33. La Processione

Una dottrina essenziale non scompare quando negletta dagli uomini; semplicemente si manifesterà un’altra volta e illegittimamente in un’ altra sfera. Ciò è vero della dottrina della processione, oggi raramente ricordata o discussa. Il suo significato a livello della Trinità appare chiarissimamente in Giovanni 15:26, “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me”. La processione dello Spirito Santo parla dell’opera dello Spirito. Quale Spirito di verità e di potenza egli procede dal Padre e dal Figlio al credente per comunicargli verità e potenza. Viene data anche conoscenza (I Co 2:12-16). L’essenza della processione è così la manifestazione e la comunicazione di doni dalla potenza suprema a quelli che Egli favorisce. Può anche manifestare questi doni in negativo, per esempio come giudizio. Le processioni sono state fin dall’antichità una grossa parte sia della vita politica sia di quella religiosa. Roma, per esempio, aveva entrate trionfali per conquistatori vittoriosi; erigeva archi per commemorare l’evento, e conferiva onori divini al conquistatore. La Domenica delle Palme commemora una grande processione, l’entrata trionfale di Cristo in Gerusalemme. La processione di Cristo alla croce fu un esempio di una processione di giudizio romana, una comunicazione di potenza in senso negativo, giudiziale. Per secoli, in molte parti del mondo, un’esecuzione era preceduta da una processione fino al patibolo o alla forca. In una processione, il potere supremo poteva onorare o degradare una persona, comunque dimostrando la sua vittoria e la sua autorità in uno spettacolo pubblico. Il trasporto dell’arca dell’Eterno nell’Antico Testamento era una processione. In culture pagane, le processioni richiedevano spesso il trasporto di prodotti della terra per manifestare la fertilità con la quale il dio aveva benedetto gli uomini, e alcune processioni erano modi per celebrare il movimento di corpi celesti. Una forma di processione purificatoria che ancora attira interesse è camminare attraverso il fuoco; il rappresentante del potere rende pubblica testimonianza al devoto accompagnandolo in sicurezza attraverso il fuoco. Le processioni originarono sia nell’Antico Testamento che nell’antichità pagana; erano parte di ogni cultura.

La processione divenne dunque parte della vita della chiesa. Divennero comuni tre tipi di processione. Primo, alcune processioni erano di persone o dignitari e dei loro funzionari, e di nessun altro. Secondo, altre processioni erano di immagini e di icone trasportate dai processionanti. Terzo, altre processioni ancora erano dell’“altissimo”: ostensioni della cialda dell’eucarestia. Un quarto tipo di processione era quella straordinaria, per scopi speciali, come in tempo di carestia, pestilenza, guerra, disastro, ringraziamento, e, a volte, per portare reliquie. Tale processione cercava il favore di Dio mediante gli onori a Lui resi, o lo ringraziava per grazia ricevuta.

Allo stesso tempo, le processioni statali, ora chiamate parate, continuarono. Nell’era cristiana queste assunsero nel medio evo la sembianza di una forma biblica. Il re o imperatore entrava in una città impugnando il crocifisso, con la folla che lo acclamava: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Mt 21:9) [1]. Molto più tardi, il conduttore Quacchero James Nayler, non solo imitò Cristo nelle sembianze ma fece il suo ingresso a Bristol simulando l’entrata trionfale di Gesù [2].

La processione è quindi l’espressione di un popolo con la quale è resa visibile la loro credenza in una potenza superiore. Normalmente è una occasione gioiosa perché è l’espressione visibile del favore goduto nell’alleanza col potere supremo. Durante molta parte della storia lo  stato ha affermato di essere la manifestazione di quel potere, e perciò tutte le altre processioni erano proibite. Ci poteva essere solamente un potere pubblico. Nella famiglia, e davanti al tabernacolo famigliare, il padre era quel potere privato, ma ci poteva essere solamente una pubblica processione.

Nell’era medievale ci furono all’inizio due tipi di processione, quella regale, ovvero civile, e poi quella ecclesiastica. Più tardi se ne sviluppò una terza forma, la processione accademica. L’università cominciò a considerarsi come la voce di Dio e della Ragione che parlava sia alla chiesa che allo stato. Nacquero le processioni togate e nacque anche la dottrina della libertà accademica. Questa dottrina asserisce l’indipendenza della comunità accademica da ogni responsabilità verso la chiesa, lo stato o la comunità. Concepisce l’autorità ultima come basata sulla élite intellettuale dell’università e sia nelle sue processioni sia nella sua dottrina della propria immunità da conseguenze tanto da Dio che dagli uomini manifesta la tesi implicita nella processione: l’università è il vertice del potere e dell’autorità, o almeno dovrebbe esserlo.

