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Nostro signore Gesù Cristo, che prese su di Sé di morire per tutti, stese fuori le sue mani, non da qualche parte sulla terra al di sotto, ma nell’aria stessa, in modo che la salvezza effettuata dalla croce potesse essere mostrata a tutti gli uomini in ogni luogo: distruggendo il diavolo che stava operando nell’aria, e al fine di consacrare la nostra via al Cielo, e renderla libera.                            

Sant’Atanasio: Lettere [xxii]

 

8

LA VENUTA DEL REGNO

Adamo era stato creato un re. Egli doveva sottomettersi la terra ed avere dominio su di essa. Il suo statuto di re, però, non era assoluto, Adamo era un governante subordinato, un re (principe) sotto Dio. Era un re solamente perché Dio lo aveva creato tale e gli aveva ordinato di governare. Il piano di Dio era che la sua immagine governasse il mondo sotto la sua legge e la sua sovrintendenza. Finché Adamo fu fedele a questo mandato, fu capace di avere dominio sulla terra.

Ma Adamo fu infedele. Insoddisfatto con l’essere un governante subordinato ad immagine di Dio, che applicava la legge di Dio alla creazione, egli volle l’autonomia. Volle essere il proprio dio, generando la propria legge. Per questo crimine di ribellione fu scacciato dal Giardino. Ma, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, questo incidente non fece abortire il piano di Dio per il dominio mediante la sua immagine. Il Secondo Adamo, Gesù Cristo, venne per compiere l’incarico che il primo Adamo aveva fallito.

Lungo tutto il Vecchio Testamento i profeti sempre più guardavano avanti ad un tempo in cui il Re stabilito da Dio sarebbe venuto a sedere sul trono. Uno dei salmi citati più frequentemente dagli autori del Nuovo Testamento mostra il Padre dire a suo Figlio il Re:

Chiedimi, e io ti darò le nazioni come tua eredità
Tu le spezzerai con una verga di ferro,
le frantumerai come un vaso d’argilla” (Sl. 2:8-9)

I profeti avevano acclarato che, come Adamo, il Re che sarebbe venuto avrebbe governato sul mondo intero (non solo su Israele):

Egli regnerà da un mare all’altro
e dal fiume fino alle estremità della terra.
Gli abitanti del deserto s’inchineranno davanti a lui,
e i suoi nemici leccheranno la polvere.
I re di Tarshish e delle isole gli pagheranno il tributo,
i re di Sceba e di Saba gli offriranno doni.
Sí, tutti i re lo adoreranno
e tutte le nazioni lo serviranno. (Sl. 72:8-11)

Dio mostrò a Daniele uno schema della storia in cui una poderosa statua (che rappresentava i quattro imperi di  Babilonia, Medo-Persia, Grecia e Roma) viene abbattuta e frantumata da una pietra “E la pietra che aveva colpito la statua diventò un grande monte che riempì tutta la terra” (Da. 2: 35). Il significato di questa visione è la restaurazione dell’Eden sotto il Re, come Daniele spiegò: “Al tempo di questi re [cioè durante il periodo dell’Impero Romano] il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, questo regno non sarà lasciato ad un altro popolo; ma frantumerà e annienterà tutti quei regni, e sussisterà in eterno” (Da. 2:44). Cristo, il Secondo Adamo, adempirà il compito affidato al Primo Adamo, facendo che il Santo Monte cresca e includa il mondo intero.

L’Ascesa al trono

In una visione successiva Daniele effettivamente vide anticipatamente la sessione di Cristo sul trono quale  Re promesso:

Io guardavo nelle visioni notturne
ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell’uomo;
egli giunse [salì] fino all’Antico di giorni
e fu fatto avvicinare a lui.
A lui fu dato dominio, gloria e regno,
perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero;
il suo dominio è un dominio eterno che non passerà,
e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto. (Da. 7:13-14)

Oggigiorno si assume comunemente che questo testo descriva la seconda venuta, e quindi che il regno di Cristo (spesso chiamato il Millennio) cominci solo dopo il suo ritorno. Naturalmente, questo non tiene conto del fatto che Daniele aveva già profetizzato l’inizio del regno al tempo dell’Impero Romano. Ma si noti esattamente ciò che Daniele dice. Cristo è visto andare su, non giù! Il Figlio dell’uomo sta andando dall’Anziano di Giorni, non provenendo da Lui! Non sta discendendo sulle nubi verso la terra, ma sta ascendendo sulle nubi a suo Padre! Daniele non stava predicendo la seconda venuta, ma piuttosto il momento culminante del primo Avvento, nel quale, dopo aver fatto espiazione per i peccati e aver sconfitto morte e satana, il Signore ascese sulle nubi del cielo per sedere sul suo glorioso trono alla destra del Padre. È degno di nota anche che Daniele abbia usato il termine Figlio dell’Uomo, l’espressione che Gesù più tardi adotterà per descrivere se stesso. Chiaramente, dovremmo intendere Figlio dell’Uomo a significare semplicemente Figlio di Adamo, in altre parole il secondo Adamo. Cristo venne come Figlio dell’Uomo, il secondo uomo (1Co. 15:47), per compiere il mandato assegnato al primo uomo. Egli venne per essere Re.

