Dalla creazione alla ri-creazione
Di Phillip G. Kayser
Sermone del 26/04/2015
Questa introduzione al libro dell’Apocalisse tratta dello stretto legame tra il primo e l’ultimo libro della Bibbia.
È interessante notare come due dei maggiori dibattiti evangelici di oggi ruotino attorno al primo e all’ultimo libro della Bibbia. Una delle battaglie più accese nei circoli cristiani è il dibattito sulla creazione e la maggior parte delle denominazioni, sia liberali che conservatrici, ne sono state tristemente colpite. Per 1800 anni la Chiesa è stata quasi unanime nel credere nel creazionismo dei sei giorni, ma con l’avvento di Darwin i cristiani hanno infine ceduto.
Nelle denominazioni liberali i pastori increduli di solito non perdono tempo: dicono che Genesi 1 è chiara nel suo significato e che è sbagliata. Semplicemente non credono a Genesi 1.
Ma gli studiosi evangelici che hanno aderito alle conclusioni del creazionismo della Terra vecchia e dell’evoluzione teista ne escono un po’ incartati e confusi perché a loro sembra che Genesi 1, beh, sia sbagliata – ma non vogliono dirlo così apertamente. Così, nel tentativo di armonizzare Genesi 1 con la scienza, non mettono mai in discussione quest’ultima. Invece, finiscono per mettere in discussione l’interpretazione storica di Genesi 1. E hanno elaborato ogni sorta di strane teorie che stravolgono il testo della Scrittura. Ognuna di queste teorie cerca di inserire 15 miliardi di anni in un racconto che sembra essere lungo solo sette giorni.
Così, la teoria detta Gap Creationism inserisce 15 miliardi di anni di storia prima di Genesi 1 e, per essere precisi, li infila tra i versetti 1 e 2. La Teoria Giorno-Era considera ogni giorno come se fosse lungo milioni o addirittura miliardi di anni. Il Creazionismo Progressivo, invece, teorizza milioni e miliardi di anni tra ogni giorno. Ciò che accade è piuttosto chiaro: è la cosmologia secolare a fare il bello e il cattivo tempo e i cristiani sembrano disposti a cercare di distorcere le Scritture in vari modi per far sì che si armonizzino con la scienza. E vi sarebbero ancora molti altri tipi di teorie compromettenti, come, ad esempio, quella della “cosmologia a due registri” – che Meredith Kline ha detto di aver messo a punto al fine di proteggere la scienza dalle Scritture. Vi leggo le prime tre frasi di un suo articolo, un articolo che ha finito per influenzare gli studiosi di molte denominazioni evangeliche. Kline dice:
“Confutare l’interpretazione letteralista della settimana della creazione di Genesi come proposta dai teorici della Terra giovane è lo scopo principale di questo articolo. Allo stesso tempo, le prove esegetiche addotte confutano anche la visione armonizzante della Teoria Giorno-Era. La conclusione è che… lo scienziato è lasciato libero da vincoli biblici nell’ipotizzare le origini cosmiche.”
La preoccupazione maggiore per Kline era quella di chiarire come lo scienziato dovesse essere lasciato libero da vincoli biblici.
State in guardia da qualsiasi insegnamento che non abbia senso se non chiudendo la Bibbia. E questo non vale solo per la creazione. Per esempio, può capitarvi di soffermarvi su di un passo che pare parlarvi del patriarcato; poi chiudete la Bibbia e leggete un buon articolo, che so, di una femminista e così, subendone l’influsso, potreste pensare che anche la Bibbia sia dopo tutto per il femminismo; poi, però, riaprendo nuovamente la vostra Bibbia, finite per rimanere piuttosto confusi perché, beh, in effetti forse vi è più patriarcato che femminismo. La lezione qui è semplicemente di smettere di chiudere la propria Bibbia.
State in guardia da qualsiasi insegnamento (che si tratti di strane teorie sulla creazione, sul femminismo, sull’escatologia, sulla legge, sul Vangelo, ecc., ecc.) che non abbia senso se non chiudendo la Bibbia e concentrandosi solo sulla letteratura prodotta prescindendo dalla Parola di Dio. C’è qualcosa di perverso nell’idea che non si possa comprendere la Bibbia a meno che non la si legga attraverso le speciali lenti interpretative dell’esperto di turno. Un pastore una volta mi ha detto che i sistemi teorici degli esperti sono tutti ugualmente validi; eppure, l’unica cosa per cui si è offeso è stato il mio affermare un Dio capace di creare il mondo in sei giorni. Si vede che questo signore era dogmatico sul fatto che nessuno potesse essere dogmatico.
Ma questo significa privare i bambini del loro cibo spirituale. Cristo ha detto: “L’uomo non vivrà di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Gesù non pensava che la Bibbia – come anche il libro dell’Apocalisse – fosse solo per esperti. Siate, quindi, scettici su tutto ciò che dirò, se dovesse indurvi a chiudere la vostra Bibbia. Lasciate che le Scritture interpretino le Scritture. Paolo lodava i bereani perché verificavano tutto ciò che diceva con le Scritture, quindi, evidentemente credeva che fossero in grado di ben capirle. Non è necessario essere un esperto per capire ciò che Paolo stava insegnando. Quando le scritture vengono insegnate correttamente, allora sono comprensibili. Paolo era ben contento che i suoi discenti avessero una Bibbia sempre aperta.
Nei prossimi mesi esamineremo versetto per versetto l’ultimo libro della Bibbia, un libro che ha ancora più interpretazioni dei primi due capitoli di Genesi. Per fortuna, in questo caso è lo stesso autore, l’apostolo Giovanni, a darci una mano: nei primi undici versetti dell’Apocalisse, infatti, egli fornisce alcune precise regole interpretative che ci aiutano subito a sgomberare il campo dal rischio di incappare in strane ed inesatte letture del libro. Ci prenderemo del tempo per ben esaminare questi versetti, dato che le regole di interpretazione in essi contenute sono fondamentali.
