PARTE I: L’AUTORITÀ DELLA LEGGE DI DIO
A. L’ONNICOMPRENSIVO STANDARD DELLA SCRITTURA
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LA PAROLA DI DIO È LA NOSTRA NORMA
“Sarà la vostra vita fondata sulla sicura roccia
della parola di Dio, o sulla rovinosa sabbia
dell’opinione umana indipendente?”
Giorno per giorno prendiamo decisioni su come agire, formiamo attitudini e coltiviamo emozioni, ci poniamo degli obbiettivi e cerchiamo di raggiungerli. Facciamo queste cose sia individualmente sia in vari gruppi: la nostra famiglia, gli amici, la chiesa, la comunità, il lavoro, lo stato. In tutti questi contesti il tipo di persone che siamo, il tipo di obbiettivi che abbiamo, il tipo di regole che osserviamo nel prendere decisioni sono questioni etiche. Tutto il comportamento e il carattere umano è soggetto alla valutazione secondo il valore morale; ciascuno dei nostri conseguimenti (che siano obbiettivi che sono raggiunti o tratti del carattere che sono sviluppati) e ciascuna delle nostra azioni (che siano comportamenti mentali, verbali o corporali) esprimono un tacito codice di giusto e sbagliato. Il tutto della vita è etico.
Ma ci sono molti valori morali che ci vengono raccomandati. Ci sono numerosi codici impliciti di giusto e sbagliato. Noi ogni giorno scorriamo in mezzo ad una pluralità di punti di vista etici che sono in costante competizione tra loro. Alcune persone fanno del piacere il loro valore più alto, mentre altre favoriscono la salute. Ci sono quelle che dicono che dovremmo pensare prima di tutto a noi stessi, ed ancora altre che ci dicono che dovremmo vivere per essere di servizio al nostro prossimo. Ciò che udiamo nella pubblicità spesso contrasta coi valori approvati nella nostra chiesa. A volte le decisioni dei nostri datori di lavoro violano le leggi stabilite dallo stato. I nostri amici non sempre condividono il codice di comportamento adottato nella nostra famiglia. Spesso non siamo d’accordo con le azioni dello stato. Il tutto della vita è etico ma prendere decisioni etiche può essere disorientante e difficile. Ciascuno di noi ha bisogno di una bussola morale che ci guidi attraverso il labirinto di questioni morali e di dissensi che ci confrontano in ogni momento della nostra vita.
Per dirlo in un altro modo, fare giudizi morali richiede uno standard dell’etica. Avete mai provato a tracciare una linea retta senza l’aiuto di uno standard da seguire tipo un righello? Per quanto buona possa essere sembrata la linea inizialmente, quando le ponete sopra un righello, la linea era ovviamente storta. O, avete cercato di stabilire l’esatta misura di qualcosa semplicemente a occhio? Per quanto abbiate potuto avvicinarvi tirando a indovinare, il solo modo di essere sicuri e accurati era d’usare un appropriato strumento di misurazione come un metro. E se dobbiamo essere in grado di determinare che tipo di persone, azioni, o mentalità siano moralmente buone, anche qui avremo bisogno di uno standard di misurazione. Altrimenti condurremo esistenze storte e faremo valutazioni inaccurate. Quale dovrebbe essere il nostro standard etico? Che metro dovremmo usare nel prendere decisioni, coltivare attitudini, o porre obbiettivi per noi e per i gruppi nei quali ci muoviamo? Come si può sapere e verificare cosa sia giusto e cosa sbagliato?
