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Quando gli uomini hanno cominciato ad abbandonare il culto degli idoli, se non da quando è venuto tra gli uomini il vero Verbo di Dio? Quando sono cessati e divenuti vani gli oracoli diffusi tra i Greci e in ogni luogo, se non quando il Salvatore è apparso sulla terra? Quando cominciarono ad essere riconosciuti come semplici uomini mortali i sedicenti dèi ed eroi celebrati dai poeti, se non da quando il Signore riportò la vittoria sulla morte e conservò incorruttibile il corpo che aveva preso, risuscitandolo dai morti? Quando furono disprezzati l’inganno e la follia dei demoni, se non quando il Verbo, che è la potenza di Dio, il Signore di tutti e di questi, accondiscese ad apparire sulla terra per l’infermità degli uomini? Quando cominciarono ad essere calpestate l’arte e l’insegnamento della magia, se non quando avvenne la divina manifestazione del Verbo tra gli uomini? In una parola, quando la sapienza dei Greci si è rivelata folle, se non quando si manifestò sulla terra la vera Sapienza di Dio? Prima in tutta la terra e in ogni luogo erano traviati dal culto degli idoli, e gli uomini consideravano dèi nient’altro che gli idoli. Ora invece su tutta la terra gli uomini abbandonano il superstizioso culto degli idoli e si rifugiano in Cristo; e adorandolo come Dio, attraverso di lui  conoscono anche il Padre che non conoscevano.

Atanasio L’Incarnazione del Verbo [46]

 

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GLI ULTIMI GIORNI

Come abbiamo iniziato a vedere nel capitolo precedente, il periodo nella bibbia chiamato “gli ultimi giorni” (o “ultimi tempi” o “l’ultima ora”) è il periodo tra la nascita di Cristo e la distruzione di Gerusalemme. La chiesa primitiva stava vivendo alla fine della vecchia era e all’inizio della nuova. Questo intero periodo deve essere considerato come il tempo del primo avvento di Cristo. In entrambi, il Vecchio e il Nuovo Testamento, la promessa distruzione di Gerusalemme è considerata un aspetto dell’opera di Cristo, intimamente collegata alla sua opera di redenzione. La sua vita, morte, resurrezione, ascensione, spargimento dello Spirito, e giudizio su Gerusalemme sono tutte parti della sua unica opera di introduzione del regno e creazione del suo Nuovo Tempio (vedi ad es. come Daniele 9:24-27 colleghi l’espiazione con la distruzione del tempio).

Prendiamo in considerazione come la bibbia stessa usi queste espressioni circa la fine dei tempi. In 1 Timoteo 4:1-3 Paolo avvertì: 

Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, per l’ipocrisia di uomini bugiardi, marchiati nella propria coscienza, i quali vieteranno di maritarsi e imporranno di astenersi da cibi che Dio ha creato, affinché siano presi con rendimento di grazie da coloro che credono e che hanno conosciuto la verità. 

Stava Paolo parlando di “ultimi tempi” che sarebbero venuti migliaia d’anni più tardi? Perché avrebbe dovuto avvertire Timoteo riguardo a degli eventi che Timoteo, e i pronipoti di Timoteo, e cinquanta o più generazioni di discendenti non avrebbero mai vissuto per vedere? Infatti Paolo dice a Timoteo: “Proponendo queste cose ai fratelli, tu sarai un buon ministro di Gesù Cristo” (1 Ti. 4:6) I membri della congregazione di Timoteo avevano bisogno di sapere cosa stava per accadere negli “ultimi giorni”, perché sarebbero stati personalmente intaccati da quegli eventi. In particolare, avevano bisogno dell’assicurazione che l’imminente apostasia era parte dello schema complessivo di eventi che avrebbero condotto alla fine del vecchio ordinamento e del pieno stabilimento del Regno di Cristo. Come possiamo vedere da passi quali Colossesi 2:18-23, le “dottrine dei demoni” delle quali Paolo metteva in guardia stavano avvenendo durante il primo secolo.  Gli “ultimi tempi” stavano già avendo luogo. Ciò è piuttosto chiaro nella successiva dichiarazione di Paolo a Timoteo:

Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati. Nel numero di questi infatti vi sono quelli che s’introducono nelle case e seducono donnicciole cariche di peccati, dominate da varie passioni, le quali imparano sempre, ma senza mai pervenire ad una piena conoscenza della verità. Ora come Ianne e Iambre, si opposero a Mosé, così anche costoro si oppongono alla verità; uomini corrotti di mente e riprovati quanto alla fede (2Ti. 3:1-8).