Ma nel sermone di oggi vogliamo guardare alla Genesi e all’Apocalisse e a come questi due libri si relazionano ed integrano tra loro. I due libri, che formano l’anello di congiunzione della Bibbia, coprono quasi tutti gli argomenti conosciuti dall’uomo. La Genesi mostra gli inizi e come il peccato getta quegli inizi nel disordine, mentre l’Apocalisse mostra la trasformazione che la redenzione apporta a questo nostro vecchio pianeta, restaurandolo progressivamente e producendo alla fine un Nuovo Cielo e una Nuova Terra alla Seconda Venuta. È un finale stupendo: l’Apocalisse conclude ciò che la Genesi inizia.
Ma che bisogno c’è di iniziare la nostra serie su Apocalisse con un tale sermone introduttivo? Beh, ho accennato poc’anzi come vi siano molteplici strane visioni di Genesi 1 che tentano, in qualche maniera, di infilare ben 15 miliardi di anni nella storia. Ma c’è una teoria nuova di zecca che cerca di fare la stessa cosa; è stata inventata dai preteristi integrali per cercare di conciliare la loro interpretazione del linguaggio dell’Apocalisse con quello di Genesi. E ciò ha fatto sì che i rappresentanti del creazionismo della Terra vecchia si accanissero contro di loro.
Lasciate che vi spieghi prima cos’è il Preterismo integrale. Nei prossimi sermoni di questa serie interagiremo con molti punti di vista diversi sul libro dell’Apocalisse e ci tengo a distinguere chiaramente il mio preterismo parziale dal preterismo integrale eretico. Se avete studiato grammatica, sapete che il preterito di un verbo corrisponde al tempo passato di quel verbo. Quindi il preterismo si riferisce a profezie che si sono adempiute nel passato, come la crocifissione di Cristo, ad esempio. Cristo non sarà crocifisso nel futuro, perché questa è una profezia preterista. Si è adempiuta nel passato.
Tutti i cristiani ortodossi sono preteristi parziali sulla Bibbia nel suo complesso, se credono che il Messia sia nato, vissuto, morto e risorto. Tutte queste profezie, infatti, si sono adempiute al passato. Ma dov’è di preciso che lo scontro tra il “Preterismo integrale” e il “Preterismo parziale” diventa significativo? In quali passaggi? Io sono un preterista parziale per quanto riguarda il cosiddetto discorso olivetano (Matteo 24-25), perché credo che solo i primi 36 versetti siano relativi agli anni precedenti il 70 d.C.. I preteristi integrali, invece, affermano che tutto il capitolo 24 e tutto il 25 si riferiscano al 70 d.C., compreso il giudizio finale e la separazione delle nazioni in pecore e capre. Per quel che riguarda 1 e 2 Tessalonicesi, sono un preterista parziale perché credo che almeno due passaggi si riferiscano alla futura Seconda Venuta. I preteristi integrali collocano, invece, entrambe le epistole nel passato. Sono un preterista parziale per quanto riguarda 1 Corinzi 15; loro no! Per quanto riguarda l’Apocalisse, sono un preterista parziale in quanto credo che la maggior parte dei primi 19 capitoli si sia adempiuta nel passato, ma i capitoli 20-22 contengono molte informazioni sul futuro, compresa la Seconda Venuta. I preteristi integrali, invece, affermano che nulla di quel libro deve ancora essere realizzato, giacché si è adempiuto al 100% già nel passato. Speriamo che quanto appena illustrato vi sia di auto a comprendere meglio le diverse definizione di preterismo.
Ora, la maggior parte dei cristiani ortodossi concorda con i preteristi integrali sul fatto che il 70 d.C. sia una data fondamentale. Rappresenta, infatti, la chiusura della vecchia era. Ebrei 8:13 ci dice che il Nuovo Patto ha reso obsoleto il primo e che “quel che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire”.
Ebrei veniva scritto nel 66 d.C. e nel giro di tre anni e mezzo il tempio sarebbe stato distrutto e con esso il sacerdozio, i sacrifici, la legge cerimoniale e tutte le altre funzioni distintamente levitiche ed ebraiche appartenenti all’Antico Patto. Tutto ciò era prossimo a scomparire. Quindi la data del 70 d.C., capite bene, è molto importante.
Ma i Preteristi integrali sostengono che la Bibbia non dica nulla sulla storia dopo il 70 d.C.. Anzi, si spingono oltre: dicono che non vi sia più alcuna profezia in tutta la Bibbia che debba ancora essere adempiuta. Affermano che non ci sarà una seconda venuta futura, dato che questa ha avuto luogo nel 70 d.C.. E dicono che non ci sarà una futura resurrezione dei nostri corpi. Il Nuovo Testamento, a dire il vero, è abbastanza chiaro sul fatto che una venuta ha certamente avuto luogo: una venuta spirituale in giudizio… nel giudizio del 70 d.C.. Ma non si trattava della Seconda Venuta, che sarà una venuta fisica di Cristo sulla terra.
Negli ultimi anni, alcuni evoluzionisti evangelici e alcuni preteristi integrali hanno unito le forze e sviluppato risorse per insegnare alle persone come applicare il loro tipo di ermeneutica sia all’Apocalisse che al libro della Genesi.
Alcuni chiamano questo modello teorico Covenant Creation[1]; altri vi si riferiscono con Genesis Apocalypse. Il risultato di questa teoria è che Genesi 1 non parla affatto della creazione dell’universo fisico. Viene sostenuto come l’universo fisico esista da miliardi di anni prima degli eventi descritti in Genesi 1. Si ritiene, invece, che in Genesi 1 e 2 si illustri la creazione dell’Antica Alleanza ebraica. I riferimenti alla terra, al sole, alla luna, agli alberi, agli animali e ai pesci sono solo simboli apocalittici dell’Antica Alleanza.
E ci si potrebbe chiedere: “Perché mai qualcuno dovrebbe inventarsi qualcosa di così palesemente sbagliato?”. Il cinico che è in me direbbe come l’evoluzionista cristiano stia disperatamente cercando di conservare il suo sistema scientifico, mentre il preterista integrale cerchi disperatamente di conservare il suo sistema escatologico. Entrambi non sono guidati dall’esegesi. Sono guidati dal loro sistema, che pensano di desumere dalla Bibbia.
Anche se loro sostengono come, in realtà, sia il testo a costringerli a far ciò! Dicono che si tratta di un genere letterario diverso. E a che genere apparterrebbero questi testi secondo loro? Sostengono che sia la Genesi che l’Apocalisse siano letteratura apocalittica. Probabilmente avrete già sentito questo termine. E sfortunatamente, anche i buoni evangelici usano questo termine con troppa disinvoltura. Ad ogni modo, questi preteristi ed evoluzionisti affermano che dobbiamo interpretare sia la Genesi che l’Apocalisse secondo le regole che governano la letteratura apocalittica.
