RISORSE:

Traduzione di Giorgio Modolo
Una valutazione riformata della dottrina dei Due Regni a questo link

La tirannia degli Stati Sociali sotto i quali attualmente stiamo vivendo (in tutto il mondo, ma in modo particolare nel mondo occidentale) è una diretta ricaduta dell’impronta teologica dei “due regni”. Mettendo in essere una falsa divisione tra le questioni celesti e  quelle secolari, la chiesa ha continuamente male amministrato le proprie risorse ed abdicato le proprie responsabilità sociali. Poi, quando i poveri, perfino i poveri all’interno della chiesa, diventano bisognosi, viene loro detto, o è dato per scontato, che i loro bisogni saranno presi in cura dall’ordinamento civile (che presumibilmente non è cristiano, o al massimo quasi-cristiano). Che figura ci fa la carità cristiana quando i cristiani mandano i loro dai pagani per la carità? E visto che i pagani hanno ottenuto le loro risorse col furto fin dall’inizio?

Il motivo per cui la sicurezza sociale, la sanità pubblica, il welfare, i sussidi a profusione, prodigalità varie trovano sempre una maggioranza pronta a votarli, è perché le chiese hanno continuamente mancato di venire incontro a questi bisogni quando avrebbero dovuto. E hanno mancato perché non hanno mai provato. E non hanno mai provato perché essi non credono che queste cose appartengano alle funzioni della chiesa. E non credono che questa cose appartengano alle funzioni della chiesa perché i loro teologi li hanno per secoli assicurati che l’unico dovere della chiesa è predicare l’Evangelo ed amministrare i sacramenti. La chiesa è il “Regno Celeste”, ci viene detto. Tutte le altre cose, tutte queste questioni “mondane”, appartengono al “Regno Terreno”. In questo modo abbiamo “Due Regni” e i due non saranno mai uniti fino al ritorno di Cristo. Nel frattempo abbiamo un mondo pieno, e chiese piene, di persone che hanno bisogni: bisogni finanziari, problemi di salute, difficoltà coi debiti, bisogni di vecchiaia, ecc., ecc.  Queste sono tutte cose trattate sia 1) dalla legge dell’Antico testamento, sia 2) dagli insegnamenti del Nuovo testamento (che sono generalmente fondati sulla legge dell’Antico). Ma la mentalità dei “Due Regni” ci dice che 1) la legge dell’Antico testamento non è più in vigore, eccetto forse i Dieci comandamenti in un vago senso morale (ciò che fai nella tua vita privata!), e 2) tutte le questioni civili e sociali si sistemeranno in accordo con la volontà di Dio nel reame della natura e sotto il governo di governanti terreni. Sarà quel che sarà!  Così facendo ignorano la grande maggioranza se non tutti gli insegnamenti sociali della Bibbia. Poi indirizzano la loro gente allo Stato Sociale per i bisogni sociali.

Così, per esempio, mentre Paolo da alla chiesa direzioni molto chiare sul come prendersi cura delle vedove bisognose, la chiesa oggi ignora in larga misura questo insegnamento. Se una vedova cristiana con più di sessant’anni, senza denaro, senza famiglia e senza prospettive venisse alla chiesa, la chiesa cosa farebbe? Dipenderebbe da 1 Timoteo 5 per questioni di principio? Sarebbe preparata a sostenerla economicamente a tempo indefinito se necessario? O  invece presumerebbe che la vedova dovrebbe affidarsi dallo Stato? Per la maggioranza, triste a dirsi, la questione di mantenere la vedova non sarebbe neppure presa in considerazione.

Questioni sociali come questa hanno pressato la chiesa attraverso tutta la storia. Lagnanze sociali costituivano lo sfondo della Rivolta Contadina del 1525, che Martin Lutero stesso dapprincipio sostenne come progetto divino, ma poi oppose con veemenza quando la loro violenza minacciò la sua opera. Fu Andrea Carlostadio, un tempo collega di Lutero, ad appellarsi alla Bibbia per convincere la chiesa ed i nobili ad occuparsi dei problemi sociali. Lutero aveva la mentalità dei “Due Regni”, in fatti, egli si adoperò più di chiunque altro per renderla popolare tra i Riformatori e la susseguente teologia protestante: Mosè non è assolutamente applicabile, e la Bibbia non è applicabile alle questioni sociali e civili. Contro la chiesa di Carlostadio Lutero sbottò: “Non vogliamo vedere o udire Mosè. Incartatevela, e portatela a casa, miei cari ribelli. Diciamo inoltre che tutti tali insegnanti di Mosè rinnegano il vangelo, bandiscono Cristo, e annullano l’intero Nuovo Testamento.”[1] Secondo Lutero nessuna legge biblica si applicava o era applicabile al reame civile. Il reame civile per definizione giaceva al di fuori del Regno di Cristo. Non poteva esserci un ordinamento civile cristiano o biblico. I governanti erano lasciati svincolati da qualsiasi legge eccetto, secondo il ragionamento di Lutero, qualsiasi cosa fosse necessaria per mantenere la pace. Così i governanti espandettero il loro potere, annetterono altri terreni, e alzarono le tasse. Le tasse furono utilizzate prima per sostenere i nobili e poi per piazzare nella chiese chierici imposti dallo Stato. Questi chierici, vestivano finemente, erano nel libro paga dello Stato, predicavano che il popolo avrebbe dovuto sottomettersi al libro paga statale e non sfidarlo con la Bibbia. Questo fu il loro modo di assicurare la “pace”, pace dell’anima per se stessi.