Proprio quelle cose che Paolo diceva sarebbero accadute negli “ultimi giorni” stavano accadendo mentre scriveva, ed egli stava semplicemente avvertendo Timoteo su cosa aspettarsi mentre l’era volgeva lentamente alla stretta finale. L’anticristo cominciava ad alzare la testa.

Altri scrittori del Nuovo Testamento condividevano con Paolo questa prospettiva. La lettera agli Ebrei comincia dicendo che Dio: “in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio” (Eb. 1:2); lo scrittore prosegue a mostrare che “ora, una sola volta, alla fine dei secoli, Cristo è stato manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso” (Eb. 9:26). Pietro scrisse che Cristo fu “preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi, che per mezzo di lui credete in Dio” (1Pi. 1:20-21). La testimonianza apostolica è inconfondibilmente chiara: quando Cristo venne “gli ultimi tempi” vennero con lui. egli venne ad introdurre la nuova era del Regno di Dio. La vecchia era stava terminando, e sarebbe stata completamente abolita quando Dio distrusse il Tempio.

Dalla Pentecoste all’Olocausto

Il giorno di Pentecoste, quando lo Spirito fu sparso e la comunità cristiana parlò in altre lingue, Pietro dichiarò l’interpretazione biblica dell’evento:

Ma questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele: E avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. In quei giorni spanderò del mio Spirito sopra i miei servi e sopra le mie serve, e profetizzeranno. E farò prodigi su nel cielo e segni giù sulla terra: sangue, fuoco e vapore di fumo. Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore. E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato (Atti 2:16-21).

Abbiamo già visto come il “sangue, fuoco e vapore di fumo” e i segni del sole e della luna furono adempiuti nella distruzione di Gerusalemme ( si veda al capitolo 11). Ciò che è cruciale notare a questo punto è la precisa affermazione di Pietro che gli ultimi giorni erano arrivati. Contrariamente a qualche moderna esposizione di questo testo, Pietro non disse che i miracoli di Pentecoste erano come ciò che Gioele aveva profetizzato, o che erano qualche sorta di “proto-compimento” della profezia di Gioele; egli disse che questo era il compimento: “Questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele” . Gli ultimi giorni erano qui, lo Spirito era stato sparso, il popolo di Dio stava profetizzando e parlando in lingue, e Gerusalemme sarebbe stata distrutta col fuoco. Le antiche profezie si stavano dispiegando, e questa generazione non sarebbe passata finché “tutte queste cose” non si fossero adempiute. Perciò Pietro  sollecitò i suoi ascoltatori: “Salvatevi da questa perversa generazione!” (Atti 2:40).

In questa connessione, dovremmo notare il significato escatologico del dono delle lingue. Paolo dimostrò, in 1 Corinzi 14:21-22, che il miracolo delle lingue era l’adempimento della profezia di Isaia contro l’Israele ribelle. Poiché il popolo del patto stava rigettando la sua chiara rivelazione, Dio avvertì che i suoi profeti avrebbero parlato loro in lingue straniere, con lo scopo dichiarato di rendere una testimonianza finale all’Israele incredulo durante i giorni che precedevano il loro giudizio:

Sarà infatti mediante labbra balbuzienti
e mediante un’altra lingua
che l’Eterno parlerà a questo popolo …
perché andassero a cadere all’indietro,
fossero fatti a pezzi, presi al laccio e catturati.
Perciò ascoltate la parola dell’Eterno, o schernitori,
che dominate questo popolo che sta in Gerusalemme!
Voi dite: «Abbiamo concluso un patto con la morte,
abbiamo fatto un’alleanza con lo Sceol;
quando l’inondante flagello passerà,
non giungerà fino a noi,
perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio
e ci siamo nascosti dietro la falsità».
Perciò così dice il Signore, l’Eterno:
«Ecco, io pongo come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata,
una testata d’angolo preziosa, un fondamento sicuro;
chi crede in essa non avrà alcuna fretta.
Io porrò il diritto come misura
e la giustizia come piombino;
la grandine spazzerà via il rifugio di menzogna
e le acque sommergeranno il vostro rifugio.
Il vostro patto con la morte sarà annullato
e la vostra alleanza con lo Sceol non reggerà;
quando l’inondante flagello passerà,
voi sarete da esso calpestati.
Ogni volta che passerà, vi afferrerà,
perché passerà mattina dopo mattina,
di giorno e di notte;
sarà un vero terrore solo l’udirne il resoconto.  (Isaia 28:11-19)

