RISORSE:

Un lettore attento ha inviato via email una domanda per quanto riguarda la teonomia e “Legge e Vangelo”. In particolare, alla luce della teonomia, la chiamata per i cristiani a riconoscere la legge di Dio come modello della nostra santificazione, personale e sociale, e la chiamata all’obbedienza a tale Legge, “che posto occupa il Vangelo nella vita del credente momento per momento?”

Questa è una domanda eccellente per più di un motivo. Uno è che coloro che sono nuovi e stanno iniziando a sviluppare una comprensione fondamentale di tali questioni teologiche spesso provengono da un generico retroterra di teologia evangelica. Questa teologia generalmente trascura il ruolo della Legge di Dio quasi del tutto, se non come strumento per condurci a Cristo e al Vangelo. La legge è raramente trattata nel suo ruolo di fornire una guida al comportamento pio per le buone opere cristiane (Ef. 2,10). Anche se le Confessioni Riformate riconoscono questo ruolo della Legge e anche se molti teologi riformati e evangelici citano questo ruolo, esso è raramente sviluppato anche per la vita personale, e ancor più raramente per la vita e le istituzioni sociali.

Il lettore che ha inviato questa domanda capisce la teonomia abbastanza bene per sapere che “non concerne solo la ricostruzione di una società in cui viene visualizzata la gloria del Signore in toto, ma in fondo è il rovescio della medaglia della giustificazione, cioè, la santificazione,” e “che, attraverso la santificazione siamo conformati all’immagine di Cristo.” Ottimo! Ma c’è una diatriba cronica per quanto riguarda il ruolo svolto dal Vangelo “momento per momento” in concomitanza con questa santificazione “in toto”.

La prima cosa che dobbiamo riconoscere è che questo non è certo un problema di  esclusiva pertinenza della  teonomia o della ricostruzione. Si tratta di una questione che deve essere sviluppata e sottolineata da tutta la teologia riformata (anzi,da tutta la teologia, punto). I lettori dovrebbero riconoscere che anche se la teonomia fosse incorretta, la questione persisterebbe ancora per tutta la teologia generale riformata, poiché tutta la teologia generale riformata afferma sia la necessità costante del Vangelo e sia il progresso costante della santificazione, persino per chi crede che la santificazione riguardi solo la pietà personale.

Ho affrontato questi problemi in riferimento alla teonomia altrove in una certa discussione polemica. Il punto rilevante di quella discussione è come il rapporto tra essere “salvati” e la santificazione in corso sia niente di più che teologia Riformata Confessionale basilare. Ripeterò i punti in forma più generale (non polemica) in ciò che segue.

Il punto di vista confessionale della santificazione

Rushdoony una volta ha fatto il commento:

Lo scopo dell’opera espiatoria di Cristo, è stato di riportare l’uomo a una posizione di ottemperante del patto anziché di trasgressore del patto, per consentire all’uomo di osservare la Legge, liberando l’uomo ‘dalla legge del peccato e della morte’ ( Rom. 8: 2), ‘che la giustizia della Legge si adempisse in noi’ (Rom 8:.. 4)

La cosa da notare qui è il collegamento necessario tra il rapporto personale del fedele con Cristo e il suo percorso di santificazione. Questa è una vita evangelica piena, piena di Spirito che, a causa di queste cose, procede anche ad essere una vita obbediente piena di buone opere.

Si tratta di un insegnamento nuovo? Affatto. La London Baptist Confession (la Confessione Battista del 1689) da qui in poi LBC insegna esattamente la stessa cosa. La LBC Capitolo 13 sulla “santificazione” chiarisce che, mano a mano che i santi crescono nella grazia, crescono anche “in obbedienza evangelica a tutti gli ordini che Cristo come Capo e Re, nella sua Parola ha prescritti.” L’obbedienza? L’obbedienza ai comandi? Cosa può significare? Lasciate che  Sam Waldron, uno dei commentatori Battisti Riformati più tradizionali, ci renda edotti: “In generale le buone opere  sono quelle che sono conformi alla Legge di Dio, come rivelato nelle Scritture (vedi capitolo 19).” (Nota 1)

Si veda infatti il LBC Capitolo 19. Si considerino le sezioni 5, 6 e 7 del capitolo 19:

5. La Legge morale è vincolante per tutti per sempre, giustificati o no, e non soltanto in considerazione del suo contenuto, ma anche per rispetto verso l’autorità di Dio creatore il quale l’ha data. Cristo nell’Evangelo non annulla in nessun modo questa legge, anzi rafforza notevolmente il nostro obbligo di osservarla.

