Capitolo 3

L’antico Vicino Oriente
e le potenze del Mediterraneo

Introduzione

I culti della fertilità dell’antico Vicino Oriente non erano religioni “primitive” ma evidenze di decadenza culturale. I culti della fertilità adoravano la potenza, e il sesso era prominente tra le potenze idolatrate. Il culto di Baal era una forma di fede basata sul culto della fertilità. Baal significa: signore; il Baalismo venerava potenza e signoria, e tra altre cose venerava il sesso.

Quando gli uomini vedono la vita nella prospettiva corretta, il sesso non è primario nel loro pensiero. Sono infatti occupati a esercitare il dominio sotto Dio. Quando però gli uomini sono decaduti, e le implicazioni della loro caduta si sviluppano nella loro cultura, cercano il potere: gli uomini erano disposti a sacrificare qualsiasi cosa per il potere, anche i loro figli come sacrifici umani perché in ogni cosa la loro voglia di potere era macchiata dal peccato e frustrata dalla loro interiore schiavitù spirituale al peccato.

In più, per questi uomini la vita era essenzialmente una cosa frustrante. Il problema non era il peccato nell’uomo, ma sostenevano invece che risiedesse nella perversità degli dèi. James B. Pritchard ci dà queste osservazioni Accadiche sulla vita:

Ciò ch’è bene agli occhi di un uomo è male per un dio.
Il piano di un dio è acque profonde, chi lo può comprendere?
Dove l’umanità confusa ha mai imparato cosa sia il comportamento di un dio?

Non solo non asserivano d’avere alcuna rivelazione da alcun dio, ma queste persone credevano che la perversità dei loro dèi rendesse tale rivelazione impossibile o non affidabile. Di fatto, uno degli scrittori disse degli dèi, come ce lo rende il Pritchard:

Come fosse un ladro, maltrattano un poveruomo,
Gli attribuiscono calunnie, complottano di ucciderlo,
Slealmente lo caricano di ogni male perché egli è privo di protezione;
Lo distruggono spaventosamente, lo spengono come una fiamma.

Questi uomini stavano immaginando che gli dèi fossero come gli uomini, malvagi e perversi, e li stavano quindi creando a loro propria immagine che è antropomorfismo.

Capitolo tre

Un certo numero di stati importanti compare sullo sfondo della storia del Vecchio Testamento, solo alcuni dei quali possono essere qui considerati brevemente.

Gli Ittiti, un popolo Indo-Europeo, invasero l’Asia minore intorno al 2000 a.C., e intorno al 1550 a.C. la controllavano. Il loro potere si estese fino a Babilonia, che in un certo periodo, circa 1560 a.C. saccheggiarono, causando la caduta della Prima Dinastia Babilonese.

Shuppiluliuma I, 138-1350 a.C. fu il monarca sotto cui la potenza Ittita raggiunse la sua grandezza. La debolezza dell’Egitto sotto Akhenaton consentì agli Ittiti di espandersi verso Sud oltre i monti Tauri. Fu nel regno di Shuppiluliuma, a Kizzuwatna in Anatolia, che la fusione del ferro fu eseguita per la prima volta su scala di qualche significato in Asia Minore. Questo monarca stabilì la sua supremazia sopra Mitanni nella Mesopotamia Superiore e sopra la Siria a Sud fino al Libano.

Il monarca Ittita dominò su una confederazione di città-stato e governò con l’aiuto di un consiglio di nobili. Quando l’Impero cadde, intorno al 1200 a.C. attaccato da occidente, alcune delle città-stato, specialmente in Siria, sopravvissero per diversi secoli, le più note Hamath sul fiume Horontes e Carchemish  sull’Eufrate, le quali furono entrambe importanti al tempo di Salomone e oltre. Ambedue furono distrutte dall’Assiria nell’VIII Secolo a.C.. La loro storia biblica va dal tempo di Abrahamo ai giorni di Isaia.