“Metri” per intere civiltà
Nella Grecia e Roma antiche la città o lo stato erano assunte come l’autorità ultima e metro nell’etica. Cesare era signore su tutto quando venivano sollevate questioni morali. In contrapposizione allo stato totalitario, divinizzato, la prima chiesa proclamò la signoria di Gesù Cristo. Alle “autorità superiori” (Ro. 13:1) fu detto che “ogni autorità in cielo e sulla terra” risiedeva nel Messia risorto (Mt. 28:18). Di conseguenza l’apostolo Giovanni descrisse la “bestia” politica di Apocalisse 13 che richiedeva che il suo nome venisse scritto sulla fronte e sulla mano degli uomini (vss. 16-17), simbolizzando con ciò che la legge dello stato aveva rimpiazzato la legge di Dio che doveva essere scritta sulla fronte e sulla mano (cf. De. 6:8). Questa è la ragione per cui quelli che si oppongono alla bestia sono descritti come “Coloro che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù” (Ap. 14:1,12). Il popolo di Dio insiste che lo stato non ha autorità etica ultima, perché la legge di Dio è lo standard supremo di giusto e sbagliato.
La chiesa medievale, però, giunse ad adottare due metri dell’etica: uno standard per l’etica religiosa trovato nella Scrittura rivelata, e uno standard per l’etica naturale trovato nella ragione umana nel suo esame del mondo. Naturalmente ciò lasciò alcune decisioni o valutazioni etiche indipendenti dalla parola di Dio e quali questioni religiose rimanessero sotto l’ombrello della bibbia fu infine deciso dal Papa. In questo modo il mondo medievale divenne maturo per la tirannia, sia nello stato secolare che nel dispotismo della chiesa.
Contro tutto questo, i Riformatori sfidarono le tradizioni degli uomini e riaffermarono la piena autorità della parola di Dio, dichiarando sola Scriptura e tota Sciptura (solo la Scrittura e tutta la Scrittura). Lo standard finale per la fede e per la pratica, il metro per tutta la vita (per la moralità personale quanto per quella sociale), era la bibbia. Questa è la ragione per cui i Puritani si sforzarono di lasciare che la parola di Dio modellasse il loro stile di vita e regolasse il loro comportamento in ogni sfera di sforzo umano. Un Dio santo richiedeva loro che fossero “santi in tutta la vostra condotta” (1Pi. 1:15), e lo standard per la vita santa fu trovato nella santa legge di Dio (Ro. 7:12). Di conseguenza i Puritani anche presero la legge di Dio come loro metro per le leggi civili nella nuova terra alla quale infine giunsero, e noi in questa nazione abbiamo goduto i frutti della loro pia iniziativa per tre secoli ormai. La mentalità dei Riformatori e dei Puritani è ben riassunta nel dipinto di Robert Paul che è appeso nel palazzo della Corte Suprema, a Losanna in Svizzera; è intitolato: “La Giustizia Istruisce i Giudici” e raffigura la Giustizia che punta la sua spada sopra un libro intitolato “La Legge di Dio.”
Autonomia
Nondimeno, con la venuta del sedicente “Illuminismo,” il metro dell’etica progressivamente passò dalla legge di Dio nella bibbia a leggi umane adottate dalla ragione indipendente e dall’esperienza. Una mentalità neutrale o critica nei confronti della Scrittura ispirata minò la sua riconosciuta autorità su tutta la vita, e l’etica moderna è venuta ad essere caratterizzata da uno spirito autonomo — una mentalità di “legge-fai-da-te.” Il metro dell’etica si sarebbe trovato nell’uomo o nella sua comunità. Il Vescovo Butler lo collocò nella coscienza dell’uomo, Kant nella ragione umana, ed Hegel nello stato Assoluto.
La sola cosa che è condivisa da tutte le scuole di etica moderna è l’antipatia verso il prendere direzione morale dalla bibbia, perché farlo è considerato datato, ignorante, irragionevole, lesivo, non democratico e impraticabile. Trovandosi scomodi e irritati dai santi requisiti della legge di Dio per ogni aspetto di comportamento umano, gli uomini “moderni” rigettano questa catena sulla loro libertà personale e sui loro desideri, e ridicolizzano i suoi provvedimenti per la giustizia sociale. Il prevedibile risultato sulla cultura occidentale è la tensione tra uno stato sfrenato, tirannico da una parte e il liberato, sfrenato individuo dall’altra. Statalismo e anarchia cozzano l’uno contro l’altra. Le politiche immorali dello stato sono combinate con la vita immorale dei suoi cittadini.
