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Conviene che prima parliamo della creazione dell’universo e di Dio, affinché si possa comprendere adeguatamente che il rinnovamento della creazione è stato compiuto dal Verbo che  lo creò all’inizio. Infatti, non si vedrà alcuna contraddizione se il Padre ha operato la salvezza dell’universo in colui per mezzo del quale l’ha creato.

Atanasio L’Incarnazione del Verbo [1]

 

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IL TEMA DEL PARADISO

La storia dell’Eden contiene tre idee basilari, concetti che ci confrontano ripetutamente quando studiamo la bibbia: La Creazione, la Caduta e la Redenzione in Cristo. Mentre queste idee vengono sviluppate attraverso la storia della salvezza, noi vediamo immagini familiari e azioni riapparire e modelli cominciare a prendere lineamento, finché l’ultimo libro della bibbia alla fine risponde a tutte le domande che sono iniziate nel primo libro. L’auto-rivelazione di Dio è un insieme solido e coerente, e ci giunge in forme letterarie molto belle. La nostra propria comprensione del messaggio sarà inadeguata a meno che non facciamo il tentativo di comprendere ed apprezzare la forma in cui il messaggio è comunicato. Col cominciare il nostro studio dove la bibbia stessa comincia, possiamo più prontamente comprendere non solo il libro di Apocalisse, ma la bibbia stessa, e perché gli scrittori della bibbia dissero ciò che dissero nel modo in cui lo dissero. E le ragioni per farlo da parte nostra sono che possiamo giungere a fidarci pienamente della promesse di Dio, obbedire i suoi comandi, ed ereditare le sue benedizioni.

La Natura della Salvezza

Uno dei temi basilari della Scrittura è che la salvezza restituisce l’uomo al suo scopo originario. Nel principio Dio creò l’uomo a sua immagine, in modo che l’uomo avesse il dominio (Ge. 1:26-28). Quell’affidamento del dominio cominciò nel Giardino d’Eden, ma non era inteso per fermarsi lì, poiché l’uomo aveva ricevuto l’ordine di avere dominio su tutta la terra. Adamo ed Eva (e i loro figli) dovevano estendere le benedizioni del paradiso in tutto il mondo. Ma quando l’uomo si ribellò, perse la capacità d’avere un dominio secondo la volontà di Dio, perché perse la comunione col suo Creatore. Mentre l’uomo peccatore è ancora l’immagine di Dio (Ge. 9:6), è ora una nuda immagine (Ge. 3:7), perché ha perso il suo rivestimento originale: la gloria di Dio (Ro. 3:23). L’immagine di Dio rimane, in qualche misura, in tutti gli uomini, ma l’immagine è divenuta distorta, rovinata, sfigurata e spezzata a causa del peccato. E la terra, che era stata progettata per diventare il Giardino-Tempio di Dio, è diventata invece un luogo selvatico di spine, triboli, sudore, penuria, inquinamento e morte (Ge. 3:17-19; Is. 24:1-6; Ro. 5:12). L’uomo fu bandito dal giardino, e gli fu proibito d’entrare di nuovo.

Ma quella non è la fine della storia. Lo stesso giorno in cui Dio pronunciò il giudizio sull’uomo e sulla terra, egli pronunciò un più grande giudizio sul Tentatore, dichiarando che il redentore sarebbe venuto un giorno a schiacciare il capo del Serpente (Ge. 3:15). Di conseguenza, l’apostolo Giovanni ci dice “Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del Diavolo” (1 Gv. 3:8). Cristo venne come Secondo Adamo per poter ribaltare il danno portato per mezzo del Primo Adamo (1Co. 15:22, 45; Ro. 5: 15-19). Dio aveva soffiato in Adamo l’alito (in Ebraico, lo Spirito) di Vita, ma la ribellione di Adamo portò la morte nel mondo. Nella salvezza, Cristo nuovamente soffia nel suo popolo lo Spirito di Vita (Gv. 20:22), Vita eterna, che ci libera dalla maledizione del peccato e della morte (Ro. 8:2), e che infine risulterà nella restaurazione dell’intero creato (Ro. 8: 19-21). In Cristo noi realmente siamo una nuova creazione (2Co. 5:17), perché siamo stati ri-creati ad immagine di Dio (Ef. 4:24, Cl. 3:10), e di nuovo rivestiti con la gloria di Dio (Ro. 8: 29-30). E, questa volta, la sicurezza della restituita immagine di Dio è garantita, perché la nostra posizione è nel Cristo che non può mai fallire. In Lui noi abbiamo Vita eterna.

Questo introduce un altro modello biblico basilare, un modello triplice che è presupposto attraverso molto del materiale in questo libro, e che vedremo ripetutamente nei nostri studi. La Scrittura presenta la salvezza nei termini di una struttura definitiva-progressiva-finale, e questo è il motivo per cui le profezie Bibliche sembrano spesso sovrapporsi. La salvezza fu compiuta definitivamente nell’opera perfetta e finita di Gesù Cristo; è  applicata progressivamente e in modo crescente durante questa epoca, personalmente ed istituzionalmente; e verrà conseguita in modo finale, nel suo compimento più alto, alla fine della storia nell’ultimo giorno. Noi siamo stati salvati (2 Ti. 1:9), e siamo nel processo di essere salvati ora (Fl. 2: 12-13), e saremo salvati nel futuro (1 Pi. 1:9). Per dirla in modo diverso, noi siamo stati ricreati ad immagine di Dio (Ef. 4:24), siamo progressivamente ri-creati a sua immagine (2 Co. 3:18), e attendiamo il giorno in cui saremo perfettamente ri-creati a sua immagine (Fl. 3: 20-21).