Il miracolo di Pentecoste fu un messaggio scioccante per Israele.  Essi ne conoscevano il significato. Era il segno da Dio che la Testata d’Angolo era venuta, e che Israele l’aveva rigettata a propria dannazione (Mt. 21:42-44, 1Pi. 2:6-8). Era il segno di giudizio e di riprovazione, il segnale che gli apostati di Gerusalemme  stavano per “cadere all’indietro ed essere fatti a pezzi, presi al laccio e catturati”. Gli ultimi giorni d’Israele erano giunti: la vecchia epoca era alla fine, e Gerusalemme sarebbe stata spazzata via in un nuovo diluvio, per fare posto alla Nuova Creazione di Dio. Come Paolo aveva detto, le lingue erano “un segno non per i credenti, ma per i non credenti” (1Co. 14:22) – un segno per i Giudei non credenti dell’arrivo della loro rovina.

La chiesa primitiva attendeva la venuta della nuova era. Sapevano che, con la fine visibile dell’ordinamento del Vecchio Patto, la Chiesa sarebbe stata rivelata come il nuovo vero Tempio, e l’opera che Cristo era venuto a fare sarebbe stata compiuta. Questo era un aspetto importante della redenzione, e i cristiani della prima generazione attendevano questo evento nell’arco della loro vita. Durante questo periodo di attesa e di severa prova, l’apostolo Pietro li assicurò “che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi, per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi” (1Pi. 1:5). Essi erano proprio alla soglia del nuovo mondo.

In attesa della fine

Gli apostoli e la prima generazione di cristiani sapevano di vivere negli ultimi giorni dell’era del Vecchio Patto. Guardavano avanti con ansia alla sua fine e al pieno ingresso della nuova era. Mentre l’era progrediva e i “segni della fine” aumentavano e si intensificavano, la Chiesa poteva vedere che il Giorno del Giudizio stava rapidamente giungendo; una crisi si profilava nel futuro prossimo, quando Cristo li avrebbe liberati “dal presente secolo malvagio” (Ga. 1:4; Vecchia Diodati). Le affermazioni degli Apostoli sono piene di quest’atteggiamento d’attesa, di certa conoscenza che questo evento di capitale importanza era imminente. La spada dell’ira di Dio era posizionata sopra Gerusalemme, pronta a colpire in ogni momento. Ma i cristiani non dovevano temere, poiché l’ira che veniva non era indirizzata a loro, ma ai nemici del Vangelo. Paolo esortò i Tessalonicesi adaspettare dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, cioè Gesù, che ci libera dall’ira a venire” (1Te. 1:10). Evocando le parole di Gesù in Matteo 23-24, Paolo enfatizzò che l’imminente giudizio sarebbe stato versato sui “Giudei, i quali hanno ucciso il Signore Gesù e i loro profeti, e hanno perseguitato anche noi. Essi non piacciono a Dio e sono nemici a tutti gli uomini” (1Te. 2:14-16). I cristiani erano stati preavvisati ed erano perciò preparati, ma il non credente Israele sarebbe stato preso alla sprovvista:

Ora, quanto ai tempi e alle stagioni, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva, poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. Quando infatti diranno: “Pace e sicurezza”, allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro. Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. … Poiché Dio non ci ha destinati all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo (1Te. 5:1-5,9).

Paolo si soffermò su questo ampliandolo nella seconda lettera alla stessa chiesa:

Poiché è cosa giusta, da parte di Dio rendere afflizione a coloro che vi affliggono, e a voi, che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del Signor nostro Gesù Cristo. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà, in quel giorno, per essere glorificato nei suoi santi, per essere ammirato in mezzo a quelli che hanno creduto, poiché la nostra testimonianza presso di voi è stata creduta (2Te. 1:6-10).

