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Alcuni Esempi di Sincretismo

Come esempi per illustrare questo punto voglio prendere in considerazione tre aree di vita nelle quali l’umanesimo incide in modo significativo nella comprensione evangelicale della fede cristiana. Di fatto, si potrebbe dire che la maggior parte degli evangelicali in Italia oggi segua la religione dell’umanesimo secolare attraverso la maggior parte della loro vita. Il cristianesimo è per loro meramente un aspetto venerativo settario: è il loro hobby religioso personale. Nei termini della loro comprensione della vita fuori dai muri della chiesa e da questioni che sono particolarmente correlate col ministero della chiesa — vale a dire questioni “spirituali” — l’umanesimo secolare è la religione che domina la loro vita. I termini per i quali vivono, si muovono e sono, sono quelli della religione dell’umanesimo secolare.

(1) Evoluzione e Scienza

La prima area che voglio discutere è quella della scienza e in particolare l’evoluzione. So che il mondo evangelicale è diviso sulla questione dell’evoluzione, che malgrado molti evangelicali siano evoluzionisti, molti altri non lo sono, e che c’è stato uno sforzo congiunto di molti evangelicali per combattere gli effetti della teoria evoluzionista. Però, ci sono due punti che è necessario fare a questo riguardo e ciò che ho da dire va oltre la specifica teoria dell’evoluzione.

Primo, non è vero che tutti gli evangelicali, nemmeno tutti gli evangelicali conservatori rigettino la teoria dell’evoluzione. Molti evangelicali trovano inaccettabile la mancanza di rispettabilità intellettuale che il rigetto dell’evoluzione porta con sé al cospetto degli umanisti secolari. Credono di poter essere fedeli alle Scritture ed allo stesso tempo accettare le scoperte della “scienza,” o meglio ciò che gli umanisti secolari dichiarano essere le scoperte della scienza (l’evoluzione infatti non è una teoria scientifica; è una religione definita e difesa da fede e non da fatti, malgrado sia generalmente accettato che sia una teoria scientifica da non-credenti e da molti evangelicali). Di conseguenza l’ “evoluzione teista”, una nuova religione ibrida, è oggi molto comune tra gli evangelicali.

Secondo, comunque, c’è più di quanto possa sembrare inizialmente perché i presupposti che stanno alla base di questo compromesso con l’umanesimo secolare sono molto spesso accettati anche da quei cristiani che rigettano la teoria specifica dell’evoluzione. I creazionisti stessi spesso accettano gli assunti epistemologici e li presupposti su cui si basa la teoria dell’evoluzione, e questo significa, sfortunatamente, che stanno combattendo gli evoluzionisti con le loro regole d’ingaggio. Il concetto umanista secolare di ciò che costituisce la “scienza” definisce i termini d’ingaggio e le regole del dibattito che i creazionisti inconsapevolmente seguono. Ma questa è una battaglia che i creazionisti non vinceranno mai permanendo questa situazione. Cosa voglio dire?

L’assunto che puntella molta letteratura evoluzionista e il dibattito che ne consegue è la neutralità del metodo scientifico come concepito e articolato dall’establishment scientifico umanista secolare. In altre parole, l’assunto che dovrebbe avvalorare l’argomento creazionista è lo stesso che avvalora quello evoluzionista, e cioè: la neutralità dei fatti, l’dea che i fatti parlino per sé stessi e che quando tutti i fatti sono disponibili, l’uomo ragionevole accetterà le evidenze presentate dai fatti. Tutto quello che dobbiamo fare per provare il caso contro l’evoluzione è ammassare sufficienti evidenze a favore della posizione creazionista e la gente dovrà accettarla come la verità. Perché? Perché la “scienza” — cioè la conoscenza raccolta mediante il procedimento scientifico — spiega ogni cosa correttamente. In altre parole, la ragione umana autonoma, divorziata dal presupposto che tutto nel cosmo trova il proprio significato nei termini dell’atto creativo del Dio delle Scritture cristiane è in grado di spiegare l’intera esistenza. Non sto qui parlando delle credenze dei creazionisti riguardo alla creazione ma della loro accettazione del concetto umanista secolare della neutralità del metodo scientifico. Nell’accettarlo i creazionisti stanno cercando di sconfiggere gli umanisti secolari al loro gioco: la scienza autonoma (cioè religiosamente neutra).