Ed ecco il problema: la letteratura apocalittica era un genere sviluppato dallo gnosticismo eretico, rifiutato dagli antichi ebrei. Si tratta di scritti di eretici veri e propri. Chiunque legga quella letteratura riconosce l’assoluta eresia disseminata in quei libri. Anche i Preteristi integrali lo riconoscono: gli pseudoepigrafi sono eretici.
Cosa si intende per pseudoepigrafi? È una parola che sta per “scritto falsamente attribuito ad un autore non responsabile della stesura del testo in questione”. Non conosco alcun libro apocalittico che non inizi con una menzogna, ovvero con una falsa attribuzione per quel che concerne l’autore. I cosiddetti libri di Adamo ed Eva, per esempio, affermano di essere stati scritti da Adamo ed Eva. Ma ciò non corrisponde al vero. Tutti, compresi i Preteristi integrali, credono che si tratti di una menzogna. Concordano sul fatto che i libri siano da considerare degli pseudoepigrafi. Come pure l’Apocalisse di Adamo, il Trattato del Grande Seth, i libri di Enoch, il libro di Melchisedec, Abramo, Asenat, l’Assunzione di Mosè e un mucchio di altri libri che vengono giustamente classificati come “pseudoepigrafi”: trattasi di scritti falsi, di pseudo, per l’appunto.
Ed ora vi svelo il motivo per cui ho tirato fuori questa storia: è proprio negli pseudoepigrafi nei quali si possono trovare queste famose regole per interpretare il linguaggio apocalittico. Ed è importante capire questo, perché anche gli evangelici stanno cadendo nel tranello rappresentato da quest’idea della letteratura apocalittica; persino alcuni preteristi parziali! Il libro dell’Apocalisse è molto diverso da questa letteratura apocalittica, così come pure la Genesi.
In ogni caso, questa gente sostiene che dobbiamo leggere gli scritti ebraici come farebbe un ebreo, con regole di interpretazione ebraiche. In un certo senso son d’accordo, ma non convengo sul fatto che la pseudoepigrafia fosse il modo in cui gli ebrei leggessero la Bibbia. Non è così. La verità è che quegli scritti venivano semplicemente trattati come prodotti dallo gnosticismo eretico.
Dal canto nostro, crediamo che le Scritture interpretino le Scritture. Non si impone alla Bibbia un’ermeneutica esterna alla Bibbia. Fin troppi sistemi lo fanno, anche in altre aree della teologia. Ma in escatologia ciò accade di sicuro! Le persone partono da idee fantasiose e cercano di “leggerle” *nelle Scritture. È uno dei motivi per cui ho mollato il dispensazionalismo: ho cominciato a rendermi conto che i miei metodi di interpretazione delle Scritture erano diversi da quelli usati da Gesù e dagli apostoli. Gesù e gli apostoli ci insegnano come interpretare la Bibbia. Nondimeno, ci tengo a dire, come i dispensazionalisti rimangano, nonostante tutto, nell’ortodossia; non così i preteristi integrali.
Non posso qui addentrarmi in tutte le ragioni riguardanti l’eresia del preterismo integrale; ma proprio come accade con una fila di tessere del domino che cadono, quando si sostiene questa visione, anche altre dottrine essenziali dell’ortodossia cominciano a cadere. Succede, per esempio, di iniziare a negare una visione corretta della risurrezione di Cristo o della nostra risurrezione. Si comincia a vedere la morte come normale molto prima di Adamo. In realtà, alcune di queste persone mettono persino in dubbio che Adamo fosse una figura storica. Nel 1999 avevo predetto che i Preteristi integrali sarebbero addirittura arrivati a negare la necessità della legge di Dio, perché Gesù disse: “Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota o un solo apice della legge passerà”; e loro sostengono che il cielo e la terra sono passati nel 70 d.C.. Quindi la maggior parte dei preteristi integrali va adesso affermando: “La legge è passata!”
E quando si risponde – “Ehi! Ma aspettate un attimo! In 2 Pietro 3:10 si legge: “Il giorno del Signore verrà come un ladro [nella notte]: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate.”
Questo non è mica accaduto. Ma loro risponderebbero: “Sì, è accaduto. È solo un linguaggio apocalittico, un linguaggio esagerato usato dagli pseudoepigrafi gnostici. Dicono che il linguaggio del cielo e della terra che vengono bruciati è solo un linguaggio esasperato per mostrare quanto fosse importante la scomparsa di Israele. Era un cataclisma”. Sostengono che questa era la comune ermeneutica ebraica.
Io, però, replicherei dicendo: “No. Non era un’ermeneutica comune tra gli ebrei ortodossi. Era un’ermeneutica comune tra gli ebrei eretici gnostici, che avevano imparato dai greci ad odiare la creazione fisica e a trattarla come qualcosa di ripugnante, lavorando per sfuggire alle cose materiali per concentrarsi su quelle puramente spirituale”. E naturalmente, molti di questi preteristi integrali finiscono per diventare gnostici nella loro visione della realtà.
Ad ogni modo, quando si fa notare che 2 Pietro 3 mostra che è esattamente la stessa terra creata in Genesi 1 e distrutta dal diluvio in Genesi 9 e che sarà distrutta dal fuoco in futuro, sapete qual è la loro risposta? Dicono: “Sono d’accordo che si tratta della stessa terra. È una terra metaforica in tutti e tre i passaggi. Genesi 1 non parla della creazione fisica. E Genesi 9 non parla di un diluvio letterale che copre tutte le montagne letterali. Quindi non ci sarà alcuna distruzione del pianeta Terra nel futuro. È un linguaggio apocalittico”.
È triste avere a che fare con queste false dottrine. Ma è quello che Dio ci chiama a fare in Giuda. Giuda 3 dice: “Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre”.
E prosegue scrivendo contro gli stessi gnostici che questi moderni sostenitori evangelici del creazionismo della Terra Antica e i Preteristi integrali leggono ricavandone la loro ermeneutica.