La salvezza, perciò, restituisce l’uomo al suo scopo e proposito originale, e garantisce che il mandato originale dell’uomo – di esercitare dominio su tutta la terra sotto Dio – sarà adempiuto. Cornelius van Til ha evidenziato che la “rivelazione redentiva di Dio deve essere comprensiva quanto la penetrazione del peccato. La redenzione deve, nella natura del caso, essere per il mondo intero. Questo non significa che deve salvare ciascun individuo peccatore del mondo. Significa, però, che l’universo creato che è stato creato come una unità, come una unità deve anche essere salvato” (An Introduction to Systematic Theology; Presbyterian and Reformed, 1974, p. 133). In definitiva, la salvezza biblica rovescia la Maledizione, restituisce condizioni Edeniche, ripara relazioni personali e sociali, e benedice la terra in ogni area. La terra intera sarà salvata, e fatta essere nuovamente il Giardino del Signore. “Poiché la terra sarà ripiena della conoscenza del Signore, come le acque coprono il mare” (Is. 11:9).

In un senso molto reale, perciò (e progressivamente mano a mano che il vangelo conquista il mondo), il popolo di Dio ha sempre vissuto nel “giardino”. Per esempio, il paese d’Egitto in Genesi 13:10 è descritto essere “come il Giardino dell’Eterno”, e quando il popolo pattizio andò a vivere lì, fu loro data l’area di Goscen, che era la migliore in tutto l’Egitto (Ge. 45:18; 47: 6, 11, 27). In questa località Edenica essi furono fruttiferi e moltiplicarono (Es. 1:7) – la stessa espressione che troviamo nel comando originale di Dio ad Adamo ed Eva nel Giardino! La Terra Promessa, pure, come ci si aspetterebbe, era una terra in cui gran parte della maledizione era stata rovesciata: era “come il Giardino dell’Eden” (Gl. 2:3), e perciò “dove scorre il latte e il miele” (Es. 3:8).

Come vedremo nelle pagine seguenti, la restaurazione dell’Eden è un aspetto essenziale della salvezza che Cristo provvede. Quando l’Antico Testamento predisse la venuta del Cristo e le benedizioni che avrebbe portato, i profeti spesso parlarono col linguaggio della restituzione dell’Eden. Isaia scrisse: “L’Eterno infatti sta per consolare Sion, consolerà tutte le sue rovine, renderà il suo deserto come l’Eden e la sua solitudine come il giardino dell’Eterno. Gioia ed allegrezza si troveranno in lei, ringraziamento e suono di canti” (Is. 51:3). Ed Ezechiele, molti anni dopo. Profetizzò:

Così dice il Signore, l’Eterno: Nel giorno in cui vi purificherò da tutte le vostre iniquità, vi farò abitare nuovamente le città, e le rovine saranno ricostruite. La terra desolata sarà coltivata, invece di essere una desolazione agli occhi di tutti i passanti. E diranno: Questa terra che era desolata è divenuta come il giardino dell’Eden, e le città devastate, desolate e rovinate sono ora fortificate e abitate. Allora le nazioni che saranno rimaste intorno a voi riconosceranno che io, l’Eterno, ho ricostruito i luoghi distrutti e piantato la terra desolata. Io, l’Eterno, ho parlato e lo farò. (Ez. 36: 33-36).

Ma c’è in queste profezie (e altre) molto di più riguardo alla restituzione dell’Eden di quanto possiamo notare a prima vista. Infatti, ci sono molti, molti passi della Scrittura che parlano in termini di modello Edenico che non menzionano l’Eden per nome. Il tema del paradiso passa attraverso l’intera bibbia, da Genesi ad Apocalisse; ma per poterlo riconoscere dobbiamo prima diventare familiari con ciò che la parola di Dio dice riguardo al Giardino originale stesso. Dio si è preso la briga di darci alcune informazioni molto specifiche sul Giardino, e il resto della Scrittura è edificato su questo fondamento facendo riferimento indietro ad esso regolarmente. Si noti bene: questo studio non è una mera collezione di trivialità, di “fatti strani ed interessanti sulla bibbia” (ad es. il tipo di dati irrilevanti che si trovano spesso nella sezione “enciclopedia” della grosse Bibbie da famiglia). È, lo ripeto, un tema biblico maggiore, che illumina in modo drammatico il messaggio del libro di Apocalisse, e, nel frattempo, ci aiuta a comprendere il messaggio della bibbia nel suo insieme. Perciò, nei capitoli che seguono, esamineremo le varie caratteristiche del giardino dell’Eden, prendendo particolarmente nota di come ciascuna di esse diventi un “sotto-tema” in se stesso, nei termini del tema generale della restituzione dell’Eden nella salvezza.


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