Chiaramente, Paolo non sta parlando della venuta finale di Cristo alla fine del mondo, poiché l’ “afflizione” e la “vendetta” che stavano giungendo erano dirette specificamente a quelli che stavano perseguitando i cristiani Tessalonicesi della prima generazione. Il giorno del giudizio che si approssimava non era qualcosa lontano migliaia d’anni. Era vicino, così vicino che potevano vederlo arrivare. La maggior parte dei “segni della fine” erano già in essere, e gli apostoli ispirati incoraggiarono la Chiesa ad aspettarsi la Fine in qualsiasi momento. Paolo sollecitò i cristiani di Roma a perseverare nel vivere in modo pio, “E questo tanto più dobbiamo fare, conoscendo il tempo, perché è ormai ora che ci svegliamo dal sonno, poiché la salvezza ci è ora più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce” (Ro. 13:11-12). Come la vecchia epoca era stata caratterizzata da peccato, disperazione e schiavitù a satana, la nuova era sarebbe stata sempre più caratterizzata da giustizia e dall’universale predominio del Regno. Poiché il periodo degli “ultimi giorni” era anche il tempo in cui il Regno dei cieli veniva inaugurato sulla terra, quando il “Santo Monte” cominciò la sua crescita dinamica e tutte le nazioni cominciarono a fluire nella fede cristiana, come i profeti avevano predetto (vedi Is. 2:2-4; Mi. 4:1-4). Ovviamente, c’è ancora una grande quantità di empietà nel mondo oggi. Ma la cristianità ha continuato gradualmente e stabilmente a vincere battaglie fin dai giorni della chiesa primitiva; e mentre i cristiani continuano a muovere guerra al nemico, verrà il tempo in cui i santi possederanno il Regno (Da. 7:22, 27).

Questo è il motivo per cui Paolo poteva confortare i credenti assicurandoli che “il Signore è vicino” (Fl. 4:5). Di fatto, la parola d’ordine della chiesa primitiva (1Co.16:22) era Maranatha! Il Signore viene! Guardando avanti all’imminente distruzione di Gerusalemme, lo scrittore di Ebrei mise in guardia quelli che erano tentati di “tirarsi indietro” tornando al Giudaismo apostata che l’apostasia avrebbe portato loro soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari” (Eb. 10:27).

Noi infatti conosciamo colui che ha detto: “A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione”, dice il Signore. E altrove: “Il Signore giudicherà il suo popolo”. E’ cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente. …Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio otteniate ciò che vi è stato promesso. “Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà. E il giusto vivrà per fede, ma se si tira indietro l’anima mia non lo gradisce”. Ma noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell’anima (Eb. 10:30-31, 36-39).

Gli altri autori del Nuovo Testamento scrissero in termini simili. Giacomo, dopo aver avvertito i ricchi non credenti che opprimevano i cristiani, delle miserie che stavano per discendere su di loro, accusandoli di aver fraudolentemente “accumulato tesori negli ultimi giorni” (Gc. 5: 1-6), incoraggiò i cristiani sofferenti:

Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione, Siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi gli uni degli altri, fratelli, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alle porte (Gc. 5:7-9).

Anche l’Apostolo Pietro avvertì la Chiesa che “la fine di tutte le cose è vicina” (1Pi. 4:7), e li incoraggiò a vivere in quotidiana attesa del giudizio che sarebbe venuto nella loro generazione:

Carissimi, non lasciatevi disorientare per la prova di fuoco che è in atto in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. … Poiché è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio, e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di coloro che non ubbidiscono all’evangelo di Dio? (1Pi. 4:12-13, 17).

I primi cristiani dovettero sopportare sia durissime persecuzioni per mano dell’Israele apostata che tradimenti di anticristi di mezzo a loro che cercarono di deviare la Chiesa verso il culto Giudaista. Ma questo tempo di feroce tribolazione e sofferenza stava operando per la benedizione e la santificazione dei cristiani (Ro. 8:28-39); e nel frattempo l’ira di Dio sui persecutori cresceva. Finalmente, la Fine venne, e l’ira di Dio fu scatenata. Quelli che avevano fatto tribolare la Chiesa furono gettati nella più grande Tribolazione di tutti i tempi. Il più grande nemico della chiesa fu distrutto, e non avrebbe mai più posto una minaccia alla sua vittoria finale.  


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