I Preteristi integrali hanno ragione nel dire che c’è una forte connessione tra la Genesi e l’Apocalisse. Su questo sono tutti d’accordo. L’errore commesso consiste in ciò: il significato semplice e diretto viene ignorato e al suo posto viene inserito un presunto significato più profondo del Vangelo. E così facendo, accade che vanno perdendosi molte coordinate fondamentali per molte aree della vita.
Permettetemi, quindi, prima di tutto di darvi qualche accenno a quanto siano ampie le connessioni tra la Genesi e l’Apocalisse. E questa non potrà che essere solamente una piccola anticipazione. In seguito, passerò in rassegna alcuni degli stessi passi e mostrerò che sono in grado di fornirci saggezza per tutta la vita. E ciò che la Genesi inizia nell’infanzia, l’Apocalisse lo realizzerà nella maturità. Nel libro dell’Apocalisse vedremo come la grazia di Dio distrugge lo statalismo, le banche centrali e altre roccaforti demoniache, e stabilisce al loro posto qualcosa di gran lunga migliore. Ma cominciamo andando a curiosare un po’ nella Genesi.
Genesi 1:1 inizia così: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”. E di cosa trattano gli ultimi due capitoli dell’Apocalisse? Trattano di nuovi cieli e di una nuova terra. Apocalisse 21:1 dice: “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più”. Eppure, Apocalisse 20-22 mostra che c’è un legame con il vecchio cielo e la vecchia terra: si tratta di… un rinnovamento!
E, naturalmente, questo è esattamente ciò che dice Romani 8. Qui leggiamo che “tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” e ciò accade in vista della sua redenzione. E sottolinea che, proprio come c’è una connessione tra i nostri corpi attuali e i nostri futuri corpi di risurrezione, c’è una connessione tra questi cieli e questa terra e i futuri rinnovati e molto più gloriosi nuovi cieli e nuova terra. Ma il Preterismo integrale non è interessato a nulla di tutto ciò. A loro non importa la creazione fisica in Genesi 1 – sono gnostici.
Il versetto dell’Apocalisse letto poc’anzi dice che “il mare non c’era più”. E anche questo è in contrasto con i versetti 2 e 6 di Genesi 1. Quando Dio fece per la prima volta i cieli e la terra, la terra non era altro che mare. Era un vasto oceano senza sponde. Ma la nuova creazione non avrà mare. Molto interessante.
Sebbene il versetto 1 mostri un inizio del continuum di tempo, mateeria e spazio che Dio ha creato, l’Apocalisse mostra che non ci sarà una fine. C’è un inizio, ma non ci sarà una fine. E quando tra poco ripercorrerò i versetti, mostrerò che non c’è fine nemmeno al tempo. Saremo sempre creature soggette al continuum fisico spazio-temporale, anche se ovviamente la redenzione avrà un impatto straordinario su di esso.
Genesi 1:2 dice: “la terra era informe e deserta”, quindi vuota. Ma l’Apocalisse termina con il paradiso restaurato e un’incredibile bellezza della terra, e la terra piena di giustizia e di conoscenza del Signore. Non è più deserta o vuota.
Genesi 1:2 prosegue dicendo: “e le tenebre ricoprivano l’abisso”. L’Apocalisse termina con la manifestazione finale dei nuovi cieli e della nuova terra che ancora presentano tenebre, ma non ci saranno tenebre nella Nuova Gerusalemme perché Dio sarà la sua luce. Infatti, la prima fonte di luce nella Genesi fu lo Spirito che aleggiava sulla terra come nuvola di gloria. Solo al quarto giorno Dio creò dei portatori di luce ponendoli in cielo. Ma, dal primo al terzo giorno, Dio stesso era la luce, proprio come lo sarà in Apocalisse 21-22.
Genesi 1:2 continua: “e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”. E nei versetti successivi l’opera energizzante dello Spirito Santo trasforma una terra brutta in una terra bella, proprio come lo Spirito di Dio nell’Apocalisse è all’opera durante le tenebre delle fasi iniziali del regno, fino a trasformare ogni aspetto della creazione e a far emergere dalle ceneri bellezza, libertà, dominio e gloria. Il libro si conclude con l’invito dello Spirito Santo a venire alle acque vive che possono produrre tale cambiamento.
È il Vangelo che cambia le cose – su questo siamo d’accordo. Ma noi andiamo ben oltre e mostriamo quanto sia esteso questo Vangelo. Gesù deve redimere anche la creazione fisica che geme fin dalla caduta. Dio toglierà le spine e i cardi. Toglierà la morte. Al contrario, i preteristi integrali negano che la morte fisica sia entrata nel mondo come risultato del peccato di Adamo e vogliono morire per poter continuare a vivere in cielo senza (quello che un tizio ha chiamato) un corpo basato sul carbonio. È una visione gnostica della redenzione. È in contrasto con tutta la storia ebraica ortodossa e con tutta la storia cristiana ortodossa.
E non mi dilungherò a mostrare tutti gli altri parallelismi tra la Genesi e l’Apocalisse. Penso che il libro di Chilton, Paradiso Restituito[2], fornisca una buona introduzione alla materia. Egli mostra che il materiale della Genesi diventa simbolo nell’Apocalisse; ci tengo, tuttavia, a rimarcare come ciò non significhi che i simboli non abbiano un riferimento terreno letterale. Troppo spesso i preteristi parziali ortodossi adottano un approccio estremistico “o è un simbolo o è letterale”. Ma non deve essere per fotza così: infatti, possono essere entrambe le cose.
Per esempio, la roccia che Mosè colpì: era una roccia letterale o semplicemente un simbolo? Beh, ovviamente si trattava di entrambe le cose. Era un elemento letterale della storia che prefigurava qualcosa simbolicamente. Nel libro dell’Apocalisse vedremo che Dio fa accadere letteralmente cose al sole e alla luna nel 70 d.C., alla terra e all’acqua, perché sono simboli di cambiamenti massicci nel passaggio dal Vecchio al Nuovo Patto. La croce e la risurrezione danno inizio al Nuovo Patto e il 70 d.C. pone fine a quello Vecchio, con nel mezzo questo periodo di transizione di quarant’anni di cui parla Ebrei.