Ma ciò è ingenuo. La scienza non spiega tutto. Di fatto, non spiega niente indipendentemente da una serie di presupposti religiosi che danno contesto e significato alla comprensione dei fatti da parte dello scienziato. Il dibattito tra evoluzione e creazione non è un dibattito tra fatti e fede; è un dibattito tra due fedi contraddittorie sul come i fatti debbano essere interpretati. Abraham Kuyper affermò quest’importante verità nel modo seguente: “Non sono fede e scienza ad essere opposte l’una all’altra, ma due sistemi scientifici, o, se preferite, due elaborazioni scientifiche aventi ciascuna la propria fede. Non si può dire che ci sia in questo la scienza che si oppone alla teologia, poiché abbiamo a che fare con due forme assolute di scienza, le quali entrambe reclamano l’intero dominio della conoscenza umana, e le quali hanno entrambe un proprio pensiero circa l’Essere Supremo come punto di partenza per la loro visione del mondo” [1]. Ma questo non è ovvio dal dibattito evoluzione/creazione. Infatti, ci sono ora i “creazionisti scientifici” che non dichiarano affatto di basare il loro approccio alla questione sulla testimonianza delle Scritture, ma dichiarano esplicitamente di trattare la questione in merito alla tesi “scientifica” per sé. Questo è futile perché in realtà ciò che questo approccio implica non è un tentativo di definire il dibattito nei termini di solidi fatti scientifici ma piuttosto una resa ai presupposti religiosi dell’umanesimo secolare.

I fatti non parlano per sé stessi. Sono sempre interpretati, descritti da esseri umani con teorie circa la natura e il significato della vita che sono necessariamente religiose, e questo vale tanto per l’umanista secolare che per il cristiano. E per quanto riguarda la nostra testimonianza al non credente riguardo alla creazione, le Scritture non ci dicono che sappiamo che il mondo è stato creato da Dio perché le evidenze dimostrano che è così. Non ci dicono che il metodo “scientifico” com’è concepito degli umanisti secolari prova la creazione ex nihilo da parte del Dio della Bibbia. Ci dicono anzi che per fede sappiamo che i mondi furono creati (Eb. 11:3). In altre parole, la fede è il fondamento della vera conoscenza e pertanto, malgrado quanta evidenza poniamo davanti al non credente, egli non accetterà la posizione creazionista. Troverà sempre una ragione per rigettarla. La sua fede (cioè la sua negazione dell’esistenza del Dio della Bibbia e la sua dedizione ad interpretare ogni cosa nei termini di questo diniego) fa’ sì che non possa accettare i “fatti” che il creazionista gli mette davanti —cioè l’interpretazione dei fatti del creazionista — senza prima convertirsi alla fede cristiana. Finché rimane nel suo peccato interpreterà i fatti sempre in un modo differente. Questo è il modo in cui il peccato originale condiziona il modo in cui egli ragiona riguardo al mondo.

Molto dell’approccio creazionista assume la validità dei presupposti umanisti secolari riguardo a ciò che costituisce un appropriato metodo scientifico, e cioè che si possa accertare la verità esaminando i fatti nei termini di principi razionali neutrali (vale a dire, autonomi) senza riferimento al Dio che ha creato il cosmo e la cui definitiva interpretazione dei fatti è assolutamente essenziale per una sua corretta comprensione. Eppure l’umanesimo secolare è una religione. Ciò significa che noi manchiamo di comprendere l’importanza della nostra fede per l’operato scientifico. Il concetto umanista secolare del metodo scientifico assume che i fatti, interpretati senza riferimento a Dio, cioè la conoscenza come concepita dal ragionamento umano autonomo, dovrebbe essere il fondamento della fede, ad esempio il credere nella creazione ex nihilo da parte del Dio della Bibbia. La Bibbia pone la cosa esattamente al rovescio. Ci dice che la fede è il fondamento della conoscenza (Eb. 11:3): “Il timore del Signore è il principio della sapienza” (Pr. 1:7). La teoria umanista secolare della scienza è la vera essenza del peccato originale: l’idea che l’uomo determinerà da se stesso ciò che costituisce il vero senza far riferimento a Dio e alla sua parola. È pazzia per i cristiani seguire questo metodo.