I Frigi furono un altro popolo Europeo che che un tempo occupò un posto importante nel Vicino oriente quando quell’area fu il centro della storia.  I Frigi giunsero dalla Tracia nel c. 1100 a.C. , più o meno lo stesso periodo in cui gli Elleni entrarono in Grecia. I Troiani  furono un popolo Frigio il cui scontro con i Greci guadagnò durevole fama attraverso la poesia di Omero. Nell’era cristiana i viaggi missionari di Paolo inclusero le regioni della “Galazia e della Frigia” (Atti 18:23).

L’importanza della Frigia come Stato non è grande quanto quella religiosa. Il culto della fertilità della Frigia ha avuto un importante impatto di tipo durevole sulle culture successive fino a oggi. La divina dea-madre, in quanto principale entità religiosa, era la datrice di ogni cosa buona e l’incarnazione definitiva del potere divino. La prostituzione rituale era un aspetto del culto Frigio insieme ad altre varie perversioni. La salvezza era liberazione dalla legge dentro al disordine (anomia) quale mezzo rituale per rigenerare l’uomo. Era salvezza mediante rivoluzione morale o meglio, rivoluzione immorale. Essendo la dea anche la dea della terra, tutti gli uomini venivano dalla terra e perciò non potevano possederla ma anzi le appartenevano. La terra apparteneva alla dea e le persone erano i suoi schiavi. I proprietari terrieri avevano il possesso ma non il dominio. Il tempio era la banca della società Frigia e il tempio era il prestatore di denaro.

Il berretto frigio, l’origine della mitra sacerdotale in tutte le fedi, aveva la sua punta sporgente in avanti se indossato da un maschio, e giù per la nuca se indossato da una femmina. Era spesso di colore rosso e in quanto tale era il Berretto della Libertà e della rivoluzione, della rigenerazione per mezzo di caos e spargimento di sangue. Il berretto frigio ha una lunga storia rivoluzionaria: comparve durante il regno di Nerone e, alla sua morte, i suoi seguaci tra il popolo lo adottarono come l’emblema delle loro speranze rivoluzionarie. Il berretto divenne presto un marchio degli “Illuminati” di questa fede. È comparso nella Rivoluzione Francese come il Berretto della Libertà e ha dato la sua fede e il suo colore rivoluzionario ai successivi comunismo e radicalismo. Il berretto compare anche in alcune monete americane, incluso il dollaro d’argento, sopra al capo della “Libertà”. È un emblema del fatto che la “libertà” rivoluzionaria non può essere pacifica. Richiede sangue, sacrifici umani e caos morale come necessario mezzo di rigenerazione sociale. La libertà viene distruggendo la legge, non compiendola.

Gli Amorei, un altro antico popolo semitico, formano una parte importante del retroterra del Vecchio Testamento. Compaiono per la prima volta in Genesi 14:13 e 15:16, dove, in quest’ultimo testo, sono sinonimi col popolo del paese. Ai tempi di Mosè e di Giosuè gli Amorei possedevano la campagna collinosa della Palestina orientale e due ampie aree delle campagne del Transgiordano (Numeri 13:29, 21:26-30; Deuteronomio 1:19-20, 44). Non furono distrutti completamente durante l’invasione e le loro rimanenti città e campagne giunsero gradualmente a vivere in pace con Israele. Al tempo di Samuele, non si schierarono dalla parte dei nemici d’Israele: i Filistei (1 Samuele 7:14). La loro ultima comparsa nel resoconto biblico è nei loro lavori forzati sotto Salomone (1 Re 9:20-21, e 2 Cronache 8:7). Le loro relazioni con Israele dopo le guerre di conquista furono amichevoli ma mortali in senso religioso.

Gli Amorei erano prima conosciuti come gli Umeri di Ur, i quali avevano dovuto resistere alla loro invasione urbana durante il tempo di Shu-Suen, nei giorni più tardi della Terza Dinastia di Ur (c. 2100-1944 a.C.). La Siria e altre aree diventarono territorio Amoreo. La sconfitta che inflissero a Ur portò alla conquista Amorea di quell’area e all’istituzione del regno Babilonese. Hammurabi fu un monarca di questa dinastia Amorea. Questo particolare stato Amoreo fu distrutto dai Cassiti, dagli Ittiti, dagli Egizi e dai Mitanni.