Ma questi simboli nell’Apocalisse sono comunque ancora realtà storiche letterali. Basta aprire i libri degli storici del I secolo (le cronache degli ebrei e dei romani che hanno effettivamente assistito ai sette anni di tribolazione) e si vedrà che il sole divenne letteralmente completamente scuro senza neppure un’eclissi lunare. In seguito, la luna divenne davvero rosso sangue. Ci furono segni reali nei cieli (come una spada che pendeva su Gerusalemme per mesi e mesi) e veri terremoti, vero sangue fino alle briglie dei cavalli nel fiume Giordano e sangue letterale e fuoco che cadevano dal cielo e coprivano la terra. Gli storici del I secolo erano spaventati da tutte queste cose. Cose letteralmente accadute. Ma stavano anche prefigurando simbolicamente questo enorme cambiamento. Non si tratta di una cosa o l’altra, ma di entrambe le cose. E credo che Chilton, Bahnsen e Morecraft a volte manchino di enfatizzare quest’aspetto, per quanto i loro libri siano validi.
Ma quello che ci tengo a rimarcare ora è che Dio è stato il creatore di quell’universo fisico che gli gnostici tanto detestano. E questo universo fisico Dio l’ha dichiarato “buono”. Ha dichiarato buoni gli alberi, i pesci, gli uccelli ed anche gli scarafaggi. Alcuni preferisti integrali si chiedono: “Ma perché mai dovrei volere indietro il mio corpo? Perché dovrei volere una terra rinnovata?” e la mia risposta è: “Perché Dio l’ha dichiarata buona; il peccato l’ha sì influenzata negativamente in Genesi 3, ma la redenzione va adesso a ribaltare ogni cosa”. Come dice il celebre inno natalizio, Joy to the World, la grazia di Dio trasformerà questo mondo “ovunque si trovi la maledizione”.
E l’interpretazione apocalittica della Genesi non coglie l’enorme portata di cui parla la Genesi e quindi l’enorme portata del Vangelo anche alla fisica. Henry Morris si diletta a sottolineare che il libro della Genesi è il fondamento di ogni disciplina conosciuta dall’uomo, per l’istruzione tutta: per la scienza, l’economia, la matematica, e così via. Credo che uno dei migliori libri di economia scritti da Gary North sia il suo commento economico alla Genesi. Ha scritto molti libri straordinari sull’economia biblica, ma questo in particolare è veramente interessante.
La Genesi è assolutamente fondamentale per comprendere correttamente la geologia. E, naturalmente, il movimento della Scienza creazionista ha fatto un davvero un buon lavoro nell’evidenziare queste implicazioni.
Gordon Clark ha scritto un libro sulla filosofia della linguistica e sul fallimento degli approcci umanistici a questa materia. Non considerando la Genesi, beh, il linguaggio rimarrebbe qualcosa di veramente misterioso. Senza la Genesi, ogni disciplina di studio incappa sistematicamente in vicoli ciechi. La Genesi mostra l’origine dell’universo, l’ordine e la complessità, la vita, il matrimonio, il peccato, l’abbigliamento – già, come mai ci vestiamo? La Genesi ce lo dice e ci aiuta persino a definire quali tipi di vestiti sono sobri. La Genesi offre spunti affascinanti per lo studio dell’antropologia ed etnologia, dell’economia e commercio, delle scienze politiche e di moltissime altre cose.
Io vedo come una vera e propria tragedia quando i missionari traducono il Nuovo Testamento senza prima aver tradotto il libro della Genesi. Quando si comincia a capire quanta posta in gioco c’è in questo libro, si capisce perché Satana ha attaccato così tanto la Genesi. Ma vedremo che l’Apocalisse è quasi altrettanto importante. Non è un libro che dovremmo trascurare.
Per il resto di questo sermone vorrei passare in rassegna alcuni concetti chiave che forniscono la struttura evolutiva all’intero resto della Bibbia.
Torniamo, quindi, a Genesi 1:1 “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”.
E già questo ci permette di cominciare ad entrare in tensione con la scienza atea, dato che il verso attesta come il tempo, lo spazio e la materia abbiano avuto un principio. Gli scienziati moderni affermano che tempo, spazio e materia non abbiano mai avuto un inizio. Sono sempre stati lì.
Ma pensate a queste prime due parole: “Nel principio”. Se Dio fosse soggetto al tempo proprio come noi – come asserito da teologi difettosi come Oliver Buswell, allora non ci sarebbe mai stato un inizio. Secondo tale visione si dice che Dio non può conoscere il futuro perché Egli stesso è soggetto al tempo, che è un attributo di Dio. Questa è un’eresia. Dio non è soggetto al tempo.
Il termine “principio” non ha senso a meno che il tempo stesso non sia stato creato. Dio ha creato il tempo e tutta la creazione sarà per sempre soggetta ad esso. In Apocalisse c’è una frase tradotta nella Bibbia di Re Giacomo: “e il tempo non ci sarà più”. E alcune persone hanno pensato che ciò significasse che il tempo finirà. Ma non è questo il significato del greco, come neppure quello della Versione Autorizzata. Il greco vuol dire che il tempo per il pentimento è scaduto e il giudizio imminente. Ma Apocalisse 20-22 chiarise che anche nell’eternità sperimenteremo una successione di momenti e giorni per sempre. Si parla di “giorno e notte per sempre”.
E in quel momento iniziale Dio creò altre due cose: i cieli e la terra. E notate il plurale di “cieli”. Ci sono, infatti, tre cieli nel pensiero ebraico: l’atmosfera della terra, lo spazio in cui verranno successivamente collocate le stelle e il terzo cielo, che è la sala del trono di Dio e degli angeli. E più in là nella Bibbia si dice che in questo momento anche gli angeli furono creati. Questi erano pieni di stupore e meraviglia mentre osservavano come Dio chiamava all’esistenza le cose e Lo adoravano innalzando canti di gioia. Ora è vero che Genesi 3 parla di una caduta nel peccato e nella corruzione, e quello fu il momento in cui un terzo degli angeli cadde con Satana e divenne malvagio. E scopriamo nella storia successiva che avevano ancora accesso al terzo cielo. Si presentano davanti a Dio per accusare Giobbe. Satana è chiamato “l’accusatore dei fratelli”. E c’è un certo numero di passi biblici che indica come nell’Antico Patto Satana e i suoi demoni avessero ancora accesso al terzo cielo.