Il mio proposito qui non è criticare la dottrina biblica della creazione. Ma sono critico del metodo epistemologico che i creazionisti spesso usano perché nel principio questo metodo arrende l’argomento intero agli umanisti secolari prima ancora che sia stato discusso qualsiasi “fatto”. Questa è una questione del come sappiamo ciò che sappiamo, la teoria della conoscenza, e fintanto che i cristiani saranno fuorviati riguardo a quale sia la corretta, la cristiana teoria della conoscenza, rimarranno sempre succubi nel dibattito su evoluzione/ creazione, e in quel dibattito mancheranno, senza dubbio involontariamente, di dare tutta la gloria a Dio.

Ma il problema non si esaurisce col dibattito evoluzione/creazione. Finché questa incorretta teoria della conoscenza umanista secolare sarà accettata dai cristiani, come generalmente è, continuerà ad influenzare tutte le altre aree di conoscenza, aree che sono meno ovviamente correlate a questioni di convinzioni cristiane ma che pure non sono meno importanti per la prassi della vita cristiana. E questo mi porta al mio secondo punto in cui illustro il compromesso evangelicale con l’umanesimo secolare.

(2) Istruzione

Il compromesso evangelicale con l’istruzione umanista secolare è probabilmente il più serio di tutti. Ci sono tre ragioni per questo: primo, l’istruzione secolare opera nei termini degli stessi presupposti religiosi che fanno da fondamento alla teoria dell’evoluzione e tutto il resto della scienza umanista secolare, cioè la credenza che il mondo esista e possa essere compreso senza riferimento a Dio e al suo atto creativo come scaturigine di ogni significato. Questa presupposizione religiosa è di principio un diniego del Dio della Bibbia e un’affermazione di autonomia dell’uomo da Dio. Questa è la presupposizione che sta al cuore del peccato originale, cioè il credere che l’uomo possa determinare da se stesso ciò che costituisce il vero senza riferimento alla parola di Dio. Questa presupposizione puntella l’umanesimo secolare in tutte le aree. L’umanesimo secolare è pertanto una religione che direttamente e nel principio contraddice la fede cristiana. E l’istruzione secolare in tutte le materie d’insegnamento procede su questo presupposto religioso.

Certamente, l’umanista secolare può benissimo accettare la validità della domanda: “Dio esiste?” Può benissimo essere pronto ad investigare la possibilità che Dio esista e può perfino dire che è pronto ad accettare l’esistenza di Dio se può essere provata. Potrebbe sembrare pertanto che l’umanesimo secolare non sia per principio contrario alla fede cristiana, che sia pronto a dare al cristianesimo un ascolto imparziale. Ma non dobbiamo essere ingannati da questo argomento, il quale è basato sulla convinzione che sia possibile per l’uomo fare un ragionamento che sia religiosamente neutrale in modo da determinare ciò che è vero. Questo è un presupposto religioso circa la natura dell’uomo e la natura della realtà. È questo presupposto religioso che avvalora la teoria umanista secolare della conoscenza e la teoria della conoscenza umanista secolare sta al cuore del peccato originale, cioè il desiderio di determinare autonomamente ciò che costituisce il vero riguardo a Dio ed al suo mondo. Perciò, la stessa domanda: “Dio esiste?” — per principio nega l’esistenza del Dio cristiano. Qualsiasi Dio che sia l’oggetto di tale ricerca non può essere il Dio della Bibbia ma solo un Dio di fattura umana. Il Dio presupposto da questa domanda non è il Dio della fede cristiana perché il Dio della fede cristiana è il Dio che non è possibile che non esista. Questo può sembrare un punto sottile ma è una distinzione essenziale. L’umanesimo secolare può accettare un Dio auto-prodotto — un Dio fatto ad immagine dell’uomo — ma un qualunque tale Dio è un idolo, non il Dio delle Scritture. Fare la domanda: “Dio esiste?” è di principio negare il Dio della Bibbia fin dall’inizio perché Dio è la fonte di ogni possibilità, non il prodotto di essa. Dio sta all’origine di tutto ciò ch’è possibile. Non è possibile che il Dio della Bibbia esista; Egli esiste necessariamente. Niente altro sarebbe possibile senza il Dio della Bibbia. Questo punto è essenziale per la nostra comprensione della realtà, e perciò deve essere un presupposto assoluto della teoria della conoscenza cristiana e di ogni altra vera scienza: di tutta la conoscenza.