Contrariamente ai critici zelanti che presentano questa visione d’obbligo vincolante nei confronti della Legge per la vita del credente dopo il Vangelo, come: “sotto la legge”, la LBC insegna l’esatto contrario (nota 2):

6. I veri credenti non sono sotto la legge intesa come un patto basato sulle opere, per essere da essa giustificati o condannati. Tuttavia essa è molto utile a loro come agli altri perché come regola di vita li informa della volontà di Dio e del loro dovere, guidandoli ed impegnandoli a camminare conformemente ad essa. … Se un uomo fa il bene e si ritira dal male soltanto perché la legge incoraggia il bene e scoraggia il male, ciò non vuole dire che egli sia sotto la legge e non sotto la grazia.

La sezione 7 continua a parlare esattamente negli stessi termini di Rushdoony:

I suddetti modi di usare la legge non sono contrari alla grazia dell’evangelo, ma s’accordano perfettamente con essa. Infatti lo Spirito di Cristo sottomette la volontà dell’uomo e la rende capace di fare liberamente e con gioia ciò che la volontà di Dio, rivelata nella legge, esige. (nota 3)

Ricordate cosa ha detto Rushdoony? “Lo scopo dell’opera espiatoria di Cristo è stato di restaurare l’uomo a una posizione di ottemperante del patto anziché di trasgressore del patto, per consentire all’uomo di osservare la Legge, liberando l’uomo ‘dalla legge del peccato e della morte’ (Rom. 8: 2) , ‘che la giustizia della Legge si adempisse in noi’ (Rom. 8: 4). “È senza alcuna sorpresa, quindi, che troviamo tra le prove scritturali della LBC per questa sezione proprio. . . Romani 8: 4.

Anche in questo caso, i commenti di Sam Waldron, che proviene da una visione riformata più tradizionale sono utili. Conclude questa sezione con una dichiarazione quasi identica a quella di Rushdoony  citata sopra: “Il vero scopo del Vangelo è quello di liberare l’uomo dalla sua antinomia (lawlesness) e indurlo a obbedire la legge di Dio (Ger. 31,33; Ez. 36:27; Rm. 8: 4; Tito 2,14) “. (nota 4)   Si notino anche non solo lo stesso identico sentimento e linguaggio, ma anche lo stesso riferimento a Romani 8: 4.

Ho trovato i commenti estesi di Waldron su questa sezione molto utili, soprattutto nel fornire un’alternativa riformata più tradizionale all’idea che sia “insidioso e pericoloso” suggerire che i credenti siano in qualche modo vincolati alla Legge dopo aver ricevuto il Vangelo. Ad esempio, Waldron commenta:

Apparentemente alcuni stavano dicendo che, mentre noi dobbiamo fare ciò che la Legge dice, nel contenuto o materia, non dobbiamo farlo perché la Legge lo dice, ma semplicemente per gratitudine verso Cristo. Diversi gravi problemi possono essere evidenziati in un tale sentimento. Intanto non è scritturale (Giacomo 2: 10-11; Mt 5: 17-19; Rm. 3:31; 1 Cor. 9:21). Poi, questa è una forma più sottile di errore di quello che dice che le persone giustificate non sono tenute a rispettare la Legge, dal momento che in ultima analisi, non è l’autorità della Legge che essi considerano, ma solo la loro gratitudine a Cristo. Il suo effetto pratico è quello di trasmettere alla mente popolare un senso sminuito della maestà della Legge di Dio e della serietà e assoluta necessità di osservare la  Legge. Rende difficile la fedele esortazione al dovere, perché coloro che adottano questo insegnamento obbiettano sempre che li si stia portando di nuovo in schiavitù. Se si parla a queste persone di dovere e d’obbligo, la loro risposta è che tali esortazioni sono legaliste. Cristo rafforza l’autorità originale della Legge. Egli non mette il contenuto o la sostanza della Legge su un nuovo fondamento. Egli non elimina l’obbligo di obbedire il nostro Creatore, ma aggiunge l’obbligo di obbedire con gratitudine il nostro Redentore.