E così l’Apocalisse conferma che i demoni non furono scacciati dal cielo prima della fine dell’Antico Patto. Apocalisse 12:6 descrive la guerra di tre anni e mezzo fino al 70 d.C. E in quel contesto, il versetto successivo mostra una guerra tra Michele e i suoi angeli e Satana e i suoi angeli. E gli angeli buoni vincono la guerra e i demoni vengono scacciati dal cielo e non hanno più accesso per accusare i fratelli davanti a Dio. Da quel momento in poi sono limitati alla sola terra.
Esamineremo più in dettaglio quell’entusiasmante transizione quando arriveremo a quel capitolo dell’Apocalisse. Ma ne parlo qui per mostrare che anche il cielo doveva essere redento e purificato mediante il sangue dell’Agnello. Perché? Perché i demoni vi avevano accesso. Apocalisse 12:10 dice che prima di quell’evento del I secolo, quei demoni accusavano i fratelli davanti al trono di Dio giorno e notte, proprio come Satana accusò Giobbe. Quindi, è chiaro, anche il paradiso aveva da essere purificato.
E il punto è che non c’è nulla in questo intero universo che non debba essere redento dalla grazia o distrutto dall’ira di Dio. Quindi Apocalisse 12 mostra una transizione meravigliosa, perché ora, per la prima volta nella storia umana successiva alla caduta, la volontà di Dio viene compiuta perfettamente in cielo. Lì non ci sono più esseri imperfetti. Ma che cosa si invoca nel Padre Nostro? Preghiamo “venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra”. Preghiamo che il perfetto Regno dei Cieli di Dio venga progressivamente e invada il pianeta e che la Sua volontà – che in cielo viene già eseguita alla perfezione – venga fatta sempre di più anche sulla terra. Che preghiera stupenda ed incoraggiante!
Il corso del peccato, partendo dalla Genesi, aveva contaminato ogni cosa, compreso il cielo. Il Vangelo nell’Apocalisse purifica ogni cosa, compresi il cielo e la terra. Quindi il primo cielo, il secondo cielo e il terzo cielo sono tutti creati in Genesi 1:1, servono l’uomo in Genesi 2, sono corrotti dalla Caduta in Genesi 3, è loro promesso che saranno restaurati nei restanti capitoli, e l’ultimo libro della Bibbia mostra che la grazia raggiunge e trasforma ogni cosa. Ciò è in netto contrasto con lo gnosticismo del Preterismo integrale che minimizza l’importanza della creazione fisica. Quest’ultima, invece, è importante! Dio ha dichiarato che tutto ciò è buono in Genesi 1 e lo renderà perfettamente buono in Apocalisse 22.
In ogni caso, Henry Morris sottolinea che Genesi 1:1 parla della creazione da parte di Dio dell’universo: dello spazio, del tempo e della materia. E questo versetto è quindi il fondamento della vera scienza. Quando capisci quanto intimamente coinvolte queste tre componenti siano l’una nell’altra, e come il tempo, lo spazio e la materia siano privi di significato e non possano essere descritti o compresi se non nella loro relazione reciproca, questo verso è scientificamente molto, molto profondo. Ma il processo scientifico di scoperta e di dominio stesso viene purtroppo corrotto in Genesi 3 e, quindi, la scienza stessa ha da essere riscattata. E gli ultimi capitoli dell’Apocalisse mostrano come il dominio verrà raggiunto (anche nella scienza) per tutta l’eternità. Avete notato come tutti gli elementi in Genesi e Apocalisse si relazionino tra loro?
In Genesi 1:2 leggiamo che “La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque”.
Va notato che, sebbene alla lingua italiana non piaccia iniziare le frasi con la congiunzione “e”, ogni versetto di questo capitolo inizia con la parola ebraica “e”. E lo speciale uso grammaticale di questa parola “e” è chiamato “waw consecutivo”, perché waw, la parola ebraica per “e”, è lì per mostrare un ordine di sviluppo storico sequenziale.
Perché quanto appena detto è importante? Beh, lo è perché ciò contraddice la maggior parte delle false visioni sulla creazione, come, per esempio, la cosiddetta Teoria Giorno-Era (che afferma che i giorni biblici della creazione durarono milioni di anni e non 24 ore). Così capiamo come versetto 1 non sia un titolo che descrive tutto nel capitolo 1, come affermano i rappresentanti di questa teoria. Non è una definizione diversa della parola giorno. Il versetto 1 parla del primo giorno, non di tutti e sette i giorni. Poiché c’è un waw consecutivo, il versetto 1 è la prima cosa che è accaduta, poi, a seguire, il versetto 2, il versetto 3 e così via. Quel piccolo waw consecutivo fa sì che la maggior parte delle false teorie di Genesi 1 venga semplicemente a cadere. Tutto ciò ci permette di definire Genesi come “storia”. Non è nulla che si lasci ricondurre al genere apocalittico, poetico o onirico. È pura storia e questo elemento grammaticale lo dimostra.
Da notare anche come una delle prime cose che Dio creò furono le tenebre. Le Scritture ci dicono che Dio è luce, quindi le tenebre, per poter esistere, dovevano essere create. L’oscurità è parte integrante dell’universo creato. Se Dio fosse l’unica cosa esistente precedentemente al primo giorno della creazione; se non ci fosse stato spazio (o universo) in cui collocare le stelle, allora tutto ciò che esisteva prima di questo tempo era il Dio eterno, pieno di luce. La Scrittura non dice che Dio crea la luce. Dice, invece, che Dio è luce, forma la luce ed è rivestito di luce, ma ha dovuto creare le tenebre per nascondere la luce. Non c’erano mai state tenebre prima del versetto 1. La parola “creare” in ebraico significa “fare dal nulla”. Quindi, affinché l’oscurità potesse coprire la faccia dell’abisso, doveva essere creata e certamente con uno scopo buono.
E questo è esattamente ciò che conferma la Bibbia in Isaia 45:7, dove Dio dice: “Io formo la luce e creo le tenebre…”. Ecco come il Signore ha plasmato la luce da Lui irradiata, ma ha creato le tenebre dal nulla. Ed è una buona cosa che Dio abbia creato l’oscurità perché essa ci protegge. La Scrittura dice che non potremmo sopportare il pieno splendore della presenza di Dio. Nemmeno gli angeli erano capaci di farlo. Dio ha dovuto nascondersi e, in una certa misura, oscurare la Sua luce. E il versetto successivo mostra Dio che viene come una teofania. È l’unico modo in cui Dio può apparire in sicurezza alla Sua creazione. Altrimenti questa soccomberebbe.
