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Il concetto sincretista del mondo

Può sembrarci sorprendente che il popolo d’Israele abbia mancato di riconoscere la propria idolatria, che possano essere caduti in uno stato in cui genuinamente credevano di adorare Dio praticando i culti canaaniti sugli alti luoghi, e che re buoni, che cercarono di fare ciò ch’è buono agli occhi di Yahweh, siano stati incapaci di fare alcunché riguardo a questo, forse persino essi stessi mancarono di riconoscere pienamente il problema. A noi sembra così ovvio che tale idolatria fosse contraria al vero culto di Dio. Ma benché possa sembrare ovvio a noi, non fu così per la maggior parte del popolo d’Israele a quel tempo. E noi dobbiamo fermarci e pensare prima di puntare il dito, e chiederci se noi siamo, a modo nostro, ai nostri giorni, colpevoli di compromessi altrettanto seri; anzi se, con la maggiore rivelazione che noi possediamo, i nostri compromessi non siano infatti peccati più gravi. Il fatto è che riconosciamo gl’idoli e i peccati delle epoche passate e di altre culture più prontamente di quanto facciamo con quelli della nostra epoca e cultura. Questo è il motivo per cui il sincretismo è così pericoloso. Non riusciamo a riconoscerlo per quello che è. E non lo facciamo perché siamo così inconsapevolmente dedicati alla visione del mondo [1] che caratterizza la nostra società e che produce tale religione idolatrica. Questo è altrettanto vero per noi quanto lo fu per gli antichi Israeliti. Ma è facile compiacerci con noi stessi che attacchiamo e teniamo in abominio gl’idoli delle epoche passate e di altre culture, specialmente se manchiamo di riconoscere e sfidare gl’idoli del nostro tempo e cultura. Attaccare gl’idoli del passato non c’aiuterà adesso nella nostra vita cristiana. Dobbiamo trattare con quei compromessi che influenzano la nostra cultura, la nostra società, e certamente la nostra vita.

E questo è il punto del nostro studio di questo periodo della storia d’Israele. Le Scritture ci sono date affinché impariamo da esse. Non pensiate che un sincretismo serio proprio quanto quello evidenziato dalla storia dei re d’Israele sia impossibile per la chiesa oggi. Non lo è. Il sincretismo con la falsa religione è oggi un problema altrettanto grande per i cristiani in occidente di quanto lo fu per gl’Israeliti nei tempi del Vecchio Testamento. Per esempio, il cattolicesimo romano è una religione sincretista, una fusione di credi cristiani e pagani. Quelli che vi aderiscono credono genuinamente che stanno adorando e servendo Dio fedelmente seguendo quella religione, per es. pregando a Maria e ai santi, ecc. Hanno preso per buona la visione del mondo che avvalora queste pratiche, usualmente piuttosto inconsapevolmente, come risultato del loro averlo assorbito fin dalla prima fanciullezza. E quindi, ogniqualvolta si scontrano con argomenti contro queste pratiche, sono capaci di spiegare e giustificare a se stessi le loro credenze e le loro azioni nei termini della loro visione del mondo. Possono giustificare le loro credenze e le loro pratiche perché, lo sappiano oppure no, la loro visione del mondo è più importante, più fondamentale, più vitale per la loro vita, che qualsiasi argomento contro la fede cattolico-romana o qual che sia delle sue dottrine specifiche; il concetto del mondo forma un complesso di assunti o presupposti che stanno alla base di ogni pensiero teoretico e non teoretico, e che pertanto convalida la loro intera comprensione del significato della vita e provvede la base di tutto l’argomento. Naturalmente, possono essere piuttosto inconsapevoli del ruolo fondante svolto dalla loro visione del mondo nel modo in cui pensano la fede e la vita in generale, inconsapevoli perfino del concetto stesso di visione del mondo. Ma questo non ha importanza. La loro mancanza di cognizione significherà soltanto che la visione del mondo nei cui termini vivono sarà più efficace nel filtrare qualsiasi tipo di sfida alla loro comprensione della fede cristiana.

Ora, io non sono cattolico romano e non intendo trattare qui col cattolicesimo romano. Piuttosto, voglio trattare con la forma prevalente d’idolatria protestante. Ho menzionato la religione cattolica romana semplicemente perché è un’illustrazione di sincretismo che i protestanti verosimilmente comprendono. La maggior parte dei protestanti, quanto meno i credenti riformati ed evangelici concorderanno che la religione cattolica romana combina sia elementi di cristianesimo che di paganesimo.

Ma dobbiamo renderci conto che proprio lo stesso problema esiste oggi anche per i protestanti e per cristiani riformati ed evangelicali in occidente, perché proprio come gli antichi israeliti e i cattolici romani, molto probabilmente abbiamo assorbito fin dalla nostra infanzia una visione del mondo che è fondamentalmente, e nel principio, contraria alla fede biblica. Come risultato noi interpretiamo la fede in modo tale da plasmarla in conformità con questa visione del mondo, stravolgendola nel procedimento. Avviene lo stesso procedimento di razionalizzazione, e avviene perché in linea di massima siamo ignari del modo in cui la nostra visione del mondo influenza la nostra comprensione della fede. Meno siamo consapevoli dell’importanza che la nostra visione del mondo esercita sulla nostra comprensione della fede e della vita in generale, più saremo efficaci nel legittimare o razionalizzare la nostra idolatria: nel sincretizzare la fede con credenze a pratiche contrarie al vangelo. Conseguentemente, mancheremo di confrontare i nostri stessi idoli. E gl’idoli esistono eccome nel mondo evangelicale e riformato, e quando gli evangelicali sono messi di fronte alla loro idolatria ha luogo proprio lo stesso procedimento di razionalizzazione che avviene quando i cattolici romani sono confrontati con le loro, o persino quando gli antichi israeliti erano confrontati con la loro idolatria. Non c’è differenza nel processo d’accomodamento, nel processo di sincretizzazione; solo gl’idoli sono diversi.