Il responso pubblico alle processioni è indicativo della pubblica fede. Nell’era moderna, le processioni ecclesiastiche sono sempre meno rilevanti nella maggior parte del mondo e in qualche caso motivo di curiosità. Il potere viene localizzato altrove. Ad ogni modo l’era moderna ha visto pompa e circostanze attaccate a processioni regie, rassegne militari e parate politiche perché l’umanesimo ha visto lo stato come la fonte del potere. Le  parate moderne hanno rimpiazzato le processioni della chiesa. Naturalmente ora la vecchia eccitazione per le parate sta scemando perché lo stato, mentre è più potente che mai è sempre di più un falso dio.

Fino ad ora abbiamo discusso le processioni formali. Bisognerebbe ricordare che la processione non è limitata ad una marcia formale o parata. Gli atleti dell’antica Grecia indossavano una corona di alloro per indicare che potenza era proceduta a loro. L’atleta era un eroe, una manifestazione di potenza. L’atleta moderno ha un ruolo simile. Il contadino e l’uomo d’affari possono essere oggetto di risentimento se guadagnano troppo, molto raramente succede all’atleta o all’attore di successo.

Ai nostri tempi personalità politiche e sociali carismatiche sono esempi ancora migliori. Tali persone ostentano la manifestazione del favore e del potere adorati da milioni di persone.

A questo punto è necessario discutere la direzione della processione. Nella Bibbia, la processione è da Dio all’uomo. Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio fino alla terra, all’uomo. La processione avviene interamente per grazia di Dio ed è separata dalla volontà dell’uomo. Ci viene detto dei redenti che sono fatti figli di Dio in potenza, che “sono nati non da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio” (Gv. 1:13). Davanti a Dio le nazioni sono un nulla (Is 40:15-17); Egli ne innalza una e ne abbassa un’altra al suo volere. La dottrina biblica della processione é da Dio all’uomo.

Tutte le altre dottrine della processione vedono in parte o totalmente la direzione essere dall’uomo a Dio, o quantomeno dall’uomo verso l’alto. La Torre di Babele fu una dottrina della processione incorporata nella pietra, un edificio-scala che esaltava l’uomo fino alla divinità. L’entelechia dell’essere è considerata manifestarsi in un salto dell’essere, uno slancio verso l’alto che dischiude i poteri latenti dell’uomo.

La processione ha relazione coi sacramenti in quanto è un segno visibile di una realtà di fatto dell’esistenza. Se la visione dell’esistenza è umanista, la processione manifesterà la forza e la potenza dell’uomo. Se Dio solo è il Signore, la processione celebrerà il suo Essere, la sua grazia, la sua giustizia.

Nei nostri tempi la processione cristiana si sta defilando. Nessuna enfasi sulle parate rituali può alterare quel fatto. Sopra ogni altra cosa, la processione è personale: lo Spirito Santo è mandato dal Padre e dal Figlio al fedele popolo del patto. Ristabilire la processione cristiana significa, primo, che il Signore Dio è ancora benevolo e misericordioso verso il suo popolo errante e perdona i loro peccati. Secondo, l’uomo nell’alleanza, in fedeltà obbedisce al mandato della processione. La processione non comunica un’esperienza vuota. Dà ordini di marcia per la conquista di tutte le cose nel nome e nella potenza di  Cristo. Nostro Signore ha comandato alla chiesa di muoversi solo nei termini della potenza della processione: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni, e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).

Nel nostro tempo la processione dello stato è notevolmente al centro di tutte le cose, ma è sempre più una manifestazione di bancarotta. Lo stato ora manca  del potere dell’autorità morale è l’ha sostituita con la forza bruta. E’ questa forza bruta che viene impiegata nel tentativo di controllare le chiese e le scuole cristiane. Ad ogni modo, mentre la coercizione aumenta, l’attrazione pubblica verso le parate dello stato diminuisce. Una potenza moralmente in bancarotta ha molto poco da esibire in parata fatta eccezione per i suoi cannoni.

Le filosofie della fede moderna sono parecchio in evidenza: teologia del processo, evoluzione, la grande catena dell’essere ed altre. Tutte sono nella stessa condizione: in bancarotta.

Note:

1 Vedi Ernst H. Kantorowicz: Laudes Regiae, A Study in Liturgical Acclamations and Medieval Ruler worship. Berkeley, CA: University of California Press, 1946.

2 Mabel Richmond Brailsford: A Quaker from Cromwell’s Army: James Nayler, p. 44, 117-123. London, England: The Swarthmore Press, 1927.


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