Lo stato moderno sacerdotale.

La sociologia della giustificazione per legge.

Cultura e società, come ha indicato Henry Van Til in The Calvinistic Concept of Culture, sono semplicemente religione esteriorizzata e resa esplicita. Il concetto di giustificazione per fede porta inevitabilmente ad una radicale ricostruzione della società nei termini di quella fede, il che ha enormi implicazioni per il tutto della vita.

Comune a tutte le culture dell’antichità è il carattere sacerdotale dello stato, del governante, o dell’ufficio centrale di una data società, cosicché l’opera di mediazione, remissione dei peccati, intercessione, e altri doveri sacerdotali sono stati aspetti centrali della vita del corpo politico. Un tale stato di cose non è stato il prodotto di un’usurpo da parte dello stato o semplicemente di confusione, ma un salubre riconoscimento della natura fondamentale della legge e dell’ordine. In qualsiasi società sana, i tribunali e tutti gli altri amministratori della legge servono a preservare ordine sociale e benessere, e qualsiasi seria interruzione dell’integrità, validità e implementazione della legge conduce al progressivo collasso della società. Il peccato sociale deve essere espiato, e il braccio della legge funziona per effettuare restituzione, punizione e, con la rimozione effettuare la purgazione e la purificazione della società. La legge in se stessa è perciò inevitabilmente una manifestazione di religione ed in essenza, anche nello stato “laico” è religiosa. Le toghe nere e clericali dei giuristi moderni sono un’evidenza e una continua testimonianza della rivendicazione medievale della legge di possedere statuto sacerdotale, una rivendicazione da cui la chiesa non fu capace di separare le scuole di giurisprudenza. Dunque, una società funzionante richiede una legge funzionante, reale purgamento del peccatore, intercessione per gli oppressi, e giustificazione per gli oppressi ingiustamente. Non è accidentale in teologia che il linguaggio della salvezza sia un linguaggio giuridico e la salvezza una transazione legale, il perdono stesso un termine legale che dichiara che le accuse sono state fatte cadere, essendo stata resa soddisfazione (o le imputazioni rinviate per il momento).