L’ultima metà del versetto 2 dice “e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque”. Non possiamo entrare in tutti i dettagli di questa particolare teofania, ma è stato scritto un intero capitolo su ciò che dice la Bibbia al riguardo nel libro di Meredith Kline, Immagini dello Spirito. In questo volume ha scritto delle cose interessanti. Il resto della Scrittura mostra che questa era la stessa nuvola di gloria che dava luce ad Israele nel deserto e lo proteggeva. In Genesi 1:3 leggiamo “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu”.
Notate che a differenza dei versetti 14-16 in cui Dio dà luce attraverso il sole, la luna e le stelle, in questo versetto è Dio stesso a dispensare luce per penetrare l’oscurità. Molte persone hanno obiettato come non sia possibile avere luce senza che il sole avesse fatto prima la sua apparizione. Ma ci sono molte Scritture che parlano di Dio come fonte di luce. Ad esempio, uno dei miracoli che Dio fece prima dell’esodo di Israele dall’Egitto fu quello di imporre le tenebre sulla terra d’Egitto, ma, parallelemente, illuminare tutte le dimore della Sua gente (Esodo 10:23). Quella luce chiaramente non veniva dal sole: era una luce soprannaturale. Nei capitoli 13 e 14 dell’Esodo troviamo un altro buon esempio di tale fenomeno: la colonna di fuoco presso il Mar Rosso, capace di gettare gli egiziani nella più totale oscurità e fornire luce ad Israele. Il Salmo 104:2 descrive proprio il momento in cui lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque e dice: “Egli si avvolge di luce come d’una veste…”; perciò credo che questa luce fosse la gloria della Shekinah di Dio stesso che aleggiava sulle acque. In Genesi 1:4 leggiamo: “Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre” e in Genesi 1:5 “Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno”.
Dio è attento a definire i propri termini. La prima volta che viene usata la parola “giorno” viene definita in modo molto letterale, proprio come usiamo noi il termine. Questo non è solo uno strano linguaggio apocalittico molto generale che descrive il patto. No. Egli definisce chiaramente cosa intende e cioè un giorno letterale.
Innanzitutto, la parola “giorno” è specificatamente definita come la parte luminosa del ciclo giorno-notte, proprio come la usiamo noi. E in secondo luogo, anche l’intero ciclo della sera e del mattino è chiamato giorno poiché il giorno è la parte più importante del ciclo nella mente di Dio. Quindi “giorno” non significa un periodo geologico di milioni e milioni di anni come dicono i rappresentanti della teoria Giorno-Era. Dio definisce i Suoi termini in riferimento a giorni di luce ordinari, letterali, o cicli di sere e mattine.
Ma per quel che riguarda la durata della giornata? Alcune persone dicono che i primi tre giorni, ancora privi di un sole attorno al quale evolversi, avrebbero potuto essere molto lunghi. Quindi c’è una teoria secondo la quale i giorni dal quarto al settimo erano giorni letterali; ma i giorni dal primo al terzo no. Questi sarebbero da vedersi come ere consistenti di miliardi di anni.
Ma fermiamoci un attimo a riflette. L’orbitare della terra attorno al sole non ha nulla a che fare con il giorno e la notte. Ci vuole un anno per orbitare attorno al sole. Quindi ciò riguarderebbe le stagioni. E le stagioni non le abbiamo prima del quarto giorno. Anche l’inclinazione della terra si riferisce alle stagioni e fu effettuata il quarto giorno. Ciò che causa il susseguirsi del giorno e della notte è la rotazione della terra attorno al suo asse e affinché ciò avvenga il sole non è necessario.
In ogni caso, tutto ciò fornisce un quadro chiaro di come la parola “giorno” non voglia indicare un periodo di miliardi di anni. Quindi la sera e la mattina furono il primo giorno. E a proposito, il capitolo 2:4 conferma che i cieli e la terra furono creati in un giorno, il primo giorno. La parola “giorno” non si riferisce a tutti i sette giorni come sostengono alcuni.
Ma in ogni caso, in questo capitolo viene creato il tempo. Il capitolo 3 mostra la maledizione del peccato sul tempo, i capitoli successivi approfondiscono questa maledizione sul tempo, ma promettono un cambiamento futuro per il tramite del redentore. E l’Apocalisse mostra che la grazia stessa avrà un impatto sul tempo in modo tale da operare a favore del popolo di Dio piuttosto che contro di esso. Come vediamo, Genesi e Apocalisse interagiscono in tanti modi diversi.
Genesi 1 prosegue parlando di cose molto tangibili come la terra asciutta (versetto 9), la vegetazione, le erbe e gli alberi fruttiferi (versetto 11), i pianeti e le stelle (versetti 14 e seguenti), gli uccelli (versetto 20), le creature marine (versetto 21) e varie altre bestie (vv. 21-25). E nel caso foste interessati ad una lettura che io personalmente considero la migliore analisi di come tutte queste cose saranno perfezionate per noi nell’eternità, allora vi consiglio il libro di Randy Alcorn, Heaven. È certo che continueremo a godere per sempre di un universo fisico e tangibile. Gioele probabilmente sarà ancora in grado di lavorare con gioia la terra. Le leggi della fisica saranno diverse? Senza dubbio. Ma Dio riscatta ciò che era perduto, quindi Satana in realtà non vince. Tutto verrà progressivamente strappato dalle sue mani.
Ma torniamo a Genesi 1. I versetti 26-28 mostrano che Dio ha dato all’umanità il dominio su ogni cosa. Ora sorge la domanda: “Cosa significa prendere il dominio? Inoltre, la possibilità di farlo è stata influenzata dalla Caduta? Sì! Quindi, questo stesso dominio necessita di essere riscattato? Sì!
