Giovanni Calvino sul dovere dei regni di sottomettersi a Cristo
Scrivendo a Sigismondo Augusto (Re di Polonia) nel 1549, Giovanni Calvino lo istruì a sottomettersi alla signoria di Cristo e alla sua parola-legge, piuttosto che alle immaginazioni degli uomini:
Forse questo potrebbe essere un ulteriore incoraggiamento a Vostra Maestà, la quale è già impegnata nella restaurazione del regno di Cristo, e a molti che vivono sotto la Vostra sovranità perché facciano avanzare la stessa opera. Il Vostro regno è vasto e rinomato, e contiene molte eccellenze, ma la sua felicità avrà un fermo fondamento solamente se prende Cristo quale Governatore supremo per essere difeso dalla sua fede e della sua protezione. Sottomettere a lui il Vostro scettro non è contrario all’alta posizione in cui siete posto, ma sarebbe molto più glorioso di tutti i trionfi del mondo. Poiché tra gli uomini si sostiene che la gratitudine sia una virtù appropriata per un grande e nobile spirito, cosa sarebbe meno appropriato per i re, che dimostrarsi ingrati al Figlio di Dio per mezzo del quale sono stati elevati al posto d’onore più alto? È perciò, non solo onorevole, ma un servizio più che regale, che ci eleva al rango degli angeli, quando il trono di Cristo è eretto tra di noi cosicché la sua Voce celeste solamente diventa la regola per vivere e per morire, egualmente per i più nobili come per i più umili. Benché la professione di obbedienza al governo di Cristo sia fatta oggigiorno da quasi tutti, pure, pochi sono quelli che gli mostrano l’obbedienza di cui si vantano.
Ora, questa obbedienza non può essere resa, a meno che l’intera religione sia formata in accordo con l’infallibile governo della sua sacra Verità. Ma su questo punto nascono strani conflitti, quando gli uomini, non solo gonfiati dall’orgoglio, ma anche stregati da mostruosa pazzia, danno meno considerazione agli immutabili insegnamenti del Maestro celeste che alle loro vane invenzioni.
Giovanni Calvino, Commentario all’epistola di Paolo l’apostolo agli Ebrei, traduzione di John Owen (1549; 1853) inCalvin’s Commentaries (22 vol, Grand rapids, 1993) xxii, p. xx-xxi.
Anche in William B. Johnston Traduttore, Torrance & Torrance editori, Wm. B. Eerdmans Publishing Company,Grand Rapids,MI; Vol. 12, p. x.