Questo è il messaggio costante dei Vangeli. Il resoconto della natività da parte di Matteo registra la storia dei Magi da oriente che vennero ad adorare il Re, e il geloso tentativo di Erode di uccidere Gesù quale rivale del suo ingiusto dominio. Invece, Cristo sfugge ed è Erode a morire (Mt.2). Immediatamente. La storia di Matteo fa un salto in avanti di 30 anni per ribadire il suo punto:

Or in quei giorni venne Giovanni Battista, che predicava nel deserto della Giudea, e diceva: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (Mt. 3:1-2).

Matteo passa poi al ministero di Gesù, dandoci un riassunto del suo messaggio basilare ad Israele: “Pentitevi, poiché il regno dei Cieli è vicino” (Mt. 4:17). “E Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’evangelo del regno, e guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo” (Mt. 4:23). Una semplice occhiata a una concordanza rivelerà quanto centrale fosse il vangelo del Regno nel programma di Gesù. E si noti bene che il regno non era un qualche lontano millennio migliaia di anni nel futuro, dopo la seconda venuta. Gesù annunciò: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’evangelo” (Mc. 1:15) Gesù chiaramente disse ad Israele di pentirsi adesso, perché il regno stava per arrivare presto. Il Regno era vicino. Egli lo stava introducendo proprio davanti ai loro occhi (vedi Mt. 12:28; Lc. 10: 9-11; 17:21), e presto sarebbe asceso al Padre per sedere sul trono del Regno. Questa è la ragione per cui disse ai suoi discepoli: “In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non avranno visto il Figlio dell’Uomo venire nel suo Regno” (Mt. 16:28).

Aveva detto giusto o sbagliato? Nei termini di alcuni moderni insegnanti, Gesù si stava sbagliando. E non era uno sbaglio di poco: Gesù si sbagliò di migliaia d’anni! Possiamo fidarci di lui come Signore e Salvatore, e lo stesso sostenere che sbagliava, o che in qualche modo la sua profezia non andò a buon fine? Gesù non fu solo un uomo, come il primo Adamo. Gesù è Dio, il Signore del cielo e della terra, e se egli si impegna a introdurre il regno, c’è qualcuno che può fermarlo? Perfino la crocifissione non fu un intoppo, perché fu un aspetto cruciale del suo piano. Perciò Egli disse. “depongo la mia vita, per prenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso” (Gv. 10:17-18). Dobbiamo credere ciò che Gesù disse: Durante il tempo della vita di quelli che l’udivano, egli sarebbe venuto nel suo Regno.
Ed è esattamente ciò che fece, culminando con l’ascensione al suo trono celeste.
L’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, dice Matteo, adempì specificamente la profezia del Vecchio Testamento dell’inaugurazione del Regno:

Esulta grandemente, o figlia di Sion,
manda grida di gioia o figlia di Gerusalemme!
Ecco, il tuo re viene a te;
egli è giusto e porta salvezza,
umile e montato sopra un asino,
sopra un puledro d’asina.
Io farò scomparire i carri da Efraim
e i cavalli da Gerusalemme;
gli archi di guerra saranno annientati.
Egli parlerà di pace alle nazioni;
il suo dominio si estenderà da mare a mare,
e dal Fiume fino all’estremità della terra.
(Zc. 9:9-10, cf. Mt. 21:5)

L’apostolo Pietro comprese che il significato dell’ascensione era la sessione di Cristo sul trono in cielo. Citando una profezia di Re Davide, Pietro disse:

Egli dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono; e, prevedendo le cose a venire, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che l’anima sua non sarebbe stata lasciata nell’Ades e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; e di questo noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato innalzato alla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete e udite. Poiché Davide non è salito in cielo anzi egli stesso dice: “Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi. Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Cristo (Atti 2:30-36).