Il punto di Waldron è che una visione sminuita del dovere di osservare la Legge per il credente non solo porta alla compiacenza, ma anche al il tipo di denunce contro la teonomia  che abbiamo sentito da tempo da parte dei critici: è legalismo, è schiavitù, “sotto la legge”, ecc. (nota 5)

Questo errore: “sotto la legge”, non fa altro che illustrare i pericoli di reagire in maniera eccessiva alle affermazioni della teonomia. In qualcosa che è in realtà abbastanza comune, la gente reagisce in modo eccessivo alla “Legge” così tanto che finiscono per argomentare come liberali, o anche come  antinomisti. Quando portano le critiche anti-teonomiche, soprattutto con argomenti fittizi, ai loro estremi logici, in realtà iniziano a parlare contro la teologia basilare riformata di santificazione e, quindi, diventano come antinomisti.

Oppure, visto dal lato positivo della discussione, vi è una diretta e organica relazione tra la salvezza in Cristo per sola fede e la teonomia  quanto vi è tra la salvezza in Cristo per sola fede e la generale santificazione personale secondo la Confessione. Si risponda alla domanda più fondamentale, e si avrà risposto pure alla domanda in materia di teonomia.

Il ruolo “momento per momento” del Vangelo

Quindi, il Vangelo della grazia salvifica di Dio in Cristo Gesù in che modo è in relazione con tutto questo? Credo che la risposta si trovi proprio lì, nelle Confessioni Riformate (in particolare, la Confessione di Westminster e la LBC). Capitolo 13 della LBC (a cui la WCF è sostanzialmente identica), affronta l’argomento della natura della nostra santificazione:

Quelli che sono uniti a Cristo, chiamati efficacemente e rigenerati, avendo un cuore nuovo ed uno spirito nuovo creati in essi in virtù della morte e risurrezione di Cristo, sono in seguito ulteriormente santificati realmente e personalmente per mezzo della sua Parola e del suo Spirito dimorante in essi…

La sezione 3 conclude che:

Sebbene in questa guerra la corruzione residua possa prevalere per un certo tempo, tuttavia, grazie alla forza che lo Spirito santificante di Cristo fornisce continuamente, la parte rigenerata vince. Così i santi crescono nella grazia, compiendo la loro santificazione nel timor di Dio, ricercando una vita celeste in obbedienza evangelica  a tutti gli ordini che Cristo come Capo e Re ha stabilito nella sua Parola.

Per i nostri scopi qui, abbiamo bisogno di fare tre osservazioni. In primo luogo, il mezzo con cui noi siamo santificati è lo stesso mezzo esatto con cui siamo salvati in generale. La confessione tiene a sottolineare che la nostra santificazione è “grazie alla stessa virtù”, come la nostra unione con Cristo, la chiamata efficace, la rigenerazione e il rinnovamento. Questa virtù include la “morte e risurrezione di Cristo”, così come pure “la sua Parola e Spirito dimorante in essi”. È con la sua opera compiuta e con la sua Parola e lo Spirito che dimora in noi che siamo portati a credere al Vangelo, ed è da questi stessi mezzi che siamo portati a credere, ad amare, e  a cercare di obbedire la legge.

Qualunque siano le differenze che teologi hanno postulato a ragione fra “Legge e Vangelo” lungo tutta la storia, il ruolo di Cristo, della Parola, e dello Spirito nell’animare e abilitare il credente in entrambi, Legge e vangelo, non può essere una di esse. Per lo stesso motivo, allora, dobbiamo riconoscere che la teologia riformata afferma l’obbedienza alla Legge come una realtà motivata dal vangelo, piena di Spirito.

In secondo luogo, si deduce, quindi, che la ragione per la quale abbiamo bisogno del Vangelo “momento per momento” è anche la vera ragione per cui ci sforziamo di crescere più fedeli in obbedienza “momento per momento” (e forse la stessa cosa si potrebbe dire viceversa). Non c’è separazione tra la fede dalla quale apprendiamo il perdono per i nostri peccati attraverso l’opera espiatoria di Cristo e quella con cui mortifichiamo la carne e conformiamo la nostra vita al suo (di Cristo) standard di vita, anche se facciamo una distinzione tra loro per diversi motivi.

Anche in questo caso, il motivo di confusione su questo tema è molto probabilmente a causa di una carenza d’insegnamento sul versante della santificazione e dell’obbedienza. Anzi, è molto probabile che tutto questo prendere le distanze dall’applicazione della legge di Dio abbia lasciato un vuoto nella dottrina cristiana che invocava di essere riempito con qualcosa  di teologico, o che suonasse come tale. Alcune realtà sono tornate a varie sottigliezze liturgiche per colmare questo vuoto. Alcuni hanno creato una sorta di neo-iper-confessionalismo. Alcuni si sono rivolti a tattiche  di crescita della chiesa di tutti i tipi. Altri, probabilmente la maggior parte dei circoli  riformati conservatori, si sono abbandonati a non fare altro che continuamente sottolineare solo la giustificazione per fede e il nostro bisogno per il Vangelo in ogni momento della nostra vita.