Ma questa è proprio l’antitesi della teoria umanista secolare della conoscenza. Le differenze tra la teoria della conoscenza cristiana e quella umanista secolare non sono questioni minori, disaccordi riguardo al significato di alcune cose, interpretazioni diverse su materie sulle quali non abbiamo sufficienti evidenze per poterne formulare un giudizio migliore. Non è meramente che siamo in disaccordo su questioni “spirituali.” La differenza tra l’umanesimo secolare e il cristianesimo è una differenza che esiste al livello più profondo e che colora il tutto della conoscenza e della vita umana. I due sistemi sono, come ha argomentato Abraham Kuyper, diametralmente opposti come princìpi: “Questi due sistemi … non sono avversari relativi, che percorrono insieme metà della strada e, proseguendo oltre, acconsentono l’uno all’altro di scegliere strade diverse, ma entrambi, con zelo, stanno disputandosi l’un l’altro l’intero dominio della vita, e non possono fare a meno di tentare in continuazione di abbattere l’intero edificio delle asserzioni per loro rispettivamente inaccettabili, inclusi tutti i presupposti sui quali queste asserzioni si basano. Se non cercassero di farlo, mostrerebbero con ciò da entrambe le parti di non credere veramente nel proprio punto di partenza, di non essere seri combattenti, e di non aver colto la fondamentale pretesa della scienza, la quale, naturalmente, esige unità di pensiero” [2]. È pertanto pazzia per i cristiani immaginare di poter assoggettare i propri figli all’educazione umanista secolare senza che questa abbia il più profondo degli influssi sulla loro comprensione della vita e sulla loro comprensione della fede cristiana.

Secondo, il sistema educativo secolare (Statale) è responsabile — cioè afferma di essere responsabile e richiede ai propri insegnanti che siano responsabili dello sviluppo intellettuale, fisico, morale e spirituale del ragazzo, e questo sviluppo avviene nei termini degli assunti umanisti secolari che il mondo esiste e può essere compreso senza riferimento a Dio o alla sua parola. In altre parole, ciò che il ragazzo riceve a scuola è una completa concezione del mondo e della vita, un completo indottrinamento nei termini di una religione che per principio nega il Dio della Bibbia. Il ragazzo non riceve meramente lezioni su soggetti specifici da un punto di vista religiosamente neutrale. L’umanesimo secolare afferma di essere neutrale quanto a religione, ma tale neutralità è impossibile. L’educazione che il ragazzo riceve a scuola si esplica nei termini della religione dell’umanesimo secolare, una religione che per principio e nella pratica nega il Dio della Bibbia. Questa è un’educazione nei termini di una completa visione del mondo. E la socializzazione di ragazzi cristiani nella società umanista secolare della scuola rende molto difficile ai genitori cristiani frantumare lo stampo intellettuale e spirituale nel quale i ragazzi cristiani sono fucinati dal sistema scolastico secolare. La scuola fornisce l’intero ethos per la loro comprensione della vita. Lo Stato reclama questi ragazzi e nella scuola li plasma nella sua immagine, un’immagine che nega che l’uomo sia stato creato ad immagine di Dio.

