Introduzione

Fin dall’adolescenza, ho trascorso i miei giorni spigolando. La mia spigolatura ebbe inizio a tredici anni (1928), quando cominciai a spigolare il vasto campo delle Scritture, leggendo e rileggendo queste Parole, sebbene, ahimè, troppo spesso non riuscissi a viverle nella vita quotidiana. Per me queste Scritture sono sempre state la Parola (le Parole) di Dio.

A partire dai sedici anni (1931), ho spigolato anche i campi della Tradizione ecclesiale, quelli dei Padri (cominciando con le Confessioni di sant’Agostino), dei Dottori dell’Epoca della Fede (cominciando col Proslogion di Anselmo) e dei riformatori (cominciando con l’Istituzione di Calvino e l’Istruzione cristiana di Pierre Viret).

A cominciare dai miei giorni all’università nella Facoltà di Teologia Protestante a Parigi (1932-1936), non ho smesso di spigolare in particolare dai campi dei riformati confessanti, sia che questi campi fossero francesi (da Pierre du Moulin ad Auguste Lecerf), olandesi (da Abraham Kuyper a Herman Dooyeweerd a Klaas Schilder), scozzesi (da William Cunningham a John Murray), Sudafricani (da Hendrik Stoker a Jan Taljaard) o americani (da Charles Hodge a Cornelius Van Til). È stato con senso sempre crescente di apprezzamento e di gioia che ho trovato in ciascuno di questi autori un’ortodossia vivente, irremovibilmente dedita a rimanere fedele alla Bibbia di Israele ( purtroppo chiamato il “Vecchio Testamento”) e alla Tradizione Apostolica (purtroppo chiamata il “Nuovo Testamento ”). Inoltre, questo spigolare dai riformatori confessanti non mi ha mai prevenuto (semmai incoraggiato) dallo spigolare in campi limitrofi: in quei campi degli Ortodossi d’Oriente o dei Cattolici Romani, tanto di ecclesiastici che di laici.

In questo modo il mio modello biblico (sia storico che simbolico) potrebbe benissimo essere santa Ruth la Moabita. Nel secondo capitolo di quel libro che porta il suo nome troviamo, non meno di una dozzina di volte (e da nessun altra parte nelle Scritture), il verbo “spigolare” (in ebraico: laquat). Come disse Ruth, così posso dire anch’io, dal mio posto nel campo, che per l’autorizzazione e l’immeritata grazia del Padrone del campo: “ sono andata nel campo e ho spigolato e raccolto tra i covoni dietro ai mietitori” (Ruth 2:3).

Dopo queste prolungate spigolature che mi hanno permesso di raccogliere  insieme molte cose (che ad alcuni sembreranno cianfrusaglie), ho cercato di ordinarle in una sintesi, una sintesi pattizia, di cui questo libro è il frutto.

*

Al lettore non sto presentando un libro facile. Ne sono ben consapevole. Il mio scopo era mettere nella mani del lettore un libro che avrebbe incoraggiato a riflettere su certi temi essenziali delle sacre Scritture riguardo ad alcuni momenti decisivi nella storia della Chiesa e sulle principali e indisputabili affermazioni dei primi credi e concilii quanto delle Confessioni di fede riformate del XVI e XVII Secolo. A questo scopo, in queste pagine si trovano molte citazioni, alcune piuttosto lunghe. Queste citazioni non devono essere ignorate e nemmeno scremate in maniera frettolosa ma devono essere esaminate e studiate attentamente perché hanno più peso e importanza delle parole che le collegano e circondano, e il lettore che darà ad esse accurata attenzione sarà ricompensato del suo sforzo. Non credo che il lettore troverà che lo sforzo richiesto sia superiore alle sue capacità; troverà piuttosto che una adeguata perseveranza sarà sufficiente a portarlo a meta.

Alla fine, ciascuno dovrà essere convinto e vinto dalla parola di Dio scritta, centrata dall’inizio alla fine sulla Parola incarnata, il nostro salvatore, il Signore Gesù Cristo.

Scrivo qui parole, imbevute di una misteriosa luce che parla di quella vera Parola di Dio che è di fatto la Scrittura:

HO INSEGUITO UN CAPOLAVORO TANTO ASSOLUTO QUANTO UNICO. HO SOGNATO DI UN LIBRO CHE PER LA SUA VERA BELLEZZA POTESSE RESTAURARE IL MONDO. … MA QUESTO LIBRO UNICO, QUESTO LIBRO ASSOLUTO, CHE POSSA ESSERE DI AMBEDUE, GIUDIZIO E REGNO, TUTTO IN UNO? [1]

Ci sono diverse persone che vorrei ringraziare, tra molte altre:

— Aline Dielman, bibliotecaria della facoltà di Teologia Riformata di Aix-en-Provence [2], che mi ha sempre aiutato a trovare, o si è presa l’onere di trovare per me, molti libri, menzionati e non in questo libro;

— Marie de Védrines che ha provveduto sia un costante incoraggiamento e sia un’amichevole vigilanza e uno spirito critico (ho tratto grande profitto da entrambi)  al compito di leggere, rileggere, battere a macchina, e preparare il manoscritto per l’editore;

— il professore Paul Wells, il pastore Roger Barilier e Arthur-Louis Hofer, quanto Henry-Jean Faber, ognuno dei quali ha letto il mio manoscritto e fornito correzioni;

— e Jean-marc Berthoud, che in spirito fraterno ebbe successo nel persuadermi ad affrontare queste fatiche e che ha accettato generosamente di includere le pagine che seguono nella pubblicazione che edita: Messages.

Per ultimo, il titolo del mio libro è tratto da Zaccaria 4:10 — “Chi ha potuto disprezzare il giorno delle piccole cose (o di ‘piccoli inizi’)? Si rallegrerà …”

Pierre Courthial

Aix-en-Provence

Settembre 1994 — Marzo 1996

 

Note:

1 Andréi Makine, Les testament français, (Mercure del France, Paris, 1955), p. 293.

2 Ora chiamata Faculté Jean Calvin


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