In epoche precedenti questo tipo di situazione fu raddrizzata dalla chiesa quando serviva ancora la funzione preservante di “sale” della terra (Mt. 5:13). Ma oggi un gran numero di teologi hanno gettato via il metro biblico dell’etica e l’hanno sostituito con qualcos’altro. Ne è risultata la perdita di qualsiasi etica rispettabile, vigorosa, e riformante nella chiesa contemporanea. “Così dice il Signore” è stato sostituito con “Sembra a me (o a noi).” Bonhoeffer ha detto che “Dio ci sta insegnando che dobbiamo vivere da uomini che possono andare d’accordo molto bene senza di Lui” [1]. Non si tratta solo che Frank Sinatra canta la testimonianza dell’uomo moderno per la cultura occidentale: “The record shows I Took the Blows, and did it my way” (a modo mio) ma che il teologo tedesco Wolfhart Panneberg rilascia il responso della chiesa moderna: “La proclamazione di imperativi sostenuti dall’autorità divina non è molto persuasiva, oggi” [2]. La bibbia non dirige più il tutto della vita perché i suoi requisiti sono giudicati soffocanti e sono visti preventivamente come irragionevoli.
Gli uomini ripudiano l’ “interferenza” nella loro vita rappresentata dai comandamenti di Dio. Quest’attitudine di violare la legge (1Gv. 3:4) unisce tutti gli uomini in ragione del loro peccato (Ro. 3:23). Ci sono persino teologi oggi che pretendono d’essere autorità etiche a pieno titolo che sanno meglio della bibbia ciò ch’è giusto e ciò ch’è sbagliato. In Christian Ethics and Contemporary Philosophy Graeme de Graaff dice: “In moralità non c’è posto per comandi, che siano del padre, dell’insegnante o del prete. Non c’è posto per loro neanche quando siano comandi di Dio” [3]. Il maggior difensore dell’etica situazionale dei nostri giorni, Joseph Fletcher, conclude sinteticamente che “L’etica basata su leggi è ancora il nemico.” E queste mentalità di rifiutare leggi continua a percolare giù a livello locale. Una donna “liberata” scrive nel Reformed Journal (1975): “Ringrazio Dio che in quanto cristiana riformata adoro un Dio di grazia e non un Dio di regole”.
La cornice di pensiero biblica
In contrasto, la cornice di pensiero della bibbia è espressa dall’apostolo Giovanni quando dice: “Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi” (1 Gv. 5:3). I credenti in Gesù Cristo non desiderano vivere come legge a se stessi, svincolati da requisiti divini esterni. Accolgono e amano lo standard biblico di giusto e sbagliato — indipendentemente da ciò che possa stipulare per qualsiasi aspetto della vita. La santa legge di Dio non è un perso per loro, e non sono costantemente alla ricerca di sostituti che possano appagare maggiormente la mentalità autonoma della loro epoca. Non preferiscono la legge autonoma alla legge di Dio perché riconoscono che in campo etico è impossibile tracciare linee diritte e fare misurazioni accurate senza l’infallibile righello della parola di Dio.
Diciamo che tutta la vita è etica. E tutti i giudizi etici richiedono uno standard affidabile di giusto e sbagliato. Gesù disse, appena dopo che aveva dichiarato che rigetterà per l’eternità quelli che praticano l’ingiustizia: “Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia” (Mt. 7:24-27). Fonderete la vostra vita sulla sicura roccia della parola di Dio o sulla rovinosa sabbia dell’opinione umana indipendente? Le vostre decisioni etiche, saranno storte e inaccurate, seguendo standard sciocchi e fuori dalla legge biblica, o impiegherete saggiamente il metro della parola di Dio rivelata?
Note:
1 Dietrich Bonhoeffer: Letters and Papers From Prison; London: SCM Press, 1953, p. 164.
2 Wolfhart Pannenberg: Theology and the Kingdom of God; Philadelphia: Westminster Press, 1969, p. 103-104.
3 Graeme de Graaff: “God and Morality” in Christian Ethics and Contemporary Phylosophy, Ian T. Ramsey editore; London: SCM Press, 1966, p. 34.