Ciò non significa che gl’insegnanti nelle scuole statali neghino chiaro e tondo l’esistenza del Dio cristiano o che contraddicano costantemente in modo diretto la verità della fede cristiana. Questo non funzionerebbe altrettanto bene in ogni caso. Il punto non è che gl’insegnanti vogliano deliberatamente negare la fede cristiana (benché naturalmente molti effettivamente lo facciano). Il problema esiste ad un livello più fondamentale di questo, il livello degli assunti e dei presupposti riguardo alla natura e al significato della realtà stessa, e poiché questi assunti sono subliminali, non hanno bisogno di essere articolati in modo esplicito per essere efficaci nel formare il modo di pensare. Di fatto, una visione del mondo opera più efficacemente subliminalmente, al livello dei presupposti. La maggior parte degli insegnanti probabilmente non penserebbe di articolare i loro assunti religiosi mentre insegnano per esempio matematica, musica, lingua, o scienze. Ma mentre stanno insegnando queste materie la loro comprensione di esse sarà comunque guidato dai loro assunti religiosi (ad es. assunti umanisti secolari), i quali il più delle volte operano sotto il livello del pensiero critico. Questo è così efficace proprio perché questa negazione di Dio, quanto meno il più delle volte, esiste a questo livello subliminale, pre-critico. Se ad un credente si nega la fede in modo diretto egli non prenderà in considerazione l’argomento usato per negare l’esistenza di Dio o vi troverà dei difetti. Ma se si riesce a far sì che il credente accetti inconsapevolmente una serie di assunti o di presupposti che implicitamente negano la fede e ad insegnargli a pensare nella maggior parte delle aree della vita nei termini di questi assunti, il risultato sarà che nel suo pensare, vita e azioni negherà senza rendersene conto il Dio della fede cristiana in tutte quelle aree nelle quali egli non è consapevole del conflitto. E data la comprensione ristretta del vangelo tra gli evangelicali le aree dove questi assunti opereranno saranno di vasta portata. Costui sarà un umanista secolare praticante malgrado la sua professione di fede in Cristo come salvatore della sua anima. Di fatto, potrebbe benissimo essere un convinto e coerente umanista secolare nella maggior parte della sua vita fatta eccezione per quelle aree che considera “spirituali.” Questo confermerà solamente la sua comprensione della fede come confinata ad una sfera limitata definita non dalla parola di Dio ma dalla filosofia, dalla visione del mondo dell’umanesimo secolare che sarà la religione nei termini della quale vivrà la propria vita il più delle volte.

Ed è esattamente ciò ch’è accaduto. Questo è il motivo per cui gli evangelicali sono usualmente dualisti nella loro fede. Dividono la realtà nello “spirituale” e “secolare.” Dio è rilevante nella prima ma non nella seconda. E le Scritture vengono lette nei termini di questo assunto, di questa falsa dicotomia. Perciò perfino gl’insegnanti di scuola cristiani spesso non sono immuni da assunti umanisti secolari riguardo alla vita e nel loro insegnamento sposano involontariamente la visione del mondo umanista secolare.

Questa situazione è insidiosa. Non si possono sottoporre i propri figli ad una tale educazione ed allo stesso tempo proteggerli dall’influenza di questi presupposti umanisti secolari. La loro visione della vita sarà influenzata dalla religione dell’umanesimo secolare che assorbono a scuola. Se diventano cristiani si atterranno comunque ad una forma di religione ibrida, una forma di cristianesimo fortemente compromessa con l’umanesimo secolare. Uno potrebbe mandare i propri figli ad una scuola Cattolica o perfino ad una scuola privata dove ci fosse una nominale dedicazione alla fede cristiana, ma perfino queste molto probabilmente opereranno nei termini di una comprensione dualista della fede e pertanto, nei termini della visione del mondo che adottano, e della loro comprensione della vita, generalmente la loro educazione sarà umanista secolare.

Il sistema educativo in Italia, sia nel settore pubblico sia in quello privato è in massima parte collegato con la religione dell’umanesimo secolare.

Terzo, il compromesso con l’umanesimo secolare da parte dei cristiani nell’educazione dei loro figli ha effetti di lungo termine che

indeboliscono seriamente l’influenza della fede cristiana sulla società. Se i cristiani rimangono legati al sistema educativo secolare lasciano un’eredità di sincretismo alle future generazioni. Poiché i ragazzi cristiani assorbono a scuola per via subliminale la visione del mondo umanista secolare, rinforzata dai mezzi mediatici (televisione, ecc.) e attraverso la socializzazione coi loro coetanei umanisti secolari, il loro sistema immunitario, per così dire, è seriamente danneggiato. Al di fuori delle questioni specificamente “spirituali” che possono essere discusse a casa o in chiesa non sono in grado di distinguere tra cristianesimo e umanesimo secolare. Non possono discernere cosa significhi essere cristiano e come questo differisca dall’essere un umanista secolare nella maggior parte delle cose più di quanto l’antico Israelita fosse in grado di distinguere tra il culto di Yahweh e il culto di Baal perché la visione del mondo che hanno assorbito (cioè l’umanesimo secolare) modella la loro comprensione della fede cristiana nei termini dei suoi presupposti basilari sulla natura e il significato della vita. Sono incapaci di fare le necessarie distinzioni. Sono tenuti in cattività da una forma ibrida di religione. Se mai si renderanno conto che c’è un problema, troveranno che dipanare la matassa sarà duro lavoro: liberarsi cioè della loro visione del mondo umanista secolare. Ma è assai probabile che non diventeranno mai consapevoli del problema. Questo spiega perché il culto di Baal sia durato così tanto nell’antico Israele. Divenne connaturato al modo di pensare della nazione a livello popolare. Le riforme in Israele tra i sacerdoti ed i re toccarono a malapena il come le persone vivevano a livello locale.