Il clericato Statale, Lutero incluso, amavano il concordato. Godevano di bei palazzi, belle pensioni, bei vestiti, e la protezione dello Stato. La gente comune, dall’altro lato, ne subiva i costi: dovevano pagare parcelle esorbitanti, tasse, affitti, e persero costantemente libertà di migrare, terreno, risorse, e perfino condizione sociale. Per tutto questo ricevettero in cambio il lusso di predicatori che non volevano, che predicavano ciò che essi non credevano, vestiti con abiti raffinati pagati con le tasse versate dal popolo. Oh, e … “pace”.

Carlostadio si guadagnò l’ira di Lutero e dei suoi protettori additando che essi di fatto facevano riferimento a Mosè selettivamente quando serviva a riempire le loro tasche. Egli li rimproverò: “Eppure, per quanto incapaci ed insensati voi siate, lo stesso richiedete l’interesse appropriato e la decima. Voi raccogliete affitti e denari e così facendo mettete sotto grande pressione i poveri i quali non sapete istruire ma i quali sapete imbrogliare.”[2] Egli stesso, Carlostadio, aveva insegnato al proprio gregge i punti più cruciali della giustizia Mosaica, incluse le leggi concernenti i poveri, le leggi concernenti l’eredità, e le leggi contro i furti, ecc. Queste leggi, ovviamente, i nobili e i loro grassi lacchè nei pulpiti non volevano fossero udite dalla crude masse (come essi le vedevano). Carlostadio sapeva che questi parassiti imposti dallo Stato avrebbero operato per disfare tutto ciò che egli predicava. Li rimproverò duramente:

Cosa potreste predicare se non sapete fare niente di meglio che zoppicare dietro al vostro maestro di ogni errore, senza preoccuparvi di ciò che ancora fate di male? E voi predicatori nelle vostre camicie indorate, state attenti a me. Appena troverò del tempo, non avrete pace e vi procurerò dei guai finché il vostro predicare sia più fermamente fondato e voi abbiate cessato o cambiato il vostro vivere carnale. [3]

Lutero credeva che la legge valesse solo per i non credenti, che egli identificava con le masse. “Queste bestie ignoranti hanno bisogno della legge affinché la paura che essa incute li trattenga dal peccare.” Lutero, i suoi seguaci ed i principi usavano questa dottrina per vivere sontuosamente mentre imponevano un carico fiscale enorme su quelli che assumevano essere non-credenti. Carlostadio stava facendo da guastafeste: “Chi allontanerete dal peccato con la paura quando voi sguazzate e vi deliziate nei vostri peccati e predicate delizia nel peccato?”[4]

Carlostadio avrebbe preferito vedere predicato un giusto modo di vivere sia alle masse che ai principi. Questo avrebbe richiesto dei chierici con attitudini e dottrina diverse:

Io so che voi imbrogliate le vostre predicazioni quando predicate la legge contrariamente alla legge e alle intenzioni dello Spirito Santo. Mi piacerebbe dirvi qui qualcosa che può essere di beneficio al piccolo gregge di Dio. Ma so perfettamente bene che voi siete così impegnati con le vostre ampie rendite, gli affitti e i registri contabili, che sarebbe di maggior beneficio per me scrivere a maiali e a cani piuttosto che a voi…

Se voi predicatori portaste appropriatamente al mercato le parti che riguardano la legge (di cui Mosè scrive meravigliosamente bene e che anche Cristo aveva nelle sue predicazioni), i piccoli del popolo di Dio potrebbero essere condotti al giusto pascolo, ma voi date loro da mangiare pula e veleno ricoperto di zucchero.[5]

Carlostadio sapeva che Lutero e i suoi ascoltatori non volevano che le masse accettassero Mosè per la vera ragione che avrebbe significato un’enorme riforma di quello stesso codice civile per mezzo del quale tosavano le masse e ingrassavano se stessi. Secondo Mosè, metà del loro codice civile era come minimo non caritatevole se non illegale. I nobili non volevano che Mosè fosse valido, e Lutero, proprio come avevano fatto per secoli i cattolici prima di lui, lavorò duramente per mantenerlo invalidato (fatta eccezione in quelle poche  istanze in cui lo trovavano utile, per esempio: sulla decima). Mosè semplicemente non era applicabile ai principi cristiani, essi dicevano. Carlostadio considerò ciò una reiezione del modello biblico, e desiderò fortemente che il popolo fosse eticamente armato contro l’oppressione:

Vedo molto bene, naturalmente, come i profeti operarono nel proclamare i peccati e quale sforzo e quale lavoro fecero con i supremi principi, con re e con sacerdoti dei Giudei per far loro riconoscere i loro peccati, e come fallirono in questo. Sarebbe bene se i semplici cristiani potessero comprendere tali peccati segreti e proditorii, poiché ce ne sono parecchi che hanno una buona apparenza tale agli occhi del mondo che il Dr. Lutero stesso rifiuta di riconoscere che sono peccaminosi e malvagi, benché Dio sia verace e Lutero bugiardo.[6]

Note:

1 Martin Luther: “Against the heavenly Prophets in the Matter of Images and Sacraments” Selected Writings of Martin Luther: 1523-1526, ed. Theodore G. Tappert (Philadelphia: Fortress Press, 1967), p. 170

2 Carlostadio: “several Main Points of Christian Teaching” The essential Calrstaad: Fifteen tracts, p.359.

3 Carlostadio: “several Main Points of Christian Teaching” The essential Calrstaad: Fifteen tracts, p.360.

4 Carlostadio: “several Main Points of Christian Teaching” The essential Calrstaad: Fifteen tracts, p.360.

5 Carlostadio: “several Main Points of Christian Teaching” The essential Calrstaad: Fifteen tracts, p.360.

6 Carlostadio: “several Main Points of Christian Teaching” The essential Calrstaad: Fifteen tracts, p.361.


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