È cruciale comprendere l’interpretazione della Bibbia stessa del “trono di Cristo”. Secondo l’ispirato apostolo Pietro, la profezia di Davide riguardo a Cristo fatto sedere su un trono non era una profezia di qualche trono terreno a Gerusalemme (come alcuni oggi, sbagliando, insistono nel credere). Davide stava profetizzando del trono di Cristo in cielo. Pietro disse al suo uditorio il giorno di Pentecoste che si tratta della sessione celeste che re Davide profetizzò. Dal suo trono in cielo, Cristo sta già governando il mondo.

L’apostolo Paolo concordò: all’ascensione di Cristo, egli scrisse:

Dio lo fece sedere alla sua destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato, potestà, potenza, signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questa età, ma anche in quella futura, ponendo ogni cosa sotto i suoi piedi” (Ef. 1:20-22).

Ora, se Cristo siede adesso sopra ogni principato e potestà, potenza e signoria, se tutte le cose sono adesso sotto i suoi piedi, perché ci sono alcuni cristiani che aspettano che il suo regno cominci? Secondo Paolo, Dio ci ha “riscossi dal dominio delle tenebre, e ci ha trasferiti nel regno del suo amato Figlio” (Cl. 1:13). La Bibbia dice che il regno è arrivato, alcuni teologi moderni dicono che non lo è. C’è realmente qualche dubbio su chi dovremmo credere?

Satana legato

La promessa originale del Vangelo era contenuta nella maledizione del serpente da parte di Dio: che il Seme della donna avrebbe schiacciato il suo capo (Ge. 3:15). In perfetto accordo, quando Gesù venne, cominciò immediatamente a vincere su Satana e sulle sue demoniche legioni, ingaggiandoli in combattimento da solo ed effettivamente cacciandoli dal paese, assieme a malattia e morte. Una guerra senza quartiere fu fatta durante il ministero di Cristo, con Satana che perdeva continuamente terreno e fuggiva ai ripari. Dopo aver osservato i suoi discepoli in una missione di successo, Gesù esultò: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore. Ecco, Io vi do l’autorità di calpestare serpenti e scorpioni, e su tutta la potenza del nemico, e nulla potrà farvi del male” (Lc. 10:18-19). Egli spiegò le sue vittorie sui demoni dicendo ai suoi ascoltatori che : “il Regno di Dio è giunto fino a voi”. E continuò: “Come può uno entrare in casa dell’uomo forte e rapirgli i suoi beni, se prima non lega l’uomo forte? Allora soltanto riuscirà a saccheggiare la sua casa” (Mt. 12:28-29). È  esattamente ciò che Gesù stava facendo nel mondo. Stava legando Satana, l’“uomo forte”, per poter “saccheggiare la sua casa”, riprendersi indietro uomini dal diavolo.

La sconfitta definitiva di Satana avvenne alla morte e resurrezione di Cristo. Svariate volte gli Apostoli assicurarono i primi cristiani del fatto della vittoria di Cristo sul diavolo. Per mezzo della sua opera compiuta, disse Paolo, il Signore Gesù “ha spogliato i principati e le potestà”; “ne ha fatto un pubblico spettacolo trionfando su di loro” (Cl. 2:15). Il Nuovo testamento, indiscutibilmente, insegna che attraverso la vittoria di Cristo sui legami della morte Satana fu reso inoffensivo (Eb. 2:14). Giovanni scrisse che “per questo il Figlio di Dio è stato manifestato: per distruggere le opere del diavolo” (1 Gv. 3:8). Ancora una volta dobbiamo notare che il tempo del verbo è il passato. È un fatto compiuto. Questa non è una profezia riguardante la seconda venuta. È un dato di fatto concernente la prima venuta di Cristo. Cristo è venuto per disarmare e legare Satana, per spodestarlo, per distruggere la sua opera, e per stabilire il proprio governo quale re universale, come Dio aveva inteso fin dal principio. Secondo la Bibbia, Cristo ha realmente adempiuto ciò che si era proposto di fare, la Scrittura considera Satana un nemico sconfitto, uno che deve fuggire quando i cristiani gli si oppongono, uno che è incapace di resistere i vittoriosi assalti dell’esercito di Cristo. Le porte della sua città sono destinate a cedere davanti ai continui attacchi della Chiesa (Mt. 16:18).