Perciò, proprio nello stesso modo in cui non sembra ovvio al cattolico romano che il dogma cattolico romano sia sincretista, o che egli sia impegnato in una corruzione della vera fede e del vero culto di Dio, e proprio nello stesso modo in cui non sembrava ovvio all’antico israelita ch’egli fosse coinvolto in una corruzione del vero culto di Yahweh, così anche all’evangelicale non appare ovvio quand’egli è coinvolto in pratiche idolatriche. I moderni evangelicali in occidente sono spesso altrettanto restii a confrontare la propria idolatria di quanto lo furono gli antichi israeliti e lo sono i cattolici romani, ed io credo che il moderno evangelicalismo in occidente stia oggi bevendo a grandi sorsate al trogolo dell’idolatria sincretista.

Il moderno cristiano evangelicale si potrà pure scandalizzare all’indicazione che il suo evangelicalismo è una corruzione della fede, una religione sincretista nella quale egli pensa di servire Dio mentre nello stesso tempo è profondamente coinvolto in una vita d’idolatria. Ma questo è esattamente la mia argomentazione, e la religione pagana di cui sto parlando è l’umanesimo secolare. Ora, io sospetto che udendo questo, la maggior parte degli evangelici, anzi, la maggior parte dei cristiani, penseranno che sto esagerando e perfino che sto scandalosamente gonfiando la mia tesi. Ma io non credo sia così. I cristiani sono diventati estremamente indifferenti nei confronti dell’umanesimo secolare e lo prendono poco seriamente come farebbero con l’idea del diavolo con corna e forcone anzi, forse meno seriamente. Questo è precisamente il mio punto. L’umanesimo secolare non è considerato una religione pagana. Ma una religione è, ed è la religione che governa la maggior parte della nostra vita, e gli evangelicali sono usualmente dedicati alla maggior parte dei suoi presupposti quanto i non credenti perché comprendono la religione cristiana nei termini della definizione che ne fa l’umanesimo secolare: un sistema di credenze rilevante solo per un’area piuttosto ristretta della loro vita. Di fatto, il compromesso evangelicale con l’umanesimo secolare è a modo suo devastante quanto il compromesso cattolico romano col paganesimo e l’antico compromesso Israelita coi culti di Canaan, e questa forma di sincretismo è altrettanto sottile, forse più sottile e subliminale delle altre e pertanto molto più insidiosa. Gli evangelicali, e qui nell’uso del termine includo i riformati, sono talmente convinti che solo essi posseggono la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, talché solo essi conoscono e comprendono il vangelo. Sono così completamente convertiti alla loro setta. Ma le persone più difficili da convertire sono proprio quelle che sono perfettamente convinte di essere già convertite.

Riconosco che in alcune aree il moderno evangelicalismo ha effettivamente una buona comprensione di alcuni elementi del vangelo — non sto in nessun modo affermando che gli evangelicali non siano cristiani perché sono evangelicali e l’evangelicalismo sia una forma corrotta della fede, più di quanto affermerei che un cattolico romano non è un cristiano meramente perché è cattolico romano e il cattolicesimo romano è una forma corrotta della fede. Ma la comprensione evangelicale della fede è limitata ad un’area piuttosto ristretta della vita che verte gran parte intorno a certi aspetti della soteriologia. E questo è il problema. Il moderno evangelicalismo ha una comprensione abbastanza buona di alcuni elementi della fede cristiana. Ma c’è una debolezza nel riconoscere la necessità di cambiare vita, fatta eccezione per alcune circostanze. Virtualmente l’intero evangelicalismo gravita attorno alla vita devozionale (la ‘cameretta’) e la vita di chiesa. Quando qualcuno è convertito qui è dove il cambiamento avviene. Può continuare col resto della propria vita più o meno come faceva prima di diventare cristiano, forse a meno che vivesse vendendo pornografia o spacciando droga. L’evangelicalismo è molto dualista nella propria comprensione della fede. Uno può essere perfettamente un buon evangelicale e allo stesso tempo in molte cose un convinto sostenitore di ideali umanisti secolari, talvolta sostenere perfino alcune delle manifestazioni più brutali dell’umanesimo (ad esempio: socialismo, evoluzione, perfino aborto, eh, sì, persino l’aborto!) — senza rendersi conto che c’è una contraddizione fondamentale tra la fede cristiana e l’umanesimo secolare. Uno può essere un dedicato evangelicale praticante, ed un buon umanista secolare praticante allo stesso tempo. E il problema è raramente compreso, ancor meno trattato, nelle chiese o nella letteratura evangelicale.

Note:

1 Il termine tecnico tedesco Weltanschaung non ha un preciso equivalente in Inglese [ed in italiano], perciò userò: ‘visione del mondo.’ Poiché in italiano questa espressione è limitata dal fatto che viene prevalentemente associata alla natura fisica, forse era preferibile la frase più esplicita: concezione del mondo e della vita, cosa che ho fatto nella traduzione delle Lezioni sul Calvinismo. L’idea è anche di ‘sistema di vita’ o ‘modo di vivere’ oppure anche “cornice di pensiero” Tutte queste sono in qualche modo evocate in: ‘visione del mondo’ [N.d.T]


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