È la stessa cosa con gli evangelicali oggi. I loro figli non progrediscono oltre i loro genitori. Ma la cultura umanista secolare non si ferma. Avanza, spinge avanti rovesciando inesorabilmente il residuo delle virtù cristiane nella società, restringendo ulteriormente la comprensione del cristiano della portata della fede cristiana. Poiché il cristiano ne accetta i presupposti basilari egli manca di resistere alle incursioni che l’umanesimo secolare fa sul modo in cui pensa e la vita che vive. Di conseguenza l’influenza della religione cristiana declina sempre più e la ri-paganizzazione della nostra società continua senza restrizioni. La relazione tra la crescita dell’umanesimo secolare e il declino del cristianesimo nella nostra società è inversamente proporzionale, e questo si può vedere non solo nel “mondo” ma anche nella chiesa.

A motivo della sua ascendenza questa visione del mondo umanista secolare però domina molto di più che solamente l’establishment scientifico e il sistema educativo. E questo mi porta al punto finale che voglio illustrare.

(3) Totalitarismo o Statalismo

Il moderno affidamento sull’educazione statale è solo un esempio di un problema più esteso, cioè la dipendenza della società da uno Stato in continua crescita. Questo si manifesta in molti modi ma forse le due vacche sacre più ovvie di questa religione sono il sistema educativo e quello sanitario.

Oggi viviamo in una società nella quale lo Stato sta crescendo di misura in modo esponenziale. È giunto a dominare la nostra società. È così nella maggior parte delle aree di vita. Per esempio, lo stato moderno spende regolarmente il 50% del PIL (Prodotto Interno Lordo) [3]. Non solo in politica ma in educazione, salute, economia, la famiglia (ad es. il welfare statale), intrattenimento, arte e media (permessi e sussidi), perfino nel divertimento ed il mondo dello sport (ad es. concessioni SIAE, la regolamentazione della caccia o della raccolta funghi) lo stato esercita un’influenza dominante mediante il controllo diretto e la regolamentazione e anche mediante l’influenza indiretta che esercita sulla società, per esempio attraverso il potere di spesa che può mettere in campo e la sua capacità di limitare attività che considera indesiderabili mediante la tassazione e la (non) concessione di autorizzazioni. Virtualmente oggi lo stato controlla tutto. Infatti per principio reclama il completo controllo sia che scelga sempre di esercitarlo oppure no. Non c’è area di vita ove lo stato non sia percepito essere competente di agire e regolare la vita dell’individuo e della società. Questo Stato gonfio ed eccessivo non è un’influenza benigna nella società. Lo stato ha raggiunto questa posizione dominante nella società restringendo le libertà e le responsabilità individuali e rovesciando molto della tradizionale comprensione di come il diritto comune dovesse governare la società — cioè mediante il diritto consuetudinario [4]. Quest’abolizione di libertà e responsabilità è moralmente deleterio. Togliendo alla gente la libertà e sollevandola della responsabilità individuale, famigliare e sociale, lo Stato anche rende obsoleta la virtù. Lo stato è oggi diventato così grande e la sua influenza così pervasiva che non ci sono virtualmente aree di vita dove la sua influenza non sia in qualche misura determinante per il modo in cui viviamo. Ma nel toglierci la nostra libertà ci solleva anche dai nostri doveri, e questo ci lascia con un’etica sociale che manca di qualsiasi reale virtù. Dopo tutto, se non sono più responsabile d’aiutare il mio prossimo perché lo Stato lo fa per me non ho più l’opportunità di praticare le virtù cristiane, e questo significa che non ho più l’opportunità di praticare la fede cristiana nella sua pienezza. Per esempio, se sono tassato dallo Stato in modo così pesante per sostenere il suo programma umanista secolare di welfare, al punto che a malapena mi rimane denaro sufficiente per prendermi cura della mia famiglia senza diventare dipendente dallo Stato, io mancherò dei mezzi necessari per aiutare i meno fortunati di me, anche se desidero farlo. Nel creare il sistema moderno umanista secolare di sicurezza sociale lo Stato ha spogliato la gente non solo della loro libertà e prosperità ma anche delle loro virtù.