Il linguaggio della salvezza, della soteriologia, è linguaggio giuridico perché la natura del peccato è un’offesa contro la legge e contro il patto di Dio. Non solo la legge è ancora una volta implicata, ma questa volta è legge fondamentale, legge che deve essere basilare alla legge statale. Lo stato, insieme a tutta la creazione è posto nel contesto di questa legge più alta, comunque si interpreti la legge. Ancora, la vita dello stato è inseparabile da questo basilare ambiente di legge più alto e assoluto. Se il bene sociale richiede l’appropriata amministrazione della legge da parte dello stato, quanto più basilare dunque sarà l’appropriata considerazione per la legge più alta? È di conseguenza di fondamentale interesse per lo stato e per il suo mantenersi in vita. Per evitare la punizione, con le sue conseguenze radicali per lo stato, la purgazione e l’intercessione sacerdotale sono basilari agli alti uffici dello stato. La salute deve essere mantenuta sia nei termini della legge interna che nei termini della legge cosmica, e di conseguenza lo stato si considera come un ordine sacerdotale, chiamato ad essere il grande intermediario tra l’uomo e il divino, il mezzo e il veicolo verso la buona vita e la vera società. La società coerentemente relativista non è mai esistita. In alcune società la legge superiore è stata intesa in termini soprannaturali o teisti o deisti, come nella prima e formativa storia degli Stati Unitii.  La legge superiore prevale ancora mentre il soprannaturalismo è stato eroso. La legge superiore di Dewey era la democrazia, come lo è per la maggior parte degli occidentali oggi. Nel suo sermone in occasione delle elezioni a Boston, il 27 maggio 1778, Philips Payson rese evidente il primo levarsi di un’immanente legge superiore che avrebbe eliminato Dio: “La voce della ragione e la voce di Dio ci insegnano entrambe che il grande obbiettivo o scopo del governo è il bene pubblico”.ii  La ragione all’inizio divenne un potere indipendente e poi un giudice su Dio, ed essa stessa la legge superiore.iii Il benessere sociale richiede in ogni istante la conformità alla legge superiore, alla democrazia, alla ragione o a Dio, altrimenti la società collassa nell’anarchia, e questa conformità è una funzione sacerdotale. Il Commonwealth Ebraico del Vecchio Testamento fu unico nel divorziare il sacerdozio dalla funzione regale, ma l’ascendenza del re sui sacerdoti fu frequente, la rivendicazione del sacerdozio da parte di Uzzia fu prevenuta solo in modo miracoloso, e i governanti sincretisti e apostati furono apertamente sacerdotali. Solo col suo carattere radicalmente indipendente l’ufficio profetico fu capace di proteggere l’integrità di sacerdote e santuario, e di prevenire la coalescenza dei due diversi uffici. Per virtù dell’espiazione di Cristo e della Sua assunzione di un sacerdozio eterno e onni-sufficiente, l’ufficio umano di sacerdozio fu abolito per sempre, come dichiarò Ebrei, e sacerdozio e corona furono uniti in Cristo, secondo l’ordine di Melchisedek. Le implicazioni di Ebrei sono radicali non solo religiosamente ma anche politicamente, come Roma velocemente scoprì nel trattare con la chiesa, che rifiutò di riconoscere la funzione sacerdotale di re degli imperatori, mentre pregava per loro come re e governatori.iv  Senza l’espiazione di Cristo lo stato rimaneva sacerdotale, con l’espiazione, lo stato divenne ministeriale, o, più accuratamente, un diaconato (Rm. 13: 1-7, essendo diaconos la parola usata nel vs. 4). Nei termini del Regno di Dio gli uffici di sacerdote e di re sono uniti nella persona di Cristo. Poiché l’unità basilare del Regno è soprannaturale e messianica, lo scopo della storia secondo la Bibbia era perciò di indicare l’unità trascendentale ed ultima, e allo stesso tempo prevenire un’unità immanente e centrata sull’uomo. Una tale unità terrena dei due uffici trasformerebbe il reame nel Regno dell’Uomo e farebbe di esso un ordine messianico.

Come ha fatto lo stato moderno a diventare sacerdotale? Per comprenderlo sarà necessario esaminare sia la natura sia la funzione della legge nello stato.

Benché i Riformatori, in virtù della loro guerra contro la Chiesa di Roma, diffidassero della chiesa mentre troppo spesso mancassero di una simile diffidenza nei confronti dello stato, ciò nonostante essi recisero lo stato alla base con la loro sociologia della giustificazione per fede e del loro concetto ministeriale di ogni autorità. Solo quando l’Illuminismo avanzò, e la Riforma con alti e bassi, recedette, lo stato divenne nuovamente sacerdotale ed esso stesso l’ordine di salvezza. Poiché lo stato moderno è chiaramente messianico, ed è nella sua stessa visione di se stesso il veicolo della buona vita e il vero regno, è chiaramente sacerdotale. Che sia democratico o Marxista, lo stato è il gran sommo sacerdote dell’ordine della salvezza e questo è  altrettanto  vero per i politici delle Nazioni Unite. La legge è così il mezzo della salvezza, lo strumento verso la creazione della buona e vera società. Questo principio legalista, contro cui Romani e tutte le Scritture sono indirizzati, è invalido tanto politicamente quanto religiosamente. Nel pensiero moderno, il contrasto ed il parallelismo tra il pensiero legalista e il pensiero biblico con riferimento alla salvezza colpisce particolarmente.

L’uomo nel suo quadruplice stato, La legge nella sua quadruplice funzione

1. lo stato di giustizia originale

1. La legge quale mezzo per servire Dio e di riconoscere la Sua sovranità.

2. Lo stato di peccato, depravazione totale.

2. La legge come accusa, come pedagogo per rivelare all’uomo la sua radicale impotenza, e come “terrore” quale mezzo per trattenere il totale dilagare del peccato.