Permettetemi di citare D. James Kennedy e il Dr. John Barber su cosa sia esattamente coinvolto nel Mandato di Dominio. Loro dicono:
«Il Mandato di Dominio è la chiamata di Dio ad Adamo e ai suoi discendenti a “portare la Sua verità e la Sua volontà in ogni sfera del nostro mondo e della nostra società”[3]. È “un concetto onnicomprensivo che si estende ad ogni sfera della vita in cui la mente e le mani dell’uomo sono impiegate per controllare e utilizzare i processi della natura per il bene di tutti” e la gloria di Dio. “La Chiesa deve vedere in questo comando il suo ruolo nel modellare ogni ambito della vita secondo la volontà di Dio – compresa la politica, le belle arti, la scienza, il diritto, l’etica medica e altro ancora”».[4]
Il dominio implica amministrare, studiare, esplorare, gestire, organizzare, razionare e ripartire, categorizzare, migliorare ed utilizzare la creazione alla gloria di Dio. Ha anche a che fare con la gestione del lavoro e del riposo. L’uomo non doveva rimanere passivo nei confronti del suo ambiente, della sua famiglia, del suo tempo, del futuro o di qualsiasi altro aspetto della creazione. In effetti, lasciar che la creazione si gestisca da sé rappresenta proprio l’opposto del Mandato di Dominio.
In Genesi 2 Dio mostrò ad Adamo come acquisire il dominio. Gli mostrò come guidare la sua famiglia, come istruirla e adoperarla nell’azione di dominio. Gli mostrò come realizzare e utilizzare un giardino, come sistematizzare e classificare gli animali. Dio mise il primo uomo nel giardino non solo con l’obiettivo di farglielo curare e custodire, ma anche con quello di farglielo estendere nel resto delle terre ancora selvagge.
E il libro dell’Apocalisse riprende questi temi del giardino e delle terre selvagge o del deserto per mostrare che ciò in cui Adamo fallì, il secondo Adamo, Gesù, lo avrebbe conseguito con successo. È possibile bonificare il deserto del Sahara? Io credo di sì. E, in effetti, esistono persone che lavorano proprio a questo compito con notevole successo, bloccando e invertendo gli effetti della desertificazione in diverse parti del mondo. Israele, nella sua storia, è stato coinvolto nel compito di trasformare il deserto in un paradiso. E altri paesi hanno trasformato le paludi bonificandole e convertendole in meravigliosi spazi fertili e abitabili.
Il “paradiso perduto” alla fine diventerà il paradiso riconquistato, se non nella storia, di sicuro dopo la Seconda Venuta. Ma ecco il punto importante: non c’è nessuno spazio per una fuga dal mondo! Gli gnostici vogliono fuggire dal mondo. Ma l’Apocalisse ci chiama a conquistarlo, non a fuggire. È il Regno dei Cieli che supera la maledizione, invade il mondo e lo consegna al Re Gesù.
Tralasciando le promesse fatte ad Adamo in Genesi 3:15-16, passate a Seth nel capitolo 4 e a Sem nel capitolo 5, concluderò menzionando brevemente le sconvolgenti promesse fatte ad Abramo nei capitoli 12 e seguenti. Dio disse ad Abramo che la sua discendenza, Gesù, non avrebbe portato benedizione solo agli individui aventi fede (capitolo 15:6), ma anche alle famiglie (“nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra” – 28:14; cfr 12,3) e alle città (“la tua discendenza possederà le porte dei suoi nemici” – 22,17), alle nazioni (“nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra” – 18,18), come pure all’intero cosmo. Paolo riassume questa promessa, secondo cui questo seme futuro (Gesù) avrebbe reclamato tutte le cose, quando dice: “Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abrahamo e alla sua progenie mediante la legge, ma attraverso la giustizia della fede” (Romani 4:13).
Ebbene, questo è il messaggio dell’Apocalisse. Genesi e Apocalisse sono come i fermalibri di uno scaffale. E sebbene sembrasse che Satana avesse distrutto il cosmo attraverso la sua ribellione e la ribellione di Adamo, l’Apocalisse mostra che Gesù sconfiggerà ogni opposizione e continuerà a governare finché tutti i nemici non saranno messi sotto i Suoi piedi. E 1 Corinzi dice che l’ultimo nemico da vincere è la morte, la quale verrà sconfitta alla Seconda Venuta. Ciò implica che ogni altro nemico – politico, scientifico, economico, medico, educativo, ecc. – sarà messo sotto i piedi di Cristo prima della Seconda Venuta. Altrimenti, in questo senso, la morte non potrebbe essere l’ultimo nemico.
Non c’è da stupirsi che Apocalisse 4:11 presenti i santi del cielo impegnati a gridare:
«Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create».
E poi l’Apocalisse continua a descrivere ciò che Dio farà con questa creazione sia in giudizio che in benedizione, così da permetterle di tornare ad adorarLo. L’Apocalisse è un libro incoraggiante, non un libro deprimente. Se Dio vuole, nel corso della serie appena inaugurata, mostreremo che profetizza una conclusione molto soddisfacente di ciò che Dio iniziò nella Genesi. Apocalisse 12 dice che, sebbene la battaglia per estendere il regno di Cristo a volte possa risultare ardua, coloro che appartengono al popolo di Dio “lo hanno vinto [cioè Satana] per mezzo del sangue dell’Agnello e con la parola della loro testimonianza”. E vedremo che l’Apocalisse è un manuale di guerra, un manuale di ricostruzione per il pianeta terra, un manuale di adorazione, un manuale per insegnarci a valorizzare l’applicazione della legge di Dio a tutta la vita. Ed è mia preghiera che Dio utilizzi questa serie per stimolare ognuno di noi a vivere secondo fede, ad aspettarsi grandi cose da Dio e a tentare grandi cose per Lui.
Sia così, Signore Gesù. Amen.
Originale:
https://biblicalblueprints.com/Sermons/New%20Testament/Revelation/Revelation%201-22%20Introduction
[1] Timothy P. Martin e Jeffrey L. Vaughn, Beyond Creation Science: New Covenant Creation, (Whitehall, MT: Apocalyptic Vision Press, 2001)
[2] https://www.cristoregna.it/libri/paradiso-restituito/
[3] D. James Kennedy, Led By the Carpenter: Finding God’s Purpose for Your Life (Thomas Nelson, 1999), p. 7.
[4] Quotes from Phillip G. Kayser, *Conception Control,” and from *Dr. John Barber, http://www.cornerstone-presbyterian.org/culturalmandate.php