Come già notato, fin da Genesi 15:16 gli Amorei furono equiparati con i Canaaniti, sebbene in altri passi la varietà dei popoli in Canaan fosse chiaramente citata come acclarano versi quali Esodo 3:8, 17. Nonostante ciò, l’identificazione degli Amorei coi Canaaniti è frequente, indicando gli Amorei come il popolo la cui fede fornì la forma e il lineamento più prominente della cultura Canaanita. Gli esempi di questa colorazione religiosa come l’adozione di Marduk in Mesopotamia sono molti, ma il nostro interesse è principalmente col culto di Baal.

Non esisteva nessun Baal (plurale Baalim). Baal significa signore, abitante, proprietario. Il culto di Baal vedeva l’universo come un essere continuo, diversamente dalla fede biblica che discrimina nettamente tra l’essere divino, non creato e l’essere creato e creaturale. Questo unico essere non creato era in un processo dinamico di sviluppo e il suo carattere più essenziale era dunque la fertilità: sesso e riti sessuali erano pertanto fondamentali al culto. La fertilità e la potenza di una particolare area, sia per quanto riguarda la sua geografia sia il suo popolo, rappresentavano queste grandi potenze naturali, i Baalim, nelle loro forme più alte. Nel regno del Nord, Israele, ai giorni di Achab e successivamente in Giuda, il culto di Baal includeva Jehovah trattato come uno dei Baal ovvero come un’altra delle forze naturali nell’universo. Il Baalismo era pertanto una religione naturalista contrapposta al soprannaturalismo biblico. Poiché nel Baalismo l’uomo era salvato per mezzo delle sue opere, l’uomo, mentre cercava le potenze dei vari Baalim per opere di imitazione di atti sessuali che implicavano molte perversioni, per opere di sacrificio che implicavano la castrazione (1 Re 18:28), per sacrificio di bambini (Geremia 19:5), e fornicazione (Geremia 7:9), credeva che mediante le sue opere, avrebbe comandato queste potenze della natura. Le assurdità e le mostruose perversioni del Baalismo erano pertanto lo sviluppo naturale di una prospettiva naturalista come era comparsa molto presto nella storia dell’umanità.

Si possono menzionare diversi altri popoli importanti. Gli Urriti o Urri (gli Horei biblici) erano un popolo armenoide proveniente dall’area del Lago Van che compaiono nella Bibbia come gli abitanti pre-edomiti di Seir (Genesi 14:6, Deuteronomio 2:12, 22). Gli Urriti possedettero per un periodo Nord e Nord-Est della Mesopotamia  e si sparsero su tutta la Mesopotamia probabilmente intorno al 1800 a.C.. Lasciarono effetti duraturi solo a Mitanni che penetrarono col resto. I Mtanni erano una mistura di tre razze bianche, probabilmente Horei armenoidi, amorei semitici, e indo-europei, che conquistarono il dominio. Mitanni fu un importante alleato dell’Egitto. Dalla sua posizione in Mesopotamia superiore riuscì a rafforzare il potere Egizio sulla Palestina mentre essi stessi esercitavano il dominio sulla adiacenti aree dell’Asia Minore.  La storia di Mitanni ebbe inizio del XII secolo a.C. e terminò nel XII con l’invasione da parte degli Ittiti e altri.

I Cassiti, un popolo armenoide, rovesciarono Babilonia c. 1667 a.C. e per alcuni secoli mantennero porzioni Sud e Sud-Est di quel regno. Nel 1150 il loro potere  terminò. Uratu (o Ararat, più tardi parte dell’Armenia) durante il IX secolo a.C. fu importante, tra le altre cose, come nemico dell’Assiria; e sebbene sia infine stato soverchiato dal quella potenza, Urartu ritardò l’ingresso Assiro in Palestina.