La crescita del Regno

A questo punto qualcuno obbietterà: “Se Gesù è Re adesso, perché le nazioni non sono tutte convertite? Perché c’è ancora così tanta empietà? Perché non è tutto perfetto?” In primo luogo non ci sono se. Gesù è Re, e il suo regno è arrivato. La Bibbia lo dice. In secondo luogo, le cose non saranno mai “perfette” prima del Giudizio Finale, e perfino il Millennio descritto da certi autori popolari è lontano dall’esserlo (infatti, il loro è molto peggio, poiché essi insegnano che le nazioni non saranno mai veramente convertite, ma solamente fingeranno la conversione mentre attenderanno l’occasione per ribellarsi).
Terzo, benché il regno sia stato stabilito definitivamente nell’opera completa di Cristo, è stabilito progressivamente lungo la storia (fino a che è stabilito perfettamente  nell’ ultimo giorno). Da un lato, la Bibbia insegna che Gesù Cristo ora, in possesso di ogni autorità, sta governando le nazioni con una verga di ferro. Egli è ora assiso nella potenza sopra ogni  potestà in cielo e sulla terra, in possesso di ogni autorità sul cielo e sulla terra.  Dall’altro lato, la Bibbia ci insegna anche che il regno si sviluppa progressivamente, crescendo più forte e più potente a mano a mano che il tempo passa. La stessa lettera agli Efesini che ci dice del regno assoluto di Cristo sopra la creazione (1:20-22), assicurandoci che noi stiamo regnando con lui (2:6), ci comanda anche di rivestire l’intera armatura di Dio per combattere il diavolo (6:10-17). Non c’è qui contraddizione, solo due aspetti della stessa realtà. E il fatto che Gesù Cristo stia ora governando come Re dei re è precisamente la ragione per cui confidiamo nella vittoria nel nostro conflitto col male.

Possiamo sperimentare del progressivo trionfo ora, perché Gesù  Cristo ha trionfato definitivamente su Satana nella sua vita, morte, resurrezione, ascensione.
Gesù raccontò due parabole che illustrano la crescita del regno. Matteo ci dice:

Egli propose loro un’altra parabola, dicendo: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è certamente il più piccolo di tutti i semi, ma una volta cresciuto è il più grande di tutte le erbe e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami”. Egli disse loro un’altra parabola: Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prende ed impasta con tre misure di farina finché tutta la pasta sia lievitata (Mt. 13:31-33).

Il regno fu stabilito quando Cristo venne. Ma non ha ancora raggiunto il suo pieno sviluppo. Come il granello di senape, ha cominciato piccolo. Ma crescerà enormemente di misura (proprio come la pietra che Daniele vide diventare una montagna e riempire tutta la terra). Il regno crescerà di misura, spandendosi dappertutto, finché la conoscenza di Dio copre la terra, come le acque coprono il mare. La crescita del regno sarà estesa.

Ma il regno crescerà pure d’intensità. Come lievito nel pane, trasformerà il mondo con la stessa certezza con cui trasforma vite individuali. Cristo ha piantato nel mondo il suo vangelo, la potenza di Dio per la salvezza. Come lievito, la potenza del Regno continuerà ad operare “finché tutto è lievitato”.

Dopo aver considerato questa parabola, ci si può chiedere come sia possibile che chicchessia possa negare un’escatologia di dominio. Come si può evitare la forza di questo verso? Ecco come: i sostenitori della sconfitta spiegano semplicemente che il “lievito” non è il Regno, ma è invece una figura di come le malvagie eresie vengano impiantate nella chiesa dal diavolo! Il loro caso è così disperato che ricorreranno a trucchetti da prestigiatore, trasformando la promessa della vittoria del Regno una promessa della sconfitta della chiesa. Si noti bene che tutto è lievitato, il verso insegna la conquista totale, dell’uno o dell’altro.

Secondo Gesù, perciò, quale dei due vincerà? In contrapposizione ai pessimisti, Gesù non disse che il regno è come pasta, dentro la quale qualcuno infiltra del lievito malvagio, distruttivo. Gesù disse che il Regno è come lievito. Il regno ha cominciato piccolo, e la sua crescita è spesso stata poco notabile e spesso virtualmente invisibile, eppure continua a fermentare e a trasformare il mondo. Dov’era il cristianesimo 2000 anni fa? Consisteva di un mero pugno di persone che avevano ricevuto il mandato di fare discepoli le nazioni, un piccolo gruppo che sarebbe stato perseguitato dai loro stessi compatrioti e contrastato dal potere armato dell’impero più potente della storia. Che possibilità avreste dato alla loro sopravvivenza? Eppure la chiesa è uscita dal conflitto vittoriosa, di gran lunga chiaramente vincitrice; Roma e Gerusalemme non hanno superato il punto di partenza. Gli ultimi venti secoli hanno testimoniato un progresso che solo quelli che vogliono essere ciechi possono negare. Il lievito del regno si è sparso ovunque? Certo no, non ancora. Ma lo farà. Dio ci ha predestinati alla vittoria.


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