Questo ha una portata molto pratica sulla vita cristiana e sulla vita della nostra società. Il tipo di società prodotto da un’etica di libertà individuale congiunta con un forte senso di responsabilità individuale, famigliare e sociale, qual’è l’etica sociale della fede cristiana, è molto diverso da quello prodotto dall’etica del socialismo con la sua insistenza sul diritto di tutti all’eguaglianza basato su anonimi programmi statali di sicurezza sociale. Ciò può essere raggiunto solamente col rovesciamento dell’Ottavo Comandamento: “Tu non ruberai” da parte dello Stato, il quale si assume il diritto di fare il Robin Hood, un ruolo che la Bibbia non ha mai dato allo Stato. La deleteria influenza dello stato si può vedere anche nei servizi della chiesa. Per esempio, in una città dove c’era un piccolo ma crescente problema di senza tetto, i conduttori di una chiesa evangelica di centro città furono contattati circa la possibilità di provvedere qualche tipo di ministero cristiano basato sull’etica del lavoro cristiana (2 Te. 3:10). La loro risposta fu che c’era già un altro programma operato da un’altra chiesa che provvedeva pasti economici (in ogni caso non ciò ch’era stato proposto). Quando fu chiesto se fosse un programma cristiano (cioè fatto secondo principi cristiani) la risposta fu che non era possibile essere apertamente evangelistici (che ancora una volta non era l’oggetto della domanda, benché tali ministeri debbano essere apertamente cristiani sia nel carattere sia nei termini dei loro principi operativi) perché l’assessorato locale fornisce la maggior parte dei finanziamenti. In altre parole il ministero della chiesa doveva conformarsi alle restrizioni imposte dall’assessorato locale che proibiva la proclamazione del vangelo.

Ciò è assurdo. Perfino i ministeri della chiesa adesso sono finanziati dallo stato. In quanto istituzione che finanzia questi ministeri lo Stato esige che si astengano dall’essere apertamente cristiani o evangelistici. E i cristiani sembrano credere che stanno adempiendo le loro responsabilità come individui e come chiesa sostenendo questa sorta di programmi finanziati dallo Stato. Questo cosa dice della chiesa di oggi? Dice che siamo compromessi per il nostro sincretismo con la religione prevalente della nostra epoca: l’umanesimo secolare, e per la nostra infatuazione col suo idolo principale: lo Stato moderno.

Oggi le persone nella nostra società, cristiani inclusi, in massima parte guardano allo stato per la maggior parte di quelle cose che in una società cristiana dovrebbero essere cercate presso Dio, incluse sicurezza, salute, prosperità, pace, ecc. In Italia i politici ora ci stanno dicendo che è compito dello stato far felici le persone. Queste cose, ci dice la Bibbia, sono la benedizione di Dio su un popolo obbediente. Ma come nazione noi non guardiamo più a Dio per queste cose; guardiamo invece allo Stato onnipotente, e vediamo lo stato moderno come se ci benedicesse con la sua munificenza in queste cose. Nella nostra nazione lo Stato è visto come essere lì per fornire alla società tutte quelle benedizioni che dovremmo cercare presso Dio. Se questa non è idolatria è difficile dire cosa sia. Abbiamo trasformato lo Stato in una religione, in un idolo, e questo è particolarmente un problema per i cristiani tra i quali il socialismo è molto forte sia come ideologia che come modo di vivere.