Scavi recenti hanno portato alla luce l’importanza di Nuzu per l’antica giurisprudenza. Il matrimonio Nuzu e le leggi relative all’eredità sono presenti in Genesi in modo predominante. La vendita della propria promogenitura a Giacobbe da parte di Esaù (Genesi 25:27-34) era in accordo con la legge Nuzu.

I Filistei, che diedero a quella terra il nome Palestina, se non provennnero come alcuni sostengono da Caftor ovvero Creta, erano un popolo correlato e furono al potere in Canaan per un certo tempo. Nel XI secolo a.C., avendo il monopolio sul ferro, come avevano avuto due secoli prima gli Ittiti, governarono efficacemente il paese. Gli Israeliti dovevano andare dai Filistei per farsi fare o affilare utensili di ferro. La potenza Filistea esisteva fin dal 1100 a.C. e scomparve come nome nella storia con la conquista Assira, sebbene residui di potere Filisteo sulle città-stato sia rimasto e la resistenza di Gaza ad Alessandro Magno è degna di nota. Le stesse città successivamente passarono in mani romane e mantennero la loro importanza.

Caftor o Creta (i biblici keretei) era un’antica e avanzata cultura che cadde intorno al 1400 a.C.. Meglio conosciuta come la civiltà Minoica e avendo avuto le proprie origini intorno al 3000 a.C. fu conquistata dai Greci nel 1400 a.C. ma continuò fino a c. 1100 a.C. I Minoici ebbero una civiltà altamente sviluppata. Il palazzo di Cnosso era alto quattro piani. Le case migliori erano eccezionalmente belle, magnifiche come palazzi e possedevano anche ciò che chiamiamo moderna idraulica, cioè acqua corrente e scarichi sanitari, una conquista, tra le altre, che a quanto pare l’uomo ha conquistato e perso più di una volta. Esisteva anche in India, a Mohnejo-daro (c. 2500-c. 1500 a.C.), una grande cultura della Valle dell’Indo.

Un’altra cultura avanzata che scomparve fu quella Sumera, una potenza già nel 3000 a.C.. La città di Ur guadagnò l’ascendenza in Sumer (Shangar, Scinear) c. 2500 a.C. e mantenne il proprio potere, linguaggio e cultura  sotto varie dinastie. La provenienza razziale degli originali Sumeri è sconosciuta. Il dominio Accadico nei primi anni di Sumer risiedeva a Nord di Sumer. Gli Accadiani, un popolo semitico, furono gradualmente incorporati nello stesso stato con i Sumeri, a volte governando, come con Sargon di Akkad che giunse al potere c. 2260 a:C., governando per 56 anni e talvolta essendo governato. Diversi altri gruppi semitici divennero parte di questo complesso: i Guti, gli Amorei, gli Assiri e gli Elamiti (che potrebbero essere stati di razza Alpina), e alcuni Armenoidi come i Cassiti e gli Urriti.

Quando l’uomo comparve sulla scena della storia, apparve come uomo, e come uomo civilizzato. Il numero limitato di popoli che abbiamo preso in considerazione ne è indicativo. Bisognerebbe notare che i Minoici, comparendo prima di molti, rappresentarono non una cultura inferiore ma una più sviluppata. La degenerazione è un fatto della storia quanto lo sviluppo. La storia dopo il Diluvio dimostra che l’uomo riprodusse rapidamente civilizzazioni e poi ci fu un declino da esse.

Domande per lo studio

  1. Il quasi continuo ergersi e cadere di grandi civiltà lungo i secoli prova forse che la storia, come asseriscono alcune culture indiane d’America, non è nient’altro che la ripetizione di cicli? Se la storia è ciclica, siamo destinati a ripetere continuamente gli stessi errori?
  2. Il Berretto della Libertà originato coi frigi era simbolo del tentativo di accaparrarsi della libertà per mezzo di spargimento di sangue. Data la tendenza dell’uomo caduto a torcere la verità, che idea biblica potrebbe riflettere? Che differenza c’è tra il concetto pagano e quello cristiano?

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