3. Lo stato di grazia o rigenerazione.

3. La legge come nuova natura dell’uomo, scritta nel suo cuore, una guida per la sua condotta, una restrizione ai movimenti del peccato, il mezzo di santificazione.

4. Lo stato di gloria.

4. La legge come totalmente la nuova natura dell’uomo in santificazione totale. Vera e piena libertà dell’uomo nella legge e sotto la legge.

Quando ci volgiamo alle due forme di legge naturale comuni al moderno statismo, troviamo un significato diverso per la legge. Radicalmente semplificate, le due possono essere distinte per come trattano lo stato della natura. Nell’una, lo stato della natura è uno di primitiva innocenza, come negli Indiani di Dryden:

Guiltless men, that danced away their time,

Fresh as their groves and happy as their clime.

La natura è normativa, e lo stato della natura è quello dell’innocenza.v  Nell’altra prospettiva, lo stato della natura è quello da cui l’uomo deve evolvere. La forma del primo può essere brevemente riassunta come segue:

1. Lo stato della natura, primitiva innocenza.

1. La legge come stato inconsapevole dell’uomo. L’uomo, essendo senza colpa, è pienamente conforme alla natura.

2. la caduta dell’uomo dentro la società “innaturale” e la civiltà.

2. La società “innaturale” è in violento disprezzo per la legge dell’essere e della natura. La salvezza si ha con un ritorno alla natura. Questo ritorno si ha per mezzo della legge. La volontà generale è a volte la volontà inconsapevole, ma sempre la vera legge per l’uomo.

3. La natura cominciò come una unità primitiva e culmina in una unita complessa.

3. La volontà generale, legge naturale, governa o per mezzo di democrazia o di dittatura e salva uomini e società. Se è necessario, disse Rousseau, gli uomini saranno “forzati ad essere liberi”.

La legge in questa prospettiva è chiaramente redentiva, e lo stato è sacerdotale quale mediatore di questa salvezza. Le moderne democrazie e gli stati Marxisti sono perciò dichiaratamente devoti ad un programma di salvezza per mezzo della legislazione.

Nella seconda forma di legge naturale emerge un’altra interpretazione. La prima ci offre un “socialismo scientifico” ma la seconda non è meno “scientifica”:

1. Lo stato della natura è un essere o caos primordiale.

1. La legge è progresso, sviluppo, entelechia, selezione naturale o evoluzione.

2. la natura si sviluppa verso l’alto.

2. Anche la legge si sviluppa, e la salvezza dell’uomo dipende dalle leggi della natura. La scoperta della legge naturale diventa un interesse non solo scientifico ma anche statale poiché strumentale al potere e alla salvezza.

3. La natura iniziò come un’unità primitiva e culmina in un’unità complessa.

3. La legge opera per l’unità di tutti gli uomini nei termini di quella basilare unità dell’essere che è alla base di tutta la vita.

Una terza, in qualche modo precedente, versione della legge della natura apparve a volte con terminologie distintamente cristiane, in apparente stretta connessione con la dottrina della depravazione totale, e presentò una sociologia sincretista. Detta semplicemente, le sue premessa basilari sono come segue:

1. L’uomo è un essere con al centro se stesso.

1. La vera legge è interesse personale. (Self-interest)

2. L’uomo cerca il proprio interesse perché ama se stesso.

2. L’interesse personale è quella legge naturale che conduce alla vera felicità dell’uomo e perciò alla salvezza sociale

3. L’uomo compie il proprio essere e la natura col proprio interesse.

3. La società libera e la vera società è creata da questa legge naturale dell’interesse personale.

Questo concetto fu formulato molto presto. Apparve nella giurisprudenza di Blackstone, per esempio, come principio guida: “Egli (il Creatore) si è compiaciuto di concepire in questo modo la costituzione e la struttura dell’umanità, che non dovremmo volere alcun altra motivazione per conoscere e ricercare la regola del diritto, che il nostro amore per noi stessi –  quell’universale principio di condotta”.vi  L’errore fondamentale di questa posizione era duplice. Primo, peccato e interesse individuale non possono essere considerati sullo stesso piano, come spesso è stato fatto, poiché l’interesse per se stessi non è necessariamente peccato. Secondo, l’uomo in quanto peccatore, raramente è capace di vero interesse per se stesso ma è piuttosto distruttivo, perverso e pervertito quanto suicida nel suo corso, come Romani 1 acclara. L’ “entelechia” del peccato è “infiammarsi” (Rom 1:27 – accendersi, bruciare), o più accuratamente consumarsi nel fuoco anziché essere intelligentemente capaci di auto-interesse. In ogni caso, anche in questa filosofia, la legge era redentiva, benché lo stato, così fortemente governato da una mistura di principi cristiani e non cristiani, non divenne soteriologico e sacerdotale altrettanto apertamente. Durante i primi anni degli Stati Uniti, questa filosofia e la fede cristiana furono entrambe influenti tra altre forze. Ci fu più di qualcuno pronto ad asserire idee redentive durante la Rivoluzione Americana, e furono in molti a sostenere che lo spirito che diede l’impulso alle colonie “proveniva da Dio quanto la discesa dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste, e che avrebbe dato inizio a qualcosa di grande e di buono per l’umanità”.vii  Ma i robusti elementi della sociologia della giustificazione per fede erano chiaramente presenti nella fondazione di molte delle colonie Americane, di natura teocratica, ed anche esperimenti di società ecclesiale cristiana e di stato, benché la ribellione contro questo concetto ed il suo sviluppo sia stato costante e marcato. La tensione tra i due principi è basilare alla storia delle colonie e degli Stati Uniti. Nel Massachusetts, magistrati e ministri cominciarono sulla premessa che le Scritture erano la ‘common law’ di quel territorio e, quando pressati a formulare il ‘Corpo delle Libertà’ (Body of Liberties) nel 1645, steso dal Rev Nathaniel Ward di Ipswich, dichiararono quegli statuti per quanto possibile in termini biblici. La legge naturale che John Winthrop riconobbe nel suo ‘Little Speech on Liberty’ è “comune all’uomo insieme alle bestie e altre creature

Traduzione di Giorgio Modolo. Adattamento di GPG

NOTE

Si veda Edward S. Corvin: “The “Higher Law” Background of America Costitutional Law, Ithaca, New York: Cornell University Press, 1955. Uno studio di primaria importanza. Si veda pure V.M. Hall e  J.A.Montgomery: Christian history of the Constitution of the United States of America, Vol. I, San Francisco, American Constitution Press, 1960, i primi tre volumi una collezione di valore da fonti primarie e secondarie, e dedicata ad un nuovo studio e ad un revival di principi cristiani per lo stato e la società

ii  Hall e Montgomery, op.cit. p. 376

iii Per Locke: “La Legge, che avrebbe dovuto governare Adamo, era la stessa che avrebbe dovuto governare tutta la sua Posterità, la Legge della Ragione”. Civil Government, III, p. 57. Il testo dell’opera di Locke è incluso in Hall e Montgomery, op.cit. pp. 57-125.

iv Vedi Ethelbert Stauffer. “Christ and the Caesars”. Philadelphia: The Westminster Press, 1955.

v Vedi Hoxie Neale Fairchild: “The noble Savage, a Study in Romantic Naturalism”. New York: Columbia University Press, 1928 Vedasi anche Arthur O. Lovejoy: “Essays in the History of Ideas” New York: Braziller, 1955.

vi Blackstone “Commentari” Citato in Hall e Montgomery, p. 142. L’ambivalenza di vedute di Blackstone è evidente nel suo insistere che “su queste due fondamenta, la legge della natura, e la legge della rivelazione, dipendono tutte le leggi umane, ciò vale a dire che, a nessuna legge umana dovrebbe essere concesso di contraddire queste due” ibidem., p. 143

vii Hall e Montgomery, p. 353 Per i vari concetti religiosi dei padri fondatori, vedasi Norman Cousins: “In God We Trust” The Religious beliefs and Ideas of the American Founding Fathers. Harpers: New York, 1958.


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