corte. Quando l’atmosfera favorevole di corte svanì, la cultura svanì. Molti degli studiosi, così come molti dei sovrani che erano i loro patroni, rappresentavano un matrimonio misto. Le loro madri erano spesso prigioniere cristiane che trasmettevano ai figli una cultura superiore, ma non la fede. Qui, come in altre questioni, il mondo islamico era parassitario.
DOMANDE DI STUDIO
Perché l’Islam ha prodotto stati potenti e (spesso) militarmente vincenti?
Perché l’Islam ha necessariamente dato vita a certe forme di misticismo?