RISORSE:

Si dice che Genesi 3:15 sia il proto-evangelo, il primo annuncio di come Dio avrebbe operato la salvezza della sua creazione rovinata da Satana col concorso di Adamo ed Eva. Tuttavia, penso sarebbe corretto precisare che fu il primo evangelo della grazia dopo la caduta. Il primissimo annuncio del vangelo si trova in 1:3 quando Dio disse: “Sia la luce! E la luce fu.” È chiaro che Dio non creò la luce, creò l’universo perché fosse il luogo ove ordinò che la luce, Gesù Cristo, manifestasse la sua gloria. Dio aveva appena creato i cieli e la terra. I cieli sarebbero stati la sua dimora (ma egli esiste da sempre, da prima della creazione dei cieli). Dai cieli avrebbe benedetto la terra e sarebbe sceso (teofanie di Cristo prima dell’incarnazione?) per avere comunione personale con l’uomo nel Giardino. La bibbia dunque insegna che Dio ordinò la luce, ordinò cioè la manifestazione della sua gloria al creato e all’uomo prima ancora di creare l’uomo.  Questa in teologia si chiama Rivelazione Naturale e gli ultimi decenni hanno visto una ripresa dell’interesse dei cristiani in questa Rivelazione. Non dovrebbe sfuggire però che conteneva già un elemento di grazia in quanto Dio avrebbe benissimo potuto creare l’uomo scegliendo di non dischiudersi personalmente a lui. Che Dio abbia voluto manifestare la sua gloria all’uomo, benedirlo con la sua presenza, e accondiscendere ad un patto con lui è solo per grazia e non è più rivelazione naturale ma vangelo. Questo aiuterebbe anche a vedere la collocazione di Adamo in un patto di grazia fin dal principio anziché inciampare nel concetto di patto delle opere. Giovanni riprende questo concetto parlando della gloria di Gesù con tre sostantivi che sembrano sinonimi: parola, vita, luce, una luce che risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno ricevuta. Qui sta parlando ovviamente di tutta l’umanità in quanto il prologo di Giovanni riprende e interpreta lo schema della creazione. Poi  (v.6) il vangelo cala nel periodo storico, in particolare nella storia giudaica con la testimonianza di Giovanni alla luce. La gloria di Gesù nel prologo di Giovanni è espressa con verbo, vita, luce, ma sono sinonimi che esprimono la manifestazione al mondo del Dio invisibile che si trova nella gloria che rifulge in Gesù. Gesù è la manifestazione e la benedizione di Dio al mondo, colui che unisce cieli e terra e che manifesta il Padre in tutta la sua grazia. Una grazia che precede il peccato, lo vince quando compare, e opera una ri-creazione che vedrà i propositi di Dio vittoriosi nel tempo e nella storia “perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesú Cristo” (2° Co. 4:6).


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