Credo che quest’ultima enfasi, che ho sentito da molti cristiani riformati non-teonomici o anti-teonomici, è ciò che ha creato difficoltà per  persone come il lettore che ha rivolto questa domanda. Il tambureggiamento continuo del nostro continuo bisogno per il Vangelo in combinazione col continuo abbandono dell’applicazione  della legge di Dio (cioè la santificazione), ha creato una dissonanza nella mente delle persone che iniziano a contemplare ciò che la santificazione è, e come funziona. Nel momento in cui cominciano a porre la domanda della santificazione, e quindi la domanda della teonomia, cominciano a temere di dipartire da ciò che gli è stato insegnato (giustamente) essere la dottrina cruciale: il nostro continuo bisogno per il Vangelo. La risposta ovvia non appare facilmente come dovrebbe: sia il Vangelo che la Legge sono elaborati in noi dallo stesso potere, virtù, agenzia, e mezzi, e questi sono Cristo, la sua Parola e il suo Spirito che abita in noi.

In terzo luogo, la nostra obbedienza (santificazione) deve essere quella di “tutti i comandamenti” che Cristo ci ha dato, e questo significa che la santificazione ha una portata molto più grande delle nostre devozioni personali e della stanzetta di preghiera. Qui è dove la teonomia comincia a diventare reale, perché è qui che la santificazione comincia a diventare reale. Che cosa succede quando contempliamo l’obbedienza radicale nei settori dell’istruzione o degli affari? O del debito? O del welfare?

Qui non si sta neppure introducendo il cosiddetto uso “civile” della Legge che si applica alla società e anche ai non credenti. Anche questo è un importante argomento teonomico. Ma qui si considerano solo “tutti i settori della vita” che riguardano gli aspetti personali e sociali dei credenti. Questa è una categoria enorme, ma non è meno confessionale di qualsiasi altro aspetto, e noi la dobbiamo abbracciare tanto quanto abbracciamo la salvezza per sola grazia attraverso la sola fede, così come la conoscenza di base della santificazione attraverso quegli stessi mezzi e potenza descritti sopra.

Conclusione

Dunque, per un teonomista, “Che posto occupa il Vangelo nella vita del credente momento per momento?” La risposta è semplice. Ha lo stesso posto, momento per momento, che ha per qualsiasi teologo riformato in genere e, come dovrebbe avere per ogni cristiano. Ha un posto centrale, cruciale, e assolutamente necessario nella nostra vita di fede salvifica in Cristo. Ma la nostra santificazione all’ubbidienza ha esattamente la stessa esigenza. Abbiamo bisogno dell’affermazione del perdono dei peccati e la piena, libera  accoglienza per grazia da parte del Padre a motivo dell’opera compiuta di Cristo in ogni momento della nostra vita. Abbiamo anche bisogno della prospettiva, della direzione e dell’influenza correttiva della Legge di Dio ogni momento della nostra vita. E abbiamo bisogno di Parola di Cristo e del suo Spirito in ogni momento della nostra vita per entrambi per poter avere in noi  anche solo l’effetto di un momento.

Note:

1. Waldron, Samuel E (2013-03-27). A Modern Exposition 1689 Baptist Confession of Faith (Kindle Locations 3526-3527). Evangelical Press. Kindle Edition. [↩]

2. Waldron, Samuel E (2013-03-27). A Modern Exposition 1689 Baptist Confession of Faith (Kindle Locations 3958-3975). Evangelical Press. Kindle Edition. [↩]

3. Waldron, Samuel E (2013-03-27). A Modern Exposition 1689 Baptist Confession of Faith (Kindle Locations 3981-3983). Evangelical Press. Kindle Edition. [↩]

4. Waldron, Samuel E (2013-03-27). A Modern Exposition 1689 Baptist Confession of Faith (Kindle Locations 4127-4128). Evangelical Press. Kindle Edition. [↩]

5. See Waldron’s further comments at Waldron, Samuel E (2013-03-27). A Modern Exposition 1689 Baptist Confession of Faith (Kindle Locations 4088-4128). Evangelical Press. Kindle Edition. [↩]


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