È vero, naturalmente, che lo Stato (ovvero il governo civile) possiede una legittima sfera operativa. Sono lungi dal propugnare qualsiasi tipo di anarchia sociale. Lo Stato è un’istituzione ordinata da Dio. Ma non è stata ordinata da Dio per obliterare ed usurpare le funzioni di tutte le altre istituzioni ordinate da Dio, né di toglierci la libertà; piuttosto, dovrebbe esistere per preservare la nostra libertà sotto Dio e proteggere queste altre istituzioni da Lui ordinate, ad es. la famiglia e la chiesa, in modo che possano servire Dio obbedientemente secondo la sua volontà. Ma questo non è ciò che lo Stato moderno fa. Anziché fare questo ha invece virtualmente obliterato o usurpato le legittime funzioni di queste altre istituzioni ordinate da Dio col suo eccessivo controllo della società e dell’individuo. Come risultato, la sua funzione propria, quella di mantenere legge ed ordine secondo una comprensione cristiana della giustizia è stata severamente compromessa. Sempre più lo stato moderno non eroga giustizia, non è più un terrore per colui che fa il male (Ro. 13: 3-4), ma spesso indulge e appoggia azioni malvagie (l’aborto è l’esempio più osceno e crudele, ma ce ne sono molti altri, incluso il trattamento indulgente di criminali e la persecuzione di persone innocenti che cadono nelle maglie della corruzione del governo e dell’ideologia che s’incarna nelle eccessive moderne regolamentazioni, e questo problema esiste a quasi tutti i livelli della società, dal diniego di libertà di parola all’abolizione della possibilità di proteggersi contro un criminale aggressore). Anziché erogare giustizia lo Stato moderno vede il proprio ruolo come erogatore di educazione religiosamente neutrale, assistenza sanitaria religiosamente neutrale, assistenza sociale religiosamente neutrale. Ma la neutralità religiosa è impossibile. Ciò che riceviamo dall’educazione umanista secolare, dall’assistenza sanitaria umanista secolare e dal welfare umanista secolare dimostra sempre più di essere in contraddizione coi valori della fede cristiana. Al posto della libertà di vivere la nostra vita sotto Dio al suo servizio praticando le virtù cristiane, abbiamo lo Stato umanista secolare che tutto controlla a dirigere la nostra vita in accordo con la sua ideologia religiosa. Ma questo Stato manca cospicuamente di erogare la giustizia com’essa è intesa nella visione cristiana del mondo. In breve, lo Stato moderno secolare è diventato piuttosto un dio, un idolo a cui la gente guarda perfino per la fertilità nei nostri immorali reparti ospedalieri di ginecologia/ostetricia, proprio come qualsiasi idolo del mondo antico. E nei nostri reparti dove si procurano aborto e fertilità è dato altrettanto poco valore alla dignità della vita umana individuale quanto si faceva nei culti di fertilità del mondo antico. Il sacrificio umano è praticato in entrambi i tipi d’idolatria, antico e moderno.

Note:

1 Abraham Kuyper: Lezioni sul Calvinismo. Traduzione di Giorgio Modolo, https:// www.cristoregna.it/wp-content/uploads/2014/05/Lezioni-sul-Calvinismo.pdf p. 96

2. Ibid.

3 Queste cifre fluttuano di anno in anno, il rapporto spesa/PIL dello stato italiano oggi [2017] è del 50,6%

4 La dottrina cristiana del diritto consuetudinario (giusnaturalismo) esige che tutte le leggi fatte dall’uomo si conformino alla più alta legge di Dio. Questa era la comprensione della common law inglese. La quale dichiarava che: “Ogni legge è, o di diritto deve essere secondo la legge di Dio” (citato in A. K. R. Kiralfy: Potter’s Historical Introduction to English Law [London: Sweet and Maxwell Ltd, Fourth edition, 1958] p. 9. Il Giusnaturalismo italiano è meno chiaro, comincia con S. Paolo e passa da S. Agostino, Clemente Alessandrino, Gregorio Magno, Isidoro di Siviglia per menzionarne solo alcuni, mescolandosi sempre più con una ‘legge naturale’ che diventa sempre più umanistica. Sarà Norberto Bobbio a dire che la parola “naturale” è la più ambigua di tutta la filosofia. Uscire da questa ambiguità è l’obbiettivo della “teonomia.” Il magistrato civile ha il compito di “scoprire” le leggi, non di “crearle”.


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